lunedì 31 dicembre 2007

Compleanno in Pakistan




In coincidenza con il brutale assassinio della Bhutto vorrei narrarvi, brevemente, uno dei miei peggiori compleanni mirati, quello a Karachi, nel Pakistan, per l’appunto.
Avevo un piano ben preciso perché conoscevo i pericoli del posto e anche la bruttezza dello stesso e con questo non voglio offendere i pakistani che vivono in luoghi anche stupendi.
Karachi è una megalopoli mostruosa, soprattutto per affollamento, per inquinamento e per densità di povertà e di malattie gravi ormai divenute endemiche.
Giunsi all’aeroporto intorno alle dodici del mattino, ma all’aperto il sole infuocava già tutto ed eravamo, certamente, oltre i 45°C all’ombra. Con un taxi mi diressi allo Sheraton al centro della città, non molto costoso lì come in quasi tutta l’Asia. Attraversai un’unica enorme, sterminata, strada che dall’aeroporto conduce al centro di quella che molti credono sia la capitale del Pakistan, ma che è solo la città più importante di quel Paese.
Per darvi un’idea, pensate agli Champs Élysées. Una strada molto più larga e molti chilometri più lunga, ma non erano gli Champs Élysées. Migliaia di motorini, furgoncini tipo Ape e piccolissimi bus pubblici e privati con i viaggiatori appesi ai finestrini o ammassati sui tetti dei veicoli intasavano completamente il traffico. Si aveva l’impressione come di un esodo di massa per motivi bellici, ma era un giorno come un altro, come mi spiegò il tassista. Praticamente non si procedeva di un solo passo e solo ogni 10-12 minuti si avanzava di pochissimo. Stare in una camera a gas sarebbe stato meno velenoso. Il caldo insopportabile, il rumore assordante, il gas e la vista di quei disperati aggrappati ai veicoli, tutto contribuiva a farmi comprendere com’è l’inferno, se esiste un inferno oltre quello terrestre.
Finalmente giunsi in hotel e scelsi un piano altissimo per una regola che seguo sempre in posti ad alto rischio terroristico. Infatti, soltanto un anno dopo, un gruppo di sei o sette francesi, se ben ricordo, nello stesso hotel, fu massacrato da un’esplosione di un furgoncino kamikaze davanti alla porta d’ingresso.
Mi chiesi come mai le finestre avessero orribili inferriate nere, come in carcere, ma l’interrogativo durò poco perché guardando fuori vidi che migliaia di enormi corvi neri volavano su Karachi e, evidentemente, le inferriate servivano a non avere in camera ospiti sgraditi.
Il Pakistan, come si sa, è in guerra da sempre, soprattutto con l’India, e dunque non mi sorpresi nel vedere che, seduto su di una poltroncina, a ogni piano dell’hotel, vi era un poliziotto in borghese che non tentava di nascondere un’enorme pistola infilata nella cintura dei pantaloni e pronta all’uso.
Avevo deciso di fermarmi solo 20 ore e così feci. Solitamente in questi posti (Karachi, Jakarta, Surabaya e molti altri) non è possibile fare la doccia perché l’acqua esce di colore marroncino chiaro e l’unica è portarsi da casa dei fazzoletti detergenti con cui lavarsi. I denti vanno lavati esclusivamente con acqua minerale sigillata o con whisky.
Scesi al ristorante interno all’hotel soltanto per la cena.
Mangiai, come quasi sempre in Oriente, bistecca ai ferri, molto cotta, e patatine fritte. Poi chiesi “Pineapple in a metal box” (ananas in scatola). Il capocameriere continuava a chiedermi incredulo se aveva capito bene e mi mostrava un tavolo grande pieno di frutta fresca di ogni tipo. Per non offenderlo non gli dissi che quella frutta la poteva mangiare lui e che io preferivo le ananas in scatola delle Azzorre, magari.
La mattina dopo, alle otto, ero di nuovo in aeroporto.Non ricordo se all’andata o al ritorno, nel corso di una delle innumerevoli soste, assistetti a questa scena: la scena del dentista. Non so se in quel paese esistano o meno i dentisti come da noi, di certo esistono i dentisti ambulanti, lungo la strada, a fianco alle auto, senza un solo albero e sotto un sole che avrebbe bruciato anche un abitante di Jeddah. Un poliziotto si avvicinò al “dottore” e gli fece segno che gli doleva fortemente il dente. L’altro, con aria professionale, seppure ricoperto di stracci, gli osservò l’interno della bocca, dopo averlo fatto sedere su di un piccolo sgabello.
Aprì una borsa e rovistando tra ferri non sterilizzati, ma molto arrugginiti, tirò fuori una tenaglia e così, senza pensarci e senza anestesia, tirò con quanta forza avesse in corpo e ottenne il dente malato insieme a uno spruzzo di sangue in faccia dove immagino ci fossero tutti i virus delle varie epatiti, dalla A alla Z, comprese quelle ancora da scoprire.
Giunto in aeroporto il poliziotto osservò il mio passaporto e si avvide che ero giunto lì 20 ore prima.
Mi chiese per quale motivo fossi venuto a Karachi.
“Tourism”.
“Tourism? One day, in Karachi?”.
“Yes, tourism, one day, in Karachi”.
E lui fece quel gesto internazionale con la mano che significa: aspetta che ti sistemo io.
Chiamò altre due guardie e mi fece portare in uno stanzino dove fui spogliato completamente e perquisito. Anche i miei abiti furono sottoposti a controlli rigidissimi, ma alla fine mi lasciarono andare.
Un padre e un figlio italiani, esattamente una settimana dopo, si recarono a Karachi e seguirono il mio stesso piano, ma questa volta il poliziotto (forse lo stesso) fu molto più severo e scucì le fodere dei loro vestiti e tagliò a metà le suole delle scarpe, pur senza trovare nulla.
Anche in questo caso fu costretto a lasciarli andare.
Non ho nulla contro il Pakistan e contro i pakistani, ma spero di non dover mai più tornare a Karachi.
Ciro Discepolo
www.solarreturns.com
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domenica 30 dicembre 2007

sabato 29 dicembre 2007

Poche considerazioni sull'Air France


In questo spazio potremmo dire che ci occupiamo prevalentemente di Astrologia Attiva (che è basata fortemente sull’Astrologia Previsionale) e di viaggi. Dunque la questione Alitalia ci riguarda molto da vicino e vorrei spiegarvi il mio punto di vista che comunque è soltanto il mio punto di vista e che potrebbe anche essere errato.
Beh, sul fatto che ci fossero due competitori e uno è il primo vettore mondiale e l’altro il secondo italiano, pressoché totalmente indebitato con le banche che lo governano, lascio esprimere i guru della finanza e non mi addentro in cose di economia stretta di cui so pochissimo.
Invece penso di poter dire la mia sulla questione degli aeroporti hub (possiamo tradurre condensatori).
Pensiamo ai primi anni di Malpensa e ai tempi in cui non si parlava ancora di crisi Alitalia.
In Europa esistevano tre grandi aeroporti hub (Parigi, Francoforte e Londra) e uno, a molte distanze dai primi tre, Malpensa, che era tale solo nei progetti dei nostri politici.
Che cos’è un aeroporto hub? È un aeroporto in cui si concentrano decine e decine di voli provenienti da tutta l’Europa, solitamente nella mattinata prestissimo, raccogliendo passeggeri da Bologna, Napoli, Catania, Atene, Ljubljana, Budapest, Sassari, Malaga, Marsiglia, Lisbona e via dicendo, e dove vengono sapientemente organizzati voli con grandissimi aeromobili che partono per molte destinazioni intercontinentali e che riescono a tenere tariffe abbastanza basse proprio perché su voli di circa cinquecento passeggeri, vi sono pochissimi posti vuoti.
Usiamo un paradosso e mettiamo che si volesse far diventare aeroporto hub lo scalo di Ancona: pensate sia possibile? No. È necessario che l’aeroporto in questione sia una vera città dove possono atterrare e partire contemporaneamente decine e decine di voli, per non dire centinaia.
La situazione, fino a pochi anni fa era la seguente, numero più numero meno.
Da Parigi, con Air France, partivano e partono giornalmente 170 voli intercontinentali, per ogni parte del mondo.
Da Francoforte 138 (io facevo il tifo per la Lufthansa perché penso sia la migliore compagnia del mondo), da Londra 120 e da Malpensa, quando tutto andava a gonfie vele, 25 destinazioni intercontinentali al giorno.
Da notare che Malpensa, pur essendo un aeroporto nuovissimo, non possiede la terza pista che è un requisito indispensabile quando ci si candida a “stare tra i grandi”. Infatti, personalmente passo per Malpensa diverse volte all’anno e sono costretto a lunghissime file al decollo in quanto, spessissimo, si usa la stessa pista per l’atterraggio e per il decollo degli aeromobili.
Prima considerazione: dati i numeri che vi ho appena scritto, voi pensate che se Alitalia passasse ad Air One i voli intercontinentali lieviterebbero improvvisamente e noi strapperemmo passeggeri alla Lufthansa o ad Air France?
Si sa che c’è una guerra tra Fiumicino e Malpensa, ma è una guerra tutta italiana e, secondo me, si dovrebbe abbandonare del tutto l’idea di un aeroporto hub tra Roma e Milano.
Facciamo un piccolo passo indietro. Una decina di anni fa la Regione Campania, di cui sono un critico senza riserve per il degrado in cui ha gettato quella che forse è la città più bella del mondo, fece qualcosa di magnifico: vendette l’aeroporto di Capodichino a una società inglese. Là per là mi adirai molto e venne fuori la mia italianità, un po’ simile a quella che sta prendendo molti connazionali del nord sulla questione Malpensa. All’inizio ero alquanto critico, ma poi, a distanza di anni, devo dire che quella del Governatore fu una scelta felicissima. Oggi Capodichino è un gioiello di efficienza e di bellezza, da tutti i punti di vista, a cominciare da un catering di eccellenza come ne ho trovati pochi nel mondo.
Spesso sono alle quattro del mattino in aeroporto e trovo gli operai, gli stessi operai napoletani della vecchia gestione, che, piegati in due, lucidano le scale dell’aeroporto: ripeto, alle quattro del mattino!
Torniamo alla questione aeroporto hub.
L’Air France non ha potuto dichiararlo apertamente altrimenti i soliti “inciuci” nostrani l’avrebbero tagliata fuori dalle trattative. Ma – a mio avviso – il magnifico vettore francese potrebbe avere anche una terza idea di cui si è discusso moltissimo tanti anni fa e poi non se n’è fatto nulla sempre per le faide interne tra Fiumicino e Malpensa e soprattutto perché i politici, probabilmente, non sono riusciti a dividersi la torta.
L’idea è l’uovo di Colombo.
Mettiamo che io debba recarmi in Sudafrica oppure in Argentina o in Medio Oriente o alle Maldive. Come stanno le cose, oggi, io da Napoli e tanti di voi da Bari, Firenze, Genova e via dicendo, dovete imbarcarvi per Parigi o per Francoforte o per Londra e raggiungere la parte più settentrionale, e quasi sempre la parte più occidentale e settentrionale di tutta l’Europa, per poi ridiscendere a latitudini geografiche bassissime.
Ciò con grande spreco di carburante, con un conseguente notevole aumento dell’inquinamento atmosferico, con uno stress enorme per passeggeri ed equipaggi e con costi e tempi decisamente superiori.
Immaginiamo, adesso, “per assurdo”, di cercare una soluzione al problema affidandola ad un commissario venuto da Marte e non inquinato ancora dalla politica dei terrestri. Costui studierebbe il problema e troverebbe l’uovo di Colombo: l’aeroporto di Pontecagnano, a sud di Salerno (o tutt’al più quello di Marcianise in provincia di Caserta), potenziato dalle adeguate infrastrutture (che non sarebbero neanche un centesimo di quelle per il ponte sullo Stretto di Messina), magari sovvenzionate in buona parte da una grande compagnia in attivo come l’Air France, potrebbe diventare realmente il quarto aeroporto hub d’Europa. Sì, perché, allora, i francesi, come i tedeschi e gli spagnoli, i portoghesi e gli ungheresi, i russi e gl’italiani e tutti gli europei, insomma, si sposterebbero verso sud, già sulla strada delle mete a latitudine geografica bassa, senza ripetere, due volte all’andata e due volte al ritorno, lo stesso percorso.
Vi immaginate i vantaggi che potrebbero esserci, per tutti? Soprattutto se tale aeroporto hub fosse specializzato rispetto alle destinazioni del Sudafrica, del Sudamerica, del Medio Oriente e via dicendo? Forse, se il Governo non farà marcia indietro, ciò potrebbe accadere e questo non significherebbe chiudere Malpensa che potrebbe, a sua volta, specializzarsi, un po’ come ha fatto Bologna che è il primo aeroporto italiano per voli turistici e/o esotici.
Ciro Discepolo
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venerdì 28 dicembre 2007

Compleanno a Luxor e a Río Gallegos



Compleanno di Sergio Berti, 2006, a Luxor, davanti alla piramide di Cheope e mio, luglio 2007, a Río Gallegos, Patagonia, Argentina, ma al confine con la Terra del Fuego e con il Cile (dove ho fatto una escursione poche ore dopo il solar return). A Buenos Aires, tappa intermedia di un viaggio davvero lunghissimo, ho visto una bella e immensa città, ma con troppa povertà. Sul web e nelle agenzie non riuscivo a trovare un albergo a Río Gallegos e pensavo non ce ne fossero. Poi ho cambiato l'accento da grave ad acuto sulla "i" di Rio e ho trovato l'Hotel Santa Cruz che ho fotografato e inserito anche su Google Earth (vedi il link più sotto). Questa città, solo venti anni fa, contava circa 40.000 abitanti e oggi li ha raddoppiati. Vi è moltissimo gas e petrolio e il governo argentino incentiva chi vuole trasferirsi in quelle terre sterminate. Vi sono moltissimi impiegati statali e militari. La città è bellissima, con strade e marciapiedi e negozi come se stessimo in Umbria. Negli hotel (ho scoperto che ce ne sono molti) è disponibile Internet broadband wireless gratuita. Si mangia molto bene (le bistecche argentine sono famose in tutto il mondo) e si spende quasi nulla.
Quando mi recavo in un posto nuovo e mi chiedevano un documento, la domanda era di rito: "Parente del grande Discepolo?". In effetti sì, un mio avo era il famoso "Discepolin", uno dei maggiori tangheri della storia dell'Argentina. Del resto non ci si può sbagliare perché circa 200 anni fa vi erano solo una ventina di Discepolo, in tutta Italia, che vivevano nella provincia di Avellino.
Avrei preferito visitare la Patagonia e la Terra del Fuego nella loro estate, ma da un po' di anni a questa parte sto facendo una scorpacciata di temperature polari.
Sono luoghi incontaminati, per centinaia e migliaia di chilometri. Ho scoperto un paio di cose: molti vengono dal Cile, e spesso perché lì li stanno cercando. Il tassista che mi accompagnava dall'aeroporto al centro di Buenos Aires mi disse che suo nonno era veneto (l'autista aveva la mia età) ed era venuto a fare fortuna lì (non gli volli dire che forse, restando in Veneto, oggi vivrebbe molto meglio che guidando un'auto vecchia di venti anni). Tutti gli argentini che ho incontrato mi hanno detto che si organizzano con voli speciali, vengono in Italia, e in un paio di giorni ottengono la cittadinanza italiana (anche se sono di terza generazione argentina). Non sono riuscito a farmi dire che vantaggi ne traggono, ma penso che faccia parte di un "pacchetto" omaggio che il senatore argentino ha ricevuto in cambio dell'appoggio a una parte dello schieramento politico italiano.
Ciro Discepolo
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Il link delle foto è sempre lo stesso:
www.solarreturns.com/images/viaggi/viaggi1.pdf

giovedì 27 dicembre 2007

Viaggiare in compagnia


celeste, negli ultimi hanni, ha perso il lavoro e non soltanto quello. È una persona in gamba, laureata, molto qualificata, ma - come si sa - oggi questo non è particolarmente utile per trovare un impiego.
Ella ama l'astrologia e anche i viaggi e sarebbe disposta ad accompagnare, come lavoro, coloro che rinunciano a partire perché non trovano chi li accompagni nel viaggio di compleanno.
Le ho detto di mandarmi un suo scritto con l'annuncio che pubblico volentieri qui.
Ciro Discepolo
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Per piu' di 10 anni ho lavorato nell'area della gestione del personale curando la selezione e la formazione del personale stesso, ma dopo la chiusura dell'azienda (avvenuta nel 2005) non ho piu' trovato una collocazione stabile.
Evidentemente mi piacerebbe continuare con il mio lavoro in qualunque parte del globo (per cui sono disponibile a trasferimenti anche all'estero).
Ma nell'intanto sono disponibile anche a ricoprire altre mansioni.
E tra le varie cose, dato che sono ormai abituata a viaggiare, (anche grazie a te) mi rendo disponibile a fare da guida/accompagnatrice turistica a chi volesse fare il suo viaggio di compleanno con qualcuno al seguito per maggiore tranquillità.
celeste200712@gmail.com

mercoledì 26 dicembre 2007

Idee per viaggiatori


Vorrei trasmettervi poche idee relative ad alcuni tipi di viaggi e mi attendo altrettante idee da voi. In questi giorni mi trovo a Monaco di Baviera, sempre stupenda anche se gelida (la foto è di ieri mattina in Marienplatz).
Dunque, qui in Germania, ma credo anche in mezzo mondo, dalle 15 del 24 dicembre e fino alle 9.30 di domani 27 dicembre, il Paese ha chiuso: letteralmente, se si escludono 3-4 Mc Donald’s aperti poi è quasi impossibile trovare anche un bar o un ristorante frequentabile.
Allora, dopo avere fatto un bel giro a piedi per la città e avere ammirato, ancora una volta, tante meravigliose chiese ed edifici pubblici, dopo avere respirato tanta aria buona, dopo avere fatto il giro con il bus turistico a due piani dove il freddo interno è maggiore di quello esterno, apparentemente l’unica alternativa era quella di tornare in hotel dove le stanze sono ad una temperatura tropicale ed è impossibile restare lì più di poche ore.
Mi è venuta un’idea ed stata vincente. Passo molte volte all’anno dall’aeroporto di Monaco, sicuramente uno dei più grandi e belli del mondo, diretto altrove. Allora ho preso il bus cittadino e mi sono recato lì dove esistono decine di eccellenti ristoranti e i negozi, per fare un po’ di shopping, sono tutti aperti. Anche l’area non protetta, fuori della zona di massima sicurezza, è vastissima e contiene tutto quello che desiderate. Ma, volendo, con un’altra spesa non elevata, potete entrare anche nella suddetta area protetta: come? Comprando, per esempio, il più economico dei biglietti Ryanair o simili, a circa 20 euro. In questo modo avete accesso alla zona passeggeri e lì davvero trovate una città dove girare una giornata intera senza stancarvi e con tutti i negozi aperti.
Ciro Discepolo
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martedì 25 dicembre 2007

Un compleanno che si potrebbe chiamare Natale


Maria Tiziana Lemme è una brava collega de Il Mattino, a mio avviso ingiustamente penalizzata in un giudizio di separazione nel quale, in un primo tempo, si è vista “portare via” la sua bimba di pochi anni. Ho sofferto con lei (perché la leggevo come una ingiustizia terribile) questa triste vicenda. Maria Tiziana non voleva partire per il compleanno mirato, prima perché era scettica e poi perché vi erano difficoltà oggettive enormi (trovarsi in un punto del deserto egiziano lontano da qualsiasi città; andare lì nei giorni di festività nazionali in cui il transito è interdetto agli stranieri; trovare chi fosse disposto ad accompagnarla…). Non desidero aggiungere altro. Leggete la magia di questo compleanno, promessa, nei simboli, di ciò che sarebbe accaduto pochi giorni dopo: Maria Tiziana ha riabbracciato la sua bimba e hanno dormito tutta la notte strette l’una all’altra, come ad evitare di perdersi nuovamente…
Ciro Discepolo
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Caro Ciro,

l’angoscia che avverto dalle tue parole (era deceduta da poco mia sorella Rosanna) inibisce l’entusiasmo del mio racconto del compleanno portato a termine.

In sintesi ti dico: tutto bene. Ma ora che scrivo, credo che forse ti darà soddisfazione conoscere qualche dettaglio. Io spero ti possa rincuorare.

Ristabilendo vicinanza dopo i saluti cordiali, graditissimi, che da te

ricevo.

Venerdì sera: ancora nel dubbio della partenza, ero in giro con l’automobile per servizi, la radio accesa. Dico in me: se adesso dalla radio esce la parola Egitto, partirò, altrimenti no. Non passa un minuto che... “L’ultimo accordo firmato tra l’Italia e l’Egitto riguarda...”. Continuo a guidare speranzosa, e scettica.

Sabato mattina, vado di buon’ora all’aeroporto, mica sicura di partire.

Ebbene, non solo riesco a farlo, ma anche a un prezzo ben inferiore a quello (già conveniente per le mie esigenze) che mi avevano prospettato e che potevo affrontare.

Sull’aereo: davanti a me sento la voce di un viaggiatore che, prima della partenza, telefona a qualcuno. Dalle sue parole capisco che vive, o comunque “è di stanza” al Cairo. Lascio passare del tempo poi l’avvicino, gli dico cosa devo fare (condendo il tutto con un reportage che devo scrivere su un tale esperimento) e se conosce qualcuno fidato che può accompagnarmi. Caccio cartine e coordinate: è un geologo che vive anche al Cairo, e s’entusiasma.

Vorrebbe accompagnarmi lui, l’idea di ricercare un luogo lo entusiasma, glielo leggo, ma è tornato apposta da Londra per un incontro l’indomani con una società egiziana petrolifera, già rimandato... Arrivati all’aeroporto del Cairo mi “accompagna per mano” fino a quando non entro in una macchina per arrivare in albergo. Sono frastornata.

Il tempo di arrivare, entrare nella camera, ricevere la telefonata del

geologo che vuole assicurarsi del mio arrivo, e sono già a parlare con colui che dovrebbe procurarmi auto e autista. Ha un viso che mi ispira fiducia, “da bravo ragazzo”: ovviamente si entusiasma (anche lui, ed è la terza volta che uso questo verbo in poche righe) all’idea, lui abituato a portare turisti alle Piramidi, nei soliti giri, insomma. Con una contrattazione chiedo e ottengo che sia lui ad accompagnarmi: parla bene l’inglese, l’avevo visto in faccia, e gli dico chiaramente che volevo essere, in questa avventura, assolutamente tranquilla, essendo sola e di sesso femminile.

Lui, Ahmed si chiama, comprende.

Scelgo di cenare, tra i cinque del ristorante, in uno. Ah: il Nilo era di

fronte a me, proprio. Appena oltre la strada da attraversare (sembrava, per il traffico, via Caracciolo). Mi segue nella scelta un cameriere al quale ero stata ‘raccomandata’ dal tipo delle automobili. Mi vengono le lacrime agli occhi, seduta al tavolo. Tutti gentili, complimentosi. Io pensavo a mia figlia, a come avrei voluto farle vedere tutto.

Finisco di cenare, col tipo dell’automobile facciamo ricerche in Internet: gli do conferma del punto ove andare. Ebbene, il cameriere che mi aveva seguita era proprio di quelle parti!!! Di Minya. Ci abbozza una cartina più dettagliata. È zona desertica, con bivi, strade a stento segnalate, conosciute da chi le abita.

Domenica, 23, partiamo presto. Attraversiamo il deserto su una superstrada che mi donerà il silenzio e colori netti, il cielo mi sembrava il mare che si aspetta oltre la sabbia. Attraversiamo in 280 km cinque posti di blocco militari, giriamo, voltiamo, chiediamo (chiede) alle persone direzione, attraversiamo strade sterrate, e gente ai bordi delle strade, miseri mercati con due arance in vendita e nonostante tutto tanta vita: bambini, uomini e donne sui muli, o chini nel lavoro ai campi, nonostante fosse domenica, e l’ultima giornata della “festa del sacrificio”.

Alle 10,40 arriviamo nel luogo calcolato sì empiricamente (senza palmare): si chiama Abo Sidhom Samalut, governariato di Minya, sulle sponde del fiume Elyoussfi. Ahmed ferma la macchina davanti all’unica chiesa cristiano-ortodossa nel giro di centinaia di chilometri (la moschea attaccata). Era appena terminata la messa, i cristiani del villaggio, poverissimo, neanche l’acqua nelle case, erano lì. Scendo dalla macchina. Mi guardo intorno, mi sento nello stesso tempo nel luogo e fuori luogo. Non porto orologio, ma sono certa che alle 10,58 è passato davanti a me quel camioncino che, passandomi davanti, ha acceso in quel momento un “amplificatore” (probabilmente un rudimentale megafono) che prima di far uscire dal microfono la voce del venditore ha lanciato sìbili e gracchìi.

Forse, anzi per me è certo, era il segno che cercavo.

Che cosa fare? Entriamo nella chiesa, nel suo atrio, a destra la cappella, ci sono le donne sugli scranni e una, a testa scoperta, sul pulpito. Entro dentro un attimo, esco per vergogna e per rispetto: distraevo. Cosa fare? Al fiume altre donne lavavano i panni. Chiedo il permesso di fare fotografie.

Si viene a sapere che sono giornalista, dico io a Ahmed di dirlo, di rassicurarli: non sono una spia dei fondamentalisti. Comincio a chiedere informazioni: il nome del villaggio, il numero degli abitanti... tutti si aspettano qualcosa e soprattutto il prete-pope, che da lontano guarda, tutto vestito di nero ma con una faccia aperta. Faccio una breve e buona intervista -inglese tradotto in arabo a sua volta tradotto in inglese-anche perché sempre di più mi viene voglia di raccontare di questo luogo, dove la gente vive per poter mangiare e basta, sconosciuto: di saperne di più. Sapevo che a Minya c’è la sede di una Associazione, Save the Children, - quando ho acquistato la cartina dell’Egitto, alla Feltrinelli International a Roma, davanti all’ingresso c’erano due ragazzi che, in rappresentanza di questa istituzione rilasciavano volantini, e non mi curai affatto di loro - gemellata con Roma.

Poi accade qualcosa. Uscita dalla ‘sacrestia’ vengo letteralmente circondata da tutti -tutti- i bambini. Si stringono attorno a me in cerchio, io non ho lo spazio di un passo. Qualcuno, ricordando gli insegnamenti della scuola e volendoli applicare mi chiede What’s your name? E io rispondo. Non mi lasciano camminare: sono la novità. Un altro: What’s your name? E io rispondo, e gioco con loro, rido, ridiamo insieme e li guardo negli occhi e gli occhi mi traballano, e poi accade che il mio nome viene pronunciato, ridetto, a voce bassa, a voce alta, Maria, Maria, e io mi sento una merda per un attimo perché fuori e dentro un luogo, poi mi sento nel mio luogo, sento il potere addosso, e con un gesto dico a questa folla di innocenti andiamo di là, dove c’era lo spiazzo per i giochi, l’altalena lo scivolo.

Volevo disperderli, distrarli, allontanarli dall’immagine che avevano di me, unica e sola forestiera capitata lì. Ma le altalene avevano catene e catenacci, e non potevano usarle, e lo scivolo... non ci pensava affatto a usarlo. Mi prendevano le mani, le bambine, e il mio nome risuonava dalle loro bocche sorridenti che mi dicevano I love you, e poi, quando tutto stava per finire ecco che un bambino lo dice per intero, il mio nome, mi inorgoglisce, mi sento felice, e atterrata perché il suo io riesco a stento a dirlo. Infine rientro (rientriamo) in auto per tornare. I bimbi lanciano baci e saluti con la mano fino a che la macchina non si è allontanata.

Ora mi fermo, e ti aspetto (1).

Ti abbraccio

Maria Tiziana

1 Io e l’Autrice siamo stati d’accordo a stampare la versione di getto dell’email inviatami subito dopo questo compleanno davvero straordinario.

lunedì 24 dicembre 2007

È bello: esiste ancora il candore



Una brava collega e una cara amica mi ha scritto:



Caro Ciro,
facendo quattro passi nel web, l'altra sera , con un programma di file sharing , mi sono imbattuta in un numero di Ricerca '90 in formato .PDF e subito ho pensato ad una idea da proporti per il nuovo anno ( sempre che sia logisticamente fattibile, ça va sans dire ) : perchè non proporre agli abbonati di R'90, oltre alla versione cartacea, anche una versione .PDF opp. .DOC da scaricare dal tuo sito tramite login direttamente il primo del mese di spedizione ?
Pensa ai vantaggi :
- i lettori avrebbero la possibilità di avere "in tempo reale" il numero ( nel mio caso da Napoli a Torino impiega anche più di 20gg.) ;
- in quanto file avrebbe agevole consultabilità e sarebbe portabile anche in viaggio;
- si eliminerebbe il grosso volume di spazio che uno dopo l'altro richiedono ormai negli scaffali;
- se la cosa avesse riscontro tu potresti abbattere i costi di produzione che come sappiamo porti tutti "sul groppone"...resta solo la questione legale dei diritti ma penso sia risolvibile.

E poi...soprattutto...E' NATALE!

Sinceri Auguri a te, famiglia ed ai ragazzi smanettoniche ti circondano.

Un abbraccio,

Elisabetta.



Elisabetta non ha più vent'anni ed è bello scoprire, nei giorni a cavallo di Natale, che non solo nei film di Frank Capra esiste Shangri-La e il convincimento che la vita sia meravigliosa, fatta soprattutto di amicizia e di solidarietà.

La bellissima idea di Elisabetta purtroppo non è attuabile perché, invece, esistono anche quelli della Banda Bassotti che farebbero un sol boccone della rivista alla prima copia PDF in circolazione. Questo è anche il motivo per il quale l'e-book non è ancora decollato, almeno in Italia. Se io mandassi una copia di tutto un numero di Ricerca '90 in formato PDF ad Elisabetta, sono certo che lei la conserverebbe gelosamente e non ne farebbe omaggio a nessuno. Tuttavia al mondo, dispiace dirlo alla vigilia di Natale, esistono anche i cattivi e non sarebbe la prima volta che uno di questi farebbe subito mille copie del file e lo manderebbe in omaggio a tutti gli amici...

Però, come dicevo, è bello scoprire che ci sia ancora spontaneità e un animo rivolto al bene.

Cara Elisabetta, allora il mio augurio per il 2008 è che tu possa restare così. Per noi tutti la vedo meno rosa che a Shangri-La, ma per questo tentiamo di difenderci anche con l'Astrologia Attiva.

Un caro saluto a Tutti,

Ciro Discepolo

domenica 23 dicembre 2007

Auguri a Tutti


Il bambino, si sa, è un simbolo assai positivo in psicologia: soprattutto quando lo sogniamo. Perché? Perché il bambino può solo crescere e ha tutte le potenzialità per crescere nel migliore dei modi. Ecco perché ho scelto questa immagine meravigliosa, inviatami da un appassionato di astrologia, per accompagnare i miei migliori auguri a voi Tutti.
Gradirei che coloro che vorranno ricambiare lo facessero su questo spazio.
Buon Natale e Felice Anno Nuovo,
Ciro Discepolo
www.solarreturns.com
www.cirodiscepolo.it

sabato 22 dicembre 2007

Un viaggio a Grenoble non di compleanno


b-right ci ha inviato questa sua suggestiva foto di un viaggio a Grenoble, non di compleanno: è una colpa? Certamente no, per chi ama i viaggi come noi.
Emblematicamente b-right si è messo in posa sotto una scultura di un leone che lotta con un serpente. Ha scritto nel blog, e mi ha anche scritto privatamente, che intende sfidarmi non ricordo più su quanti argomenti e io vorrei risparmiargli la fatica: gli assegno la vittoria su tutto e gli auguro - siamo nei giorni adatti - anche di risolvere completamente i suoi problemi di salute a cui ha accennato in questo spazio.
Ciro Discepolo
www.solarreturns.com
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Il libro di un buon gesuita



Ho un cugino gesuita, padre Salvatore Discepolo, molto amato a Grottaglie (TA) dove vive ormai anziano. Ha scritto il libro che vedete più sopra. Lo stimo innanzitutto per la sua grande cultura. Una volta mi disse qualcosa sui gesuiti che mi piacque molto. Sono, per natura, contro il Palazzo, in genere, un po' come Totò era contro i caporali di tutto il mondo, in ogni associazione, arma, gruppo e via dicendo.
Salvatore mi disse che tra i gesuiti vi è la regola che se anche uno di loro giunge a posti molto elevati, nella loro gerarchia, dopo un certo numero di anni, deve abbandonare tali posizioni e, quasi sempre, torna a fare "il soldato semplice". Per fare un esempio, per diversi anni mio cugino ha presieduto l'ufficio del Vaticano dove si decidono i nomi dei vescovi da ordinare tali. È stato anche capo (o rettore: non so quale sia la qualifica giusta) di una casa di gesuiti. Poi è divenuto, nuovamente, semplice sacerdote nella casa di gesuiti che una volta aveva diretto. Non so se ho commesso qualche errore nel tentare di spiegare la cosa, tuttavia credo che la sostanza sia giusta e mi piace moltissimo perché non mi risulta che l'azione di cedere le poltrone sia in voga anche presso altre "parrocchie".
Ho sempre saputo che i gesuiti sono coltissimi. Quest'altra notizia mi ha dato un motivo in più per ammirarli, seppure da una posizione del tutto laica.
Ciro Discepolo
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venerdì 21 dicembre 2007

Copertina di oggi dedicata a Serena Foglia



Un'amica dell'astrologia e un'amica mia che stimo e a cui voglio bene. Serena Foglia ha dato moltissimo all'astrologia, soprattutto in Italia. È impegnata da molti anni sui temi del testamento biologico, dei diritti civili, della dolce morte, dell'eutanasia e di tante cose ancora (vedi libro).
A lei un augurio sincero per un 2008 che le faccia realizzare ciò che più le sta a cuore.
Ciro Discepolo
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giovedì 20 dicembre 2007

Lettera aperta di alcuni colleghi a Wikipedia


Un gruppo nutrito e vario, nel senso di studiosi, astrologi, ricercatori e simpatizzanti di astrologia, di diverso indirizzo formativo, ha inviato, a cura dell’amico Giannino Cusano, una Lettera Aperta a Wikipedia Italia per puntualizzare il proprio dissenso nei confronti della cancellazione della pagina che mi riguarda su questa cosiddetta enciclopedia libera.
Il loro intervento lo potete leggere qui:

http://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Pareri_su_Wikipedia#sulla_cancellazione_della_voce_.22Ciro_Discepolo.22
Allo stesso indirizzo troverete anche i nomi dei colleghi (l’etichetta “studiosi di astrologia” credo ci accomuni tutti) che hanno accettato di firmare tale documento. Ringrazio tutti qui, pubblicamente, per un gesto che, a mio avviso, al di là della divisione di scuole e di pensiero, voleva e vuole essere una testimonianza di stima o di simpatia nei miei confronti.

Vorrei anche, però, per i lettori distratti o che non conoscono a fondo l’argomento di cui stiamo parlando, precisare qualcosa.

Il tono della lettera stilata dal dr. Cusano è garbato ed educato, come si conviene fare tra persone civili, soprattutto quando si entra in casa di altri. L’arroganza con cui è stato risposto loro è, come avrei già immaginato, pari all’ignoranza e allo spirito antidemocratico e contrario alla libera circolazione delle idee che accomuna la squadraccia di censori che ha gestito il rogo della mia pagina. Fin qui nulla di nuovo sotto il sole. L’unica cosa sulla quale vorrei che il lettore occasionale di tali note non equivocasse è che, al di là delle intenzioni dei redattori della lettera in oggetto, intenzioni che, ripeto, ritengo siano le migliori del mondo, qualcuno potrebbe pensare si sia trattato di una sorta di supplica e/o di richiesta di indulgenza nei miei confronti per una “riammissione” nelle pagine di Wikipedia Italia.
No, non si tratta assolutamente di niente di simile: i colleghi che hanno inviato la lettera sanno benissimo che non intendo, per alcun motivo, comparire sulle pagine di Wikipedia Italia.
Le ragioni, e l' insieme di tutto il resoconto completo dei crimini consumati da questi individui, le potrete trovare qui:

www.cirodiscepolo.it/wikipedia.htm

e il tutto è anche stampato su carta, in Ricerca ’90, e conservato nelle principali biblioteche pubbliche e private, italiane e straniere, per i secoli che verranno.

Ora vorrei aggiungere solo due considerazioni.

Provate a compiere il seguente esperimento. Aprite il vostro browser alla pagina di Google.com (non di Google.it) e indicate nelle preferenze che desiderate cercare in tutte le lingue e non solo in italiano.
Poi cercate solar returns che è uno degli argomenti che mi vedono maggiormente impegnato nella ricerca, nella stesura di libri, nella produzione di software molto sofisticato, eccetera. Ebbene, su un numero che oscilla tra 230.000 pagine e 2 milioni di pagine! (è difficile spiegare il perché Google dia questa oscillazione nei diversi giorni della settimana), troverete, nei primi dieci documenti, che almeno 5 degli stessi si riferiscono a miei lavori o pubblicazioni. Ripeto: 5 documenti, nei primi dieci, su circa 2 milioni di pagine trovate (www.solarreturns.com/images/duemilionidipagine.jpg)! Adesso qualcuno dovrebbe avvertire Google di cancellare subito queste voci perché com’è possibile che dopo il processo di inquisizione di Wikipedia in cui un comitato di forcaioli ha decretato che io non sono un personaggio enciclopedico, Google mi inserisca al di sopra di milioni di documenti?
Evidentemente Google si sbaglia e questo mi fa pensare simpaticamente a quel divertentissimo film di Nanni Loy, Made in Italy, in cui Nino Manfredi, dopo una mattinata trascorsa a tentare di ottenere un documento anagrafico al comune di Roma, si sentiva rispondere che lui era morto: “Come morto? Ma se vi sto parlando!”. “Mi dispiace, ma il computer non può sbagliare!”.
È evidente che il consiglio dei saggi che fa capo a Wikipedia non può sbagliare e io li lascerei nel loro scrivere sgrammaticato, scorretto da un punto di vista ortografico, ma anche pieno di deliri di onnipotenza tipico delle persone frustrate e con grossi problemi psicologici da dover gestire quotidianamente.

La seconda considerazione è la seguente ed è rivolta agli amici che hanno voluto manifestarmi la loro stima o simpatia. Dimenticatevi per un attimo della mia vicenda, alla quale non do più alcuna importanza, anche perché il danno permanente nei secoli lo hanno subito loro e non io, e riflettete su di una cosa. La pagina di Wikipedia Italia sull’Astrologia è stata redatta, senza ombra di dubbio, da qualcuno di un’altra famigerata banda, quella degli scientifisti fondamentalisti. In questa pagina si desidera dare della nostra amata Astrologia una visione assai particolare: una sorta di raccolta di vecchie credenze e superstizioni, interessante da studiare sotto l’aspetto antropologico, alla pari, più o meno, dello studio del comportamento degli sciamani quando invocavano la pioggia nelle sterminate distese africane nei secoli passati.
Ora, se qualcuno di voi può sentirsi offeso da tale impostazione della voce Astrologia su Wikipedia Italia, faccia la prova, se vuole, e cerchi di cambiare l’essenza di detta pagina: scommettiamo che non vi permetteranno di scrivere nulla di diverso rispetto a quanto è già stato scritto e deciso da “lor signori”? Forse, se rifletterete su ciò, scriverete loro una seconda lettera, meno gentile e forse anche traboccante di sdegno.

Un caro saluto a Tutti e un augurio di Buone Feste,
Ciro Discepolo
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mercoledì 19 dicembre 2007

Compleanno a Kuujjuaq



Dato che avete qualche esitazione a inviarci altre vostre foto di compleanni speciali, sebbene a malincuore (non amo apparire, avendo Saturno in seconda di nascita), vi mostro una mia 'gita' a Kuujjuaq, nord Québec, aprile 2006, con 20°C sotto lo zero, per un compleanno di un familiare. Le agenzie di viaggi sostenevano che non vi era né aeroporto né albergo. Fortunatamente, con un po' di tempo impiegato a cercare su Internet, trovai l'uno e l'altro. Circa un anno prima telefonai all'albergo che non aveva Internet. Mi passavano una signora, giovane, credo Susanne, che era l'unica a parlare inglese. Io le spiegavo le mie esigenze e poi le chiedevo di mandarmi un fax di conferma. Trascorrevano le settimane e non ricevevo alcun fax. La richiamavo e mi diceva che non era riuscita a mandare il fax. Le ripetevo diverse volte il numero e me lo facevo ripetere. Niente. Andammo avanti così per un anno. Alla fine desistetti, ma le mandai io un fax una settimana prima della partenza dall’Italia e fu un fatto provvidenziale. Giunto a Kuujjuaq chiesi a qualcuno che somigliava ad un poliziotto: "Dove posso travare un taxi?". "Un taxiché?". Mi fece segno di camminare. "Come camminare? Sono più di 2 KM, siamo a 20° sotto lo zero, in piena tormenta di neve, con la pista ghiacciata e tante persone con bastone e gamba ingessata!". Niente da fare. Vidi due ricercatori che caricavano in macchina delle attrezzature e chiesi loro un passaggio (nascondendo la mia identità altrimenti mi avrebbero lasciato a piedi). Me lo diedero, comunque, molto di malavoglia. Giunto nel sontuoso Hotel Kuujjuaq, una lercia baracca prefabbricata, chiesi di Susanne e una giovane donna di Montreal mi spiegò che era lei la nuova proprietaria a cui Susanne aveva venduto il maniero. Questo spiegava perché l’altra ragazza se ne infischiava di mandarmi i fax di conferma. Fu una fortuna, come dicevo, avere inviato un mio fax, perché lì stavano ristrutturando e vi erano solo tre stanze vivibili. Non oso pensare cosa sarebbe accaduto se le avessi trovate tutte e tre impegnate. La cosa che ricordo con maggiore impressione fu il medico, anche lui di Montreal, del locale ospedale psichiatrico (la popolazione, a metà strada tra gli ex pellerossa e gl'inuit, riceve un sussidio dal Governo. Fino a pochi decenni fa gl’indigeni dovevano cacciare per procurarsi il cibo e ora trascorrono le loro giornate a mangiare hamburger in continuazione. Una percentuale abbastanza elevata della popolazione locale soffre di disturbi psichici). Costui ci osservò per un paio di giorni, nel "Restaurant", poi si fece coraggio e si venne a sedere al nostro tavolo: "Per favore, mi dite che ci fate in questo posto?". Quando glielo spiegai fece un gesto come per dire: "Diamine, l'unica cosa a cui non avevo pensato!". Mi raccontò, poi, infatti, che aveva preso in considerazione tutte le possibilità, partendo dal traffico di organi alla fuga rispetto a un mandato di cattura internazionale, ma a quello non ci sarebbe mai arrivato...". Pensate un po' voi quando esattamente una settimana dopo si vide arrivare lì due donne stupende, madre e figlia, anch'esse italiane!Quel compleanno mirato fu sbagliato perché scoprii un orario di nascita errato su cui lavoravo e perché l'aereo partì in anticipo. Un compleanno che mi cambiò la vita, ma non in peggio.
Ciro Discepolo
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Le altre foto sono qui:
www.solarreturns.com/images/viaggi/viaggi1.pdf

P.S. L'alfabeto inuit, con cui è scritto anche il nome dell'hotel, non è difficilissimo: sono quasi tutti triangoli rivolti o a destra o a sinistra o sopra o sotto.

martedì 18 dicembre 2007

Un Natale rattristato, ma con tanta speranza

Ho ricevuto, questa mattina, una lettera da André Barbault. Erano molti mesi che non ci scrivevamo. Da settimane avvertivo la necessità, quasi l’urgenza, di recarmi una mattina, insieme a mia figlia Luna o a Laura, a trovarlo, per mezz’ora, riabbracciarlo e ripartire. Poi ho desistito perché ho pensato che avrei potuto affaticarlo troppo ed egli non è in condizione di affaticarsi. La mente è sempre lucidissima e sta lavorando a un nuovo libro, ma mi scrive anche dei pensieri malinconici su di lui.
Io gli ho risposto che qui in Italia gli vogliamo tutti (o quasi) bene e che i nostri pensieri positivi saranno, per lui, come tante iniezioni di energia e di ottimismo.
Vorrei fargli un regalo speciale, per Natale, con la vostra collaborazione. Tutti quelli che lo amano come me, sono invitati a postare su questo blog poche righe di saluto e di pensieri affettuosi: poche parole per fargli sentire con quanto affetto lo circondiamo. Mi raccomando, però: nessuna richiesta personale di consigli o di altro e neanche lettere che richiedano una risposta. Quando ne avrò raccolto un certo numero, le inserirò in un unico documento Word che gli farò avere.
Chi non vorrà scriverlo sul blog, si astenga anche dal mandarmelo privatamente.
Evviva André, evviva l’Astrologia di qualità!
Ciro Discepolo
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P.S. Questa mattina Blogger non ne vuole sapere di caricare immagini...

lunedì 17 dicembre 2007

Possibile teoria sul funzionamento delle RS, RL e dell'Astrologia

La sto scrivendo nel libro a cui lavoro attualmente e decisamente propende per una visione, in questo caso, causalistica dei fenomeni (come ricorderete Jung lasciò in sospeso questa questione e dichiarò di non essere sufficientemente convinto di una tesi rispetto all'altra).
Quella che vi mostra b-right percorre una strada totalmente diversa e ammetto che non saprei giudicarla perché si basa su argomenti che non conosco neanche in minima parte.
Ciro Discepolo
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domenica 16 dicembre 2007

Nascita con parto cesareo


Quella che segue è la lettera di uno studioso di astrologia interessato soprattutto alla parte finanziaria della nostra materia. Astrader sta per diventare papà ed è un po’ preoccupato perché suo figlio si è girato in posizione podalica e i medici hanno deciso di intervenire il 24 dicembre con un cesareo. È preoccupato soprattutto per uno stellium che sarà presente in cielo quel giorno, come potete vedere dal grafico.
Le ansie, gli interrogativi, le aspettative intorno a un evento del genere sono tanti e tutti legittimi, a mio avviso.
Nella mia carriera mi è stato chiesto molte volte di indicare un giorno e un’ora per far nascere un bimbo e mi sono sempre rifiutato, per diversi motivi, ma principalmente perché non conosciamo abbastanza l’astrologia medica e potremmo, involontariamente, essere gli artefici di una nascita non sana.
Tuttavia penso che, di fronte a una situazione del genere, si possa anche avere una posizione mediata e non giungere agli estremi di un’accettazione completamente passiva degli eventi, dando per scontato che qualunque cielo sia potenzialmente meraviglioso. Credo che ciò sia solo in parte vero e che, calandoci nella pratica, se non aspiriamo a far diventare nostro figlio un secondo Padre Pio o una seconda Madre Teresa di Calcutta, potremmo, legittimamente, aspirare a che egli abbia una vita meno difficile di quella che gli toccherebbe di vivere se mettessimo, per esempio, tutto lo stellium in dodicesima Casa all’opposizione di Marte e Luna.
Mi rendo conto che è un problema che tocca le corde più alte della coscienza e della sensibilità di ciascuno di noi e penso nessuno abbia da insegnare agli altri su questo tema.
Molto probabilmente il figlio di Astrader nascerà tra le 10 e le 16, considerando la media delle nascite in Italia, in questi anni, fortemente condizionata da orari di lavoro di medici e paramedici, regolamenti sindacali e altro ancora.
Tuttavia l’elemento ereditarietà astrale ha il suo peso, come modestamente abbiamo potuto dimostrare io, Luigi Miele e, prima di noi, i coniugi Gauquelin, ma anche, ultimamente, Didier Castille.
Allora vorrei raccontare ad Astrader questo fatto familiare.
Mio fratello Bruno, architetto e professore universitario, è del Leone e ha sposato una Cancro. Il suo primo figlio si era stabilito che dovesse nascere il tale giorno di metà luglio, più o meno per problemi simili a quelli di chi ci ha scritto la lettera che segue. Ma gli astri non sono acqua e allora è successo quanto segue. Tre-quattro giorni prima della data decisa dai medici, la Luna è entrata in Leone e poche ore dopo l’Ascendente su Napoli è passato in Leone. Detto fatto: alla moglie si sono rotte le acque ed è nato, in pochi minuti, Nicolò!
Ciro Discepolo

Salve mr Discepolo, la seguo da 24 anni, ed ho notato che asteromart, di franke burns, mette le sue interpretazioni nella sezione lingua italiana, quindi è considerato il n° 1 per l'italia, e ciò mi fa molto piacere, nel suo unltimo libro(credo) ho finalmente trovato sollievo in quel maledetto sole in settima che tutti indicavano come matrimonio felice etc. etc. GRAZIE!! la sua è stata una liberazione!
le scrivo con una certa ansia perchè ho un problema che riguarda mio figlio che deve nascere, hanno fissato la data per il 24 dicembre con il cesareo perchè è podalico, ora , guardando un po' gli aspetti che si formano sono rimasto ... di sasso, c'è un'agglomerato enorme e con potenziali che non riesco a definire forse per il fatto di essere coinvolto in prima persona, ho veramente molti timori ma, visto che non ci posso fare niente, almeno un consiglio o un'opinione mi sono permesso di chiderlo, sempre che non sia di disturbo... so' già che lei non si muove di un centimetro se non ha le date e ore di nascita giuste, comunque, la mia quest'anno rivela un sole in quinta e quella della mia partner, nata il 5-12-1969 in brasile alle 11,30,in salvador de bahia, ora della nonna che era un'ostetrica, quindi presente al parto, da il sole in quinta pure a lei,(ha fatto il compleanno a verona!!) o perlomeno nei paraggi di qualche grado, direi che ci siamo, visto che è accaduto senza programmazione.
non vorrei disturbarla più di tano visto che sicuramente avrà molto da fare, ma se fosse così gentile da fornirmi un'opinione le sarei molto grato.
i miei dati: o2/o7/1965 H 19,20-verona, atto di nascita.
mio padre ( deceduto il 3/10/2005) 20/07/1939 H 20 mantova
Astrader

sabato 15 dicembre 2007

La lettera di un ingegnere




Mi ha scritto un laureando in ingegneria appassionato di astrologia che, tra l'altro, ci fornisce utili informazioni sul sistema censorio applicato a tappeto da Wikipedia.Al di là di ciò, che è cosa risaputa da tutti, mi ha fatto piacere la sua lettera perché personalmente dialogo benissimo con ingegneri, matematici, fisici, biologi e scienziati vari, ma con quelli senza paraocchi. Il motivo sta forse nel fatto che molte parti dell'Astrologia Previsionale, dell'Astrogeografia e dell'Astrologia Attiva (quest'ultima, a mio avviso, le comprende tutte, le integra e le applica in modo assai utile) sono "matematica pura" o quasi: lo studio, per esempio, che facciamo per valutare se un astro, un anno dopo un compleanno mirato, sia caduto a monte o a valle di una cuspide, ci "costringe" (meravigliosamente) a lavorare con una matematica ad altissimo livello, soprattutto al di sopra del Circolo Polare Artico e utilizzando la domificazione Placidus.
Mio padre era ingegnere, io ero iscritto a fisica prima di incontrarmi con l'astrologia e di sposarmi con la stessa abbandonando tutto il resto, uno dei miei migliori allievi è una giovane e bravissima ingegnere torinese e potrei continuare.
Non dimentichiamo il nostro eccellente fisico nucleare Marco Celada e i fantastici scienziati di quel glorioso Convegno di Vico Equense di cui sto scrivendo nel libro a cui lavoro attualmente.
Allora accogliamo molto simpaticamente Giovanni Cirillo, prossimo - ne sono certo - ingegnere e astrologo di valore!
Ciro Discepolo




Gentile sig. Discepolo,

mi chiamo Giovanni Cirillo e sono un ragazzo di 22 anni, laureando in ingegneria informatica alla Federico II qui a Napoli, appassionato di astrologia. La conosco naturalmente per i suoi libri, le ricerche e per l'indubbia fama che questi le hanno procurato. Le battaglie che conduce (spesso in solitudine) in nome dell'Astrologia sono per me motivo d'ispirazione a non fermarsi davanti a chi vuol porre un sapere al di sopra di un altro. Inoltre il fatto che lei è italiano, del sud, e per lo più napoletano (io sono della provincia di Salerno, ma ora vivo qui a Napoli per lo studio), può solo inorgoglirmi. Ho un blog (http://johnnysperceptions.blogspot.com/), e mi trovo spesso a citare il suo nome e i suoi libri quando scrivo post nella sezione astrologia.
Consulto spesso il suo blog, e volevo quindi esprimerle la mia solidarietà in merito alla questione della censura che ha subito sull'enciclopedia 'libera' wikipedia. E' davvero indegno ciò che è accaduto, e devo dire che ha fatto bene a documentare tutta la serie di soprusi che si è trovato ad affrontare da parte di un gruppo di megalomani ignoranti. Se la può rincuorare, comunque, non è il solo.
Già Larry Sanger (uno dei fondatori di Wikipedia) in aprile si trovò a criticare aspramente questa comunità al punto da definirla'irrecuperabile':http://punto-informatico.it/p.aspx?i=1957613
Lo stesso Sanger, ha allora lanciato il progetto Citizendium (http://en.citizendium.org/ ) cercando di venire ai ripari dei problemi che affliggevano Wikipedia (in cui, tra le varie migliorie c'è l'obbligo da parte di autori e redattori di fornire il proprio nome e cognome, senza nascondersi dietro a un nickname). Un articolo sul progetto lo trova a questo link:http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/tecnologia/grubrica.asp?ID_blog=30&ID_articolo=2075&ID_sezione=38&sezione=
Detto questo, è già da molto tempo che si parla di informazione controllata e censura su wikipedia, tant'è vero che si è creato un vero e proprio comitato denominato WikiTruth (http://www.wikitruth.info/) che ha cominciato a cacciare tutto lo sporco presente sotto il tappeto Wikipedia, con fatti a dir poco scandalosi.http://punto-informatico.it/p.aspx?i=1459776http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2133151http://www.trackback/.it/articolo/wikipedia-in-profonda-crisi-politica-e-stata-esposta-una-cricca-segreta-di-censori-con-vasti-poteri/3106/
Insomma dalle stelle,alle stalle.
Ho avuto anche delle conferme da parte di miei amici che, volendo inserire liberamente dei lemmi nell'enciclopedia, si sono trovati ad essere bloccati per tutta una serie di futili e irragionevoli questioni. E quando anche si riesce a contribuire, lo si deve fare seguendo tutta una serie di pretese da accettare senza possibilità di replica. Personalmente non mi sono mai ritrovato in simili questioni, per cui non mi sono fatto il sangue amaro, ma è ormai evidente e sotto gli occhi di tutti che il sistema Wikipedia sta fallendo nel suo intento.
Al di là di ciò, le assicuro che gli studiosi e gli appassionati di astrologia non avranno bisogno di wikipedia per sapere chi è lei. Per cui, le 'ragioni' lasciamole pure ai fessi.
E' con questo mio umile consiglio che la saluto e le auguro buone feste, Giovanni Cirillo

venerdì 14 dicembre 2007

Sull'esorcizzazione dei simboli




Quasi quotidianamente ricevo un po’ di lettere in cui mi vengono richiesti maggiori ragguagli o esempi relativamente al discorso “esorcizzazione del simbolo”. Vi racconterò, allora, questo esempio concreto che tentai di porre in pratica durante il mio compleanno 2006 a Petropavlovsk, nella Kamchatka. Naturalmente non mi preoccupa l’eventuale giudizio negativo di chi non conosce l’argomento di cui si parla, come quando, una volta, diversi anni fa, un collega rideva di quanto avevo scritto nel capitolo “Il valore aggiunto” di un mio libro: ma come poteva, lui, capire di cosa avevo scritto se non aveva neanche letto, mai, un solo libro di Jung?A giugno 2006 mi trovavo sulla meravigliosa terrazza dei giardini pubblici di Piano di Sorrento, insieme a tanti amici e colleghi, per il nostro convegno informale di giugno. Parlavamo di astrologia e intanto ci godevamo un meraviglioso sole che per qualche ora interruppe il cattivo tempo di quei giorni. Annunciai il mio proposito di farmi arrestare durante il viaggio a Petropavlovsk, subito dopo il compleanno e spiegai i motivi di ciò.
A dire il vero la cosa non mi preoccupava più di tanto perché dalla claustrofobia dei vent’anni all’attuale serenità interiore mi sembra che siano trascorsi secoli…
La questione è presto detta. Quell’anno avevo, nel cielo di RS, una posizione ravvicinata di Marte e di Saturno. Per le ragioni che ho esposto molte volte e che non credo sia il caso di ripetere, sono convinto che questa coppia occorra posizionarla solamente in nona o in terza Casa. Nel 2006 si poteva piazzare solamente in nona, a Petropavlovsk, appunto. Ma ciò sarebbe servito solo a risolvere la prima parte del problema, non la seconda: dare a questa congiunzione le cose importanti che mi avrebbe chiesto durante l’anno e che – mi sembra – siano più o meno tutte descritte nei miei testi.
Io pensai di darle qualcosa di grosso, subito dopo il compleanno e nel posto peggiore dove si possa pagare un simile debito, ma non ci riuscii e pagai diversamente.
Prima di ciò, però, desidero raccontarvi le ore appena precedenti il compleanno: ricordate che i simboli sono potentissimi e, se imparate a leggerli, vi possono dire tante cose.
Se ricordo bene, dieci minuti prima delle 17 scattava il mio compleanno.
Erano quattro giorni che non mangiavo perché effettivamente il cibo, lì, metteva a dura prova chiunque. Ma non me ne facevo un problema perché ogni tanto pratico dei digiuni di tre-quattro giorni per disintossicarmi. Tuttavia il giorno del mio compleanno desideravo concedermi almeno un pasto decente e chiesi alla mia guida, una ragazza di meno di vent’anni che dichiarava di parlare l’inglese, quale fosse il migliore ristorante di Petropavlovsk. Costei mi rispose, nel suo stentatissimo inglese, che non le risultava esistessero ristoranti in quella città (che non è per nulla piccola). E io insistetti: “Quando tu e il tuo fidanzato festeggiate qualcosa, in quale ristorante vi recate a cena?”. “Ma io non sono mai stata in un ristorante…”. Perfetto, anzi malissimo. Le chiesi di telefonare a un po’ di amici e dopo alcune chiamate ebbe una indicazione. Mi feci scrivere su di un foglio di carta il nome e l’indirizzo del locale. La mia idea era di andare lì verso le 15, in modo da rientrare in albergo prima delle 16.50, mio compleanno, quando il mio nuovo cielo di return mi avrebbe calato, da un minuto all’altro, in “territorio nemico” dove sarebbero potute accadere cose spiacevoli per me.
Fu così che mi recai lì con un taxi. Al piano terra di un edificio anonimo, con un paio di scritte in cirillico sui muri esterni, non c’era anima viva e salii le uniche scale presenti in quei locali. Lì trovai una sala enorme che poteva essere un ristorante o qualcosa del genere. Lo spazio si sprecava e vi erano anche non meno di dodici ragazze, assai giovani, con divisa da cameriere. Mi sedetti a uno dei tavoli ed ero il solo avventore. Ho notato che in molti posti della Russia, pur essendo cambiato il regime, è rimasta la regola di dare un lavoro a tutti, anche se l’impresa è fortemente in perdita (chi paga non saprei dirlo).
Nessuno parlava neanche una sola parola di inglese o di una lingua diversa dal siberiano. Mi portarono un foglio sgualcito con su cinque righe scritte in russo e che io immaginai fosse il menu. Chiesi un menu internazionale e mi fecero segno che non esisteva. Feci per andarmene, ma quasi mi pregarono di restare e si agitarono più d’una per trovare una soluzione che giunse dopo una decina di minuti: mi riportarono lo stesso foglio dove, a fianco di ogni scritta russa, avevano aggiunto a macchina “with vegetables”.
Mi alzai e chiesi un taxi. Seguì una scena abbastanza pietosa di queste ragazze che tentarono, a gesti, in tutti i modi, di convincermi a desistere, ma la cosa era troppo pericolosa e io fui irremovibile. Alla fine, seppure molto contrariate, mi chiamarono il taxi.
Il conducente di questa macchina vecchissima e praticamente senza ammortizzatori, appena partiti, sembrava una persona normale, ma fatti pochi metri si mise a correre come se si trovasse a Maranello: prendeva curve ad angolo retto ad alta velocità, sulla strada sterrata, e io pensai, dato che l’ora del compleanno si avvicinava, che forse così avrebbero ricordato il mio viaggio al confine con l’Alaska.
Non so come giunsi a quello che enfaticamente chiamavano Hotel Petropavlovsk, ma che sembrava più il braccio D di San Vittore o di Regina Coeli.
Decisi che, comunque, mi meritavo un pasto e chiesi due uova fritte (l’unica cosa a mio giudizio commestibile lì) e – volli strafare – anche una birra!
Avevo un grande orologio a muro proprio di fronte a me e si avvicinavano le 16.50: osservavo con attenzione perché ero certo che i simboli si sarebbero manifestati immediatamente.
E così fu.
Alle 16.45 mi portarono quanto avevo chiesto e, alle 16.50, mentre mangiavo, una delle cameriere (qui parlavano inglese) mi disse che dovevano chiudere e, senza neanche lasciarmi il tempo di replicare, mi tolse il piatto e il bicchiere e diede inizio al mio return in territorio “ostile”.
Giungiamo, così, alla mattina seguente quando cercai di farmi arrestare. Il mio piano era assai semplice e lo avevo illustrato in anticipo agli amici, a Sorrento. Ricordo che più d’uno mi sconsigliò, ma a me sembrava una cosa giusta da fare e tentai.
Nei due-tre giorni precedenti avevo comprato un tagliaunghie molto grosso, quasi un coltello, e lo nascosi in una tasta sotto il ginocchio sinistro dei jeans, chiuso a mezzo di una lampo.
Passai sotto il metal detector e, con mia grande meraviglia, la macchina non diede alcun segnale di allarme. La combinazione tra il fatto che si trattava di un arnese metallico abbastanza grosso e l’evidenza del particolare che lo avevo nascosto, mi sembravano motivi validi per farmi passare almeno un paio di notti al fresco. Invece nulla.
Allora pensai che a Mosca non l’avrei fatta franca perché lì ci sono dai tre ai quattro controlli di seguito. Niente da fare: li superai tutti senza neanche il minimo campanellino!
Non mi restava che Monaco, ma lì non mi serviva perché non penso mi avrebbero messo al fresco e poi perché le carceri tedesche sono pressappoco come una buona pensione italiana.
Infatti a Monaco il campanellino suonò e il poliziotto mi passò la paletta lungo il corpo. Giunto sotto il ginocchio sinistro si irrigidì. Passò la paletta una seconda volta e s’irrigidì di nuovo. Poi fece un gesto come per dire “Quanto sono stupido!” e mi lasciò andare: pensò che fosse il metallo della chiusura lampo…
A parte due litigate in volo tra Petropavlovsk e Mosca e tra Mosca e Monaco, con altri passeggeri, non ci fu altro, ma durante l’anno, tra le varie cose che accaddero, ci fu anche quella, prevista e temuta da me, di dover accompagnare un familiare all’estero per un intervento chirurgico.

giovedì 13 dicembre 2007

Prossimo Convegno di Ricerca ’90



Facciamo un po’ il punto della situazione. Come molti di voi ricorderanno, un paio di anni fa decidemmo di sdoppiare il nostro convegno annuale di Ricerca ’90 e stabilimmo di tenere due sessioni diverse dello stesso: una a Sorrento, o dintorni, nel primo weekend di Giugno, senza relazioni e solo per ottime chiacchierate di astrologia tra amici, e l’altra nel primo weekend di ottobre, al Nord, con relazioni, orari precisi, pubblico, ecc. Nessuno ci obbliga a schemi rigidi e possiamo cambiare ancora qualcosa. Per esempio, relativamente all’irrinunciabile incontro primaverile nella Penisola Sorrentina, parlandone un po’ con tutti i più fedeli frequentatori dell’incontro, abbiamo deciso di spostarlo un tantino avanti nel tempo e si parlava della seconda o della terza settimana di Giugno. Per due motivi: il primo è che le stagioni sono cambiate e da un po’ di anni a questa parte la prima settimana di Giugno fa generalmente freddo e cattivo tempo (come in Normandia, durante lo sbarco) e il secondo è che non vorremmo rinunciare alla presenza di Andrea Rossetti e di tanti altri amici che hanno gli scrutini a scuola proprio all’inizio di Giugno. La location direi che va benissimo quella dell’anno scorso: il Grand Hotel dei due Golfi a Sant’Agata, vicinissimo a Sorrento: ottimo, economico, con eccellente cucina e vista panoramica, sala gratuita a disposizione, ecc. Anche per l’incontro di Ottobre avevamo pensato di spostarlo a una o due settimane più avanti per permettere all’amico Marco Celada di essere con noi (compie gli anni intorno all’8/10) e per avere un tempo atmosferico più deciso: abiti autunnali-invernali senza compromessi.Come location stiamo pensando a più possibilità. Una di queste potrebbe essere un magnifico weekend a Budapest dove ho moltissimi amici che ci accoglierebbero a braccia aperte e dove diversi colleghi parlano l’italiano o l’inglese. Postate le vostre idee e le vostre proposte in modo che si possa tenere conto delle varie esigenze. Per la sessione ufficiale di Ottobre in passato abbiamo indicato un tema del convegno, ma – se non erro – l’ho rispettato soltanto io…


Ciro Discepolo

Numerologia e Astrologia

Come è stato già scritto su questo spazio in precedenza, siete invitati a considerare questo blog come il nostro blog, dove potete proporre argomenti relativi anche ad altre scuole di astrologia. Eccovi un esempio di ciò. La numerologa Iside è molto nota ed è stata varie volte sulle prime pagine dei giornali perché, in più occasioni, ha dettato, in diretta TV, terni e quaterne con cui migliaia di abitanti del Nord-Est d’Italia si sono assicurati una vecchiaia migliore. È un dono, credo, che la nostra amica possiede. Ci ha inviato, unendo considerazioni relative alla cabbala e all’astrologia, le sue previsioni per l’anno prossimo, da non confondere con le previsioni per i dodici segni e neanche con quelle della Maga Maghella (nel senso che non hanno la pretesa di essere infallibili, ma che - secondo me - vengono, come dicevo, più da un dono personale che Iside possiede anziché da una tecnica particolare).
Ciro Discepolo
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Il 2008 è un anno corona.
Per noi studiosi di cabbala il 2008 genera il numero 2, femminile, forte, ma molto complesso! E vi spiego il perché.
Perché l’Italia da dicembre a marzo sarà in grande contrasto governativo, visto che è sotto il segno dei Gemelli. Guardiamo i transiti: troppi pianeti dissonanti, Giove e Mercurio daranno confusione, liti e ostacoli; Mercurio retrogrado: segna inquietudine e soprattutto divergenze di opinioni! Saturno in 10° casa senza dissonanze mantiene la stessa posizione politica.
Ma da marzo ci saranno venti di cambiamento: scandali politici, sarà un anno detto “il paradosso di tutti i paradossi”, cioè con problemi mondiali di ogni genere, atmosferici, politici, materiali e sociali. Toccheremo con mano come cambia il mondo. Sarà l‘ inizio della confusione, la nascita di qualcosa di diverso. Novità anche femminili, sarà un anno fortemente legato alla figura della donna e all‘acqua: le donne saranno promosse ad alti incarichi in politica, in medicina scopriranno nuove tecniche di cura, nel sociale si eleveranno dando lezioni di comportamento alla figura maschile, nel materiale la donna dimostrerà con fermezza la nascita di novità e grossi cambiamenti verso qualcosa di diverso!!! Falliranno gli affari loschi!!!
Avremo anche un anno legato all’acqua nel mondo, grosse inondazioni, catastrofi naturali provocate dalle acque!!! Tragedie legate sempre all‘acqua anche nelle nostre Dolomiti!!! Potrebbe accadere una catastrofe nelle acque caraibiche o australiane.
Attentati: a figure politiche e reali.
Sarà un anno di novità, colpi di scena e cambiamenti concreti in positivo.
Numerologa Iside

mercoledì 12 dicembre 2007

Paesaggi incantati




È fine agosto 2005, il compleanno di mia figlia Luna, a Bildudalur e dintorni, anche nel punto più occidentale dell'Islanda e quindi dell'Europa. Non dimenticheremo mai quel paesaggio dall'alto pochi secondi prima dell'atterraggio sulla sottile lingua di terra sul mare, appena sotto di noi...
Ciro Discepolo
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martedì 11 dicembre 2007

Un compleanno davvero magico


È quello di mia figlia Laura, nel maggio 2001, a Monkey Mia, Australia, con tanto di tramonti incantevoli resi ancora più suggestivi dalla presenza dei delfini che si lasciavano accarezzare...
Fu un anno davvero speciale, per Laura, che dopo due mesi si sposò, trovò casa vicino a dove abito io, trovò un nuovo lavoro... Ma di questo particolare compleanno ho già scritto in altre occasioni.
Se volete vedere le altre foto, le trovate al solito indirizzo:

lunedì 10 dicembre 2007

Una clinica e un farmaco assai speciali

Si tratta di una clinica di Basilea dove stanno sperimentando, da molti anni, un farmaco omeopatico (il Vischio Iscador, estratto dalla corteccia di un albero) che dà risultati sorprendenti in relazione al cancro e a molte gravi malattie. Conosco personalmente alcune persone che ne hanno tratto un giovamento straordinario. Una di queste persone è un mio conoscente di Genova che mi ha autorizzato a pubblicare le seguenti notizie che potrebbero essere assai utili a molti.
Ciro Discepolo
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Sono andato alla Lukas come da suo prezioso consiglio. La clinica è più grande di quanto immaginavo e tutti quanti, dagli infermieri ai portantini ai dottori e assistenti, sono veramente molto gentili, sorridenti e pazienti. Si mangia poco ma abbastanza bene tanto che sto aspettando che esca il libro delle loro 250 ricette anche in italiano/inglese (per ora c'è solo in tedesco). Tutto è molto tranquillo e ben organizzato ma forse anche abbastanza triste (importante da sapere per noi italiani) perché ci sono delle regole da rispettare solo apparentemente elastiche...silenzi... e comunque è una clinica per malati di cancro e quindi immagini la situazione....Sono potuto rimanere lì ricoverato solo 7 giorni, primo perché non potevo/volevo lasciare i miei figli e il lavoro per molto tempo, secondo perché la clinica è veramente molto costosa. Loro ti consigliano di rimanere 3/4 settimane, ma credo che l'ideale siano 2 settimane. Io ero in una camera a 3 letti ed ognuno di noi aveva il proprio lavandino/asciugamano. La toilette era in corridoio di fronte alla ns. porta e condivisibile tra noi 3 pazienti, inclusa la doccia ivi annessa. Quindi 7 giorni di terapie costano Euro 2.500. La camera singola costa quasi il doppio. In questo prezzo dovrebbero essere incluse anche le terapie annesse come Euritmo terapia, pittura terapia, colore terapia etc..., ma una signora che ho conosciuto lì e che ci era già venuta ha ricevuto poi a casa quella prima volta, nonostante le promesse, una fattura molto più alta come se alcune delle terapie da lei fatte fossero invece escluse. Io questa fattura ancora non l'ho ricevuta ma appena in mio possesso saprò darle notizie più precise. IMPORTANTE!!! Consigli di compilare il modello E112 almeno 2 mesi prima di recarsi alla clinica e sottoporlo all'assicurazione o alla usl. Infatti mentre ero lì sono venuto a conoscenza che forse, ma è solo un forse, si poteva chiedere alla USL o dall'assicurazione privata (per chi ne è in possesso) un permesso di andare e le spese sarebbero state tutte o in parte pagate dallo stato/assicurazione.

Loro sperimentano il Vischio su di te per cercare, come lei sa, la dose giusta individuale. Io in una settimana ovviamente non ho raggiunto la mia dose e sto continuando gli esperimenti qui a Roma. Con l'occasione Le comunico anche il nome di un bravo dottore antroposofico esperto di Vischio Iscador a Roma, si chiama Basili Andrea. MI hanno dato anche il nome di una dottoressa bravissima a MIlano, si chiama Portalupi e si reca spesso alla clinica.

sabato 8 dicembre 2007

Grande amore tra Alessandra e Fausto?



Alessandra si è innamorata di Fausto, un suo corregionale lombardo di 10 anni più giovane e mi chiede un parere relativamente al sogno che sta accarezzando di avere una storia importante con lui.
Scriverò poche note che potrebbero essere utili anche ad altri. Per prima cosa parto dal punteggio di coppia: un 12 punti su 44. È davvero bassissimo e, nella mia esperienza, va bene per una storia o anche per due amanti, ma non l’ho visto quasi mai in una coppia di annata. Non mi soffermerò su quanto ho scritto, in varie pubblicazioni, sul grosso valore che attribuisco al punteggio di sinastria che chiunque può calcolarsi gratuitamente in questo sito. Né aggiungerò nuove considerazioni al fatto che, nella mia esperienza, non ho trovato funzionante la teoria dell’oroscopo composito di Robert Hand tanto che, dopo aver impiegato mesi a programmare uno specifico software per tale calcolo, quando si passò dal DOS al Win, lo abbandonai.
Tuttavia rispetto pienamente il pensiero di chi applica tale metodo e si trova bene con lo stesso: la domanda è stata rivolta a me e rispondo in base alla mia esperienza e non a quella di altri.
Cara Alessandra, a mio avviso tu potrai anche avere una bella storia con Fausto, ma solo una storia e basta. Infatti, nel tuo tema lampeggiano diversi punti che ci parlano di una tua notevole difficoltà a fertilizzare un rapporto d’amore. Non si tratta di una iattura, ma di tuoi orientamenti mentali che secondo me faranno di te una single convinta. Single, ma non necessariamente con voto di castità.
Gli elementi che giocano contro una lunga vita di coppia, per te, sono i seguenti:

1) Il Sole in dodicesima, indizio inconfondibile di forte diffidenza. Uno degli elementi che porta, ai primissimi posti della classifica dei single di tutto il mondo, i Pesci e le Vergini, I Soli in dodicesima e in sesta Casa.
2) La tua Venere Vergine assai mal aspettata da Urano e da Nettuno.
3) Una Luna congiunta a Marte che ti spinge più a guerreggiare con l’altro sesso che ad amare.
4) Varie e diverse piccole altre cose, ma di scarso rilievo.

Pertanto ripeto che, secondo la mia esperienza, con questi dati di nascita, io ritengo che possiate vivervi una bella storia, ma non mi sento di incoraggiarti circa progetti a mio avviso poco realizzabili sul piano pratico. Ripeto, tuttavia, che il problema, secondo me, non starà nel fatto che Fausto ti rifiuterà, quanto, piuttosto, nella molto probabile eventualità che le tue forze inibitrici-censorie-diffidenti te lo faranno scartare dopo un rodaggio breve-medio. Se il tuo cuore ti parla differentemente, allora di' pure: crepi l’astrologo!
Ciro Discepolo
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venerdì 7 dicembre 2007

Possiamo trattare casi personali?

Se sono di interesse generale, credo di sì, magari tutelando la privacy di chi ci chiede consigli. Non possiamo garantire di rispondere a tutti e sceglieremo i casi di maggiore interesse per i Lettori/Navigatori.
Naturalmente tutti possono rispondere a tutti e, dunque, chiedo ai molti bravi colleghi che scrivono spesso qui o scriveranno, di partecipare a tale lavoro di gruppo.
Grazie.
Ciro Discepolo
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giovedì 6 dicembre 2007

Torta di compleanno a 9000 metri d'altezza

Immaginatevi la scena. Siamo a luglio 2005, qualche giorno prima del mio compleanno a Muscat, in Oman. Come faccio spesso, quando vado verso Oriente, mi fermo due o tre giorni nella meravigliosa Dubai per fare qualcuno dei pochi bagni di mare decenti che si possono ormai ottenere nel mondo. Siamo a novemila metri d’altezza e ci stiamo avvicinando a Dubai. Un’assistente di volo, elegantissima e gentile, come sempre, della Emirates, mi si avvicina e chiede: “Are you mr. Discepolo?”. “Ehm… I am!”.
Dopo pochi minuti torna con una splendida torta con candelina accesa. Al mio sguardo incredulo e interrogativo, chiede se è il mio compleanno: “No, lo sarà fra tre giorni”. “Ma noi abbiamo ricevuto istruzioni di darle oggi la torta”. Un altro italiano, seduto poco lontano, sbotta: “Ma come, oggi è il mio compleanno e la torta la danno a lei!”. Ne offrii una fetta anche a lui e alle hostess, ma siamo alla fine del 2007 e non sono mai riuscito a sapere chi mi abbia fatto ricevere un regalo tanto eccezionale e in condizioni altrettanto incredibili. Tentai in tutti i modi di sapere qualcosa dal personale, ma mi risposero che gli ordini erano nella direzione della più assoluta privacy. Beh, se l’amico o l’amica che mi hanno voluto offrire questo squisito omaggio mi stanno leggendo, grazie mille, anche se con un po’ di ritardo.
Alla solita pagina troverete le altre foto di quel viaggio:

www.solarreturns.com/images/viaggi/viaggi1.pdf

Ciro Discepolo
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mercoledì 5 dicembre 2007

Cinque DVD e un libro





Per il piacere di tutti i cinefili è in vendita l'edizione Blue-ray di 2001 Odissea Nello Spazio di Stanley Kubrick: le emozioni che vi potrà dare la Full Definition, con colori mai visti (per esempio il verde della scena nella stanza di morte dell'astronauta David al termine della pellicola), e il Dolby Surround 5.1 sono qualcosa di indescrivibile, che forse ci avvicina a Dio.
Un libro di Claude Lanzmann, Shoah, Einaudi, con quattro DVD di un documentario di circa otto ore sull'olocausto. Simone de Beauvoir ha detto: "Non avrei mai immaginato una simile mescolanza di orrore e bellezza. Un puro capolavoro".
Che legame c'è tra le due cose? Il fatto che il genio del cinema di tutti i tempi, all'epoca della seconda guerra mondiale, viveva a New York dove iniziava la propria carriera come fotografo free lance. Se fosse vissuto in Europa forse lo avrebbero trasformato in una saponetta o in una piccola nuvola di gas, privandoci di capolavori insostituibili.
Con l'aiuto di Giove transitante nella sua terza Casa radix stanno ristampando tutti i suoi film in blue-ray: una occasione da non perdere e da regalare a Natale, insieme alla sua biografia.
Ciro Discepolo
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martedì 4 dicembre 2007

Il libro di un nostro amico



È quello di Stefano Mastrosimone, amico dell'Astrologia Attiva e dei Solar Returns. Forse questi ultimi lo hanno aiutato un po' a realizzare questo suo vecchio progetto, ma c'è prima il suo talento e poi le stelle... Le dodici donne intervistate non fanno compleanni mirati, ma sono interessate, in genere, all'astrologia. È un problema? Direi di no. Non siamo neanche contro certi fondamentalisti dello scientifismo che, comunque, siamo certi che siano i migliori amici dell'uomo...
Ciro Discepolo
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lunedì 3 dicembre 2007

Viaggio di Luigi e Paola a Kyoto



Anche queste foto ci fanno venire la voglia di ripartire, seppure fossimo rientrati da pochi giorni.
Ho pensato di lasciare sempre lo stesso link e di aggiungere di volta in volta le pagine all'album:



Alle prossime splendide foto dei nostri Solar Returns.
Ciro Discepolo
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Numero 73 di Ricerca ’90

Questa mattina il numero di Gennaio 2008 verrà spedito agli abbonati. Più sotto potrete leggere l'Editoriale e il Sommario.
Buona lettura a Tutti.
Ciro Discepolo
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Editoriale


È avvenuta, recentemente, una nascita. Per noi astrologi o studiosi di astrologia (ma non è la stessa cosa?) ogni nascita è sempre un avvenimento meraviglioso. Si tratta del mio blog (www.cirodiscepolo.it/blog) o, meglio, del nostro blog. Infatti, se lo visiterete, vi renderete conto che la sua gestione è collegiale, parallela e aperta a tutti gli interventi. Leggerete già molti post che seguono un indirizzo particolare che mi veniva richiesto da anni e che oggi è stato possibile grazie proprio alla interessante tecnologia di Blogger (il motore di Google che permette la gestione automatica di qualsiasi blog). L’idea di molti colleghi e simpatizzanti della materia, che è diventata anche mia, è quella di un’agorà dove scrivere, per poterle condividere con gli altri appassionati di Astrologia Previsionale, di Astrologia Attiva e di Rivoluzioni Solari Mirate in particolare, le nostre esperienze di viaggi: viaggi affascinanti, viaggi avventurosi, viaggi suggestivi e anche viaggi brutti e pericolosi, ma sempre emozionanti e che ci lasceranno indelebili ricordi.
Il viaggio, a mio avviso, è sempre meraviglioso perché evoca un mito, un archetipo: quello del nostro viaggio nella breve esperienza della vita sulla Terra e, nell’idea stessa del movimento, vi è inscritta una valenza di rinnovo dentro e fuori di noi. Metaforicamente il viaggio di compleanno è anche il viaggio verso la nostra evoluzione e mi tornano in mente le toccanti parole del protagonista del film Gattaca, un non-abile che riesce a partire come astronauta verso lo spazio: "Dovrei dire che sto andando verso le stelle, ma forse sarebbe più giusto dire che sto tornando alle stelle…".
Già, nelle suddette pagine, mi è capitato di leggere racconti affascinanti e anche straordinari di viaggiatori "attivi". Sono certo che in questa piazza virtuale ci ritroveremo in tanti a cucire assieme i lembi dei nostri amarcord, per costruire un’antologia di ricordi di viaggi davvero unica al mondo!
Ma il blog, come dicevo, è nostro anche nel senso che potrà essere (e mi auguro che così sarà) il blog di chiunque faccia parte, realmente o idealmente, della famiglia di Ricerca ’90, aperta da sempre, fin dal primo numero, ai colleghi e agli studiosi di ogni corrente astrologica: chiunque potrà postare interventi – e quindi dare inizio a singoli thread – relativamente all’Astrologia Umanistica, Psicologica, Esoterica, Morpurghiana, Evolutiva e di ogni indirizzo.
E ciò, vorrei rammentarlo ancora una volta, non per tolleranza che è un pessimo sostantivo inventato da persone affatto aperte mentalmente, ma più semplicemente perché ritengo ci sia spazio per tutti. I Lettori, che per me sono gli interlocutori privilegiati, sempre, seguiranno la corrente che più amano e non c’è motivo di competere.
Allora il mio augurio è che questo 2008, che sta iniziando, ci porti a una sorta di ecumenismo astrologico che non è affatto una pappa in salsa grande, ma l’inizio di un viaggio condotto forse su binari paralleli, seppure con un’unica destinazione: una maggiore Conoscenza.

Sommario

Editoriale ......................................... pag. 2

Clara Negri
Ego e Amore nel cielo
di quattro uomini molto importanti...." " 3

Suzanne Angioli
L’eredità astrologica familiare
e i Mussolini ........................................" " 7

Mariagrazia Pelaia
La ripresa di un lungo cammino (5) ..." " 36

Pasquale Foglia
Mostrati felice subito!
(vento in poppa per i tuoi desideri!) .." " 62

Laura Poggiani
21 dicembre 2012,
la data del cambiamento ...................." " 74

Ciro Discepolo
Wikipedia Italia, Fahrenheit 451
e prossime pagine pronte
da mandare al rogo ............................." " 81

Pasquale Foglia
Il calcolo mentale dell’ascendente ...." "99

Pasquale Foglia
A proposito delle posizioni planetarie ." " 106

Ciro Discepolo
Storia dell’Astrologia in Italia
dal 1970 a Oggi (9) ................................." " 109

Luigi Galli & Ciro Discepolo
Supporto Tecnico per la pratica delle RSM:
Tour Operator italiani nel mondo (1) ..." " 112

Ciro Discepolo
Astri&Arti:
Tre film e un libro che ci parlano
di globalizzazione ....................................." " 124

Recensioni
(a cura di M. G. Pelaia e di E. Barillà)..." " 128