sabato 22 dicembre 2007

Il libro di un buon gesuita



Ho un cugino gesuita, padre Salvatore Discepolo, molto amato a Grottaglie (TA) dove vive ormai anziano. Ha scritto il libro che vedete più sopra. Lo stimo innanzitutto per la sua grande cultura. Una volta mi disse qualcosa sui gesuiti che mi piacque molto. Sono, per natura, contro il Palazzo, in genere, un po' come Totò era contro i caporali di tutto il mondo, in ogni associazione, arma, gruppo e via dicendo.
Salvatore mi disse che tra i gesuiti vi è la regola che se anche uno di loro giunge a posti molto elevati, nella loro gerarchia, dopo un certo numero di anni, deve abbandonare tali posizioni e, quasi sempre, torna a fare "il soldato semplice". Per fare un esempio, per diversi anni mio cugino ha presieduto l'ufficio del Vaticano dove si decidono i nomi dei vescovi da ordinare tali. È stato anche capo (o rettore: non so quale sia la qualifica giusta) di una casa di gesuiti. Poi è divenuto, nuovamente, semplice sacerdote nella casa di gesuiti che una volta aveva diretto. Non so se ho commesso qualche errore nel tentare di spiegare la cosa, tuttavia credo che la sostanza sia giusta e mi piace moltissimo perché non mi risulta che l'azione di cedere le poltrone sia in voga anche presso altre "parrocchie".
Ho sempre saputo che i gesuiti sono coltissimi. Quest'altra notizia mi ha dato un motivo in più per ammirarli, seppure da una posizione del tutto laica.
Ciro Discepolo
www.solarreturns.com
www.cirodiscepolo.it

1 commento:

  1. Bellissimo questo post.
    In effetti è una regola
    saggia, e ciclica, direi,
    come la ruota della vita.
    Non so se si usi anche in
    altre parrocchie. Uno
    è anche incentivato a
    comportarsi bene quando
    è capo....se poi i suoi
    sottoposti tornano ad
    essere i suoi superiori.

    Che combinazione. Io ho
    un dottissimo cugino teologo
    della congregazione dei
    Paolini (te li raccomando
    quelli, quelli....sono
    davvero eterodossi). Come
    saprai le Edizioni Paoline
    editano Famiglia Cristiana
    e il carisma del santo
    (non so se non l'hanno ancora
    fatto, ma per me lo era già
    in vita) mediatico per
    eccellenza, Don Alberione
    da Alba, (sede delle Paoline,
    oltre che della Nutella :))
    è qualcosa di fortissimo
    e ultramoderno (lui, credo
    che la Rete l'avesse già
    intravista).

    Ad ogni modo, questa parentela,
    ha rafforzato ancor più
    la mia convinzione di avere
    qualche legame karmico
    particolare con la figura
    di S.Paolo.

    Su me e mio cugino (di terzo
    grado, preciso) ho scritto
    anche io un post:

    http://b-rightful.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=1045103

    un saluto

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