Ho un cugino gesuita, padre Salvatore Discepolo, molto amato a Grottaglie (TA) dove vive ormai anziano. Ha scritto il libro che vedete più sopra. Lo stimo innanzitutto per la sua grande cultura. Una volta mi disse qualcosa sui gesuiti che mi piacque molto. Sono, per natura, contro il Palazzo, in genere, un po' come Totò era contro i caporali di tutto il mondo, in ogni associazione, arma, gruppo e via dicendo.
Salvatore mi disse che tra i gesuiti vi è la regola che se anche uno di loro giunge a posti molto elevati, nella loro gerarchia, dopo un certo numero di anni, deve abbandonare tali posizioni e, quasi sempre, torna a fare "il soldato semplice". Per fare un esempio, per diversi anni mio cugino ha presieduto l'ufficio del Vaticano dove si decidono i nomi dei vescovi da ordinare tali. È stato anche capo (o rettore: non so quale sia la qualifica giusta) di una casa di gesuiti. Poi è divenuto, nuovamente, semplice sacerdote nella casa di gesuiti che una volta aveva diretto. Non so se ho commesso qualche errore nel tentare di spiegare la cosa, tuttavia credo che la sostanza sia giusta e mi piace moltissimo perché non mi risulta che l'azione di cedere le poltrone sia in voga anche presso altre "parrocchie".
Ho sempre saputo che i gesuiti sono coltissimi. Quest'altra notizia mi ha dato un motivo in più per ammirarli, seppure da una posizione del tutto laica.
Ciro Discepolo
www.solarreturns.com
www.cirodiscepolo.it
Non posso cambiare la direzione del vento, ma posso sempre regolare le mie vele per raggiungere la mia destinazione. Jimmy Dean
Bellissimo questo post.
RispondiEliminaIn effetti è una regola
saggia, e ciclica, direi,
come la ruota della vita.
Non so se si usi anche in
altre parrocchie. Uno
è anche incentivato a
comportarsi bene quando
è capo....se poi i suoi
sottoposti tornano ad
essere i suoi superiori.
Che combinazione. Io ho
un dottissimo cugino teologo
della congregazione dei
Paolini (te li raccomando
quelli, quelli....sono
davvero eterodossi). Come
saprai le Edizioni Paoline
editano Famiglia Cristiana
e il carisma del santo
(non so se non l'hanno ancora
fatto, ma per me lo era già
in vita) mediatico per
eccellenza, Don Alberione
da Alba, (sede delle Paoline,
oltre che della Nutella :))
è qualcosa di fortissimo
e ultramoderno (lui, credo
che la Rete l'avesse già
intravista).
Ad ogni modo, questa parentela,
ha rafforzato ancor più
la mia convinzione di avere
qualche legame karmico
particolare con la figura
di S.Paolo.
Su me e mio cugino (di terzo
grado, preciso) ho scritto
anche io un post:
http://b-rightful.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=1045103
un saluto