martedì 24 febbraio 2009

Brava Elisabetta!


Lode a Elisabetta (che non ne ha bisogno) e alla sua ottima recensione dell’ultimo romanzo della nostra bravissima Paola Calvetti. Credo che, come ha dimostrato in altre occasioni (per questo la spingo sovente a scrivere anche qui da noi), Elisabetta è riuscita a redigere una recensione che coglie gli aspetti essenziali soprattutto di interesse per un frequentatore di tale spazio. Intanto ha colto dei tratti importanti della psicologia di Paola, ha notato i molti riferimenti geografici importantissimi per noi, le citazioni evidenti e anche quelle meno evidenti e poi è stata un tantino provocatoria (ma credo che Paola non gliene vorrà) nella chiusa quando le ha anticipato che leggerà i suoi prossimi romanzi anche per constatare se la nostra bravissima scrittrice internazionale continuerà il proprio outing sull’AA.
Brava, Elisabetta.
E vorrei aggiungere qualcosa su di una giornalista che, come tante sue colleghe e colleghi, sta vivendo un “momento” professionale durissimo.
Quando iniziai a tentare la strada del giornalismo, da giovanissimo, le cose erano assai difficili, ma non tanto quanto oggi.
Vorrei citarvi un episodio che la dice lunga su quel periodo. Per diventare giornalisti pubblicisti occorreva sostenere un esame per titoli e presentare almeno 50 articoli, pubblicati nei due anni precedenti da testate importanti e non dal periodico della parrocchia (con tutto il rispetto per quest’ultimo), con tanto di fatture originali che provassero l’avvenuto pagamento di detti articoli.
Io presentai, nel 1978, circa 70 articoli (invece di 50), quasi tutti de Il Mattino, ma anche di testate prestigiose come l’Europeo, Epoca, Grazia e altre. Essendo certo di stare più che a posto, non chiesi aiuto ad alcuno e fui bocciato. Quando mi recai a chiedere spiegazioni, mi risposero: “Il giudizio è insindacabile e viene pronunciato da un’apposita commissione dell’ODG!”.
L’anno dopo ripresentai la documentazione, molto più copiosa dell’anno precedente, e anziché scegliermi “padrini” andai a fare un po’ di storie in via preventiva presso l’ODG. Dovettero pensare che gli avrei procurato delle grane e questa volta mi ammisero.
Quando mi ero recato a consegnare i pezzi pubblicati, non avevano accettato fotocopie e io: “Ma gli originali sono tutti all’interno di raccolte rilegate di giornali per complessive due valigie piene di volumi!”. “Va bene – mi risposero – porti le valigie”.
Io lo feci e trascorsero alcuni mesi.
Un pomeriggio mi chiamarono dall’Ordine e mi dissero che avevo superato l’esame. Aggiunsero: faccia presto a ritirare le due valigie con gli articoli perché qui non abbiamo spazio!”.
Mi recai lì la mattina dopo e appresi che avevano gettato tutto nella spazzatura!
L’anno dopo mi fecero anche un controllo (ultra speed) per verificare se avevo continuato a scrivere dopo avere ricevuto la tessera dell’Ordine.
Oggi la situazione è molto più drammatica perché gli editori possono pubblicare un giornale avvalendosi di un semplice giornalista grafico coadiuvato da un unico redattore-direttore: il software e un personal computer fanno il resto. In forza di ciò le assunzioni di giornalisti sono quasi passate a zero e, nella stragrande maggioranza dei casi, bravi giornalisti come Elisabetta sono costretti a lavorare freelance che equivale a dire “supersfruttati”, per pochi euro a pezzo e sempre a doverlo mendicare…
È davvero una vergogna e non si capisce perché un contadino o un meccanico hanno diritto al massimo del rispetto e della protezione dei sindacati e un giornalista no!
Facciamo tutti tantissimi auguri a Elisabetta affinché le cose possano cambiare e presto.

Per Marco. Teoricamente non si può andare in Arabia Saudita e men che mai a Riyād et similia. Per due motivi: primo perché sono ricchissimi e ritengono di non avere bisogno di turisti e secondo perché siamo infedeli e potremmo infettargli il territorio.
Tuttavia mando persone in Arabia Saudita da sempre.
Esistono due strade.
La legge araba dice che puoi avere il visto, ma solo se vieni invitato a visitare il Paese da un abitante del luogo: si telefona allo Sheraton o al Marriot o all’Hilton di quella città e si dice che di desiderare moltissimo di visitare quella stupenda città. Poi si chiede: “Voi mi fareste da sponsor?”. Ovviamente l’hotel risponde affermativamente e provvedono loro stessi a procurare il visto.
C’è una seconda strada. Studiate un viaggio aereo diretto, mettiamo, a Bangkok, con sosta di dieci ore nell’aeroporto di Riyād: farete in modo da trascorrere il compleanno in quelle ore, ovviamente senza uscire dall’aeroporto.

Buon pomeriggio a Tutti.
Ciro Discepolo
www.solarreturns.com
www.cirodiscepolo.it

5 commenti:

  1. Vorrei chiedere gentilmente a Ciro di rivhe se le medere la situazione su Berlusconi:QUANDO CADE?In italia,purtroppo,siamo in una vera e propria dittatura in cui il nostro sta agendo quasi contro la Costituzione!
    Vuole mettere 3 basi nucleari in Italia!che se le metta nella sua villa!MA la sinistra che fine ha fatto?Spero che greenpeace possa operare qualcosa!
    Voi che ne pensate?Dovremmo sorbirci piu' nucleare e quindi piu' inquinamento cancerogeno nelle nostre coltivazioni?Ci scometto che tra le basi che Berlusconi ha pensato sia inclusa Napoli!

    RispondiElimina
  2. SCusa:corrego la prima frase:"di rivedere la situazione astrologica di Berlusconi"se c'e' in previsione una caduta.(speriamo!)de

    RispondiElimina
  3. per uranio 14: nettuno in prima casa se non sbaglio e un saturno di riv. nella settma casa del premier. possono portare qualche disappunto. c'erano molti riferimenti di ottava e quinta casa (il matrimonio della filgia e le relative spese) ma non penso che tali posizioni possano ledere in maniera sostanziale sul suo governo..

    RispondiElimina
  4. Cara Elisabetta, scusa Ciro se dedico queste righe a lei, ma gliele devo: la tua recensione, ma non mi piace chiamarla così; diciamo le tue parole, così ben scritte, così attente e speciali (delizioso l'avere elencato i luoghi delle mie RSM sparsi qua e là fra le pagine...) mi hanno commossa. E figurati se me la prendo, ha ragione Ciro che mi conosce, perchè la cura del tuo testo è un vero dono, da parte tua. Tutti i miei romanzi possono avere una lettura astrologica, ne L'addio viene ampiamente citata una luna... in XII, per spiegare la segretezza della protagonista... dunque grazie. Davvero e di cuore. Quanto alla professione di giornalista, io penso che Ciro abbia perfettamente ragione: io appartengo alla categoria dei fortunati, certo più anziani, iscritti all'albo dei professionisti per il mio lavoro di anni a Repubblica, ma oggi la professione è molto cambiata. L'accesso ai talenti poco considerato, spesso ignorato, i vecchi assunti prendono stipendi buoni, i giovani, magari di vero talento, poche lirette (euri)... ma questo è lo specchio della scoietà del lavoro oggi: da un lato i garantiti a vita, dall'altro i giovani condannati (esclusi i figli... di qualcuno) alla precarietà. La scrittura. la bella scrittura dà quasi fastidio. non serve certo ad avere accesso alla professione. Comunque dato che non ho capito dove vive Eli, se vuoi una mano o dei consigli, la mia mail personale è paolacal@yahoo.com. se ti va scrivimi e raccontami la situazione. magari non ti posso essere utile e invece magari sì. un abbraccio a tutti.

    RispondiElimina
  5. Marte è entrato nella mia sesta casa sabato e mi è venuta una potente influenzona: devo dire che ho trovato conferma, al grado, che il mio orario di nascita è davvero esatto al millimetro di secondo!
    Confermo anche l'utilità delle RLM la mia a Lisboa (na faticaccia con aerei in un ritardo monstre) sta dando risultati talmente evidenti, quasi eclatanti che ho deciso che la prossima me la tengo a Milano (troppo complesso spostare saturno in X, non posso metterlo in IX perchè il romanzo esce in Francia in quei giorni...) e poi quella successiva dei primi di aprile ha ASIX (Francia) e uno splendido Giove in Decima, che conferma quello della RSM. Sto tenendo tutti i miei appunti e li manderò a Ciro, come campionatura per le sue statistiche. ciao a tutti

    RispondiElimina