martedì 21 novembre 2023

Relativamente agli “estratti per riassunto” degli atti di nascita

 


Relativamente alla questione di Anna Maria Franzoni, del rifiuto del comune di San Benedetto Val di Sambro che mi ha negato l’invio del suo “estratto per riassunto dell’atto di nascita”, rifiuto approvato dal Difensore civico dell’Emilia-Romagna, ho chiesto un “parere pro veritate” ad uno dei più autorevoli giuristi italiani, il professore Giovanni Iorio, ordinario di Istituzioni di Diritto Privato, Dipartimento di Giurisprudenza, Università degli Studi di Milano – Bicocca, che vi riporto sia nel testo che in foto del PDF.

Spero che quanto segue sarà apprezzato dagli studiosi seri di astrologia, oltre che dai fan del Diritto, perché, attraverso l’esame minuzioso di tutte le carte relative a questo caso, ed entrando nello specifico delle molte leggi italiane e anche degli articoli della Costituzione Italiana che fanno riferimento alla materia trattata, distilla – a mio parere, ma credo anche in tutta evidenza oggettiva – l’inconsistenza argomentativa sia dei funzionari dell’Ufficio Anagrafe del comune di San Benedetto Val di Sambro che del Difensore civico da me chiamato in causa a mia difesa e che si sono espressi, entrambi, assai duramente nei confronti della mia istanza.

Non so abbastanza di leggi, ma sono certo che tale testo potrà fare Giurisprudenza, in futuro, o, quanto meno, essere una bussola precisa di navigazione all’interno di una questione di puro Diritto nei confronti di ogni cittadino che si rivolga all’Amministrazione dello Stato, Amministrazione che spesso è negligente, se non addirittura volutamente ostile.

Ecco il testo:


UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO – BICOCCA

DIPARTIMENTO DI GIURISPRUDENZA

Piazza dell’Ateneo Nuovo n. 1 

20126 - Milano



Milano, 21 novembre 2023


Egr. sig. Ciro Discepolo


SOMMARIO: I – I fatti e il quesito: p. 1. II –  Il quadro normativo: p. 2. III – L’«estratto per riassunto» dell’atto di nascita: p. 3. IV – La questione dell’«interesse» dell’istante: p. 3. V – Il ricorso all’autorità giudiziaria ai sensi dell’art. 95 del d.p.r. n. 396/2000: p. 4. VI – Conclusioni: p. 5.


Come richiesto espongo il mio parere in ordine a una questione che mi viene esposta nei seguenti termini.


I –  I fatti e il quesito

1. Questi, in sintesi, i fatti, così come riferiti da Ciro Discepolo.


A. Ciro Discepolo, giornalista e astrologo, per motivi di studio e di ricerca ha chiesto e chiede da anni ai Comuni italiani «estratti per riassunto» dell’atto di nascita.


B. I Comuni italiani, a seguito della richiesta, hanno trasmesso e trasmettono al giornalista gli estratti richiesti.


C. In un caso, però, il Comune di San Benedetto Val di Sambro ha rigettato l’istanza di Ciro Discepolo (ritenuta priva di un «interesse giuridicamente protetto»). Il Comune ha osservato che deve ritenersi «qualificato l’interesse di chi effettui ricerche storiche, culturali, sociali non per pura curiosità o spirito di emulazione, ma in quanto agente per conto di istituzioni pubbliche o enti preposti a tali finalità di interesse collettivo». 


D. È da precisare che Ciro Discepolo, nel formulare la richiesta al predetto Comune, specificava di essere «un giornalista» che aveva in animo di «scrivere un nuovo libro relativamente a fatti e alle persone che riguardano diversi delitti della storia recente del nostro paese». Chiedeva, quindi, per le sue «ricerche astrologiche», l’estratto dell’atto di nascita con l’indicazione dell’ora di nascita di una certa persona. In calce alla mail, il giornalista indicava alcuni suoi libri di cronaca criminale o riguardanti il tema della giustizia (tutti reperibili su Amazon). Aggiungeva, infine, un link per accedere alla sua bibliografia.


E.  Il giornalista, a seguito del diniego, si è rivolto al Difensore civico della Regione Emilia-Romagna; questi, però, in data 23 ottobre 2023, ha confermato la decisione e le argomentazioni del Comune emiliano. Il Difensore civico, in particolare, osserva che «dal complesso delle norme che disciplinano lo stato civile emerge come il diniego del Comune risulti legittimo in quanto motivato nella considerazione che in capo all’istante difetti un interesse personale e concreto ai fini della tutela di una situazione giuridicamente rilevante». Argomenta, ancora, il Difensore: «in subiecta materia, peraltro, l’essere titolare di una situazione giuridicamente tutelata non è di per sé sufficiente perché l’interesse possa considerarsi diretto ed attuale, dovendosi dimostrare in concreto che gli atti cui si chiede di accedere siano in qualche modo collegati con la situazione giuridica tutelabile e se la conoscenza di tali atti sia in grado di concorrere alla tutela della situazione giuridica enunciata».


F. Ciro Discepolo, a questo punto, chiede se sia legittimo o meno il diniego del menzionato Comune di rilasciare l’«estratto per riassunto» dell’atto di nascita».


Nel redigere il parere, ho esaminato:

- l’istanza di Ciro Discepolo;

- la comunicazione di diniego del Comune di San Benedetto Val di Sambro;

- la decisione del Difensore civico dell’Emilia Romagna del 23 ottobre 2023.


II –  Il quadro normativo

2. Nel caso che ci occupa occorre far riferimento all’art. 450 del codice civile e agli artt. 106, 107 e 108 del d.p.r. 3 novembre 2000, n. 396 (recante il «Regolamento per la revisione e la semplificazione dell’ordinamento dello stato civile, a norma dell’art. 2, comma 12, della legge 15 maggio 1997, n. 127»).


A. L’art. 450 c.c. («pubblicità dei registri dello stato civile») stabilisce che «i registri dello stato civile sono pubblici (1° co.). Gli ufficiali dello stato civile devono rilasciare gli estratti e i certificati che vengono loro domandati con le indicazioni dalla legge prescritte (2° co.)».


B. L’art. 106 d.p.r. n. 396/2000 («estratti per riassunto») prevede che «gli estratti degli atti dello stato civile sono rilasciati per riassunto, riportando le indicazioni contenute nell'atto stesso e nelle relative annotazioni. Se nell'atto sono state fatte annotazioni o apportate rettificazioni o correzioni che modificano o integrano il testo dell'atto, l'estratto è formato avuto riguardo alle annotazioni e alle rettificazioni o correzioni tralasciando qualsiasi riferimento a quelle parti dell'atto modificate o integrate in base alle annotazioni o rettificazioni o correzioni medesime».


C. L’art. 107 del d.p.r. n. 396/2000 («estratti per copia integrale») prevede che «gli estratti degli atti dello stato civile possono essere rilasciati dall’ufficiale dello stato civile per copia integrale soltanto quando ne è fatta espressa richiesta da chi vi ha interesse e il rilascio non è vietato dalla legge (1° co.). L’estratto per copia integrale deve contenere: (a) la trascrizione esatta dell’atto come trovasi negli archivi di cui all’art. 10, compresi il numero e le firme appostevi; (b) le singole annotazioni che si trovano sull’atto originale; (c) l’attestazione, da parte di chi rilascia l’estratto, che la copia è conforme all’originale (2° co.)».


D. L’art. 108 del d.p.r. n. 396/2000 («contenuto»), infine, prevede che «ogni estratto degli atti dello stato civile deve contenere: (a) l’indicazione di estratto per riassunto o per copia integrale; (b) la sottoscrizione dell’ufficiale dello stato civile o del funzionario delegato; (c) il bollo dell’ufficio (1° co.). I certificati di stato civile devono contenere le generalità come per legge delle persone a cui i singoli eventi si riferiscono e gli estremi dei relativi atti. I dati suddetti possono essere desunti anche dagli atti anagrafici (2° co.). Restano salve le disposizioni di cui alla legge 31ottobre 1955, n. 1064, e di cui al decreto del Presidente della Repubblica 2 maggio 1957, n. 432 (3° co.)».


III –  L’«estratto per riassunto» dell’atto di nascita

3. La disciplina dell’«estratto per riassunto» dell’atto di nascita, dunque, trova la sua fonte nel predetto art. 106 del d.p.r. n. 396/2000.


A. Ebbene, per espressa previsione legislativa chi chiede l’«estratto per riassunto» dell’atto di nascita (come ha fatto il giornalista nella vicenda che ci occupa) non è neanche a tenuto a dedurre l’esistenza di un interesse; quest’ultimo, invece, deve assistere la richiesta di chi domanda un «estratto per copia integrale» dell’atto di nascita. Pertanto, il diniego al rilascio di un «estratto per riassunto», per come è si è manifestato nel caso di specie, appare infondato e illegittimo. 


B. Né, in senso contrario, può richiamarsi l’art. 44, 1° co., del d.p.r. n. 445/2000 , secondo cui gli estratti degli atti di stato civile sono «richiesti esclusivamente per i procedimenti che riguardano il cambiamento di stato civile». Si deve osservare, infatti, che questo articolo si riferisce a tutt’altra fattispecie: quella, cioè, riguardante l’«acquisizione diretta dei documenti» da parte delle amministrazioni pubbliche e dei gestori di pubblici servizi . Pertanto, risulta fuorviante e improprio fondare una decisione di rigetto dell’istanza sulla base, fra l’altro, di una disposizione di legge che riguarda tutt’altra materia.


C. Resta da dire che, in ossequio a quanto prevede la legge, numerosi Comuni italiani (anche emiliani) rilasciano, tempestivamente, l’«estratto per riassunto» dell’atto di nascita. E lo rilasciano senza chiedere o indagare quale sia l’interesse sotteso. Il Comune di Milano, poi, consente di ottenere in tempo reale l’«estratto per riassunto» dell’atto di nascita di un cittadino milanese (in via telematica, utilizzando il Sistema pubblico di identità digitale, ossia lo SPID). 


IV –  La questione dell’«interesse» dell’istante

4. Ciro Discepolo ha richiesto l’«estratto per riassunto» dell’atto di nascita; dunque, viene in considerazione la disciplina poc’anzi rammentata (art. 106 d.p.r. n. 396/2000). Quand’anche, però, ci si volesse soffermare sull’«interesse» dell’istante (secondo quanto prevede l’art. 107 d.p.r. n. 396/2000, riguardante però l’istanza di «estratti per copia integrale»), le ragioni del diniego continuano ad essere ingiustificate. A tal fine, debbono essere svolte le seguenti osservazioni.


A. Innanzitutto, il Comune, nel motivare il diniego, ritiene che non possano trovare accoglimento quegli interessi caratterizzati (si riportano le parole utilizzate) da «curiosità o spirito di emulazione»; il Difensore civico, poi, aggiunge che difetterebbe, in capo all’istante, un «interesse personale e concreto ai fini della tutela di una situazione giuridicamente rilevante». Ora, non si rinviene il fondamento normativo di tali assunti. Si deve ricordare, infatti, che Ciro Discepolo nella sua istanza specificava di essere «un giornalista» che aveva in animo di «scrivere un nuovo libro relativamente a fatti e alle persone che riguardano diversi delitti della storia recente del nostro paese» . Ecco, dunque, l’interesse alla richiesta: la libertà di parola e di informazione che, come noto a tutti, trova un esplicito riconoscimento nell’art. 21 Cost.  La libertà in questione, si badi, riguarda ogni cittadino e, ovviamente, anche un cittadino che assume la veste di giornalista . 


B. Inoltre, non può essere condivisa l’affermazione del Difensore civico dell’Emilia-Romagna, secondo cui   «in subiecta materia, peraltro, l’essere titolare di una situazione giuridicamente tutelata non è di per sé sufficiente perché l’interesse possa considerarsi diretto ed attuale, dovendosi dimostrare in concreto che gli atti cui si chiede di accedere siano in qualche modo collegati con la situazione giuridica tutelabile e se la conoscenza di tali atti sia in grado di concorrere alla tutela della situazione giuridica enunciata». Il Difensore parrebbe voler dire questo: un interesse «diretto» ed «attuale», al più, potrebbe sussistere soltanto qualora il documento richiesto concorra alla realizzazione dell’interesse dedotto. Sul punto, vanno svolti solo due brevi rilievi:


(i) in primo luogo, non si vede come un Comune possa «sindacare» la «rilevanza» di un documento richiesto dall’istante a fini di ricerca e di studio. Se così fosse, dovremmo concludere che all’ente comunale è attribuito il potere di «sindacare» l’attività di ricerca di un privato, che nel caso di specie è un giornalista di lungo corso;


(ii) in secondo luogo, non bisogna certo essere esperti di discipline astrologiche per comprendere che ogni studio del «tema natale» non può che passare attraverso la ricognizione (il più esatta possibile) del luogo e dell’orario di nascita di una persona. Quest’ultimi, dunque, sono da considerare dati «essenziali» per uno studio e una ricerca (anche) astrologica.


C. Si deve però ribadire un punto: qui non si sta dicendo che Ciro Discepolo, nel chiedere l’«estratto per riassunto» dell’atto di nascita, doveva allegare o dimostrare l’«interesse» alla richiesta. Si osserva un’altra cosa: quand’anche – ad abundantiam, diremmo – ci si volesse soffermare sull’«interesse» del richiedente Ciro Discepolo, le ragioni del diniego risultano incomprensibili. 


V –  Il ricorso all’autorità giudiziaria 

ai sensi dell’art. 95 del d.p.r. n. 396/2000

V. Il d.p.r. n. 396/2000 offre uno strumento per opporsi al rifiuto ingiustificato dell’ufficiale dello stato civile di rilasciare un documento dovuto. Vediamolo.


A. Ai sensi dell’art. 95, 1° co., del d.p.r. n. 396/2000, «chi intende promuovere la rettificazione di un atto dello stato civile o la ricostituzione di un atto distrutto o smarrito o la formazione di un atto omesso o la cancellazione di un atto indebitamente registrato, o intende opporsi a un rifiuto dell’ufficiale dello stato civile di ricevere in tutto in parte una dichiarazione o di eseguire una trascrizione, una annotazione o altro adempimento, deve proporre ricorso al tribunale nel cui circondario si trova l’ufficio dello stato civile presso il quale è registrato l’atto di cui si tratta o presso il quale si chiede che sia eseguito l’adempimento» .


B. Davanti al tribunale, le parti sono chiamate in contraddittorio ad esprimere le rispettive ragioni. Nel caso di specie, in particolare, il Comune dovrebbe spiegare i motivi del diniego dell’atto richiesto e, in particolare, su quale disposizione di legge il rigetto trova fondamento. E, ancora, dovrebbe spiegare perché decine di altri Comuni italiani rilasciano, su semplice richiesta, l’«estratto per riassunto» dell’atto di nascita.


VI –  Conclusioni

6. Sulla base delle precedenti considerazioni, si svolgono qui di seguito sintetiche conclusioni.


A. La disciplina dell’«estratto per riassunto» dell’atto di nascita trova la sua fonte nel predetto art. 106 del d.p.r. n. 396/2000.


B. Chi chiede l’«estratto per riassunto» dell’atto di nascita (come ha fatto Ciro Discepolo, nella vicenda che ci occupa) non è a tenuto a dedurre l’esistenza di un interesse; quest’ultimo, invece, deve assistere la richiesta di chi domanda un «estratto per copia integrale» dell’atto di nascita (art. 107 del d.p.r. n. 396/2000).


C. Pertanto, il rifiuto manifestato dal Comune deve considerarsi infondato e illegittimo.


D. Quand’anche, poi, ci si volesse soffermare sull’«interesse» dell’istante (il giornalista Ciro Discepolo), le ragioni del diniego appaiono ingiustificate.


E. Ai sensi dell’art. 95 del d.p.r. n. 396/2000, contro il rifiuto ingiustificato dell’ufficiale dello stato civile di rilasciare un documento dovuto è possibile ricorrere all’autorità giudiziaria.


Cordiali saluti


prof. Giovanni Iorio

ordinario di Istituzioni di Diritto Privato

Università di Milano-Bicocca






Aggiornamento del 15 Dicembre 2023

Un nuovo importante step nel nome della legge Bassanini bis per la semplificazione dei rapporti tra i cittadini e la Pubblica Amministrazione.

 

Mi occorreva, per lo studio e la redazione di un nuovo caso di omicidio da inserire nel libro “Delitti&Delitti II” un documento di nascita di un cittadino nato a Forno Canavese, in Piemonte.

Pertanto il 10 Agosto scorso richiedevo il documento nel modo giusto all’Ufficio Anagrafe di tale comune.

Circa un mese e mezzo dopo, ricevevo la seguente risposta:

Comune di Forno Canavese


Prot. 0006340 del 23/10/2023

Oggetto: Richiesta di estratto di nascita


Non si rilasciano dati per motivi di privacy .

Ufficio Anagrafe – Stato Civile Forno Canavese.

 

 

Quindi, come per altri casi analoghi, rispondevo loro che stavano commettendo un errore ed elencavo le ragioni del mio convincimento.

Citavo anche diversi altri argomenti che avrebbero dovuto convincere questi ufficiali di Stato Civile e proponevo loro di evitare inutili perdite di tempo e di denaro per lo Stato e insistevo, con garbo, per avere il documento già richiesto prima di Ferragosto.

Ma tutto fu inutile e, il giorno 30 ottobre dell’anno corrente, fui costretto a inviare una istanza al Difensore civico della regione Piemonte.

Come potete leggere dagli allegati qui riprodotti, il Difensore civico del Piemonte ha accolto totalmente la mia istanza e ha invitato il comune di Forno Canavese a rilasciarmi il documento richiesto.

Questo nuovo ed importante pronunciamento si aggiunge a quelli già citati da chi scrive e relativi ai Difensori civici della provincia autonoma di Bolzano, della regione Veneto e al parere pro veritate dell’autorevole giurista Giovanni Iorio, ordinario di Istituzioni di Diritto Privato, Dipartimento di Giurisprudenza, all’Università Bicocca di Milano.

A questo punto il comune di Forno Canavese può inviarmi detto documento oppure può decidere di mantenere il punto, ma questa volta io andrò fino in fondo, denunciando, per via legale, direttamente l’Ufficiale di Stato Civile e chiedendo anche i danni.

Però, quello che è davvero importante, è che è stato fatto un altro passo assai rilevante nella direzione dei diritti dei cittadini e contro le prepotenze di singoli impiegati dello Stato che considerano i documenti in oggetto di loro proprietà.

P.S. Dunque, al momento, su molte decine di analoghi documenti che ho ripreso a richiedere da maggio scorso ad oggi, l’unico che mi è stato tassativamente negato, è quello del comune di San Benedetto Val di Sambro (Bologna), con l’appoggio del Difensore civico della regione Emilia-Romagna. Ma in quel caso si tratta dell’estratto per riassunto dell’atto di nascita di Anna Maria Franzoni e ogni ulteriore commento risulta assolutamente inutile…

P.P.S. Naturalmente non mi attendo alcuna gratitudine da parte dei/delle colleghi/ghe astrologi/ghe, ma questa è un’altra storia…




Aggiornamento del 30/12/2023



Bene, benissimo, ha fatto il dr. Carlo Melodia, presidente della LUIMO, l’Associazione per la Libera Università Internazionale di Medicina Omeopatica, a redigere un libro che salvi una serie di lezioni inedite e di testimonianze da consegnare alla Storia e che videro protagonista la dottoressa Adele Alma Rodriguez che ebbi l’onore ed il piacere di annoverare tra i miei amici e amiche più cari.

Si tratta, per chi scrive, di un amarcord di lunghissima data, stracolmo di rammenti e di emozioni.

Già mi curavo a Roma presso il grandissimo professore Antonio Negro. Io facevo il militare a Latina e quando gli chiesi un nuovo appuntamento, mi rispose: “Non occorre che lei venga a Roma, apriamo la sede nazionale a Napoli, al viale Antonio Gramsci 18 (il palazzo a fianco al mio!! NdR)…”

Quindi fui presente al battesimo, c’ero anche io in quel giorno indimenticabile…

Conobbi Alma di cui sarei diventato amico stretto nel giro di poche settimane, ma anche i professori Paschero e Ortega. Quest’ultimo ci lasciò sbigottiti: sciolse, davanti a tutti, una dose unica di un rimedio omeopatico nel caffè!!

A tutti noi che guardavamo sbalorditi, disse qualcosa del genere: “Perché vi sorprendete? Il rimedio omeopatico è potentissimo e agisce perfino nel caffè!”

Con gli anni fui al suo fianco lungo il cammino di crescita del CEMON e della risonanza che grazie ad esso – e soprattutto alla dottoressa Rodriguez – la medicina omeopatica cominciò ad avere in tutta Italia.

Già dopo un paio di mesi da quella inaugurazione, ebbi l’onore di avere spesso a cena Alma ed il professore Negro che mi curò amorevolmente per i primi lustri della mia avventura hannemaniana.

Altri medici, in seguito, diversi tra quelli che operavano all’interno del CEMON, mi aiutarono a superare soprattutto una cefalea persistente: ricordo qui, con immutato affetto, medici come il dr. Gargiulo, come Carlo Melodia, come Nicola del Giudice e come il mio attuale dottore, Domenico De Carlo.

L’amica, carissima, Alma, fu più di un medico per me e spesso trascorrevamo al telefono, entrambi insonni, buona parte delle nostre notti…

Lei, come ogni medico omeopatico degno di questo nome, credeva nelle mie ricerche ed io non avevo dubbi di alcun genere sull’efficacia della medicina omeopatica e sul principio della memoria dell’acqua.

Il testo di cui sto scrivendo qui, come già detto, raccoglie molte lezioni inedite della dottoressa Rodriguez, un patrimonio culturale che non andava assolutamente perso.

Io, in questo breve, ma sentitissimo amarcord personale, vorrei aggiungere soltanto una cosa: in questo oltre mezzo secolo di cui stiamo parlando, diversi medici del Centro di Napoli si allontanarono nel tempo e ciò mi sembra del tutto ovvio e legittimo, in sincronia a quello che potremmo definire il percorso euristico di questa meravigliosa disciplina. È legittimo e anche naturale che tanti studiosi abbiano, nel tempo, seguito una propria strada, staccandosi, talvolta, anche in modo brusco dalla direzione di quella istituzione che ha mutato moltissimo, e bene, nel rapporto tra l’omeopatia e le istituzioni del nostro paese.

Allora vorrei testimoniare qualcosa che mi sento di dire della carissima Alma, e lo faccio volentieri, soprattutto per i figli Aurelio, Gabriella e Vincenzo Rocco a cui rinnovo la mia amicizia: Alma soffriva ad ogni separazione, ma il suo carattere forte e la visione generale governata soprattutto da ciò che secondo il suo sentire era l’ulteriore affermazione dell’omeopatia in Italia, la faceva procedere per la propria strada, senza mai un solo tentennamento.

 

Ciro Discepolo

Milano, 30 Dicembre 2023


domenica 24 settembre 2023

La strage di Parma per mano di Ferdinando Carretta, dal libro a cui sto lavorando

 



LA STRAGE DI PARMA PER MANO DI FERDINANDO CARRETTA, DAL LIBRO A CUI STO LAVORANDO (è una prima bozza)

 

 

Confesso che all’inizio di questo mio studio, quando appresi della sua assoluzione “perché incapace di intendere e di volere”, pensai subito ad una di quelle scorciatoie gestite da sapienti avvocati che permettono a “tanti furbi di farla franca.” Poi, iniziai ad approfondire il tutto, partendo dal Tema Natale del Pluriomicida e mi convinsi subito che la sua assoluzione fu certamente giusta. A mio parere, se non si fosse assolto Ferdinando Carretta, per “pazzia”, non si potrebbe assolvere alcuno.

 

Quando nel 1970 iniziai a studiare astrologia, uno dei miei primi lavori che mi impegnò moltissimo fu una ricerca astrologica sulla schizofrenia. Questo perché mi colpì tantissimo la caduta nella malattia mentale per eccellenza di una mia cugina di primo grado, quasi mia coetanea, che da quel momento fu inghiottita dalla malattia e non ne uscì mai più.

A quel tempo cercavo di portare avanti anche la mia prima analisi del profondo con un bravissimo analista junghiano, Antonio Speranza, che – tra le altre cose – mi permise di frequentare, per alcuni mesi, l’ospedale psichiatrico Frullone di Napoli per studiare dal vivo tanti affetti da tale malattia.

 

La mia esperienza fu scioccante, ma parecchio istruttiva.

Vissi quelle giornate con grande intensità emotiva, in un habitat che era a metà strada tra il carcere turco del film “Fuga di mezzanotte” e un girone infernale: ambienti enormi, con volte alquanto alte, dove decine e decine di malati, promiscuamente, si muovevano con delle tuniche simili. Diversi tra loro, sia uomini che donne, si denudavano e si masturbavano o defecavano davanti agli altri.

Quando chiesi al mio analista i dati di nascita degli schizofrenici, per poterli analizzare da un punto di vista astrologico, restai sconcertato dalla risposta: “In effetti, con la diagnosi di ‘Schizofrenia’, ce ne sono pochissimi (cinque o sei, NdR) e tutti gli altri vengono classificati a mezzo di diagnosi che sono al limite tra le grosse nevrosi e le psicosi.”

Continuai a studiare l’argomento attraverso i libri di Carl Gustav Jung, di Sigmund Freud, ma soprattutto di Silvano Arieti considerato ancora oggi il caposcuola in materia e di molti altri.

 

Pubblicai la mia ricerca che lessi a Milano, nell’ottobre 1975, al Primo Congresso Mondiale di Astrologia, nell’allora Palazzo della Scienza e della Tecnica.

 

Questo mio studio è parte importante del mio libro “I Fondamenti dell’Astrologia Medica”, Armenia editore, Milano, ma si può leggere anche nel mio sito, qui:

http://www.cirodiscepolo.it/Articoli/Schizofrenia.htm

 

In questo studio-ricerca giungevo alla conclusione che non è possibile distinguere direttamente uno schizofrenico attraverso il suo Cielo Natale, ma che da esso si possono estrapolare, con molta facilità, quelle che secondo la Scienza sono le cause o le concause fondamentali della malattia mentale:

 

1) - Rapporto frustrante con i genitori, i parenti prossimi e l’ambiente circostante, intesi anche come isolamento del soggetto rispetto al suo prossimo più ristretto.

2) - Valori psichici più indirizzati verso l’introversione.

3) - Forte inconscio rispetto all’io cosciente normale o inconscio normale e io cosciente debole.

4) - I valori di dissociazione da intendersi quali risultati di una personalità squilibrata o disarmonizzata dal punto di vista libidico.

5) - Prevalenza di aspetti astrologici negativi rispetto ai positivi e segni vari d’indebolimento di natura diversa.

 

Ecco perché, come ho già scritto, appena ho potuto osservare il Cielo Natale di Ferdinando Carretta, una volta che sono riuscito ad ottenere la sua ora di nascita dal documento anagrafico, mi è apparsa immediatamente giusta, sapiente e congrua la perizia che quattro illustri psichiatri, tra cui Vittorino Andreoli, permise ai giudici dell’epoca di emettere una sentenza a mio avviso dovuta dal punto di vista del diritto.

Osserviamo, infatti, il Tema Natale del Soggetto.

Due aspetti astrologici spiccano, subito, in mezzo agli altri: la strettissima dominante Plutone all’Ascendente e la strettissima congiunzione Sole-Nettuno.

Partiamo dalla seconda. In diversi dei miei libri ho scritto, estensivamente, relativamente alla congiunzione Sole-Nettuno e alla quadratura Sole-Marte ed all’altra Marte-Nettuno, soprattutto quando l’orbita di tali aspetti è strettissima, come in questo caso, che essa porta a quelli che personalmente chiamo “stati di coscienza alterati” i quali, a loro volta, possono battezzare la nascita di nuovi geni, di grandissimi artisti, di persone quasi totalmente folli o di semplici ultras della Curva B capaci di molte azioni violentissime.

Questo primo step riguarda tutti e 5 gli elementi indicati come importantissimi nella ricerca astrologica della schizofrenia.

Procediamo.

Anche la dominante Plutone, che è strettissimo all’Ascendente del cielo radix, è parecchio esplicativa nella stessa direzione.

In un mio saggio, “Dracula, la caduta dell’ICP, l’ingresso di Plutone in Capricorno, la spazzatura e altro ancora”, pubblicato su Google Book, dedico a Plutone alcune pagine e scrivo, tra le altre cose, quanto segue:

 

In questi giorni (sto scrivendo all’inizio di febbraio 2008) ho elaborato delle associazioni libere di idee tra un film davvero straordinario che non avevo mai visto (Dracula, di Francis Ford Coppola, edizione 2008 in Blu-ray), l’ingresso di Plutone in Capricorno, la brutta inclinazione nella quale ci troviamo all’interno della curva relativa all’Indice Ciclico Planetario e ciò che sta accadendo nel mondo, a cominciare dal dramma delle tonnellate di spazzatura a Napoli su cui molti politici corrotti hanno lucrato per decenni e migliaia di persone sono morte per cancro.

Ricordiamo che Plutone è signore dello Scorpione e ricordiamo che esso rappresenta la parte “peggiore” dell’ottavo segno zodiacale: innanzitutto la morte. Ma anche il male in senso lato, le pulsioni più animalesche dell’essere umano, la vendetta, le spinte sado-masochiste di molti esseri umani, la violenza, l’orrore, l’orrifico, l’ano, le feci, i prodotti della distruzione in senso lato. Potremmo continuare a lungo, ma questi primi selezionati elementi, mi sembra che possano descrivere bene ciò che intendo dire.

Il Capricorno è Terra, innanzitutto. Ma potremmo affermare, più in generale, che rappresenta la nostra Terra. Il simbolo grafico, l’icona del segno, è una capra che, arrampicandosi sulle montagne, batte il proprio zoccolo duro sulla roccia, sulla crosta terrestre. Il Capricorno è, evidentemente, molto in rapporto alla geologia.

Non mi soffermo sulla bellezza, in senso cinematografico, del capolavoro di Francis Ford Coppola ricavato dallo scrittore Scorpione (8/11/1847) americano Bram Stoker, di origini irlandesi. Le invenzioni sceniche, la maestria straordinaria nel raccontare per luci, colori, fotogrammi e musiche, l’orrifica e al tempo stesso affascinante storia del conte Dracula, trova nella nuova edizione in Blu-ray, in Full Definition e con l’eccezionalità dell’uncompressed sound, una nuova dimensione mai vista, neanche al cinema.

Come ricorderete la storia narra le vicende del conte Vlad Drakul che viveva in Transilvania (l’attuale Romania), nel 1480, quando i turchi si spinsero a nord e sterminarono intere popolazioni cristiane. Nella novella di Bram Stoker, il conte Dracula affronta i turchi in battaglia e vince, ma costoro, per vendicarsi (Plutone), lanciano una freccia nel suo castello in cui annunciano la falsa notizia della sua morte, notizia che induce sua moglie a suicidarsi (Plutone) gettandosi dall’alto del maniero nel fiume sottostante.

Tornato a casa il conte impazzisce quasi per il dolore e scatena le forze più bestiali e animalesche del suo essere (Plutone), passando anche dalla condizione di buon cristiano a quella di nemico di Dio, alleandosi con il male (Plutone) nel disperato tentativo di riavere la sua sposa.

Egli, infatti, diviene immortale e prende sempre nuova vita suggendola a vittime occasionali attraverso il famoso doppio morso sul collo e relativo risucchio del sangue delle prede.

L’atmosfera del film è infernale (Plutone), tetra, funerea, dominata dal nero e dal buio (Plutone) e contrastata fortemente dal rosso del sangue che scorre abbondantemente per tutta la durata del film.

Dracula, potremmo dire, è il vomito del Demonio, l’escremento del Male che assomma, in un’unica natura, tutto l’odio, l’animalesco, l’orrendo che è contenuto nella figura di Satana.

Allo stesso modo, io credo, in questo picco assai basso dell’Indice Ciclico Planetario, che, a mio avviso, significa centinaia di milioni di morti nel mondo, soprattutto per malattie tumorali principalmente causate dall’inquinamento quasi totale del pianeta, due icone contemporanee venute alla ribalta (ma ne potremmo trovare tantissime altre), l’uscita in Blu-ray di Dracula e le immagini che fanno il giro del mondo con le tonnellate di spazzatura a Napoli (ma nel frattempo la Terra sta eruttando in mille altri modi tutti i veleni che le sono stati iniettati dentro attraverso discariche abusive, affondamenti dolosi di navi con scorie nucleari, inquinamenti volontari di fiumi, laghi, mari e terre…), mi sembra, se solo volessimo fermarci a ciò, che quanto descritto possa  rappresentare uno degli aspetti più inquietanti dell’ingresso di Plutone in Capricorno: non il solo, ma uno dei più significativi.

Credo che nei prossimi anni tutto ciò peggiorerà fortemente. Ma in lontananza possiamo già immaginare il futuro passaggio di Urano in Aquario dove la scienza, quella vera e non quella del Palazzo che è stata la massima responsabile del disastro ambientale attuale, a mezzo di idee e soluzioni che oggi definiremmo fantascientifiche, porrà rimedio, in grande misura, all’oltraggio velenoso che il nostro pianeta ha dovuto subire soprattutto a mezzo del disinvolto uso delle discariche, in senso lato, avutosi con il passaggio di Plutone in Sagittario.

 

 

 

Teniamo a mente, per adesso, un elemento illuminante su cui torneremo tra breve: Plutone, governatore dello Scorpione, è in opposizione ideale al segno del Toro che è governato da Venere e che riguarda la gola. Su questo asse, Eros-Thanatos, gola-vita-sesso-ano-morte si sviluppa una dialettica simbolica che ha molto a che fare con noi perché, come esamineremo tra breve, nel caso di Ferdinando Carretta, l’ano (le difficoltà a defecare) ed il sesso hanno avuto un ruolo importante nell’economia di tutta detta tragedia.

Torniamo ai 5 step che ho indicato come punti di osservazione privilegiati nella mia ricerca sulla schizofrenia:

 

1) - Rapporto frustrante con i genitori, i parenti prossimi e l’ambiente circostante, intesi anche come isolamento del soggetto rispetto al suo prossimo più ristretto.

2) - Valori psichici più indirizzati verso l’introversione.

3) - Forte inconscio rispetto all’io cosciente normale o inconscio normale e io cosciente debole.

4) - I valori di dissociazione da intendersi quali risultati di una personalità squilibrata o disarmonizzata dal punto di vista libidico.

5) - Prevalenza di aspetti astrologici negativi rispetto ai positivi e segni vari d’indebolimento di natura diversa.

 

E ripartiamo dal primo:

 

1) - Rapporto frustrante con i genitori, i parenti prossimi e l’ambiente circostante, intesi anche come isolamento del soggetto rispetto al suo prossimo più ristretto.

La strettissima quadratura Sole-Marte, enfatizzata al massimo dall’altrettanto stretta congiunzione Sole-Nettuno, dalla quadratura, sempre a meno di 1 grado, tra Marte e Nettuno e dalla congiunzione quasi assoluta di Plutone all’Ascendente, ci parla di un problema di padre, di un “enorme problema di padre.”

E, difatti, lo stesso vi era.

Questi stessi aspetti vanno, decisamente, nella direzione di una esagerata introversione.

Quanto elencato da me finora valida alquanto anche il punto 5 ed il punto 3:

 

5) - Prevalenza di aspetti astrologici negativi rispetto ai positivi e segni vari d’indebolimento di natura diversa.

3) - Forte inconscio rispetto all’io cosciente normale o inconscio normale e io cosciente debole.

 

Lo step numero 4, a mio parere, è di grandissimo interesse nell’analisi di questo caso:

 

4) - I valori di dissociazione da intendersi quali risultati di una personalità squilibrata o disarmonizzata dal punto di vista libidico.

Non tornerò a scrivere tutto quanto ho già pubblicato in diversi libri e mi limiterò, qui, solo a dire che per le mie analisi astrologiche l’indirizzo della libido è fondamentale.

La libido, secondo la mia personale Weltanschauung, fatta soprattutto di psicologia analitica e di astrologia, non è semplicemente la libidine, l’energia psico-sessuale di cui parla Freud, ma un qualcosa di più ampio, da leggersi in una visione junghiana: anche il sesso, ma a volte le corse ciclistiche, la cucina, il cinema, la poesia e via dicendo.

 

Nel caso del Soggetto essa ci viene indicata, marcatamente, dal forte stellium di Sole, Nettuno, Venere e Mercurio (quest’ultimo è in cuspide) nella terza Casa. Statisticamente parlando, tale ammasso produce scrittori, giornalisti oppure tassisti, autisti e simili; la comunicazione è il collante di tutto, sia che si tratti di un Indro Montanelli (Urano e Marte in terza Casa) che di una Oriana Fallaci (Mercurio e Giove in terza Casa) che di tanti tassisti o pony express (come lo stesso Carretta) che io conosco e che sono nati prevalentetemente nelle prime due ore del giorno (dalla mezzanotte alle due di notte) e quindi aventi il Sole in terza Casa.

 

Ma se ci stessimo riferendo ad un campione già selezionato di persone con gravi problemi psichici, a cosa farebbe riferimento tale ammasso planetario in questo specifico settore del quadro astrale?

 

Ai fratelli.

A Nicola Carretta, in questo caso.

 

E qui entriamo in un capitolo diverso, ma – a mio parere – non meno interessante per gli studiosi di questi argomenti: la direzione della libido, lo step numero 4 del mio elenco, rispetto alla genesi della malattia.

Ricondiamo quello che insegna il grande Silvano Arieti nel suo splendido trattato (Silvano Arieti, “Interpretazione della Schizofrenia”, attualmente edito da L’Asino d’Oro):

“.... è una reazione specifica ad un grave stato di ansietà, che ha avuto origine nell’infanzia e che viene provata nuovamente, in forma più intensa, in un periodo successivo della vita.”

 

Ed ecco che ci avviciniamo al punto, dall’angolo della mia prospettiva soprattutto astrologica: Ferdinando Carretta nasce con fortissime predisposizioni alla malattia mentale. Il suo Tema Natale ci parla di grossi, enormi, problemi in direzione di un fratello, soprattutto, ed in rapporto ad un problematico rapporto con suo padre.

Questa mia lettura sembra trovare una conferma esaustiva osservando le stelle del Soggetto in corrispondenza della nascita del fratello più piccolo, quando egli aveva tre anni e mezzo di età.

 

Ci torneremo.

 

Qui può esserci il primo “grave stato di ansietà” a cui fa riferimento Silvano Arieti: un bambino già estremamente problematico, con tendenze paranoiche, che vede assottigliarsi, nella sua visione specificamente polarizzata, l’attenzione del padre nei propri confronti.

Negli anni questo disagio aumenterà perché, come sappiamo, suo fratello più piccolo, fu tossicodipendente e credo anche sieropositivo, fatti per i quali ebbe “tutta l’attenzione dei suoi genitori” …

Inutile sottolineare che quando suo padre acquistò un camper per tre persone, quasi in automatico il disagio di Ferdinando ebbe un’accelerazione.

E giungiamo, così, alla seconda tappa del suo percorso di crescita difficilissimo, a quel momento così descritto da Silvano Arieti:

 

“…un grave stato di ansietà, che ha avuto origine nell’infanzia e che viene provata nuovamente, in forma più intensa, in un periodo successivo della vita.”

 

Qui potrei sbagliarmi con le date perché è difficilissimo ricostruire questa vicenda penale, “ben protetta” da tutta una serie di “paletti”, di “appropriate censure” a salvaguardia della sua privacy (?).

Credo che eravamo intorno ai quattordici anni della triste vita di Ferdinando Carretta. Ferdinando aveva difficoltà a defecare (Plutone fortissimo all’Ascendente!) Le sue difficoltà erano soprattutto in rapporto ai rumori che nel bagno di casa sua giungevano da un vicino capannone di lavoro.

 

Quando poteva, il ragazzo cercava di attuare questa importante funzione organica nel salotto di casa, luogo più protetto dai rumori, nell’appartamento di viale Rimini.

Egli aveva preso l’abitudine di defecare in un bicchiere, in una tazza o in un giornale, per poi liberarsi delle feci. Un giorno fu scoperto dal padre che lo apostrofò malamente ed i loro rapporti virarono decisamente verso il peggio, in una modalità probabilmente con poche chance di cambiamento.

 

Era avvenuto quel risveglio dei gravi stati di ansietà di cui parla Silvano Arieti nel suo trattato e Ferdinando sembra che decise allora di uccidere il padre, e anche la madre ed il fratello per non avere testimoni, per poter poi disporre liberamente della casa, soprattutto per poter defecare dove preferiva. Da notare che tale problema aveva instillato nel povero ragazzo anche un forte interrogativo sulle proprie capacità sessuali ed il quadro completo inizia – credo – a delinearsi in tutti i particolari.

A Pino Rinaldi, allora inviato di ‘Chi l’ha visto?’, Ferdinando Carretta spiegherà: “Allora ero completamente pazzo…”

 

Ancora più interessante, al netto del cordoglio che tutto ciò suscita in ognuno di noi, è tentare di leggere la vicenda dal punto di vista di Giuseppe Carretta, il padre del giovane pluriomicida.

Guardavo il suo grafico zodiacale e non capivo.

 

Vedevo una importante seconda Casa e ciò spiegava esaustivamente il successo che egli otteneva nella gestione del denaro (forse anche di fondi neri) dell’azienda per la quale lavorava. E fin qui tutto chiaro. Ma poi mi sarei atteso di trovare una tremenda quinta Casa, quella dei figli, e invece vedevo una tremenda quarta Casa, quella dei genitori e dei nonni, e allora non comprendevo…

Ho continuato a studiare il suo Cielo Natale, prima di ottenere altre notizie certe su tutto quanto era accaduto, e ho finito per comprendere che Giuseppe Carretta aveva avuto grossi, enormi problemi, sì dalla quarta Casa, ma non in rapporto ai genitori o ai nonni (forse anche da loro), bensì, soprattutto, dalla “vivibilità della propria casa” e, quando ho letto i particolari biografici di cui ho detto, mi è stato chiarissimo il perché dell’enfasi, nella simbologia astrologica, della copresenza di Marte e di Saturno in quarta Casa.

Il resto è storia.

 

E guardiamola, nuovamente, in stretto rapporto ai cieli di nascita, a quelli di Rivoluzione Solare e a quelli di Rivoluzione Lunare.

Ripartiamo da Ferdinando Carretta nato a Parma il 7 novembre 1962, all’1.45 di notte (questi dati, come tutti gli altri contenuti nel libro, li ho richiesti alle anagrafi di appartenenza. In alcuni casi ho avuto difficoltà enormi a ottenerli. Nella maggioranza dei casi si è trattato di procedimenti lunghi, ma dove i miei interlocutori, spiegato esaustivamente lo scopo della mia richiesta, sono stati gentili e disponibili. Fate molta attenzione perché sul web ho trovato errori enormi relativamente ai dati di nascita di molti dei soggetti esaminati in questo libro. In alcuni casi, come per la “Saponificatrice di Correggio”, l’ora di nascita era totalmente sbagliata. In questo caso ho trovato in rete un articolo di qualcuno che attribuiva al Soggetto una nascita avvenuta l’11 luglio e non il 7 novembre).

Oltre a quanto già scritto, si può aggiungere che certamente a Ferdinando Carretta, nel corso della sua non lunga vita, sono mancati moltissimo i piaceri, soprattutto quelli dell’amore e del sesso. Questo perché sono evidentissimi i problemi di natura sessuale: valori Vergine-Gemelli, per il segno intercettato; Plutone dominante, il Sole nettamente quadrato a Marte e soprattutto Saturno nella Casa quinta. Mentre c’è da notare che il lavoro che svolgeva a Londra, soprattutto per la sua mancata cultura, era tra quelli più adatti (valori di terza Casa).

 

Urano era la sua seconda dominante e Marte in 11a è lo stigma forte della sua azione omicidiaria.

La RS e la RL per l’evento della nascita del fratellino, sono assai pesanti e si commentano da sole.

Vediamo la RS degli omicidi.

Ben cinque astri sono presenti tra la prima e la dodicesima Casa: potremmo scommettere qualunque cifra che Ferdinando era nato pochissimi minuti prima dell’orario indicato dall’anagrafe. Ma anche in caso contrario, troviamo i tre astri in undicesima: la morte.

Il Marte in quarta, Giove al Discendente e la Venere in decima ci parlano di un grande piacere, di una liberazione, di una “rinascita”, seppure il tutto avvenne a mezzo della violenza.

 

Nella RL troviamo tre astri in cuspide prima/seconda Casa; le due Case della morte fortemente occupate, un Giove in settima che ci parla di “esplosione della volontà distruttrice” e Marte e Venere in nona Casa che, al tempo stesso, spiegano le difficoltà e il piacere del trasferimento all’estero.

 

Torniamo al padre, Giuseppe Carretta, nato a Parma il 4 gennaio 1936, alle 3 del mattino. Notiamo, oltre a Marte e a Saturno in quarta, di cui ho già scritto, il Sole e Giove in seconda, il denaro, dove egli riuscì bene, tanto da meritarsi la fiducia dell’azienda per la quale lavorava. Da notare che si favoleggiò molto, all’epoca, di presunti miliardi ch’egli avrebbe sottratto e portato via: nulla di più falso; in quella famosa cassaforte di cui egli aveva le chiavi, c’erano 63 milioni di lire. Lui ne prese tre e lasciò un assegno per la stessa cifra, essendo, in tutta evidenza, intenzionato a mettere a posto il contante al suo ritorno. E, in tema di “miliardi”, osserviamo che neanche il figlio parricida ne ebbe mai, né perché li avesse cercati né perché ne trovò. Ferdinando Carretta, infatti, fece una vita davvero magra, piena di stenti e di tristezza, mangiando pasti caldi assai di rado.

 

Da notare qui, come tantissime volte altrove, la verifica di una mia regola astrologica che ottenne una forte rilevanza statistica all’interno di un campione di 75.000 nascite su cui lavorammo io e Luigi Miele, per anni, negli anni 90, ottenendo, appunto, un risultato statisticamente enorme sulla corrispondenza tra il segno solare del padre e quello ascendente del figlio (che si può leggere anche all’inverso, come in questo caso: Scorpione per l’AS di Giuseppe e sempre Scorpione per il segno solare di Ferdinando).

Osserviamo, inoltre, il ruolo notevole che ebbe il camper in questa vicenda. Come avrete capito, il camper è anche la casa. Il soggetto aveva pessime, davvero orribili posizioni di nascita per la casa e, in questa tristissima vicenda, ciò significò, da una parte, il probabile impulso finale che fece scattare la follia omicida del figlio (per il fatto che essa fu acquistata per poter ospitare tre persone e non quattro) e dall’altra la realtà di una casa che al capofamiglia venne sottratta, rubata, dal destino in quanto egli non riuscì mai a godersela perché venne ucciso prima di poterla utilizzare.

La sua Rivoluzione Solare dell’anno della morte, ci mostra un fortissimo stellium in quarta, con Saturno, Urano e Nettuno al Fondo del Cielo e anche il Sole e Mercurio in quarta: ciò me lo spiego ritenendo che quell’ultimo anno fu davvero drammatico per la coabitazione con Ferdinando e anche perché questi simboli ci parlano di un brutto e nuovo domicilio.

Marte in settima e l’Ascendente in undicesima completano il quadro.

Similmente, per la Rivoluzione Lunare, abbiamo Saturno e Nettuno strettissimamente congiunti tra loro al Fondo Cielo e poi l’Ascendente e tre astri in undicesima Casa.

 

Nicola Carretta era nato a Parma il 12 giugno 1966, alle 5.20 del mattino.

 

Da un punto di vista didascalico, il suo cielo radix è quello che più di tutti gli altri, porta con sé gli stigmi della fine violenta a cui sarebbe andato incontro: Marte è dominante, congiunto all’Ascendente in dodicesima Casa e ben cinque astri sono presenti tra la sua dodicesima e prima Casa, cosa a cui io do un valore enormemente negativo, da sempre.

 

Anche altre due congiunzioni, strettissime, alla nascita, sono macabre e annunciatrici di eventi bruttissimi: Luna-Saturno in undicesima, la Casa più luttuosa della ottava, e l’altrettanto strettissima e cattiva congiunzione Plutone-Urano in quarta (i genitori).

Nella sua RS di morte, vediamo un AS in sesta Casa (una grave violazione alle 34 regole); Plutone in dodicesima Casa e ben quattro astri (il Sole e Giove sono in cuspide) in ottava Casa!

La RL non fu meno spettacolare: l’AS e uno stellium parecchio pesante sono in quarta Casa e ciò confermerebbe quanto dichiarato dallo stesso pluriomicida e cioè che i vari componenti della sua famiglia che egli uccise, erano svegli e coscienti al momento della loro eliminazione e furono in grado di capire ciò che stava accadendo.  Per cui dobbiamo pensare, in base a queste posizioni astrali, che Nicola, seppure per una frazione di secondi, visse in tutta l’intensità il lutto dei genitori per poi morire a sua volta assassinato.

Troviamo anche un Marte in dodicesima che si commenta da solo e ben quattro astri nel settore undicesimo, quello della morte.

Giove al Medio Cielo e Plutone in seconda gli diedero, purtroppo, una orribile visibilità in tutto il mondo.

 

Infine osserviamo le stelle della madre, Marta Chezzi nata a Parma il 15 maggio 1939, alle 11. Con i suoi cinque astri in nona Casa radix (Giove è in cuspide) qualunque astrologo, me compreso, avrebbe detto: viaggerà tantissimo… E in effetti viaggiò tantissimo e lontano più da morta che da viva: i giornali di ogni parte del mondo la segnalavano in Venezuela, alle Barbados, nei Caraibi in genere ed in altre parti del mondo.

 

Questo fu un insulto che la colpì post mortem, come sappiamo, perché si disse che lei e il marito erano spariti con i “miliardi” della ditta presso la quale lavorava Giuseppe Carretta.

L’opposizione di Plutone a Marte tra la dodicesima e la sesta Casa, sta ad indicare un passaggio difficile da superare e che lei non superò.

Interessante, purtroppo in senso macabro, la ripetizione di quel tratto di cielo di nascita nella Rivoluzione Solare della morte: di nuovo uno stellium ricchissimo in nona Casa, tanti viaggi che la poverina fece solo nell’immaginario di tante persone.

L’Ascendente in seconda Casa e una decima assai potente, con Marte e Giove (quest’ultimo è in cuspide) le diedero una enorme visibilità che sono certo non avrebbe voluto.

Da notare anche la brutta e strettissima congiunzione Saturno-Nettuno in cuspide quinta Casa (quella dei figli: ne perse due nell’attimo in cui si vide puntare addosso l’arma).

 

Per ultimo esaminiamo la sua Rivoluzione Lunare di morte. Saturno, Nettuno ed Urano, in modo macabro, sono presenti in undicesima Casa. Tre astri in sesta rappresentano una grave violazione delle 34 regole.

 

Plutone è in ottava e l’Ascendente è in settima: difficile trovarla più esplicita.

 

Una curiosità relativa alla presenza di Venere in settima: come se ci fosse stato un atto d’amore, nella sua esecuzione, seppure in mezzo a tanto orrore…

E forse ci fu: Ferdinando, raccontando a Pino Rinaldi di ‘Chi l’ha visto?’ tutto quanto, dirà, pressappoco: “A mia madre, invece, sparai diversi colpi. Poverina, non mi aveva fatto nulla e desideravo che non soffrisse…”

 

 

 

Seguono tutti i grafici zodiacali.

 

 

 



 Aggiornamento del 7/10/2023


Non chiedetemi cosa sia: l’ho trovato in rete poco fa, mentre effettuavo ricerche su di un serial killer italiano:



Maurizio Minghella

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Maurizio Minghella nel 1978 e nel 2003.

Maurizio Minghella (Genova, 16 luglio 1958 - Pavia, finché non crepa) è un criminale e serial killer italiano, condannato a 131 anni di carcere per aver commesso una serie di dieci omicidi di prostitute fra il 1996 e il 2001, a Torino quando era in semilibertà, dopo che aveva ucciso cinque donne a Genova nel 1978.


È stato condannato anche per rapina, sequestro di persona, fuga dal carcere, licantropia, vampirismo, porto abusivo di scabbia, e altri sette-otto reati inventati sul momento dal giudice.



Indice

[+]1 Biografia

2 Note

Biografia


Minghella realizza gli usi alternativi dei capezzoli.

Maurizio Minghella nasce a Genova nel 1958. Vive nel quartiere di Bolzaneto, un luogo in cui devi tenerti alla larga sia dalle baby gang che dalle caserme della polizia. Anni difficili, soprattutto quando la madre si separa dal marito e inizia a crescere da sola cinque figli, lui compreso. Forse "crescere" è un termine inappropriato, perché sono tutti alti bassi parecchio, lui compreso. Quando la madre si lega ad un nuovo compagno la situazione migliora, tra una cinghiata e l'altra.


«Era un alcolizzato e ci menava di brutto. Lo detestavo parecchio, spesso ho sognato di ucciderlo stringendogli una corda al collo. »

(Minghella ricorda con affetto il convivente della madre.)

A 12 anni frequenta ancora la prima elementare, un record che porta con orgoglio, ma che gli verrà strappato da Renzo Bossi molti anni più tardi. La madre inizia ad avere il sospetto che il figlio sia portato per lo studio quanto un ippopotamo per il volo e ne parla col suo compagno, che convince Maurizio a lasciare la scuola (tra una bastonata e l'altra). Inizia a fare piccoli lavoretti nell'edilizia, a volte il piastrellista, altre lo scagliolista, altre ancora un'attività che finisce in "ista" ma al momento non ci sovviene. Parte dei soldi che guadagna li deve dare alla famiglia, ha provato inizialmente a protestare ma poi ha capito che in fondo era giusto così, dopo il quarto molare perso.


Si trova di nascosto un secondo lavoro, rubare scooter, moto, Fiat 500 e Fiat 850. La scelta delle vetture potrebbe apparire singolare, ma si spiega con le sue ridotte capacità mentali, sono le uniche che riesce ad aprire con le chiavi giocattolo della Chicco. Viene sempre visto con ragazze diverse, un donnaiolo che attrae comunque estimatrici di nicchia, quelle che amano gli uomini bassi, con poca voglia di lavorare e totalmente cretini. Per la sua passione per la discomusic è soprannominato il "Travoltino della val Polcevera", ovviamente lo prendono per il culo ma lui ci crede davvero, tanto che installa nella sua Fiat 600 multipla uno stereo da 3000 watt e una luce stroboscopica visibile a venti chilometri dalla costa, causando lo spiaggiamento del mercantile portoghese El burritos, convinto che si trattasse del faro di Savona.


Uno dei suoi fratelli muore schiantatosi in moto, episodio che avrà poi forti ripercussioni sulla sua psiche, già assottigliata da una miriade di scapaccioni. Al servizio di leva viene riformato per disturbi mentali, poteva bastare il fisico, ma lui vuole strafare e si rivolge al medico militare chiamandolo "Principessa Zelda". Sposa nel 1977 la quindicenne Rosa Manfredi, dipendente dagli psicofarmaci[1]. Il matrimonio ha comunque vita breve, la ragazza muore in seguito ad una overdose da farmaci, in un momento di depressione dopo un aborto spontaneo. Lui non c'era, come tutte le sere era a troie.


Da questo episodio Minghella comincerà a sviluppare una morbosa attrazione per i morti, quella per le puttane c'era già, decide quindi di mischiare gli ingredienti.


Gli omicidi del 1978


I lunghi pomeriggi a Genova... se non ammazzi prostitute come lo passi il tempo?!

18 aprile, uccide la prostituta ventenne Anna Pagano, nascondendone i resti nei pressi di Trensasco. Il cadavere è ritrovato da alcuni pastori, ha la testa fracassata ed è stata seviziata con una penna a sfera conficcata nell'ano. Minghella tenta di depistare le indagini scrivendo sul corpo "Brigate Rose" anziché "Brigate Rosse"[2]. L'evidente errore di ortografia sfugge inizialmente alla polizia, che indirizza le indagini nel torbido giro dei venditori di rose pakistani.

8 luglio, a morire è Giuseppina Jerardi con le stesse modalità. Il corpo viene trovato in un'auto rubata e abbandonata, anche la Bic risulta rubata.

18 luglio, uccide Maria Catena Alba di 14 anni, che viene trovata il giorno successivo nuda e legata (altrimenti non si sarebbe chiamata Catena no?) con una specie di garrota ad un albero. Per la polizia è indubbiamente opera dell'Inquisizione spagnola, ma il Vaticano dichiara ufficialmente (dopo aver controllato bene sui libri paga) che è stata abolita nel 1834.

22 agosto, dopo una notte in discoteca uccide Maria Strambelli di 21 anni. L'associazione Strambelli-discoteca fa pensare immediatamente a Patty Pravo, vengono interrogati tutti gli abituali frequentatori del noto locale romano Piper, compresa Nicoletta Strambelli.

28 novembre, l'ultima vittima è Wanda Scerra di 19 anni, amica della Strambelli. Il cadavere viene trovato in una scarpata, la ragazza è stata violentata e poi strangolata, forse non in quest'ordine. La polizia inizia ad ipotizzare che sia opera di un serial killer[3], e rivede la strategia investigativa.

L'arresto del 1978


Minghella spiega agli inquirenti la sua invenzione del Puttan tour con delitto.

L'attenzione torna a concentrarsi sull'unico vero indizio del caso, la scritta sgrammaticata trovata sulla prima vittima. Vengono setacciati tutti i fascicoli, alla ricerca di un criminale con un quoziente intellettivo corrispondente a quello di una triglia. Spunta fuori la scheda di un ladro di automobili, arrestato due volte per il furto di una Fiat 850 coupé, proprio la stessa.


Minghella viene arrestato. La notte tra il 5 e il 6 dicembre confessa l'uccisione della Strambelli e della Scerra, ma nega le responsabilità degli altri tre omicidi. La polizia lo accusa anche di appartenere alle Brigate Rosse, lui si affretta a negare, anche per iscritto.


« No ho mai stato ale Brigate Rose, giurin giurelo. »

(Dichiarazione spontanea di Minghella messa agli atti.)

È chiaramente un trucco dei furbi ispettori, la perizia calligrafica lo incastra definitivamente. Per l'omicidio Alba gli vengono attribuiti un paio di occhiali da sole per truzzi trovati sulla scena del crimine. La macchina in cui fu trovata Giuseppina Jerardi era una Fiat 850 coupé, sempre quella dei furti (particolare sfuggito colpevolmente agli inquirenti).


Il 3 aprile 1981 viene condannato all'ergastolo per i 5 omicidi, sconterà la pena presso il carcere di massima sicurezza di Porto Azzurro sull'isola d'Elba, il posto ideale per un assassino di ragazze quanto il deserto del Mojave per un calamaro.


La semilibertà

« Minghella si mostra seriamente pentito dei suoi cinque omicidi, ha già scontato venti anni e quindi sono favorevole a concedere il regime di semilibertà. »

(Il magnanimo giudice Pittalafava nel 1996.)

In carcere si è sempre proclamato innocente, anche se le prove erano schiaccianti. Qualcuno potrebbe parlare del temporaneo manifestarsi di un alter ego cattivo, o magari di una possessione diabolica, ma chi è il cretino che crede veramente a queste cose?! A parte i giudici. E i preti.


Negli anni '80 don Andrea Gallo, fondatore della Comunità di San Benedetto al Porto di Genova, era convinto di poter recuperare socialmente Minghella (o almeno insegnargli a scrivere), tanto da chiedere la revisione del processo.


« Signor giudice, lo guardi! Guardi quella faccina smunta e contrita. Non è chiaramente l'emblema del pentimento?! »

(Avvocato di Minghella all'udienza per la revisione.)

Semilibertà: il condannato trascorre la maggior parte della giornata all'interno di un istituto di pena, ne esce per partecipare ad attività lavorative, istruttive o utili al reinserimento sociale.


Nel 1995, a 37 anni, Minghella ottiene la semilibertà e viene trasferito al carcere delle Vallette di Torino. Viene assegnato alla comunità di don Ciotti, in una cooperativa dove lavora come falegname dalle 17 alle 22. Un orario lavorativo strano, soprattutto per uno che accoppava ragazze a tarda sera. Verrebbe da dire: "Emerite teste di cazzo! Potevate offrirgli un lavoro come metronotte già che c'eravate!"


Omicidi tra il 1996 e il 2001


Minghella torna in attività.

« Minghella è un infame recidivo che ha ucciso altre 10 donne e allora, caro il mio avvocato, le sue attenuanti può anche ficcarsele su per il... »

(Il severo (e piccato) giudice Pittalafava nel 2003.)

Quando si tenta di recuperare socialmente qualcuno, si dovrebbero soppesare i pro e i contro della decisione. Se metti in una comunità un drogato può andare a finire bene (quindi hai recuperato un ragazzo che aveva fatto un errore), oppure male (lo trovi in un fosso morto per overdose e sticazzi). Se provi invece con un serial killer, può andare a finire bene (perché lo trova il padre di una delle ragazze e ci ricava le polpette per il suo pitbull), oppure malissimo (torna al suo hobby preferito).


Marzo 1997, uccide la prostituta Loredana Maccario di 53 anni, in casa della donna. Stavolta non ci sono penne in giro, ne resta contrariato e scrive sul muro con la pipì "Bruta putana analfabbeta".

Maggio 1997, strangola col laccio di una tuta da ginnastica la prostituta marocchina di 27 anni Fatima H'Didou, dopo averla picchiata e violentata. Per depistare le indagini fa una serie di scarabocchi a caso sul corpo della vittima, tradotti dall'arabo diventano: "Bruta troia analfabbeta".

Gennaio 1999, strangola con un foulard la prostituta di 67 anni Cosima Guido detta "Gina la navigata", nell'appartamento dove riceveva i clienti. Sulle scale del pied-à-terre della donna vengono ritrovati due pezzi di carta da cucina, con tracce biologiche di Minghella[4].

Febbraio 2001, uccide Florentina "Tina" Motoc, 27 anni e madre di un bambino di due. Cerca di sbarazzarsi dei vestiti della ragazza accendendo un falò, poi si spaventa per le fiamme e chiama i pompieri col cellulare della Motoc, che poi ruba[5].

È l'ultimo omicidio di Minghella, le tracce di DNA, impronte complete o parziali ritrovate nei luoghi dei delitti, le modalità simili degli omicidi, le solite stronzate fatte, la fascia oraria in cui sono avvenuti (tutti dopo le 17), portano la polizia ad arrestarlo in appena 4 anni di indagini, un successo che darà l'idea per una serie televisiva italiana intitolata CSI: Rapallo. A casa sua vengono trovati inoltre tutti i cellulari delle vittime.


Il nuovo processo


« Stavolta ce l'hai nel culo per davvero! »

« Giudice - Guarda chi si rivede! Stavolta non mi prendi per il culo, se mi indispettisci ti faccio avere l'ergastolo.

Minghella - Signor giudice, lei sembra prevenuto nei miei confronti.

Giudice - Minchiella, ti ho già detto che non devi rompere le palle!

Minghella - Ma io mi chiamo...

Giudice - ERGASTOLO!!

Cancelliere - Giudice, scrivo Minghella o Minchiella? »

Pur essendo sospettato di altri dieci omicidi di prostitute, viene condannato solo per quattro di essi. Condotto nel carcere delle Vallette, nella primavera 2001 tenta di evadere fuggendo dalla lavanderia, portando con se alcune lenzuola da annodare tra loro. Riesce ad arrivare solo al primo muro di cinta, la lavanderia è a pian terreno e il tentativo di usare come rampino un gatto si rivela infruttuoso. Viene spostato nel carcere di Biella, la mattina del 2 gennaio 2003 si fa ricoverare per dolori al petto e al braccio nel pronto soccorso del città, riuscendo a fuggire da un bagno dello stesso. Viene arrestato alle 22 dello stesso giorno nei pressi della stazione ferroviaria, ad insospettirsi è il capostazione, che aveva notato uno strano tizio aggirarsi sulle banchine con un groviglio di lenzuola annodate tra loro.


Al momento è rinchiuso in isolamento nel carcere di Poggioreale a Napoli, il suo letto è senza lenzuola.


Note

^ ...quando una ha dietro la famiglia...

^ No, non stiamo ironizzando, l'ha fatto davvero

^ buongiorno...

^ Ecco! Finalmente lo riconosciamo!

^ È lui, è lui





Aggiornamento del giorno 8/10/2023

I grafici di RS e di RL per Israele al momento dell’attacco di ieri.
Non occorre alcun commento.







Aggiornamento del 23/10/2023





Pochi giorni fa ho pubblicato, attraverso la piattaforma Amazon, il mio ultimo libro dal titolo “DELITTI&DELITTI”, edizioni Ricerca ’90, Milano, 366 pagine.

In esso ho scritto anche relativamente al grosso lavoro di ricerca e di raccolta dei dati di nascita che mi occorrevano per i miei studi.

A pagina 166 di tale libro ho pubblicato:

 

Relativamente ai moltissimi “estratti per riassunto degli atti di nascita” richiesti ad altrettanti comuni italiani in questi ultimi tre mesi, confermo che la stragrande maggioranza degli uffici di Stato Civile ha inviato quanto richiesto con gentilezza, celerità e professionalità.

 

Solo tre Anagrafi si sono rifiutate di inviarmi tale documento che ricordo essere un atto pubblico a disposizione di ogni cittadino italiano:

 

1)        Il Comune di Vazzola, Treviso, che però, a seguito della mia istanza al Difensore Civico, mi ha spedito quanto richiesto.

2)        Il Comune di Bolzano. In questo caso il Difensore Civico è stato particolarmente cortese e collaborativo ed è riuscito ad ottenere l’invio del documento in oggetto “se io avessi ripetuto la richiesta, mettendo in copia anche il Difensore Civico.” Ci sto riflettendo perché, intanto, ho dovuto chiudere il mio libro rinunciando al capitolo per il quale avevo richiesto detto documento.

3)        Molto più interessante, a mio giudizio, il caso del Comune di San Benedetto Val di Sambro, Bologna, a cui, a luglio 2023, chiesi l’estratto di nascita di Anna Maria Franzoni. Da notare che in Italia ci hanno già provato molti colleghi e colleghe, senza che alcuno ci sia mai riuscito. Circola una leggenda, in proposito, che non saprei dire se abbia qualche fondamento di verità: si dice, in ambiente astrologico, che Anna Maria Franzoni sia parente di Romano Prodi e che, per tale motivo, il comune citato abbia eretto delle barricate insormontabili nei confronti di chiunque tenti di ottenere questo certificato. A me l’Ufficio Anagrafe ha risposto, con posta certificata, che mi negava lo stesso. Allora sono stato costretto a rivolgermi, anche qui, al Difensore Civico (quello della regione Emilia-Romagna, NdR). A chiusura di libro, cioè ad oltre 50 giorni dalla mia istanza, non ho ricevuto alcuna risposta. Se ne avrò una, scriverò, spero – in un futuro mio libro – l’esito di questa quasi incredibile vicenda.

 

Ecco, a libro già pubblicato, in data 23 Ottobre 2023, cioè ad oltre 55 giorni dall’invio della mia istanza, mi è giunta la risposta del Difensore civico della regione Emilia-Romagna.

È la seguente:

 







 


 

Cosa dire?

Beh, mi sia innanzitutto consentito osservare che, secondo me, il comune di San Benedetto Val di Sambro ed il Difensore civico della suddetta regione, hanno fatto un ottimo lavoro di squadra: personalmente sono per il riconoscimento pubblico di chi si è battuto bene ed ha vinto.

Ricorrerò con i mezzi che la legge italiana mi mette a disposizione? Forse. Non ho ancora deciso, anche perché, tutto sommato, non penso che lo studio degli assassini di Bologna e dintorni, rispetto a quelli di altre regioni italiane, possa far progredire in modo così speciale i paradigmi di chi si occupi di questi argomenti.

Allora, nelle more di una mia decisione in merito, mi limiterò a pochissime osservazioni tecniche:

 

1)     Come si può leggere nella documentazione qui mostrata, anche nella sentenza del Difensore civico si continua a scrivere: “…l’estratto di nascita, a differenza del certificato, può essere richiesto…”, come a sottolineare che i documenti in oggetto siano sempre e solo due e non tre come da quando è andato in vigore “L’estratto PER RIASSUNTO dell’atto di nascita.” Infatti nel dispositivo- sentenza, credo che possa essere chiamato così, qui riprodotto, non viene neanche citata la legge precisa che regola l’emissione del documento denominato “Estratto PER RIASSUNTO dell’atto di nascita” che ricordo essere l’Art. 106 e 108 D.P.R. 3.11.2000, n. 396. E qualcuno potrebbe chiedermi: “Ma non avresti fatto prima a indicarlo nella tua richiesta o nella tua istanza al Difensore civico?” Certo, ma, rivolgendomi ad un giudice, non ho ritenuto opportuno dare allo stesso un aiutino o qualsivoglia suggerimento che è materia sua e non mia. Chiunque, leggendo gli articoli precisi della legge di cui sto scrivendo, potrà constatare che non occorre alcuna motivazione per questo tipo di documento e men che mai un giudizio sulla pertinenza o sulla legittimità dei miei studi, da parte di chicchessia.

2)     A valle di oltre mezzo secolo di richieste, a questo punto, posso affermare che l’unico “estratto per riassunto dell’atto di nascita” che non sono mai riuscito ad ottenere in Italia è quello relativo ad Anna Maria Franzoni. Probabilmente per molti questo sarà un dato insignificante e invece per me non lo è e lo sottolineo.

3)     Dato che in detto giudizio-sentenza viene messa in dubbio la realtà del fatto che decine e decine e decine di comuni italiani, di ogni regione, mi hanno rilasciato detto documento, allora pubblico qui i primi dodici che mi trovo a portata di mano, ma – se fosse necessario – potrei produrne molti di più. 








Aggiornamento del 3 Novembre 2023:


Disponibile la versione cartacea del mio libro “Il Blog di Ciro Discepolo IV Parte”, di 626 pagine nel formato 17.78 x 25.4 centimetri.

Ecco la prefazione:

PREFAZIONE

 

Questo è il quarto dei volumi che raccolgono diversi anni del mio blog sul sito cirodiscepolo.it.

Il volume III lo pubblicai a novembre 2019 e dunque sono trascorsi quattro anni esatti dalla pubblicazione dell’ultimo volume e presento oggi il quarto della serie.

Perché ho impiegato tanto tempo, pur avendo moltissimo materiale a disposizione?

Perché non sono riuscito a trovare chi mi aiutasse. Confesso che trovo abbastanza assurdo il dover investire tempo ed energie per un lavoro di semplice “copia e incola” e di piccolo editing che potrebbe fare chiunque lasciandomi così tempo ed energie per impegnarmi in opere di maggiore interesse (credo), ma le cose stanno così e non le posso cambiare.

Ho atteso, come ho appena precisato, quattro anni per aiuti redazionali che mi erano stati promessi e che poi sono venuti meno e alla fine ho deciso di lavorarci io.

Avrei potuto abbandonare tale progetto e lasciare i primi tre volumi come testimonianza storica di questo pur importante capitolo della mia vita lavorativa, ma, alla fine, ho deciso di impegnarmi in prima persona perché penso che detti volumi possano essere utili soprattutto per due ragioni:

 

1)        In essi si può trovare la cronologia scritta – o fotografica, se preferite – del mio cammino di autore: una specie di diario di bordo con cui pubblicamente ho arricchito, giorno dopo giorno, le mie conoscenze in campo astrologico e le ho donate a Tutti.

2)        Come alcuni sanno, spesso è accaduto – e forse accadrà di nuovo – che alcuni miei scritti a mio parere importanti siano “spariti” dal web, anche essendo stati pubblicati più volte, e allora in questo modo, io tento di salvarli pubblicandoli su carta e facendoli avere ad alcune importanti biblioteche pubbliche e private, italiane e straniere, a favore di quei pochissimi studiosi futuri poco amici dei pompieri di Fahrenheit 451.

 

Ed in tal senso, nelle prime pagine che seguono, potrete trovare un documento che ritengo abbastanza prezioso: l’intero carteggio di un’altra brutta vicenda di censura che mi ha riguardato, ancora una volta, e che a mio parere è bene che resti scritta nei libri di storia. Mi riferisco al “muro” con cui alcune istituzioni emiliane mi hanno negato il documento di nascita di Anna Maria Franzoni, impedendomi di studiare quel caso sotto il profilo astrologico-criminologico.

Ancora una cosa. Il primo volume di questa serie raccoglie i miei blog giornalieri pubblicati tra dicembre 2007 e settembre 2008 per un totale di 450 pagine stampate nel grosso formato di 17,78x25,4 cm.

Il volume II riporta i miei blog compresi tra ottobre 2008 e dicembre 2009, per un totale di 508 pagine, nello stesso formato.

Il terzo volume, di 474 pagine, va dai blog di gennaio 2010 a quelli di dicembre 2010.

Questo volume, il IV, parte da gennaio 2011 e si deve fermare a meno della metà di maggio dello stesso anno, avendo raggiunto, sempre in questo grosso formato, oltre 610 pagine stampate.

Aggiungo, inoltre, che in questo volume ho eliminato tutte le foto e le immagini varie, ad esclusione dei grafici zodiacali strettamente indispensabili.

Questa è la prova, credo, che soprattutto quell’anno lavorai intensissimamente al mio blog dedicando allo stesso anche otto ore al giorno, tutti e trecentosessantacinque giorni dell’anno…

Ho ricevuto segni di riconoscenza rispetto a ciò? Beh, questo è un altro discorso e preferisco sorvolare su tale argomento.

 

P.S. Per forza di cose, mi sono limitato solo a dei “copia e incolla” e senza procedere ad un lavoro di editing, ma penso che questo materiale risulterà utile ugualmente. 



Aggiornamento del 4 Novembre 2024

Il numero “oro” di ASTRA 2024, fresco di stampa… All’interno anche un mio ampio articolo-analisi (con previsioni) sui vari conflitti mondiali e con particolare riferimento alla guerra Russo-Ucraina e a quella in Medio Oriente. Buona lettura a Tutti.



Aggiornamento del 10/11/2023

Per I Lettori che mi stanno seguendo sulla questione del rifiuto, da parte del comune di San Benedetto Val di Sambro, confortata dal parere del Difensore civico della regione Emilia-Romagna, a rilasciarmi un “estratto PER RIASSUNTO dell’atto di nascita” di Anna Maria Franzoni.

In questo caso il Difensore civico ha chiesto al comune di Vazzola (TV) di fornirmi quanto ho loro richiesto.





 Aggiornamento del 16/11/2023

Just arrived!

Il primo libro di Amata Gioviale che, come dice l’Autrice, vuole essere l’inizio di una lunga serie. Ed io glielo auguro.


 






Per Tutti. Non è una notizia importante, ma vi invito a leggerla perché potrà spiegare, a qualcuno, il perché di un certo rumore di fondo che disturba, da qualche anno, l’Astrologia:

http://ilblogperidepressi.wordpress.com/ 

For Everybody. It is not an important news, but I invite you to read it because it can explain, to someone, the why of a certain noise leading that disturbs, from a few years, the astrology:

 http://ilblogperidepressi.wordpress.com/ 

 

Ciro Discepolo

www.cirodiscepolo.it  

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Per vedere bene i grafici zodiacali e le foto, occorre cliccarci sopra: si ingrandiranno. 

Una bibliografia quasi completa di Ciro Discepolo:

An almost complete bibliography of Ciro Discepolo:

 http://www.amazon.com/Ciro-Discepolo/e/B003DC8JOQ/ref=sr_ntt_s 

e

http://www.programmiastral.com/download/bibliografia_completa_di_ciro_discepolo.xls