lunedì 4 ottobre 2021

Il dataroom di Milena Gabanelli sulla vergogna dell’ostracismo ai vaccini cinesi (e non solo a quelli): una delle poche voci libere in mezzo ad un esercito di giornalisti mercenari e prezzolati che declinano il Pensiero Unico 24 ore al giorno e trecentosessantacinque giorni all’anno, a trecentosessanta gradi


Sappiamo che ci libereremo dal Covid quando la quasi totalità dei cittadini del mondo sarà vaccinata. I vaccini più diffusi sono sette: PfizerModernaAstraZenecaJ&J, il Covishield prodotto in India su licenza AstraZeneca, e i cinesi Sinopharm Sinovac. E l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) li approva tutti.

I vaccini non riconosciuti: le ragioni

L’Agenzia europea per i medicinali (Ema) non riconosce i vaccini cinesi (2,2 miliardi di dosi somministrate in Asia, decine di milioni in Sudamerica, 2,1 milioni in Ungheria), e quello indiano (oltre 733 milioni di dosi fatte in India e 5 milioni in Gran Bretagna). Le ragioni sono dovute alle informazioni insufficienti e, nel caso della Cina, anche all’impossibilità di ispezionare i luoghi di produzione. L’Agenzia per i medicinali statunitense (Fda) riconosce solo i suoi 3 (Pfizer, Moderna, J&J) e non AstraZeneca perché la multinazionale inglese non ha mai fatto richiesta. E poi c’è il vaccino russo Sputnik: 89 milioni di dosi somministrate in Russia e 1,9 milioni fra ungheresi, slovacchi e serbi. Nel mondo 54 Paesi ne hanno ordinate 448 milioni, ma non è approvato da nessuna delle tre autorità sanitarie internazionali perché non è in grado di produrre la documentazione richiesta dagli enti regolatori e dall’Oms.

 

 


 

Approvazione ed efficacia: differenze

Se un vaccino non è approvato dall’autorità di un Paese terzo vuol dire che non funziona? No, significa che non corrisponde agli standard necessari alla sua commercializzazione in quel dato mercato. Infatti, i cinesi Sinopharm e Sinovac sono classificati dall’Oms efficaci nel prevenire la malattia rispettivamente al 79% e al 51%, l’indiano Covishield al 63,09% e per Lancet il russo Sputnik al 91%. Per avere un confronto: Pfizer è al 95%, Moderna al 94,1%, J&J all’85,4% e AstraZeneca al 63,09%. Le percentuali per tutti si alzano nella protezione contro le ospedalizzazioni. Il timore è che tutti quelli che noi non consideriamo ben protetti possano essere diffusori del contagio. Ma, allora, come si fa oggi a pensare ad una vera ripartenza, senza dare la possibilità di muoversi liberamente a chi ha fatto un vaccino non in commercio sul mio territorio? È un po’ come se un asiatico indossasse un paio di occhiali da vista senza il marchio CE. In Europa quegli occhiali non possono giustamente essere venduti, ma non possiamo dire che non lo aiutino a vedere meglio, e tantomeno considerarlo privo di occhiali, anche se c’è il rischio che quelle lenti si appannino al minimo cambio di temperatura. Vediamo come funziona nella Ue.

 

 

Le regole Ue

Dal primo luglio nei 27 Paesi Ue è obbligatorio essere vaccinati per salire su un aereo senza fare il tampone; il Green pass viene rilasciato a coloro che hanno completato il ciclo vaccinale con uno dei quattro sieri riconosciuti dall’Ema. Altrimenti tampone e quarantena di 5 giorni. La Commissione europea, però, ai fini della libertà di circolazione ha lasciato agli Stati membri la libertà di rilasciarlo anche a chi ha fatto altri tipi di vaccino. Ebbene, ad oggi sedici Paesi non danno il Green pass a chi ha fatto il vaccino cinese. Lo rilasciano solo in Austria, Bulgaria, Slovenia, Croazia, Cipro, Grecia, Olanda, Spagna, Svezia, Finlandia e Ungheria. Sette non lo riconoscono a chi ha fatto quello indiano, venti a chi quello russo. Per i vaccinati Sputnik, libera circolazione in Grecia, Slovenia, Bulgaria, Croazia, Slovacchia, Ungheria e Cipro.


Le disposizioni in Italia

In Italia la circolare del Ministero della Salute del 30 luglio dispone che, per chiunque arrivi nel nostro Paese con un certificato che attesti l’avvenuta vaccinazione con uno dei 4 sieri riconosciuti dall’Ema, il certificato vale come Green Pass. Dal 23 settembre la disposizione è stata estesa anche per l’indiano Covishield, pertanto stranieri o italiani vaccinati con il siero indiano possono prendere voli interni, treni a lunga percorrenza, entrare nei cinema e nei ristoranti e all’università, come già avveniva in altri 19 Paesi Ue (Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Olanda, Repubblica Ceca, Romania, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria). Gli italiani o stranieri vaccinati con sieri cinesi sono considerati non vaccinati e quindi non possono muoversi liberamente, inclusi gli studenti iscritti alle nostre università, che non possono frequentare se non facendo un tampone ogni 48/72 ore. Hanno acquistato Sinovac e Sinopharm anche in Indonesia (191 milioni di dosi), Brasile (95), Filippine (34), Bangladesh (29), Thailandia (27), Argentina (25): tutti Paesi da cui spesso provengono colf e badanti. Mentre in Sud America ci sono milioni di italiani residentiSputnik è stato somministrato ai residenti di San Marino (38 mila dosi)Per loro è stato fatto un decreto apposta: fino al 15 ottobre possono muoversi liberamente presentando solo il certificato di vaccinazione. E dopo? Nessun Green Pass, invece, a chi per fare prima è andato in Serbia a farsi il vaccino russo, o alle colf e badanti vaccinate con Sputnik. E quanti sono gli italiani — dentro e fuori i confini — che per ragioni personali o di lavoro hanno fatto vaccini non riconosciuti? Il dato non è noto. In Veneto hanno segnalato il problema in 690, in Emilia-Romagna tra 800 1.200.

 


 

La posizione della Commissione europea

La questione è solo politica, visto che il Green pass è una carta d’identità che distingue chi è vaccinato da chi non lo è. Tant’è che la Commissione europea sta sollecitando gli Stati membri ad adottare una linea comune, poiché avere in giro persone che hanno fatto un vaccino diverso dal nostro rappresenta un rischio accettabile.

 

 

“Siccome non è possibile fornire a tutto il mondo gli stessi vaccini, ai fini della libera circolazione, occorre riconoscere quelli degli altri. E più si prendono decisioni lineari e chiare, più si tolgono pretesti a complottisti, negazionisti e indecisi”

 

 


 

Tutti i paradossi

Niente Green Pass ai 600 cittadini italiani che si sono prestati alla sperimentazione del vaccino ReiThera, che però possono circolare liberamente con un certificato che li esenta dall’essere vaccinati (come se non lo fossero stati!) fino al 30 novembre. La Gran Bretagna considera, invece, come vaccinati i suoi 19 mila volontari che hanno sperimentato Novavax e Valneva. Per entrambi l’Ue li considera non vaccinati. Poi c’è il caso Stati Uniti. Se per i motivi ammessi (lavoro/studio) un cittadino europeo vaccinato con AstraZeneca deve andare negli Usa, quando arriva deve fare sette giorni di quarantena perché non lo considerano vaccinato. E comunque prima di imbarcarsi, anche se ha fatto uno dei tre vaccini riconosciuti dall’Fda, deve aver trascorso 14 giorni fuori dall’area Schengen. Mentre in Italia può entrare qualunque turista americano. Eppure, gli Usa contano 240 contagi su 100 mila abitanti contro i 37 italiani (dati su sette giorni). Uno svizzero può imbarcarsi per gli Usa direttamente, senza passare prima due settimane da qualche parte, anche se lì i contagi sono il triplo dei nostri.


Gli italiani non possono andare in Giappone, che esclude gli ingressi per turismo, anche se hanno uno dei vaccini Pfizer, Moderna e AstraZeneca riconosciuti dalla loro agenzia regolatoria (Pmda). Però i giapponesi sono ammessi in Italia anche per turismo, basta un tampone, e se non vaccinati (o con vaccini diversi da quelli riconosciuti Ema) isolamento di 5 giorni. Idem per l’Australia: noi i turisti australiani li faremmo entrare, ma non possono venire perché i loro confini in ingresso e uscita sono chiusi da marzo 2020 e così rimarrà fino a metà 2022. Hong Kong riconosce tutti i vaccini, ma in ingresso tratta tutti come se non fossero vaccinati, e li spedisce a loro spese in uno degli alberghi designati dal governo, per 14 o 21 giorni (a seconda del Paese di provenienza). E durante la quarantena tutti sottoposti a tre tamponi.

dataroom@rcs.it

 

AGGIORNAMENTO DELL’8/4/2021 


TRE FOTO EMBLEMATICHE DELLA STORIA DELLA PANDEMIA IN ITALIA

 

Per quanto riguarda l’osservatorio italiano, io credo che tre foto possano essere emblematiche di tutto quanto è stato “quel maledetto imbroglio della pandemia nel nostro paese”.

 

La prima foto che osservate, a seguire, è un rettangolo nero, ma in origine non si trattava di questo.

Essa mostrava il presidente del Consiglio Giuseppe Conte nel corso della prima o della seconda conferenza stampa (quella del 30 gennaio 2020?) in cui, con aria grave, informava i cittadini italiani di questa terribile piaga che era stata appena ufficializzata dalla Organizzazione Mondiale della Sanità.

Dopo avere riferito le notizie principali sulla pandemia del Covid-19, il Premier, distillando le proprie parole e assumendo un’aria responsabile e serissima come si conviene a chiunque sia in grado di salvare milioni di cittadini da un flagello simile, ripeteva più volte i due straordinari atout di cui disponevamo per non ammalarci:

 

-         Il distanziamento sociale

-         Starnutire nel proprio gomito ad ogni occorrenza

E il rettangolo nero che vedete sotto è proprio la foto di Giuseppi che si propone nell’imitazione, assai riuscita, di fermare la diffusione del Covid-19 starnutendo nell’incavo del proprio braccio-avambraccio:

 

“Ricordate: ogni volta che avrete bisogno di starnutire, fatelo in questo modo!”.

 

 

 



 

Potete immaginarvi come tale foto o tale brevissima sequenza di frame ci verrebbe riproposta oggi, a distanza di centinaia di migliaia di morti, a ogni ora del giorno e della notte, su tutte le televisioni del mondo…

Ma tale foto, come per magia, è sparita: letteralmente!

Non ve n’è più traccia. Lavoro di grande maestria e intelligenza di chi ha curato l’immagine del Presidente del Consiglio in quel periodo.

Naturalmente il Nostro non parlò neanche per un secondo di mascherine con cui coprire naso e bocca e insistette:

 

“Ricordate: distanza sociale di più di un metro e starnutire nel proprio gomito!”.

 

Meraviglioso.

 

 

La seconda foto riguarda il commissario Massimo Arcuri che a distanza di molte settimane, per la prima volta dall’inizio della pandemia e precisamente il 4 aprile 2020, pronunciò la parola “mascherine”1.

Dopo che il nostro governo aveva regalato alla Cina, nelle prime settimane della pandemia, cargo e cargo di mascherine che poi avremmo ricomprato dalla stessa Cina mesi dopo e a prezzi da Quadrilatero della Moda, Arcuri informava il Popolo che, da assolute evidenze scientifiche, risultava l’altissimo valore protettivo delle mascherine, soprattutto le FFP2 e le FFP3, al posto della metodologia suggerita da Conte: lo starnuto nel proprio gomito.




 

Non mi soffermo sulle inchieste in corso per le grosse tangenti che sarebbero state pagate per avere mascherine e siringhe “altamente performanti” dalla Cina e per le quali ci sono diversi indagati, ma vorrei solo rammentare che io e mia moglie, “senza saper né leggere né scrivere”, e facendo delle semplici ricerche su Internet, già a metà febbraio 2020 ci eravamo procurati su Amazon (che ne aveva ancora) delle mascherine FFP2 e giravamo con le stesse per Milano, quando, purtroppo, i medici e gli infermieri degli ospedali milanesi non ne avevano e morivano a centinaia.

 

 

La terza foto, a mio modo di vedere, non è meno importante delle altre due. Essa mostra la cerimonia ufficiale con cui il giorno 19 marzo 2020 (se ricordo bene), a Wuhan, in Cina, davanti a una folla sterminata di cittadini, ci fu la cerimonia di uscita ufficiale dalla pandemia: un uomo di mezza età abbraccia una giovane donna e si stringono affettuosamente l’uno all’altra, entrambi con tanto di mascherina, ma a stretto contatto di orecchie.

 



 

Ogni commento lo lascio ai Lettori

 

Nota:

La conferenza annuncio di Massimo Arcuri sulle mascherine

 

Annotate bene anche questa data odierna (4/4/2020)

 

Anche io, come tanti, credo, ho ascoltato con la massima attenzione la conferenza stampa di oggi di Domenico Arcuri, commissario per il potenziamento delle infrastrutture ospedaliere necessarie a far fronte all’emergenza Coronavirus.

Ho imparato molte cose e credo che dopo questa lezione potrei scrivere, come voi, una breve tesina sull’argomento mascherine.

Arcuri si è trattenuto a lungo sulle mascherine di tipo 1 e di tipo 2, dettagliandoci su ogni loro particolare e ripetendoci, per l’ennesima volta, che esse non servono a difenderci dal contagio, ma sono utili soltanto a difendere gli altri dalla nostra infezione.

Poi, quasi in una frazione di secondo, ha aggiunto: “Le mascherine FFP2 e FFP3 riescono ad evitarci di essere contagiati dagli altri”.

 

Ecco, finalmente, dopo oltre tre mesi dall’inizio della crisi (che ufficialmente è iniziata a fine dicembre), per la prima volta, un esponente del Governo e/o delle varie commissioni governative che si occupano di tale grave emergenza, lo ha ammesso: le mascherine possono salvarci dal Coronavirus.

 

Io e Daniela, “senza saper leggere e scrivere”, quando la faccenda iniziava a farsi seria, e le mascherine erano disponibili, ci siamo letti le specifiche dei vari tipi e ne abbiamo ordinate alcune, per noi, del tipo FFP2, che abbiamo indossato subito e ogni volta che uscivamo.

Credo che tanti tra voi avranno fatto lo stesso. Ma chi non lo ha fatto è solo perché continuavano a dirci, ogni giorno: “Le mascherine non servono. Osservate la distanza di sicurezza di 1 metro e lavate spesso le mani!”.

 

 

 

Purtroppo, credo, siamo davanti all’ennesima prova che tante cose, nel nostro paese, vengono gestite con i canoni della commedia all’italiana, tra il sorriso e il dramma.

E, allora, non me ne voglia il commissario Arcuri, ma tutta questa sceneggiata che va avanti da mesi, mi fa pensare alla breve lezione di sesso che Massimo Troisi impartisce a Robertino nel film “Ricomincio da tre”. Riascoltatela, ve la suggerisco.

 

 



 

http://www.programmiastral.com/download/breve_lezione_di_sesso_a_Robertino.mp4

 

Aggiornamento dell’11/10/2021

 

Di ritorno da Dubai

 

Questa volta sono rimasto lì solo poche ore, sedici per l’esattezza, e rimanderò a una prossima puntata il tentare di godermi l’Expo 2020.

All’andata, a Malpensa, mi è accaduta la stessa cosa di pochi mesi fa: mentre degli addetti alla sicurezza volevano controllare la mia documentazione Covid-19, hanno visto il biglietto per Dubai spuntare dal passaporto e mi hanno fatto segno di passare…

A Dubai, dove mi era stato riferito che mi avrebbero controllato sia in entrata che in uscita, poche ore dopo, non l’hanno mai fatto, in entrambe le direzioni. Anzi, siccome dopo l’operazione alle cataratte, sto molto meglio alla vista, riesco a fare il riconoscimento facciale e i controlli si sono ridotti, sia in entrata che in uscita, a circa due minuti di tempo davanti ai gate controllati elettronicamente…

Al ritorno a Malpensa, invece, ieri sera tardi, sono stato tra i pochissimi sorteggiati in mezzo ai circa trecento passeggeri in arrivo con Emirates e mi hanno fatto fare un tampone rapido in cui ho perso una decina di minuti e ho buttato via 20 euro dato che il test molecolare era ancora valido. Pazienza…

 

Resto convinto che Draghi sia un grande e che stia traghettando il Paese fuori dal grande tunnel dove lo avevano gettato i suoi predecessori. Lui si è trovato a gestire la pandemia e lo sta facendo anche più duramente degli altri capi di stato: siccome, come avevo anche scritto due anni fa, egli sta realizzando “un nuovo rinascimento” di cui il PIL oltre il 6% è soltanto l’indice più schiacciante di tale realtà, non lo biasimo e nell’attuale dittatura politico-sanitaria mondiale di cui scriverò in dettaglio nel mio libro dedicato a tale argomento, accetto, seppure con grande riluttanza, le privazioni di libertà personale a cui ci stanno piegando in modo assolutamente antidemocratico (in Norvegia, per esempio, dove non c’è né vaccino né green pass obbligatori, le Autorità fanno pressioni affinché la popolazione si vaccini in grande percentuale, ma i vaccinati non devono firmare che accettano le conseguenze del vaccino a proprio rischio e pericolo).

Il Premier è soprattutto un economista e la sua visione è quasi del tutto saturata da obiettivi di crescita finanziaria: mi sta anche bene, se ciò, come avevo previsto da decenni, ci farà rivedere la luce del tipo di quella dei favolosi anni Sessanta.

Ma su ciò sto scrivendo nel libro che in questo momento non ha la precedenza nei miei target e potremo tornarci sopra più avanti.

Una nuova incognita, però, si sta inserendo nel panorama politico italiano: quella che sbrigativamente la quasi totalità della stampa attribuisce ai “fascisti-no vax” stranamente attivi su di un argomento quasi del tutto estraneo agli stessi (mi riferisco ai disordini di Roma e di Milano dell’ultimo wekend).

 

E nello stupidario quasi infinito, ispirato ai deliri di molti “virologi” in veste di moderni sacerdoti del Faraone, l’altro ieri, a Malpensa, imbarcandomi per Dubai, ne ho vista un’altra: al solito bar dove bevo un caffè e, spesso, mangio un panino al prosciutto crudo, hanno messo una fascia azzurra di separazione tra i tavolini (tutti interni all’aeroporto: da una parte tavolini con sedie per i viaggiatori muniti di green pass e dall’altra tavolini in piedi, separati solo con un nastro dai precedenti, per i non aventi il green pass). Domanda: ma come fa un no green pass a entrare all’interno di Malpensa?

Ho preferito non fare domande difficili a persone addette all’ordine pubblico che eseguono solo ordini impartiti da scienziati di altissimo livello che tutto il mondo ci invidia, a cominciare da Burioni.

Ci torneremo, ma intanto vi lascio con una domanda: “Io e mia moglie stiamo resistendo — è il caso di dirlo — da quasi due anni e non abbiamo mollato, scegliendo la strada difficile del vaccino Sinofarm che non fa parte della spartizione della torta. Abbiamo sperato che l’EMA, che crede di essere “superiore” all’Organizzazione Mondiale della Sanità (“Superiore? — rivolto al secondino — ma superiore a chi?”, da “Detenuto in attesa di giudizio”, di Nanni Loy e con Alberto Sordi) si decidesse, con un po’ di vergogna, a non farsi sgamare del tutto, ma sembra che non sarà così perché il Governo lo ha già dichiarato in più occasioni e a chiare lettere, se ci dovesse essere una sanatoria per i “no vax” come me e come Daniela, questa significherebbe soltanto che ci potremmo mettere in regola continuando annualmente a farci iniettare Pfizer o Moderna o un altro vaccino della torta. Dunque sembrano assai improbabili aperture future in tal senso e la questione è se smettere quasi di vivere socialmente (ristoranti, viaggi, cinema, alberghi e molte cose ancora) oppure accettare la dittatura del passaggio, in tempi brevi, a un vaccino, da ripetere ogni anno, un vaccino che oltre tutto, fra poche settimane, sarà gestito dalle sole farmacie e con il rischio che le meno performanti in tale settore non riusciranno a garantire la temperatura quasi polare di conservazione delle fiale, temperatura che ci dovrebbe garantire di non morire a causa del vaccino stesso.

Pensateci e ne riparleremo.

Se così non sarà, dipenderà dal fatto che, molto probabilmente, il Grande Fratello Mondiale in cui Mario Draghi si è trovato, suo malgrado, a fare i conti, riterrà fastidiose anche queste mie esternazioni e mi chiuderà il blog.

Aspettando un vero e salvifico Grande Reset.  

 

 


Foto Federconsumatori



AGGIORNAMENTO DEL 13 Ottobre 2021

Il paradosso dell’autorizzazione definitiva al vaccino Pfizer il 23 agosto 2021



 

 

Ho sempre seguito, da decenni a questa parte, soprattutto con ammirazione, l’attività per molti versi rigorosissima del Food and Drug Administration (FDA) che negli USA è una sorta di “Cassazione” per approvare definitivamente qualunque tipo di farmaco.

Nei decenni passati questo ente, prima di apporre il proprio sigillo di licenza senza riserva ad ogni nuovo medicinale, ha portato avanti anche per lustri studi e ricerche al fine di scoprire se, anche a distanza di tempo, determinate molecole potevano arrecare gravi danni alla salute delle persone, ben oltre i benefici che i prodotti sottoposti a test si candidavano ad ottenere.

Come potete vedere dai due screenshot qui riprodotti (ma la stampa si è espressa praticamente all’unisono in tal senso), la cosa è stata annunciata come una vittoria da parte dei vari comitati tecnico-scientifici che lo affermavano già da molti mesi prima.

L’esercito di bravi soldatini mercenari e prezzolati al servizio del Pensiero Unico, esercito composto sia dai frequentatori del Bar Sport che dagli scienziati-divi televisivi e anche da giornalisti e politici, ha battuto questa notizia quasi H24, pensando — forse — che il popolo babbeo di telespettatori non avrebbe letto l’elefantiaco paradosso all’interno di ciò.

Infatti, detti soldatini amplificati soprattutto nell’etere, non si sono accorti (molti di loro hanno cervelli tutt’altro che brillanti!) che proprio ribadendo che dal 23 agosto 2021 il Food and Drug Administration, aveva scritto il suo sì definitivo all’uso di tale vaccino, era la prova che nei mesi precedenti tale farmaco andava considerato “sperimentale”, “molto sperimentale”, e dunque appariva lampante, tranne ai “ciechi”, che l’uso quasi obbligato dello stesso, ottenuto soprattutto a mezzo di minacce neanche tanto velate, era stato, per molto tempo, del tutto illegittimo mentre un esercito di “scienziati con la stella di sceriffo appuntata sul petto” ci diceva esattamente il contrario.

 

E vogliamo parlare del “doppio cieco”, pratica fondamentale nella sperimentazione seria di ogni farmaco?

No, di questo, nei deliri televisivi portati avanti quasi nella modalità H24, non si è mai parlato.

Come tutti sanno il doppio cieco consiste nel fatto che sia i medici che i pazienti impegnati nella sperimentazione di un farmaco nuovo, non devono sapere chi farà parte del 50% per cento a cui andrà il medicamento, vaccino o prodotto microbiologico che sia e quale sarà, invece, l’altro 50% a cui andrà somministrato un semplice placebo: per esempio dell’acqua distillata.

Perché non si è parlato neanche per pochi minuti di ciò?

Davvero mentre le persone morivano a migliaia a metà degli stessi era stata somministrata acqua distillata?

A quanti di loro?

E quanti morti da acqua distillata o Evian ci sono stati nel mondo durante i pochi mesi di sperimentazione turbo che il Food and Drug Administration ha portato avanti relativamente al vaccino Pfizer?



AGGIORNAMENTO DEL 15 Ottobre 2022

Momenti di tensione alla manifestazione No Green Pass di Milano

Sembra ce ne sia stata più d’una. Ho cercato, da questa mattina, notizie sul sito della Prefettura e del Comune di Milano: niente. Ho cercato in rete e ho trovato solo un accenno alla “manifestazione in piazza Fontana”. E lì mi sono recato e posso testimoniare che vi sono stati davvero momenti di tensione, però sotto lo sguardo protettivo della Madonnina che è a pochi metri da lì. Ma lascio ogni commento soprattutto alle foto. Io posso confermare che c’era un’imponente presenza di forze dell’ordine e di rappresentanti della stampa (giornalisti, fotografi, fotoreporter). Si vedevano anche alcuni manifestanti tra cui credo di avere riconosciuto persone certamente eversive (le due famiglie con il cane e il signore anziano con la bicicletta). 

Fortunatamente non ci sono stati morti e neanche feriti (credo un solo svenuto. Per la noia).

Ho riconosciuto con certezza, invece, diversi rappresentanti del Club Bocciofili di Busto Arsizio.























AGGIORNAMENTO DEL 29 OTTOBRE 


Rinviamo a fine anno l’ultima riunione congiunta Zoom (iscritti a Ricerca ’90 ed ex allievi diretti dei miei corsi di Astrologia Attiva) del 2021 per salutarci, farci gli auguri e per darvi informazioni più aggiornate sulla messa online del nuovo software che sostituisce Aladino: stiamo lavorando molto e siamo a buon punto, ma il lavoro è davvero immenso...

Speriamo di riuscire a renderlo disponibile, per abbonamento, entro gennaio.

Troverete qui e sui social notizie al momento opportuno.

Un caro saluto a Tutti.



Aggiornamento del 2/11/2021

 

Milano è sempre un passo avanti a tutti. Lasciatemelo dire.

 

Mentre a Roma si decide di protrarre lo “stato di emergenza” fino alla prossima estate, qui a Milano si riesce a fare molto meglio e da fonti ufficiali di guardiola si apprende che la Esselunga, nel suo programma di fidelizzazione con questa grande azienda italiana, di cui sono un fan, ha proposto, ai suoi clienti più affezionati, ben 1000 punti premi a chi sottoscriverà un’autocertificazione con la quale ci si impegni a chiedere il prolungamento del green pass per almeno i prossimi dodici anni.

 

Milan l’è un gran Milan!


***


Ricevo e volentieri pubblico:


Buon pomeriggio,


Sono Giulia Esposito e mi occupo della redazione di articoli per il blog di prontobolletta.


Vi contatto perchè volevo presentarvi un articolo che abbiamo recentemente scritto riguardo le città italiane più pericolose in termini di sicurezza stradale.

In particolare, sulla base dei dati raccolti dall'ISTAT, il nostro team ha redatto una classifica delle città coinvolte e abbiamo pensato potesse essere una notizia interessante per il vostro sito cirodiscepolo.blogspot.com


Sentitevi liberi di inserire questo articolo originale nel vostro sito web così com'è o modificarlo a seconda delle vostre esigenze editoriali. Se interessati, abbiamo a disposizione anche immagini di corredo e un'infografica da poter aggiungere.


L'infografica contiene la classifica completa ed è interattiva, così da migliorare la user experience.




La classifica delle città con più incidenti stradali:


L’arrivo della pandemia ha causato non pochi disagi a livello sanitario ed economico e molti settori hanno subito importanti cambiamenti. Primo fra tutti è il settore dei trasporti e, nello specifico, la mobilità e gli incidenti stradali che ha registrato ottimi miglioramenti!

Nel 2020, secondo le fonti ufficiali dell’ISTAT, si è registrato un decremento record per numero di incidenti stradali e persone coinvolte. Il fatto che, i governi, in generale, avessero bloccato quasi totalmente la mobilità delle persone durante certi periodi dell’anno, può spiegare questi dati. Tali precauzioni erano state prese principalmente per contenere i contagi e limitare la seconda ondata della pandemia e a beneficiarne, nel medio termine, è la sicurezza stradale!

Gli incidenti stradali e le vittime della strada: numeri positivi

Infatti, per quanto riguarda il numero di vittime e feriti per incidenti stradali, abbiamo registrato un calo, rispettivamente, del 24,5 % e del 34% rispetto al 2019. Andando ad analizzare, invece, il numero di incidenti stradali nel 2020, si è registrata una diminuzione del 31,3% rispetto all’anno precedente. La diminuzione di incidenti interessa ogni ambito stradale come le strade urbane, extraurbane e autostrade.

In generale quindi, il numero di vittime per i diversi utenti della strada si è ridotto notevolmente (motociclisti, pedoni, conducenti di mezzi pesanti,..) per fortuna ma, in compenso, si segnala la prima vittima su un monopattino elettrico nel 2020. 

La diffusione di questi mezzi elettrici è sempre più elevata, grazie anche ai nuovi modelli di batteria e alle offerte energia apposite.

Sulla base di questi dati, è stato possibile per prontobolletta redigere una classifica delle città italiane tenendo in considerazione il relativo numero di incidenti stradali. Qui possiamo osservare la classifica completa delle città più pericolose da un punto di vista della sicurezza stradale. 

La classifica

La classifica è stata stilata basandosi sull’indice di incidentalità (nº di incidenti / 1000 abitanti) di ogni città:


INFOGRAFICA:
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Curiosità sulla classifica 

Dando uno sguardo alla classifica, sul podio troviamo Bergamo, Genova e Firenze con un indice di incidentalità rispettivamente del 8,37%, 7,23% e 6,45%. Queste città, già da qualche anno, registrano numeri abbastanza elevati di incidenti in rapporto alla numero di persone che ospitano. In particolare, se guardassimo a questa classifica per i passati anni 2019 e 2018, troveremmo ancora una volta Genova e Bergamo nelle prime due posizioni. 

Ciò può essere ricondotto anche alla cattiva manutenzione delle rispettive strade urbane ed extraurbane. A tal proposito, possiamo ricordare la tragica vicenda del ponte Morandi di Genova, crollato il 14 agosto 2018, che causò 43 vittime.

Per quanto riguarda le 3 città più sicure a livello stradale invece, troviamo le ultime posizioni occupate da Venezia, Campobasso e Catanzaro con un indice di incidentalità rispettivamente del 2,44%, 2,43% e 2,25%. Possiamo spiegare il terzultimo posto di Venezia in questa classifica sulla base del minor numero di autovetture e conducenti rispetto ad un’altra qualsiasi città italiana. Catanzaro e Campobasso si confermano nelle ultime due posizioni anche per gli anni 2018 e 2019, a segnalare, in generale, una maggiore sicurezza stradale.




Grazie in anticipo per il tempo dedicatomi!

Cordialmente,

--

Giulia Esposito

Responsabile Amministrativo

papernest è una giovane start-up che supporta le persone nelle loro procedure amministrative.



Aggiornamento del 3/11/2021

 

SOSTIENE PEREIRA

 

Mi veniva proprio da pensare a quella squallida stanza di poliziotti al soldo del dittatore Salazar quando il Commissario detta all’altro questurino il verbale di interrogatorio: “Sostiene Pereira che egli si trovava…”.

 

Sì, proprio a uno di quei milioni di frame letterari o cinematografici in cui, come nel romanzo di Antonio Tabucchi, si descrive una spiccata tendenza del genere umano a esercitare “fascismo” nei confronti degli altri.

 

Ma come? — si chiederà qualcuno — il conduttore di “Di Martedì” associato a un questurino fascista quando tutti sanno che egli potrebbe chiedere l’iscrizione nell’albo d’oro dei giornalisti con cuore esageratamente a sinistra?

 

Già, perché sono ancora in tanti a credere che il fascismo vesta esclusivamente la camicia nera dei sostenitori del Duce e non anche la giubba rossa dei fan di Stalin e compagni.

 

Ieri sera, quando Giovanni Floris incalzava il collega Sigfrido Ranucci di “Report” che non riusciva a vedere questa inesistente linea di confine, il secondo abbozzava qualche tentativo di difesa…

Il poverino cercava di convincere i telespettatori: “Ma io non davo giudizi, non mi schieravo con i no-vax, riportavo un semplice fatto: l’Istituto Superiore di Sanità (che in Italia siede alla destra di Dio, NdR) licenziava la terza dose di vaccino con Moderna, peccato — però — che solo sei giorni prima, la stessa Moderna, la stessa azienda produttrice del vaccino, consigliava di non somministrarne, come terza dose, più di metà fiala…”.

E, l’altro, con il suo implacabile sorrisetto sarcastico e castigatore: “Già, ma così facendo, favorivi il gioco dei no-vax…”.

E, sullo stesso leit-motiv alcune finte altre battute critiche successive per poi trovare la solita chiusa che, in questi casi, anche le non zingare riescono a indovinare con ampio anticipo: “Sì, ma come sai, il fascista Salvini…” ed ecco che, meravigliosamente, l’armonia generale tornava in studio, con la benedizione di tutti i telespettatori che per qualche minuto si erano preoccupati.

“Sostiene Pereira” è un must, quasi un archetipo che, come tale, preesiste all’umo e che in questi ultimi due anni ci viene riproposto, ogni giorno, da un esercito di giornalisti mercenari e prezzolati al servizio del Pensiero Unico.

Pochissime le voci libere, dopo le prime timide affacciate di Milena Gabanelli, di Mario Giordano, dello stesso Sigfrido Ranucci e di pochissime altre mosche bianche in una nuvola immensa e indifferenziata di marionette che continuano a ripetere: “Sostiene Pereira…”.

 

 


*** 


Busceti,

hai proprio rotto i cabasisi. Tu e questa fantomatica “astrologia antica” che cambi a tuo piacimento ogni volta e che millanti di conoscere solo tu.

Io, solitamente, non colpisco i più piccoli (di cervello) perché ci sono leggi severe (fortunatamente) per chi tratta male i disabili.

Ora ti ricorderò l’ultima cazzata che ti riguarda e poi, appena avrò un po’ di tempo, ti cancellerò dalla lista delle persone con cui potrei avere a che fare in futuro.

Alcuni anni fa annunciasti trionfalmente uno dei tuoi compleanni mirati “a cazzo” e io, sempre pubblicamente, ti chiesi secondo quale (non)logica eri andato in viaggio per metterti Saturno in decima Casa. Rispondesti che Saturno era in undicesima e non in decima. Allora ti mandai il grafico, dove anche con i calcoli approssimativi che non hai mai imparato a fare, ti dimostravo che il signore del Capricorno era ben al centro della decima Casa e tu, per tutta risposta, iniziasti i tuoi soliti vaneggiamenti: “Già, perché voi lo vedete in decima, ma secondo l’Astrologia Antica esso è da considerarsi in undicesima perché bla bla bla…”.

E ringrazia il cielo che io non vada oltre nel narrare le meraviglie della tua biografia.

Al piacere di non rileggerti più.  


Aggiornamento del 9/11/2021



Poche note e alcune foto di un mio breve viaggio a San Paolo del Brasile.


Sono atterrato questa mattina alle 6, con un volo di circa 11 ore da Francoforte.

Come in molte metropoli del mondo, già da tanti anni, all’alba la città ti accoglie con un cielo plumbeo e un mix di smog e di nebbia, ma poi il sole guadagna decisamente la scena e durante il giorno si sfiorano i 30° centigradi. Siamo quasi esattamente al Tropico del Capricorno, a circa 23°30’ Sud e, quindi, siamo nel “loro maggio”. Ma questo, per chi conosce bene la trigonometria sferica e soprattutto ha fatto pratica con migliaia di compleanni solari e lunari (non solo i propri) relativi all’emisfero Sud, non inficia minimamente la realtà di ciò che si desidera ottenere.

La città di San Paolo è una delle più popolose del mondo, con oltre 12 milioni di abitanti ed è anche “sterminata”. Non so se è ancora attivo un servizio di navetta aerea che collega i due estremi della metropoli. Dall’aeroporto al centro ho impiegato circa un’ora e mezza di auto, imbottigliato in un traffico pazzesco come ho visto solo in alcune città del mondo come Bombay, Istanbul, Los Angeles…

Ho visto tantissima miseria con decine e decine di homeless che dormivano anche al centro di un marciapiedi e ovunque.

Ci sono numerosi netturbini che si affannano a pulire una città assai sporca. C’è anche tanta polizia e ho osservato due poliziotti fermare un giovane e ispezionare il suo zaino per strada.

Qui c’è, attualmente, uno dei picchi massimi di mortalità per Covid del mondo, secondo l’OMS. Per strada quasi tutti indossano la mascherina e per fare colazione in albergo, oltre a indossarla anche tu, devi avere un guanto monouso per toccare qualunque cosa.

I controlli te li fanno alla partenza. Qui accettano il vaccino cinese, come l’OMS e diversamente dal governo italiano. Il Green Pass (che non ho, ma che ho ottenuto per 72 ore) non lo guardano neppure, ma sono assai scrupolosi sulla questione vaccini e tamponi.

Devi riempire un modulo, fare il tampone molecolare valido 72 ore e poi mostrare anche il certificato vaccinale al gate della Lufthansa. All’arrivo controllano solo il passaporto (cinque minuti per uscire dall’aeroporto) dal quale il poliziotto legge tutti i documenti che ti riguardano.

Come dicevo la città è sterminata e si vedono, anche prima delle sette del mattino, molte persone che attendono gli autobus alle fermate. Tutti indossano la mascherina. Invece, più tardi e in altri contesti, non la indossa alcuno.

Le case dei piani bassi dei palazzi, anche in centro, hanno cancelli di ferro e molti anche filo spinato e perfino fili metallici elettrificati. Ma ciò non mi sorprende perché trovai la stessa cosa perfino nel centro di Pechino quando ci andai la prima volta, credo una trentina di anni fa. Anzi, per dirla tutta, lì vidi anche una realtà che non avrei mai creduto, se me l’avessero raccontata: bambine povere locali, anche di 10-12 anni, che salivano da sole negli ascensori degli alberghi lussuosi per turisti.

Mentre scrivo sto aspettando un tassista per fare un tour di alcune ore nei luoghi più interessanti (per me) della città. Pensate che qui c’è un quartiere di asiatici che è, di fatto, la più importante città asiatica del mondo, al di fuori dell’Asia.

Con i propri dintorni, San Paolo costituisce il quinto raggruppamento urbano del mondo, dopo Chongqing, Tokyo, Shanghai e Pechino.

 

Ho scattato molte foto che pubblicherò anche nelle settimane e nei mesi a venire, come ricordo della città. Purtroppo ho dovuto scattare restando nel taxi e anche in piena luce, cosa che odio, ma mi hanno consigliato di non uscire dal taxi per motivi di sicurezza. 



L’Avenida Paulista è una delle strade più importanti di San Paolo, paragonabile perfino alla Fifth Avenue di New York. Questa foto, ed altre, l’ho scattata questa mattina poco dopo le sei, con le prime luci dell’alba che sono le mie preferite (odio scattare in piena luce perché il sole troppo forte appiattisce i colori e toglie profondità alle immagini).

I brasiliani mi piacciono perché, nella maggioranza, sono allegri, esuberanti, accoglienti ed empatici, come molti miei concittadini.

Purtroppo la pericolosità della città, come nel caso di tante altre metropoli del centro e del sud America, è data soprattutto dalla enorme miseria che c’è qui, dove tantissime persone, oltre a non avere una casa, non hanno neanche un pasto al giorno.

Relativamente alla questione pandemia, non ne scrivo qui e approfondirò l’argomento sul mio blog e nel libro a cui sto lavorando.

Per questa volta posso fermarmi solo un paio di giorni, ma per chi legge molto, anche un paio di giorni riescono a farti vedere tante cose.

Per esempio, ieri sera mi sono fatto una istruttiva chiacchierata con un giovane cameriere del mio hotel i cui nonni erano originari di Vietri sul Mare (Salerno) e lui ha vissuto alcuni anni a Firenze.


Il cambio di moneta fa valere, oggi, 1 euro circa 6 real brasiliani, 6,40 per l’esattezza.

Certamente la vita qui è molto meno cara che da noi. Per fare un esempio, il transfer dall’aeroporto al centro della città, con un’auto “quasi Uber” e con autista che parla inglese, costa circa 75 euro, per un tragitto di circa 90 minuti.


 


Questa foto, di stamattina, riguarda, nuovamente l’avenida Paulista che mi avevano detto essere chiusa alle auto dalle 6 di oggi e per molte ore, essendo domenica. In effetti io ero lì già dalle 6.30 e sono rimasto per circa un’ora, ma non era ancora del tutto interdetta al traffico automobilistico e la luce era già troppo forte per i miei gusti.

Mi dicono che la domenica qui c’è una gran festa di popolo con tantissime bancarelle, piccoli mercatini improvvisati, podisti e ciclisti, vendita e consumo di cibi da strada e altro ancora per tutti quanti i circa tre chilometri di tale main street.

Tra alcune ore partirò in direzione aeroporto per il lungo viaggio di ritorno che inizierà questa sera (per voi notte inoltrata) e dovrei rientrare a casa domani pomeriggio.

Se vi capita di venire a San Paolo, vi consiglio molto l’hotel  Canopy dove tutto il personale, ma davvero tutto, è gentilissimo e si fa in quattro per gli ospiti.

Posterò ancora altre foto di oggi, di ieri e dell’altro ieri. Tutte le foto sono di Ciro Discepolo.












































Aggiornamento del 13 novembre 2021

 

La svolta forzata

 


Era nell’aria e io e Daniela ne discutevamo da tempo.

Appare sempre più evidente che l’Italia sta per abolire il tampone rapido per ottenere un Green Pass di 48 ore. Quando questo avverrà (più questione di settimane che di mesi) non sarà più possibile neanche entrare in aeroporto e partire, tanto per l’Italia che per il resto del mondo.

Per noi due la possibilità di avere un buon cielo di compleanno, o anche uno di RL, resta la realtà più importante della vita che ci assicura una protezione superiore a qualunque altra, perfino a quelle suggerite da Burioni.

Pertanto abbiamo dovuto subire il ricatto e ci siamo sottoposti al terzo vaccino: i due Sinopharm che volentieri abbiamo chiesto di iniettarci a Dubai la scorsa primavera e il Pfizer che ci hanno somministrato due giorni fa nell’hub di City Life a Milano.

Chiaramente noi speravamo che essendo stato, il Sinopharm, accettato, pienamente, dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, anche l’Italia avrebbe fatto altrettanto e ci avrebbe consentito di fare gli n richiami previsti per tutti nei prossimi anni con lo stesso vaccino di tipo tradizionale e che non nuoce minimamente alla salute. Ma così non è stato e qui si è trattato di scegliere tra la vita (la libertà di uscire di casa, di viaggiare, di andare a teatro, al cinema, a mangiare una pizza…) e la morte: restare in casa e senza più poter neanche lavorare (per Daniela).

Orwell molto più veggente di Nostradamus, ma comunque ipovedente rispetto alla realtà attuale.

 

 


Per Tutti. Non è una notizia importante, ma vi invito a leggerla perché potrà spiegare, a qualcuno, il perché di un certo rumore di fondo che disturba, da qualche anno, l’Astrologia:

http://ilblogperidepressi.wordpress.com/ 

For Everybody. It is not an important news, but I invite you to read it because it can explain, to someone, the why of a certain noise leading that disturbs, from a few years, the astrology:

 http://ilblogperidepressi.wordpress.com/ 

 

Ciro Discepolo

www.cirodiscepolo.it  

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Una bibliografia quasi completa di Ciro Discepolo:

An almost complete bibliography of Ciro Discepolo:

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