sabato 22 marzo 2025

Ancora sulla povera Liliana Resinovich

 



Ancora sulla povera Liliana Resinovich

Reykjavik, 20 marzo 2025

 

Mi trovo in viaggio e oggi ho ricevuto una interessantissima email da Paolo Ferrini, un collega YouTuber (@Paolo.Ferrini), che è lo scopritore della manipolazione alla GoPro usata da Sebastiano Visintin per costruire, a suo dire, una prova granitica della sua estraneità al delitto della moglie.

Trovo che questo sia un lavoro eccellente ed eccezionale per il quale siamo tutti debitori a Paolo Ferrini. Per quanto mi riguarda ribadisco che a mio parere detta analisi potrebbe fare la differenza, a livello giudiziario, e forse determinare anche l’arresto di Visintin perché altro è spegnere il cellulare quando si trovava nell’officina (o metterlo in modalità “aerea”) e altro è manipolare, fraudolentemente, una prova. Ma su questo, ovviamente, deciderà la Procura e nessuno di noi può dare consigli alla stessa.

Qui di seguito trascrivo la mail e invito tutti a seguire i video di Paolo Ferrini.


Io sono lo scopritore della manipolazione della GoPro.

 Dottor Discepolo, intanto la ringrazio per l'attenzione mi scuso per la prolissità, ma è un argomento che non si può liquidare con due parole.

Premetto che sono un normale cittadino, mi sono interessato a questo caso e successivamente nel

marzo 2023 sono venuto in possesso degli atti di indagine del procedimento di cui era stata avanzata dalla procura al GIP, come ben saprà, la richiesta di archiviazione per suicidio.

Sono anche in possesso della perizia della dottoressa Cattaneo e sono in grado di fornirle ogni ulteriore spiegazione di ogni aspetto.

Le faccio anche presente che sono note già proseguite da tempo agli inquirenti. l

 

Se sarà incuriosito, sono in grado di fornirle veramente ogni particolare perché mi sono appassionato veramente a questo fatto di cronaca.

 

Ma veniamo all'argomento.

Lei saprà che nei giorni scorsi il pool peritale della dottoressa Cattaneo ha decretato che la morte della signora Liliana Resinovich è avvenuta per omicidio il giorno 14 dicembre, giorno stessa della scomparsa.

Quindi gli alibi di quella giornata dovranno essere rivisti, in particolare quello del marito Sebastiano Visintin.

Credo che sia a conoscenza che lo stesso, ancor prima che venisse ritrovato il cadavere, avvenuto nel pomeriggio del giorno 5 gennaio 2022, aveva pubblicamente dichiarato di avere per quella mattina un "alibi di ferro!"

 

Il suo alibi sarebbe:

 

- ore 7:45/9:15 giro in macchina di sei pescherie per ritiro e consegna coltelli, lavoro che faceva al nero. A giustificazione ci sono due frame di telecamere (lettore targhe e bus cittadino), ma le testimonianze dei negozianti sono molto imprecise, in più addirittura una pescheria sostiene di aver trovato i coltelli già in negozio perché portati la sera precedente (sono in grado di darle tutti i particolari).

Le celle telefoniche allacciate dal suo telefono sono risultate solo in parte compatibili con il percorso dichiarato.

 

- ore 9:15/12:15 una presenza nel locale dove affilava i coltelli giustificata da dei consumi elettrici così rilevati ogni quindici minuti dal gestore del servizio elettrico: 

9:15/9:45 uso di sola illuminazione del locale 

9:45/10:30 incremento del consumo per possibile uso di macchinari atti alla affilatura dei coltelli 

10:30/12:15 uso di sola illuminazione.

Per tutto questo arco temporale 9:15/12:15 il suo telefono era risultato fantasma e nessun accertamento tecnico era mai stato fatto se non che la questura aveva supposto:

- telefono spento 

- posizione aereo 

- linea dati disattivata 

- nessun campo telefonico all'interno dei locali (come riferito dallo stesso SV)

- oppure, in caso di possibile scarso campo telefonico, nessuna chiamata era stata fatta né ricevuta in quell'arco temporale.

 

- ore 12:15/ 14:00 un giro in bicicletta in città e sull'altopiano carsico con al seguito una videocamera GoPro modello 9 che avrebbe ripreso alcuni tratti del percorso; giro motivato dal voler provare ad imparare l'uso di questa videocamera acquistata pochi giorni prima.

 

Tralasciando i primi due periodi 7:45/9:15 - 9:15/12:15, quello che voglio argomentare è il presunto alibi del marito Sebastiano Visintin per la seconda parte della mattinata del giorno 14 dicembre 2021, precisamente dalle ore 12:15 alle ore 14:00, ossia l'ormai famoso giro in bicicletta "confortato" a suo dire da riprese del percorso con una videocamera GoPro modello 9.

Riprese che solamente il giorno 14 gennaio 2022, un mese dopo la scomparsa e nove giorni dopo il ritrovamento del cadavere, verranno acquisti dalla questura, badi bene, non direttamente dalla videocamera GoPro 9, ma dalla applicazione per smartphone Quick GoPro, e quindi dal suo smartphone Samsung Galaxy S21 (telefono che nel giugno 2023 formatterà e regalerà ad una amica) dove li aveva riversati.

 

Applicazione Quick GoPro che serve oltre che a memorizzare i video in una apposita galleria a editarli.

 

Il signor Sebastiano Visintin, mai ha dichiarato di aver manipolato tali video, anzi ha sempre pubblicamente dichiarato di essere assolutamente inesperto sull'uso della GoPro 9 sia in fase di ripresa che di riversamento nella suddetta applicazione.

 

Come lei saprà in data 13 giugno 2023 il GIP del Tribunale di Trieste ha chiesto la riapertura delle indagini per omicidio con la richiesta di 25 nuovi punti di indagine, tra cui al punto 5 copia forense della GoPro e analisi dei filmati che sono stato in grado di analizzare con i relativi metadati dei vari file e quant'altro in merito ai dodici file che sono stati oggetto di indagine e sono a profonda conoscenza sia del funzionamento della videocamera GoPro che della dedicata applicazione di editor Quick GoPro per smartphone.

 

Come prima cosa, non sono ancora in grado di stabilire se tutti e 12 i filmati rimasti, su un totale di 14 facenti parte della totale sequenza 449/462 (risultano essere stati eliminati i file 454 e 457), siano tutti databili 14 dicembre 2021 e se tutti e dodici i filmati riportino un esatto orario, diciamo satellitare.

Ci sto lavorando.

Parlo di filmati e non di video, capirà il perché nel proseguo.

Quello che però sono in grado di affermare con certezza, sono le varie incongruenze temporali e spazio/temporali che ho rilevato e che non possono essere confutate da chicchessia.

 

Prima di procedere è bene tenere presente che:

- la GoPro numera i file in maniera progressiva ed inalterabile da 0001 a 9999;

- ha data ed ora che possono essere inserite e modificate a proprio piacimento purché il Pinocchio di turno segua la sequenza numerica dei file, non è possibile registrare con il file 100 un filmato in data odierna e con il file 101 un filmato in data di ieri perché altrimenti da Pinocchio si diventa in un attimo idioti;

- può essere sincronizzata in qualsiasi momento come data ed ora con l'ora satellitare tramite la dedicata applicazione Quick GoPro, ma un attimo dopo questi dati possono essere nuovamente modificati a proprio piacimento, ad hoc in caso di una eventuale pinocchite galoppante;

- il suo GPS serve esclusivamente a registrare i dati del percorso, mappa, ecc. ma non interviene sulla regolazione di data ed ora, questi dati GPS possono eventualmente essere resi visibili in fase di editing e incollati nei filmati;

- in caso di estrazione di una o più clip da uno stesso filmato, ogni clip riporterà sempre nei metadati il numero di file del filmato originale integro e cosa ancora più determinante l'orario di inizio della ripresa dello stesso filmato originale integro.

Ad esempio se io inizio un video a Milano alle ore 11:00 e lo termino a Roma alle ore 15:00 (con passaggio a Firenze alle ore 13:00) se successivamente vado a creare una clip da Firenze a Roma, risulterà che a Firenze erano le ore 11:00 e che a Roma sono arrivato non più alle 15:00, bensì alle ore 13:00.

- in caso di estrazione di una clip i relativi metadati non riporteranno più la stringa numerica identificativa con cui il sistema operativo Android al momento del riversamento dei filmati nell'applicazione Quick GoPro integra il numero di file originato dalla GoPro in fase di completamento della memorizzazione nella scheda di memoria esterna micro SD (la GoPro non possiede una propria memoria interna di registrazione);

- che per quanto riguarda la terminologia esatta da usare, la GoPro crea dei video, le clip sono riduzioni, estratti e quant'altro derivi dall'editing di un video originale.

 

Le elenco quelle che a tutt'oggi sono risultate essere delle evidenti incongruenze.

 

- il file 451, tratto via Mazzini/piazza della Borsa, può tranquillamente essere definito non come il video 451, ma clip del video 451 in quanto risulta evidente un taglio di circa due minuti della parte iniziale che, a causa di quanto sopra specificato, ha determinato una incongruenza spazio/temporale di 18 secondi per percorrere la distanza di circa 500 metri tra piazza Goldoni e la fermata del bus posta a sinistra prima dell'incrocio con la via Cassa di Risparmio.

Questo taglio ha fatto sì che il frame iniziale non fosse più identificabile a livello di piazza Goldoni, ma spostato in avanti a livello della fermata bus e che quindi l'orario di inizio video 12:22:01 risultasse individuato alla fermata del bus con la conseguente evidente incongruenza: 18 secondi di tempo per percorrere il tratto stradale tra piazza Goldoni e la suddetta fermata del bus, alla impossibile velocità media oraria di 100km/h.

La clip come detto riporta sempre con sé ora di inizio ripresa del filmato originale oltre allo stesso numero di file.

 

- il file 452, tratto piazza della Borsa/piazza della Borsa (viene percorso un tratto cittadino circolare con inizio ed arrivo in piazza della Borsa), presenta una incongruenza temporale tra il battito dell'orologio del palazzo della Borsa che segnalava lo scoccare delle ore 12:30 e la registrazione di tale battito nel video stesso avvenuto esattamente all'orario 12:29:20.

Il filmato 452 aveva avuto termine esattamente alle ore 12:29:57 e il battito si ascolta esattamente al precedente secondo 20.

L'orologio del palazzo è controllato da orario satellitare così come doveva essere la condizione della GoPro in caso di una avvenuta sincronizzazione del suo orario con l'ora satellitare (ossia ora e data non impostate manualmente).

Questa discordanza di 40 secondi potrebbe significare un intervento manuale nella regolazione dell'orario all'interno della GoPro stessa prima del suo uso, oppure conseguenza di adeguamento visivo dei metadati come in seguito descritto.

(Nota: la GoPro doveva per forza avere l'orario sincronizzato con l'ora satellitare perché nei giorni precedenti erano stati riversati dei filmati nella suddetta applicazione che contemporaneamente effettua sempre la sincronizzazione oraria.)

 

- il file 453, deviazione in via Stock, crea un dubbio, una stranezza sull'effettivo percorso di un giro in bicicletta che avrebbe dovuto giungere sull'altopiano carsico dal centro città.

Non ha alcun senso logico aver deviato dalla via Udine per arrivare in via Stock, attraverso via Bargariga e via Saltuari, e poi rifarsi sui propri passi tornando in via Udine, quando direttamente dalla stessa via Udine, proseguendo per via Bonomea, si raggiungeva tale altopiano.

Ci sto ragionando.

 

- il file 456, tratto zona villa Bonomo/area sosta campeggi presenta le stesse caratteristiche della clip 451 sopradescritta.

Risultano essere stati eliminati i primi 5 minuti circa iniziali di ripresa tra la zona villa Bonomo e l'incrocio con la via nuova per Opicina/via dei Campeggi che hanno determinato l'incongruenza spazio/temporale dell'assurdità di aver potuto percorrere circa 800 metri di strada in salita in soli 13 secondi, alla impossibile velocità media oraria di 250 km/h.

Anche qui il frame iniziale che individua il suddetto incrocio riporta l'orario di inizio registrazione pari alle ore 13:04:18 quando invece questo era il vero orario di inizio del video 456, inizio di registrazione avvenuta però all'altezza della zona villa Bonomo, ossia circa 800 metri prima.

La clip come detto riporta sempre con sé l'ora di inizio ripresa del filmato originale e lo stesso numero di file.

 

Ed ecco che ora arrivo all'incongruenza più evidente, poco sopra accennata riguardo al file 452.

Il sistema operativo Android durante il trasferimento dei video dalla GoPro alla dedicata applicazione GoPro Quick aggiunge una stringa alfanumerica come estensione al numero di file generato, ma questa stringa scompare del tutto nel momento in cui dal video originale si estrae una qualsiasi tipo di clip, sia essa iniziale, centrale o finale del video originale.

La clip manterrà sempre e comunque l'ora di inizio del video originale ed il numero di file del video originale.

In conclusione mi chiedo, poiché i metadati dei file 451 e 456 derivanti dalla creazione di due evidenti clip non presentano la suddetta stringa Android, perché anche i restanti dieci file 449, 450, 452, 453, 455, 458, 459, 460, 461, 462 (i file 454 e 457 sono stati eliminati) presentano la stessa caratteristica, ossia la mancanza della stringa alfanumerica Android?

Risposta: perché sono stati adeguati, ossia anche negli stessi doveva sparire la suddetta stringa per uniformare i metadati di tutti e dodici i file rendendoli identici a chi li avrebbe presi in visione.

Quindi tutti questi file hanno subito una riduzione anche di un solo secondo per poterli trasformare da video a clip, tutti i video originali sono stati manomessi e fatti diventare delle clip.

 

La madre di tutte queste manipolazioni è stata sicuramente la riduzione del video 456, in quanto io ritengo che i video dal 455 al 462 siano stati prodotti il giorno successivo, il 15 dicembre.

La riduzione a clip di questo filmato può essere solo spiegata logicamente così: deve aver incontrato sul suo percorso il bus linea 38 che con telecamera a bordo avrebbe invalidato la data e forse anche l'ora.

 

Tutto ciò premesso, badi bene io non sono qui ad accusare nessuno, sta a significare che un aspetto delle indagini che era teso a verificare un arco temporale tra l'uscita del locale e il rientro a casa della mattina del giorno 14 dicembre 2021 meriterebbe di essere rivalutato in tutta la sua interezza, anche tenendo conto che erroneamente in fase di indagine era stata data per certa la impossibile manomissione dei dati che la GoPro avrebbe impresso nei file generati.

 

Inoltre, nessuno ha ancora accertato l'esatto momento in cui tale videocamera GoPro modello 9 sia stata acquistata e neppure quando la medesima abbia prodotto il primo file 0001, quando era stato riferito un suo uso per impararne le funzioni a seguito di un suo avvenuto possesso da pochi giorni precedenti la data del 14 dicembre 2021.

 

Tengo anche a precisare che le celle telefoniche che dovevano essere state intercettate dallo smartphone, qualora il soggetto lo avesse avuto al seguito, non hanno completa concordanza con il percorso ciclistico videoripreso a mezzo della GoPro modello 9.

Oltre ad averlo verificato pure io è altrettanto così esattamente riportato in atti.

 

Ricordo anche che durante le indagini si è cercato sempre di accoppiare le celle telefoniche al percorso riferito dal soggetto nell'arco dell'intera mattina (casa, giro pescherie, sosta allo studio/laboratorio, giro GoPro, casa) senza pensare di fare una disanima opposta, partire dalle celle telefoniche per cercare di capire un possibile percorso che i passaggi tra cella e cella avrebbero disegnato.

 

 

E questo avevo scritto al GIP del Tribunale di Trieste dr. Dainotti in data 7 febbraio 2024, prima di rendermi conto di altre incongruenze sulla GoPro illustrate nel precedente scritto.

 

 

Egregio dottor Dainotti,

mi chiamo Paolo Ferrini, abito a Pisa e sono un semplice cittadino che non possiede nessun titolo professionale in merito a quello che verrò a scriverle, preso però dalla curiosità delle cose della vita su cui mi piace osservare e riflettere.

Veniamo al merito, iniziando dalla videocamera GoPro 9 con cui la mattina del 14 dicembre 2021, giorno della scomparsa della signora Liliana, il marito Sebastiano Visintin avrebbe ripreso con più video un "giro ciclistico" per testare la sua nuova videocamera GoPro 9 utilizzando durante tale percorso una bicicletta elettrica a pedalata assistita.

Giro ciclistico che sarebbe stato percorso in senso orario formando un anello con partenza dal centro della città di Triste per proseguire sulle colline circostanti per poi rientrare in città.

La videocamera GoPro 9 è una "Action Camera" ossia una video camera nata per riprese sportive e quindi il suo alto costo non è dovuto tanto alla tecnologia ed al software installato, ma dal fatto che è altamente impermeabile, robusta per gli urti, dotata di comandi vocali, di un timer di registrazione video e più che altro di un sofisticato GPS satellitare; non è però dotata di memoria interna e necessita per la archiviazione dei file (filmati o singole foto che siano) di una scheda di memoria micro SD che supporta con capacità massima di 256GB.

È però limitata per quanto riguarda il suo uso dalla:

- batteria interna;

- dal fatto che un video una volta iniziato deve avere un termine, ossia non può essere messo in pausa e poi ripreso;

- un singolo video non può superare l'utilizzo di 4GB, pena la sua automatica interruzione (pari a circa dieci minuti di ripresa in alta definizione);

- dalla capacità residua della scheda micro SD installata.

Per poter successivamente fruire dei filmati registrati e delle fotografie scattate è necessario che tali file vengano riversati, oltre che su apparecchi esterni, come PC o tablet, su una App dedicata, la Quick GoPro, che può essere installata su un PC, su un tablet oppure semplicemente su uno smartphone.

Questo ultimo sistema è stato quello scelto dal Visintin per gestite i filmati della GoPro, tant'è vero che in questura non porterà mai la GoPro come "naturale fonte" di estrazione dei video, ma verranno estrapolati direttamente dalla suddetta applicazione.

Infatti, tale App sarà in grado successivamente di "editare" ogni filmato ed ogni foto della videocamera GoPro 9 a piacimento con tagli, montaggi, ecc.

Tale riversamento potrà avvenire tramite un collegamento wireless oppure tramite un semplice cavetto USB. 

La videocamera GoPro 9, come sopradetto, è dotata di un sofisticato GPS che però non controlla l'ora e la data, ma ha la funzione di poter implementare nei metadati di ogni singolo filmato anche la relativa traccia GPS. 

Quindi quando il video verrà successivamente riversato nella App Quick GoPro si "porterà dietro" oltre alla data ed all'ora di registrazione anche la traccia GPS così che un giorno non si potrà dire che tale filmato riguarda, ad esempio, la videoripresa di un sentiero della Val Badia perché il GPS, non mentendo, confermerà che si tratta sicuramente di un sentiero della Val Gardena!

Ricapitolando, il video registrato conterrà, oltre alle immagini, la data e l'ora del giorno, la traccia GPS e dei metadati che non potranno essere variati successivamente.

I suddetti file verranno numerati sequenzialmente da 0 a 9999 senza possibilità di modificazione.

Questo però a cose normali, ma se "l'operatore alla telecamera" vuole essere birichino può tranquillamente eludere quanto di seguito citato dalla questura:

 

"era stato verificato che l'applicazione in questione ha impostato l'acquisizione della data ed ora dalla rete internet, cosa che rende impossibile la modifica dei metadati in questione con data ed ora diversa da quella reale!"

 

Infatti, l'unica limitazione di cui dovrà tenere conto sarà la numerazione progressiva dei file, la matematica ed il fatto che il tempo orario scorre solo in avanti.

Quindi, tenendo presenti queste tre limitazioni, si potrà registrare un video oggi e farlo sembrare come registrato ieri o, addirittura, tre giorni prima.

La semplice procedura operativa consisterà nell'inserire manualmente data ed ora a piacimento, procedere alla videoripresa ottenendo così dei falsi metadati che compariranno successivamente nell'App Quick GoPro e tutto sembrerà perfettamente normale.

Tutto ciò premesso ecco che da un anno a questa parte io ho un tarlo fisso, o meglio due, il secondo lo illustrerò in seguito, che a volte non mi fanno dormire.

Quella mattina, tra i tanti spezzoni di video, due mi hanno colpito, quello contraddistinto dal numero di file 455 ed il successivo 456 che risultavano essere intervallati, tra la fine del primo e l'inizio del secondo, da una pausa temporale di 13 secondi.

Il video numero 455 aveva avuto termine in un certo punto A ed il secondo il 456 aveva avuto inizio in un altrettanto certo punto B e questi due punti, come da immagine allegata, si trovavano ad una distanza pari a circa 800 metri in una strada con un dislivello di circa 40 metri ed una pendenza del 5 per cento.

Questo stava ad indicare che per percorrere alla stessa media oraria dell'intero percorso (una bicicletta elettrica a pedalata assistita non può superare i 25 k/h ed in salita sicuramente la velocità diminuisce) questi 800 metri sarebbero occorsi almeno dai 4 ai 5 minuti.

Ora, se la matematica non è un'opinione e il tempo orario può scorrere solamente in avanti come può essere che il filmato 455 sia terminato alle ore 13:04:05 ed il successivo 456 abbia avuto inizio alle ore 13:04:18, ossia con un intervallo temporale di soli 13 secondi?

Non sta a me valutare, ma mi consente certamente una importante riflessione e, se mi permette, mi pone lo stesso dubbio che sarà balenato a lei quando al quinto punto delle sue richieste scrive:

 

"acquisizione forense della videocamera GoPro 9 e successiva analisi al fine di verifica dei dati EXIF (proprietà dei video, data e ora di creazione, ecc.) dei vari spezzoni di video del 14 dicembre.

 

Sul mio canale YouTube ho dimostrato praticamente, anche con un po' di ironia che non guasta mai, come un "birichino" può tranquillamente (se il diavolo non ci mette la coda) provare a farla franca.

 

Veniamo ora al secondo argomento, l'orologio di marca Hip Hop rinvenuto fermo al polso del cadavere .

Premesso che un orologio lasciato al polso di un cadavere fermo ad una data ora può essere un evento fortuito, ossia una dimenticanza da parte dell'omicida, oppure uno staging, un depistaggio volutamente premeditato.

Ma quello che mi ha veramente sconcertato è che tale orologio non risulta essere stato periziato né per quanto riguarda il rilevamento di tracce ematiche o biologiche sulla sua intera superficie (eppure è di plastica, presenta numerose rigature interne ed esterne sul cinturino e la stessa copertura che contiene la cassa presenta molteplici rilievi) e neppure per quanto il riguardo il perché del fermo:

- per un colpo ricevuto?

- per una manomissione interna che ha volutamente fermato il meccanismo?

- per un esaurimento improvviso della batteria interna?

- per l'ingresso accidentale di umidità nei meccanismi?

- oppure forse per un forte e repentino raffreddamento?

 

E per finire, siccome è inutile nascondersi dietro un dito, come è possibile che tale orologio risulti fotografato al polso della vittima sporco, risulti dopo essere stato tolto dal braccio ancora sporco sul tavolo fotografato accanto al righello forense e poi possa comparire in una successiva immagine perfettamente pulito al polso della vittima?

 Le auguro buon lavoro.

 Certo di aver spiegato in ogni particolare questo aspetto della vicenda, porgo distinti saluti, ringraziandola per l'attenzione.

Paolo Ferrini

 Unisco due screenshot di metadati dello stesso filmato uno originale e uno modificato dove la stringa alfanumerica Android sparisce dai metadati del filmato modificato e dove può vedere come gli stessi filmati mantengano oltre allo stesso numero di file, cosa più importante, lo stesso orario di inizio.

   

Paolo Ferrini


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 Per Tutti. Non è una notizia importante, ma vi invito a leggerla perché potrà spiegare, a qualcuno, il perché di un certo rumore di fondo che disturba, da qualche anno, l’Astrologia:

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For Everybody. It is not an important news, but I invite you to read it because it can explain, to someone, the why of a certain noise leading that disturbs, from a few years, the astrology:

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Ciro Discepolo

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Per vedere bene i grafici zodiacali e le foto, occorre cliccarci sopra: si ingrandiranno. 

Una bibliografia quasi completa di Ciro Discepolo:

An almost complete bibliography of Ciro Discepolo:

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e

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domenica 9 febbraio 2025

Parthenope, un film da vedere e rivedere. By Ciro Discepolo.

 



Parthenope, un film da vedere e rivedere. By Ciro Discepolo.

 

Parthenope è un viaggio nel mito.

Ma, forse, sarebbe più esatto dire “nei miti”, non per snobberia, ma credo che solo un napoletano napoletano possa cogliere tutti quelli rappresentati nell’ultimo splendido film di Paolo Sorrentino: Parthenope, una delle sirene che morirono gettandosi in acqua per l’insensibilità di Ulisse al loro pianto e il cui corpo fu ripescato proprio lì, dove nacque Neàpolis, ma anche il miracolo di San Gennaro (non dimentichiamo che Napoli è l’unica città al mondo dove avvengono più miracoli all’anno, in date prestabilite), Palazzo Donn’Anna e le altre magnifiche ville posillipine che digradano fin dentro il mare, Capri e i suoi faraglioni, soprattutto nella prospettiva che ti offre il percorso di avvicinamento da Punta della Campanella, l’alba e la notte a fianco ai Faraglioni, la nascita dell’amore e la morte ai Faraglioni, il comandante Achille Lauro e perfino la doppia/metà scarpa offerta/minacciata prima e dopo il voto, i vicoli dei Quartieri, il professor Marotta, gli abiti di Cesare Attolini (per Gary Oldman che impersona lo scrittore John Cheever), ma anche quelli di Anthony Vaccarello per Yves Saint Laurent (i magnifici tailleur di Parthenope), come a sottolineare una “contaminazione francese” della cultura partenopea, ma poi, ancora, sesso e miracoli, tanti miracoli e tanti mostri, come nel mito mai obsoleto della bella e della bestia e nell’antropologia dei miracoli…

“Mi rompo il cazzo a fare il miracolo!”

Esclama, incazzato, Peppe Lanzetta nei panni dell’Arcivescovo/Cardinale e ci ricorda quel Carmelo Bene che “In nostra Signora dei Turchi” (1966) ci mostra la Vergine Maria che fuma, stando a letto, mentre sfoglia un rotocalco femminile.

Sì, c’è tantissimo fumo. Qualcuno dirà per fini promozionali, ma il cuore della vicenda si svolge nel 1968 quando si fumava molto e soprattutto le ragazze fumavano tutte. Tanto.

Celeste Dalla Porta (Milano, 24 dicembre 1997) è Parthenope: non è la stupenda diciottenne puteolana che girò il suo primo film da Oscar e neanche l’altrettanto meravigliosa Brigitte Bardot a quell’età, ma, “nelle mani di Sorrentino”, lei è cento volte più in alto perché elevata a mito.

Può esserci spettatore che non si sia innamorato di lei nelle due ore e passa di pellicola? E che poi non si sia indignato per i suoi scandalosi peccati?

Qualcuno, uno spettatore poco colto e poco attento, potrebbe definire il film un’accozzaglia di scene senza senso… ma si tratta di un’opera non per tutti.

Ripeto, ancora, non tutti possono comprendere, da non napoletani, i miti che vengono celebrati qui.

Poi, a mio parere, non è possibile una lettura al di fuori della psicoanalisi: credo che l’Autore sia stato in analisi e ritengo che lo sia ancora. Sarebbe un peccato se non lo fosse.

Ma sappiamo pochissimo sulla sua vita privata.

Per esempio, quanti sanno che il film è dedicato a Luca, suo figlio diciannovenne scomparso nel 2022?

Anche personalmente, pur guardando almeno una mezza dozzina di telegiornali al giorno e leggendo altrettante prime pagine di quotidiani importanti, fino a due giorni fa sapevo nulla di quest’altra immane tragedia che ha colpito il premio Oscar 2014 così recentemente.

La tragedia si aggiunge all’altra, non meno atroce, che lo colpì da ragazzo quando perse i genitori per una banale fuga di gas a Roccaraso e quella perdita gli spaccò il cuore.

Io credo che Paolo Sorrentino sia in analisi e penso che in questa sua meravigliosa opera cinematografica abbia voluto parlarci anche di alcuni miti che travalicano la sua dolorosa esperienza personale e che vanno oltre in una Weltanschauung non solo sua e personale, ma dell’Umanità.

Penso anche che alcuni temi del film non siano stati decrittati perché, seppure la psicologia sia ormai conosciuta in ampie fasce della popolazione mondiale, pochissimo si conosce ancora di psicoanalisi.

Tanti parlano di psicoanalisi, ma molti dimostrando il proprio analfabetismo in materia.

Inoltre penso anche che in questa pellicola Sorrentino abbia voluto affrontare temi molto oltre i confini del pensiero contemporaneo, partendo sì, dall’elaborazione del lutto, ma giungendo fino ai confini del tabù universale relativo all’incesto, all’altro sull’amore fuori dagli schemi (maschile/femminile), al sacro, al profano, al miracolo e al sesso che, nonostante tutto, pur non da freudiani, occorre riconoscere come il principale motore che governa ancora la vita sulla Terra.

Senza dimenticarne un altro importantissimo, a mio vedere: quello della bella e la bestia, qui declinato ben quattro volte e in maniera esplicita, mi sembra.

Proverò a parlarvene, ma non so se ci riuscirò.

Partiamo dal cielo di nascita del Regista: Napoli, 31 maggio 1970, alle 23.50. Anche qui si consumò, per me, un mito partenopeo: l’impiegato mi permise di guardare il documento, furtivamente, memorizzandolo, ma non lasciandomelo portare via…

Paolo Sorrentino è soprattutto un Cancro per il Sole in quarta Casa, con una dominante Nettuno (la “follia”, le nevrosi, le angosce, gli stati di coscienza alterati, ma anche le ispirazioni eccezionali, i territori sterminati del pensiero…), al Medio Cielo. E poi, la vera grossa chiave di lettura del tutto: un semi-quadrato tra la congiunzione Mercurio-Saturno, in terza Casa, e Marte in quinta Casa. Entrambi questi aspetti con orbita vicina a zero gradi.

I primi vent’anni che studiai astrologia non compresi l’enorme importanza degli aspetti angolari planetari con orbita strettissima e non li avrei compresi neanche negli anni successivi se non li avessi scoperti, da me, lungo il mio cammino.

Essi segnano la differenza.

Mercurio e Saturno, al semi-quadrato preciso di Marte, nel Toro (che rimugina, in continuazione) credo che sia una vera ossessione per l’autore de “La grande bellezza”: quella enorme forza/debolezza che è anche di Parthenope, l’ossessione di rispondere sempre con la battuta giusta!

“Alla fine della vita resterà solo l’ironia”

 

Questa congiunzione praticamente a zero gradi in terza Casa è anche la laurea mancata (laurea honoris causa in filologia moderna, all’Università Federico IINapoli, 5 giugno 2015, cinque giorni dopo il suo quarantacinquesimo compleanno) e forse il libro, il romanzo, che scriverà da vecchio, come altri grandi prima di lui, da Casanova a Piero Chiara, per esempio.

Mercurio saturnizzato malamente, in terza Casa, è anche la giovinezza “sfiorita in un lampo”, di Parthenope e del Regista.

Ma, nel film, quale personaggio è Paolo Sorrentino? Che domande: tutti, ovviamente.

Marte, così fortemente aspettato (il semi-quadrato con detta congiunzione è a quasi zero gradi di tolleranza e a mio parere è la vera chiave di lettura di tutto, qui), è nella quinta Casa: il cinema, il cinema! Certamente. Ma anche il figlio morto giovane, giovanissimo.

Ancora una volta si ripresenta il tema di questo aspetto astrologico davvero terribile, l’angolo dissonante tra Marte e Saturno: o fa le persone spietate e cattive o le rende vittime di atrocità.

Siamo certamente nel secondo caso. E l’elaborazione del lutto è e sarà uno dei temi fondamentali della vita del Soggetto.

Lui perse entrambi i genitori drammaticamente, come ho appena scritto, e ciò lo vediamo nel Sole in IV, al sesqui-quadrato di Giove in ottava Casa.

Ma c’è un terzo lutto di cui mai si è parlato: quello mai avvenuto, nel “mondo reale”, e forse molte volte provato nel proprio animo: relativo al fratello maggiore Fabio, di cui si sa nulla o quasi.

Eppure i riferimenti cinematografici sono davvero fortissimi, a cominciare dal film “È stata la mano di Dio” in cui il personaggio del fratello è descritto come all’interno di un’aura speciale, mitica, appunto.

Arriviamo al tabù-mito dell’incesto.

Davvero non lo avete notato?

Eppure è assordante nel tracciato narrativo di questa splendida pellicola.

Osservate attentamente la scena del ballo a tre, poche ore prima del suicidio di Raimondo: Parthenope danza rapita, tra Raimondo e Sandrino. I tre si sfiorano più volte, molto sensualmente, con le mani, la bocca, le labbra, le braccia. Si stringono ripetutamente in una danza che sembrerebbe giungere, per via naturale, all’amore, al sesso, a tre, come avveniva nelle civiltà elleniche e romana prima che venisse instillata tra gli umani l’idea del peccato.

“Mi manca l’aria”, esclama Parthenope nella cattedrale di San Gennaro, subito prima di fare sesso con il “Demonio”.

E l’Arcivescovo: “È il cattolicesimo”.

Ecco, provate a rivedere il film partendo da queste angolazioni: l’incesto, il sesso, il peccato, l’amore senza steccati, queer, come si dice oggi.

Era e Zeus, la sposa sorella e lo sposo fratello, come nel mito decrittato da Verena Kast, “La coppia”, Red edizioni, Como, 1991.

Tornando alla danza dei tre giovani protagonisti, il Regista l’ha voluta ulteriormente marcare con l’intera suggestiva canzone di Riccardo Cocciante, “Era già tutto previsto”, 1975:

Era già tutto previsto

Fin da quando tu ballando

Mi hai baciato di nascosto

Mentre lui che non guardava

Agli amici raccontava

Delle cose che sai dire

Delle cose che sai fare

Nei momenti dell’amore

Mentre ti stringevo forte

E tu mi dicevi piano

“Io non lo amo, non lo amo”

Era già tutto previsto

Fino al punto che sapevo

Che oggi tu mi avresti detto

Quelle cose che mi dici

Che non siamo più felici

Che io sono troppo buono

Che per te ci vuole un uomo

Che ti sappia soddisfare

Che non ti basta solo dare

Ma vorresti anche avere nell’amore

Ma quale amore?

Era già tutto previsto

Anche l’uomo che sceglievi

E il sorriso che gli fai

Mentre ti sta portando via

Ho previsto che sarei

Restato solo in casa mia

E mi butto sopra il letto

E mi abbraccio il tuo cuscino

Non ho saputo prevedere

Solo che però adesso io

Vorrei morire

 

Ed è il preludio del suicidio del fratello, di Raimondo, poche ore dopo, incapace di superare lo spettacolo, davanti ai suoi occhi, del primo sesso di Parthenope con Sandrino, eternamente innamorato di lei ed in quel momento divenuto un semplice strumento, un toy, quasi, dopo che Raimondo si è fermato e non ha saputo o voluto andare oltre.

Tutte le musiche del film sono quanto mai appropriate e suggestive:

“Exodus” di Wojciech Kilar.

“True Sorry” di Ibrahim Maalouf.

“A Gira” del Trio Ternura.

“Oversky” di Luke Howard.

“Mess Hall” di Luke Howard e Nadje Noordhuis.

“Bluebird” di Luke Howard e Nadje Noordhuis.

“Che cosa c’è di Gino Paoli”.

“My Way” di Frank Sinatra (qui devo protestare per avere accostato questa mia reliquia all’insulso uomo dell’elicottero).

“Io sono il vento” di Marino Marini.

“Harvester of Sorrow” di Little Kruta e Jenn Mundia.

“Fields of forever” di Chad Lawson e Peter Gregson.

“Napoletana” di Enzo Avitabile e Mario Brunello.

“Rjódur” di Snorri Hallgrímsson.

“Memoria” di LaTorre.

“Era già tutto previsto” di Riccardo Cocciante - Questa canzone appare anche alla fine del film e nel trailer, sottolineando i momenti emotivi chiave.

“The Mistral Noir” di Daniel Herskedal.

“The Lighthouse” di Daniel Herskedal.

“Pause” di Peter Gregson.

“Valse Triste” di Jean Sibelius.

“Indigo” di Nadje Noordhuis.

“E si arrivata pure tu” di Valerio Piccolo - Brano originale scritto appositamente per il film.

“Malambo No. 1” di Yma Sumac.

“Pupularia” di Enzo Avitabile e Djivan Gasparyan.

“II. Warmth” di Peter Gregson e Warren Zielinski.

“L’estate sta finendo” dei Righeira.

Raimondo si uccide e immagini del corteo funebre e di mostri meccanici che spargono il colera per Napoli rispecchiano la putredine che ha preso posto nell’animo di Parthenope la quale, prima di vedere una propria via di uscita verso una possibile “normalità”, dovrà ancora passare attraverso esperienze più vicine a thanatos che a eros.

Certamente la scena di sesso con l’arcivescovo/cardinale è forte1, tanto da disgustare moltissimi spettatori. Ma, ripeto, occorre calarsi nel mito della bella e della bestia, se si desidera davvero avvicinarsi al tema.

Nel film esso ci viene proposto quattro volte, in modo marcato: il sesso tra la protagonista e la non più giovane e deturpata Marta Flava, il sesso con il viscido vecchio e demoniaco arcivescovo/cardinale Tesorone, di nuovo il sesso con Roberto Criscuolo, il camorrista non più giovane e semi-impotente “scopato da Parthenope” e non “che scopa Parthenope” e, infine, il contatto fisico con il bambino-gigante-mostro-amore3 figlio del professor Marotta, fatto di acqua e sale, come Parthenope…

La scena che mi è piaciuta di meno è stata quella del miracolo, nella cattedrale. Mi è sembrato che fosse poco sentita dall’Autore.

Invece le altre due, a mio avviso più straordinarie e toccanti, per me le più emozionanti di tutto il film, sono state quelle dell’abbraccio con il Professore, nel cortile-agorà dell’Università (la fusione tra il mito e il Sapere) e l’altrettanto commovente abbandono del saturnino Professore sull’enorme braccio del suo bambino-gigante-mostro-amore.

Non c’è dubbio che il film farà parlare di sé a lungo, anche per la filippica di Pasquale Sorrentino contro i napoletani:

“Voi napoletani siete depressi, trasandati e folcloristici…”

E via continuando in un j’accuse che fa tornare alla mente le parole di Anna Maria Ortese in “Il mare non bagna Napoli”.

Ma ha forse torto?

Non è forse vero che Pasquale Sorrentino, come ogni buon napoletano, ami e odi la propria città allo stesso tempo? Visceralmente?

Certo non si possono considerare “leccate” le parole dei tifosi che cantano, in via Partenope!, davanti all’hotel Excelsior, nella scena finale del film, che gioiscono per il terzo scudetto (o miracolo?) del Napoli (come non vedere, qui, la scena del transatlantico Rex, di notte, che passa al largo di Rimini, in “Amarcord”?)

Sorrentino non le manda a dire ai suoi concittadini. Anche se poi la Greta Cool che ce le trasmette è quella così descritta da Marta Flava: “Una grandissima simpatizzante del sesso anale”.

 

Un film da vedere e rivedere molte volte, per non sciupare alcunché.

Già la scena di Parthenope, subito dietro gli studenti che lanciano molotov ai poliziotti, sulle scale dell’università, che veste di nero, piange e si dispera, meriterebbe un approfondimento a parte… (un’altra citazione felliniana?2 Un richiamo a quella “Prova d’orchestra” in cui il Maestro si spese anche politicamente?)

E come non stigmatizzare i cambiamenti di cifra e di narrazione di una giovane donna-mito che, in quell’attimo che fu la sua giovinezza, come tanti, pensò davvero di essere immortale ed onnipotente? Che poi, dopo la morte di suo fratello, si perde in una terra di nessuno tra camorristi, riti camorristici, miracoli-truffa e sesso mostruoso, prima di approdare ai meravigliosi tailleur indossati con scarpe e borse elegantissime, capelli raccolti dietro la testa e aria già professorale quando inizia a vivere la sua seconda vita, dopo avere cambiato pelle e dopo avere smesso di fumare.

La sintesi di tutto sembrerebbero due frasi:

Marotta su Tesorone: “È solo un seduttore”.

E Tesorone su Marotta: “È solo un padre con un figlio problematico”.

 

Ma c’è tanto di più.

 

1)    A marcare ancora maggiormente l’obbrobrio suscitato dal sesso tra la bella e la bestia, Sorrentino ci ha mostrato una bella “che sembra una santa”, ancora più meravigliosa e seducente a mezzo dei gioielli del Tesoro di San Gennaro, gemme preziosissime, uniche, del suo splendore di sensualità e di giovinezza. Per “Satana”, invece, il Regista non si è dovuto spendere troppo dato che a fianco a quel fiore ogni uomo anziano e un po’ brutto…

2)    Felliniano ormai fa parte del dizionario italiano, ma vorrei invitarvi a non confondere un territorio ben preciso con i border della imitazione. Sorrentino è genuinamente “felliniano”, nel senso di tirare fuori l’anima, quella junghiana, per raccontarci i propri mondi interiori. Ed in ciò è certamente simile a Federico Fellini che anche frequentò tantissimo Carl Gustav Jung, ma il Nostro lo fa con una propria grammatica e grandezza artistica che non bisogna confondere con attività volgari da “copia e incolla” di triste attualità.

3)    Perché l’Autore ha usato il virtuale per rappresentare il figlio “diverso” del Professore? A mio parere per due ragioni: la prima perché ciò gli avrebbe permesso una esagerazione, una rappresentazione iperbolica molto lontana dalla “normalità” e secondo perché si sarà reso conto che se avesse usato un “modello vero” sarebbe stato fustigato da tutti, a prescindere, per un uso non politicamente corretto della cinepresa. 




Aggiornamento del 10/2/2025

 

Finalmente è stata approvata la domanda, inoltrata alla Prefettura di Milano circa tre anni e mezzo fa, di Daniela Boscotrecase, per cambiare il proprio cognome in Discepolo Boscotrecase.

Ciò corrisponde alla mia volontà di permettere a lei, se ne verificasse la condizione, di continuare a pieno titolo la strada da me iniziata, facendo da punto di riferimento mondiale all’Astrologia Attiva. Per nostra comune decisione, Daniela Discepolo Boscotrecase, sarà, quindi, riferimento ed arbitro in future questioni inerenti la prosecuzione e lo sviluppo dell’opera di Ciro Discepolo, opera contenuta soprattutto in oltre 150 libri pubblicati alla data del 10 febbraio 2025, migliaia di lezioni YouTube, oltre 300 saggi brevi e molte migliaia di articoli, testi di conferenze e seminari, oltre a capitoli scritti in libri di terze persone.

 

Milano, 10 febbraio 2025



Aggiornamento del 14/2/2025:

Disponibile da subito (entro poche ore) il mio libro “Il Blog Di Ciro Discepolo Volume VI”, con questo codice: 979-8310655263. Dalla PREFAZIONE:

Questo è il sesto volume che raccoglie tutte le pagine del mio blog da novembre 2007 a oggi. Qui troverete i miei diari astrologici da settembre al 10 novembre 2011.

Come ho già spiegato un anno fa, ho eliminato tutte le foto e le immagini non strettamente indispensabili alla lettura di questo tomo e nonostante ciò, abbiamo oltre 500 pagine per circa un terzo dell’anno 2011, parzialmente già riportato in libri nei volume IV e V di questa collana.

Come alcuni di voi sapranno, il problema della realizzazione Kindle di questo e di altri volumi è stato risolto prima dell’invio ad Amazon: il file Word che è assolutamente necessario, può essere generato dall’AI prima dell’invio ad Amazon, cui dovrebbe seguire, pochi giorni dopo, l’edizione cartacea.

Per me la trasposizione su carta di contenuti anche così genuinamente digitali, è una realtà alquanto importante, dato che rappresenta, in qualche modo, la consegna alla storia del mio personale percorso di autore (alcune copie cartacee del libro saranno reperibili in poche e selezionate biblioteche pubbliche, situate in diverse località).

Come ho fatto per i precedenti cinque volumi già pubblicati, anche qui approfitto delle prime pagine per inserire uno o due capitoli che ritengo importanti lasciare per iscritto.

Oggi farò ciò in relazione a due eventi che apparentemente potrebbero sembrare privati e personali, ma che invece ritengo di interesse generale per chiunque segua, a livello professionale, l’Astrologia: il cambio di cognome, per mia moglie Daniela, da Boscotrecase a Discepolo Boscotrecase e la sentenza con la quale il Tribunale di Venezia, lo scorso ottobre, ha accolto il mio ricorso contro il Sindaco di Vigonovo, in provincia di Padova, e ha condannato lo stesso, oltre che a consegnarmi gli estratti di nascita per riassunto, di Giulia Cecchettin, nonché del fratello e della sorella, anche a pagare 1700 euro di spese per tale giudizio che  personalmente non avrei mai voluto e a cui sono stato costretto a causa dell’atteggiamento contumace, a più livelli, di detto sindaco.

Tale sentenza, a mio parere, farà giurisprudenza ed è un dono che intendo lasciare ai miei allievi futuri i quali, ritengo, ad eccezione di pochi tra quelli attuali, non vedendomi come una minaccia, mi ameranno sinceramente e potranno anche dimostrarlo, oltre che dichiararlo.

Comincio, quindi, con il proporvi l’intera trascrizione della suddetta sentenza.


Nota: La foto di copertina è di Ciro Discepolo.





Aggiornamento del 18/2/2025


Frammenti di Astrologia “arcaica”: quanti ricordi e che emozioni…

Stavo facendo una piccola ricerca storica e mi sono imbattuto in un vecchio numero de “Gli Arcani”, quello che vedete in foto, di settembre 1981. Era un mensile pubblicato dall’editore Giovanni Armenia con il quale già collaboravo da tempo. In questo numero cercavo di convincere i colleghi a seguirmi lungo due strade che per me erano già tracciate irreversibilmente da anni: l’uso del computer, come strumento tecnico dell’Astrologia, e lo studio di Rivoluzioni Solari e di Rivoluzioni Solari Mirate. In questo articolo, come vedete dalle foto, presentavo, non senza orgoglio, i primi grafici ottenuti dal mitico Hewlett-Packard HP85, detto “Capricorn”! È stato un tuffo nei ricordi, pieno di emozioni come ancora oggi mi provoca l’immagine di quel mito per me, al pari della Vespa e della 500 Fiat!

Avevo iniziato nel 1967 con il vero primo personal computer, l’HP67 (piccolo nella foto), addirittura precedente all’Olivetti P101, e poi seguito, circa un anno dopo, dall’HP97.

In questo articolo mostravo il risultato ottenuto con la stampantina termica e monocromatica del “Capricorn” su cui veniva plottato, nel vero senso della parola, sia il grafico del Tema Natale che quello di Rivoluzione Solare (foto qui riprodotta). Questo software fu a cura mia, di Michele Mauro e di Guido Paonessa e lo sviluppammo in HP-Basic. Ma precedentemente eravamo passati per la primissima versione di Astral nel 1979, io e Michele Mauro, che firmammo uno dei primi software al mondo di astrologia&informatica, utilizzando un altro mito della storia: il personal computer della General Processor di Firenze, nel 1979, che anche vedete nella foto (occorrevano almeno due persone per sollevarlo da terra).

Era basato sul microprocessore Z80 e si guastò circa due ore dopo che lo avevo ricevuto: ma non perché fosse scadente (si era “bruciata” una memoria). Ricordo l’angoscia che mi venne: telefonicamente, con l’aiuto dei tecnici di Firenze, riuscii a ripararlo da me e senza doverlo rispedire.

Qui c’è anche un vecchissimo numero della rivista BIT, di informatica, in cui, come si vede dalla foto, si annunciava in copertina un mio articolo in cui presentavo, insieme a Michele Mauro, il software che aveva come output un grafico a colori sul plotter (quasi futuristico per quei tempi…)

E dato il contesto da “amarcord, ho trovato anche, relativamente alla metà degli anni Settanta ed ai primi convegni internazionali di Astrologia, due foto scattate a Milano con Lisa Morpurgo e con Serena Foglia.

Infine il mio primo libro letto di Astrologia: “Sotto il segno degli astri”, Jacqueline Aime e Joelle De Gravelaine, Dellavalle editore.



Aggiornamento dell'1/3/2025, fonte “Repubblica”



Aggiornamento del 4/3/2025

 

 

Una brutta pagina di storia.

È quella a cui abbiamo dovuto assistere tutti in mondovisione, dallo Studio Ovale della Casa Bianca, pochi giorni fa.

Personalmente ero straconvinto, dopo avere visto vari TG, che il presidente Trump e il suo vice J.D. Vance avessero organizzato una trappola ed un linciaggio pubblico in diretta da Washington. Ma ho rivisto due volte l’intero filmato (49 minuti) di questa piccola-grande tragedia mondiale e non mi sono perso neanche un secondo della stessa; ho osservato con la massima attenzione tutto quanto è avvenuto e penso che le cose non stiano così perché, oggettivamente, il presidente Trump è stato cordiale, all’inizio della chiacchierata, mentre il presidente Zelensky è stato subito aggressivo e anche offensivo, più volte. Naturalmente non è importante il mio giudizio politico, e neanche umano, su quanto è accaduto, ma ho voluto precisarlo perché ero partito da una posizione nettamente opposta.

In questa sede preferisco passare la parola agli astri e lasciare più in disparte il mio giudizio di uomo.

Volodymyr Zelensky è nato a Krivoj Rog, Ukraine (io pronuncio Ucraìna e non Ukraina), il 25 gennaio 1970, alle ore 14. Credo che l’orario, al netto dell’arrotondamento fisiologico di pochi minuti, sia esatto perché è classificato come “A”, nella scala Rodden, e perché la sua storia lo conferma: è stato un attore, in senso professionale, come ben descrivono sia l’Ascendente Gemelli che tre astri, tra cui Giove, in quinta Casa. Lo stesso Giove, cuspide quinta/sesta Casa, gli ha portato molto successo, anche in politica. Ma il suo cielo di nascita esprime due minacce stellari non da poco: un pessimo triangolo formato dal Sole, il quale è in quadratura a Giove e a Saturno, e quella posizione che io considero pessima, dannosa, di Marte e di Saturno nella stessa Casa, ciò che per le Rivoluzioni Solari corrisponde alla mia regola 34 e per i temi natali non è meno perniciosa. Infatti i due malefici nella undicesima Casa radix significano o possono significare, anche, un “consenso mondiale che crolla”. Per sempre.

Qui non potrei esprimermi diversamente: credo che il suo destino politico sia segnato ineludibilmente.

A mio parere, leggendo queste posizioni, unitamente al quadro che ci offre la lettura della sua ultima Rivoluzione Solare e della sua ultima Rivoluzione Lunare, si vede, obiettivamente, che egli, al netto del suo coraggio e del suo dolore, come presidente di un popolo che si difende, ha sbagliato alla grande e sul piano diplomatico la sua performance meriterebbe un 2 meno meno.

Come ho già precisato, però, non spetta a me stabilire un giudizio storico che lo accompagnerà nei secoli a venire, ma i fatti sono fatti e gli stessi ci parlano esattamente nella stessa direzione degli astri.

La diplomazia non è un’arte, ma un obbligo che ogni politico che conti dovrebbe perseguire quasi religiosamente.

E vediamo la sua RSM e la sua RLM che hanno dato il via a tale tragedia personale e mondiale.

Nel grafico potete osservare sia la sua ultima Rivoluzione Solare che la sua ultima Rivoluzione Lunare, entrambe in corso, e che hanno segnato tale Caporetto.

Dopo spiegherò come faccio ad essere quasi certo che egli si trovasse a Kiev, in entrambi questi return.

La RS ci mostra un Marte in decima Casa e uno stellium in sesta Casa, ovvero una grossa violazione alle 34 regole. Nettuno sulla cuspide della settima è stato il tocco speciale in questo pessimo return, abbagliandolo, confondendolo che più non si poteva in “un incontro importantissimo”.

La Rivoluzione Lunare non è stata da meno e ha fatto il resto con un Marte in dodicesima Casa che secondo alcuni astrologi ipovedenti “farebbe crescere” … Il Sole e Mercurio in settima e Urano in decima hanno completato il quadro.

I transiti?

Lasciateli perdere. Se qualche astrologo della domenica vi dice di avere capito tutto e che vanno esaminati i transiti, allora chiedete loro di fare come il sottoscritto pubblicando non centinaia, come ho fatto io, ma almeno 20/30 casi di datazione degli avvenimenti relativi a personaggi importanti e pubblici e che si spieghino con i transiti, al di fuori della logica RS+RL.

E lo stesso dicasi per i supporter degli astrologi della domenica, soprattutto per quelli che credono che l’etica di ognuno di noi possa essere elastica, personale e non sindacabile.

Un po’ come altri che anche sono convinti che chiunque abbia una buona cultura possa fare l’auto-analisi e non l’analisi del profondo (secondo costoro Freud e Jung erano due dilettanti allo sbaraglio).

Perché sono convinto che Volodymyr Zelensky si trovasse a Kiev per entrambi i return? Ho fatto una ricerca, con l’aiuto di ChatGPT, ma non mi sono fermato alle dichiarazioni di quest’ultima e sono “andato a vedere”.

Secondo il più famoso chatbot oggi esistente, il presidente Zelensky si trovava a Davon, Canton Grigioni, Svizzera, tra il 21 ed il 24 gennaio 2025, per il World Economic Forum.

Ciò è confermato da tre documenti ufficiali ed autorevoli, ma soprattutto da questa pagina in cui è indicato il calendario preciso dei viaggi di Zelensky negli ultimi anni: https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_international_presidential_trips_made_by_Volodymyr_Zelenskyy

A dire il vero, il presidente ucraìno si sarebbe trovato lì anche al momento del return, ma vi spiego perché non è così.

Il suo return è avvenuto alle ore 22:32 di Kiev del 24 gennaio. Ora sappiamo per certo che egli fosse a Kiev la mattina dopo, il 25 gennaio, perché lì incontrò la Presidente della Moldavia, Maia Sandu. Durante questo incontro, discussero questioni relative alla crisi energetica in Transnistria e altri temi di sicurezza regionale.

Dunque è altamente probabile che Zelensky, che giunse a Davon il 21 e non il 20 gennaio, la sera del 24 era già tornato a Kiev.

Per quanto riguarda la RL del 13 febbraio, non penso che possano esserci dubbi in quanto sappiamo che il Presidente si trovava a Kiev dove accolse il Segretario del Tesoro degli Stati Uniti, Scott Bessent, per discutere del potenziale delle risorse dell’Ucraìna e delle future partnership economiche. 


Nota: alcuni lettori mi hanno fatto notare che il presidente Zelensky sarebbe nato nel 1978 e non nel 1970. Io trovai questi dati di nascita in rete, due anni fa, e mi sembrarono attendibili, ma farò delle ricerche per capire se essi fossero errati. 

Aggiornamento del 12/3/2025

Una brutta pagina per la cultura. Credo.

 

Sin da prima di venire a vivere a Milano ho amato Brera. Poi, quando l’ho fatto, mi è sempre piaciuto tanto visitarla spesso e rivedere, almeno una volta l’anno, la Pinacoteca. Negli anni passati ho elogiato più volte il direttore James Bradburne che, esempio quasi unico nel capoluogo lombardo, lasciava fotografare tutto a tutti. Per questa e per altre ragioni avevo già deciso di privilegiare la Biblioteca Braidense nel tentare di lasciare lì un buon numero di mie pubblicazioni.

Purtroppo le cose sono cambiate, recentemente, e mi è capitato quello che sto raccontando.

Pochi giorni fa mi sono recato lì con un’altra decina di volumi tra i miei oltre centocinquanta, per donarli. La persona addetta alle donazioni non c’era e allora li ho lasciati all’ingresso, come ho fatto più di una volta, anche in passato.

Circa tre giorni dopo mi è giunta questa email:

 

Gentile Sig. Discepolo,

Vi ringraziamo per l’attenzione nei confronti del nostro Istituto e per aver portato alla nostra biblioteca i vostri volumi in biblioteca.

Tuttavia Vi informiamo che la nostra Biblioteca accetta esclusivamente opere di saggistica e di interesse locale legate all’area lombarda.

Sono esclusi romanzi, raccolte di poesia, i periodici, le tesi e le pubblicazioni autoprodotte.

Per maggiori informazioni sui nostri criteri di ammissione può consultare il nostro sito istituzionale al link: https://bibliotecabraidense.org/cataloghi/

 

I libri che avete lasciato sono stati visionati dai nostri funzionari bibliotecari e non rientrano nei nostri criteri di accettazione.

 

Per la biblioteca non vige l’obbligo di restituzione al donatore ma potrete ritirare le vostre pubblicazioni direttamente in biblioteca, previo appuntamento, entro 30 giorni dalla presente comunicazione.

I libri non ritirati entro tale termine saranno donati a enti/istituzioni/biblioteche interessati.

 

In futuro, prima di portare dei libri in biblioteca, Vi consigliamo di inviare una mail a b-brai@cultura.gov.it indicando titoli, autore ed edizioni dei volumi che vorreste donare.

 

Distinti saluti

Giuditta Barni

 

La segreteria

 

Biblioteca Nazionale Braidense - Pinacoteca di Brera

Via Brera, 28

20121 Milano

t. 02.72263401 - 02.72263404

mail: b-brai@cultura.gov.it

pec: pin-br@pec.cultura.gov.it

 

E io ho risposto subito:

 

Gentile signora Giuditta Barni
Biblioteca Braidense di Milano

 

E p.c.

Direttore Angelo Crespi

pin-br@cultura.gov.it

 

Gentile Signora,

penso ci sia un errore.

I miei libri (oltre 150 in 8 lingue) sono tutti assolutamente ed esclusivamente di saggistica: niente poesia, niente romanzi, niente fiction, ma solo saggistica assai orientata all’epistemologia, all’astrologia,
 alla matematica ed alla trigonometria sferica, alla filosofia.


I miei libri sono conservati presso molte delle principali biblioteche pubbliche e private italiane e del mondo. Qui di seguito ne elenco solo alcune, ma potrei fornirvi un elenco assai più ampio:

 

-      Biblioteca Braidense, 23 volumi (veda PDF completo allegato)

-      Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti d’America, Washington, PDF allegato

-      Biblioteca Nazionale di Venezia, PDF allegato

-      Biblioteca Nazionale di Bologna, 28 volumi, PDF allegato

-      Biblioteca Nazionale di Roma, 35 volumi, PDF allegato

L’elenco completo è lunghissimo e comprende molte biblioteche pubbliche negli Stati Uniti d’America, in Inghilterra, in Germania, Francia, ecc.

Il contenuto dei miei libri tratta esattamente la stessa materia trattata da alcuni miei predecessori nei libri che cito solo come una short list su tale argomento:

-      Johannes Kepler, “Harmonice Mundi”, 1619

-      Galileo Galilei, “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo”, Firenze, 1632 -      

 

-       Isaac Newton, “Philosophiæ Naturalis Principia Mathematica” (spesso abbreviato in “Principia”) - Questo è il più famoso lavoro di Newton, pubblicato per la prima volta nel 1687

Detto ciò, io penso che la vostra decisione sia frutto di un equivoco perché, diversamente, le due parti più offese dalla vostra eventuale decisione in merito, sarebbero la Biblioteca Braidense che, come ho detto, ha già 23 volumi tra i miei oltre 150 nel proprio catalogo e la Cultura più in generale.

Attendo un vostro cortese riscontro e vi saluto cordialmente,

Ciro Discepolo

 

La persona in oggetto ha replicato:

 

Gentile sig. Discepolo, 

il suo materiale è stato visionato dai nostri funzionari bibliotecari che, come da prassi, hanno svolto anche ricerca su OPAC SBN.

Siamo a conoscenza che nel patrimonio della nostra biblioteca ci sono n. 23 suoi volumi ma possedere un volume di un autore non significa accettare in dono tutti i volumi di quell'autore.

La nostra Biblioteca accetta esclusivamente opere di saggistica e di interesse locale legate all’area lombarda ma non accetta passivamente tutto quello che viene proposto; ci deve essere coerenza con le esigenze dei nostri lettori.

Il nostro ovviamente non è assolutamente un giudizio sulla "bontà" delle vostre opere.

 

Se lo ritiene può proporre i suoi volumi ad altre biblioteche di pubblica lettura di Milano.

 

Le ricordo che per la biblioteca non vige l’obbligo di restituzione al donatore ma potrete ritirare le vostre pubblicazioni direttamente in biblioteca, previo appuntamento, entro 30 giorni dalla presente comunicazione.

I libri non ritirati entro tale termine saranno donati a enti/istituzioni/biblioteche interessati.

 

Cordiali saluti

Giuditta Barni

 

A cui ho risposto un’ultima volta:

D’accordo, allora vi invito a cancellare dal catalogo della Biblioteca Braidense gli altri miei 23 volumi e a donare quelli da me lasciati pochi giorni fa all’associazione “Fahrenheit 451”.

Io, da parte mia, mi impegno a dare la massima diffusione a questa vostra decisione.

 

Fine delle mie comunicazioni.

A questo punto è evidente che la signora Barni mente. Infatti tra i miei libri che compaiono nel loro catalogo sono presenti anche volumi di effemeridi che, come sanno tutti, riguardano l’eclittica che non è proprio prossima alla zona lombarda chiamata in causa. E, non volendo personalizzare la cosa, notiamo, ma giusto per fare due esempi su possibili migliaia di altri, un testo sul Guatemala (Guatemala / Lucas Vidgen, Torino: EDT, 2008 Monografia [LO11172836] Collocazione: NBCOLL.IT.P.0628/ 0319) e un altro sulla porchetta a Bologna (Relazione e disegno della fiera per la solita Festa popolare della Porchetta fatta in Bologna il dì 24. Agosto 1693, In Bologna: nella Stampa Camerale, Monografia [UBOE122943], Collocazione: NBHH. 01. 0040) che neanche mi sembrano tanto specifici dell’hinterland meneghino.

Non ho sottoposto queste ultime riflessioni alla signora Barni, ma mi viene il sospetto che lei potrebbe rispondermi, anche in questo caso: “Qui siamo a casa nostra e le regole le stabiliamo noi”.

È proprio questo il punto, come dicevo all’inizio: qualcosa è cambiata alla Pinacoteca di Brera e alla Biblioteca Braidense.

P.S. Non ho neanche capito perché la signora Barni mi ha dato del voi, ma – come ho scritto prima – si tratta di una brutta pagina di cultura.  

 

 


Per Tutti. Non è una notizia importante, ma vi invito a leggerla perché potrà spiegare, a qualcuno, il perché di un certo rumore di fondo che disturba, da qualche anno, l’Astrologia:

http://ilblogperidepressi.wordpress.com/ 

For Everybody. It is not an important news, but I invite you to read it because it can explain, to someone, the why of a certain noise leading that disturbs, from a few years, the astrology:

 http://ilblogperidepressi.wordpress.com/ 

 

Ciro Discepolo

www.cirodiscepolo.it  

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Per vedere bene i grafici zodiacali e le foto, occorre cliccarci sopra: si ingrandiranno. 

Una bibliografia quasi completa di Ciro Discepolo:

An almost complete bibliography of Ciro Discepolo:

 http://www.amazon.com/Ciro-Discepolo/e/B003DC8JOQ/ref=sr_ntt_s 

e

http://www.programmiastral.com/download/bibliografia_completa_di_ciro_discepolo.xls