martedì 18 dicembre 2018

Poche osservazioni sulla “Pastorale americana” di Philip Roth




In queste ultime settimane sono stato alquanto impegnato – piacevolmente impegnato – oltre che con la stesura di nuovi libri, anche con la lettura del capolavoro di Philip Roth, Pastorale americana.
Confesso che questo è il primo romanzo che leggo del grande scrittore contemporaneo scomparso solo pochi mesi fa e vincitore anche di un Premio Pulitzer.
Avevo, però, già apprezzato moltissimo il soggetto del film “La macchia umana” tratto da un altro suo formidabile romanzo.
Relativamente al primo, ho avuto modo di amare sia il romanzo che il film tratto dal regista Ewan McGregor (che ne è anche protagonista), 2016.
Sia il libro che il film non mi hanno stregato in senso stretto, anche se ammetto che oggi difficilmente nuovi romanzi siano in grado di emozionarmi come quelli del passato e, per esempio, restando in ambito States, i migliori del grande Ernest Hemingway o gli altri di Henry Miller e di Vladimir Nabokov.

Tuttavia, Pastorale americana mi ha intrigato tantissimo per il soggetto e mi ha proiettato in una pletora di grandi interrogativi che tuttora mi fanno riflettere e che credo mi faranno riflettere a lungo.
Cominciamo dal significato del titolo e dalla trama che riprendo da questa pagina assai ben redatta:



Il significato del titolo:

Il titolo è carico di amara ironia: il termine pastorale richiama la tradizione artistica, e letteraria più in particolare, caratterizzata dall’idea della possibilità di una vita bucolica e perfetta in comunità con la natura. Il romanzo di Roth ci presenta un personaggio che potrebbe essere il protagonista di una pastorale, ma in realtà non lo è, nonostante i suoi grandi pregi, la sua forza di volontà e la fortuna di essere nato negli Stati Uniti.

Riassunto della trama:

La trama del romanzo di Roth vede protagonista Seymour Levov, detto “lo Svedese”. La cornice del romanzo vede Nathan Zuckerman incontrare un vecchio amico, Jerry Levov, il quale gli racconta della vita del fratello maggiore, Seymour, che il giovane Nathan ammirava per le sue doti atletiche. Jerry gli fa capire che la vita dello Svedese non è stata affatto semplice, e da lì Zuckerman ricostruisce una sorta di biografia immaginaria dello Svedese, basandosi su alcuni ricordi, sulle informazioni ricevute da Jerry e su alcuni ritagli di giornale.

Seymour nasce a Newark, dove cresce tra la fabbrica di guanti del padre (di origini ebraiche) e il mondo dello sport (lo Svedese è un giocatore straordinario di baseball, football e basket, cosa che lo rende assai popolare). In seguito sposa l’ex Miss New Jersey Dawn Dyer e sostituisce il padre alla direzione della fabbrica, ma la vita ha in serbo amare sorprese. La figlia Merry, balbuziente da piccola, diventata adolescente si trasforma in una ribelle fortemente politicizzata e non estranea ad atti illegali. La vita di Seymour conoscerà una svolta drammatico quando Merry viene riconosciuta come la responsabile di un attentato contro un ufficio postale costato la vita a una persona. Dopo l’attentato Merry si dà alla fuga innescando una lunga e tormentosa ricerca da parte del padre. Per anni lo Svedese tenterà di riunire la famiglia ed essere felice, ma nonostante alcuni “successi parziali” tutto precipiterà, ancora una volta, nel finale del romanzo.

A mio vedere il romanzo, che in molti tratti è anche abbastanza noioso, suscita, tuttavia, emozioni ed interrogativi importanti a seconda della prospettiva dalla quale lo si studia.
E, per fare ciò, non si può prescindere dall’esame del tema natale del grande scrittore ebreo nato a Newark, nel New Jersey, il 19 marzo 1933, all’una di notte.
Diciamo subito che mi giocherei anche le dita dei piedi (non volendo essere scurrile) sul fatto che egli – per forza! – deve essere nato almeno pochi minuti prima, anche solo cinque!
Infatti non posso avere dubbi su fatto che la sua stretta congiunzione Marte-Nettuno (ciò che io chiamo “il pugnale in bocca nelle persone”) sia nella Nona Casa e dunque in rapporto alle speculazioni più filosofiche sulla vita.
La sua libido non ha bisogno di spiegazioni: Sole, Venere e Mercurio in Terza Casa, giornalista e grande scrittore già nella culla…

Ma torniamo al punto centrale di Pastorale americana: il clamore, l’orrore, perfino l’urlo per l’evoluzione di questa banale pastorale che d’un tratto diventa una tragedia americana di dimensioni spaventose!
Seymour Levov, “lo Svedese”, per tutti, per la sua bellezza nordica a base di occhi azzurri e capelli biondi, il marito e padre perfetto, l’uomo perfettamente inserito in società, il figlio modello che segue obbediente la volontà di un padre forte, un uomo che è stato idolo sportivo di tutta la gioventù studentesca dei suoi tempi e che ha fatto innamorare tantissime ragazze, un giovane che sembrava un dio, una persona che sembrava scelta da Dio in persona per rappresentare l’eccellenza sotto ogni angolazione umana, lui, ha la disgrazia di assistere alla virata marxista-rivoluzionaria e terrorista assassina della sua adorata Merry, un angelo biondo che forse balbettava perché si sentiva inadeguata al fianco di una madre quasi Miss America e di un padre che quasi tutti veneravano per bellezza fisica, moralità, onestà, integrità…

A quest’uomo, che apparentemente non ha commesso alcun errore nel crescere la propria bambina che adorava più di tutto al mondo, il destino fa accadere due eventi insopportabili: scoprire che la figlia è un’assassina terrorista a soli sedici anni e subire l’esilio forse per sempre della stessa che lo priva dell’amore più grande che egli riesce a concepire.

Si fa fatica, qui, a non pensare al Vecchio Testamento e alla natura ebraica dello scrittore che però non era un uomo religioso, almeno nel senso dell’essere praticante.
Lo Svedese riuscirà a ritrovare la sua Merry molti anni dopo e l’epilogo di questo dramma è anche molto più agghiacciante dell’esordio: Merry è divenuta una giainista che quasi non si nutre più per non togliere la vita neanche alle piante e che usa un velo davanti al viso per non ingoiare – uccidendoli –, involontariamente, micro-organismi.
Merry non si lava neanche più, per gli stessi motivi e vive in un luogo che farebbe orrore anche a un vecchio homeless.
L’impatto tra la visione della nuova Merry da parte dello Svedese è devastante, oltre ogni livello di immaginazione e di sopportazione umana.

Non si può non pensare – io credo – a Giobbe e al riferimento biblico che in qualche modo, a mio avviso, è comunque rimasto sedimentato nel profondo di questo scrittore che però si adombrava quando veniva definito ebreo-americano, con il trattino e con la inutile annotazione relativa alle sue origini.

Personalmente non credo neppure che tale romanzo, il più famoso di Philip Roth, sia stato solo una specie di lugubre metafora per dire che anche al migliore padre del mondo può toccare in sorte una figlia scellerata e che lo farà soffrire maledettamente.

Tuttavia, leggendo Pastorale americana, questo dubbio diventa enorme e ci lascia tremendamente inquieti.











Lieto di presentare il mio nuovo libro: IL BLOG DI CIRO DISCEPOLO I PARTE. By Ciro Discepolo.

Lo potete vedere qui e sarà disponibile in pochi giorni, ma lo è già nel formato Kindle:

https://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_noss?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&url=search-alias%3Daps&field-keywords=il+blog+di+ciro+discepolo


Si tratta di un volume di 450 pagine di grande formato (circa 18x25 cm) che raccoglie il primo anno del mio blog che è giunto al tredicesimo anno di vita.
Qui di seguito due parti della quarta di copertina:

Non pensavo che ci sarei mai riuscito.
Infatti mi sembrava impossibile realizzare un libro di forse diecimila pagine che contenesse tutti i miei blog dal 2007 al 2019 redatti anche tre o quattro volte al giorno e per anni di seguito, 365 volte all’anno.
Poi ho avuto un’idea e, con l’aiuto di una mia carissima amica, ho pensato di suddividere tutto il materiale in diversi tomi di grande formato, come questo (circa 18x25 centimetri) che racchiude i primi 365 giorni di blog: a partire dal 9 novembre 2007 (nei giorni intorno al compleanno di mio padre – il 6 novembre – sono sempre avvenuti fatti assai particolari e anche straordinari della mia vita).
Magari, pubblicando due-tre anni alla volta, fra alcuni anni potrei riuscire nell'impresa.
A mio parere si tratta di molto materiale utile che risulterà ancora più interessante per i Lettori se noteremo che esso, nella versione Kindle (che si può leggere anche sul proprio PC o Mac o tablet o cellulare e praticamente ovunque), con la funzione “cerca”, ci permetterà di trovare, in un solo secondo di tempo, tutti i passaggi del volume dove si parla di “rilocazione” oppure di “cuspide” oppure di “ICP” oppure di “IPA” o, ancora, di “zona Gauquelin” e di “compensato” e via dicendo…
Insomma, considerando che in questo libro, come nei prossimi, non mi sono limitato solamente a procedere a mezzo di copia e incolla, ma sono anche intervenuto nella direzione di aggiornare, ampliare, correggere…, beh, penso che tantissimo materiale che non era mai stato pubblicato, adesso lo sarà, a tutto vantaggio di chi segue la mia scuola.
Inoltre, già a partire da questo primo tomo, ho voluto aggiungere un primo capitolo assolutamente inedito: questa volta è toccato al mio tentativo di dimostrazione della realtà che le Rivoluzioni Solari valgono cento volte di più dei transiti!
Naturalmente lo stesso, come in ogni mia pubblicazione, è corredato da esempi difficilmente “smontabili”, a mio parere, ma come diceva il Werfel, nulla è sufficientemente chiaro per chi non vuole vedere…
E, allora, non me ne preoccupo affatto e lo dedico con gioia ai miei allievi/colleghi più bravi. (continua, dalla Prefazione).

Ciro Discepolo, astrologo, giornalista e scrittore, è nato a Napoli nel 1948. Ha lavorato per vent’anni come redattore esterno del quotidiano napoletano Il Mattino, pubblicando articoli di medicina, scienza, informatica, letteratura e astrologia e rifiutando sempre di redigere oroscopi segno-solari. All’età di 20 anni ha lavorato come assistente ricercatore per cinque anni presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche ed è stato responsabile del Laboratorio di Misure Elettroniche presso l’Istituto Motori di Napoli per due anni. Ha studiato l’astrologia fin dal 1970. Ha pubblicato oltre 120 libri in otto lingue – la maggior parte dei quali hanno avuto molto successo anche all’estero – e ha redatto oltre 1.000 lezioni di astrologia su YouTube e oltre 300 brevi saggi di astrologia, quasi tutti su Google Book. Libri come Transits and Solar Returns o New Treatise of Astrology sono stati bestseller in più paesi. I suoi libri sono stati pubblicati da alcune delle più importanti case editrici del mondo nel campo dell’astrologia, come The American Federation of Astrologers, le Éditions Traditionnelles di Parigi, la Scuola Superiore Russa di Astrologia di Mosca, l’editore Armenia di Milano, le Edizioni Mediterranee di Roma e molte altre ancora. Nel 1990 fondò il periodico Ricerca ‘90, di cui è direttore. È stato impegnato nella ricerca statistica fin dall’inizio dei suoi interessi per l’astrologia. Nei primi Anni Novanta raggiunse risultati assai interessanti attraverso la sua ricerca riguardante l’ereditarietà astrale, campionando oltre 75.000 soggetti. L’approccio, i calcoli e i risultati delle sue ricerche sono sempre stati verificati da diversi esperti di statistica e anche da professori universitari. Astrologicamente parlando, si è formato alla scuola di André Barbault. I suoi interessi includono letteratura, cinema, fotografia, buona cucina e la Costiera Sorrentina. La sua pagina Google+ è: www.https: //plus.google.com/u/0/108726532055915587593 (20 milioni di visualizzazioni fino a gennaio 2017).
  





Per Tutti. Non è una notizia importante, ma vi invito a leggerla perché potrà spiegare, a qualcuno, il perché di un certo rumore di fondo che disturba, da qualche anno, l’Astrologia:


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Una bibliografia quasi completa di Ciro Discepolo:

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mercoledì 5 dicembre 2018

Il mio nuovo libro "LETTURA CRITICA DEL TEMA NATALE"







Sono lieto di annunciarlo. Si tratta di un libro di 135 pagine su di un argomento che mi sta assai a cuore e la cui preparazione ho rinviato per molti anni. In esso compaiono anche quaranta ‘schede’ con altrettanti esempi di interpretazione astrologica critica dei Cieli Natali di altrettanti personaggi noti attuali o della storia (Donald Trump, Emmanuel Macron, Asia Argento, Fabrizio Corona, Charlie Manson — l’assassino di Sharon Tate —, Marilyn Monroe, Larry Flynt, Aldo Moro, John Kennedy, Gandhi, Marco Pannella, …).
Qui di seguito la prefazione del libro.
Buona lettura a tutti coloro che lo leggeranno.
PREFAZIONE

Un giorno, tanti tanti anni fa, quando offrivo i miei consigli a persone che venivano un po’ da ogni parte d’Italia e anche dall’estero, incontrai nel mio studio di Napoli un architetto simpatico, sulla quarantina.
Impiegai parecchio tempo a spiegargli che egli era Vergine e non Sagittario come pensava: era nato nelle due ore successive al tramonto e da ogni punto di vista il sesto segno zodiacale mi “saltava in faccia”.
Lo vidi piuttosto scettico, contrariato e anche indispettito e allo stesso modo mi salutò.
Ma, poi, soltanto due giorni dopo mi telefonò: “Vorrei vederla per una mezz’ora, non per un consulto… Vorrei solo spiegarle perché lei si sbaglia sulla mia appartenenza al segno della Vergine…”.
Lo ricevetti pochi giorni dopo e devo dire, con un pizzico di sadismo, che quella fu una delle scene più esilaranti tra i miei consulti di tutta la vita.
Il soggetto – che chiameremo Stefano – si accomodò, cercò e trovò la posizione più comoda anche dal punto di vista della visione e della prospettiva del nostro colloquio, quindi tirò fuori dalla sua ventiquattr’ore che sembrava comprata poche ore prima, un meraviglioso blocco note che non sono mai riuscito a trovare in commercio: un oggetto davvero prezioso, con carta lucida o semiopaca che i tipografi chiamavano “mozzarella” e con cui io stesso realizzavo agli albori dell’era informatica le pellicole – in mirror – dei miei libri che consegnavo direttamente ai tecnici della stampa che poi dovevano solo mettere in macchina e stampare il libro…
Stefano, con la massima attenzione e cura, portò sul dorso del blocco la copertina dello stesso, facendo una enorme attenzione a non produrre “orecchiette”.
Poi sfilò dalla tasca interna della giacca una bellissima stilografica, certamente costosa, ne svitò la parte superiore e la posizionò, pronta per l’uso, a pochi centimetri alla destra del blocco, ma non in un punto qualsiasi.
Allora guardai di nuovo il taccuino e vidi un lungo elenco, vergato a mano e con grafia elegantissima e senza correzioni, di scritte, tutte precedute da un trattino orizzontale e da uno spazio bianco.
A quel punto Stefano annunciò: “Ecco ventisette punti che le dimostreranno che non sono una Vergine!” e iniziò ad elencarmeli, cassando subito dopo la prima parola di ogni riga con la sua stupenda penna…
Confesso che non riuscii a trattenermi ed esplosi in una fragorosa risata…
Ecco, questo è uno dei più spassosi amarcord delle mie consultazioni, ma potrei raccontarne migliaia, tutti diversi e anche non ironici o simpatici…
Però credo che esso, oltre a essere il primo che mi viene in mente, è anche alquanto indicativo delle particolarità che hanno caratterizzato il mio lungo percorso di studi e di ricerche astrologiche che oggi, a dicembre 2018, sta concludendo un ciclo di quarantotto anni trascorsi percorrendo anche strade assai nuove ed originali, in tanti settori dell’arte di Urania.
Ciò, ovviamente, ha scandalizzato e perfino irritato tante persone, come questo simpatico architetto Vergine fin nel midollo osseo che non voleva rassegnarsi a perdere la sua identità sagittariana.
Come tanti di voi sapranno, amo l’Astrologia più della mia stessa vita e quindi soffro tantissimo a vedere il degrado in cui essa versa attualmente, degrado che ho cercato di illustrare, secondo il mio punto di vista, in tutte le sue declinazioni nel mio libro abbastanza recente Requiem for Astrology (il testo è sia in italiano che in inglese: entrambe le lingue nello stesso volume).
Prima di continuare vorrei chiarire per l’ennesima volta: non mi irritano i colleghi che mi combattono o che sono aspramente critici nei miei confronti, ma mi mandano letteralmente in bestia quelli – tra loro – che sono enormemente confusi e che desiderano restare tali, ma anche gli astrologi e le astrologhe che cambiano le proprie opinioni a mesi alterni e si comportano come le canne al vento di cui scriveva Grazia Deledda.
Odio ogni forma di fariseismo e a maggior ragione quelle che riguardano l’Astrologia.
Ho in odio i piccoli e grossi truffatori: coloro i quali barano sul nostro sapere, soprattutto nei confronti dei loro stessi giovani allievi.
Nel prossimo capitolo, per chiare meglio la mia posizione, vi riproporrò pochi singoli paragrafi su ciò: uno dal testo Requiem for Astrology e altri tre da miei recenti blog dove mi sono confrontato con l’amico e collega Giuseppe Galeota, Al Rami, che onestamente, pur seguendomi parecchio, è di diversa opinione su alcuni argomenti fondamentali della nostra disciplina. Io lo stimo, per vari motivi, ma soprattutto perché egli è tra i pochi che legge e scrive di epistemologia e di astrologia e perché proclama chiaramente il proprio pensiero, dopo avere letto e studiato i principali autori degli ultimi secoli.
Quando leggo – e mi succede abbastanza spesso – che qualcuno che ha appena inaugurato una scuola di Astrologia si presenta e afferma di avere notato che molte volte le Bilance si comportano come se fossero Arieti… mi cadono le braccia.
Come si può pretendere di praticare la fisica einsteiniana se prima non si è studiata la fisica dei millenni prima di Cristo, poi quella dei secoli successivi alla nascita di Gesú e quindi giungere alle teorie galileiane e newtoniane?
Allo stesso modo, se non si possiede una visione assolutamente critica della Weltanschauung astrologica di ogni grande autore, non si potrà prendere una propria strada.
E più di tutto mi offende l’ignoranza travestita da ecumenismo: “Sì, lo so che grandi autori moderni rigettano ciò, ma occorre avere un’apertura mentale ampia e ospitare il pensiero astrologico di chiunque…”.
Anche di quel Francesco Sizzi che nei secoli passati teorizzava che i pianeti del nostro sistema solare non potessero essere più di sette dato che gli orifizi del corpo umano tanto sono?
Lo ripeterò fino alla noia e fino alla morte: mi va benissimo che chiunque – e anche tutti – dicano e scrivano di essere assolutamente contro la mia scuola e le mie scoperte. Ma pretendo che chi lo dichiara sappia almeno di cosa stia parlando!
Un mio caro amico, Lorenzo Vancheri, che generosamente mi aiutò a editare diversi tra i miei libri, e che avrebbe potuto scriverne di eccellenti anche lui, fu “brutalizzato” (immagino) da qualche oroscoparo e “diede le dimissioni dall’Astrologia”: se non lo avesse fatto, gli avrei chiesto di scrivere un libro per la mia casa editrice, Ricerca ’90, in cui procedere con schede di una decina di pagine l’una e stigmatizzare, con il suo eccellente senso critico, quali sono i punti nodali e specifici di ogni scuola, ma leggendoli – appunto – con il suo straordinario acume che permette a lui per primo di compararli tra loro.
Credo che abbia cambiato email perché negli ultimi due anni gli ho scritto un paio di volte e non ho avuto risposta…
E, allora, dopo avere soppesato a lungo la cosa, pur essendo cosciente del fatto che adesso le liste dei miei nemici si ingrosseranno in misura di decine di migliaia di colleghi, ho tuttavia deciso di scrivere il presente libro di lettura critica del Tema Natale.
Vorrei fosse chiaro a tutti: lettura critica non significa, per me, magnificare la mia scuola dileggiando quella dei miei avversari. No, assolutamente.
Anche se scherzando sono solito dire che gli astrologi a indirizzo psicologico-filosofico-esoterico sono i migliori amici dell’uomo, quando smetto di giocare sostengo che essi praticano legittimamente un’astrologia che piace loro e che piace ai loro allievi/clienti/lettori almeno in pari misura alla mia.
Io non tenterò mai di dissuaderli. Con pari rispetto guardo a un bravo ingegnere come a un bravo filosofo o musicista: non c’è e non dovrebbe mai esserci competizione sul piano disciplinare. Ognuno è padrone di seguire le proprie idee o quelle dei propri maestri.
Ci mancherebbe altro!
Parafrasando uno dei più celebri motti della storia, attribuito a Voltaire, griderò sempre: “Combatterò tutta la vita le tue idee, ma combatterò tutta la vita anche affinché tu le possa esprimere!”.
A me non dà assolutamente fastidio chi legge un Tema Natale ispirandosi a Dane Rudhyar o a Stephen Arroyo o ad Alan Leo, ma sbotto di collera se qualcuno, dicendo di essere un discepolo di costoro, poi interpreta un Tema Natale scopiazzando dai libri del sottoscritto oppure da quelli del grande André Barbault e non riferendosi mai, neanche in maniera indiretta, ai nomi che ho appena elencato.
E veniamo all’esempio che non avrei mai voluto fare e che devo assolutamente citare, innanzitutto per il rispetto e per l’amore che ho verso una collega con cui ho condiviso un lungo percorso di vita, seppure nella totale diversità di pensiero astrologico: Lisa Morpurgo.
Procediamo con una brevissima premessa e con un’altrettanta cortissima storia.
Chi fu, pochi mesi dopo la sua pubblicazione, a scrivere, su di una testata che le era dichiaratamente ostile, una lunga ed elogiativa recensione del “Convitato di pietra”?
Il sottoscritto.
Chi diede le dimissioni da vicepresidente di una associazione astrologica nazionale quando tutti gli altri iscritti cercarono di “linciare” Lisa Morpurgo?
Il sottoscritto.
Chi le diede tutto lo spazio che desiderava, per lei e per i suoi allievi, sul proprio trimestrale e ogni volta che lo desiderava?
Il sottoscritto.
Perché? Perché io ero un sincero ammiratore della sua splendida intelligenza oltre che della sua formidabile cultura classica. Inoltre le volevo bene, un grandissimo bene, come una sorella maggiore.
Potrei citare cento episodi a conferma di ciò, ma non occorre perché è tutto scritto, su carta, non come oggi dove si può cambiare anche totalmente quello che si è pubblicato in rete un mese o un anno o dieci anni prima.
Non consideravo Lisa un’astrologa in senso stretto e quando andavo sul pratico mi trovavo molto meglio a ragionare con Peter Van Wood che con lei, ma ammiravo la profondità e la genialità del suo pensiero critico e speculativo.
La storia dei quattro universi paralleli ciascuno con dodici corpi celesti mi ha sempre affascinato. Sul piano della filosofia dell’Astrologia. Ma non ho mai pensato, e non lo penso neanche ora, che ciò possa tradursi in minima parte nella lettura utile e pratica di un Tema Natale.
Le lievissime differenze di trono e/o di esaltazione, per esempio di una Venere in Cancro o in Pesci, non producono alcuna diversità sostanziale e pratica nella lettura di un Tema Natale.
Il punto è, se si sostiene con convinzione di essere morpurghiani, che, di conseguenza, si dovrebbe anche procedere a interpretare il Tema Natale di Maradona, di Asia Argento o di Matteo Salvini spiegandoci in che modo i quattro universi paralleli e i dodici astri per ogni zodiaco equivalente ci permetterebbero di redigere un presunto e particolare percorso di vita a mezzo di una lettura non migliore, non peggiore, ma semplicemente del tutto diversa da quella che farebbe, mettiamo, un Henri J. Gouchon degli stessi personaggi.
E chi sostiene di leggere un Cielo Natale secondo la scuola di Lisa Morpurgo dovrebbe anche avere la correttezza mentale di non interpretare mai un grafico astrologico partendo dalla dominante (che Lisa rifiutava del tutto) o ricorrendo, a seconda dei casi, anche alla interpretazione delle Rivoluzioni Solari del soggetto (altro argomento “del diavolo” per l’amata Lisa!).
Allora, ripeto: mi va bene tutto, ma non che qualcuno che si presenti come vegano, mangi la porchetta “solo quando fa molto freddo e in montagna…”.
Siate vegani.
Siate carnivori.
Siate cannibali.
Siate tutto quello che volete, ma non sommando arbitrariamente e senza regole il bello e il brutto di ogni orientamento e cuocendo un grosso polpettone misto da servire a mezzo di declinazioni differenti a seconda della situazione nella quale vi trovate di volta in volta.

P.S. Era mia intenzione, questa volta, pubblicare contemporaneamente sia la versione cartacea che quella ebook del libro. Purtroppo quella Kindle è stata immediatamente disponibile (https://www.amazon.it/Lettura-Critica-del-Tema-Natale-ebook/dp/B07L16XM25/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1543906798&sr=8-1&keywords=lettura+critica+del+tema+natale) mentre l’altra, stranamente, è in ritardo di 3-4 giorni (da parte di Amazon) e vi segnalerò appena sarà disponibile.






Relativamente al criminale Cesare Battisti: intanto pubblico questa notizia apparsa oggi sul Corriere della Sera, poi, la commenterò in seguito:




Per Tutti. Non è una notizia importante, ma vi invito a leggerla perché potrà spiegare, a qualcuno, il perché di un certo rumore di fondo che disturba, da qualche anno, l’Astrologia:


http://ilblogperidepressi.wordpress.com/ 


For Everybody. 
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Buona Giornata a Tutti.






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Qual è l’Indice di Pericolosità del mio Anno? CALCULATE, FREE, YOUR 
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Quanto vale il mio rapporto di coppia?


Test Your Couple Compatibility
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Una bibliografia quasi completa di Ciro Discepolo:

An almost complete bibliography of Ciro Discepolo: 
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