lunedì 13 novembre 2017

Perché probabilmente non voterò alle prossime elezioni politiche



Perché sono fortemente deluso dalla politica e dai politici italiani. Non mi preoccupa il fatto che le tifoserie di ogni partito mi tacceranno subito di qualunquismo. Preferisco essere “qualunquista” anziché accettare come una pecora un simile malcostume che gli italiani desiderano nella stragrande maggioranza.

Ho creduto, qualche anno fa, che Matteo Renzi potesse davvero fare un piccolo prodigio e regalare agli italiani le due riforme che alcuni di noi, pochissimi, si attendono da settantuno anni, inutilmente: l’abolizione del Senato, che significherebbe risparmi enormi per lo Stato ma soprattutto l’enorme sveltimento di ogni percorso legislativo, e la modifica del sistema elettorale da proporzionale a maggioritario, quasi netto, sul modello inglese o statunitense o abbastanza simile a quelli.
Matteo Renzi ce la poteva fare perché egli è un Marte dominante puro al Discendente, una forza di rottura come poche e lo ha dimostrato nella prima parte della sua azione politica.
Poi si è scontrato contro tantissimi animali politici anche del suo partito che gattopardescamente hanno finto di voler cambiare tutto per non cambiare alcunché.
Indipendentemente dal “pacchetto completo” del suo programma di governo, avevo creduto nella possibilità che egli regalasse un sistema politico all’Italia in grado di far governare lui, ma anche Beppe Grillo o Di Maio o Berlusconi o Salvini e perfino D’Alema & C. per cinque anni di seguito e senza stare con il cappello in mano verso alcuna altra parte dello Stato.
Ci ho creduto, o forse è meglio dire che ci ho sperato, e tale sogno, come tutti sappiamo, è stato nettamente bocciato dagli italiani e, a questo punto, consiglierei a Matteo Renzi, se potessi dirglielo a voce, di tornarsene a casa abbandonando completamente la politica: egli era una potenziale testa di ariete per sfondare porte di castelli; oggi si muove impropriamente in terreni paludosi dove eccelleva Richelieu o Andreotti.

Apprezzo diverse cose del Movimento Cinque Stelle, tra cui la spinta rivoluzionaria e anche impostata all’onestà di tanti iscritti e di tanti simpatizzanti. Ma non posso non notare l’inadeguatezza assoluta dei suoi leader soprattutto in materia amministrativa.
Facciamo un esempio.
Luigi Di Maio asserisce che il loro modello politico-economico è quello dello psicologo Domenico De Masi. A parte il fatto che De Masi, come sanno quasi tutti, è un sociologo e non uno psicologo, e già questo fa un po’ paura, una citazione del genere fa pensare che il leader pentastellato non abbia neanche letto colui che definisce “il modello”.
Io l’ho letto e non soltanto relativamente al suo ultimo libro. Questo, “Lavorare gratis, lavorare tutti”, è ben scritto e documentato e l’ho apprezzato molto nell’analisi addirittura plurimillenaria che l’Autore fa della storia del lavoro, dai Greci, passando per i Romani, e giungendo fino all’oggi e attraversando anche la Rivoluzione Industriale e postindustriale dell’Inghilterra tessile del secolo XIX, solo per fare uno dei tanti interessantissimi esempi contenuti nel libro che esplora, inoltre, la condizione inumana del sottoproletariato napoletano ai tempi di Matilde Serao, del colera e di tante altre cose orribili e deprimenti del genere.
Interessante e istruttivo, davvero.
Ma, non si può non segnalare, nel finale del libro, un Domenico De Masi che si proietta in direzione di un fantasioso e improbabile futuro basato innanzitutto su di una prima fase in cui tutti i lavoratori disoccupati si dovrebbero offrire di lavorare gratis per giungere a una situazione da Shangri-La in cui ci sarà pace, progresso, guadagno e felicità per tutti. E gli esempi e le dimostrazioni di questo sogno? Sono tutti rimandati al futuro.
Più o meno come le promesse contenute ne Il Capitale, di Carlo Marx, e per le quali i comunisti di ieri, di oggi e di domani, ci hanno sempre spiegato che le cose sono andate male perché tale dottrina economico-sociale-politica è stato applicata nei paesi e nei tempi sbagliati. Ma chi crede questo può credere qualsiasi cosa.
Ora, non per offendere i simpatizzanti del Movimento Cinque Stelle, ma devo pur far notare che tale libro è stato “commissionato” al professore partenopeo, dal Parlamento Italiano su spinta del M5S, e a Domenico De Masi, se non vado errato, sono stati dati circa 50.000 euro di compenso per tale volume che egli, non avrebbe incassato, come diritti d’autore, neanche nella decima parte di tale somma.
Sempre non per denigrare questa parte importante dell’elettorato italiano, devo pur notare che attualmente non potranno andare da nessuna parte dato che anche la recente legge elettorale, in tutta evidenza creata ad hoc per fregare tale partito, impedirà allo stesso di governare.


Ma lo stesso vale anche per gli altri.
Non ho mai votato per Silvio Berlusconi e mai lo farò, ma devo notare alcune cose su di lui.
Nella sua discesa in campo dell’inizio Anni Novanta, egli promise alcune cose fondamentali:

- La trasformazione del sistema elettorale da proporzionale a maggioritario
- L’eliminazione dell’odiosa tassa sulla prima casa
- L’aumento del 100% delle pensioni minime.

Le ultime due cose le fece e le attuò in tempi brevi. Qualcuno, rispetto alla terza disse: “Ma si è trattato di pura demagogia!”. Già, però la povera gente vorrebbe spesso leggi tanto demagogiche. E non si dica che a causa di ciò il debito pubblico italiano precipitò perché penso che Letta e Monti fecero molto peggio e a mezzo di un piccolo colpo di Stato attuato da Giorgio Napolitano.
Il voltafaccia di Berlusconi sulla questione maggioritario/proporzionale da solo basta, per quanto mi riguarda, a rifiutarlo come soluzione per l’Italia degli anni a venire.
Tralascio completamente ogni giudizio sulle olgettine e sulle orge di Arcore perché al di là dall’essere o meno moralisti, penso che un capo di stato non possa e non debba mettersi nella condizione di essere ricattato e dunque egli ha sbagliato completamente e dovrebbe farsi da parte.
A ciò aggiungo che la coalizione dell’arancino è come quella di una pizza tra pochi amici in una serata goliardica: non vale niente e con l’attuale legge elettorale si sfalderà pochi mesi dopo le elezioni, ma assicurando, intanto, la sopravvivenza a tanti mediocri aspiranti leader italiani che continueranno a fare quello che hanno sempre fatto: le formelle.


Se poi parliamo di Pier Luigi Bersani e di Massimo D’Alema beh, lo sconforto mi prende davvero. Costoro, se fossero rimasti nel PD, quante probabilità avrebbero avuto di mantenere una poltrona? Neanche una su di un milione!
E occorre aggiungere altro?
Dicono: “Non ci alleeremo mai con Renzi!".
E con chi, allora?
Come hanno scritto recentemente dei manifestanti a Napoli sui loro cartelloni: “D’Alema, fai finalmente qualcosa di sinistra e vattene!”.

Ma, credo, l’immagine più deprimente dell’attuale situazione politica italiana ci è data da Pietro Grasso, l’attuale presidente del Senato.
La sua improbabile evoluzione politica è tutto un esempio. Dichiarò pubblicamente: “A Silvio Berlusconi, per i suoi meriti effettivi nella lotta alla mafia, dovrebbero fare una statua!”.
Solo pochi mesi dopo passò nelle liste del PD, divenne senatore e quasi contemporaneamente presidente del Senato, la seconda carica dello Stato.
Da uomo di centro-destra, nel giro di pochi mesi e anni è diventato prima uomo di sinistra e oggi aspira ad essere il leader della sinistra parlamentare più estrema. Non mi sorprenderei se i fantasmi di Amadeo Bordiga e di Giancarlo Pajetta si reincarnassero in un nuovo movimento troxista a indirizzo rivoluzionario e mettessero lui a capo dello stesso.

In questa situazione mi sembra che i giochi siano chiari: si andrà alle elezioni a mezzo di coalizioni improbabili o inesistenti per poi dividersi subito dopo le stesse, mantenendo ciascuno la propria poltrona e i propri privilegi, con governi che non potranno decidere alcunché di importante e che potranno cadere come pere mature esattamente come avveniva ai tempi in cui Mastella e Casini facevano andare giù anche cinque governi nello stesso anno.


In questo schifo totale mi rifiuto di tornare a votare: sceglierei, se ci fosse un sistema capace di farmi provare soluzioni nuove e nette, ma non la solita minestra riscaldata e ispirata dalla penna di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.








Alcune immagini del nuovo bar ristorante Garage Italia, a Milano, ideato e voluto da Lapo Elkann. Foto di Ciro Discepolo. 























Scorci di Milano. La Madonnina. Fotografata da Piazza Duomo. By Ciro Discepolo. 




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http://ilblogperidepressi.wordpress.com/ 


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Buona Giornata a Tutti.





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http://www.cirodiscepolo.it/inetpub/oroscopi_net/coppia_free/coppia1.asp 



Una bibliografia quasi completa di Ciro Discepolo:

An almost complete bibliography of Ciro Discepolo: 
http://www.amazon.com/Ciro-Discepolo/e/B003DC8JOQ/ref=sr_ntt_srch_lnk_1?qid=1407665052&sr=8-1




3 commenti:

andrea c ha detto...

Fausto Brizzi 15-Nov-1968 in questi giorni oggetto di accuse sui maggiori giornali nazionali

Anonimo ha detto...

I giorni vicini al compleanno!

Anonimo ha detto...

Totò Riina, 16 novembre 1930
Post superfluo in quanto l'hanno detto tutti, ma proprio tutti, i media...

Sandro NH