venerdì 15 maggio 2009

Ccà nun ce stanno liune


Per Doriana. Bentornata tra noi: eri stata all’estero? Per Saturno in prima Casa ti consiglierei di non farlo avvicinare mai oltre i 12-13 gradi.

Per Paola. Secondo me fai bene a non partire, anche per tarare meglio, su di te, un Saturno in decima di RL all’interno di un periodo molto molto positivo per la decima. In quanto a esorcizzarlo mi muoverei in due direzioni principali: un impegno di studio extra (tipo due ore di lingua straniera o di informatica al giorno) e la rinuncia a una collaborazione che ti dà maggiore visibilità, ma anche catene alle caviglie.

For Neena. In my experience the stellium in a Solar Return Map are always bad in I, 6^, 8^ and 12^ House, even if in an impossible situation you have twice Jupiter and one Venus in the first House.


Per Pino. Grazie per il prezioso link. Sì, ieri abbiamo festeggiato, in tanti, il bravissimo Ugo Gangheri che ci ha deliziato con le sue canzoni. Di musica capisco quasi zero, ma (forse sto bestemmiando) trovo le sue canzoni come se fossero una via di mezzo tra quelle di Claudio Mattone e quelle di Pino Daniele, due autori che amo molto. Ugo ha pubblicato il suo primo CD a cinquant’anni, forse perché è un uomo che ha un cuore grande così e lo dimostra anche il fatto che gl’interi proventi della sua creatura andranno all’AMREF (African Medical and Research Foundation). Diversi i bravi e simpaticissimi ospiti tra cui Francesco Paolantoni e Giobbe Covatta che ha anche disegnato la copertina del CD “Ccà nun ce stanne liune” (Qui non ci sono leoni), di Ugo Gangheri e Nomadia. Come ha spiegato Ugo, in tempi antichissimi, si raccomandava di non scendere sotto il Volturno in quanto la Campania era considerata “la più nordica delle regioni africane” (Vittorio Gassman in “Profumo di donna”). Ma quello che fa soffrire, ha aggiunto l’Autore con una vena di malinconia nella voce, è proprio, invece, l’opposto: qui a Napoli non ci sono leoni, altrimenti non ci sarebbe stato lo scempio di un territorio e di una napoletanità che sono stati esempio di grandezza nel mondo…

8 commenti:

pasquale iacuvelle ha detto...

Piacevolissima serata ieri alla Feltrinelli di Napoli per la presentazione del cd di Ugo Gangheri.
Si dopo un'ora di armoniose note e con la partecipazione di simpaticissime persone dell'ambito musicale e dello spettacolo Partenopeo e Italiano,abbiamo scambiato con piacere qualche chiacchiera con Ciro e altri amici.
Spero di poter incontrare tanti di voi allo stesso modo in ambito informale all'incontro di Sant'Agata dei due Golfi con il suo splendido scenario che le fà da sfondo per uno splendido week end.
Saluti Pasquale.

antower ha detto...

ciao Ciro e ciao a Tutti

vi posto qualche info per chi come me dovesse recarsi a pond inlet.
la migliore scelta al momento è questa, recarsi a Ottawa (nel mio caso è abbastanza semplice in quanto volerò da Monaco di Baviera) poi proseguire utilizzando questo link http://www.cdn-north.com/sabre/flight.asp in un paio di voli il grande nord è a portata di mano (si fa per dire)
vi terrò aggiornati e complimenti soprattutto ai preparatissimi frequentatori del blog, Ciro per te elogi e ringraziamenti sono di default
buona giornata a tutti

Giuseppe Al Rami Galeota ha detto...

Indagini speculative di Giuseppe Galeota Al Rami (relatività, numeri, logica, analogie)
Personale indagine sulle modalità di approccio per lo studio dell’astrologia e verifica sull’aspetto qualitativo dei numeri.
Prologo.
La suddivisione delle ore in 24 frammenti è una soluzione arbitraria, convenzionale. Ciò non toglie che si possa utilizzare un sistema di riferimento in cui il giorno sia composto da 48 ore di trenta minuti, oppure da 2 ore da 720 minuti, da 14 ore da 102,8574 minuti, da 19 ore da 75,7896 minuti, etc. etc. Nessuno ci impedisce di attribuire ai secondi, un valore diverso, e quindi una durata diversa da quella alla quale siamo abituati sin da quando furono costituite le diverse unità di misura. Nessuno ci vieta di calcolare lo scorrere del tempo utilizzando parametri di riferimento diversi da quelli utilizzati convenzionalmente. Quindi, la misurazione del tempo, così come altre cose, si basa su parametri convenzionali.
Volendo ancora approfondire il concetto, possiamo dire che la misurazione del tempo, assume valori diversi se relazionata alla forza gravitazionale, per esempio, di un buco nero: ovvero, il tempo, secondo le teorie Einsteiniane della relatività generale, subirebbe un rallentamento del suo scorrere in modo direttamente proporzionale alla quantità di massa contenuta da un determinato corpo celeste; e nel caso specifico del buco nero, rallenterebbe il suo scorrere sino a fermarsi. È superfluo in questa sede spiegare come gli scienziati siano giunti ad affermare ciò; per cui mi affranco dal compito e vi rimando alle diverse letture specializzate.
Dicevo: il ragionamento ha un senso se disponiamo non solo di un punto di osservazione, ma anche dell’osservatore stesso. Quindi, ogni fenomeno è relativo. Spiegando ai neofiti, cosa sia la teoria della relatività, Einstein usa queste semplici parole: mettete una mano su una stufa per un minuto e vi sembrerà un ora; restate un ora con una donna che vi piace e vi sembrerà un minuto.
Questa premessa è per indirizzarci verso alcuni interrogativi: abbiamo capito, che ciò che è calcolabile in un determinato modo, è subordinato a valori convenzionali e non assoluti. Ma esistono valori assoluti? E se esistono, la logica zodiacale, per essere spiegata e dimostrata, deve innestarsi su questi valori, oppure su quelli convenzionali?
Breve parentesi.
Qui ci occuperemo soltanto della parte speculativa della materia; mentre per le dimostrazioni pratiche e tangibili è d’obbligo una sperimentazione pluriennale della stessa, ovviamente appellandosi a una più o meno sobria metodologia di ricerca.
Indagine.
I valori convenzionali li abbiamo poco fa descritti, mentre quelli universali possono essere riassunti nelle ricerche di C. G. Jung, padre della psicanalisi moderna. Dalle sue ricerche, (non completamente dimostrabili scientificamente, e torneremo su questo punto) è venuta alla luce la realtà che dentro di noi albergano delle figure archetipiche che risiedono “nell’inconscio collettivo”. Chiarirò il concetto con un esempio. Immaginate l’inconscio come una scatola dentro la quale ce ne sono altre due: una rappresenta l’inconscio personale, e l’altra quello collettivo. Nella prima scatola ci saranno contenuti relativi ai propri gusti, frutto delle proprie esperienze individuali e personali. Nella seconda scatola invece ci saranno “oggetti” comuni a tutta la razza umana, “oggetti” allo stato primordiale che evidentemente preesistevano all’essere umano.
Da ciò si desume che così come nell’essere umano coesistono valori relativi e valori universali, anche nella ricerca della verità, dobbiamo attenerci alla valutazione contemporanea di leggi universali e immutabili, ma non sempre dimostrabili scientificamente, e leggi relative che invece possono essere calcolate matematicamente (ed è divertente il paradosso). Da questo ragionamento scaturisce il fatto che nella vita, è pressante il richiamo alla dualità, alla bipolarità; a due unità diverse e antitetiche, parti imprescindibili di un'unica essenza che è la nostra realtà.
Dubbi.
Il sistema di riferimento per misurare il tempo, non può essere solamente e puramente arbitrario, poiché si basa su un processo evolutivo, frutto dell’ingegno umano, per soddisfare dei bisogni; si basa evidentemente sull’osservazione di alcuni ritmi naturali fissi e immutabili. Come e perché questi ritmi hanno indotto all’utilizzazione di determinati numeri? In antichità, venivano attribuiti valori magici ai numeri e questo perché li si correlava a precisi fenomeni naturali, il più delle volte attraverso iperbolici ragionamenti. Per esempio: il numero 17, presso gli antichi romani veniva scritto così: XVII. Anagrammando quelle lettere ottenevano: VIXI, che significa “ho vissuto”, quindi “sono morto”. Da lì il suo valore nefasto. La storia ovviamente mostra che non vi è alcun nesso tra la sfortuna e il numero 17; figuriamoci: in Giappone è il 4 soltanto perché la sua pronuncia è simile a quella della parola “diavolo”. Potremmo continuare all’infinito e scoprire che in ogni parte del mondo i numeri servono anche a determinare “qualità”. Il numero, quindi, ha valore universale, ma solo se considerato per quella che è la sua funzione principale, ovvero di determinare “quantità”; ma se invece gli attribuiamo significati qualitativi, avremo valori relativi. La percezione del ritmo, quindi del tempo che scorre, è determinata dall’osservazione dei fenomeni naturali: la ciclicità delle stagioni, l’alternarsi del giorno e della notte, sino ad arrivare al battito cardiaco. Ma siamo davvero sicuri che per determinare la scansione del tempo, siano stati utilizzati pittoreschi legami analogici e che i numeri non possano essere letti in chiave qualitativa? E fino a che punto possono essere considerati pittoreschi tali agganci?
Rivelazioni.
E invece, i numeri hanno un diretto rapporto con i fenomeni naturali tanto da divenire non solo quantitativi, ma anche qualitativi: scientificamente si è dimostrato che precisi rapporti angolari tra i pianeti, creano effetti di un certo rilievo sulla superficie terrestre. Inoltre precise disposizioni lunari, influiscono sugli stati patologici degli schizofrenici, e altrettante determinate posizioni solari (in relazione a un tutt’uno armonico del cosmo) sono determinanti per i cardiopatici. La relazione angolare tra questi corpi viene tradotta in termini numerici e proprio così vengono attribuiti i valori qualitativi. Quindi, il numero in effetti ha valenze che vanno al di la della mera misurazione quantitativa. Siamo tornati ancora una volta a considerare vera la mia affermazione: la ricerca della verità deve avvenire utilizzando il ragionamento logico e analogico contemporaneamente, poiché valori relativi e valori assoluti si fondono tra loro.
Volendo scendere nel dettaglio, nei numeri c’è un preciso ordine qualitativo che si ripete in modo pressoché identico nello studio dei fenomeni microscopici e macroscopici:
dimostrazioni:
In astrologia viene attribuita alla relazione angolare di 120 gradi (il cosiddetto trigono) natura benefica. Cioè, quando due pianeti si trovano ad una distanza angolare di 120 gradi, entrerebbero in uno stato tale da infondere un certo tipo di “radiazioni” che sull’essere umano si risolvono attraverso atteggiamenti di disponibilità, reattività. Non può essere un caso che tutto ciò è pressoché identico ai fenomeni molecolari. Migliaia di anni fa non si disponeva di conoscenze nel campo della scienza molecolare, per cui non era proprio possibile attribuire a quel valore numerico quelle determinate qualità. Dimostrazione: Nell’ibridazione sp 2, abbiamo una molecola con tre elettroni che formano angoli di 120 gradi di distanza. È una molecola che facilita il legame con altre molecole e che quindi è reattivo e dinamico! Avete ancora il coraggio di dire che si tratta di un caso questa somiglianza straordinaria con le affermazioni della tradizione astrologica?
Andiamo avanti: in astrologia quando due pianeti sono separati da una relazione angolare di 90 gradi, indichiamo una certa durezza di fondo, un mancanza di reazione. Nell’ibridazione tetraedrica, quattro elettroni si situano a 90 gradi di distanza tra loro generando una molecola stabile, che può reagire soltanto in presenza di grandi quantitativi di energie. Un’altro caso?
In astrologia quando due pianeti sono in opposizione, ovvero quando il loro angolo di distanza è pari a 180 gradi, l’energia che ne scaturisce ci informa di un elemento prevaricante all’interno della nostra personalità, che ci crea delle tensioni. Nell’ibridazione diagonale piana, abbiamo due elettroni che si dispongono a 180 gradi di distanza indicando una grande reattività dove un elemento predomina sull’altro.
Prime conclusioni.
Da questo ragionamento si evince che i numeri 2 (opposizione), 3 (trigono), 4(quadratura), hanno valori qualitativi oltre che quantitativi. 2 come la divisione del cerchio zodiacale a metà; 3 come le qualità dei segni zodiacali (cardinali, fissi, mobili); 4 come gli elementi astrologici (fuoco, terra, aria, acqua)
L’uno è nell’elemento allo stato puro, non ancora contaminato e che in astrologia è rappresentato dalla congiunzione, ovvero l’aspetto in cui due o più corpi celesti si ritrovano a distanza angolare pari a zero.
Quindi in astrologia ci sono analogie con qualcosa che è nella natura e che quindi è in noi; e siccome abbiamo detto che la realtà si basa anche su valori assoluti che risiedono nel nostro inconscio collettivo, vorrà dire che detti numeri preesistevano in noi. Quindi, per forza di causa maggiore saremmo arrivati a suddividere il giorno in 24 ore e non in 23 per esempio. Dimostrazione? I numeri sulla quale si aggancia l’astrologia sono 1, 2, 3, 4. Moltiplicando i numeri cosa otteniamo? 24 che è 4X3X2X1; ovvero le ore della giornata.
Siamo giunti al primo giro di boa nell’intento di far luce su alcune questioni. Dalla lettura sarete certamente arrivati alla conclusione, che valori relativi possono divenire assoluti e viceversa e che il ragionamento analogico non sempre può essere sbagliato soltanto perché in alcuni casi è stato l’oggetto di riflessioni iperboliche. Quindi per studiare i processi astrologici, dobbiamo far appello ad ogni tipo di ragionamento.
Ricapitolando.
Il mondo interiore è soggettivo, quindi non obbligatoriamente la persona è cosciente del fatto che il suo ragionamento logico-scientifico per il calcolo del tempo, sia in realtà subordinato a qualcosa che già era preesistente in forma larvale e che aveva solo bisogno di acquisire una forma. Dimostrare ciò in modo scientifico è impossibile, ma col ragionamento siamo giunti a dare almeno un ampio margine di probabilità alla fondatezza di queste affermazioni. Se infatti prendiamo in esame l’essere umano, noteremo tutta una serie di comportamenti innati, che sono in realtà il frutto dell’acquisizione di informazioni accumulate in migliaia di anni ma le cui strutture primordiali erano già presenti in esso. Quindi, così come l’essere umano di oggi si ritrova a compiere determinate azioni che sono il frutto della sua evoluzione, pur conservando gli stessi schemi archetipici dell’uomo preistorico, così l’astrologia è il frutto di schemi preesistenti all’interno dell’uomo che poi han preso forma e si sono evoluti grazie all’ingegno.
Testimonianze.
Alcuni esponenti del mondo animale, attraverso “L’ISTINTO” migrano verso una direzione in precisi periodi dell’anno, si riproducono, e questo è il frutto di un processo evolutivo. Anche l’uomo segue le stesse leggi: si è adattato alle varie situazioni, così l’uomo di oggi ha tutto il bagaglio acquisito in migliaia di anni, e questi comportamenti acquisiti, non ce li ha insegnati nessuno. Sin dalla notte dei tempi l’uomo si è sentito parte integrante di un tutto e a testimonianza di ciò, ci sono numerose dimostrazioni materiali lasciateci dagli ominidi, in ogni parte della terra, sia sotto forma pittorica che scultorea, a prescindere dalla loro religione o dal loro “credo”; e l’astrologia è proprio la materializzazione di questo concetto, ovvero che l’uomo è lo specchio del cielo e che nella sua sostanza finita, ha sempre visto dentro di se qualcosa di infinito, paragonabile alle profondità del cielo stellato perché lui è “davvero” la personificazione “terrena” del cielo stellato; e a mano a mano che scopriva se stesso, vedeva delle analogie coi ritmi del cielo e della terra. Poi noi esseri umani abbiamo umanizzato queste correlazioni per renderle più comprensibili; ma al tempo stesso, intimoriti dal potere dell’”inesplorato”, siamo finiti per mitizzarle. Quindi, il processo di mitizzazione è stato solo lo stadio conclusivo delle osservazioni, e non la base sulla quale si fondava il pensiero dell’uomo preistorico e sulla quale si fondavano i rudimenti astrologici. Alla base, c‘erano quindi, delle strutture di pensiero nate assieme all’uomo e che resistono ai cambiamenti di oggi ma che si evolvono assieme a noi. L‘unica differenza è che ormai abbiamo perso il legame diretto con la nostra parte che ci lega indissolubilmente alla natura, a favore di un rapporto con una realtà più superficiale ed esteriore. Quindi la costruzione delle leggi zodiacali, probabilmente non è soltanto il frutto del raziocinio oppure il seme della fantasia, ma la normale evoluzione di qualcosa che esisteva già in noi.
Premessa.
Da visione geocentrica, il Sole viene a frapporsi a determinate costellazioni, in precisi periodi dell’anno. Come tutti sappiamo, è la Terra che ruota attorno al Sole, ma a noi interessa la visione prospettica da un punto di vista terrestre, antropocentrico, e non extraterrestre, perché l’uomo è sulla terra, non spettatore al di fuori del sistema solare. Quindi, dicevo, il Sole visto dalla terra, “sembra” compiere un percorso attorno alla fascia dello zodiaco. Per ogni mese dell’anno, quindi, il Sole coprirà un punto ben preciso di una precisa costellazione. Così, le persone nate in quel mese, avranno le caratteristiche del passaggio del sole su quel preciso punto. Detto volgarmente, il passaggio Solare su di una costellazione determina il nostro “segno zodiacale
La tradizione astrologica afferma che il segno Solare, incarna le caratteristiche tipiche della stagione a cui appartiene. Per esempio, il segno del leone, corrisponde al periodo più caldo dell’anno in cui i feromoni, proprio ad opera della temperatura, aumentano vertiginosamente predisponendo all’atto sessuale; e questo segno incarna proprio le caratteristiche di chi ama in particolar modo il flirt, il sesso e i piaceri in genere(all’opposto di un segno invernale come il capricorno, che invece predilige la frugalità, la serietà, la compostezza).
Domande.
Queste analogie le riscontriamo soltanto se equipariamo le caratteristiche di ogni segno con le temperature stagionali tipiche delle nostre latitudini geografiche, o comunque dell’emisfero settentrionale della terra. Se cambiassimo latitudine, mettiamo il caso ci spostassimo in Australia, quelle indicazioni non ci convincerebbero più, poiché le condizioni climatiche tipiche di quei posti, ad una data stagione, sono opposte a quelle in cui nacque l’astrologia (sfalsate di 6 mesi). Ma esiste una regola, una teoria che si fonda sul ragionamento analogico (o altro)e che spieghi le correlazioni esistenti a prescindere dalla latitudine geografica?
La risposta risiede nel ritornare al concetto precedente sulla bipolarità dei fenomeni naturali. Possiamo senz’altro avanzare l’ipotesi di una bipolarità zodiacale, tra l’altro confermata dai fatti, che ben si amalgama con la bipolarità degli emisferi della terra.
Per poter determinare le caratteristiche di un determinato segno zodiacale bisogna obbligatoriamente fare riferimento al suo opposto. Ciò dipende dal fatto che nella realtà di tutti i giorni è possibile che ci siano soggetti nati sotto un determinato segno zodiacale, ma che si comportano come il segno opposto; e questo è l’effetto della compensazione. La natura ci ha predisposto in questo modo, per garantirci di sperimentare stati antitetici a volte laceranti, prima di raggiungere un equilibrio, una completezza, quindi un evoluzione. A questo punto, non si può più parlare di un segno singolarmente, ma di un asse zodiacale. Da questo ragionamento, quindi avremo per ogni mese una coppia di segni che incarnano determinate peculiarità che si rifanno alle condizioni biologiche, climatiche, dei due emisferi terrestri al di sopra e al di sotto dell’equatore. Infatti, per ogni stagione per l’emisfero nord della Terra, c’è la stagione opposta nell’emisfero sud. Quindi non si può più parlare di un segno zodiacale senza considerare anche il suo opposto nell’interpretazione di un grafico astrologico, così come non si può considerare una stagione senza tener presente che i fenomeni climatici sono opposti da un emisfero terrestre all’altro. Ma se prendessimo ad esempio latitudini estreme, quindi quelle polari, non avrebbe senso più nemmeno una bipolarità stagionale, ma una condizione climatica che prescinde dalle stagioni. Ciò cosa significa? Che la logica zodiacale, quindi astrologica acquisisce un senso lì dove sono sorte le condizioni necessarie allo sviluppo della vita umana ed animale; quindi nelle zone del globo temperate.
Ricapitolando.
Ad ogni stagione, per una latitudine sud, otteniamo una stagione opposta. Quindi per ogni segno zodiacale, ne abbiamo uno compensato!!!! Cioè nello stesso mese otteniamo due segni completamente diversi ed essi nascono proprio dal raffronto tra latitudine nord e sud che a loro volta rappresentano la bipolarità stagionale e la dualità che esiste nell’universo!!! Ecco perché accade che i segni opposti si interscambiano alcune caratteristiche, e quindi avremo per esempio cancro che si comportano come capricorno, vergini che si comportano come pesci, oppure capricorno che hanno anche caratteristiche cancro, e pesci che hanno anche caratteristiche vergine. Ovviamente cambiando sistema di riferimento e associando alla primavera la latitudine sud, notiamo un’inversione dei fenomeni climatici e quindi diviene relativo quale tra i due segni sia quello puro e quale invece quello compensato. Non ha più senso definire qual è il segno che allo stato puro incarnerebbe dette caratteristiche, visto che le sue peculiarità sono indissolubili da quelle del suo opposto. Notiamo che si fa ancora più pressante la dualità, quel simbolo universale di maschile e femminile, giorno e notte, ovvero le 24 ore.
Esempio.
Il primo segno zodiacale, è l’ariete che indica il principio, la nascita, l’inizio di un processo. Questo perché il sole in primavera risveglia la natura, fa sbocciare i fiori, germogliare le piante, fa uscire dal letargo. Ma nell’emisfero sud è autunno: il Sole, ha perso la sua carica vitale per lasciare spazio a una strategia di riflessione per sopravvivere all’inverno. Da qui abbiamo le capacità riflessive e raziocinanti della bilancia, che si contrappongono all’istintività solare dell’ariete. Bene, la tradizione associa caratteristiche arietine a tutte quelle persone nate al sorgere del Sole; e questa fase della giornata, è proprio il richiamo analogico ai significati di inizio, nascita, principio. Siccome i segni sono 12, le 24 ore della giornata saranno appaiate, quindi, 12 cicli da due ore. (ancora il richiamo alla coppia)
Dubbi.
Il secondo segno zodiacale, è il toro, corrispondente con il periodo in cui gli alberi ormai sono carichi di frutti. Infatti i nativi del segno (o chi fortemente caratterizzato da attributi taurini) incarnano le caratteristiche di abbondanza essendo avidi, accumulatori. Ma questo segno non è corrispondente alle ore immediatamente dopo l’alba. Infatti, tutte le persone nate nelle 2 ore dopo l’alba, non hanno caratteristiche taurine, ma quelle pescine.
Recuperi analogici
Perché accade ciò? Perché abbiamo due tipi di misurazione della ciclicità dei ritmi: ovvero quello stagionale che è destrogiro, e quello orario che invece è levogiro! E sapete perché? Perché il moto di rivoluzione terrestre è inverso rispetto a quello di rotazione!!!! Ma non abbiamo risposto ancora al quesito più importante: cosa c’entra maggio con le ore che vanno dalle 4.00 alle 6.00? in sostanza per formulare questa domanda, bisogna equiparare un giorno con un anno; quindi si vorrebbe far coincidere l’alba, con il mese di aprile, le due ore dopo l’alba con maggio, le due ore dopo con giugno etc. etc.
Visto che il moto di rotazione è inverso a quello di rivoluzione, potremmo dire che avremmo per un determinato orario, caratteristiche inverse (non opposte) a quelle del segno che corrisponderebbe per analogia. Quindi nella realtà dei fatti non possono essere associate le fasi solari della giornata con i mesi dell’anno tranne che per l’equinozio di primavera e quello d’estate con i corrispondenti segni dell’ariete e della bilancia e le corrispondenti ore delle 6.00 e delle 18.00 e altri due segni che addirittura corrispondo alle fasi opposte. Infatti qui, il cancro e il capricorno hanno la stagione e l’ora invertita di 180°. Quindi avremmo solo due posizioni corrispondenti rispetto a 12, due opposte e 8 inverse.
Il ritmo orario è direttamente collegato al moto della terra attorno al suo asse, quindi alla posizione di un corpo celeste rispetto al piano dell’orizzonte; mentre il ciclo annuale si riferisce al passaggio del sole sul piano dell’eclittica dello zodiaco. Partendo da questi dati astronomici, si giunge all’affermazione che bisogna allontanarsi dall’idea di concepire il ciclo giornaliero e il ciclo annuale come due cose accomunate da alcuni richiami analogici.
Infatti ognuno dei cicli (rotazione e rivoluzione) gode delle proprie regole, così come ha le proprie regole una visione logica e analogica della realtà. Dunque, bisogna fare una netta distinzione tra loro e considerare ognuno a se stante. Quindi, il ciclo orario (giornaliero) pone in relazione le case astrologiche (che hanno valenze diverse da quelle dei segni zodiacali) con le ore della giornata, mentre il ciclo di rivoluzione mette in relazione il segno zodiacale al mese corrispondente.
Infatti, ogni casa acquisisce delle caratteristiche che sono in analogia con quelle dei segni zodiacali, ma sostanzialmente sono diverse. Asserire che un giorno è uguale a un anno, significa asserire che i significati delle dodici case sono uguali a quelle dei dodici segni e questo non è possibile, visto che è risaputo che le due cose non sempre sono corrispondenti. Infatti i segni rappresentano qualità, mentre le case indicano le modalità mediante la quale si manifestano le qualità dei segni.



Bibliografia essenziale:
C. G. Jung- la psicologia dell’inconscio- ed. Newton Compton
C. G. Jung- la sincronicità- biblioteca Bollati Boringhieri
C. G. Jung- gli archetipi dell’inconscio collettivo- biblioteca Bollati Boringhieri
S. Hawking- la grande storia del tempo- Rizzoli
AA VV- la scienza: l’universo- biblioteca di Repubblica
AA VV- idea di natura- saggi Marsilio
A. Rampino Cavadini- principi di astrologia medica- Hoepli
C. Discepolo- nuova guida all’astrologia- Armenia
C. Discepolo- l’interpretazione del tema natale- Armenia
Discepolo/ Barillà- astrologia sì e no- ed. Ricerca ‘90
AA VV a cura di C. Discepolo- per una rifondazione dell’astrologia- ed. Ricerca ‘90
E. Dinacci- archetipi, sincronicità, astrologia- ed. F. Capone
F. Mocco- gli aspetti astrologici- ed. F. Capone
D. Rudhyar- il ciclo di lunazione- Astrolabio
L. Marinangeli- risonanze celesti- Marsilio
L. Morpurgo- il convitato di pietra- Tea edizioni
AA VV- dal blog di C. Discepolo
AA VV- dal blog di P. Foglia

Giuseppe Al Rami Galeota ha detto...

l'appuntamento per sant'agata a quando? mi sono perso la data...

ho una domanda (ma quante!!!!!) sulle RL.

negli anni in cui abbiamo un ascendente di Riv. in 10^ radix, ma un aspetto dissonante di un pianeta lento al sole, luna, asc. Mc, sappiamo produce guasti notevoli. se nello stesso anno intercettiamo una RL con As in 10^, come deve essere letta quella posizione dell'ascendente?

se dovesse essere letta come una RS, significa che: se nella RL in questione oltre ad avere un AS in 10^ abbiamo uno (o più) dei suddetti aspetti dissonanti, allora ci dobbiamo aspettare gli avvenimenti spiacevoli descritti nella RS?. oppure l'effetto negativo della RL con as in 10^ si manifesterà al negativo a prescindere?

spero di esser stato chiaro.

andrea ha detto...

ciao giustina sono Andrea e cercherò di rispondere alla tua domanda dicendoti che è un pò difficile avere un rapporto stabile inquanto ci sono troppe forze separatiste che minano le basi per l'ambità stabilità.
Credo che i sentimenti non possono emergere o meglio non sarei troppo sicuro sull'esistenza di essi perchè fortemente contrastati.
Occhio alle menzogne.

ciao e buona fortuna

doriana ha detto...

Niente estero purtroppo... ma tante faccende che mi hanno tenuta affaccendata su suolo italico, ma non senza soddisfazioni.
Però del blog non mi sono persa una puntata :-)
Grazie della risposta, temo di aver sbagliato un esercizio! Mi pareva una RS assai buona, ma i gradi di saturno sono assolutamente insufficienti. Meno male che è solo per diletto...
Ci proverò ancora...
Un affettuoso saluto a tutti

giustina ha detto...

Grazie Andrea per la tua risposta anche se le tue parole mi preoccupano un po'. Ti riferisci a quali fattori per trane queste deduzioni, al Sole lui vergine io pesci, a Marte lui vergine e io pesci o alla posizione di Venere lui cancro e io ariete? Neppure il fatto che io pesci abbia un ascendente in Capr e lui vergine abbia un asc. in scorpione può compensare? Le lune lui gemelli e io sagittario...
La menzogna è dovuta al suo ascendente, alla Luna o a quale altro elemento? O solo al fatto che un pesci- capricorno non può che soccombere in presenza di un vergine- scorpione molto intelligente e scaltro anche se con una dolce Venere in cancro?
Io sono uN pesci poco frivolo, saturnino...
Altre opinioni? I dati sono nei post di qualche giorno fa, Ciao a tutti e un saluto a Ciro Discepolo da
Giustina

chandra ha detto...

Gentile Ciro,
il mio stellium in II casa di RS che comprende Plutone, Giove e Venere in Capricorno di cui Plutone in cuspide, mi potà aiutare a migliorare l'aspetto economico?
Dovrei avere dei soldi da una causa che sta per arrivare a sentenza, ma non arriva mai! i pagamenti dal nostro lavoro non arrivano mai! Posso sperare che qualcosa migliora? Mi scuso se ho posto una domanda personale, ma per me è importante.
Ti sarei grata se potrai rispondermi.

Come sempre un carissimo saluto a te Ciro
e a voi tutti

chandra