Nessuna guerra nucleare totale. Nessuna fine del mondo. Per
il momento.
Qualcuno mi ha chiesto di scrivere qualcosa relativamente
alla guerra Russia-Ucraina.
Lo faccio mal volentieri perché odio ripetermi.
Partiamo da questo mio scritto che pubblicai su Facebook il 27 febbraio scorso (2022).
Ultra-teleobbiettivo
e grandangolo
Nel 1972 vidi un paio di volte il film russo “Solaris” del
regista Andrej Arsen'evič Tarkovskij, assai affascinante come storia (dal
romanzo del polacco Stanisław Lem), ma pessimo come scenografie.
Recentemente fu realizzato un remake dello stesso con George
Clooney.
Se ricordo bene, l’originale iniziava con una scena che mi
colpì tantissimo. Non la ricordo in ogni particolare, ma nel suo contenuto
principale: la macchina da presa inquadrava la testa di un’ape alle prese con
il bulbo centrale di una margherita, o qualcosa del genere. L’utilizzo di un
tele-obbiettivo esageratamente spinto, non ci permetteva neanche di vedere
oltre la testa dell’insetto.
Poi la cinepresa faceva una lenta e lunghissima zoomata
all’indietro e ci mostrava prima l’intera ape e il fiore, quindi la minuscola
porzione di campagna dove avveniva ciò che il regista desiderava raccontarci,
quindi, andando sempre più indietro, la macchina cinematografica permetteva al
telespettatore di osservare un immenso campo di fiori, quindi una zona vasta di
territorio, una città con i dintorni, una nazione intera, un continente e
quindi, la Terra, il nostro sistema solare e sempre più all’indietro la
galassia e una parte sempre più vasta di universo nel quale siamo anche noi.
Non credo ci siano intenzioni nascoste dietro questo
originale inizio di racconto di Arsen'evič Tarkovskij che ci invita, in tutta
evidenza, a usare il grandangolare, il più esagerato dei grandangolari se
vogliamo tentare di avere una visione di insieme di ciò che abbiamo davanti
agli occhi.
Ciò, a mio parere, è quanto sta accadendo ancora una volta
oggi.
Fino a ieri tutti i telegiornali del mondo aprivano con
inquadrature in primissimo piano di mascherine FFP2 sulla bocca e sul naso di
persone per la strada, di viaggiatori in metropolitana, di clienti che
entravano in un bar…
Poi di colpo tutto sparito e alla domanda retorica “Per
quanti decenni durerà la pandemia?” e all’altrettanto retorico secondo quesito
“Si tratterà della fine del mondo?”, oggi abbiamo sostituito le immagini dei
carri-armati ex sovietici, ma sempre con il cuore sovietico, che stanno
bombardando i poveri cittadini ucraini, con i russi che non sono Putin, e con
nuove tantissime lacrime di sangue.
Anche qui i titoli di giornali, usando potentissimi
tele-obbiettivi, ci parlano di guerre nucleari che sopraggiungeranno entro
poche ore e di una nuova fine del mondo visibile già dietro l’angolo.
Io mi rifiuto di redigere previsioni su ciò perché le
risposte le trovate già nel mio libro “Covid-19” pubblicato una decina di
giorni fa e redatto a partire dal 1° febbraio 2020, ma un commento desidero
farlo.
E ve lo rivolgo sotto forma di domanda: quanti di voi, sanno
o ricordano, delle stragi etniche in Ruanda dove nei primi anni Novanta
morirono circa un milione di persone negli scontri etnici tra hutu e tutsi?
E allora? Allora ciò significa che a moltissime persone
manca una visione a mezzo di obbiettivo grandangolare.
Ecco. Ricordo che il mio motto principale, dall’inizio del
mio percorso astrologico, è sempre stato: “Credo di più agli astri che agli
uomini”. E tale frase viene ripetuta spessissimo anche da miei allievi che però
dimenticano di citare la fonte.
Dunque, anche se da un giorno all’altro i media hanno smesso
di bombardarci, H24, sulla catastrofe imminente del genere umano a mezzo
Covid-19 e ci hanno proiettati, all’istante, nella “imminente e probabile
guerra nucleare totale e conseguente fine del mondo per il conflitto
Russia-Ucraina”, la mia previsione non può cambiare: l’Indice Ciclico Planetario sta crescendo e questo significa che il
mondo sta viaggiando verso un altro dei suoi periodi di espansione soprattutto
economica che in nessun modo può essere rapportato a una ipotetica guerra
nucleare totale e tantomeno alla fine del mondo.
E qualcuno: “Ma non li vedi i bambini che piangono?”.
Certo e, credo da persona sensibile come tante, ne soffro
maledettamente.
Come soffro anche quando vedo qualcuno lasciare un cane, a
Ferragosto, in una piazzola autostradale.
Ma cosa c’entra questo con l’aritmetica?
Le mie previsioni, a livello mondiale, le ho già scritte in
tanti libri ed articoli, dove spiegai anche perché ero convinto che la
contingenza appena passata avrebbe riguardato soprattutto una brusca impennata
di molti milioni di morti per cancro: come potete leggere nel mio libro “Covid-19”1,
l’impennata, negli anni della forte flessione dell’ICP, c’è stata ed è
quantizzabile in un aumento brusco di circa il 50% di milioni di morti all’anno,
in più, per tale tremenda malattia: reso graficamente, tale dato, si può
esprimere con un segnale quasi “a gradino” anziché con una curva esponenziale.
Ora stiamo risalendo e dunque, al di là della volontà dei “padroni
del vapore” nelle cui mani, poche, è attualmente tutto il potere dei media, non
vi è e non vi sarà alcuna distruzione del pianeta che ci ospita.
Le mie preoccupazioni a livello mondiale sono tante, ma le
vedo soprattutto connesse a qualcosa che è sotto gli occhi di tutti: l’ineludibile,
purtroppo, lenta distruzione della nostra navicella spaziale per cause
ecologiche, a cominciare dal mancato controllo delle emissioni nocive e delle
temperature che stanno rendendo il nostro mondo invivibile.
Ma non quest’anno o i prossimi a venire.
Ne riparleremo (di grandi crisi mondiali), grosso modo, tra
il 2029 e il 2035.
Nota:
È di questi giorni un altro nuovo e strano balletto di
notizie contrastanti.
Da una parte vediamo come il virologo Massimo Galli affermi
che il numero dei morti conteggiati “per Covid” sia stato assai gonfiato da chi
di dovere e dall’altra l’OMS dica, a dispetto di tutte le curve presentate dai
massimi istituti mondiali di ricerca sulle malattie e morti nel mondo, che il
reale numero di deceduti per Covid-19 non sia più 5 milioni e settecentomila
persone, ma il triplo: stiamo affettando del prosciutto?
Non intendo entrare in polemiche del genere, ma ricordo a
tutti la curva con cui ho concluso l’analisi della mia previsione, sempre nel
mio libro “Covid-19”: o 5,7 milioni di morti o 15 milioni di morti, contro i
342 milioni di morti, nello stesso periodo, per cancro e per malattie
cardio-vascolari, ai fini del risultato del conteggio finale, non cambiano,
purtroppo, alcunché.
Se n’è andato questo pomeriggio, forse per un infarto
durante il sonno, nella sua casa di Gallarate, di fianco all’aeroporto di
Malpensa, dove io ero stato più di una volta a trovarlo.
Era il mio migliore amico/collega. Per me è davvero una
perdita grandissima che mi lascia quasi solo all’interno di un lungo percorso.
Ci conoscemmo, se non vado errato, durante il ponte di Sant’Ambrogio
nel 1982, qui a Milano, presentati da una persona nemica dell’Astrologia Attiva.
Fu subito feeling: condividevamo la Luna a nove gradi e dispari in Sagittario.
Io mi trovavo a Milano per una conferenza al Palazzo delle
Stelline, vicino al Cenacolo. Dopo pochi minuti che parlavamo gli chiesi se
avesse forti valori Vergine e lui negò. Gli chiesi l’orario e poi dissi:
“Capisco, tu credi di avere il Sole in Quinta, ma è impossibile e il tuo Sole è
in Sesta perché… E tu sei fortemente Vergine”.
Lui se ne andò piuttosto contrariato, ma due giorni dopo mi
telefonò e mi disse che era rimasto sveglio due notti e che avevo ragione…
Questo mi piacque subito di lui: l’intelligenza analitica,
lo spirito del vero ricercatore, guardare senza paraocchi.
Diventammo molto amici e io inviai a lui tantissime persone
quando smisi di fare consulti, persone che rimasero tutte soddisfatte e che ora
lo rimpiangeranno davvero.
Sono contento, però, di avere trascorso quasi solo con lui e
con l’amatissima Paola (Urbani), il mio ultimo incontro dal vivo di astrologia,
a Stresa, poche settimane fa.
Per comprendere, forse, il legame speciale che avevo con lui
vorrei solo aggiungere che quando demmo, assieme, alle stampe, il nostro
“Atlante Geografico per le Rivoluzioni Solari”, Luigi mi chiese se accettavo di
pubblicare in copertina prima il suo nome e poi il mio: non esitai un solo
attimo.
Non credo proprio che ci rincontreremo, e questo è uno di
quei momenti in cui provo invidia per i credenti, ma finché vivrò conserverò un
grande e magnifico ricordo di lui che avevo indicato più volte come il
possibile mio successore per guidare il cammino futuro dell’Astrologia Attiva.
Per Tutti. Non è una notizia importante, ma vi invito a leggerla perché potrà spiegare, a qualcuno, il perché di un certo rumore di fondo che disturba, da qualche anno, l’Astrologia:
http://ilblogperidepressi.wordpress.com/
For Everybody. It is not an important news, but I invite you to read it because it can explain, to someone, the why of a certain noise leading that disturbs, from a few years, the astrology:
http://ilblogperidepressi.wordpress.com/
Ciro Discepolo
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Una bibliografia quasi completa di Ciro Discepolo:
An almost complete bibliography of Ciro Discepolo:
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