venerdì 6 maggio 2022

Nessuna guerra nucleare totale. Nessuna fine del mondo. Per il momento.

 



Nessuna guerra nucleare totale. Nessuna fine del mondo. Per il momento.

 

Qualcuno mi ha chiesto di scrivere qualcosa relativamente alla guerra Russia-Ucraina.

Lo faccio mal volentieri perché odio ripetermi.

Partiamo da questo mio scritto che pubblicai su Facebook il 27 febbraio scorso (2022).

 

Ultra-teleobbiettivo e grandangolo

Nel 1972 vidi un paio di volte il film russo “Solaris” del regista Andrej Arsen'evič Tarkovskij, assai affascinante come storia (dal romanzo del polacco Stanisław Lem), ma pessimo come scenografie.

Recentemente fu realizzato un remake dello stesso con George Clooney.

Se ricordo bene, l’originale iniziava con una scena che mi colpì tantissimo. Non la ricordo in ogni particolare, ma nel suo contenuto principale: la macchina da presa inquadrava la testa di un’ape alle prese con il bulbo centrale di una margherita, o qualcosa del genere. L’utilizzo di un tele-obbiettivo esageratamente spinto, non ci permetteva neanche di vedere oltre la testa dell’insetto.

Poi la cinepresa faceva una lenta e lunghissima zoomata all’indietro e ci mostrava prima l’intera ape e il fiore, quindi la minuscola porzione di campagna dove avveniva ciò che il regista desiderava raccontarci, quindi, andando sempre più indietro, la macchina cinematografica permetteva al telespettatore di osservare un immenso campo di fiori, quindi una zona vasta di territorio, una città con i dintorni, una nazione intera, un continente e quindi, la Terra, il nostro sistema solare e sempre più all’indietro la galassia e una parte sempre più vasta di universo nel quale siamo anche noi.

Non credo ci siano intenzioni nascoste dietro questo originale inizio di racconto di Arsen'evič Tarkovskij che ci invita, in tutta evidenza, a usare il grandangolare, il più esagerato dei grandangolari se vogliamo tentare di avere una visione di insieme di ciò che abbiamo davanti agli occhi.

Ciò, a mio parere, è quanto sta accadendo ancora una volta oggi.

Fino a ieri tutti i telegiornali del mondo aprivano con inquadrature in primissimo piano di mascherine FFP2 sulla bocca e sul naso di persone per la strada, di viaggiatori in metropolitana, di clienti che entravano in un bar…

Poi di colpo tutto sparito e alla domanda retorica “Per quanti decenni durerà la pandemia?” e all’altrettanto retorico secondo quesito “Si tratterà della fine del mondo?”, oggi abbiamo sostituito le immagini dei carri-armati ex sovietici, ma sempre con il cuore sovietico, che stanno bombardando i poveri cittadini ucraini, con i russi che non sono Putin, e con nuove tantissime lacrime di sangue.

Anche qui i titoli di giornali, usando potentissimi tele-obbiettivi, ci parlano di guerre nucleari che sopraggiungeranno entro poche ore e di una nuova fine del mondo visibile già dietro l’angolo.

Io mi rifiuto di redigere previsioni su ciò perché le risposte le trovate già nel mio libro “Covid-19” pubblicato una decina di giorni fa e redatto a partire dal 1° febbraio 2020, ma un commento desidero farlo.

E ve lo rivolgo sotto forma di domanda: quanti di voi, sanno o ricordano, delle stragi etniche in Ruanda dove nei primi anni Novanta morirono circa un milione di persone negli scontri etnici tra hutu e tutsi?

E allora? Allora ciò significa che a moltissime persone manca una visione a mezzo di obbiettivo grandangolare.

 

Ecco. Ricordo che il mio motto principale, dall’inizio del mio percorso astrologico, è sempre stato: “Credo di più agli astri che agli uomini”. E tale frase viene ripetuta spessissimo anche da miei allievi che però dimenticano di citare la fonte.

Dunque, anche se da un giorno all’altro i media hanno smesso di bombardarci, H24, sulla catastrofe imminente del genere umano a mezzo Covid-19 e ci hanno proiettati, all’istante, nella “imminente e probabile guerra nucleare totale e conseguente fine del mondo per il conflitto Russia-Ucraina”, la mia previsione non può cambiare: l’Indice Ciclico Planetario sta crescendo e questo significa che il mondo sta viaggiando verso un altro dei suoi periodi di espansione soprattutto economica che in nessun modo può essere rapportato a una ipotetica guerra nucleare totale e tantomeno alla fine del mondo.

 

E qualcuno: “Ma non li vedi i bambini che piangono?”.

Certo e, credo da persona sensibile come tante, ne soffro maledettamente.

Come soffro anche quando vedo qualcuno lasciare un cane, a Ferragosto, in una piazzola autostradale.

Ma cosa c’entra questo con l’aritmetica?

Le mie previsioni, a livello mondiale, le ho già scritte in tanti libri ed articoli, dove spiegai anche perché ero convinto che la contingenza appena passata avrebbe riguardato soprattutto una brusca impennata di molti milioni di morti per cancro: come potete leggere nel mio libro “Covid-19”1, l’impennata, negli anni della forte flessione dell’ICP, c’è stata ed è quantizzabile in un aumento brusco di circa il 50% di milioni di morti all’anno, in più, per tale tremenda malattia: reso graficamente, tale dato, si può esprimere con un segnale quasi “a gradino” anziché con una curva esponenziale.

Ora stiamo risalendo e dunque, al di là della volontà dei “padroni del vapore” nelle cui mani, poche, è attualmente tutto il potere dei media, non vi è e non vi sarà alcuna distruzione del pianeta che ci ospita.

Le mie preoccupazioni a livello mondiale sono tante, ma le vedo soprattutto connesse a qualcosa che è sotto gli occhi di tutti: l’ineludibile, purtroppo, lenta distruzione della nostra navicella spaziale per cause ecologiche, a cominciare dal mancato controllo delle emissioni nocive e delle temperature che stanno rendendo il nostro mondo invivibile.

Ma non quest’anno o i prossimi a venire.

Ne riparleremo (di grandi crisi mondiali), grosso modo, tra il 2029 e il 2035.

 

Nota:

È di questi giorni un altro nuovo e strano balletto di notizie contrastanti.

Da una parte vediamo come il virologo Massimo Galli affermi che il numero dei morti conteggiati “per Covid” sia stato assai gonfiato da chi di dovere e dall’altra l’OMS dica, a dispetto di tutte le curve presentate dai massimi istituti mondiali di ricerca sulle malattie e morti nel mondo, che il reale numero di deceduti per Covid-19 non sia più 5 milioni e settecentomila persone, ma il triplo: stiamo affettando del prosciutto?

Non intendo entrare in polemiche del genere, ma ricordo a tutti la curva con cui ho concluso l’analisi della mia previsione, sempre nel mio libro “Covid-19”: o 5,7 milioni di morti o 15 milioni di morti, contro i 342 milioni di morti, nello stesso periodo, per cancro e per malattie cardio-vascolari, ai fini del risultato del conteggio finale, non cambiano, purtroppo, alcunché.

 




In memoria di Luigi Galli

dalla mia comunicazione di ieri su Facebook:

Se n’è andato questo pomeriggio, forse per un infarto durante il sonno, nella sua casa di Gallarate, di fianco all’aeroporto di Malpensa, dove io ero stato più di una volta a trovarlo.

Era il mio migliore amico/collega. Per me è davvero una perdita grandissima che mi lascia quasi solo all’interno di un lungo percorso.

Ci conoscemmo, se non vado errato, durante il ponte di Sant’Ambrogio nel 1982, qui a Milano, presentati da una persona nemica dell’Astrologia Attiva. Fu subito feeling: condividevamo la Luna a nove gradi e dispari in Sagittario.

Io mi trovavo a Milano per una conferenza al Palazzo delle Stelline, vicino al Cenacolo. Dopo pochi minuti che parlavamo gli chiesi se avesse forti valori Vergine e lui negò. Gli chiesi l’orario e poi dissi: “Capisco, tu credi di avere il Sole in Quinta, ma è impossibile e il tuo Sole è in Sesta perché… E tu sei fortemente Vergine”.

Lui se ne andò piuttosto contrariato, ma due giorni dopo mi telefonò e mi disse che era rimasto sveglio due notti e che avevo ragione…

Questo mi piacque subito di lui: l’intelligenza analitica, lo spirito del vero ricercatore, guardare senza paraocchi.

Diventammo molto amici e io inviai a lui tantissime persone quando smisi di fare consulti, persone che rimasero tutte soddisfatte e che ora lo rimpiangeranno davvero.

Sono contento, però, di avere trascorso quasi solo con lui e con l’amatissima Paola (Urbani), il mio ultimo incontro dal vivo di astrologia, a Stresa, poche settimane fa.

Per comprendere, forse, il legame speciale che avevo con lui vorrei solo aggiungere che quando demmo, assieme, alle stampe, il nostro “Atlante Geografico per le Rivoluzioni Solari”, Luigi mi chiese se accettavo di pubblicare in copertina prima il suo nome e poi il mio: non esitai un solo attimo.

Non credo proprio che ci rincontreremo, e questo è uno di quei momenti in cui provo invidia per i credenti, ma finché vivrò conserverò un grande e magnifico ricordo di lui che avevo indicato più volte come il possibile mio successore per guidare il cammino futuro dell’Astrologia Attiva.




I funerali saranno celebrati lunedì 9 maggio alle 14, nella chiesa di Santa Maria Assunta a Casorate Sempione, a poche centinaia di metri dall'aeroporto di Malpensa.

Oggi, 8 maggio, sono ancora sotto shock e assai provato da questa perdita enorme, per me.
Luigi non era l'autore di GALRO come qualcuno ha scioccamente scritto (GALRO è una mia creatura), ma molto di più: è stato il faro, tra i miei moltissimi allievi, a indicare la rotta a quanti intendono continuare su questa strada. Non ricordo, in questo lungo percorso di circa quarant'anni di amicizia e di condivisione di idee, un solo caso che ci abbia visti contrapposti. 
Tanti sapevano questo e chiedevano a lui di essere la voce di molti, soprattutto quando si trattava di dire cose scomode.
È mia ferma intenzione ricordare, in occasione del trigesimo della sua morte, con un incontro pubblico, la sua figura a quanti lo hanno amato, come me. 
Ve ne darò notizie precise nei prossimi giorni.


Approfitto di questo mio breve blog odierno, anche per ricordare a tutti che il blog non ha ripreso a funzionare come molti anni fa, con me impegnato diverse ore ogni giorno a rispondere ad ogni domanda.
Né qui, né sul blog che redigo per MyAstral, tornerò più a quella formula che mi ha fatto guadagnare solo tanta ingratitudine.


Per ricordare l’amico e collega Luigi Galli nel trigesimo della morte

Nella sala Cronos dello Spazio Pin di viale Sondrio 5, a pochi passi dalla Stazione Centrale di Milano, lunedì 6 giugno, dalle 17 alle 19. Per la sorella Carla, per i nipoti Enzo, Vittorio Emanuele e Lorena con Massimo, per l’amatissima Paola (architetto Urbani), sua compagna, e per chi, come me, gli ha voluto bene. Parleremo di lui e anche delle sue stelle.


La sorpresa è soltanto di alcuni media: personalmente sono anni che lo sto scrivendo nel mio blog


Dai dati degli osservatori ufficiali che moniterano il PIL, conferme sulla eccellente crescita economica dell’Italia, molto di più della media Europea.

Questi numeri sono certamente la prova più evidente della bontà della mia previsione di diversi anni fa in cui definivo questo periodo di “nuovo rinascimento”, a livello mondiale.









Il racconto di Daniela relativo al suo compleanno 2022 a Irkutsk, Siberia


Irkutsk, Siberia orientale, il lago Bajkal. Ph. Ciro Discepolo 

A gennaio era tutto deciso

La mia RS 2022 era stata una scelta semplice: Ciro aveva trovato una splendida Rivoluzione Solare in Russia, e si sa che questo è un paese che consente, per i seguaci della AA, la possibilità di Compleanni Mirati in pochi giorni, con voli abbastanza economici e con destinazioni raggiungibili da Milano con un solo scalo a Mosca. A me poi, che ho avuto il mio “battesimo di RS” a Novosibirsk, … andare in Russia fa sempre piacere. Alcune città mi piacciono molto e adoro frequentare i loro teatri ed osservare, come faccio sempre in viaggio, come si muovono le persone, in particolare quelle molto giovani e gli anziani.

 Così, nonostante la mia proverbiale tendenza a rimandare, quando Ciro ai primi di gennaio mi ha proposto di acquistare subito il biglietto, ad evitare che le tariffe lievitassero, ho studiato un viaggio lampo: partenza il 6 con rientro l’8 pochi minuti dopo l’ora del compleanno, volo Aeroflot con scalo a Mosca, e sono passata ad altro.

 Quando è iniziata la guerra sono iniziati i pensieri, per la guerra stessa, ed anche per la preoccupazione che forse non sarebbe stato il caso, ora che il mondo aveva riaperto quasi tutti i confini bloccati per la pandemia, avventurarsi in un paese comunque in guerra e che avrebbe potuto perdere la simpatia per gli italiani.

Nonostante ciò speravo, ed anche qui non egoisticamente, che la cosa si sarebbe risolta in pochi giorni. Invece subito vennero chiusi gli spazi aerei ed iniziarono le sanzioni che bloccarono l’uso delle carte di credito. Una sera Ciro mi disse che, se avessimo ritenuto sicuro andare in Russia, sarebbe stato opportuno comprare subito un biglietto per Mosca via Istanbul con la Turkish Airlines perché poi i prezzi sarebbero lievitati, e così, decidendo a quel punto di anticipare la partenza di un giorno per sicurezza, feci un biglietto per soli 250 euro da Milano a Mosca via Istanbul.

Certo la soluzione non era comoda come la precedente: avrei dovuto cambiare aeroporto per volare da Mosca a Irkutsk considerato che il volo della Turkish sarebbe arrivato all’aeroporto di Vnukovo dal quale c’è un solo volo al giorno per Irkutsk con la compagnia Pobeda (Gruppo Aeroflot, NdR), volo che però non trovavo in coincidenza con gli altri. A quel punto, poi, nei giorni successivi, tra un impegno ed un altro, iniziai a pormi il problema di come confermare la tratta Mosca - Irkutsk, visto che avrei utilizzato solo parzialmente il biglietto Aeroflot che avevo in tasca e temevo, giustamente, che non potendo partire da Milano, la compagnia avrebbe cancellato l’intero biglietto.

Contattai, quindi, l’agenzia di viaggi a cui in questo periodo spesso mi appoggio per avere un supporto maggiore del “turista fai da te”, ma loro mi risposero che la cosa non era fattibile, che la scelta migliore sarebbe stata richiedere il rimborso di tutto il biglietto ed acquistarne un altro solo per i voli interni, ma non era una strada percorribile da loro in quanto bloccati dal sistema di emissione biglietti delle agenzie. 

A quel punto iniziarono una serie di telefonate con il servizio clienti della compagnia Aeroflot: ogni volta dovevo rispiegare tutta la questione, per fortuna in lingua italiana, ed ogni volta diverse signore, collocate non so dove nel mondo, tutte con la stessa voce, mi rispondevano qualcosa di diverso.

Probabilmente ancora non si era verificato un caso del genere e dedussi che non sapevano nemmeno dell’impossibilità di effettuare pagamenti con le carte di credito emesse all’interno della EU. Una certa Natasha prese a cuore il mio caso ed insieme decidemmo di mettere in piedi una nuova prenotazione per i voli interni nelle date e orari a me più comodi e fare effettuare il pagamento da una mia amica con la sua carta di credito emessa negli Emirati Arabi. Mi sentii un genio, ma la cosa purtroppo non riuscì ed apprendemmo così che nessuna compagnia aerea russa può ricevere pagamenti da carte di credito emesse al di fuori del paese. Poi le notizie che si erano dimessi gli AD dell’ Aeroflot e di Pobeda, e che in Russia c’era carenza di banconote e file interminabili alle banche…

Nel frattempo Ciro studiò le varie alternative ed io lo spinsi molto affinché trovasse anche una ‘schifezza di soluzione’ che però mi permettesse un viaggio tranquillo. Ma ottenere da Ciro una ‘schifezza di Rivoluzione’ è impossibile; la sua esperienza ed il senso di responsabilità che si assume quando decide di studiare un caso gli fanno decisamente escludere soluzioni che ad altri possono sembrare ottime.

 “Per le schifezze di RS rivolgiti altrove” disse l’anno scorso ad un’amica, la quale non comprese il senso ed il valore delle sue soluzioni, all’interno di quelle fattibili come dice sempre “anche appeso alle ruote dell’aereo”, ma che privilegino il raggiungimento degli obiettivi rispetto alla comodità del viaggio. 

 A questo proposito ricordo sempre un episodio non legato all’Astrologia, ma che mi conduce ad un comportamento simile. Qualche anno fa ero da ore al Pronto Soccorso dell’ospedale Cardarelli di Napoli con mio Papà che aveva avuto due collassi nel giro di poche ore e, preoccupata, tramite una conoscenza, feci telefonare al medico responsabile del Pronto Soccorso dal Direttore Sanitario per sollecitare una sistemazione in reparto (al Cardarelli, talvolta, si resta all’ingresso, su di una barella, anche per giorni di seguito, NdR). Ebbene questa ‘cazzuta’ dottoressa davanti a me rispose a colui che aveva il potere di licenziarla: “Ma insomma, lei mi chiama per accertarsi che questo paziente sia seguito bene, ma vuole che prediliga l’aspetto sanitario o quello alberghiero? Questo signore sta aspettando qui perché deve andare nel reparto di pneumologia non nel primo reparto che ha il letto disponibile!”.

E così fu che poche ore dopo mio Papà fu salvato dalla polmonite da un medico dirigente del reparto di pneumologia che solo guardandolo, senza bisogno di attendere radiografie o analisi, ma basandosi sulla sua esperienza, gli diagnosticò una polmonite e iniziò seduta stante la terapia.

 Tornando al mio viaggio, c’erano delle soluzioni alternative, ma con posizioni decisamente inferiori e con viaggi anche complicati. Tra le alternative quindi iniziammo a considerare una località della Tailandia con volo su Bangkok, 24 ore di quarantena in hotel dedicato e in attesa di un secondo test, oltre quello fatto prima di partire, e poi volo di un'ora per la destinazione finale. Inoltre avevamo un voucher della Thai Airways che mi avrebbe consentito un comodo viaggio in business. Ma, disse Ciro: “Resta sempre Urano in dodicesima casa che anche se non è contro le mie regole, porterà un colpo di scena che potrebbe farti molto male”.

 Ed io, che avevo già subìto pesantemente questa posizione nel 2020 nell’unica RS possibile in piena pandemia, davvero non avevo alcun piacere di espormi allo stesso rischio.

Con nella testa programmato anche il viaggio per la Tailandia, quindi, continuai a sperare in un trip ragionevolmente sicuro in Russia ed a telefonare all’Aeroflot ed a mandare mail ad un albergo di Irkutsk per tenere monitorata la situazione in città visto che leggevo di manifestazioni per la pace con disordini nelle maggiori città della Russia.

La solita Natasha si informò con i suoi responsabili e mi riferì, alla fine, che sarebbe stato possibile confermare il solo volo da Mosca a Irkutsk del mio intero biglietto da Milano e richiedere, al rientro, il rimborso della tratta non volata, ma che però, necessariamente, dovevo mantenere le stesse date e gli stessi orari di volo già previsti. 

A questo punto si inserì un’altra variabile a complicare le cose: il programma di viaggio così concepito prevedeva che io passassi la mia Rivoluzione Lunare del 5 Aprile ad Istanbul anziché a Milano, mettendo delle posizioni che avrebbero potuto compromettere proprio la riuscita del viaggio di compleanno (Ciro, più volte e in più libri, ha spiegato il valore delle Rivoluzioni Lunari all’interno di un anno, valore che non è assoluto, ma che può determinare la riuscita o meno di un mini-progetto all’interno di un disegno più grande). 

 A quel punto egli comprese che sarebbe stato meglio per me prendere la Lunare a Mosca anziché a Istanbul e dovevo anticipare di un giorno la partenza da Milano. Con pazienza, quindi, provai a modificare il biglietto della Turkish dal sito ufficiale, ma pur incrociando per ore tutte le combinazioni possibili, mi venne richiesto un supplemento per il cambio biglietto e quindi di classe di prenotazione di 990 euro (!!!).

 Ho imparato, in queste situazioni, a non fermarmi alla prima risposta e contattai il servizio clienti scoprendo così che non solo la Turkish ha stabilito, considerata la situazione conflittuale, che è consentito il cambio gratuito dei voli per la Federazione Russa, ma come nel mio caso, quando dopo l’emissione di un biglietto la compagnia modifica anche di solo 5 minuti la partenza di una tratta all’interno del biglietto, si ha sempre diritto al cambio gratuito dei voli. Bisogna però fare una forzatura nel sistema di prenotazione e quindi per questo io non vedevo tale possibilità, ma solo l’operatore del call center è abilitato ad operare in tal senso. Quindi anche qui venne riemesso gratuitamente il biglietto con la nuova tratta. 

 Prenotai anche il Novotel di Sheremetyevo (Ciro ci alloggia da oltre trent’anni) e l’hotel di Irkutsk direttamente dai loro siti con la formula “pagamento in hotel”, in modo da bypassare il problema dell’impossibilità dell’uso delle carte di credito. 

Nel frattempo me ne fregavo della RS e continuavo a sperare in accordi di pace, soprattutto per fermare le conseguenze dei bombardamenti e della perdita di vite umane (con relative scene strazianti dei migliaia e migliaia di profughi).

 Mi domandavo durante le notti insonni se fosse politicamente corretto operare una scelta del genere in un momento in cui tantissime persone morivano al fronte…

Tuttavia riflettevo anche sul fatto che la Russia era in guerra, ma che la guerra non era in Russia ed io dovevo recarmi in zone assolutamente lontane dai confini a rischio.

Così, alla fine, preparai la valigia.

Io che sono abituata ad andare dall’altra parte del mondo con 200 euro in tasca (a volte anche meno) ed ad utilizzare solo una carta di credito o un bancomat, invece partii con una somma di danaro in contanti, euro e dollari, prevedendo anche la possibilità, oltre che di pagare tutte le spese di vitto alloggio e taxi, di dover acquistare ex novo un volo di ritorno anche via Dubai, o Doha, o passando dal Marocco o qualunque altra ‘via di fuga’. Mi preparai, studiando gli orari, anche il tragitto da Istanbul a Bangkok se qualcosa fosse andato storto e se non fossi riuscita a raggiungere Mosca.

Dunque iniziai il mio viaggio. Prima tappa fu Istanbul dove giunsi alle 18.30 del 4 aprile. Nel nuovo aeroporto di Istanbul ci sono due hotel della catena Yotel che io adoro, una catena presente quasi solo all’interno degli aeroporti e concepita per i passeggeri in transito, con servizi H24. Scelsi quello “land side”, dal lato arrivi, piuttosto che quello “airside”, proprio all’interno dell’area transiti, il quale, anche se meno comodo perché occorre rifare i controlli, costa il 30% in meno e conosco già il menù del ristorante e so cosa ordinare. 

Il mio volo il mattino successivo sarebbe stato alle 7.15 e, come mio solito in questi casi, non riuscii a dormire se non per un paio di ore, tanta fu l’ansia di non svegliarmi nonostante mi fossi portata una sveglietta da viaggio e avessi attivato anche quella del cellulare: ho il sonno pesante, sono un po’ sorda e abituata a non fidarmi delle sveglie degli alberghi.

Infatti, anche questa volta, come mi è accaduto spesso, dalla reception si dimenticarono di chiamarmi.

I controlli del volo per Mosca furono alquanto accurati e al gate, oltre a verificare che il PCR test fosse stato fatto entro le 48 ore precedenti (partendo di lunedì e con i laboratori in città chiusi nel weekend fui costretta a subire il “furto” di 180 euro per un test realizzato a Malpensa con il referto in una puntualissima ora) mi perquisirono minuziosamente il bagaglio, ma il volo fu confortevole (in classe economica, come l’intero viaggio) e puntuale ed in sole tre ore giungemmo a destinazione.

Atterrata all’aeroporto di Vnukovo, iniziai a guardarmi intorno e constatai che non c’era molta gente; tuttavia la situazione mi sembrò tranquilla e dopo il controllo del passaporto ed un nuovo controllo del PCR, fui fuori.

Cercai subito un ufficio di cambio valuta aeroportuale e, in un primo momento, mi sembrò di capire che non avrei potuto cambiare gli euro. Andai nel panico anche perché avevo avuto la possibilità di comprare dei rubli in aeroporto ad Istanbul, ma non lo avevo fatto pensando che non sarebbe stato conveniente. Per fortuna, notando il mio disappunto, si avvicinò una signora russa anche lei lì per lo stesso motivo e che parlava inglese meglio dell’addetta allo sportello, signora che mi informò che avrei solo dovuto attendere che la cassa fosse rifornita. Con il mio gruzzoletto di rubli, quindi, dopo pochi minuti, mi recai al banco dei taxi e prenotai un trasferimento dall'aeroporto di Vnukovo al Novotel, accanto all’aeroporto di Sheremetyevo, al costo di circa 25 euro che mi sembrò più che onesto per un’ora di taxi, e ciò non perché il rublo vale poco, ma perché, come avrei avuto modo di constatare in seguito, c’era stato un crollo di prezzi per alberghi e relativi ristoranti. 

Al Novotel mi sentii a casa. Dovevo restarci dalle 13 del 5 aprile e, avendo il volo la sera successiva, 6 aprile, alla 21, fino alle 17 del giorno dopo, chiesi un late check-out che mi concessero gratuitamente e finalmente riuscii a concedermi una buona dormita. Nella TV del Novotel di Mosca sono sintonizzati i canali italiani, ma io desideravo cercare di capire qualcosa della situazione del paese e guardai i canali russi.

 Il volo notturno da Mosca a Irkutsk dura 5 ore, l’aereo era pienissimo. Io stetti scomodissima e capii subito che anche questa volta non avrei dormito un solo minuto. Mi immersi, allora, nella visione di una serie Netflix, leggera, tra quelle che avevo scaricato così, episodio dopo episodio, giungemmo a destinazione la mattina del 7 aprile, con circa ventiquattro ore di anticipo rispetto al mio ritorno solare in questa città dell’estremo est siberiano.

L’hotel mi mandò, su mia richiesta, un autista e, poiché sapendo di arrivare alle 8.30 del mattino, avevo chiesto, questa volta con il pagamento di un supplemento, un check-in anticipato, dopo avere fatto colazione mi recai subito in camera dove comunicai a Ciro che ero giunta a destinazione e mi rilassai leggendo, prima di dormire per qualche ora.

In un altro momento avrei utilizzato il resto del pomeriggio per andare in giro per la città, per una passeggiata sulle rive del lago Bajkal, ma non mi sentii sicura ad andare in giro, quindi uscii solo per il tempo di andare di nuovo in banca per cambiare degli altri soldi in modo da essere sicura di potermi pagare la cena e le necessità del giorno successivo, avendo già messo da parte il denaro per i taxi.

Dopo di che mi concessi una sauna alla SPA dell’hotel e un rigenerante massaggio di un’ora in vista dello stress del viaggio di ritorno da affrontare, viaggio che prevede ancora uno scomodo volo notturno. 

Al mattino successivo, con calma, mi preparai, prenotando il transfer per l’aeroporto dove giunsi con largo anticipo (il mio ritorno solare avvenne intorno alle 10.20 ed il volo partì alle 13.20).

Durante il volo mi dedicai alla stesura di questo racconto. Avevo ancora un po’ di ansia addosso per i voli successivi, ma ormai avevo compreso che non avrei avuto nulla da temere per problemi legati al conflitto.

 Atterrai puntuale all’aeroporto di Sheremetyevo e feci un giro al supermercato. Ero curiosa di vedere se c’erano ancora prodotti italiani in vendita. In effetti, a livello alimentare, non mancavano: olio extravergine, sugo di pomodoro, gallette e pasta di grano duro. Mi domandai se fossero scorte precedenti o se si trattava di prodotti arrivati, come me, tramite una tappa turca.

Andai in cerca del taxi che mi portò all’aeroporto di Vnukovo. Anche questa volta evitai il “fai da te” e puntai dritto al chiosco ufficiale dei taxi dove mi prenotarono il transfer. Avevo ancora un po’ di rubli e pagai in contanti; poiché, però, non mi funzionava il Wi-Fi per tracciare l’arrivo dell’autista, carinamente venni scortata e restai in attesa della vettura con i due boys della compagnia di taxi. 

Passammo con l’auto davanti ad un centro commerciale ed il tassista mi confermò che IKEA era chiusa. Cercammo di dialogare durante l’ora abbondante del tragitto, ma non ci capimmo molto e io non volli consumare gli ultimi dati a disposizione sulla mia SIM per l’uso di Google Translator.

Il volo sembrava confermato, ma mi attendevano sei ore di standby in aeroporto e, come al solito, prima di tre ore prima della partenza, non puoi avere la carta di imbarco per cui non mi diedero il check-in in quanto dovevano controllare i documenti e non mi restò che mettermi a rispondere ai messaggi di auguri mentre attendevo, scomodamente seduta, nell’area dei check-in.

Quando finalmente riuscii ad accedere ai gate, scoprii che il volo era ritardato e, anziché partire all’ 1.25 di notte, sarebbe partito alle 3, quindi la già prevista lunga attesa diventò quasi infinita nella mia percezione troppo ‘stanca’…

Avevo anche finito, di nuovo, i rubli e nessuno mi accettava dollari o euro. Non riuscivo ad accedere al Wi-Fi dell’aeroporto e avevo terminato i dati della promozione acquistata prima di partire; inoltre gli ultimi collegamenti a pagamento mi avevano anche esaurito il credito telefonico.

Ecco che Marte e Saturno in nona casa di Rivoluzione Solare avevano cominciato ad agire, a poche ore dal compleanno!!

Ma la mia Venere in 9 casa di nascita passò al contrattacco manifestandosi in Victoria, una bellissima barista che non solo mi fece utilizzare il suo cellulare come Wi-Fi, ma che accettò i miei dollari in pagamento per un panino e due birre. 

Le sedie del bar, tuttavia, erano scomodissime e, quindi, dopo un po’ la ringraziai e continuai a vagare per l’aeroporto.

Ero ovviamente alquanto stanca, tanto da avere paura a stare seduta perché temevo di addormentarmi davanti al gate e di perdere il volo.

Quando la lunga attesa finì e finalmente ci imbarchiamo crollai e dormii per tutto il tragitto. Arrivai, quindi, a Istanbul terribilmente in ritardo e stava per cominciare l’imbarco del volo per Milano e dovetti letteralmente attraversare correndo tutto l’immenso nuovo aeroporto di Istanbul, ma ormai ero a casa! 

Daniela Boscotrecase Discepolo




Per Tutti. Non è una notizia importante, ma vi invito a leggerla perché potrà spiegare, a qualcuno, il perché di un certo rumore di fondo che disturba, da qualche anno, l’Astrologia:

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For Everybody. It is not an important news, but I invite you to read it because it can explain, to someone, the why of a certain noise leading that disturbs, from a few years, the astrology:

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Ciro Discepolo

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