giovedì 30 gennaio 2025

Come funziona l’Astrologia.

 COME FUNZIONA L’ASTROLOGIA



Come funziona l’Astrologia?

 

Una possibile spiegazione di Ciro Discepolo dal suo libro “L’uomo e le Stelle – Intervista all’Astrologia”, edizioni Ricerca ’90, Milano, 2023, 824 pagine.

 

Partendo dalla domanda di Paola Cannatello che mi intervistava:

 

- Credo che abbiamo varcato la soglia delle trecento pagine di libro scritto e siamo ancora alla prima parte del volume, ovvero a quella sezione che potremmo chiamare “Astrologia & Scienza.” Tu mi avevi preannunciato che ti saresti soffermato a lungo su questa parte, e io sono assolutamente d’accordo con te,  perché anche io ritengo che si tratti di una base fondamentale dell’ “Intervista all’Astrologia.”

 

Allora, continuando volentieri lungo tale traccia, vorrei riferirmi a qualcosa che hai detto molte pagine fa, a proposito della legge di gravitazione di Newton.

 

In quel paragrafo hai affermato, grosso modo: non spetta a noi astrologi spiegare come e perché funzioni l’Astrologia, dovrebbero essere piuttosto loro, i fisici e gli astrofisici, a spiegarlo a noi…

 

D’accordo, ma io so che tu un’idea sull’argomento te la sei fatta. Ce la vuoi illustrare?

 

 

 

Volentieri e allora ti riporto il mio pensiero su quella che potremmo chiamare la Teoria Callegari-Palmieri-Emilio Del Giudice-Nicola Del Giudice/Ciro Discepolo sul funzionamento dell’Astrologia, ma anche delle Rivoluzioni Solari e delle Rivoluzioni Lunari (Mirate e non).

 

Funzionamento dell’ASTROLOGIA

 

Si tratta, in tutta evidenza, di una domanda e non di una risposta. A tal proposito vorrei segnalare ai Lettori che un aggiornamento generale sul mio pensiero, sulla mia scuola e sui miei libri, è raccolto nelle 80 video-lezioni in altissima risoluzione (per lo più 4K) che fanno da base ai miei corsi annuali di Astrologia Attiva, corsi ai quali non possono iscriversi tutti, ma di cui gli interessati possono chiedere notizie direttamente a me scrivendo una email a

 

ciro.discepolo@gmail.com

 

Fare una sintesi di ciò sarebbe davvero faticosissimo, ma soprattutto inutile giacché esistono i video in formato full size.

Visionandoli tutti si può avere un’idea abbastanza precisa di cosa io creda oggi, dopo avere festeggiato il mio giubileo professionale (1970-2020) di amore senza limiti per l’Astrologia, in relazione alla sua genesi, ai suoi meccanismi di funzionamento, ai metodi di verifica degli stessi e ad altro ancora.

Ma desidero fare uno sforzo davvero egregio e vi lancio due argomenti su cui riflettere proprio in rapporto al possibile funzionamento dell’Astrologia.

Il primo spunto importantissimo me lo diede il professore Giovanbattista Callegari, proprio all’alba dei miei studi di Astrologia. Uomo straordinario che io ebbi il piacere di frequentare per un paio di anni, anche più volte alla settimana, Callegari, padre della Radionica e della Radiobiologia Callegari, mi parlava soprattutto di Fisica e di Scienza e io lo ascoltavo per ore, incantato.

Una delle cose che mi colpirono di più fu questa frase:

 

“Nello spazio interplanetario, che noi consideriamo vuoto, anche se proprio vuoto non è, l’impedenza è zero e quindi la distanza non ha valore.”

 

Una verità colossale, gigantesca!

In poche parole — e riferite alla nostra amatissima materia — essa si traduce nel modo che segue:

 

“Se, all’interno del nostro sistema solare, l’impedenza all’attraversamento delle onde elettromagnetiche è pari a zero, ciò significa che la distanza non ha più valore e ciò spiega perché Plutone, nonostante sia abissalmente più distante di Marte, per esempio, rispetto alla Terra, funzioni esattamente come lo stesso nei nostri confronti!”

 

Il secondo punto di enorme rilievo ai fini della spiegazione sul possibile funzionamento dell’Astrologia, ce lo diedero i fratelli Emilio e Nicola Del Giudice, in vari libri e soprattutto nel corso di un magnifico convegno che promossi a Vico Equense nel giugno del 2005 (il 3, 4 e 5 giugno) e a cui parteciparono grandi uomini liberi, di scienza e di cultura generale.

 

Nella tavola rotonda cui demmo vita in quella occasione, tavola rotonda diretta brillantemente dal collega e amico Andrea Rossetti, il fisico del CNR Emilio Del Giudice, che studiava da molti anni, con suo fratello Nicola, medico omeopatico, la memoria dell’acqua, ci spiegò pressappoco:

 

“Al momento della nascita un bambino è ‘governato dalle stelle della madre.’ Poi, quando la sua respirazione diventa autonoma, il “campo magnetico stellare” lì presente, si imprime nelle sue molecole di acqua, che formano oltre il 65% della sua persona, e per il principio della memoria dell’acqua queste informazioni resteranno per sempre dentro di lui, rappresentando il suo DNA astrale.”

 

Egli ci spiegò anche che tutto ciò è simile alla nascita di un farmaco omeopatico: quando diluiamo una goccia di sostanza madre in cento gocce di acqua distillata, noi imprimiamo anche un’energia alla provetta (leggi: onde elettromagnetiche) e in quel modo fissiamo l’azione terapeutica contenuta nella goccia di sostanza madre. Per il principio della memoria dell’acqua il medicamento omeopatico conserverà per sempre le caratteristiche della sostanza da cui siamo partiti per giungere anche alla centomillesima diluizione centesimale e il tutto non verrà annullato dal famoso numero di Avogadro.

 

FUNZIONAMENTO DELLE RIVOLUZIONI SOLARI E LUNARI

 

Una domanda che mi sono posto numerose volte e che, altrettante volte, mi è stata rivolta da lettori o persone presenti a miei seminari e conferenze, è la seguente: secondo quale principio fisico o universale è possibile inquadrare il funzionamento delle Rivoluzioni solari e lunari e accettare, già in via teorica, che esse possano effettivamente agire?

 

Tralasciando ciò che ho ripetuto tante volte, e cioè che all’astrologo che abbia sperimentato migliaia di volte e con successo il funzionamento delle RSM e delle RLM poco dovrebbe importare da dove venga la giustificazione teorica di ciò, tuttavia nel corso degli anni ho elaborato una mia teoria che poi sembra avere ricevuto la validazione da parte di molte correnti di pensiero, sia strettamente scientifiche che non scientifiche.

 

Noi sappiamo, per esempio, che il grande Carl Gustav Jung discusse a lungo sulla questione se l’Astrologia fosse da inquadrare secondo il principio di causa e di effetto o secondo quello di sincronicità.

 

Lavorò a ciò anche insieme al premio Nobel per la fisica Wolfgang Ernst Pauli e tutti i suoi dubbi sull’argomento divennero pervasivi all’interno della sua opera, a cominciare dallo studio sulla sincronicità1 e proseguendo con tutte le successive pubblicazioni in cui toccò tale argomento. Fin poco prima della sua morte, come scrive la stessa Emma Baumann Jung 2, egli restò con dei dubbi su “questa strana cosa che è l’Astrologia”, ma mai sulla sua validità, bensì sulla questione se essa fosse da inquadrare come fenomeno “causalistico” oppure come fenomeno “sincronico.” Purtroppo il grande psicologo e pensatore zurighese ci lasciò con tale dubbio.

Personalmente, da un po’ di anni a questa parte, mi vado sempre più convincendo che, per quanto riguarda la nostra amata disciplina, occorra propendere per la spiegazione causalistica.

 

Fra breve vi esporrò tutto il mio pensiero, soprattutto relativamente alle Rivoluzioni solari e lunari, ma prima vi farò un dono a mio avviso importante: si tratta di una serie di scritti apparsi tra il 2005 e il 2007 sul mio trimestrale Ricerca ’90, articoli che secondo il mio parere sono di un’importanza eccezionale, soprattutto se “colti” assieme negli aspetti coerenti che li attraversano in quello che oggi si direbbe uno schieramento trasversale che li accomuna.

 

Le date comprese tra il 3 e il 5 giugno 2005 credo che resteranno storiche per l’Astrologia: durante questi tre giorni, nel corso del XII Convegno Annuale di Astrologia, promosso da Ricerca ’90 e svoltosi a Vico Equense (NA), alcuni scienziati “alternativi al Palazzo” ci fecero ascoltare relazioni di un interesse straordinario.

 

Questi eccezionali studiosi, che desidero ringraziare nuovamente per il loro preziosissimo contributo (un pensiero particolare va al maestro e amico ing. Vincenzo Di Napoli che non è più tra noi), si sedettero allo stesso tavolo, senza conoscersi prima, e ci illustrarono alcuni aspetti di una possibile visione del mondo e delle sue leggi, una Weltanschauung che, se letta secondo un criterio che vi proporrò più avanti e che prende una parte di ciò che ognuno di loro ci ha insegnato, potrebbe davvero essere la base per una teoria generale sul possibile funzionamento dell’Astrologia, mai ipotizzata finora e, secondo il mio parere, assai interessante e convincente.

 

Qui di seguito, allora, vi lascio leggere le loro relazioni e ciò che scrissero anche in seguito su Ricerca ’90, e poi le commenterò per voi.

 

 

 

È la scienza che dovrebbe validare sé stessa, di Renato Palmieri 3

 

Come sempre avviene nei convegni di discipline “eretiche”, ponendosi il problema del loro rapporto con la scienza “ufficiale”, esse si dispongono a chiedere la propria convalida sulla base dei princìpi delle dottrine vigenti, laddove occorrerebbe ribaltare la questione e domandare invece alla scienza accademica di offrire le “sue” credenziali sulla base dei princìpi eretici. Il paradosso è solo apparente, perché proprio le anomalie presentate dalle cosiddette “eresie scientifiche” sono il tallone di Achille del paradigma normale, che non riesce in alcun modo a spiegarle e perciò si limita a negarle.

 

Un esempio emblematico è dato dalla “fusione fredda”, che nel 1989 scatenò un moltiplicarsi mondiale di esperimenti concordemente a conferma, poi soffocati via via dalla resistenza di carattere teorico, ma soprattutto “economico” e di potere dell’establishment.

 

Due argomenti si possono mettere sul tavolo nella sede nella quale siamo ora convenuti. L’Astrologia ricerca le sue motivazioni effettuali in due ordini di influenze, come quelle di natura gravitazionale o elettromagnetica. Si veda allora che cosa effettivamente la scienza attuale “sa” dell’essenza della gravitazione  e dell’elettromagnetismo.

 

Ebbene si dimostra facilmente che essa non ne sa assolutamente “nulla.”

 

1) In questo convegno lo zodiaco è pane quotidiano. Lo zodiaco presuppone l’eclittica. Il piano dell’eclittica è quello dell’intero sistema solare, con un asse incentrato nel Sole e un vasto piano equatoriale, sul quale ruotano i pianeti: i grandi pianeti col loro intero corteo di satelliti, Saturno coi suoi anelli, ecc.. Questa struttura nel suo insieme ha una forma discoidale, analoga a quella degli immensi dischi galattici, con una rotazione generale prospetticamente antioraria o oraria rispetto ai due poli Nord e Sud dell’asse centrale. Tale caratteristica di immediata evidenza ha un nome chiarissimo: dipolarità, ed è presente senza equivoci in ogni corpo celeste di sufficiente grandezza. Eppure essa è incredibilmente ignorata quanto alla gravitazione in tutti i libri di fisica teorica, di cosmologia e di storia della scienza, a partire dai teoremi di Keplero e Newton, attraverso l’esperimento di Cavendish per la misura della costante di gravitazione, fino ad Einstein, e viene addirittura negata là dove si parla di “simmetria sferica” e di “campo unipolare” della gravitazione (vedi Phillips, La Geofisica, Biblioteca EST Mondatori, pag. 168). Ciò comporta che tutti i discorsi e i calcoli che si sono fatti o si fanno sulla gravitazione sono approssimativi: tanto è vero che la cosiddetta “costante” G di gravitazione è calcolata con sole tre cifre significative (6,67), a confronto delle otto o nove cifre di altre costanti cosmologiche.

 

2) Ho con me due pezzi – Re e Regina – di scacchi magnetici. Essi hanno polo eguale, poiché quello opposto è sulla scacchiera. Accostiamo i due pezzi dalla parte della base.

 

Appare subito evidente che la cosiddetta “repulsione” tra loro non si manifesta lungo un asse, come la si immagina in qualsiasi libro di fisica, ma con uno “slittamento” rotatorio, del quale nessuna teoria potrebbe darci una ragione. Ebbene un tale fenomeno è del tutto identico al comportamento  di una cometa ad ellisse molto allungata, la quale giunta al perielio “slitta” anch’essa ruotando intorno al Sole e quindi ritorna verso lo spazio esterno, con un movimento complessivo che nessuno si sognerebbe di definire “repulsivo” rispetto al Sole.

 

Ne segue che il quadro generale delle “conoscenze” accreditate della scienza corrente a fronte delle cognizioni dette “eretiche” è simile al quadro di Brueghel intitolato “La parabola dei ciechi.” Il capocordata, già caduto nella fossa, è la scienza accademica (nonostante il “falsificazionismo” di Popper, giustamente bollato nell’intervento precedente del Prof. Emilio Del Giudice): i ciechi che lo seguono, se non decidono di staccarsi al più presto dalla cordata, saranno le discipline eretiche che ne cercano il sostegno.

Per concludere con una proposta generale, inviterei a costituire il C.I.C.A.N. come contraltare al famigerato C.I.C.A.P.: ovvero, il Comitato Italiano per il Controllo delle Attività della scienza Normale, al cui giudizio sarebbe opportuno sottoporre molti degli articoli più eclatanti della rivista accademica LE SCIENZE.

 

Vico Equense, 4 giugno 2005

 

 

De Fibonacci, piramidi e dintorni, di Vincenzo Di Napoli 4

 

Questa nota vuole essere una continuazione di quanto, tempo addietro, ebbi a dire sulle implicazioni che il fatale numero del Fibonacci comportava nel campo dell’architettura. Il dimensionamento degli elementi costruttivi, secondo le classiche dimensioni auree, sia in pianta che in elevazione, comportano importanti implicazioni nel campo delle microonde hertziane: un elemento costruttivo con la sua conformazione plano-altimetrica costruisce un volume che rispetto ad esse si comporta come una scatola risonante su frequenze ricadenti spesso in quelle corrispondenti ai diversi colori dello spettro di Helmotz.

 

L’induzione di tali frequenze è di natura cosmogeofisica ed il loro valore dipende non solo dalle dimensioni, ma anche dalla forma e dall’orientamento dell’elemento costruttivo nello spazio. A questo punto diciamo subito che tali frequenze nel caso di dimensionamenti secondo elementi aurei ricadono nella zona del giallo aranciato. Come abbiano fatto gli antichi architetti a raggiungere tali risultati resta un mistero.

 

Per comprenderne l’importanza va osservato che secondo le teorie mediche cromoterapiche tutti i colori che dal giallo aranciato vanno verso il rosso sono dei bioacceleratori e tutti quelli che vanno verso il violetto sono dei bioritardatori1: da ciò ne discende che in corrispondenza del giallo arancio si ha la stasi. Si apre così un nuovo capitolo dell’igiene ambientale che considera come corollari anche la natura dei materiali da costruzione, in particolare delle sabbie che entrano nella composizione dei calcestruzzi nonché la colorazione delle pareti interne degli ambienti. Quindi per la progettazione di nuove opere o per il risanamento di quelle esistenti si pone il problema di una tecnica che permetta di determinare e misurare i seguenti elementi:

 

1) Sensibilità alle radiazioni cosmogeofisiche degli ambienti per la loro conformazione planoaltimetrica.

2) Natura dei materiali con cui si intende costruire.

3) Colorazione delle pareti che racchiudono i locali.

 

Se il volume dell’ambiente è inscrivibile in una sfera, l’accumulo di energia può essere studiato anche su un grafico rappresentativo della sua planimetria ed è questo che ho personalmente realizzato mediante l’impiego della macchina Callegari come rivelatore di microonde hertziane (vedi numeri precedenti di questa rivista). Sulla sua tecnica di impiego sarà detto in un prossimo numero di questa rivista.

 

Mi sia permesso, a questo punto, una digressione sia per il carattere storico che occupa nelle mie ricerche, sia per conseguenti implicazioni di carattere astrologico.

 

Rivolsi originariamente la mia attenzione su questi argomenti quando mi proposi di indagare su alcuni ancora ignoti aspetti delle piramidi egiziane.

 

Costruendo un modellino sullo stesso modulo (rapporto tra il perimetro ed il doppio dell’altezza) della piramide di Cheope, scoprii che essa aveva il suo volume risonante su una frequenza intorno al giallo arancio e che variava in più o in meno a seconda dell’orientamento e del giorno. Ciò implicava importanti considerazioni:

 

1) I costruttori ben sapevano che l’entità dell’energia cosmogeofisica induttrice era funzione delle dimensioni plano- altimetriche…

 

2) … e che essa era variabile con l’orientamento nei confronti di determinate costellazioni, e questo se non altro testimonia la perfetta conoscenza dell’astrologia2.

 

Volendo rendermi ragione di tutto ciò ipotizzai che la spiegazione poteva risiedere soltanto nello scopo per cui erano realizzate queste mastodontiche costruzioni e che era senza dubbio la perfetta conservazione delle mummie dei faraoni. Orbene, la conservazione dei cadaveri implicava una lotta contro i nemici della carne che ne provocano la putrefazione, e che sono acqua e microrganismi (miceti): contro l’acqua veniva eseguita una biopsia che permetteva di vuotare il cadavere di tutti gli organi interni sostituiti da ovatta imbevuta di profumi e l’esterno veniva avvolto in bende di cotone imbevute di sale marino. Contro i microrganismi agiva l’energia accumulata nella piramide, che essendo come abbiamo visto ricadente intorno ad un colore vicino al giallo aranciato, li rendeva inerti e quindi sopiti.

 

Ciò giustifica ad esempio le disavventure degli archeologi francesi che per primi violarono le piramidi ed asportarono alcune mummie poi esposte al Louvre di Parigi.

 

Essi, infatti, entrati all’interno delle piramidi furono aggrediti da microrganismi che, una volta fuori, ripresero la loro virulenza, provocando addirittura la morte di alcuni membri della spedizione, poi spiegata con la “maledizione del faraone.”

 

Conseguenza astrologica è che sarebbe utile ed interessante analizzare i livelli energetici geocosmici a seconda del giorno e delle ore, operando su foto della volta celeste con l’impiego della centralina Callegari. Sarebbe un’ulteriore conferma dei fondamenti fisico-scientifici dell’Astrologia.

 

Mi propongo lo svolgimento di una ricerca in tal senso sperando di darne qualche risultato nei prossimi numeri di questa rivista.

 

La successione di Fibonacci è una sequenza di numeri interi naturali definibile assegnando i valori dei due primi termini, F0 =0 ed F1 =1, e chiedendo che per ogni successivo sia Fn= Fn-1 + Fn-2.

 

La sequenza prende il nome dal matematico pisano del XIII secolo Leonardo Fibonacci e i termini di questa successione sono chiamati numeri di Fibonacci. L’intento di Fibonacci era quello di trovare una legge che descrivesse la crescita di una popolazione di conigli: si assume che ogni coniglio impieghi un mese prima di diventare fertile e che ogni coppia di conigli fertili produca una coppia di figli al mese; così se partiamo con una singola coppia dopo un mese avremo due coppie di cui una sola fertile, nel mese seguente avremo 2+1=3 coppie perchè solo la coppia fertile ha partorito, e di queste tre ora saranno due le coppie fertili, quindi nel mese seguente ci saranno 3+2=5 coppie. In questo modo il numero di coppie di conigli di ogni mese descrive la successione dei numeri Fibonacci.

I primi 41 numeri di Fibonacci sono:

 

0, 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55 (=F10), 89, 144, 233, 377, 610, 987, 1597, 2584, 4181, 6765 (=F20), 10946, 17711, 28657, 46368, 75025, 121393, 196418, 317811, 514229, 32040 (=F30), 1346269, 2178309, 3524578, 5702887, 9227465, 14930352, 24157817, 39088169, 63245986, 102334155 (=F40)

 

Nella OEIS di Sloane la successione di Fibonacci ha la sigla A000045. I numeri di Fibonacci godono di una gamma stupefacente di proprietà, si incontrano nei modelli matematici di svariati fenomeni e sono utilizzabili per molti procedimenti computazionali; essi inoltre posseggono varie generalizzazioni interessanti. A questi argomenti viene espressamente dedicato un periodico scientifico, The Fibonacci Quarterly.

 

(da Wikipedia)

 

 

 

Note (a cura di Ciro Discepolo)

 

1) Chi si è occupato di cromoterapia sa bene, infatti, che se un soggetto ha, mettiamo, un’infiammazione a un molare, sarebbe come gettare benzina sul fuoco se si applicasse sulla relativa mascella del sofferente una sciarpa rossa. Al contrario, una pezza con un colore che andasse nella direzione del violetto (dall’altra parte dello spettro delle frequenze nelle onde elettromagnetiche), potrebbe, certamente, alleviare il dolore all’infermo.

 

2) Qui, a mio avviso, ci troviamo di fronte ad un altro passaggio topico, di importanza enorme nel discorso che il professore ingegner Di Napoli e i suoi illustrissimi colleghi stanno facendo, su queste pagine, da mesi a oggi. Essi, a mio avviso, stanno schiudendo dei gusci di straordinaria verità del Sapere, Sapere non contaminato dal cieco odio fondamentalista di alcuni pseudo-scienziati mossi da pregiudizi – o peggio – al soldo di qualcuno. L’Autore si riferisce genericamente alle “costellazioni”, ma noi astrologi sappiamo che il discorso è relativo al passaggio degli astri lungo l’eclittica.

 

Queste poche righe sono cariche di straordinaria importanza perché ci permettono di comprendere aspetti meravigliosi del funzionamento dell’universo, della Terra, degli astri e delle loro reciproche interazioni.

 

Chiunque, dico chiunque,  può provare con i propri occhi che costruendo una piccola piramide con i numeri suggeriti dall’ing. Di Napoli, osserverà, per esempio, il “prodigio” della mela tagliata in due: una metà la porrete sotto una piramide di plexiglas trasparente e costruita secondo il modello di quella di Cheope; un’altra metà della mela la inserirete sotto un’altra piramide, costruita con misure sbagliate: dopo pochi giorni osserverete che la prima si è conservata perfettamente e la seconda è marcita del tutto.

 

Sono del tutto convinto, a questo punto, che negli ultimi numeri di Ricerca ’90 siano state scritte cose di fondamentale importanza per la comprensione anche dell’Astrologia e del suo modo di funzionare.

 

Sono state anche gettate le basi, suggerite da Pino Valente, dall’ing. Giuseppe Callegari e da altri, di una possibile verifica, a mezzo della Centralina Callegari, delle frequenze (nella scala Callegari) relative ai vari astri e di un possibile impiego futuro delle stesse: l’idea che un giorno si possa surrogare un compleanno mirato in laboratorio, mi sembra molto di più di una trovata da romanzo di science fiction. Ancora una volta siamo estremamente grati all’ing. Di Napoli che ci regala simili perle di conoscenza!

 

 

Radionica Callegari e Astrologia, di Giuseppe Callegari 5

 

Concordo pienamente con quanti, come l’illustre prof. Palmieri ed altri che mi hanno preceduto, affermano che l’ASTROLOGIA ha vita propria e non ha bisogno del consenso ufficiale di alcuno. Emilio Segré, Premio Nobel per la Fisica, scopritore dell’antiprotone, nel corso di un convegno sulla “Fisica del XX secolo” dichiarò pubblicamente che “[…] senza il coraggio di uomini capaci di pensare e ragionare in modo antitradizionalista ed anticonformista, distaccandosi dalle cosiddette ‘leggi fondamentali’, non avremmo oggi la radio, la televisione, il telefono, l’aereo, i voli spaziali…

 

E ciò ogni qualvolta l’esperienza pratica consigliava di non tener conto, o, addirittura, di considerare discutibili alcune consolidate ‘certezze’ della Scienza Ufficiale...”

 

Scienza che ancora oggi vuole ignorare, o, quantomeno, finge di ignorare, l’esistenza dell’Altra Scienza, quella ad essa parallela, quella che ti meraviglia ed emoziona, che ti fa gioire per la bellezza del Creato, che ti fa sognare e fantasticare, che innalza lo spirito, quella che dovrebbe essere portata a conoscenza di tutti, fin già dai banchi di scuola.

 

Giambattista Callegari, padre della Radionica, ci ricorda che “[…] I risultati dell’esperienza, inoppugnabilmente accertati, fanno testo al di sopra delle proposizioni teoriche… Le teorie, in genere, possono essere considerate con un certo distacco, lasciando al tempo l’incombenza di affermarle, di perfezionarle in base ai risultati di nuove esperienze, o di affossarle… Le teorie possono cambiare, ma i fatti ed i risultati dell’esperienza restano e non possono essere ignorati…”

 

Ma, com’è facile intuire, vi è una precisa volontà, al di sopra dell’uomo della strada, che tenacemente lavora contro, al fine di tenere ben saldi i fili del profitto, costi quel che costi.

 

Ed è sotto gli occhi di tutti ciò che accade sistematicamente nel mondo, dalle guerre più assurde all’abbandono più dissoluto di popolazioni che soffrono (a dispetto dello sfrenato consumismo dei tanti) e che rischiano addirittura di sparire; al dissennato disboscamento e alla ingente deforestazione, con la conseguente eliminazione di quel gran dono che Dio ci ha elargito (il verde delle piante e degli alberi, oltre a costituire un serbatoio pulsante di ossigeno e clorofilla, costituisce una difesa naturale contro il continuo e costante bombardamento di neutroni provenienti dal Cosmo).

 

Mi chiedo: i Potenti, i Capi di Stato, quelli “che contano”, dove sono? Sono realmente assenti, preoccupati solo dagli affari, politici e non, attenti a conservare accanitamente il potere, a qualunque costo…

 

Mi scuso per questa parentesi, ma credo che non sia male non perdere di vista certi temi, specialmente quando si è intenti a trattarne altri così piacevoli ed affascinanti come quello che oggi l’Astrologia ci propone, in questa stupenda giornata di Vico Equense. Torniamo, quindi, al nostro tema:”Possibili ipotesi di funzionamento dell’Astrologia.”

 

Già seimila anni fa, un illuminato cinese, Fo-hi, affermava che “l’uomo è la sintesi tra le Forze Celesti e le Forze della Terra.” Infatti, in particolare, “[…] i corpi celesti […] costituiscono dei punti di riferimento per il moto della Terra nel Cosmo; a tale moto corrispondono variazioni energetiche periodiche dello spazio, che incidono sui fenomeni che interessano sia la materia inorganica sia quella organica, e, quindi, in particolare l’uomo. Si hanno, cioè, variazioni dei campi di forze che incidono sull’uomo” (da G.Callegari: “La mia opinione, fondata sulla K-analisi, intorno al contenuto del volume: Mario Pincherle, Fonti archeologiche della magia, Edizioni Filelpo, 1977”).

 

E la Radionica di Giambattista Callegari ha confermato, a distanza di seimila anni, le verità trascendenti di Fo-hi. La scoperta dell’Effetto K, o Effetto Radionico, ed il “Principio Radionico” (1938-1945), congiuntamente ai risultati di una continua e serrata sperimentazione, ci confermano come, per effetto della “Congiuntura Cosmogeofisica”, cioè della contemporaneità di fenomeni naturali che coinvolgono la Terra ed il Cosmo di cui essa è parte, si verifichino processi particolari di ionizzazione naturale dello spazio che consentono l’attivazione del fenomeno di “risonanza”.

 

Cioè, diviene possibile, nello spazio non impedente, cioè più trasparente, lo scambio di energia tra le strutture radiooscillatrici-emettitrici (nel nostro caso i pianeti, le stelle, le costellazioni) e l’uomo.

 

Tale fenomeno interessa, comunque, tutti gli esseri viventi, quindi, oltre l’uomo, anche gli animali e le piante, nonché la materia inorganica.

 

Da ciò consegue il manifestarsi, in quel cielo ed in quel tempo, di fenomeni e di accadimenti che interferiscono ed interagiscono con la “giornata terrena” dell’uomo, sia sul piano materiale sia su quelli psichico ed emozionale.

 

Dai risultati della sperimentazione del Callegari, l’uomo non è altro che un particolare “Circuito Oscillante Naturale”, alla Callegari, dotato di antenna per la captazione delle onde provenienti dallo spazio in cui è immerso. In tale circuito naturale la bobina è costituita dai filamenti nervosi che si dipartono dall’asse spinale, mentre il condensatore è costituito dalle masse diffuse in tutto il corpo.

 

Il valore medio della frequenza radionica dell’uomo, in base alla Scala Originale Callegari, è fk = 5,751 (non sono hertz, ma, volendo, se ne potrebbe calcolare il valore), che è la risultante di due frequenze: fk = 3,753 (onda biofisica) ed fk = 9,001 (onda fotopsiconica).

 

E tanto vi sarebbe da dire sulle radiazioni provenienti dai corpi celesti: alla lunghezza dell’onda ed alla frequenza corrispondono colori e note musicali (d’altronde la configurazione cosmica e l’equilibrio del nostro sistema solare sono retti da un ordine musicale). Ad esempio, la nostra Terra “colora in blu” e “suona in sol.”

 

Giambattista Callegari ha determinato i valori radionici dell’energia del Sole, delle stelle, delle Galassie e delle Comete (fk = 8,001); dello spazio interstellare, interplanetario ed endoatomico (fk = 9,000); dei pianeti, dei satelliti, dei pianetini, delle meteore e delle macchie solari (fk = 0,001). Sole e Luna influenzano l’uomo rendendolo partecipe della natura maschile del primo e di quella femminile della seconda.

 

Pensare che un globulo rosso compie un giro completo del nostro corpo mentre il cuore batte 28 volte e si completano 7 respiri, con lo stesso rapporto tra il numero di battiti del cuore e di respiri in un minuto, ovvero tra il ciclo solare e quello lunare. Il che significa che i ritmi nell’uomo seguono le stesse leggi dei ritmi della nostra Galassia, cioè vi è una perfetta analogia tra microcosmo e macrocosmo.

 

Come se non bastasse, il tutto si complica (e si esalta, meravigliando noi) per la presenza quasi “assillante” di certi numeri, sia nella Natura e nell’Universo sia nelle opere, artistiche e non, realizzate dall’uomo, quali: il numero aureo o divino o numero di Fibonacci ö = 1,618…(lo troviamo nella disposizione delle foglie nelle piante, nelle spirali logaritmiche dei girasoli, delle conchiglie, dei vortici, nelle spirali galattiche, nei quadri di Leonardo da Vinci, di Piero della Francesca, di Albrecht Dürer, e, solo per inciso, stranamente nel valore radionico dell’acqua trovato dal Callegari, fk = 1,600); il ð = 3,14…(è presente nella struttura della Piramide di Cheope, detta anche Grande Piramide; il Callegari ha trovato il numero radionico fk = 3,333 - che è anche prossimo al doppio di 1,618… - quale valore in corrispondenza del quale le immagini risultano potenziate, cioè appaiono in rilievo naturale, tant’è che, se si fa passare un raggio di luce attraverso un circuito radionico Callegari, che forma un canale radionico, si verificano delle variazioni nelle righe nere di Fraunhofer). Il tempo non ci consente di approfondire qui tali discorsi.

 

Con la CRC Centrale Radiobiologica Callegari che vedete su questo tavolo (è il prototipo del nuovo modello denominato CRC 75/05 Super Original New, prodotto esclusivamente dal Laboratorio di Radionica e Radiobiologia Callegari da me diretto e coordinato, e che oggi presento ufficialmente), è possibile “captare” la materia in genere, e, quindi, in particolare, l’uomo.

 

Cioè, è possibile (anche a mezzo foto) entrare in risonanza radionica con l’oggetto o soggetto e studiarne lo stato energetico di quel momento (eccedenze, deficit, equilibrio). Individuati gli squilibri, e trovate le cause di tali sfasamenti, è poi possibile anche attivare le procedure per rifasare, cioè riequilibrare, per cercare di ristabilire l’isoenergismo nell’individuo in esame.

 

È proprio dal tavolo di questo XII Convegno di Vico sull’Astrologia che annuncio la nascita dell’Astrologia Radionica per la quale è in corso di realizzazione un nuovo strumento della Radionica Callegari: la prima Centrale per l’Astrologia Radionica, denominata “PC/05 ASTRAL RADIONIC CALLEGARI”, dispositivo unico ed elettivo per le applicazioni astrologiche.

 

Esso consente la verifica radionica, a mezzo della tecnica ologrammale, delle determinazioni proprie della tecnica astrologica. Il che consente di accertare lo stato di risonanza attuale o meno tra il soggetto ed il risultato del calcolo astrologico riportato in forma grafica. In caso negativo, cioè in assenza di risonanza, sarà necessario individuare i dati di base non reali (ad esempio le coordinate complete della nascita del soggetto: giorno, mese, anno, ora, luogo, condizioni ambientali, eventi locali e/o generali di notevole importanza, ecc.) ed apportare, quindi, i correttivi necessari per rimodulare la determinazione astrologica. In caso positivo, cioè di risonanza, si potrà determinare la frequenza radionica complementare fkc o fkr per intervenire positivamente, con l’applicazione del Metodo K (metodo radionico Callegari) sullo stato energetico del soggetto in modo naturale, con energie sottili, non distruttive né invasive, prive di effetti collaterali, mai dannose.

 

Ovvero, sarà possibile verificare se il “rimedio astrologico” consigliato dal protocollo operativo sia effettivamente necessario ed applicabile oppure non compatibile con il soggetto stesso: per tale verifica bisognerà calcolare, con la suddetta PC/05 Callegari, il valore della frequenza radionica fk del previsto rimedio astrologico e controllare, con lo stesso strumento, se tale frequenza è o meno complementare per il soggetto.

 

Ad esempio, se il rimedio astrologico è quello di uno spostamento geografico-ambientale (cambio di coordinate sia spaziali-terrestri sia energetico-magnetiche), si determina la frequenza radionica del sito consigliato (con riferimento ad un intervallo di tempo prossimo a quello previsto) e si controlla se tale frequenza è complementare, cioè se è quella necessaria per il riequilibramento complessivo del soggetto.

 

Se ciò non accade, bisogna riesaminare il caso proposto e trovare un diverso rimedio astrologico, che potrebbe essere surrogato dalla diretta ed unica applicazione della frequenza radionica complementare fkc (di cui si è detto in precedenza) mediante la suddetta CRC 75/05.

 

Nel chiudere questo mio intervento (non voglio sottrarre altro tempo al prosieguo dei lavori di questo Tavolo), mi sia consentito rivolgere un forte plauso ed il più sentito ringraziamento a Ciro Discepolo, che, con l’eleganza e la passione di sempre, ha saputo “coraggiosamente” raccontare a voi tutti, con affettuosa dovizia di particolari, alcune esperienze radioniche da lui direttamente vissute a contatto con mio padre, Giambattista Callegari.

 

Gliene sono profondamente grato.

 

 

Astrologia, pregiudizi e una “chicca” su Marconi, di Emilio Del Giudice 6

 

Fatemi partire da Shakespeare, quando fa dire nell’Amleto “vi sono più cose in cielo e in terra di quelle sognate dalla tua filosofia”; la filosofia non c’entra molto, ma datemi cinque minuti cinque e vi ricorderò, in modo tendenzioso, come avvenne l’invenzione della radio alla fine dell’800.

 

Intorno al 1870 un teorico inglese che si chiamava Maxwell dimostrò che in funzione delle equazioni dell’elettromagnetismo esisteva la possibilità che l’energia del campo si propagasse nello spazio attraverso le onde elettromagnetiche, che non coincidono col campo elettrico e campo magnetico, ma ne sono, per così dire, la componente viaggiante.

 

Cioè, il campo complessivo ha questa componente viaggiante e poi ha la componente che in inglese è definita near field e in italiano si chiama ‘campo vicinale’, che si propaga molto meno ed è il campo vicino alla sorgente.

Come viene l’idea: finché tutto è statico non si propaga niente, ma supponete che qualcuno che sta vicino alla sorgente del campo modifichi la sorgente.

 

Siccome questo campo agisce a distanza, e su cariche elettriche, mi sorge spontanea la domanda: dopo quanto tempo dalla modifica della sorgente la carica che riceve l’azione si accorge che qualcosa si è modificato? Se ne accorge istantaneamente o dopo un po’ di tempo?

 

Facciamo una semplificazione, immaginate di avere una piscina piena d’acqua, supponete che sull’acqua galleggi una palla, voi state un po’ lontani dalla palla e la volete muovere. Allora cominciate con un remo a dare colpi sull’acqua, provocate onde le quali viaggiano e spostano la palla.

 

Se mirate bene i colpi la potete muovere. Questo è un esempio in cui voi modificate un mezzo infinito e l’effetto a distanza si percepisce dopo un po’. E qual è il tramite? È un’onda che si propaga.

 

Ebbene, l’onda elettromagnetica segue un po’ quest’idea, cioè voi avete praticamente un campo che io genero qui dove c’è una carica e agisce lì. Allora io prendo questa carica e, anziché tenerla ferma, la muovo e allora, come conseguenza anche la forza che agisce fluttua: ma la fluttuazione appare simultaneamente o dopo un po’ di tempo?

 

Ecco, la risposta data attraverso la teoria da Maxwell è che accade dopo un po’ di tempo e che la velocità con cui si propaga quest’onda in termini dei parametri della teoria viene uguale alla velocità della luce. Per cui viene il sospetto che la luce sia una particolare forma del campo elettromagnetico.

 

Questa sembrava tutta una costruzione teorica dopo una trentina d’anni. Il tedesco Hertz che era aiutato nelle sue ricerche da un italiano che si chiamava Augusto Righi, a cui sono intitolate piazze, strade, licei ecc., e quindi la possiamo definire una persona “validata”, diciamo così, Hertz verifica sperimentalmente le teorie di Maxwell. Quindi, usando le onde elettromagnetiche è possibile mandare messaggi a distanza. Come mai passano un certo numero di anni prima che vengano in campo le applicazioni pratiche delle onde elettromagnetiche?

 

Perché una delle conseguenze della teoria confermata dall’esperimento è che le onde elettromagnetiche si propagavano in linea retta, con fluttuazioni laterali, i cosiddetti effetti rifrattivi, che però erano dell’ordine di grandezza della lunghezza d’onda.

 

Quindi, se uno usava, date le antenne all’epoca disponibili, onde elettromagnetiche che avevano lunghezza d’onda di alcune centinaia di metri fino ad un chilometro, gli effetti rifrattivi permettevano che queste onde scavalcassero una collina, ma certamente non la curvatura della terra. Pertanto l’idea di trasmettere un’onda elettromagnetica dall’Europa all’America o viceversa era considerata una stupidaggine.

 

Questa stupidaggine venne tentata, per fortuna, da Guglielmo Marconi, il quale era un figlio di famiglia molto ricca, il padre era un ricco proprietario terriero di Bologna, la madre, che era inglese, era ancora più ricca. Quindi era di famiglia ricchissima e lui che era figlio di papà aveva tutta l’arroganza dei figli delle famiglie superiori. Decise di voler fare questo tentativo. Lui che era certamente intelligente, ma anche ignorante (non studiava perché era ricco), confondendo il campo elettromagnetico con il campo elettrico, pensò: qua sui libri c’è scritto che il campo elettrico vicino ad un conduttore si dispone parallelamente alla superficie del conduttore. Quindi, la terra è un conduttore e il campo elettrico si disporrà parallelamente alla terra, e allora, per la curvatura terrestre non c’è problema; lui giustamente, anzi ingiustamente perché ignorante della cosa, non sapeva che il campo elettrico che è parallelo è il campo vicinale, non è il campo elettromagnetico che è un’altra cosa.

 

Va bene, dunque bussò alla porta di Augusto Righi che nel frattempo aveva la cattedra a Milano (certamente, se Hertz era il padre delle onde elettromagnetiche, lui era lo zio), Marconi bussò alla sua porta e disse: “Professore ho pensato ad un modo per trasmettere un segnale radio dall’Europa all’America.” E Righi, che aveva l’arroganza dello scienziato arrivato gli rispose: “Ah, sì? E come funzionerebbe questa cosa?” E Marconi gli spiegò ciò che vi ho illustrato poco fa.

Allora Righi, con aria gelida gli disse: “Esca subito da qui, non mi faccia perdere tempo, studi prima e poi torni qui, e lo cacciò.”

 

Marconi, che per sua fortuna non doveva chiedere i fondi al CNR, che non glieli avrebbe certamente dati, li chiese, invece, alla madre, la quale di fronte ad un eventuale parere negativo di Righi gli avrebbe cavato gli occhi (a Righi).

 

Dunque sua madre finanziò l’impresa e lui partì per l’Inghilterra, mise un’antenna in Cornovaglia e poi, visto che i soldi della madre erano tanti ma non infiniti, a Terranova (Saint John’s, New Foundland, NdR), in Canada, affittò un terreno, non lo comprò, e ci mise un’altra antenna. Nel frattempo i giornali cominciavano a pubblicare la notizia che un giovane italiano stava preparando un telegrafo senza fili dall’Europa all’America.

 

Allora i giornalisti cominciarono a intervistare sull’argomento i vari scienziati, e Le Monde, il più grande giornale francese dell’epoca, pubblicò in prima pagina un’intervista con il maggior fisico teorico francese, Henry Poincaré, grandissimo scienziato, insomma, tutte le persone che sto nominando non erano degli stupidi, degli ignoranti,  non erano dei Piero Angela, ognuno aveva scoperto delle cose.

 

Allora, scrive Henry Poincaré, con tutto il sussiego francese, ma a questo italiano nessuno gli ha spiegato che la Terra è tonda? O forse lui pensa che la Terra è piatta come si suppone erroneamente che pensassero gli antichi? Ma non gliel’hanno spiegato (ciò somiglia, in un certo senso, alla storia del calabrone che non può volare e che non lo sa e vola lo stesso. Cfr. I fondamenti dell’astrologia Medica di Ciro Discepolo, Armenia, NdR)?

 

Marconi si disinteressa della cosa, arriva il gran giorno, lui manda il segnale, e il segnale arriva! Che figura!

 

Allora, se dovessimo prendere sul serio quell’altro pallone gonfiato di Popper dovremmo dire: “Ma allora, la teoria sull’elettromagnetismo è stata falsificata? Perché la teoria dice che le onde elettromagnetiche si propagano approssimativamente in linea retta, d’altra parte la terra è tonda, mettendo insieme le due cose, considerando un’onda elettromagnetica che parte dall’America, essa non può arrivare in Europa.

Se ci arriva allora vuol dire, a norma di Popper, che una delle due affermazioni è stata falsificata.

 

Quindi vuol dire, che non è vero che le onde elettromagnetiche viaggiano in linea retta oppure che non è vero che la Terra è rotonda.”

Ma, siccome è assolutamente vero che le onde elettromagnetiche si propagano in linea retta ed è altrettanto vero che la terra è rotonda (e adesso abbiamo anche le fotografie), allora qual è la spiegazione?

La spiegazione è sempre che c’è qualcosa che non è conosciuto al momento in cui si discute e che inganna le persone, in questo caso specifico è la ionosfera. A quell’epoca né Righi, né tantomeno Marconi sapevano che esistesse la ionosfera, uno strato atmosferico che si trova a varie decine di chilometri dal suolo ed è composto da gas ionizzati, perché le radiazioni che arrivano dallo spazio ionizzano i gas dell’alta atmosfera, per cui si forma uno strato di molecole ionizzate.

 

E questo strato agisce come uno specchio rispetto alle onde elettromagnetiche che hanno una lunghezza d’onda che, diciamo così, corrisponde alla densità di questo plasma.

Quindi, per frequenze più basse della cosiddetta frequenza di plasma del gas, la ionosfera agisce come uno specchio, cioè, quello strato di gas è opaco rispetto alle radiazioni, quindi, per fortuna (la fortuna che aiuta gli audaci), le frequenze usate da Marconi rientravano nell’intervallo giusto, per cui l’onda di Marconi, partiva da Terranova, andava in linea retta, saliva, saliva, incontrava lo specchio, veniva riflessa sulla terra riuscendo così a raggiungere l’Europa.

Quindi, come vedete, la teoria di Righi era assolutamente giusta, le argomentazioni di Poincaré erano sacrosante, e ciononostante, Marconi aveva ragione.

 

Perché?

Perché era intervenuta un’altra circostanza sconosciuta ai contemporanei, che aggiustava  il tutto.

 

Infatti c’è un detto: se un vecchio professore dice che una cosa non è possibile ha quasi sicuramente torto, mentre se dice che è possibile ha quasi sicuramente ragione.

Cioè, dire che una cosa non è possibile è la più grande fesseria che uno può dire, perché c’è sempre una via per aggirare la questione.

Allora, io non pretendo che l’ipotesi che vi ho venduto prima sia quella giusta, può darsi che sia diverso, però vi fa vedere che mica è impossibile pensare a meccanismi che rendono conto… a pensarci più intensamente la cosa che certamente non è possibile è dire “non è possibile…”.

 

Tanto per dire che l’ignoranza non sempre aiuta, la prima volta a Marconi andò bene, la volta successiva gli andò male, molto male: fu il caso del radar, la cui prima idea la ebbe ancora Marconi, infatti Marconi in una conferenza che tenne allo stato maggiore della Marina nel 1922 propose di usare un’onda elettromagnetica che viene “sparata” da un’antenna collocata su una nave, viaggia, e, se incontra un’altra nave, rimbalza, ritorna indietro e ne rivela la presenza. Secondo il principio del radar.

 

Soltanto che Marconi, come abbiamo visto, confondeva i campi con i campi elettromagnetici, e non aveva chiaro il concetto di lunghezza d’onda, studiare non sempre è inutile, qualche volta è utile.

Lui, che era affezionato alle onde lunghe, progettò, o fece progettare, un radar che si basava su un’onda radio della lunghezza di alcune centinaia di metri, quindi, il fatto che la Marina Militare Italiana durante la Guerra non avesse il radar è falso, ce lo aveva, e gli italiani lo chiamavano “gufo”, ma non serviva a niente perché l’onda elettromagnetica che veniva impiegata aveva una lunghezza d’onda di alcune centinaia di metri, e le navi hanno una lunghezza minore, l’effetto rifrattivo, cioè, la deviazione laterale, ricopriva completamente la nave con il risultato che non si vedeva niente. Infatti il potere di risoluzione di un radar, cioè la grandezza del minimo oggetto visibile, è data dalla lunghezza d’onda impiegata.

 

Quindi, siccome le navi erano più piccole della lunghezza d’onda adoperata, il gufo si rivelò un fiasco.

 

Vennero montati due di questi congegni, uno sulla corazzata Littorio e uno sul cacciatorpediniere Lince e dopo pochi mesi vennero smontati perché non si vedeva nulla.

Gli inglesi, invece, utilizzavano per il loro Radar onde elettromagnetiche con una lunghezza di 10 centimetri, e in questo modo riuscivano a vedere non solo le navi ma pure gli aeroplani.

 

Quindi, anche se l’idea del Radar la ebbe Marconi, grazie al fatto che non gli erano molto note le conseguenze delle teorie ondulatorie, il dispositivo da lui ideato si rivelò inefficace.

 

Quindi, venendo alla nostra Astrologia, e a tanti altri fenomeni (mica solo all’Astrologia), direi che comunemente non vengono considerati, ma anzi trascurati tutta una serie di fattori che renderebbero plausibile il fenomeno, e infatti negli ultimi anni avete assistito alla fioritura di cose impossibili: la fusione fredda, come cioè sia possibile realizzare reazioni nucleari a temperatura ambiente, senza grandi mezzi. Poi apprendiamo, ed è vero, che le forze armate di un certo numero di paesi adottano delle armi strane, il cui nome è armi all’Uranio impoverito, anche se l’uranio impoverito non c’entra niente, è solo un modo per depistare, armi che producono un profluvio di neutroni, un profluvio di reazioni nucleari in modo non convenzionale diciamo così, e questo lo fanno gli eserciti di paesi maggiori, tipo gli Stati Uniti, per cui mi viene il sospetto (tra l’altro) che l’ostilità che viene manifestata verso le nuove scoperte, sia in realtà il desiderio, ispirato dai militari, che sulla materia non ci si concentri troppo l’attenzione, in modo che questa scoperta resti un monopolio.

 

Va bene, non ho parlato dell’Astrologia, però vi ho parlato dei condizionamenti, dei pregiudizi, delle ragioni per cui non sempre gli scienziati, o la comunità scientifica merita di essere ascoltata. Talvolta merita anche di essere trascurata.

  

L’acqua miracolosa che cura, di Nicola Del Giudice 7

 

Esco un po’ fuori dal discorso fatto finora, perché come medico omeopata mi imbatto in  aspetti paradossali: l’acqua miracolosa che cura, l’assenza di molecole come conditio sine qua non di un fenomeno terapeutico non spiegabile dalla scienza, e quindi mi riferisco maggiormente a quelle che sono le azioni, gli eventi, che accadono all’interno del mio dominio.

 

Certamente, fenomeni strani ce ne sono stati moltissimi nella scienza, che un tempo era patrimonio di maghi e ciarlatani, e oggi, invece, sono alla base della scienza.

 

Un altro dei fenomeni interessanti è la fusione fredda […].  Con Ciro ci conosciamo ormai da quando eravamo ragazzi, quindi abbiamo tante volte parlato delle varie cose che accadono e certamente uno degli elementi più importante per un ricercatore dovrebbe essere quello di essere curioso.

 

E cioè non negare aprioristicamente un fenomeno, né cercare a tutti i costi una spiegazione scientifica. Ho visto tante teorie che sono cadute di fronte ad un fatto empirico, ma non ho mai visto un fatto empirico che è caduto per mezzo di una teoria.

E, quindi, accettiamo i fatti empirici senza dover ricorrere poi, come si assiste a volte, alla negazione del fatto o all’autoricusazione, diciamo così, per non svalorizzare la teoria fisica.

 

Ed è precisamente quello che è accaduto recentemente: venne da me una paziente che era portatrice di una malattia, aveva scoperto una malattia molto grave, la sclerosi multipla e, come accade frequentemente, questa malattia era scoppiata dopo una gravidanza, cioè, un mese dopo la gravidanza, nella parte inferiore del corpo, e la paziente era disperata; con questa persona ci conoscevamo da vario tempo, mi disse che era andata in un famoso centro di Milano per la diagnosi. Questa persona, naturalmente, molto legata alla medicina omeopatica, aveva abbastanza fiducia anche immeritata nel sottoscritto, chiese cosa poteva fare, visto che non era possibile agire con la medicina tradizionale.

 

Allora la sottoponemmo a un trattamento di sei mesi di particolari campi magnetici e, alla fine di questo trattamento, tornò a Milano nel centro dove le diagnosticarono la malattia e dopo aver fatto una risonanza magnetica le comunicarono che le lesioni erano sparite totalmente e la persona aveva riacquistato movimento e sensibilità. 

 

È stato un caso forse particolare rispetto a tanti altri, perché è accaduto da poco, però il fatto era evidente, mi ricordo infatti che, eravamo alla prima seduta di campi magnetici, ed io provai con un ago a testare la sensibilità sul piede e vidi che non ce n’era assolutamente. Dopo qualche trattamento rifeci la stessa prova e la signora reagì immediatamente allo stimolo, significava che aveva riacquistato la sensibilità.

 

Quando poi, dopo il trattamento con i campi magnetici, tornò in quel centro a Milano, la persona che le aveva diagnosticato la malattia (che era anche un caro amico suo) non potendo negare l’evidenza, ma cercando di non far cadere la teoria e la medicina tradizionale, le disse di aver sbagliato diagnosi, questa non era una sclerosi multipla.

 

Cioè, preferì fare la figura del fesso piuttosto che ammettere i benefici che erano stati apportati alla signora da un trattamento omeopatico.

Di casi del genere ce ne sono molti, ma ci sono anche casi di irraggiamento reciproco con i nostri vicini, le persone che incontriamo, e questi scambi possono anche avere una funzione terapeutica. Può essere il guru o Gesù Cristo che guarisce gli storpi, può essere un impositore di mani che guarisce un mal di testa o quello che sia. Comunque noi irraggiamo, e anche di questo possiamo avere una dimostrazione pratica.

 

Infatti, se prendete una macchina di Kirlian per fare una fotografia ad un paziente e al suo terapeuta potete vedere che le fotografie delle loro auree, riprese prima e dopo il trattamento, sono diverse; paradossalmente, l’aura del terapeuta dopo il trattamento tende ad assumere le caratteristiche di quella del paziente, come se egli (il terapeuta) subisse l’influenza negativa del paziente, come se ci fosse una risonanza.

 

E questo è un altro fatto stupefacente che andrebbe analizzato.

E certamente, la scienza ufficiale si priva della possibilità di affrontare queste tematiche, anche se poi, diciamo le cose come stanno, quando i problemi toccano le loro sfere personali non esitano a rivolgersi anche all’omeopatia affollando gli studi anche se di nascosto, come capitò in passato ad un famoso farmacologo napoletano che durante le sue lezioni pontificava contro l’omeopatia.

 

Un giorno uno studente era andato da un medico omeopata ed entrando, guarda caso, riconobbe il suo professore di farmacologia e gli chiese: “Professore, ma come, lei ha sempre parlato male dell’omeopatia, come mai adesso viene proprio in questo studio?”, allora il professore lo guardò e gli rispose: “Figlio mio, la pagnotta è pagnotta, ma la pelle è pelle!”

 

Un altro caso accadde con il professor Garattini quando ci fu un confronto fra medicina allopatica e medicina omeopatica. Parlarono prima gli allopati e non vi dico cosa cominciarono a dire nei confronti di noi omeopati, che eravamo truffatori, maghi, ciarlatani e chi più ne ha più ne metta di paroloni. […] Garattini in particolare ironizzò sul fatto che, naturalmente, non c’era una spiegazione sul come le molecole si riconoscessero all’interno di un organismo perché la cosa strana è che si dà per accertato tautologicamente che le molecole si muovono, ma quella è una visione che le molecole si muovono, è il know-how, ma il know-how perché funziona?

 

Come fanno le molecole a riconoscersi nei milioni di molecole che stanno all’interno di un organismo? Come fanno a sapere qual è la propria anima gemella con cui incastrarsi vicendevolmente e dare luogo all’effetto oncologico? Questo non lo spiegano.

E naturalmente noi non avemmo risposta alla domanda, e io allora gli dissi, guardi Professore, io sono disposto a camminare per Napoli con un cartello davanti con la scritta “L’omeopatia è una stupidata, ed io sono un imbecille”, se lei mi dà la spiegazione di come si muovono le molecole.

 

Allora quello mi disse, ma lei mi vuole pigliare per il c.? Io risposi, no, io non l’ho detto.

In realtà, senta, gli risposi, immaginiamo, e facciamo i debiti scongiuri, che lei prenda un aereo per recarsi ad un convegno negli Stati Uniti, apre il giornale e vede un piccolo fondo (facciamo sempre i debiti scongiuri) dove c’è scritto che il professore “tale” è morto in un incidente automobilistico, a quel punto lei si porta una mano al cuore e cade a terra perché le è venuto un infarto.

 

Allora, professor Garattini, mi può spiegare qual è stata la molecola che dal giornale è entrata nel suo occhio? E dal suo occhio è andata nella parte midollare del surrene, nella parte midollare del surrene ha attivato la produzione di adrenalina, l’adrenalina è entrata in circolo, ha determinato la vasorestrizione e lei ha avuto l’infarto? Me lo può spiegare, dottor Garattini? […] Naturalmente non ho avuto risposta, allora rispondo io.  Ecco un esempio evidente. Prendiamo due persone afflitte dalla stessa patologia che vanno da due medici omeopatici diversi. Entrambi conoscono perfettamente la medicina omeopatica, prescrivono correttamente il trattamento, che è lo stesso per tutti e due, uno guarisce e l’altro no.

 

Mi potete spiegare perché uno guarisce e l’altro no? Perché l’omeopatia riconosce un effetto che è l’effetto del terapeuta-farmaco. Anche il terapeuta è un farmaco, e potente anche, per cui lo stesso farmaco che in un medico non sortisce effetto in un altro medico sortisce il suo effetto, perché si associa questo scambio risonante di irraggiamento che naturalmente è la prima fonte di guarigione, come accadde ad esempio ad un paziente afflitto da asma che entrò respirando in una maniera atroce e si sedette nella sala d’attesa, mentre aspettava si mise a chiacchierare con le persone che stavano lì nello studio, quando venne il suo turno ed entrò mi disse che gli era passata la crisi.

 

Cioè, il fatto di scoprire all’interno dello studio la possibilità di aprirsi e scambiare informazioni, e quindi anche sentimenti, sensazioni ed emozioni importanti, aveva fatto in modo che il corpo si fosse rilassato senza il bisogno di prendere cortisone o altri farmaci.

 

Quindi, noi apprendiamo e, concludo, cerchiamo di valorizzare con l’omeopatia quegli aspetti apparentemente strani che questa scienza propone, e che poi sono gli stessi che troviamo nell’Astrologia, nell’agopuntura, cioè una sorta di dietrologia della scienza ufficiale, cioè una sorta di mente che dà spiegazione anche delle grandi scoperte che ha fatto la scienza ufficiale. Perché magari non si è potuto dimostrare per esempio come le molecole si incontrano, ma il fatto che le molecole si incontrano è un fatto reale.

Allora, se noi riusciamo a rivalorizzare questo incontro è naturalmente un grosso passo in avanti per la scienza, e le malattie non avranno più bisogno del tipo di farmaci che adoperiamo oggi.

Vi ringrazio (molti applausi. NdR).

 

 

Il pensiero di uno scienziato sull’Astrologia, di Renato Palmieri

 

Sirio sorge, una foglia si muove sul mio balcone. Naturalmente non si muove solo per l’influenza di Sirio, ma per le infinite componenti magneto-gravitazionali coeve al sorgere di Sirio. Queste cambiano istante per istante in modo non individuabile e perciò la foglia palpita ad ogni soffio di vento e stormisce con tutte le altre foglie.

 

Tuttavia, se è vero che è impossibile sceverare l’uno dall’altro gl’innumerevoli influssi del firmamento astronomico, la ciclicità di molti di essi, in rapporto alla posizione della Terra rispetto al sistema solare e alle dantesche “altre stelle”, può determinare variazioni sensibili, di carattere periodico, nella quantità e modalità di quelle influenze e quindi contribuire a improntare con caratteristiche differenti i nati alla luce nel giorno genetliaco.

 

Questo è quanto può riconoscere all’Astrologia uno come il sottoscritto, che non ne è uno studioso, ma sa dalla storia che tale disciplina annovera tra i suoi cultori nomi illustri di pensatori e scienziati, e non esclude, inoltre, per partito preso dall’esperienza umana una valenza simbolica e sovrasensibile dei riferimenti astrali. Homo sum: humani nihil a me alienum puto, nel detto di Terenzio.

Sta di fatto che, comunque sia e come si è abbondantemente dimostrato in altra sede, la “scienza” accademica — in termini di vera conoscenza — risulta tanto qualificata quanto il più rozzo degli astrologi, e ciò proprio su quegli argomenti, quali la gravitazione e l’elettromagnetismo, di cui essa ignora essenzialmente la natura e che adduce con tanta sicumera a confutazione dell’aborrita “eresia” astrologica.

 

Poche note di commento, a cura di Ciro Discepolo

 

Ancora due scritti di scienziati non allineati, aperti mentalmente, studiosi di fenomeni apparentemente paranormali che di paranormale hanno solo il fatto che non vengono accettati nel Palazzo.

Ringraziamo sentitamente i professori Vincenzo Di Napoli e Renato Palmieri per i distillati di conoscenze e saggezza che ci regalano ogni volta che accettano di collaborare con la nostra rivista.

In questo ultimo anno abbiamo ospitato loro scritti di un interesse davvero straordinario, a mio avviso, e anche altri scritti di contenuto omologo. Mi riferisco a diversi articoli e brevi saggi di scienziati che ci hanno fatto riflettere su alcuni argomenti unici che qui vorrei ricordare in un sintetico elenco:

 

-    L’ingegnere e professor Di Napoli, insieme all’ingegnere Callegari e ad altri studiosi del metodo del grande Giambattista Callegari, ci hanno insegnato, tra le altre cose, che quando due corpi nello spazio sono in risonanza (le loro energie), l’impedenza (nella “trasmissione tra le due energie”) è pari a zero e ciò vuol dire che la distanza non ha più valore (la portata di tale verità è incommensurabile perché spiega, tra le altre cose, come può Plutone avere la stessa valenza, da un punto di vista astrologico, della Luna o di Marte).

 

-    Il professore Palmieri ci ha fatto notare come la fisica moderna non tiene in alcun conto la questione della polarità del campo gravitazionale della Terra e degli altri corpi celesti. Inoltre egli nella sua Fisica Unigravitazionale unifica la natura delle onde elettromagnetiche e gravitazionali, inserendo dei fondamentali distinguo laddove la quasi totalità dei fisici di ogni tempo entra in confusione e asserisce, per esempio, che Plutone non può agire sugli esseri umani perché la sua forza gravitazionale è pressoché zero.

 

-    I due ricercatori e scienziati Emilio e Nicola Del Giudice ci hanno chiarito, con tanti dettagli chiarissimi, il discorso sulla memoria dell’acqua e sul fatto che un bambino, appena nasce, prima di crearsi un suo campo magnetico personale, prende quello che gli “gravita addosso” nell’istante della nascita: le molecole di acqua vengono orientate dal campo magnetico e conservano “per sempre” tale orientamento, ciò che può aiutare, moltissimo, a spiegare il modo in cui l’Astrologia funzioni.

 

Ma i nostri Amici hanno scritto su queste pagine ciò e molto di più. Rammentatelo perché, a mio avviso, Ricerca ’90 ha potuto sigillare un capitolo importante di storia nel grande libro della filosofia della scienza.

 

cd (chiedo scusa per le eccessive volgarizzazioni necessarie, forse, ad un pubblico di non addetti ai lavori).

 

Come potete facilmente comprendere siamo davvero di fronte a una tappa topica relativamente al sentiero euristico in generale e a quello dello studio dell’Astrologia in particolare.

 

I tre concetti che ho appena richiamato alla vostra attenzione potrebbero essere le basi per una teoria universale che potremmo chiamare Teoria Callegari-Palmieri-Del Giudice (entrambi) sufficiente a spiegare un possibile funzionamento dell’Astrologia da un punto di vista puramente fisico, senza necessità di ricorrere alla sincronicità di Jung e neanche ai cosiddetti fenomeni paranormali che tanto deliziano le menti (?) degli esponenti del C.I.C.A.P. E, se me lo consentite, mi permetto di aggiungere anche il mio nome a questa teoria, dato l’apporto che credo di avere dato personalmente a questo spunto di teoria generale di funzionamento dell’Astrologia, a mezzo di quanto ho scritto, anche nel presente volume, circa il perché io penso che funzionino moltissimo le Rivoluzioni Solari, Lunari e Terrestri, a mezzo di quel “refresh” che scatta quando un ciclo, un qualsiasi ciclo (circadiano, mensile, annuale…) ritorna al punto gamma della sua curva espressiva (nelle pagine che seguono).

 

Ovviamente non ritengo che l’argomento possa considerarsi esaurito, ma penso che rispetto al solo giorno precedente il XII Convegno di Studi Astrologici di Vico Equense, una nuova importantissima Weltanschauung si impone all’attenzione del mondo e, soprattutto, a quella delle persone mentalmente aperte.

 

Su ciò occorrerà ritornare moltissime volte in futuro e studiare e confrontarsi, ma per il momento, dato l’argomento trattato nel presente volume, possiamo terminare tale discorso e dire qualcosa di ancora più specifico relativo alle Rivoluzioni solari e lunari.

 

All’incirca cinquant’anni fa si fece strada, tra i medici, lo studio scientifico dei bioritmi8.

 

Infatti, anche dopo la fine della seconda Guerra Mondiale, i medici continuavano a somministrare i farmaci ai pazienti senza attribuire una particolare importanza al momento della giornata in cui ciò avveniva9. Succedeva, così, per esempio, che concentrati di vitamine e sali minerali venissero prescritti per la sera, prima del sonno notturno, o, in tempi più recenti, venisse somministrata della melatonina al mattino.

 

Quando i medici scoprirono tutta l’importanza dei bioritmi, molti errori del genere non furono più commessi.

Oggi noi sappiamo che esistono diversi bioritmi e tra questi i più importanti sono tre10:

 

1)   Un ritmo circadiano che dura, come dice la parola, circa un giorno e che è ovviamente in rapporto al tempo che la Terra impiega a fare un giro su se stessa. Abbiamo a disposizione numerosissime prove di tale bioritmo in riferimento alla vita dell’uomo, degli animali e delle piante. Nell’uomo, per esempio, è facile dimostrare che esiste una precisa riproducibilità dei picchi indicati nella curva di alcune funzioni biologiche osservate nell’arco della giornata, come la frequenza di picchi giornalieri nella minzione, nella pressione arteriosa, nell’indice di flocculazione del sangue e via dicendo. Per esempio, tornando alla melatonina, sappiamo che il nostro corpo ne produce continuamente, ma con un picco di “superproduzione” circa mezz’ora dopo il tramonto: perché – tra le altre cose – la melatonina ha un’azione antidepressiva (quantomai importante allorché il sole non illumina più la nostra giornata) e predispone anche al sonno. Da qui potete comprendere come fosse errato, da parte di alcuni medici, somministrare melatonina artificiale di mattina presto.

 

Vorrei ricordare, per inciso, a questo proposito, che il povero professor Di Bella, massacrato dal Palazzo della Medicina perché contrario agl’interessi delle case farmaceutiche, riteneva utilissimo, alla pari di altri scienziati alternativi, somministrare ai malati, ma anche ai sani, dosi “industriali” di melatonina e di vitamina C (è per frasi come questa che mi guadagno il rogo, come nel vergognoso episodio di Wikipedia Italia: a tale proposito vedi il sito http://www.cirodiscepolo.it/wikipedia.htm. Non vi dovrete sorprendere, dunque, se un giorno qualche simpatizzante del C.I.C.A.P. o di Wikipedia Italia dovesse riuscire a far trovare della cocaina nella mia scrivania per sbarazzarsi di un personaggio tanto scomodo e antipatico).

 

2)   Un ritmo mensile di circa 29 giorni, chiaramente in rapporto al passaggio completo della Luna intorno alla Terra. Anche di ciò, nonostante il parere contrario degli “scientifisti”, e con l’evidenza colta perfino dai bambini, abbiamo prove incontrovertibili, come le maree o il ciclo mestruale.

 

3)   Un ritmo annuale legato al giro completo della Terra intorno al Sole: gli animali vanno in letargo sempre nello stesso periodo o migrano o vengono spinti dal desiderio sessuale sempre in un periodo preciso dell’anno; gli alberi fruttificano sempre nello stesso periodo e si potrebbe continuare a lungo.

 

Ora date un’occhiata alla sinusoide che vedete più sotto e prestate particolare attenzione al punto alfa (l’inizio della sinusoide). Questa sinusoide può illustrarci l’andamento di qualsiasi bioritmo, ma noi consideriamone due in particolare: quella che ci potrebbe graficizzare l’andamento del bioritmo lunare e di quello solare. Cominciamo da quest’ultimo. Nell’attimo in cui nasciamo, inizia, con il nostro primo respiro, anche il nostro primo bioritmo annuale che parte dal punto alfa e termina con il punto alfa.

 

Dunque non dovremmo sorprenderci se qualcuno (chi scrive, NdA) asserisce che nell’attimo del ritorno solare annuale, proprio il punto alfa, l’imprinting che riceviamo dal cielo, non è uguale a quello di tutti gli altri giorni dell’anno, ma è molto speciale e lo è non per un fatto di analogie, bensì per il fatto che il momento alfa è il “reset” (l’azzeramento) di tutto un ciclo annuale per passare in un altro ciclo annuale: ciò, a mio avviso, giustifica ampiamente l’importanza che ciascuno di noi vada a trovarsi, in quell’istante e non in un altro, sotto quel particolare cielo del mondo, secondo criteri la cui letteratura vera (nel senso di scaturita dalla pratica e non dalla teoria) ci suggerisce che il nostro anno potrà, così, essere migliorato, ma anche peggiorato.

 

Lo stesso discorso, mi sembra abbastanza ovvio, vale per la sinusoide del ciclo mensile, dove il punto alfa corrisponde al ritorno della Luna sul suo preciso punto di nascita rispetto al soggetto in esame.

E ovviamente lo stesso dicasi per le Rivoluzioni Terrestri.

  

Ecco, io credo che tale spiegazione sia plausibile e lascia, tuttavia, liberi studiosi, allievi, colleghi e detrattori di utilizzare o meno tale meraviglioso strumento di miglioramento della qualità della nostra vita che sono, appunto, le Rivoluzioni Solari Mirate e le Rivoluzioni Lunari  Mirate.

  

Note

 

1)   Carl Gustav Jung, La Sincronicità, Editore Boringhieri s.p.a., Torino, 1980, 124 pagine.

 

2)   Gret Baumann-Jung, Alcune riflessioni sull’oroscopo di Carl Gustav Jung, Ricerca ’90 n. 5, gennaio 1991.

 

3)   Renato Palmieri, eccellente fisico napoletano. Chi scrive ha avuto il piccolissimo merito di suggerire all’Istituto Italiano di Studi Filosofici, istituzione meravigliosa del Sapere, voluta, fondata e diretta da Gerardo Marotta, di pubblicare il preziosissimo volume del professor Palmieri che, diversamente avrebbe rischiato di non vedere mai la luce. Non è stato necessario “spingere”, in tal senso, perché i miei interlocutori, sia il prof. Antonio Gargano, segretario generale dell’Istituto, e sia il carissimo amico prof. Aldo Tonini, sposarono immediatamente la mia richiesta e aggiunsero un’ulteriore maglia d’oro alla loro già immensa catena di opere di Cultura. Il libro La fisica unigravitazionale e l’equazione cosmologica è, finalmente, oggi, una realtà ed è, certamente, tra le cose di cui vado più fiero nella mia vita.

 

4)   L’ingegnere Vincenzo Di Napoli, deceduto nell’inverno 2007, fu un grande ricercatore la cui vita si incrociò più volte con la mia. Egli fu mio professore di Elettronica all’Istituto Augusto Righi di Napoli: professore semplice, che andava al cuore degli argomenti e le cui lezioni venivano comprese da tutti e subito. Successivamente lo conobbi nuovamente come presidente dell’Associazione Radioamatori Napoletani quando cercai di prendermi il brevetto (senza riuscirci perché, allora, vi era da superare un difficile esame di radiotelegrafia e il mio “non orecchio musicale” mi rendeva difficilissimo distinguere il punto dalla linea). Successivamente ancora lo conobbi come presidente del Centro Studi Callegari, in rapporto alla Radiobiologia Callegari. Rispetto a ciò ho scritto brevemente nel mio libro L’interpretazione del tema natale, Armenia editore, Milano, 2007, pagine 350, alle pagine 87-90. Infine, vorrei aggiungere, e non mi sembra casuale, che il prof. Di Napoli ha abitato da sempre a meno di cinquanta metri da casa mia. A lui va un mio ricordo affettuoso e grato.

 

5)   L’ingegnere Giuseppe Callegari è il figlio del grande Giovanbattista Callegari di cui scrivo brevemente nel libro L’interpretazione del tema natale, opera citata, alle pagine 87-90. L’ingegnere Callegari, con mia gioia, sta cercando di portare avanti le grandi scoperte del padre.

 

6)   Professore di Fisica all’Istituto Superiore di Fisica di Milano. Insieme al dr. Nicola Del Giudice, suo fratello e medico omeopatico, ha scritto libri di grande interesse scientifico e ha portato avanti, con grande efficacia (a mio avviso, NdA) il discorso sulla memoria dell’acqua, argomento davvero di straordinario interesse per comprendere i meccanismi dell’influenza del cielo sulla vita delle creature terrestri.

 

7)   Anche per lui valgono le stesse note relative al lavoro in coppia con il fratello fisico a Milano. Nicola Del Giudice è noto e apprezzatissimo medico omeopatico, endocrinologo e ricercatore in senso lato. Di suo e del fratello ricordiamo il libro Omeopatia e bioenergetica. Le medicine alternative: dalla stregoneria alla scienza, Cortina editore, Verona, 1999, pagine 302 e anche il libro Omeopatia. Un ponte tra biologia e psicologia. Vent’anni di ricerca della Fondazione omeopatica italiana, edizioni Nuova IPSA, Palermo, 1998, 344 pagine.

 

8)   Lyall Watson, SuperNatura, Rizzoli editore, Milano, 1974.

 

9)   Ibidem.

 

10)  Ibidem.

 

 

Seconda domanda di Paola Cannatello che mi intervistava:

 

-Oltre a essermi molto divertita per la “spregiudicata ignoranza” di Marconi, che gli ha valso molte gioie e qualche dolore (e che ancora una volta dimostra come la scienza talvolta si arrocchi sulle conoscenze di cui dispone senza presupporre che ne possano arrivare di nuove a ribaltare ogni sicurezza), devo dirti che ho trovato estremamente interessanti questi interventi. Talmente affascinanti che un po' mi ci sono persa. Ho intuito chiaramente come siano tutti legati alla possibilità di fornire una spiegazione sul funzionamento dell'Astrologia, ma puoi aiutarmi a metterli insieme per usarli in questa direzione?

 

Ci provo, ma dobbiamo fare dei passi indietro importanti e aprire più parentesi ampie. Fortunatamente non dobbiamo obbedire alle direttive di un editore “esterno” e quindi possiamo tentare di attuare ciò con una certa tranquillità.

Partiamo da un breve discorso sulla fortuna.

 

Io ritengo di essere fortunato per quanto riguarda il lavoro, essendo nato con un Giove in 6ª Casa e congiunto alla Luna e con buoni aspetti a Saturno e a Plutone. Sicuramente. Anche se poi in altri settori della mia vita sono stato molto sfortunato e molto penalizzato dal destino. Però sono convinto che noi dobbiamo prendere il “pacchetto intero” quando ci viene dato al momento della nascita. Non dobbiamo stare a recriminare sulle presunte sfortune che ingiustamente ci sarebbero state propinate.

 

Dunque io sono fortunato nel lavoro. E, secondo me non è un caso, assolutamente non è un caso, il fatto che nel corso della mia vita io abbia avuto un incontro che oserei definire quasi magico, nello spazio e nel tempo, con straordinari personaggi del Sapere: se consideriamo le mille variabili dello spazio, Napoli e gli ambienti dove io mi muovevo di più, e il tempo nell’arco diciamo della storia dell’uomo erudito, dell’uomo che ha iniziato a lasciare testimonianze scritte del suo passaggio, quindi negli ultimi 5000 anni. Se noi intercettiamo gli anni in cui io ho vissuto o sto vivendo e lo spazio anche un po’ limitato, se vogliamo molto limitato di Napoli e dintorni, il fatto che io fisicamente mi sia incontrato con personaggi straordinari del Sapere, lo ritengo un elemento di grande fortuna. Personaggi come Giovanbattista Callegari e gli altri che rivedremo adesso.

 

Ritornando al discorso su Renato Palmieri, sull’ingegnere Vincenzo di Napoli, sui due fratelli, il fisico Emilio Del Giudice e il medico omeopatico Nicola Del Giudice e lo stesso ingegnere Callegari, figlio, che sta continuando l’opera di questo meraviglioso personaggio nostro contemporaneo, ecco, allora, la prima cosa che vorrei farti osservare è che in quel luminoso convegno che avemmo a Vico Equense e di cui ho detto precedentemente, in quella eccezionale tavola rotonda in cui ci confrontavamo davanti ad un pubblico assai interessato, appunto io e il figlio del professore Callegari, Emilio Del Giudice, Nicola Del Giudice, Renato Palmieri e l’ingegnere Vincenzo Di Napoli – purtroppo diversi di loro non sono più tra noi – ecco, io credo che lì siano state scritte le basi per gli studiosi che verranno dopo di noi e che dovranno portare a termine questo lavoro.

 

Basi in cui, a mio vedere, sono stati indicati i fondamenti per spiegare il funzionamento dell’Astrologia. Naturalmente io non ho la pretesa velleitaria di andare a sfidare gli scienziati contemporanei per sbattere loro sotto il naso queste verità: farebbero polpette di me e avrebbero buon gioco, perché dalla parte loro c’è il Palazzo, innanzitutto.

 

E poi io non sarei la persona giusta per poter dialogare con loro o duellare con loro sul piano della fisica, della fisica teorica, soprattutto. Però io sono convinto che saranno proprio i fisici che riusciranno in tempi brevi a offrirci dei paradigmi precisi con cui misurare anche le cose di cui stiamo dicendo. Pertanto io non me ne preoccupo da un punto di vista delle sfide dialettiche e di eventuali nuovi duelli che non mi attraggono più di tanto.

 

No, io ci tengo a stabilire che per i lettori interessati all’argomento le basi sono state scritte adesso, ma dovranno essere formulate meglio, dovranno essere amalgamate meglio. Si dovranno spiegare maggiormente l’interazione di ciascuna di esse con le altre.

 

Però il materiale c’è ed è anche abbondante e io partirei da quella prima, grandissima verità, che imparai frequentando il grande professore Giovanbattista Callegari il quale, all’alba dei miei studi di Astrologia, mi rivelò questa verità importantissima, che poi è stato un faro che mi ha guidato per tutti i decenni successivi: Egli mi fece notare, e non in via teorica, ma proprio mostrandomi anche gli effetti che si possono toccare con mano attraverso la sua straordinaria “centralina Callegari”, che nello spazio cosiddetto “vuoto”, che proprio vuoto non è, ma che noi consideriamo vuoto, per esempio quello interplanetario, l’impedenza si deve considerare zero.

 

E qual è l’effetto di un’impedenza zero? Che la distanza non ha più valore! Ecco, questa semplicissima regola, questa semplicissima, enorme verità, può spiegare già da sola quasi tutto perché ci dice, per esempio, il perché un Plutone che è così piccolo ed è così lontano dal Sole, possa agire nella stessa misura di una Luna che sta a poche “bracciate” da noi.

Si tratta di una prima grande verità sulla quale noi dobbiamo, assolutamente, riflettere.

Poi c’è quell’altra verità rilevantissima che mette tanto in discussione, subito dopo o affianco alla verità di Callegari, la legge di gravitazione di Newton.

E qui si deve aprire per forza un’altra parentesi.

 

Infatti, subito gli scienziati potrebbero obiettare: “Già, ma noi lo sapevamo già, perché la legge di gravitazione di Newton è stata superata dalla legge sulla relatività, sulla propagazione dell’energia di Einstein, che l’ha, diciamo così, arricchita.

 

Perché, intendiamoci bene, non è che la legge di gravitazione di Newton non funzioni più. La legge di gravitazione di Newton continua a funzionare entro certi parametri, cioè quando noi non viaggiamo in prossimità della velocità della luce.

 

Allora vorrei rammentare che proprio per dimostrare la legge di propagazione dell’energia nell’universo, quella scritta meravigliosamente da Albert Einstein, un suo collega scienziato tedesco andò, all’inizio del secolo scorso, a cercare quella dimostrazione pratica, scientifica, lampante di ciò che aveva teorizzato: lo scienziato era Sir Arthur Stanley Eddington, un astronomo britannico. Eddington organizzò una spedizione a Príncipe, un’isola di São Tomé e Príncipe, in Africa occidentale, per fotografare l’eclissi solare totale del 29 maggio 1919.

 

Durante queste osservazioni, Eddington verificò la teoria della relatività generale di Albert Einstein, che prevedeva che la luce proveniente da stelle lontane sarebbe stata deviata passando vicino al Sole. Le fotografie dell’eclissi confermarono questa previsione, mostrando che la posizione apparente delle stelle era cambiata a causa della curvatura dello spazio-tempo causata dalla massa del Sole. Questa scoperta fu fondamentale per confermare la teoria della relatività generale di Einstein.

Ecco, ma allora torniamo a Newton. Abbiamo detto che fino a che non siamo in condizioni limite come la velocità della luce, le leggi di gravitazione di Newton valgono. Però le leggi di gravitazione di Newton direbbero che siccome la massa del più esterno pianeta del nostro sistema solare è troppo piccola e la sua distanza è troppo grande (la distanza tra Plutone e la Terra), l’energia di Plutone “vale zero.” E Plutone non esisterebbe neanche come pianeta (sapete di questa classificazione che secondo un comitato di saggi ogni tanto Plutone viene sbattuto fuori dal sistema planetario poi, magari, lo fanno rientrare. Non conosco la situazione di oggi, ma sono i “saggi” a decidere… NdA).

 

Ebbene tale enorme verità che ci ha mostrato Callegari, va immediatamente a inficiare del tutto, a falsificare, usando il linguaggio di Popper, la legge di gravitazione di Newton, perché ci dice che invece Plutone agisce esattamente come Giove che è molte volte più grande ed è tantissimo più vicino di Plutone alla Terra e al Sole1.

 

Allora questo è un primo parametro che dovrà permettere ai fisici di domani di riscrivere le equazioni generali della fisica per spiegarci il funzionamento dell’Astrologia.

 

Poi c’è un altro step rilevantissimo che è quello che ci ha svelato con un esempio banale, durante quell’esperimento che fece davanti a noi, Renato Palmieri al congresso di Vico Equense. Avvicinando i due pezzi della scacchiera, il re e la regina che, avendo un magnete sotto per essere attratti dalla scacchiera, praticamente hanno la stessa polarità e quando lui li avvicinava dimostrò che la repulsione non avveniva secondo l’asse ma secondo un cono o comunque una figura diciamo di tipo circolare e non una retta.

 

E lui disse che è tutto da riscrivere il capitolo sulla polarità del Polo Nord e del Polo Sud, perché probabilmente questa polarità non è fissa, ma cambia e non è la stessa per ogni corpo celeste. E allora vedete che già questo va a falsificare a sua volta la legge di gravitazione di Newton per come la conosciamo noi e quindi apre delle falle enormi nel sistema, ma apre anche dei varchi altrettanto importanti nella comprensione del funzionamento dell’Astrologia.

Lo stesso dicasi per gli studi fatti dall’ingegnere Di Napoli il quale era un bravissimo operatore della “centralina Callegari” e quindi, possedendo tale gioiello di tecnologia e di scienza e di sapere che è la centralina Callegari, riuscì a produrre tutta una serie di esperimenti tra cui quello sulla piramide di Cheope per la quale fu in grado di dimostrare l’uso sapiente che gli antichi egizi facevano delle frequenze.

 

Mi riferisco a quando lui parla di quella frequenza che potremmo dire “di stallo”, più o meno dalle parti del colore arancio nel campo spettrometrico del visibile, utilizzata dagli egiziani per uno scopo ben preciso, quello di imbrigliare l’energia degli insetti, dei micro-organismi biologici, affinché il corpo del faraone non si decomponesse. E anche l’orientamento della piramide di Cheope rispetto alle stelle di allora che dimostrava la conoscenza perfetta che quei popoli avevano anche dell’Astrologia. Anche ciò costituisce un tassello importante nel mosaico di cui ci stiamo occupando.

 

E poi, naturalmente, il discorso fondamentale, a mio avviso, della memoria dell’acqua che è stato portato avanti per molti anni dai due compianti e bravissimi scienziati che sono stati Emilio Del Giudice, fisico napoletano che lavorava al CNR di Milano e produceva ricerche di fisica a Milano, e Nicola Del Giudice che era medico omeopatico e insieme portavano avanti ricerche sulla memoria dell’acqua, una delle realtà più importanti del sapere contemporaneo, a mio parere, ma che non a caso viene molto combattuta dalla scienza cosiddetta ufficiale.

 

Non dimentichiamo, a tal proposito, che Luc Montagnier, Premio Nobel per la Medicina, per i suoi studi sull’AIDS, dedicò quasi tutti i suoi ultimi anni allo studio della memoria dell’acqua.

 

Una persona di poca cultura o, peggio, una persona schierata da un punto di vista della scienza usata politicamente, può dire che la memoria dell’acqua sia una falsità. La memoria dell’acqua, invece, è qualcosa di importantissimo. E allora continuando, e mi rendo conto che un discorso che ha tutte queste parentesi poi è difficile da riunire e da concentrare, ma come ho detto all’inizio io sto cercando di offrire degli spunti, dei collegamenti che ho proposto, sui quali dovranno lavorare per forza le nuove generazioni e soprattutto i fisici.

 

Io non ho la competenza di un fisico e qui occorrerà la competenza di tanti grandi fisici, come Giovanbattista Callegari o come Renato Palmieri o anche come Vincenzo Di Napoli, che non era un fisico, era un tecnico perché era un ingegnere, però ne sapeva moltissimo di fisica e, quindi, diciamo che dai fisici mi aspetto delle verità fondamentali sul presente discorso.

 

Non è un caso se in quel lontano 2005 io volli a quel tavolo, feci di tutto per avere a quel tavolo, riuscii ad avere, a quel tavolo, contemporaneamente, l’ingegnere Giuseppe Callegari, figlio di Giovanbattista Callegari, Emilio Del Giudice, Nicola Del Giudice, Vincenzo di Napoli e Renato Palmieri. Non fu un caso.

 

Io ci misi l’anima per averli tutti quanti quel giorno lì e adesso dovrei andare a rivedere che astri favorevoli avevo quel giorno per essere riuscito ad ottenere detto risultato che fu ancora più interessante per la magnifica conduzione che il mio amico Andrea Rossetti diede al dibattito.

 

Anche qui apro una piccola parentesi: il mio amico Andrea Rossetti purtroppo si è allontanato dall’Astrologia, presumo per il fatto che egli consideri la sua professione di insegnante alle scuole superiori una specie di missione e quindi lo fa con una carica quasi sacrale, direi, che gli impedisce di dedicare altre energie ad altre realtà della vita. Però la nostra porta è sempre aperta e io mi auguro che lui torni nella famiglia dell’Astrologia quanto prima, per contribuire con la sua intelligenza e con la sua cultura a rendere questa disciplina ancora più bella di quello che è.

 

Allora, dicevo, non fu un caso che io scelsi “nel mazzo”, tra 100 nomi possibili, i nomi che vi ho citato. No, io volli assolutamente e fortemente queste persone perché annodando i fili di tali pensatori, nella mia testa avevo già disegnato il fil rouge con cui secondo me si potrebbe procedere poi alla stesura di una teoria che parta da questi princìpi e possa approdare ad una spiegazione esaustiva e scientifica circa il funzionamento dell’Astrologia.

 

E paradossalmente, per arrivare a ciò, sono partito dall’ultimo step, non dal primo. Dall’ultimo, perché come sai, è una vita che io mi interrogo su questa magia del momento del compleanno. Il momento del compleanno è davvero una magia, se noi lo consideriamo sotto il profilo filosofico, ed è il punto di scontro con tanti miei colleghi e colleghe che lo combattono come se fosse la lue. Il momento del compleanno davvero è un momento, non una fase della nostra vita: è un istante, un solo istante, l’istante in cui il Sole o la Luna ritornano sulle proprie posizioni di nascita in gradi, minuti e secondi.

 

Quindi è un attimo. E allora io mi sono chiesto sempre: d’accordo, io ho capito che quest’attimo è considerevole e che se noi lo utilizziamo secondo delle direzioni che ho spiegato in tanti miei libri, tale attimo può essere responsabilmente positivo per lo sviluppo di un mese o di un anno della nostra vita. OK, ma mi sono sempre chiesto come sia possibile tale realtà dato che essa dura il tempo del battito d’ali di un piccolo uccello. Ed ecco che qui l’ “ultimo step” si unisce al “primo step”, cioè alla spiegazione che Emilio Del Giudice diede sul funzionamento dell’Astrologia.

 

Allora torniamo un attimo al farmaco omeopatico. Vorrei ricordare come funziona il farmaco omeopatico, quando Samuel Hahnemann scoprì che i lavoratori delle piantagioni di chinino soffrivano di patologie simili alla febbre tifoidea e a quei tempi per curare la febbre tifoidea si usava il chinino.

 

Lui colse questa associazione e da lì fece scaturire poi il famoso motto della medicina omeopatica similia similibus curantur, il simile cura il simile, che poi è anche il principio del vaccino. Se io inietto il virus morto del vaiolo in un individuo sano questo individuo sano si predispone con le sue difese immunitarie a combattere quel virus. Quando poi il virus del vaiolo entrerà davvero nel suo organismo, da vivo e non da morto, l’organismo sarà in grado di neutralizzarlo. Questa è la medicina omeopatica che adesso viene così volgarmente combattuta per ovvi motivi, ma si tratta di qualcosa che funziona assolutamente.

 

E come viene preparata una medicina omeopatica? Ricordiamolo. Prima, però, vorrei rammentare quell’episodio di un mio conoscente che arrivò un giorno da me bloccato completamente da un “colpo della strega” e lui non poteva neanche parlare o respirare perché ogni volta che la cassa toracica si espandeva nel tentativo di respirare, gli arrivavano delle fitte di dolore terribile, diciamo alla base della colonna vertebrale o delle fasce muscolari intorno ad essa.

 

Gli proposi di prendere dell’arnica omeopatica che avevo in casa e che in questi casi so che funziona benissimo. Lui era un grande scettico ed è un grande scettico sull’argomento, però siccome non poteva neanche replicare perché non era in grado di parlare, sciolse sulla lingua questi pochi globulini bianchi e neanche 10 minuti dopo iniziò a mangiare con noi, a chiacchierare, a ridere, a bere il vino...

 

Quando io gli feci notare questo cambiamento nell’arco di meno di 15 minuti, lui naturalmente lo negò e disse che già entrando da me si sentiva meglio... Però io sto ricordando questa cosa solo per spiegare meglio come viene preparata una medicina del genere. Allora, si parte dalla pianta di arnica che i medici omeopatici hanno visto essere molto efficace nei casi di traumi, sia traumi fisici che psichici. Quindi, se uno cade o prende una storta e si blocca alla schiena, arnica è quasi sempre indicato in quel caso. E come si procede?

 

Come procedono le case farmaceutiche che producono il farmaco omeopatico? Prendono una goccia di sostanza madre, l’arnica, cioè ricavata direttamente dalla foglia di arnica e mettono una goccia di arnica in 100 gocce di acqua distillata. Attenzione a questo passaggio che è importantissimo. Poi agitano fortemente la provetta. Questa è l’informazione elettromagnetica che ci interessa mettere a fuoco, perché senza questa agitazione della provetta, cioè se si lasciasse cadere semplicemente la goccia di arnica in 100 gocce di acqua distillata, non si otterrebbe alcun effetto terapeutico.

 

Invece, come ci spiegano i medici omeopatici, quella “scossa elettrica” che viene data alla provetta, quella agitazione, producendo delle onde elettromagnetiche, fissa il medicamento nella memoria dell’acqua, perché l’acqua ha una memoria ed è dimostrato e dimostrabile, e lo conserva.

 

Per cui poi che cosa succede? Questa è la diluizione “una centesimale”, poi si prende una goccia di questa provetta e la si mette in altre 100 gocce di acqua distillata (è più esatto dire bidistillata, NdA). Si agita di nuovo, quindi si imprime un’altra, diciamo così “scossa elettrica” e poi si prende una goccia della seconda provetta e la si mette in 100 gocce di acqua distillata della terza provetta.

 

Si va avanti, così, per 30 volte: otteniamo la diluizione 30 CH, cioè la diluizione centesimale di 30 volte la dose di arnica, appunto 30 CH, ma noi sappiamo che si può arrivare anche a centomila diluizioni ed oltre. Naturalmente gli scientisti contestano il fatto perché, credo di ricordare, dopo la 7ª od 8ª diluizione, secondo la legge di Avogadro la sostanza madre come molecola non esiste più.

 

Allora uno dovrebbe chiedere e allora com’è che anche alla 30 CH, per non parlare della 200 CH o della 1000 CH, che sono ancora più potenti della 30 CH, si riesce ad ottenere un miglioramento fisico così miracoloso come quello che ho descritto poche parole fa? Lo si ottiene per la “memoria dell’acqua.”

 

Ecco, dunque, la mia possibile spiegazione per le RSM: avviene che nell’istante in cui il Sole ritorna su se stesso, noi immagazziniamo l’energia di quel luogo e di quell’istante e tale energia poi la rilasciamo o la spendiamo nel corso di un anno intero, cioè di un ciclo annuale fino al return successivo, perché avviene praticamente la stessa cosa che avviene alla nascita e che hanno spiegato sempre Emilio Del Giudice e Nicola Del Giudice e cioè che il bambino, quando nasce, non ha ancora le stelle “sue” perché è ancora legato al cordone ombelicale e prende nutrimento dalla madre.

 

Diciamo che le stelle sono ancora “quelle della madre”, non sono le sue, ma nell’attimo in cui il bambino respira autonomamente per la prima volta, ecco che le “stelle” che sono sopra di lui in quell’istante, producono un “imprinting” all’acqua dentro di lui che in questo modo viene memorizzata su dette “stelle” e tale imprinting, il Cielo Natale, non abbandonerà più, per tutta la vita del soggetto, quell’informazione che ha ricevuto nell’istante della nascita.

 

Allo stesso modo io, cercando la spiegazione, poi sono ritornato anche alla nascita, ma partendo dall’ultimo step, la rivoluzione solare che ormai, si è capito, è la missione della mia vita: io, unendo insieme questi diversi Saperi, credo di essere riuscito a spiegare com’è che avviene che in un solo istante, quando c’è il refresh, quando la sinusoide ritorna al punto alfa, quindi al punto zero della curva, allora in quel momento il refresh che noi riceviamo, prende le caratteristiche di quel luogo e di quell’istante come al momento di una nascita.

 

Però il momento della nascita influenzerà tutta la nostra vita e questa, invece, è una modulazione che dura un anno in rapporto al bioritmo annuale della Terra che gira intorno al Sole.

 

È ovvio che gli scientisti e la scienza ufficiale farebbero polpette di ciò, se io mi presentassi inginocchiato per chiedere il loro viatico, come erroneamente ha pensato qualche mio antagonista nel corso di duelli che ho tenuto, che mi hanno invitato a tenere nel corso della mia vita; io spiegavo loro che io non ci tenevo, che non ero interessato ad avere l’approvazione della scienza ufficiale, la coccarda da parte di questi signori sceriffi.

 

Io questo lo sto scrivendo a beneficio dei miei colleghi astrologi, delle generazioni future che partendo da dette considerazioni potranno, se riusciranno, a individuare un convivio di sette, otto, dieci cervelli di quella portata che vi ho citato, potranno proseguire su questa strada e mettere su una teoria generale e precisa sul funzionamento dell’Astrologia.

  

Nota

 

     1)   Ecco i numeri precisi che mi ha indicato Chat-GPT, l’Intelligenza Artificiale con cui dialogo spesso:

 

Giove è molto più grande di Plutone. Il diametro di Giove è di circa 143.000 chilometri, mentre il diametro di Plutone è di circa 2.376 chilometri. Quindi, in termini di diametro, Giove è circa 60 volte più grande di Plutone. Tuttavia, se parliamo di volume, la differenza è ancora più grande. Il volume di un pianeta è proporzionale al cubo del suo raggio (che è la metà del diametro). Quindi, se Giove ha un diametro circa 60 volte più grande di quello di Plutone, il suo volume sarà 60^3, o circa 216.000 volte, più grande di quello di Plutone. In altre parole, potresti inserire circa 216.000 Plutoni all’interno di Giove. E, per la distanza: la distanza dalla Terra a Giove e da Terra a Plutone varia a seconda della loro posizione nelle loro rispettive orbite attorno al Sole. La distanza media Terra-Giove è di circa 628,7 milioni di chilometri. D’altra parte, la distanza media Terra-Plutone è di circa 5,9 miliardi di chilometri.

Se dividiamo la distanza media Terra-Plutone per la distanza media Terra-Giove, otteniamo un fattore di circa 9,4. Quindi, in media, Plutone è circa 9-10 volte più lontano dalla Terra rispetto a Giove. Tuttavia, questa è solo una stima approssimativa, poiché le distanze effettive possono variare notevolmente a seconda delle specifiche posizioni dei pianeti nelle loro orbite.





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Per Tutti. Non è una notizia importante, ma vi invito a leggerla perché potrà spiegare, a qualcuno, il perché di un certo rumore di fondo che disturba, da qualche anno, l’Astrologia:

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Ciro Discepolo

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