COME FUNZIONA L’ASTROLOGIA
Come funziona
l’Astrologia?
Una possibile
spiegazione di Ciro Discepolo dal suo libro “L’uomo e le Stelle – Intervista
all’Astrologia”, edizioni Ricerca ’90, Milano, 2023, 824 pagine.
Partendo dalla
domanda di Paola Cannatello che mi intervistava:
- Credo che
abbiamo varcato la soglia delle trecento pagine di libro scritto e siamo ancora
alla prima parte del volume, ovvero a quella sezione che potremmo chiamare
“Astrologia & Scienza.” Tu mi avevi preannunciato che ti saresti soffermato
a lungo su questa parte, e io sono assolutamente d’accordo con te, perché anche io ritengo che si tratti di una
base fondamentale dell’ “Intervista all’Astrologia.”
Allora,
continuando volentieri lungo tale traccia, vorrei riferirmi a qualcosa che hai
detto molte pagine fa, a proposito della legge di gravitazione di Newton.
In quel paragrafo
hai affermato, grosso modo: non spetta a noi astrologi spiegare come e perché
funzioni l’Astrologia, dovrebbero essere piuttosto loro, i fisici e gli
astrofisici, a spiegarlo a noi…
D’accordo, ma io
so che tu un’idea sull’argomento te la sei fatta. Ce la vuoi illustrare?
Volentieri e
allora ti riporto il mio pensiero su quella che potremmo chiamare la Teoria
Callegari-Palmieri-Emilio Del Giudice-Nicola Del Giudice/Ciro Discepolo sul
funzionamento dell’Astrologia, ma anche delle Rivoluzioni Solari e delle
Rivoluzioni Lunari (Mirate e non).
Funzionamento
dell’ASTROLOGIA
Si tratta, in
tutta evidenza, di una domanda e non di una risposta. A tal proposito vorrei segnalare
ai Lettori che un aggiornamento generale sul mio pensiero, sulla mia scuola e
sui miei libri, è raccolto nelle 80 video-lezioni in altissima risoluzione (per
lo più 4K) che fanno da base ai miei corsi annuali di Astrologia Attiva, corsi
ai quali non possono iscriversi tutti, ma di cui gli interessati possono
chiedere notizie direttamente a me scrivendo una email a
ciro.discepolo@gmail.com
Fare una sintesi
di ciò sarebbe davvero faticosissimo, ma soprattutto inutile giacché esistono i
video in formato full size.
Visionandoli
tutti si può avere un’idea abbastanza precisa di cosa io creda oggi, dopo avere
festeggiato il mio giubileo professionale (1970-2020) di amore senza limiti per
l’Astrologia, in relazione alla sua genesi, ai suoi meccanismi di
funzionamento, ai metodi di verifica degli stessi e ad altro ancora.
Ma desidero fare
uno sforzo davvero egregio e vi lancio due argomenti su cui riflettere proprio
in rapporto al possibile funzionamento dell’Astrologia.
Il primo spunto
importantissimo me lo diede il professore Giovanbattista Callegari, proprio
all’alba dei miei studi di Astrologia. Uomo straordinario che io ebbi il
piacere di frequentare per un paio di anni, anche più volte alla settimana,
Callegari, padre della Radionica e della Radiobiologia Callegari, mi parlava
soprattutto di Fisica e di Scienza e io lo ascoltavo per ore, incantato.
Una delle cose
che mi colpirono di più fu questa frase:
“Nello spazio
interplanetario, che noi consideriamo vuoto, anche se proprio vuoto non è, l’impedenza
è zero e quindi la distanza non ha valore.”
Una verità
colossale, gigantesca!
In poche parole —
e riferite alla nostra amatissima materia — essa si traduce nel modo che segue:
“Se, all’interno
del nostro sistema solare, l’impedenza all’attraversamento delle onde
elettromagnetiche è pari a zero, ciò significa che la distanza non ha più
valore e ciò spiega perché Plutone, nonostante sia abissalmente più distante di
Marte, per esempio, rispetto alla Terra, funzioni esattamente come lo stesso
nei nostri confronti!”
Il secondo punto
di enorme rilievo ai fini della spiegazione sul possibile funzionamento
dell’Astrologia, ce lo diedero i fratelli Emilio e Nicola Del Giudice, in vari
libri e soprattutto nel corso di un magnifico convegno che promossi a Vico
Equense nel giugno del 2005 (il 3, 4 e 5 giugno) e a cui parteciparono grandi
uomini liberi, di scienza e di cultura generale.
Nella tavola
rotonda cui demmo vita in quella occasione, tavola rotonda diretta
brillantemente dal collega e amico Andrea Rossetti, il fisico del CNR Emilio
Del Giudice, che studiava da molti anni, con suo fratello Nicola, medico
omeopatico, la memoria dell’acqua, ci spiegò pressappoco:
“Al momento della
nascita un bambino è ‘governato dalle stelle della madre.’ Poi, quando la sua
respirazione diventa autonoma, il “campo magnetico stellare” lì presente, si
imprime nelle sue molecole di acqua, che formano oltre il 65% della sua
persona, e per il principio della memoria dell’acqua queste informazioni
resteranno per sempre dentro di lui, rappresentando il suo DNA astrale.”
Egli ci spiegò
anche che tutto ciò è simile alla nascita di un farmaco omeopatico: quando
diluiamo una goccia di sostanza madre in cento gocce di acqua distillata, noi
imprimiamo anche un’energia alla provetta (leggi: onde elettromagnetiche) e in
quel modo fissiamo l’azione terapeutica contenuta nella goccia di sostanza
madre. Per il principio della memoria dell’acqua il medicamento omeopatico
conserverà per sempre le caratteristiche della sostanza da cui siamo partiti
per giungere anche alla centomillesima diluizione centesimale e il tutto non
verrà annullato dal famoso numero di Avogadro.
FUNZIONAMENTO
DELLE RIVOLUZIONI SOLARI E LUNARI
Una domanda che
mi sono posto numerose volte e che, altrettante volte, mi è stata rivolta da
lettori o persone presenti a miei seminari e conferenze, è la seguente: secondo
quale principio fisico o universale è possibile inquadrare il funzionamento
delle Rivoluzioni solari e lunari e accettare, già in via teorica, che esse
possano effettivamente agire?
Tralasciando ciò
che ho ripetuto tante volte, e cioè che all’astrologo che abbia sperimentato
migliaia di volte e con successo il funzionamento delle RSM e delle RLM poco
dovrebbe importare da dove venga la giustificazione teorica di ciò, tuttavia
nel corso degli anni ho elaborato una mia teoria che poi sembra avere ricevuto
la validazione da parte di molte correnti di pensiero, sia strettamente
scientifiche che non scientifiche.
Noi sappiamo, per
esempio, che il grande Carl Gustav Jung discusse a lungo sulla questione se
l’Astrologia fosse da inquadrare secondo il principio di causa e di effetto o
secondo quello di sincronicità.
Lavorò a ciò
anche insieme al premio Nobel per la fisica Wolfgang Ernst Pauli e tutti i suoi
dubbi sull’argomento divennero pervasivi all’interno della sua opera, a
cominciare dallo studio sulla sincronicità1 e proseguendo con tutte le
successive pubblicazioni in cui toccò tale argomento. Fin poco prima della sua
morte, come scrive la stessa Emma Baumann Jung 2, egli restò con dei dubbi su
“questa strana cosa che è l’Astrologia”, ma mai sulla sua validità, bensì sulla
questione se essa fosse da inquadrare come fenomeno “causalistico” oppure come
fenomeno “sincronico.” Purtroppo il grande psicologo e pensatore zurighese ci
lasciò con tale dubbio.
Personalmente, da
un po’ di anni a questa parte, mi vado sempre più convincendo che, per quanto
riguarda la nostra amata disciplina, occorra propendere per la spiegazione
causalistica.
Fra breve vi
esporrò tutto il mio pensiero, soprattutto relativamente alle Rivoluzioni
solari e lunari, ma prima vi farò un dono a mio avviso importante: si tratta di
una serie di scritti apparsi tra il 2005 e il 2007 sul mio trimestrale Ricerca
’90, articoli che secondo il mio parere sono di un’importanza eccezionale,
soprattutto se “colti” assieme negli aspetti coerenti che li attraversano in
quello che oggi si direbbe uno schieramento trasversale che li accomuna.
Le date comprese
tra il 3 e il 5 giugno 2005 credo che resteranno storiche per l’Astrologia:
durante questi tre giorni, nel corso del XII Convegno Annuale di Astrologia,
promosso da Ricerca ’90 e svoltosi a Vico Equense (NA), alcuni scienziati
“alternativi al Palazzo” ci fecero ascoltare relazioni di un interesse
straordinario.
Questi
eccezionali studiosi, che desidero ringraziare nuovamente per il loro
preziosissimo contributo (un pensiero particolare va al maestro e amico ing.
Vincenzo Di Napoli che non è più tra noi), si sedettero allo stesso tavolo,
senza conoscersi prima, e ci illustrarono alcuni aspetti di una possibile
visione del mondo e delle sue leggi, una Weltanschauung che, se letta secondo
un criterio che vi proporrò più avanti e che prende una parte di ciò che ognuno
di loro ci ha insegnato, potrebbe davvero essere la base per una teoria
generale sul possibile funzionamento dell’Astrologia, mai ipotizzata finora e,
secondo il mio parere, assai interessante e convincente.
Qui di seguito,
allora, vi lascio leggere le loro relazioni e ciò che scrissero anche in
seguito su Ricerca ’90, e poi le commenterò per voi.
È la scienza che
dovrebbe validare sé stessa, di Renato Palmieri 3
Come sempre
avviene nei convegni di discipline “eretiche”, ponendosi il problema del loro
rapporto con la scienza “ufficiale”, esse si dispongono a chiedere la propria
convalida sulla base dei princìpi delle dottrine vigenti, laddove occorrerebbe
ribaltare la questione e domandare invece alla scienza accademica di offrire le
“sue” credenziali sulla base dei princìpi eretici. Il paradosso è solo
apparente, perché proprio le anomalie presentate dalle cosiddette “eresie
scientifiche” sono il tallone di Achille del paradigma normale, che non riesce
in alcun modo a spiegarle e perciò si limita a negarle.
Un esempio
emblematico è dato dalla “fusione fredda”, che nel 1989 scatenò un
moltiplicarsi mondiale di esperimenti concordemente a conferma, poi soffocati
via via dalla resistenza di carattere teorico, ma soprattutto “economico” e di
potere dell’establishment.
Due argomenti si
possono mettere sul tavolo nella sede nella quale siamo ora convenuti.
L’Astrologia ricerca le sue motivazioni effettuali in due ordini di influenze,
come quelle di natura gravitazionale o elettromagnetica. Si veda allora che
cosa effettivamente la scienza attuale “sa” dell’essenza della
gravitazione e dell’elettromagnetismo.
Ebbene si
dimostra facilmente che essa non ne sa assolutamente “nulla.”
1) In questo
convegno lo zodiaco è pane quotidiano. Lo zodiaco presuppone l’eclittica. Il
piano dell’eclittica è quello dell’intero sistema solare, con un asse
incentrato nel Sole e un vasto piano equatoriale, sul quale ruotano i pianeti:
i grandi pianeti col loro intero corteo di satelliti, Saturno coi suoi anelli,
ecc.. Questa struttura nel suo insieme ha una forma discoidale, analoga a
quella degli immensi dischi galattici, con una rotazione generale
prospetticamente antioraria o oraria rispetto ai due poli Nord e Sud dell’asse
centrale. Tale caratteristica di immediata evidenza ha un nome chiarissimo:
dipolarità, ed è presente senza equivoci in ogni corpo celeste di sufficiente
grandezza. Eppure essa è incredibilmente ignorata quanto alla gravitazione in
tutti i libri di fisica teorica, di cosmologia e di storia della scienza, a
partire dai teoremi di Keplero e Newton, attraverso l’esperimento di Cavendish
per la misura della costante di gravitazione, fino ad Einstein, e viene
addirittura negata là dove si parla di “simmetria sferica” e di “campo
unipolare” della gravitazione (vedi Phillips, La Geofisica, Biblioteca EST
Mondatori, pag. 168). Ciò comporta che tutti i discorsi e i calcoli che si sono
fatti o si fanno sulla gravitazione sono approssimativi: tanto è vero che la
cosiddetta “costante” G di gravitazione è calcolata con sole tre cifre
significative (6,67), a confronto delle otto o nove cifre di altre costanti
cosmologiche.
2) Ho con me due
pezzi – Re e Regina – di scacchi magnetici. Essi hanno polo eguale, poiché
quello opposto è sulla scacchiera. Accostiamo i due pezzi dalla parte della
base.
Appare subito
evidente che la cosiddetta “repulsione” tra loro non si manifesta lungo un
asse, come la si immagina in qualsiasi libro di fisica, ma con uno
“slittamento” rotatorio, del quale nessuna teoria potrebbe darci una ragione.
Ebbene un tale fenomeno è del tutto identico al comportamento di una cometa ad ellisse molto allungata, la
quale giunta al perielio “slitta” anch’essa ruotando intorno al Sole e quindi
ritorna verso lo spazio esterno, con un movimento complessivo che nessuno si
sognerebbe di definire “repulsivo” rispetto al Sole.
Ne segue che il
quadro generale delle “conoscenze” accreditate della scienza corrente a fronte
delle cognizioni dette “eretiche” è simile al quadro di Brueghel intitolato “La
parabola dei ciechi.” Il capocordata, già caduto nella fossa, è la scienza
accademica (nonostante il “falsificazionismo” di Popper, giustamente bollato
nell’intervento precedente del Prof. Emilio Del Giudice): i ciechi che lo
seguono, se non decidono di staccarsi al più presto dalla cordata, saranno le
discipline eretiche che ne cercano il sostegno.
Per concludere
con una proposta generale, inviterei a costituire il C.I.C.A.N. come
contraltare al famigerato C.I.C.A.P.: ovvero, il Comitato Italiano per il
Controllo delle Attività della scienza Normale, al cui giudizio sarebbe
opportuno sottoporre molti degli articoli più eclatanti della rivista
accademica LE SCIENZE.
Vico Equense, 4
giugno 2005
De Fibonacci,
piramidi e dintorni, di Vincenzo Di Napoli 4
Questa nota vuole
essere una continuazione di quanto, tempo addietro, ebbi a dire sulle
implicazioni che il fatale numero del Fibonacci comportava nel campo
dell’architettura. Il dimensionamento degli elementi costruttivi, secondo le
classiche dimensioni auree, sia in pianta che in elevazione, comportano
importanti implicazioni nel campo delle microonde hertziane: un elemento
costruttivo con la sua conformazione plano-altimetrica costruisce un volume che
rispetto ad esse si comporta come una scatola risonante su frequenze ricadenti
spesso in quelle corrispondenti ai diversi colori dello spettro di Helmotz.
L’induzione di
tali frequenze è di natura cosmogeofisica ed il loro valore dipende non solo
dalle dimensioni, ma anche dalla forma e dall’orientamento dell’elemento
costruttivo nello spazio. A questo punto diciamo subito che tali frequenze nel
caso di dimensionamenti secondo elementi aurei ricadono nella zona del giallo
aranciato. Come abbiano fatto gli antichi architetti a raggiungere tali
risultati resta un mistero.
Per comprenderne
l’importanza va osservato che secondo le teorie mediche cromoterapiche tutti i
colori che dal giallo aranciato vanno verso il rosso sono dei bioacceleratori e
tutti quelli che vanno verso il violetto sono dei bioritardatori1: da ciò ne
discende che in corrispondenza del giallo arancio si ha la stasi. Si apre così
un nuovo capitolo dell’igiene ambientale che considera come corollari anche la
natura dei materiali da costruzione, in particolare delle sabbie che entrano
nella composizione dei calcestruzzi nonché la colorazione delle pareti interne
degli ambienti. Quindi per la progettazione di nuove opere o per il risanamento
di quelle esistenti si pone il problema di una tecnica che permetta di
determinare e misurare i seguenti elementi:
1) Sensibilità
alle radiazioni cosmogeofisiche degli ambienti per la loro conformazione
planoaltimetrica.
2) Natura dei
materiali con cui si intende costruire.
3) Colorazione
delle pareti che racchiudono i locali.
Se il volume
dell’ambiente è inscrivibile in una sfera, l’accumulo di energia può essere
studiato anche su un grafico rappresentativo della sua planimetria ed è questo
che ho personalmente realizzato mediante l’impiego della macchina Callegari
come rivelatore di microonde hertziane (vedi numeri precedenti di questa
rivista). Sulla sua tecnica di impiego sarà detto in un prossimo numero di
questa rivista.
Mi sia permesso,
a questo punto, una digressione sia per il carattere storico che occupa nelle
mie ricerche, sia per conseguenti implicazioni di carattere astrologico.
Rivolsi
originariamente la mia attenzione su questi argomenti quando mi proposi di
indagare su alcuni ancora ignoti aspetti delle piramidi egiziane.
Costruendo un
modellino sullo stesso modulo (rapporto tra il perimetro ed il doppio
dell’altezza) della piramide di Cheope, scoprii che essa aveva il suo volume
risonante su una frequenza intorno al giallo arancio e che variava in più o in
meno a seconda dell’orientamento e del giorno. Ciò implicava importanti considerazioni:
1) I costruttori
ben sapevano che l’entità dell’energia cosmogeofisica induttrice era funzione
delle dimensioni plano- altimetriche…
2) … e che essa
era variabile con l’orientamento nei confronti di determinate costellazioni, e
questo se non altro testimonia la perfetta conoscenza dell’astrologia2.
Volendo rendermi
ragione di tutto ciò ipotizzai che la spiegazione poteva risiedere soltanto
nello scopo per cui erano realizzate queste mastodontiche costruzioni e che era
senza dubbio la perfetta conservazione delle mummie dei faraoni. Orbene, la
conservazione dei cadaveri implicava una lotta contro i nemici della carne che
ne provocano la putrefazione, e che sono acqua e microrganismi (miceti): contro
l’acqua veniva eseguita una biopsia che permetteva di vuotare il cadavere di
tutti gli organi interni sostituiti da ovatta imbevuta di profumi e l’esterno
veniva avvolto in bende di cotone imbevute di sale marino. Contro i
microrganismi agiva l’energia accumulata nella piramide, che essendo come
abbiamo visto ricadente intorno ad un colore vicino al giallo aranciato, li
rendeva inerti e quindi sopiti.
Ciò giustifica ad
esempio le disavventure degli archeologi francesi che per primi violarono le
piramidi ed asportarono alcune mummie poi esposte al Louvre di Parigi.
Essi, infatti,
entrati all’interno delle piramidi furono aggrediti da microrganismi che, una
volta fuori, ripresero la loro virulenza, provocando addirittura la morte di
alcuni membri della spedizione, poi spiegata con la “maledizione del faraone.”
Conseguenza
astrologica è che sarebbe utile ed interessante analizzare i livelli energetici
geocosmici a seconda del giorno e delle ore, operando su foto della volta
celeste con l’impiego della centralina Callegari. Sarebbe un’ulteriore conferma
dei fondamenti fisico-scientifici dell’Astrologia.
Mi propongo lo
svolgimento di una ricerca in tal senso sperando di darne qualche risultato nei
prossimi numeri di questa rivista.
La successione di
Fibonacci è una sequenza di numeri interi naturali definibile assegnando i
valori dei due primi termini, F0 =0 ed F1 =1, e chiedendo che per ogni
successivo sia Fn= Fn-1 + Fn-2.
La sequenza
prende il nome dal matematico pisano del XIII secolo Leonardo Fibonacci e i
termini di questa successione sono chiamati numeri di Fibonacci. L’intento di
Fibonacci era quello di trovare una legge che descrivesse la crescita di una
popolazione di conigli: si assume che ogni coniglio impieghi un mese prima di
diventare fertile e che ogni coppia di conigli fertili produca una coppia di
figli al mese; così se partiamo con una singola coppia dopo un mese avremo due
coppie di cui una sola fertile, nel mese seguente avremo 2+1=3 coppie perchè
solo la coppia fertile ha partorito, e di queste tre ora saranno due le coppie
fertili, quindi nel mese seguente ci saranno 3+2=5 coppie. In questo modo il
numero di coppie di conigli di ogni mese descrive la successione dei numeri
Fibonacci.
I primi 41 numeri
di Fibonacci sono:
0, 1, 1, 2, 3, 5,
8, 13, 21, 34, 55 (=F10), 89, 144, 233, 377, 610, 987, 1597, 2584, 4181, 6765
(=F20), 10946, 17711, 28657, 46368, 75025, 121393, 196418, 317811, 514229,
32040 (=F30), 1346269, 2178309, 3524578, 5702887, 9227465, 14930352, 24157817,
39088169, 63245986, 102334155 (=F40)
Nella OEIS di
Sloane la successione di Fibonacci ha la sigla A000045. I numeri di Fibonacci
godono di una gamma stupefacente di proprietà, si incontrano nei modelli
matematici di svariati fenomeni e sono utilizzabili per molti procedimenti
computazionali; essi inoltre posseggono varie generalizzazioni interessanti. A
questi argomenti viene espressamente dedicato un periodico scientifico, The
Fibonacci Quarterly.
(da Wikipedia)
Note (a cura di Ciro Discepolo)
1) Chi si è
occupato di cromoterapia sa bene, infatti, che se un soggetto ha, mettiamo,
un’infiammazione a un molare, sarebbe come gettare benzina sul fuoco se si
applicasse sulla relativa mascella del sofferente una sciarpa rossa. Al
contrario, una pezza con un colore che andasse nella direzione del violetto
(dall’altra parte dello spettro delle frequenze nelle onde elettromagnetiche),
potrebbe, certamente, alleviare il dolore all’infermo.
2) Qui, a mio
avviso, ci troviamo di fronte ad un altro passaggio topico, di importanza
enorme nel discorso che il professore ingegner Di Napoli e i suoi illustrissimi
colleghi stanno facendo, su queste pagine, da mesi a oggi. Essi, a mio avviso,
stanno schiudendo dei gusci di straordinaria verità del Sapere, Sapere non
contaminato dal cieco odio fondamentalista di alcuni pseudo-scienziati mossi da
pregiudizi – o peggio – al soldo di qualcuno. L’Autore si riferisce
genericamente alle “costellazioni”, ma noi astrologi sappiamo che il discorso è
relativo al passaggio degli astri lungo l’eclittica.
Queste poche
righe sono cariche di straordinaria importanza perché ci permettono di
comprendere aspetti meravigliosi del funzionamento dell’universo, della Terra,
degli astri e delle loro reciproche interazioni.
Chiunque, dico
chiunque, può provare con i propri occhi
che costruendo una piccola piramide con i numeri suggeriti dall’ing. Di Napoli,
osserverà, per esempio, il “prodigio” della mela tagliata in due: una metà la
porrete sotto una piramide di plexiglas trasparente e costruita secondo il
modello di quella di Cheope; un’altra metà della mela la inserirete sotto
un’altra piramide, costruita con misure sbagliate: dopo pochi giorni
osserverete che la prima si è conservata perfettamente e la seconda è marcita
del tutto.
Sono del tutto
convinto, a questo punto, che negli ultimi numeri di Ricerca ’90 siano state
scritte cose di fondamentale importanza per la comprensione anche
dell’Astrologia e del suo modo di funzionare.
Sono state anche
gettate le basi, suggerite da Pino Valente, dall’ing. Giuseppe Callegari e da
altri, di una possibile verifica, a mezzo della Centralina Callegari, delle
frequenze (nella scala Callegari) relative ai vari astri e di un possibile
impiego futuro delle stesse: l’idea che un giorno si possa surrogare un
compleanno mirato in laboratorio, mi sembra molto di più di una trovata da
romanzo di science fiction. Ancora una volta siamo estremamente grati all’ing.
Di Napoli che ci regala simili perle di conoscenza!
Radionica
Callegari e Astrologia, di Giuseppe Callegari 5
Concordo pienamente
con quanti, come l’illustre prof. Palmieri ed altri che mi hanno preceduto,
affermano che l’ASTROLOGIA ha vita propria e non ha bisogno del consenso
ufficiale di alcuno. Emilio Segré, Premio Nobel per la Fisica, scopritore
dell’antiprotone, nel corso di un convegno sulla “Fisica del XX secolo”
dichiarò pubblicamente che “[…] senza il coraggio di uomini capaci di pensare e
ragionare in modo antitradizionalista ed anticonformista, distaccandosi dalle
cosiddette ‘leggi fondamentali’, non avremmo oggi la radio, la televisione, il
telefono, l’aereo, i voli spaziali…
E ciò ogni
qualvolta l’esperienza pratica consigliava di non tener conto, o, addirittura,
di considerare discutibili alcune consolidate ‘certezze’ della Scienza
Ufficiale...”
Scienza che ancora
oggi vuole ignorare, o, quantomeno, finge di ignorare, l’esistenza dell’Altra
Scienza, quella ad essa parallela, quella che ti meraviglia ed emoziona, che ti
fa gioire per la bellezza del Creato, che ti fa sognare e fantasticare, che
innalza lo spirito, quella che dovrebbe essere portata a conoscenza di tutti,
fin già dai banchi di scuola.
Giambattista
Callegari, padre della Radionica, ci ricorda che “[…] I risultati
dell’esperienza, inoppugnabilmente accertati, fanno testo al di sopra delle
proposizioni teoriche… Le teorie, in genere, possono essere considerate con un
certo distacco, lasciando al tempo l’incombenza di affermarle, di perfezionarle
in base ai risultati di nuove esperienze, o di affossarle… Le teorie possono
cambiare, ma i fatti ed i risultati dell’esperienza restano e non possono
essere ignorati…”
Ma, com’è facile
intuire, vi è una precisa volontà, al di sopra dell’uomo della strada, che
tenacemente lavora contro, al fine di tenere ben saldi i fili del profitto,
costi quel che costi.
Ed è sotto gli
occhi di tutti ciò che accade sistematicamente nel mondo, dalle guerre più
assurde all’abbandono più dissoluto di popolazioni che soffrono (a dispetto
dello sfrenato consumismo dei tanti) e che rischiano addirittura di sparire; al
dissennato disboscamento e alla ingente deforestazione, con la conseguente
eliminazione di quel gran dono che Dio ci ha elargito (il verde delle piante e
degli alberi, oltre a costituire un serbatoio pulsante di ossigeno e
clorofilla, costituisce una difesa naturale contro il continuo e costante
bombardamento di neutroni provenienti dal Cosmo).
Mi chiedo: i
Potenti, i Capi di Stato, quelli “che contano”, dove sono? Sono realmente
assenti, preoccupati solo dagli affari, politici e non, attenti a conservare
accanitamente il potere, a qualunque costo…
Mi scuso per
questa parentesi, ma credo che non sia male non perdere di vista certi temi,
specialmente quando si è intenti a trattarne altri così piacevoli ed
affascinanti come quello che oggi l’Astrologia ci propone, in questa stupenda
giornata di Vico Equense. Torniamo, quindi, al nostro tema:”Possibili ipotesi
di funzionamento dell’Astrologia.”
Già seimila anni
fa, un illuminato cinese, Fo-hi, affermava che “l’uomo è la sintesi tra le
Forze Celesti e le Forze della Terra.” Infatti, in particolare, “[…] i corpi
celesti […] costituiscono dei punti di riferimento per il moto della Terra nel
Cosmo; a tale moto corrispondono variazioni energetiche periodiche dello
spazio, che incidono sui fenomeni che interessano sia la materia inorganica sia
quella organica, e, quindi, in particolare l’uomo. Si hanno, cioè, variazioni
dei campi di forze che incidono sull’uomo” (da G.Callegari: “La mia opinione,
fondata sulla K-analisi, intorno al contenuto del volume: Mario Pincherle,
Fonti archeologiche della magia, Edizioni Filelpo, 1977”).
E la Radionica di
Giambattista Callegari ha confermato, a distanza di seimila anni, le verità
trascendenti di Fo-hi. La scoperta dell’Effetto K, o Effetto Radionico, ed il
“Principio Radionico” (1938-1945), congiuntamente ai risultati di una continua
e serrata sperimentazione, ci confermano come, per effetto della “Congiuntura
Cosmogeofisica”, cioè della contemporaneità di fenomeni naturali che
coinvolgono la Terra ed il Cosmo di cui essa è parte, si verifichino processi
particolari di ionizzazione naturale dello spazio che consentono l’attivazione
del fenomeno di “risonanza”.
Cioè, diviene
possibile, nello spazio non impedente, cioè più trasparente, lo scambio di
energia tra le strutture radiooscillatrici-emettitrici (nel nostro caso i
pianeti, le stelle, le costellazioni) e l’uomo.
Tale fenomeno
interessa, comunque, tutti gli esseri viventi, quindi, oltre l’uomo, anche gli
animali e le piante, nonché la materia inorganica.
Da ciò consegue
il manifestarsi, in quel cielo ed in quel tempo, di fenomeni e di accadimenti
che interferiscono ed interagiscono con la “giornata terrena” dell’uomo, sia
sul piano materiale sia su quelli psichico ed emozionale.
Dai risultati
della sperimentazione del Callegari, l’uomo non è altro che un particolare
“Circuito Oscillante Naturale”, alla Callegari, dotato di antenna per la
captazione delle onde provenienti dallo spazio in cui è immerso. In tale
circuito naturale la bobina è costituita dai filamenti nervosi che si dipartono
dall’asse spinale, mentre il condensatore è costituito dalle masse diffuse in
tutto il corpo.
Il valore medio
della frequenza radionica dell’uomo, in base alla Scala Originale Callegari, è
fk = 5,751 (non sono hertz, ma, volendo, se ne potrebbe calcolare il valore),
che è la risultante di due frequenze: fk = 3,753 (onda biofisica) ed fk = 9,001
(onda fotopsiconica).
E tanto vi
sarebbe da dire sulle radiazioni provenienti dai corpi celesti: alla lunghezza
dell’onda ed alla frequenza corrispondono colori e note musicali (d’altronde la
configurazione cosmica e l’equilibrio del nostro sistema solare sono retti da
un ordine musicale). Ad esempio, la nostra Terra “colora in blu” e “suona in
sol.”
Giambattista
Callegari ha determinato i valori radionici dell’energia del Sole, delle
stelle, delle Galassie e delle Comete (fk = 8,001); dello spazio interstellare,
interplanetario ed endoatomico (fk = 9,000); dei pianeti, dei satelliti, dei
pianetini, delle meteore e delle macchie solari (fk = 0,001). Sole e Luna
influenzano l’uomo rendendolo partecipe della natura maschile del primo e di
quella femminile della seconda.
Pensare che un
globulo rosso compie un giro completo del nostro corpo mentre il cuore batte 28
volte e si completano 7 respiri, con lo stesso rapporto tra il numero di
battiti del cuore e di respiri in un minuto, ovvero tra il ciclo solare e
quello lunare. Il che significa che i ritmi nell’uomo seguono le stesse leggi
dei ritmi della nostra Galassia, cioè vi è una perfetta analogia tra microcosmo
e macrocosmo.
Come se non
bastasse, il tutto si complica (e si esalta, meravigliando noi) per la presenza
quasi “assillante” di certi numeri, sia nella Natura e nell’Universo sia nelle
opere, artistiche e non, realizzate dall’uomo, quali: il numero aureo o divino
o numero di Fibonacci ö = 1,618…(lo troviamo nella disposizione delle foglie
nelle piante, nelle spirali logaritmiche dei girasoli, delle conchiglie, dei
vortici, nelle spirali galattiche, nei quadri di Leonardo da Vinci, di Piero
della Francesca, di Albrecht Dürer, e, solo per inciso, stranamente nel valore
radionico dell’acqua trovato dal Callegari, fk = 1,600); il ð = 3,14…(è
presente nella struttura della Piramide di Cheope, detta anche Grande Piramide;
il Callegari ha trovato il numero radionico fk = 3,333 - che è anche prossimo
al doppio di 1,618… - quale valore in corrispondenza del quale le immagini
risultano potenziate, cioè appaiono in rilievo naturale, tant’è che, se si fa
passare un raggio di luce attraverso un circuito radionico Callegari, che forma
un canale radionico, si verificano delle variazioni nelle righe nere di
Fraunhofer). Il tempo non ci consente di approfondire qui tali discorsi.
Con la CRC
Centrale Radiobiologica Callegari che vedete su questo tavolo (è il prototipo
del nuovo modello denominato CRC 75/05 Super Original New, prodotto
esclusivamente dal Laboratorio di Radionica e Radiobiologia Callegari da me
diretto e coordinato, e che oggi presento ufficialmente), è possibile “captare”
la materia in genere, e, quindi, in particolare, l’uomo.
Cioè, è possibile
(anche a mezzo foto) entrare in risonanza radionica con l’oggetto o soggetto e
studiarne lo stato energetico di quel momento (eccedenze, deficit, equilibrio).
Individuati gli squilibri, e trovate le cause di tali sfasamenti, è poi
possibile anche attivare le procedure per rifasare, cioè riequilibrare, per
cercare di ristabilire l’isoenergismo nell’individuo in esame.
È proprio dal
tavolo di questo XII Convegno di Vico sull’Astrologia che annuncio la nascita
dell’Astrologia Radionica per la quale è in corso di realizzazione un nuovo
strumento della Radionica Callegari: la prima Centrale per l’Astrologia
Radionica, denominata “PC/05 ASTRAL RADIONIC CALLEGARI”, dispositivo unico ed
elettivo per le applicazioni astrologiche.
Esso consente la
verifica radionica, a mezzo della tecnica ologrammale, delle determinazioni
proprie della tecnica astrologica. Il che consente di accertare lo stato di
risonanza attuale o meno tra il soggetto ed il risultato del calcolo
astrologico riportato in forma grafica. In caso negativo, cioè in assenza di
risonanza, sarà necessario individuare i dati di base non reali (ad esempio le
coordinate complete della nascita del soggetto: giorno, mese, anno, ora, luogo,
condizioni ambientali, eventi locali e/o generali di notevole importanza, ecc.)
ed apportare, quindi, i correttivi necessari per rimodulare la determinazione
astrologica. In caso positivo, cioè di risonanza, si potrà determinare la frequenza
radionica complementare fkc o fkr per intervenire positivamente, con
l’applicazione del Metodo K (metodo radionico Callegari) sullo stato energetico
del soggetto in modo naturale, con energie sottili, non distruttive né
invasive, prive di effetti collaterali, mai dannose.
Ovvero, sarà
possibile verificare se il “rimedio astrologico” consigliato dal protocollo
operativo sia effettivamente necessario ed applicabile oppure non compatibile
con il soggetto stesso: per tale verifica bisognerà calcolare, con la suddetta
PC/05 Callegari, il valore della frequenza radionica fk del previsto rimedio
astrologico e controllare, con lo stesso strumento, se tale frequenza è o meno
complementare per il soggetto.
Ad esempio, se il
rimedio astrologico è quello di uno spostamento geografico-ambientale (cambio
di coordinate sia spaziali-terrestri sia energetico-magnetiche), si determina
la frequenza radionica del sito consigliato (con riferimento ad un intervallo
di tempo prossimo a quello previsto) e si controlla se tale frequenza è
complementare, cioè se è quella necessaria per il riequilibramento complessivo
del soggetto.
Se ciò non
accade, bisogna riesaminare il caso proposto e trovare un diverso rimedio
astrologico, che potrebbe essere surrogato dalla diretta ed unica applicazione
della frequenza radionica complementare fkc (di cui si è detto in precedenza)
mediante la suddetta CRC 75/05.
Nel chiudere
questo mio intervento (non voglio sottrarre altro tempo al prosieguo dei lavori
di questo Tavolo), mi sia consentito rivolgere un forte plauso ed il più
sentito ringraziamento a Ciro Discepolo, che, con l’eleganza e la passione di
sempre, ha saputo “coraggiosamente” raccontare a voi tutti, con affettuosa
dovizia di particolari, alcune esperienze radioniche da lui direttamente
vissute a contatto con mio padre, Giambattista Callegari.
Gliene sono
profondamente grato.
Astrologia,
pregiudizi e una “chicca” su Marconi, di Emilio Del Giudice 6
Fatemi partire da
Shakespeare, quando fa dire nell’Amleto “vi sono più cose in cielo e in terra
di quelle sognate dalla tua filosofia”; la filosofia non c’entra molto, ma
datemi cinque minuti cinque e vi ricorderò, in modo tendenzioso, come avvenne
l’invenzione della radio alla fine dell’800.
Intorno al 1870
un teorico inglese che si chiamava Maxwell dimostrò che in funzione delle
equazioni dell’elettromagnetismo esisteva la possibilità che l’energia del
campo si propagasse nello spazio attraverso le onde elettromagnetiche, che non
coincidono col campo elettrico e campo magnetico, ma ne sono, per così dire, la
componente viaggiante.
Cioè, il campo
complessivo ha questa componente viaggiante e poi ha la componente che in
inglese è definita near field e in italiano si chiama ‘campo vicinale’, che si
propaga molto meno ed è il campo vicino alla sorgente.
Come viene
l’idea: finché tutto è statico non si propaga niente, ma supponete che qualcuno
che sta vicino alla sorgente del campo modifichi la sorgente.
Siccome questo
campo agisce a distanza, e su cariche elettriche, mi sorge spontanea la
domanda: dopo quanto tempo dalla modifica della sorgente la carica che riceve
l’azione si accorge che qualcosa si è modificato? Se ne accorge istantaneamente
o dopo un po’ di tempo?
Facciamo una
semplificazione, immaginate di avere una piscina piena d’acqua, supponete che
sull’acqua galleggi una palla, voi state un po’ lontani dalla palla e la volete
muovere. Allora cominciate con un remo a dare colpi sull’acqua, provocate onde
le quali viaggiano e spostano la palla.
Se mirate bene i
colpi la potete muovere. Questo è un esempio in cui voi modificate un mezzo
infinito e l’effetto a distanza si percepisce dopo un po’. E qual è il tramite?
È un’onda che si propaga.
Ebbene, l’onda
elettromagnetica segue un po’ quest’idea, cioè voi avete praticamente un campo
che io genero qui dove c’è una carica e agisce lì. Allora io prendo questa
carica e, anziché tenerla ferma, la muovo e allora, come conseguenza anche la
forza che agisce fluttua: ma la fluttuazione appare simultaneamente o dopo un
po’ di tempo?
Ecco, la risposta
data attraverso la teoria da Maxwell è che accade dopo un po’ di tempo e che la
velocità con cui si propaga quest’onda in termini dei parametri della teoria
viene uguale alla velocità della luce. Per cui viene il sospetto che la luce
sia una particolare forma del campo elettromagnetico.
Questa sembrava
tutta una costruzione teorica dopo una trentina d’anni. Il tedesco Hertz che
era aiutato nelle sue ricerche da un italiano che si chiamava Augusto Righi, a
cui sono intitolate piazze, strade, licei ecc., e quindi la possiamo definire
una persona “validata”, diciamo così, Hertz verifica sperimentalmente le teorie
di Maxwell. Quindi, usando le onde elettromagnetiche è possibile mandare
messaggi a distanza. Come mai passano un certo numero di anni prima che vengano
in campo le applicazioni pratiche delle onde elettromagnetiche?
Perché una delle
conseguenze della teoria confermata dall’esperimento è che le onde
elettromagnetiche si propagavano in linea retta, con fluttuazioni laterali, i
cosiddetti effetti rifrattivi, che però erano dell’ordine di grandezza della
lunghezza d’onda.
Quindi, se uno
usava, date le antenne all’epoca disponibili, onde elettromagnetiche che
avevano lunghezza d’onda di alcune centinaia di metri fino ad un chilometro,
gli effetti rifrattivi permettevano che queste onde scavalcassero una collina,
ma certamente non la curvatura della terra. Pertanto l’idea di trasmettere
un’onda elettromagnetica dall’Europa all’America o viceversa era considerata
una stupidaggine.
Questa
stupidaggine venne tentata, per fortuna, da Guglielmo Marconi, il quale era un
figlio di famiglia molto ricca, il padre era un ricco proprietario terriero di
Bologna, la madre, che era inglese, era ancora più ricca. Quindi era di
famiglia ricchissima e lui che era figlio di papà aveva tutta l’arroganza dei
figli delle famiglie superiori. Decise di voler fare questo tentativo. Lui che
era certamente intelligente, ma anche ignorante (non studiava perché era ricco),
confondendo il campo elettromagnetico con il campo elettrico, pensò: qua sui
libri c’è scritto che il campo elettrico vicino ad un conduttore si dispone
parallelamente alla superficie del conduttore. Quindi, la terra è un conduttore
e il campo elettrico si disporrà parallelamente alla terra, e allora, per la
curvatura terrestre non c’è problema; lui giustamente, anzi ingiustamente
perché ignorante della cosa, non sapeva che il campo elettrico che è parallelo
è il campo vicinale, non è il campo elettromagnetico che è un’altra cosa.
Va bene, dunque
bussò alla porta di Augusto Righi che nel frattempo aveva la cattedra a Milano
(certamente, se Hertz era il padre delle onde elettromagnetiche, lui era lo
zio), Marconi bussò alla sua porta e disse: “Professore ho pensato ad un modo
per trasmettere un segnale radio dall’Europa all’America.” E Righi, che aveva
l’arroganza dello scienziato arrivato gli rispose: “Ah, sì? E come
funzionerebbe questa cosa?” E Marconi gli spiegò ciò che vi ho illustrato poco
fa.
Allora Righi, con
aria gelida gli disse: “Esca subito da qui, non mi faccia perdere tempo, studi
prima e poi torni qui, e lo cacciò.”
Marconi, che per
sua fortuna non doveva chiedere i fondi al CNR, che non glieli avrebbe
certamente dati, li chiese, invece, alla madre, la quale di fronte ad un
eventuale parere negativo di Righi gli avrebbe cavato gli occhi (a Righi).
Dunque sua madre
finanziò l’impresa e lui partì per l’Inghilterra, mise un’antenna in
Cornovaglia e poi, visto che i soldi della madre erano tanti ma non infiniti, a
Terranova (Saint John’s, New Foundland, NdR), in Canada, affittò un terreno,
non lo comprò, e ci mise un’altra antenna. Nel frattempo i giornali
cominciavano a pubblicare la notizia che un giovane italiano stava preparando
un telegrafo senza fili dall’Europa all’America.
Allora i
giornalisti cominciarono a intervistare sull’argomento i vari scienziati, e Le
Monde, il più grande giornale francese dell’epoca, pubblicò in prima pagina
un’intervista con il maggior fisico teorico francese, Henry Poincaré,
grandissimo scienziato, insomma, tutte le persone che sto nominando non erano
degli stupidi, degli ignoranti, non
erano dei Piero Angela, ognuno aveva scoperto delle cose.
Allora, scrive
Henry Poincaré, con tutto il sussiego francese, ma a questo italiano nessuno
gli ha spiegato che la Terra è tonda? O forse lui pensa che la Terra è piatta
come si suppone erroneamente che pensassero gli antichi? Ma non gliel’hanno
spiegato (ciò somiglia, in un certo senso, alla storia del calabrone che non
può volare e che non lo sa e vola lo stesso. Cfr. I fondamenti dell’astrologia
Medica di Ciro Discepolo, Armenia, NdR)?
Marconi si
disinteressa della cosa, arriva il gran giorno, lui manda il segnale, e il
segnale arriva! Che figura!
Allora, se
dovessimo prendere sul serio quell’altro pallone gonfiato di Popper dovremmo
dire: “Ma allora, la teoria sull’elettromagnetismo è stata falsificata? Perché
la teoria dice che le onde elettromagnetiche si propagano approssimativamente
in linea retta, d’altra parte la terra è tonda, mettendo insieme le due cose,
considerando un’onda elettromagnetica che parte dall’America, essa non può
arrivare in Europa.
Se ci arriva
allora vuol dire, a norma di Popper, che una delle due affermazioni è stata
falsificata.
Quindi vuol dire,
che non è vero che le onde elettromagnetiche viaggiano in linea retta oppure
che non è vero che la Terra è rotonda.”
Ma, siccome è
assolutamente vero che le onde elettromagnetiche si propagano in linea retta ed
è altrettanto vero che la terra è rotonda (e adesso abbiamo anche le
fotografie), allora qual è la spiegazione?
La spiegazione è
sempre che c’è qualcosa che non è conosciuto al momento in cui si discute e che
inganna le persone, in questo caso specifico è la ionosfera. A quell’epoca né
Righi, né tantomeno Marconi sapevano che esistesse la ionosfera, uno strato
atmosferico che si trova a varie decine di chilometri dal suolo ed è composto
da gas ionizzati, perché le radiazioni che arrivano dallo spazio ionizzano i
gas dell’alta atmosfera, per cui si forma uno strato di molecole ionizzate.
E questo strato
agisce come uno specchio rispetto alle onde elettromagnetiche che hanno una
lunghezza d’onda che, diciamo così, corrisponde alla densità di questo plasma.
Quindi, per frequenze
più basse della cosiddetta frequenza di plasma del gas, la ionosfera agisce
come uno specchio, cioè, quello strato di gas è opaco rispetto alle radiazioni,
quindi, per fortuna (la fortuna che aiuta gli audaci), le frequenze usate da
Marconi rientravano nell’intervallo giusto, per cui l’onda di Marconi, partiva
da Terranova, andava in linea retta, saliva, saliva, incontrava lo specchio,
veniva riflessa sulla terra riuscendo così a raggiungere l’Europa.
Quindi, come
vedete, la teoria di Righi era assolutamente giusta, le argomentazioni di
Poincaré erano sacrosante, e ciononostante, Marconi aveva ragione.
Perché?
Perché era
intervenuta un’altra circostanza sconosciuta ai contemporanei, che
aggiustava il tutto.
Infatti c’è un
detto: se un vecchio professore dice che una cosa non è possibile ha quasi
sicuramente torto, mentre se dice che è possibile ha quasi sicuramente ragione.
Cioè, dire che
una cosa non è possibile è la più grande fesseria che uno può dire, perché c’è
sempre una via per aggirare la questione.
Allora, io non
pretendo che l’ipotesi che vi ho venduto prima sia quella giusta, può darsi che
sia diverso, però vi fa vedere che mica è impossibile pensare a meccanismi che
rendono conto… a pensarci più intensamente la cosa che certamente non è
possibile è dire “non è possibile…”.
Tanto per dire
che l’ignoranza non sempre aiuta, la prima volta a Marconi andò bene, la volta
successiva gli andò male, molto male: fu il caso del radar, la cui prima idea
la ebbe ancora Marconi, infatti Marconi in una conferenza che tenne allo stato
maggiore della Marina nel 1922 propose di usare un’onda elettromagnetica che
viene “sparata” da un’antenna collocata su una nave, viaggia, e, se incontra
un’altra nave, rimbalza, ritorna indietro e ne rivela la presenza. Secondo il
principio del radar.
Soltanto che
Marconi, come abbiamo visto, confondeva i campi con i campi elettromagnetici, e
non aveva chiaro il concetto di lunghezza d’onda, studiare non sempre è
inutile, qualche volta è utile.
Lui, che era affezionato
alle onde lunghe, progettò, o fece progettare, un radar che si basava su
un’onda radio della lunghezza di alcune centinaia di metri, quindi, il fatto
che la Marina Militare Italiana durante la Guerra non avesse il radar è falso,
ce lo aveva, e gli italiani lo chiamavano “gufo”, ma non serviva a niente
perché l’onda elettromagnetica che veniva impiegata aveva una lunghezza d’onda
di alcune centinaia di metri, e le navi hanno una lunghezza minore, l’effetto
rifrattivo, cioè, la deviazione laterale, ricopriva completamente la nave con
il risultato che non si vedeva niente. Infatti il potere di risoluzione di un
radar, cioè la grandezza del minimo oggetto visibile, è data dalla lunghezza
d’onda impiegata.
Quindi, siccome
le navi erano più piccole della lunghezza d’onda adoperata, il gufo si rivelò
un fiasco.
Vennero montati
due di questi congegni, uno sulla corazzata Littorio e uno sul
cacciatorpediniere Lince e dopo pochi mesi vennero smontati perché non si
vedeva nulla.
Gli inglesi,
invece, utilizzavano per il loro Radar onde elettromagnetiche con una lunghezza
di 10 centimetri, e in questo modo riuscivano a vedere non solo le navi ma pure
gli aeroplani.
Quindi, anche se
l’idea del Radar la ebbe Marconi, grazie al fatto che non gli erano molto note
le conseguenze delle teorie ondulatorie, il dispositivo da lui ideato si rivelò
inefficace.
Quindi, venendo
alla nostra Astrologia, e a tanti altri fenomeni (mica solo all’Astrologia),
direi che comunemente non vengono considerati, ma anzi trascurati tutta una
serie di fattori che renderebbero plausibile il fenomeno, e infatti negli
ultimi anni avete assistito alla fioritura di cose impossibili: la fusione
fredda, come cioè sia possibile realizzare reazioni nucleari a temperatura
ambiente, senza grandi mezzi. Poi apprendiamo, ed è vero, che le forze armate
di un certo numero di paesi adottano delle armi strane, il cui nome è armi
all’Uranio impoverito, anche se l’uranio impoverito non c’entra niente, è solo
un modo per depistare, armi che producono un profluvio di neutroni, un
profluvio di reazioni nucleari in modo non convenzionale diciamo così, e questo
lo fanno gli eserciti di paesi maggiori, tipo gli Stati Uniti, per cui mi viene
il sospetto (tra l’altro) che l’ostilità che viene manifestata verso le nuove
scoperte, sia in realtà il desiderio, ispirato dai militari, che sulla materia
non ci si concentri troppo l’attenzione, in modo che questa scoperta resti un
monopolio.
Va bene, non ho
parlato dell’Astrologia, però vi ho parlato dei condizionamenti, dei
pregiudizi, delle ragioni per cui non sempre gli scienziati, o la comunità
scientifica merita di essere ascoltata. Talvolta merita anche di essere
trascurata.
L’acqua
miracolosa che cura, di Nicola Del Giudice 7
Esco un po’ fuori
dal discorso fatto finora, perché come medico omeopata mi imbatto in aspetti paradossali: l’acqua miracolosa che
cura, l’assenza di molecole come conditio sine qua non di un fenomeno
terapeutico non spiegabile dalla scienza, e quindi mi riferisco maggiormente a
quelle che sono le azioni, gli eventi, che accadono all’interno del mio
dominio.
Certamente,
fenomeni strani ce ne sono stati moltissimi nella scienza, che un tempo era
patrimonio di maghi e ciarlatani, e oggi, invece, sono alla base della scienza.
Un altro dei
fenomeni interessanti è la fusione fredda […].
Con Ciro ci conosciamo ormai da quando eravamo ragazzi, quindi abbiamo
tante volte parlato delle varie cose che accadono e certamente uno degli
elementi più importante per un ricercatore dovrebbe essere quello di essere
curioso.
E cioè non negare
aprioristicamente un fenomeno, né cercare a tutti i costi una spiegazione
scientifica. Ho visto tante teorie che sono cadute di fronte ad un fatto
empirico, ma non ho mai visto un fatto empirico che è caduto per mezzo di una
teoria.
E, quindi,
accettiamo i fatti empirici senza dover ricorrere poi, come si assiste a volte,
alla negazione del fatto o all’autoricusazione, diciamo così, per non
svalorizzare la teoria fisica.
Ed è precisamente
quello che è accaduto recentemente: venne da me una paziente che era portatrice
di una malattia, aveva scoperto una malattia molto grave, la sclerosi multipla
e, come accade frequentemente, questa malattia era scoppiata dopo una
gravidanza, cioè, un mese dopo la gravidanza, nella parte inferiore del corpo,
e la paziente era disperata; con questa persona ci conoscevamo da vario tempo,
mi disse che era andata in un famoso centro di Milano per la diagnosi. Questa
persona, naturalmente, molto legata alla medicina omeopatica, aveva abbastanza
fiducia anche immeritata nel sottoscritto, chiese cosa poteva fare, visto che
non era possibile agire con la medicina tradizionale.
Allora la
sottoponemmo a un trattamento di sei mesi di particolari campi magnetici e, alla
fine di questo trattamento, tornò a Milano nel centro dove le diagnosticarono
la malattia e dopo aver fatto una risonanza magnetica le comunicarono che le
lesioni erano sparite totalmente e la persona aveva riacquistato movimento e
sensibilità.
È stato un caso
forse particolare rispetto a tanti altri, perché è accaduto da poco, però il
fatto era evidente, mi ricordo infatti che, eravamo alla prima seduta di campi
magnetici, ed io provai con un ago a testare la sensibilità sul piede e vidi
che non ce n’era assolutamente. Dopo qualche trattamento rifeci la stessa prova
e la signora reagì immediatamente allo stimolo, significava che aveva
riacquistato la sensibilità.
Quando poi, dopo
il trattamento con i campi magnetici, tornò in quel centro a Milano, la persona
che le aveva diagnosticato la malattia (che era anche un caro amico suo) non
potendo negare l’evidenza, ma cercando di non far cadere la teoria e la
medicina tradizionale, le disse di aver sbagliato diagnosi, questa non era una
sclerosi multipla.
Cioè, preferì
fare la figura del fesso piuttosto che ammettere i benefici che erano stati
apportati alla signora da un trattamento omeopatico.
Di casi del
genere ce ne sono molti, ma ci sono anche casi di irraggiamento reciproco con i
nostri vicini, le persone che incontriamo, e questi scambi possono anche avere
una funzione terapeutica. Può essere il guru o Gesù Cristo che guarisce gli
storpi, può essere un impositore di mani che guarisce un mal di testa o quello
che sia. Comunque noi irraggiamo, e anche di questo possiamo avere una
dimostrazione pratica.
Infatti, se
prendete una macchina di Kirlian per fare una fotografia ad un paziente e al
suo terapeuta potete vedere che le fotografie delle loro auree, riprese prima e
dopo il trattamento, sono diverse; paradossalmente, l’aura del terapeuta dopo
il trattamento tende ad assumere le caratteristiche di quella del paziente,
come se egli (il terapeuta) subisse l’influenza negativa del paziente, come se
ci fosse una risonanza.
E questo è un
altro fatto stupefacente che andrebbe analizzato.
E certamente, la
scienza ufficiale si priva della possibilità di affrontare queste tematiche,
anche se poi, diciamo le cose come stanno, quando i problemi toccano le loro
sfere personali non esitano a rivolgersi anche all’omeopatia affollando gli
studi anche se di nascosto, come capitò in passato ad un famoso farmacologo
napoletano che durante le sue lezioni pontificava contro l’omeopatia.
Un giorno uno
studente era andato da un medico omeopata ed entrando, guarda caso, riconobbe
il suo professore di farmacologia e gli chiese: “Professore, ma come, lei ha
sempre parlato male dell’omeopatia, come mai adesso viene proprio in questo
studio?”, allora il professore lo guardò e gli rispose: “Figlio mio, la
pagnotta è pagnotta, ma la pelle è pelle!”
Un altro caso
accadde con il professor Garattini quando ci fu un confronto fra medicina
allopatica e medicina omeopatica. Parlarono prima gli allopati e non vi dico
cosa cominciarono a dire nei confronti di noi omeopati, che eravamo truffatori,
maghi, ciarlatani e chi più ne ha più ne metta di paroloni. […] Garattini in
particolare ironizzò sul fatto che, naturalmente, non c’era una spiegazione sul
come le molecole si riconoscessero all’interno di un organismo perché la cosa
strana è che si dà per accertato tautologicamente che le molecole si muovono,
ma quella è una visione che le molecole si muovono, è il know-how, ma il
know-how perché funziona?
Come fanno le
molecole a riconoscersi nei milioni di molecole che stanno all’interno di un
organismo? Come fanno a sapere qual è la propria anima gemella con cui
incastrarsi vicendevolmente e dare luogo all’effetto oncologico? Questo non lo
spiegano.
E naturalmente
noi non avemmo risposta alla domanda, e io allora gli dissi, guardi Professore,
io sono disposto a camminare per Napoli con un cartello davanti con la scritta
“L’omeopatia è una stupidata, ed io sono un imbecille”, se lei mi dà la
spiegazione di come si muovono le molecole.
Allora quello mi
disse, ma lei mi vuole pigliare per il c.? Io risposi, no, io non l’ho detto.
In realtà, senta,
gli risposi, immaginiamo, e facciamo i debiti scongiuri, che lei prenda un
aereo per recarsi ad un convegno negli Stati Uniti, apre il giornale e vede un
piccolo fondo (facciamo sempre i debiti scongiuri) dove c’è scritto che il
professore “tale” è morto in un incidente automobilistico, a quel punto lei si
porta una mano al cuore e cade a terra perché le è venuto un infarto.
Allora, professor
Garattini, mi può spiegare qual è stata la molecola che dal giornale è entrata
nel suo occhio? E dal suo occhio è andata nella parte midollare del surrene,
nella parte midollare del surrene ha attivato la produzione di adrenalina,
l’adrenalina è entrata in circolo, ha determinato la vasorestrizione e lei ha
avuto l’infarto? Me lo può spiegare, dottor Garattini? […] Naturalmente non ho
avuto risposta, allora rispondo io. Ecco
un esempio evidente. Prendiamo due persone afflitte dalla stessa patologia che
vanno da due medici omeopatici diversi. Entrambi conoscono perfettamente la
medicina omeopatica, prescrivono correttamente il trattamento, che è lo stesso
per tutti e due, uno guarisce e l’altro no.
Mi potete
spiegare perché uno guarisce e l’altro no? Perché l’omeopatia riconosce un
effetto che è l’effetto del terapeuta-farmaco. Anche il terapeuta è un farmaco,
e potente anche, per cui lo stesso farmaco che in un medico non sortisce
effetto in un altro medico sortisce il suo effetto, perché si associa questo
scambio risonante di irraggiamento che naturalmente è la prima fonte di
guarigione, come accadde ad esempio ad un paziente afflitto da asma che entrò
respirando in una maniera atroce e si sedette nella sala d’attesa, mentre
aspettava si mise a chiacchierare con le persone che stavano lì nello studio,
quando venne il suo turno ed entrò mi disse che gli era passata la crisi.
Cioè, il fatto di
scoprire all’interno dello studio la possibilità di aprirsi e scambiare
informazioni, e quindi anche sentimenti, sensazioni ed emozioni importanti,
aveva fatto in modo che il corpo si fosse rilassato senza il bisogno di
prendere cortisone o altri farmaci.
Quindi, noi
apprendiamo e, concludo, cerchiamo di valorizzare con l’omeopatia quegli
aspetti apparentemente strani che questa scienza propone, e che poi sono gli
stessi che troviamo nell’Astrologia, nell’agopuntura, cioè una sorta di
dietrologia della scienza ufficiale, cioè una sorta di mente che dà spiegazione
anche delle grandi scoperte che ha fatto la scienza ufficiale. Perché magari
non si è potuto dimostrare per esempio come le molecole si incontrano, ma il
fatto che le molecole si incontrano è un fatto reale.
Allora, se noi
riusciamo a rivalorizzare questo incontro è naturalmente un grosso passo in
avanti per la scienza, e le malattie non avranno più bisogno del tipo di
farmaci che adoperiamo oggi.
Vi ringrazio
(molti applausi. NdR).
Il pensiero di
uno scienziato sull’Astrologia, di Renato Palmieri
Sirio sorge, una
foglia si muove sul mio balcone. Naturalmente non si muove solo per l’influenza
di Sirio, ma per le infinite componenti magneto-gravitazionali coeve al sorgere
di Sirio. Queste cambiano istante per istante in modo non individuabile e
perciò la foglia palpita ad ogni soffio di vento e stormisce con tutte le altre
foglie.
Tuttavia, se è
vero che è impossibile sceverare l’uno dall’altro gl’innumerevoli influssi del
firmamento astronomico, la ciclicità di molti di essi, in rapporto alla
posizione della Terra rispetto al sistema solare e alle dantesche “altre
stelle”, può determinare variazioni sensibili, di carattere periodico, nella
quantità e modalità di quelle influenze e quindi contribuire a improntare con
caratteristiche differenti i nati alla luce nel giorno genetliaco.
Questo è quanto
può riconoscere all’Astrologia uno come il sottoscritto, che non ne è uno
studioso, ma sa dalla storia che tale disciplina annovera tra i suoi cultori
nomi illustri di pensatori e scienziati, e non esclude, inoltre, per partito
preso dall’esperienza umana una valenza simbolica e sovrasensibile dei
riferimenti astrali. Homo sum: humani nihil a me alienum puto, nel detto di
Terenzio.
Sta di fatto che,
comunque sia e come si è abbondantemente dimostrato in altra sede, la “scienza”
accademica — in termini di vera conoscenza — risulta tanto qualificata quanto
il più rozzo degli astrologi, e ciò proprio su quegli argomenti, quali la
gravitazione e l’elettromagnetismo, di cui essa ignora essenzialmente la natura
e che adduce con tanta sicumera a confutazione dell’aborrita “eresia” astrologica.
Poche note di
commento, a cura di Ciro Discepolo
Ancora due
scritti di scienziati non allineati, aperti mentalmente, studiosi di fenomeni
apparentemente paranormali che di paranormale hanno solo il fatto che non
vengono accettati nel Palazzo.
Ringraziamo
sentitamente i professori Vincenzo Di Napoli e Renato Palmieri per i distillati
di conoscenze e saggezza che ci regalano ogni volta che accettano di
collaborare con la nostra rivista.
In questo ultimo
anno abbiamo ospitato loro scritti di un interesse davvero straordinario, a mio
avviso, e anche altri scritti di contenuto omologo. Mi riferisco a diversi
articoli e brevi saggi di scienziati che ci hanno fatto riflettere su alcuni
argomenti unici che qui vorrei ricordare in un sintetico elenco:
- L’ingegnere e professor Di Napoli, insieme
all’ingegnere Callegari e ad altri studiosi del metodo del grande Giambattista
Callegari, ci hanno insegnato, tra le altre cose, che quando due corpi nello
spazio sono in risonanza (le loro energie), l’impedenza (nella “trasmissione
tra le due energie”) è pari a zero e ciò vuol dire che la distanza non ha più
valore (la portata di tale verità è incommensurabile perché spiega, tra le
altre cose, come può Plutone avere la stessa valenza, da un punto di vista astrologico,
della Luna o di Marte).
- Il professore Palmieri ci ha fatto notare
come la fisica moderna non tiene in alcun conto la questione della polarità del
campo gravitazionale della Terra e degli altri corpi celesti. Inoltre egli
nella sua Fisica Unigravitazionale unifica la natura delle onde
elettromagnetiche e gravitazionali, inserendo dei fondamentali distinguo
laddove la quasi totalità dei fisici di ogni tempo entra in confusione e
asserisce, per esempio, che Plutone non può agire sugli esseri umani perché la
sua forza gravitazionale è pressoché zero.
- I due ricercatori e scienziati Emilio e
Nicola Del Giudice ci hanno chiarito, con tanti dettagli chiarissimi, il
discorso sulla memoria dell’acqua e sul fatto che un bambino, appena nasce,
prima di crearsi un suo campo magnetico personale, prende quello che gli
“gravita addosso” nell’istante della nascita: le molecole di acqua vengono
orientate dal campo magnetico e conservano “per sempre” tale orientamento, ciò
che può aiutare, moltissimo, a spiegare il modo in cui l’Astrologia funzioni.
Ma i nostri Amici
hanno scritto su queste pagine ciò e molto di più. Rammentatelo perché, a mio
avviso, Ricerca ’90 ha potuto sigillare un capitolo importante di storia nel
grande libro della filosofia della scienza.
cd (chiedo scusa
per le eccessive volgarizzazioni necessarie, forse, ad un pubblico di non
addetti ai lavori).
Come potete
facilmente comprendere siamo davvero di fronte a una tappa topica relativamente
al sentiero euristico in generale e a quello dello studio dell’Astrologia in
particolare.
I tre concetti
che ho appena richiamato alla vostra attenzione potrebbero essere le basi per
una teoria universale che potremmo chiamare Teoria Callegari-Palmieri-Del
Giudice (entrambi) sufficiente a spiegare un possibile funzionamento
dell’Astrologia da un punto di vista puramente fisico, senza necessità di
ricorrere alla sincronicità di Jung e neanche ai cosiddetti fenomeni
paranormali che tanto deliziano le menti (?) degli esponenti del C.I.C.A.P. E, se
me lo consentite, mi permetto di aggiungere anche il mio nome a questa teoria,
dato l’apporto che credo di avere dato personalmente a questo spunto di teoria
generale di funzionamento dell’Astrologia, a mezzo di quanto ho scritto, anche
nel presente volume, circa il perché io penso che funzionino moltissimo le
Rivoluzioni Solari, Lunari e Terrestri, a mezzo di quel “refresh” che scatta
quando un ciclo, un qualsiasi ciclo (circadiano, mensile, annuale…) ritorna al
punto gamma della sua curva espressiva (nelle pagine che seguono).
Ovviamente non
ritengo che l’argomento possa considerarsi esaurito, ma penso che rispetto al
solo giorno precedente il XII Convegno di Studi Astrologici di Vico Equense,
una nuova importantissima Weltanschauung si impone all’attenzione del mondo e,
soprattutto, a quella delle persone mentalmente aperte.
Su ciò occorrerà
ritornare moltissime volte in futuro e studiare e confrontarsi, ma per il
momento, dato l’argomento trattato nel presente volume, possiamo terminare tale
discorso e dire qualcosa di ancora più specifico relativo alle Rivoluzioni
solari e lunari.
All’incirca
cinquant’anni fa si fece strada, tra i medici, lo studio scientifico dei
bioritmi8.
Infatti, anche
dopo la fine della seconda Guerra Mondiale, i medici continuavano a
somministrare i farmaci ai pazienti senza attribuire una particolare importanza
al momento della giornata in cui ciò avveniva9. Succedeva, così, per esempio,
che concentrati di vitamine e sali minerali venissero prescritti per la sera, prima
del sonno notturno, o, in tempi più recenti, venisse somministrata della
melatonina al mattino.
Quando i medici
scoprirono tutta l’importanza dei bioritmi, molti errori del genere non furono
più commessi.
Oggi noi sappiamo
che esistono diversi bioritmi e tra questi i più importanti sono tre10:
1) Un ritmo circadiano che dura, come dice la
parola, circa un giorno e che è ovviamente in rapporto al tempo che la Terra
impiega a fare un giro su se stessa. Abbiamo a disposizione numerosissime prove
di tale bioritmo in riferimento alla vita dell’uomo, degli animali e delle
piante. Nell’uomo, per esempio, è facile dimostrare che esiste una precisa
riproducibilità dei picchi indicati nella curva di alcune funzioni biologiche
osservate nell’arco della giornata, come la frequenza di picchi giornalieri
nella minzione, nella pressione arteriosa, nell’indice di flocculazione del
sangue e via dicendo. Per esempio, tornando alla melatonina, sappiamo che il
nostro corpo ne produce continuamente, ma con un picco di “superproduzione”
circa mezz’ora dopo il tramonto: perché – tra le altre cose – la melatonina ha
un’azione antidepressiva (quantomai importante allorché il sole non illumina
più la nostra giornata) e predispone anche al sonno. Da qui potete comprendere
come fosse errato, da parte di alcuni medici, somministrare melatonina
artificiale di mattina presto.
Vorrei ricordare,
per inciso, a questo proposito, che il povero professor Di Bella, massacrato
dal Palazzo della Medicina perché contrario agl’interessi delle case
farmaceutiche, riteneva utilissimo, alla pari di altri scienziati alternativi,
somministrare ai malati, ma anche ai sani, dosi “industriali” di melatonina e
di vitamina C (è per frasi come questa che mi guadagno il rogo, come nel
vergognoso episodio di Wikipedia Italia: a tale proposito vedi il sito
http://www.cirodiscepolo.it/wikipedia.htm. Non vi dovrete sorprendere, dunque,
se un giorno qualche simpatizzante del C.I.C.A.P. o di Wikipedia Italia dovesse
riuscire a far trovare della cocaina nella mia scrivania per sbarazzarsi di un
personaggio tanto scomodo e antipatico).
2) Un ritmo mensile di circa 29 giorni,
chiaramente in rapporto al passaggio completo della Luna intorno alla Terra.
Anche di ciò, nonostante il parere contrario degli “scientifisti”, e con
l’evidenza colta perfino dai bambini, abbiamo prove incontrovertibili, come le
maree o il ciclo mestruale.
3) Un ritmo annuale legato al giro completo
della Terra intorno al Sole: gli animali vanno in letargo sempre nello stesso
periodo o migrano o vengono spinti dal desiderio sessuale sempre in un periodo
preciso dell’anno; gli alberi fruttificano sempre nello stesso periodo e si
potrebbe continuare a lungo.
Ora date
un’occhiata alla sinusoide che vedete più sotto e prestate particolare
attenzione al punto alfa (l’inizio della sinusoide). Questa sinusoide può
illustrarci l’andamento di qualsiasi bioritmo, ma noi consideriamone due in
particolare: quella che ci potrebbe graficizzare l’andamento del bioritmo
lunare e di quello solare. Cominciamo da quest’ultimo. Nell’attimo in cui
nasciamo, inizia, con il nostro primo respiro, anche il nostro primo bioritmo
annuale che parte dal punto alfa e termina con il punto alfa.
Dunque non
dovremmo sorprenderci se qualcuno (chi scrive, NdA) asserisce che nell’attimo
del ritorno solare annuale, proprio il punto alfa, l’imprinting che riceviamo
dal cielo, non è uguale a quello di tutti gli altri giorni dell’anno, ma è
molto speciale e lo è non per un fatto di analogie, bensì per il fatto che il momento
alfa è il “reset” (l’azzeramento) di tutto un ciclo annuale per passare in un
altro ciclo annuale: ciò, a mio avviso, giustifica ampiamente l’importanza che
ciascuno di noi vada a trovarsi, in quell’istante e non in un altro, sotto quel
particolare cielo del mondo, secondo criteri la cui letteratura vera (nel senso
di scaturita dalla pratica e non dalla teoria) ci suggerisce che il nostro anno
potrà, così, essere migliorato, ma anche peggiorato.
Lo stesso
discorso, mi sembra abbastanza ovvio, vale per la sinusoide del ciclo mensile,
dove il punto alfa corrisponde al ritorno della Luna sul suo preciso punto di
nascita rispetto al soggetto in esame.
E ovviamente lo
stesso dicasi per le Rivoluzioni Terrestri.
Ecco, io credo
che tale spiegazione sia plausibile e lascia, tuttavia, liberi studiosi,
allievi, colleghi e detrattori di utilizzare o meno tale meraviglioso strumento
di miglioramento della qualità della nostra vita che sono, appunto, le
Rivoluzioni Solari Mirate e le Rivoluzioni Lunari Mirate.
Note
1) Carl Gustav Jung, La Sincronicità, Editore
Boringhieri s.p.a., Torino, 1980, 124 pagine.
2) Gret Baumann-Jung, Alcune riflessioni
sull’oroscopo di Carl Gustav Jung, Ricerca ’90 n. 5, gennaio 1991.
3) Renato Palmieri, eccellente fisico
napoletano. Chi scrive ha avuto il piccolissimo merito di suggerire
all’Istituto Italiano di Studi Filosofici, istituzione meravigliosa del Sapere,
voluta, fondata e diretta da Gerardo Marotta, di pubblicare il preziosissimo
volume del professor Palmieri che, diversamente avrebbe rischiato di non vedere
mai la luce. Non è stato necessario “spingere”, in tal senso, perché i miei
interlocutori, sia il prof. Antonio Gargano, segretario generale dell’Istituto,
e sia il carissimo amico prof. Aldo Tonini, sposarono immediatamente la mia
richiesta e aggiunsero un’ulteriore maglia d’oro alla loro già immensa catena
di opere di Cultura. Il libro La fisica unigravitazionale e l’equazione
cosmologica è, finalmente, oggi, una realtà ed è, certamente, tra le cose di
cui vado più fiero nella mia vita.
4) L’ingegnere Vincenzo Di Napoli, deceduto
nell’inverno 2007, fu un grande ricercatore la cui vita si incrociò più volte
con la mia. Egli fu mio professore di Elettronica all’Istituto Augusto Righi di
Napoli: professore semplice, che andava al cuore degli argomenti e le cui
lezioni venivano comprese da tutti e subito. Successivamente lo conobbi
nuovamente come presidente dell’Associazione Radioamatori Napoletani quando
cercai di prendermi il brevetto (senza riuscirci perché, allora, vi era da
superare un difficile esame di radiotelegrafia e il mio “non orecchio musicale”
mi rendeva difficilissimo distinguere il punto dalla linea). Successivamente
ancora lo conobbi come presidente del Centro Studi Callegari, in rapporto alla
Radiobiologia Callegari. Rispetto a ciò ho scritto brevemente nel mio libro
L’interpretazione del tema natale, Armenia editore, Milano, 2007, pagine 350,
alle pagine 87-90. Infine, vorrei aggiungere, e non mi sembra casuale, che il
prof. Di Napoli ha abitato da sempre a meno di cinquanta metri da casa mia. A
lui va un mio ricordo affettuoso e grato.
5) L’ingegnere Giuseppe Callegari è il figlio
del grande Giovanbattista Callegari di cui scrivo brevemente nel libro
L’interpretazione del tema natale, opera citata, alle pagine 87-90. L’ingegnere
Callegari, con mia gioia, sta cercando di portare avanti le grandi scoperte del
padre.
6) Professore di Fisica all’Istituto Superiore
di Fisica di Milano. Insieme al dr. Nicola Del Giudice, suo fratello e medico
omeopatico, ha scritto libri di grande interesse scientifico e ha portato
avanti, con grande efficacia (a mio avviso, NdA) il discorso sulla memoria
dell’acqua, argomento davvero di straordinario interesse per comprendere i
meccanismi dell’influenza del cielo sulla vita delle creature terrestri.
7) Anche per lui valgono le stesse note relative
al lavoro in coppia con il fratello fisico a Milano. Nicola Del Giudice è noto
e apprezzatissimo medico omeopatico, endocrinologo e ricercatore in senso lato.
Di suo e del fratello ricordiamo il libro Omeopatia e bioenergetica. Le
medicine alternative: dalla stregoneria alla scienza, Cortina editore, Verona,
1999, pagine 302 e anche il libro Omeopatia. Un ponte tra biologia e
psicologia. Vent’anni di ricerca della Fondazione omeopatica italiana, edizioni
Nuova IPSA, Palermo, 1998, 344 pagine.
8) Lyall Watson, SuperNatura, Rizzoli editore,
Milano, 1974.
9) Ibidem.
10) Ibidem.
Seconda domanda
di Paola Cannatello che mi intervistava:
-Oltre a essermi
molto divertita per la “spregiudicata ignoranza” di Marconi, che gli ha valso
molte gioie e qualche dolore (e che ancora una volta dimostra come la scienza
talvolta si arrocchi sulle conoscenze di cui dispone senza presupporre che ne
possano arrivare di nuove a ribaltare ogni sicurezza), devo dirti che ho
trovato estremamente interessanti questi interventi. Talmente affascinanti che
un po' mi ci sono persa. Ho intuito chiaramente come siano tutti legati alla
possibilità di fornire una spiegazione sul funzionamento dell'Astrologia, ma
puoi aiutarmi a metterli insieme per usarli in questa direzione?
Ci provo, ma
dobbiamo fare dei passi indietro importanti e aprire più parentesi ampie.
Fortunatamente non dobbiamo obbedire alle direttive di un editore “esterno” e
quindi possiamo tentare di attuare ciò con una certa tranquillità.
Partiamo da un
breve discorso sulla fortuna.
Io ritengo di
essere fortunato per quanto riguarda il lavoro, essendo nato con un Giove in 6ª
Casa e congiunto alla Luna e con buoni aspetti a Saturno e a Plutone.
Sicuramente. Anche se poi in altri settori della mia vita sono stato molto
sfortunato e molto penalizzato dal destino. Però sono convinto che noi dobbiamo
prendere il “pacchetto intero” quando ci viene dato al momento della nascita.
Non dobbiamo stare a recriminare sulle presunte sfortune che ingiustamente ci
sarebbero state propinate.
Dunque io sono
fortunato nel lavoro. E, secondo me non è un caso, assolutamente non è un caso,
il fatto che nel corso della mia vita io abbia avuto un incontro che oserei
definire quasi magico, nello spazio e nel tempo, con straordinari personaggi
del Sapere: se consideriamo le mille variabili dello spazio, Napoli e gli
ambienti dove io mi muovevo di più, e il tempo nell’arco diciamo della storia
dell’uomo erudito, dell’uomo che ha iniziato a lasciare testimonianze scritte
del suo passaggio, quindi negli ultimi 5000 anni. Se noi intercettiamo gli anni
in cui io ho vissuto o sto vivendo e lo spazio anche un po’ limitato, se
vogliamo molto limitato di Napoli e dintorni, il fatto che io fisicamente mi
sia incontrato con personaggi straordinari del Sapere, lo ritengo un elemento
di grande fortuna. Personaggi come Giovanbattista Callegari e gli altri che
rivedremo adesso.
Ritornando al
discorso su Renato Palmieri, sull’ingegnere Vincenzo di Napoli, sui due
fratelli, il fisico Emilio Del Giudice e il medico omeopatico Nicola Del
Giudice e lo stesso ingegnere Callegari, figlio, che sta continuando l’opera di
questo meraviglioso personaggio nostro contemporaneo, ecco, allora, la prima
cosa che vorrei farti osservare è che in quel luminoso convegno che avemmo a
Vico Equense e di cui ho detto precedentemente, in quella eccezionale tavola
rotonda in cui ci confrontavamo davanti ad un pubblico assai interessato,
appunto io e il figlio del professore Callegari, Emilio Del Giudice, Nicola Del
Giudice, Renato Palmieri e l’ingegnere Vincenzo Di Napoli – purtroppo diversi
di loro non sono più tra noi – ecco, io credo che lì siano state scritte le
basi per gli studiosi che verranno dopo di noi e che dovranno portare a termine
questo lavoro.
Basi in cui, a
mio vedere, sono stati indicati i fondamenti per spiegare il funzionamento
dell’Astrologia. Naturalmente io non ho la pretesa velleitaria di andare a
sfidare gli scienziati contemporanei per sbattere loro sotto il naso queste
verità: farebbero polpette di me e avrebbero buon gioco, perché dalla parte
loro c’è il Palazzo, innanzitutto.
E poi io non
sarei la persona giusta per poter dialogare con loro o duellare con loro sul
piano della fisica, della fisica teorica, soprattutto. Però io sono convinto
che saranno proprio i fisici che riusciranno in tempi brevi a offrirci dei
paradigmi precisi con cui misurare anche le cose di cui stiamo dicendo.
Pertanto io non me ne preoccupo da un punto di vista delle sfide dialettiche e
di eventuali nuovi duelli che non mi attraggono più di tanto.
No, io ci tengo a
stabilire che per i lettori interessati all’argomento le basi sono state
scritte adesso, ma dovranno essere formulate meglio, dovranno essere amalgamate
meglio. Si dovranno spiegare maggiormente l’interazione di ciascuna di esse con
le altre.
Però il materiale
c’è ed è anche abbondante e io partirei da quella prima, grandissima verità,
che imparai frequentando il grande professore Giovanbattista Callegari il
quale, all’alba dei miei studi di Astrologia, mi rivelò questa verità
importantissima, che poi è stato un faro che mi ha guidato per tutti i decenni
successivi: Egli mi fece notare, e non in via teorica, ma proprio mostrandomi
anche gli effetti che si possono toccare con mano attraverso la sua
straordinaria “centralina Callegari”, che nello spazio cosiddetto “vuoto”, che
proprio vuoto non è, ma che noi consideriamo vuoto, per esempio quello
interplanetario, l’impedenza si deve considerare zero.
E qual è
l’effetto di un’impedenza zero? Che la distanza non ha più valore! Ecco, questa
semplicissima regola, questa semplicissima, enorme verità, può spiegare già da
sola quasi tutto perché ci dice, per esempio, il perché un Plutone che è così
piccolo ed è così lontano dal Sole, possa agire nella stessa misura di una Luna
che sta a poche “bracciate” da noi.
Si tratta di una
prima grande verità sulla quale noi dobbiamo, assolutamente, riflettere.
Poi c’è
quell’altra verità rilevantissima che mette tanto in discussione, subito dopo o
affianco alla verità di Callegari, la legge di gravitazione di Newton.
E qui si deve
aprire per forza un’altra parentesi.
Infatti, subito
gli scienziati potrebbero obiettare: “Già, ma noi lo sapevamo già, perché la
legge di gravitazione di Newton è stata superata dalla legge sulla relatività,
sulla propagazione dell’energia di Einstein, che l’ha, diciamo così,
arricchita.
Perché,
intendiamoci bene, non è che la legge di gravitazione di Newton non funzioni
più. La legge di gravitazione di Newton continua a funzionare entro certi
parametri, cioè quando noi non viaggiamo in prossimità della velocità della
luce.
Allora vorrei
rammentare che proprio per dimostrare la legge di propagazione dell’energia
nell’universo, quella scritta meravigliosamente da Albert Einstein, un suo
collega scienziato tedesco andò, all’inizio del secolo scorso, a cercare quella
dimostrazione pratica, scientifica, lampante di ciò che aveva teorizzato: lo
scienziato era Sir Arthur Stanley Eddington, un astronomo britannico. Eddington
organizzò una spedizione a Príncipe, un’isola di São Tomé e Príncipe, in Africa
occidentale, per fotografare l’eclissi solare totale del 29 maggio 1919.
Durante queste
osservazioni, Eddington verificò la teoria della relatività generale di Albert
Einstein, che prevedeva che la luce proveniente da stelle lontane sarebbe stata
deviata passando vicino al Sole. Le fotografie dell’eclissi confermarono questa
previsione, mostrando che la posizione apparente delle stelle era cambiata a
causa della curvatura dello spazio-tempo causata dalla massa del Sole. Questa
scoperta fu fondamentale per confermare la teoria della relatività generale di
Einstein.
Ecco, ma allora
torniamo a Newton. Abbiamo detto che fino a che non siamo in condizioni limite
come la velocità della luce, le leggi di gravitazione di Newton valgono. Però
le leggi di gravitazione di Newton direbbero che siccome la massa del più
esterno pianeta del nostro sistema solare è troppo piccola e la sua distanza è
troppo grande (la distanza tra Plutone e la Terra), l’energia di Plutone “vale
zero.” E Plutone non esisterebbe neanche come pianeta (sapete di questa
classificazione che secondo un comitato di saggi ogni tanto Plutone viene
sbattuto fuori dal sistema planetario poi, magari, lo fanno rientrare. Non
conosco la situazione di oggi, ma sono i “saggi” a decidere… NdA).
Ebbene tale
enorme verità che ci ha mostrato Callegari, va immediatamente a inficiare del
tutto, a falsificare, usando il linguaggio di Popper, la legge di gravitazione
di Newton, perché ci dice che invece Plutone agisce esattamente come Giove che
è molte volte più grande ed è tantissimo più vicino di Plutone alla Terra e al
Sole1.
Allora questo è
un primo parametro che dovrà permettere ai fisici di domani di riscrivere le
equazioni generali della fisica per spiegarci il funzionamento dell’Astrologia.
Poi c’è un altro
step rilevantissimo che è quello che ci ha svelato con un esempio banale,
durante quell’esperimento che fece davanti a noi, Renato Palmieri al congresso
di Vico Equense. Avvicinando i due pezzi della scacchiera, il re e la regina
che, avendo un magnete sotto per essere attratti dalla scacchiera, praticamente
hanno la stessa polarità e quando lui li avvicinava dimostrò che la repulsione
non avveniva secondo l’asse ma secondo un cono o comunque una figura diciamo di
tipo circolare e non una retta.
E lui disse che è
tutto da riscrivere il capitolo sulla polarità del Polo Nord e del Polo Sud,
perché probabilmente questa polarità non è fissa, ma cambia e non è la stessa
per ogni corpo celeste. E allora vedete che già questo va a falsificare a sua
volta la legge di gravitazione di Newton per come la conosciamo noi e quindi
apre delle falle enormi nel sistema, ma apre anche dei varchi altrettanto
importanti nella comprensione del funzionamento dell’Astrologia.
Lo stesso dicasi
per gli studi fatti dall’ingegnere Di Napoli il quale era un bravissimo
operatore della “centralina Callegari” e quindi, possedendo tale gioiello di
tecnologia e di scienza e di sapere che è la centralina Callegari, riuscì a
produrre tutta una serie di esperimenti tra cui quello sulla piramide di Cheope
per la quale fu in grado di dimostrare l’uso sapiente che gli antichi egizi
facevano delle frequenze.
Mi riferisco a
quando lui parla di quella frequenza che potremmo dire “di stallo”, più o meno
dalle parti del colore arancio nel campo spettrometrico del visibile,
utilizzata dagli egiziani per uno scopo ben preciso, quello di imbrigliare
l’energia degli insetti, dei micro-organismi biologici, affinché il corpo del
faraone non si decomponesse. E anche l’orientamento della piramide di Cheope
rispetto alle stelle di allora che dimostrava la conoscenza perfetta che quei
popoli avevano anche dell’Astrologia. Anche ciò costituisce un tassello
importante nel mosaico di cui ci stiamo occupando.
E poi,
naturalmente, il discorso fondamentale, a mio avviso, della memoria dell’acqua
che è stato portato avanti per molti anni dai due compianti e bravissimi
scienziati che sono stati Emilio Del Giudice, fisico napoletano che lavorava al
CNR di Milano e produceva ricerche di fisica a Milano, e Nicola Del Giudice che
era medico omeopatico e insieme portavano avanti ricerche sulla memoria
dell’acqua, una delle realtà più importanti del sapere contemporaneo, a mio
parere, ma che non a caso viene molto combattuta dalla scienza cosiddetta
ufficiale.
Non
dimentichiamo, a tal proposito, che Luc Montagnier, Premio Nobel per la
Medicina, per i suoi studi sull’AIDS, dedicò quasi tutti i suoi ultimi anni
allo studio della memoria dell’acqua.
Una persona di
poca cultura o, peggio, una persona schierata da un punto di vista della
scienza usata politicamente, può dire che la memoria dell’acqua sia una
falsità. La memoria dell’acqua, invece, è qualcosa di importantissimo. E allora
continuando, e mi rendo conto che un discorso che ha tutte queste parentesi poi
è difficile da riunire e da concentrare, ma come ho detto all’inizio io sto
cercando di offrire degli spunti, dei collegamenti che ho proposto, sui quali
dovranno lavorare per forza le nuove generazioni e soprattutto i fisici.
Io non ho la
competenza di un fisico e qui occorrerà la competenza di tanti grandi fisici,
come Giovanbattista Callegari o come Renato Palmieri o anche come Vincenzo Di
Napoli, che non era un fisico, era un tecnico perché era un ingegnere, però ne
sapeva moltissimo di fisica e, quindi, diciamo che dai fisici mi aspetto delle
verità fondamentali sul presente discorso.
Non è un caso se
in quel lontano 2005 io volli a quel tavolo, feci di tutto per avere a quel
tavolo, riuscii ad avere, a quel tavolo, contemporaneamente, l’ingegnere
Giuseppe Callegari, figlio di Giovanbattista Callegari, Emilio Del Giudice,
Nicola Del Giudice, Vincenzo di Napoli e Renato Palmieri. Non fu un caso.
Io ci misi
l’anima per averli tutti quanti quel giorno lì e adesso dovrei andare a
rivedere che astri favorevoli avevo quel giorno per essere riuscito ad ottenere
detto risultato che fu ancora più interessante per la magnifica conduzione che
il mio amico Andrea Rossetti diede al dibattito.
Anche qui apro
una piccola parentesi: il mio amico Andrea Rossetti purtroppo si è allontanato
dall’Astrologia, presumo per il fatto che egli consideri la sua professione di
insegnante alle scuole superiori una specie di missione e quindi lo fa con una
carica quasi sacrale, direi, che gli impedisce di dedicare altre energie ad
altre realtà della vita. Però la nostra porta è sempre aperta e io mi auguro
che lui torni nella famiglia dell’Astrologia quanto prima, per contribuire con
la sua intelligenza e con la sua cultura a rendere questa disciplina ancora più
bella di quello che è.
Allora, dicevo,
non fu un caso che io scelsi “nel mazzo”, tra 100 nomi possibili, i nomi che vi
ho citato. No, io volli assolutamente e fortemente queste persone perché
annodando i fili di tali pensatori, nella mia testa avevo già disegnato il fil
rouge con cui secondo me si potrebbe procedere poi alla stesura di una teoria
che parta da questi princìpi e possa approdare ad una spiegazione esaustiva e
scientifica circa il funzionamento dell’Astrologia.
E
paradossalmente, per arrivare a ciò, sono partito dall’ultimo step, non dal
primo. Dall’ultimo, perché come sai, è una vita che io mi interrogo su questa
magia del momento del compleanno. Il momento del compleanno è davvero una
magia, se noi lo consideriamo sotto il profilo filosofico, ed è il punto di
scontro con tanti miei colleghi e colleghe che lo combattono come se fosse la
lue. Il momento del compleanno davvero è un momento, non una fase della nostra
vita: è un istante, un solo istante, l’istante in cui il Sole o la Luna
ritornano sulle proprie posizioni di nascita in gradi, minuti e secondi.
Quindi è un
attimo. E allora io mi sono chiesto sempre: d’accordo, io ho capito che
quest’attimo è considerevole e che se noi lo utilizziamo secondo delle
direzioni che ho spiegato in tanti miei libri, tale attimo può essere
responsabilmente positivo per lo sviluppo di un mese o di un anno della nostra
vita. OK, ma mi sono sempre chiesto come sia possibile tale realtà dato che
essa dura il tempo del battito d’ali di un piccolo uccello. Ed ecco che qui l’
“ultimo step” si unisce al “primo step”, cioè alla spiegazione che Emilio Del
Giudice diede sul funzionamento dell’Astrologia.
Allora torniamo
un attimo al farmaco omeopatico. Vorrei ricordare come funziona il farmaco
omeopatico, quando Samuel Hahnemann scoprì che i lavoratori delle piantagioni
di chinino soffrivano di patologie simili alla febbre tifoidea e a quei tempi
per curare la febbre tifoidea si usava il chinino.
Lui colse questa
associazione e da lì fece scaturire poi il famoso motto della medicina
omeopatica similia similibus curantur, il simile cura il simile, che poi è
anche il principio del vaccino. Se io inietto il virus morto del vaiolo in un
individuo sano questo individuo sano si predispone con le sue difese
immunitarie a combattere quel virus. Quando poi il virus del vaiolo entrerà
davvero nel suo organismo, da vivo e non da morto, l’organismo sarà in grado di
neutralizzarlo. Questa è la medicina omeopatica che adesso viene così
volgarmente combattuta per ovvi motivi, ma si tratta di qualcosa che funziona
assolutamente.
E come viene
preparata una medicina omeopatica? Ricordiamolo. Prima, però, vorrei rammentare
quell’episodio di un mio conoscente che arrivò un giorno da me bloccato
completamente da un “colpo della strega” e lui non poteva neanche parlare o
respirare perché ogni volta che la cassa toracica si espandeva nel tentativo di
respirare, gli arrivavano delle fitte di dolore terribile, diciamo alla base
della colonna vertebrale o delle fasce muscolari intorno ad essa.
Gli proposi di
prendere dell’arnica omeopatica che avevo in casa e che in questi casi so che
funziona benissimo. Lui era un grande scettico ed è un grande scettico
sull’argomento, però siccome non poteva neanche replicare perché non era in
grado di parlare, sciolse sulla lingua questi pochi globulini bianchi e neanche
10 minuti dopo iniziò a mangiare con noi, a chiacchierare, a ridere, a bere il
vino...
Quando io gli
feci notare questo cambiamento nell’arco di meno di 15 minuti, lui naturalmente
lo negò e disse che già entrando da me si sentiva meglio... Però io sto
ricordando questa cosa solo per spiegare meglio come viene preparata una
medicina del genere. Allora, si parte dalla pianta di arnica che i medici
omeopatici hanno visto essere molto efficace nei casi di traumi, sia traumi
fisici che psichici. Quindi, se uno cade o prende una storta e si blocca alla
schiena, arnica è quasi sempre indicato in quel caso. E come si procede?
Come procedono le
case farmaceutiche che producono il farmaco omeopatico? Prendono una goccia di
sostanza madre, l’arnica, cioè ricavata direttamente dalla foglia di arnica e
mettono una goccia di arnica in 100 gocce di acqua distillata. Attenzione a
questo passaggio che è importantissimo. Poi agitano fortemente la provetta.
Questa è l’informazione elettromagnetica che ci interessa mettere a fuoco,
perché senza questa agitazione della provetta, cioè se si lasciasse cadere
semplicemente la goccia di arnica in 100 gocce di acqua distillata, non si
otterrebbe alcun effetto terapeutico.
Invece, come ci
spiegano i medici omeopatici, quella “scossa elettrica” che viene data alla
provetta, quella agitazione, producendo delle onde elettromagnetiche, fissa il
medicamento nella memoria dell’acqua, perché l’acqua ha una memoria ed è
dimostrato e dimostrabile, e lo conserva.
Per cui poi che
cosa succede? Questa è la diluizione “una centesimale”, poi si prende una
goccia di questa provetta e la si mette in altre 100 gocce di acqua distillata
(è più esatto dire bidistillata, NdA). Si agita di nuovo, quindi si imprime
un’altra, diciamo così “scossa elettrica” e poi si prende una goccia della
seconda provetta e la si mette in 100 gocce di acqua distillata della terza
provetta.
Si va avanti,
così, per 30 volte: otteniamo la diluizione 30 CH, cioè la diluizione
centesimale di 30 volte la dose di arnica, appunto 30 CH, ma noi sappiamo che
si può arrivare anche a centomila diluizioni ed oltre. Naturalmente gli
scientisti contestano il fatto perché, credo di ricordare, dopo la 7ª od 8ª
diluizione, secondo la legge di Avogadro la sostanza madre come molecola non
esiste più.
Allora uno
dovrebbe chiedere e allora com’è che anche alla 30 CH, per non parlare della
200 CH o della 1000 CH, che sono ancora più potenti della 30 CH, si riesce ad
ottenere un miglioramento fisico così miracoloso come quello che ho descritto
poche parole fa? Lo si ottiene per la “memoria dell’acqua.”
Ecco, dunque, la
mia possibile spiegazione per le RSM: avviene che nell’istante in cui il Sole
ritorna su se stesso, noi immagazziniamo l’energia di quel luogo e di
quell’istante e tale energia poi la rilasciamo o la spendiamo nel corso di un
anno intero, cioè di un ciclo annuale fino al return successivo, perché avviene
praticamente la stessa cosa che avviene alla nascita e che hanno spiegato
sempre Emilio Del Giudice e Nicola Del Giudice e cioè che il bambino, quando
nasce, non ha ancora le stelle “sue” perché è ancora legato al cordone
ombelicale e prende nutrimento dalla madre.
Diciamo che le
stelle sono ancora “quelle della madre”, non sono le sue, ma nell’attimo in cui
il bambino respira autonomamente per la prima volta, ecco che le “stelle” che
sono sopra di lui in quell’istante, producono un “imprinting” all’acqua dentro
di lui che in questo modo viene memorizzata su dette “stelle” e tale imprinting,
il Cielo Natale, non abbandonerà più, per tutta la vita del soggetto,
quell’informazione che ha ricevuto nell’istante della nascita.
Allo stesso modo
io, cercando la spiegazione, poi sono ritornato anche alla nascita, ma partendo
dall’ultimo step, la rivoluzione solare che ormai, si è capito, è la missione
della mia vita: io, unendo insieme questi diversi Saperi, credo di essere
riuscito a spiegare com’è che avviene che in un solo istante, quando c’è il
refresh, quando la sinusoide ritorna al punto alfa, quindi al punto zero della
curva, allora in quel momento il refresh che noi riceviamo, prende le
caratteristiche di quel luogo e di quell’istante come al momento di una
nascita.
Però il momento
della nascita influenzerà tutta la nostra vita e questa, invece, è una
modulazione che dura un anno in rapporto al bioritmo annuale della Terra che
gira intorno al Sole.
È ovvio che gli
scientisti e la scienza ufficiale farebbero polpette di ciò, se io mi
presentassi inginocchiato per chiedere il loro viatico, come erroneamente ha
pensato qualche mio antagonista nel corso di duelli che ho tenuto, che mi hanno
invitato a tenere nel corso della mia vita; io spiegavo loro che io non ci
tenevo, che non ero interessato ad avere l’approvazione della scienza ufficiale,
la coccarda da parte di questi signori sceriffi.
Io questo lo sto
scrivendo a beneficio dei miei colleghi astrologi, delle generazioni future che
partendo da dette considerazioni potranno, se riusciranno, a individuare un
convivio di sette, otto, dieci cervelli di quella portata che vi ho citato,
potranno proseguire su questa strada e mettere su una teoria generale e precisa
sul funzionamento dell’Astrologia.
Nota
1) Ecco
i numeri precisi che mi ha indicato Chat-GPT, l’Intelligenza Artificiale con
cui dialogo spesso:
Giove è molto più
grande di Plutone. Il diametro di Giove è di circa 143.000 chilometri, mentre
il diametro di Plutone è di circa 2.376 chilometri. Quindi, in termini di
diametro, Giove è circa 60 volte più grande di Plutone. Tuttavia, se parliamo
di volume, la differenza è ancora più grande. Il volume di un pianeta è
proporzionale al cubo del suo raggio (che è la metà del diametro). Quindi, se
Giove ha un diametro circa 60 volte più grande di quello di Plutone, il suo volume
sarà 60^3, o circa 216.000 volte, più grande di quello di Plutone. In altre
parole, potresti inserire circa 216.000 Plutoni all’interno di Giove. E, per la
distanza: la distanza dalla Terra a Giove e da Terra a Plutone varia a seconda
della loro posizione nelle loro rispettive orbite attorno al Sole. La distanza
media Terra-Giove è di circa 628,7 milioni di chilometri. D’altra parte, la
distanza media Terra-Plutone è di circa 5,9 miliardi di chilometri.
Se dividiamo la
distanza media Terra-Plutone per la distanza media Terra-Giove, otteniamo un
fattore di circa 9,4. Quindi, in media, Plutone è circa 9-10 volte più lontano
dalla Terra rispetto a Giove. Tuttavia, questa è solo una stima approssimativa,
poiché le distanze effettive possono variare notevolmente a seconda delle
specifiche posizioni dei pianeti nelle loro orbite.
Per Tutti. Non è una notizia importante, ma vi invito a leggerla perché potrà spiegare, a qualcuno, il perché di un certo rumore di fondo che disturba, da qualche anno, l’Astrologia:
http://ilblogperidepressi.wordpress.com/
For Everybody. It is not an important news, but I invite you to read it because it can explain, to someone, the why of a certain noise leading that disturbs, from a few years, the astrology:
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Ciro Discepolo
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Una bibliografia quasi completa di Ciro Discepolo:
An almost complete bibliography of Ciro Discepolo:
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