domenica 9 febbraio 2025

Parthenope, un film da vedere e rivedere. By Ciro Discepolo.

 



Parthenope, un film da vedere e rivedere. By Ciro Discepolo.

 

Parthenope è un viaggio nel mito.

Ma, forse, sarebbe più esatto dire “nei miti”, non per snobberia, ma credo che solo un napoletano napoletano possa cogliere tutti quelli rappresentati nell’ultimo splendido film di Paolo Sorrentino: Parthenope, una delle sirene che morirono gettandosi in acqua per l’insensibilità di Ulisse al loro pianto e il cui corpo fu ripescato proprio lì, dove nacque Neàpolis, ma anche il miracolo di San Gennaro (non dimentichiamo che Napoli è l’unica città al mondo dove avvengono più miracoli all’anno, in date prestabilite), Palazzo Donn’Anna e le altre magnifiche ville posillipine che digradano fin dentro il mare, Capri e i suoi faraglioni, soprattutto nella prospettiva che ti offre il percorso di avvicinamento da Punta della Campanella, l’alba e la notte a fianco ai Faraglioni, la nascita dell’amore e la morte ai Faraglioni, il comandante Achille Lauro e perfino la doppia/metà scarpa offerta/minacciata prima e dopo il voto, i vicoli dei Quartieri, il professor Marotta, gli abiti di Cesare Attolini (per Gary Oldman che impersona lo scrittore John Cheever), ma anche quelli di Anthony Vaccarello per Yves Saint Laurent (i magnifici tailleur di Parthenope), come a sottolineare una “contaminazione francese” della cultura partenopea, ma poi, ancora, sesso e miracoli, tanti miracoli e tanti mostri, come nel mito mai obsoleto della bella e della bestia e nell’antropologia dei miracoli…

“Mi rompo il cazzo a fare il miracolo!”

Esclama, incazzato, Peppe Lanzetta nei panni dell’Arcivescovo/Cardinale e ci ricorda quel Carmelo Bene che “In nostra Signora dei Turchi” (1966) ci mostra la Vergine Maria che fuma, stando a letto, mentre sfoglia un rotocalco femminile.

Sì, c’è tantissimo fumo. Qualcuno dirà per fini promozionali, ma il cuore della vicenda si svolge nel 1968 quando si fumava molto e soprattutto le ragazze fumavano tutte. Tanto.

Celeste Dalla Porta (Milano, 24 dicembre 1997) è Parthenope: non è la stupenda diciottenne puteolana che girò il suo primo film da Oscar e neanche l’altrettanto meravigliosa Brigitte Bardot a quell’età, ma, “nelle mani di Sorrentino”, lei è cento volte più in alto perché elevata a mito.

Può esserci spettatore che non si sia innamorato di lei nelle due ore e passa di pellicola? E che poi non si sia indignato per i suoi scandalosi peccati?

Qualcuno, uno spettatore poco colto e poco attento, potrebbe definire il film un’accozzaglia di scene senza senso… ma si tratta di un’opera non per tutti.

Ripeto, ancora, non tutti possono comprendere, da non napoletani, i miti che vengono celebrati qui.

Poi, a mio parere, non è possibile una lettura al di fuori della psicoanalisi: credo che l’Autore sia stato in analisi e ritengo che lo sia ancora. Sarebbe un peccato se non lo fosse.

Ma sappiamo pochissimo sulla sua vita privata.

Per esempio, quanti sanno che il film è dedicato a Luca, suo figlio diciannovenne scomparso nel 2022?

Anche personalmente, pur guardando almeno una mezza dozzina di telegiornali al giorno e leggendo altrettante prime pagine di quotidiani importanti, fino a due giorni fa sapevo nulla di quest’altra immane tragedia che ha colpito il premio Oscar 2014 così recentemente.

La tragedia si aggiunge all’altra, non meno atroce, che lo colpì da ragazzo quando perse i genitori per una banale fuga di gas a Roccaraso e quella perdita gli spaccò il cuore.

Io credo che Paolo Sorrentino sia in analisi e penso che in questa sua meravigliosa opera cinematografica abbia voluto parlarci anche di alcuni miti che travalicano la sua dolorosa esperienza personale e che vanno oltre in una Weltanschauung non solo sua e personale, ma dell’Umanità.

Penso anche che alcuni temi del film non siano stati decrittati perché, seppure la psicologia sia ormai conosciuta in ampie fasce della popolazione mondiale, pochissimo si conosce ancora di psicoanalisi.

Tanti parlano di psicoanalisi, ma molti dimostrando il proprio analfabetismo in materia.

Inoltre penso anche che in questa pellicola Sorrentino abbia voluto affrontare temi molto oltre i confini del pensiero contemporaneo, partendo sì, dall’elaborazione del lutto, ma giungendo fino ai confini del tabù universale relativo all’incesto, all’altro sull’amore fuori dagli schemi (maschile/femminile), al sacro, al profano, al miracolo e al sesso che, nonostante tutto, pur non da freudiani, occorre riconoscere come il principale motore che governa ancora la vita sulla Terra.

Senza dimenticarne un altro importantissimo, a mio vedere: quello della bella e la bestia, qui declinato ben quattro volte e in maniera esplicita, mi sembra.

Proverò a parlarvene, ma non so se ci riuscirò.

Partiamo dal cielo di nascita del Regista: Napoli, 31 maggio 1970, alle 23.50. Anche qui si consumò, per me, un mito partenopeo: l’impiegato mi permise di guardare il documento, furtivamente, memorizzandolo, ma non lasciandomelo portare via…

Paolo Sorrentino è soprattutto un Cancro per il Sole in quarta Casa, con una dominante Nettuno (la “follia”, le nevrosi, le angosce, gli stati di coscienza alterati, ma anche le ispirazioni eccezionali, i territori sterminati del pensiero…), al Medio Cielo. E poi, la vera grossa chiave di lettura del tutto: un semi-quadrato tra la congiunzione Mercurio-Saturno, in terza Casa, e Marte in quinta Casa. Entrambi questi aspetti con orbita vicina a zero gradi.

I primi vent’anni che studiai astrologia non compresi l’enorme importanza degli aspetti angolari planetari con orbita strettissima e non li avrei compresi neanche negli anni successivi se non li avessi scoperti, da me, lungo il mio cammino.

Essi segnano la differenza.

Mercurio e Saturno, al semi-quadrato preciso di Marte, nel Toro (che rimugina, in continuazione) credo che sia una vera ossessione per l’autore de “La grande bellezza”: quella enorme forza/debolezza che è anche di Parthenope, l’ossessione di rispondere sempre con la battuta giusta!

“Alla fine della vita resterà solo l’ironia”

 

Questa congiunzione praticamente a zero gradi in terza Casa è anche la laurea mancata (laurea honoris causa in filologia moderna, all’Università Federico IINapoli, 5 giugno 2015, cinque giorni dopo il suo quarantacinquesimo compleanno) e forse il libro, il romanzo, che scriverà da vecchio, come altri grandi prima di lui, da Casanova a Piero Chiara, per esempio.

Mercurio saturnizzato malamente, in terza Casa, è anche la giovinezza “sfiorita in un lampo”, di Parthenope e del Regista.

Ma, nel film, quale personaggio è Paolo Sorrentino? Che domande: tutti, ovviamente.

Marte, così fortemente aspettato (il semi-quadrato con detta congiunzione è a quasi zero gradi di tolleranza e a mio parere è la vera chiave di lettura di tutto, qui), è nella quinta Casa: il cinema, il cinema! Certamente. Ma anche il figlio morto giovane, giovanissimo.

Ancora una volta si ripresenta il tema di questo aspetto astrologico davvero terribile, l’angolo dissonante tra Marte e Saturno: o fa le persone spietate e cattive o le rende vittime di atrocità.

Siamo certamente nel secondo caso. E l’elaborazione del lutto è e sarà uno dei temi fondamentali della vita del Soggetto.

Lui perse entrambi i genitori drammaticamente, come ho appena scritto, e ciò lo vediamo nel Sole in IV, al sesqui-quadrato di Giove in ottava Casa.

Ma c’è un terzo lutto di cui mai si è parlato: quello mai avvenuto, nel “mondo reale”, e forse molte volte provato nel proprio animo: relativo al fratello maggiore Fabio, di cui si sa nulla o quasi.

Eppure i riferimenti cinematografici sono davvero fortissimi, a cominciare dal film “È stata la mano di Dio” in cui il personaggio del fratello è descritto come all’interno di un’aura speciale, mitica, appunto.

Arriviamo al tabù-mito dell’incesto.

Davvero non lo avete notato?

Eppure è assordante nel tracciato narrativo di questa splendida pellicola.

Osservate attentamente la scena del ballo a tre, poche ore prima del suicidio di Raimondo: Parthenope danza rapita, tra Raimondo e Sandrino. I tre si sfiorano più volte, molto sensualmente, con le mani, la bocca, le labbra, le braccia. Si stringono ripetutamente in una danza che sembrerebbe giungere, per via naturale, all’amore, al sesso, a tre, come avveniva nelle civiltà elleniche e romana prima che venisse instillata tra gli umani l’idea del peccato.

“Mi manca l’aria”, esclama Parthenope nella cattedrale di San Gennaro, subito prima di fare sesso con il “Demonio”.

E l’Arcivescovo: “È il cattolicesimo”.

Ecco, provate a rivedere il film partendo da queste angolazioni: l’incesto, il sesso, il peccato, l’amore senza steccati, queer, come si dice oggi.

Era e Zeus, la sposa sorella e lo sposo fratello, come nel mito decrittato da Verena Kast, “La coppia”, Red edizioni, Como, 1991.

Tornando alla danza dei tre giovani protagonisti, il Regista l’ha voluta ulteriormente marcare con l’intera suggestiva canzone di Riccardo Cocciante, “Era già tutto previsto”, 1975:

Era già tutto previsto

Fin da quando tu ballando

Mi hai baciato di nascosto

Mentre lui che non guardava

Agli amici raccontava

Delle cose che sai dire

Delle cose che sai fare

Nei momenti dell’amore

Mentre ti stringevo forte

E tu mi dicevi piano

“Io non lo amo, non lo amo”

Era già tutto previsto

Fino al punto che sapevo

Che oggi tu mi avresti detto

Quelle cose che mi dici

Che non siamo più felici

Che io sono troppo buono

Che per te ci vuole un uomo

Che ti sappia soddisfare

Che non ti basta solo dare

Ma vorresti anche avere nell’amore

Ma quale amore?

Era già tutto previsto

Anche l’uomo che sceglievi

E il sorriso che gli fai

Mentre ti sta portando via

Ho previsto che sarei

Restato solo in casa mia

E mi butto sopra il letto

E mi abbraccio il tuo cuscino

Non ho saputo prevedere

Solo che però adesso io

Vorrei morire

 

Ed è il preludio del suicidio del fratello, di Raimondo, poche ore dopo, incapace di superare lo spettacolo, davanti ai suoi occhi, del primo sesso di Parthenope con Sandrino, eternamente innamorato di lei ed in quel momento divenuto un semplice strumento, un toy, quasi, dopo che Raimondo si è fermato e non ha saputo o voluto andare oltre.

Tutte le musiche del film sono quanto mai appropriate e suggestive:

“Exodus” di Wojciech Kilar.

“True Sorry” di Ibrahim Maalouf.

“A Gira” del Trio Ternura.

“Oversky” di Luke Howard.

“Mess Hall” di Luke Howard e Nadje Noordhuis.

“Bluebird” di Luke Howard e Nadje Noordhuis.

“Che cosa c’è di Gino Paoli”.

“My Way” di Frank Sinatra (qui devo protestare per avere accostato questa mia reliquia all’insulso uomo dell’elicottero).

“Io sono il vento” di Marino Marini.

“Harvester of Sorrow” di Little Kruta e Jenn Mundia.

“Fields of forever” di Chad Lawson e Peter Gregson.

“Napoletana” di Enzo Avitabile e Mario Brunello.

“Rjódur” di Snorri Hallgrímsson.

“Memoria” di LaTorre.

“Era già tutto previsto” di Riccardo Cocciante - Questa canzone appare anche alla fine del film e nel trailer, sottolineando i momenti emotivi chiave.

“The Mistral Noir” di Daniel Herskedal.

“The Lighthouse” di Daniel Herskedal.

“Pause” di Peter Gregson.

“Valse Triste” di Jean Sibelius.

“Indigo” di Nadje Noordhuis.

“E si arrivata pure tu” di Valerio Piccolo - Brano originale scritto appositamente per il film.

“Malambo No. 1” di Yma Sumac.

“Pupularia” di Enzo Avitabile e Djivan Gasparyan.

“II. Warmth” di Peter Gregson e Warren Zielinski.

“L’estate sta finendo” dei Righeira.

Raimondo si uccide e immagini del corteo funebre e di mostri meccanici che spargono il colera per Napoli rispecchiano la putredine che ha preso posto nell’animo di Parthenope la quale, prima di vedere una propria via di uscita verso una possibile “normalità”, dovrà ancora passare attraverso esperienze più vicine a thanatos che a eros.

Certamente la scena di sesso con l’arcivescovo/cardinale è forte1, tanto da disgustare moltissimi spettatori. Ma, ripeto, occorre calarsi nel mito della bella e della bestia, se si desidera davvero avvicinarsi al tema.

Nel film esso ci viene proposto quattro volte, in modo marcato: il sesso tra la protagonista e la non più giovane e deturpata Marta Flava, il sesso con il viscido vecchio e demoniaco arcivescovo/cardinale Tesorone, di nuovo il sesso con Roberto Criscuolo, il camorrista non più giovane e semi-impotente “scopato da Parthenope” e non “che scopa Parthenope” e, infine, il contatto fisico con il bambino-gigante-mostro-amore3 figlio del professor Marotta, fatto di acqua e sale, come Parthenope…

La scena che mi è piaciuta di meno è stata quella del miracolo, nella cattedrale. Mi è sembrato che fosse poco sentita dall’Autore.

Invece le altre due, a mio avviso più straordinarie e toccanti, per me le più emozionanti di tutto il film, sono state quelle dell’abbraccio con il Professore, nel cortile-agorà dell’Università (la fusione tra il mito e il Sapere) e l’altrettanto commovente abbandono del saturnino Professore sull’enorme braccio del suo bambino-gigante-mostro-amore.

Non c’è dubbio che il film farà parlare di sé a lungo, anche per la filippica di Pasquale Sorrentino contro i napoletani:

“Voi napoletani siete depressi, trasandati e folcloristici…”

E via continuando in un j’accuse che fa tornare alla mente le parole di Anna Maria Ortese in “Il mare non bagna Napoli”.

Ma ha forse torto?

Non è forse vero che Pasquale Sorrentino, come ogni buon napoletano, ami e odi la propria città allo stesso tempo? Visceralmente?

Certo non si possono considerare “leccate” le parole dei tifosi che cantano, in via Partenope!, davanti all’hotel Excelsior, nella scena finale del film, che gioiscono per il terzo scudetto (o miracolo?) del Napoli (come non vedere, qui, la scena del transatlantico Rex, di notte, che passa al largo di Rimini, in “Amarcord”?)

Sorrentino non le manda a dire ai suoi concittadini. Anche se poi la Greta Cool che ce le trasmette è quella così descritta da Marta Flava: “Una grandissima simpatizzante del sesso anale”.

 

Un film da vedere e rivedere molte volte, per non sciupare alcunché.

Già la scena di Parthenope, subito dietro gli studenti che lanciano molotov ai poliziotti, sulle scale dell’università, che veste di nero, piange e si dispera, meriterebbe un approfondimento a parte… (un’altra citazione felliniana?2 Un richiamo a quella “Prova d’orchestra” in cui il Maestro si spese anche politicamente?)

E come non stigmatizzare i cambiamenti di cifra e di narrazione di una giovane donna-mito che, in quell’attimo che fu la sua giovinezza, come tanti, pensò davvero di essere immortale ed onnipotente? Che poi, dopo la morte di suo fratello, si perde in una terra di nessuno tra camorristi, riti camorristici, miracoli-truffa e sesso mostruoso, prima di approdare ai meravigliosi tailleur indossati con scarpe e borse elegantissime, capelli raccolti dietro la testa e aria già professorale quando inizia a vivere la sua seconda vita, dopo avere cambiato pelle e dopo avere smesso di fumare.

La sintesi di tutto sembrerebbero due frasi:

Marotta su Tesorone: “È solo un seduttore”.

E Tesorone su Marotta: “È solo un padre con un figlio problematico”.

 

Ma c’è tanto di più.

 

1)    A marcare ancora maggiormente l’obbrobrio suscitato dal sesso tra la bella e la bestia, Sorrentino ci ha mostrato una bella “che sembra una santa”, ancora più meravigliosa e seducente a mezzo dei gioielli del Tesoro di San Gennaro, gemme preziosissime, uniche, del suo splendore di sensualità e di giovinezza. Per “Satana”, invece, il Regista non si è dovuto spendere troppo dato che a fianco a quel fiore ogni uomo anziano e un po’ brutto…

2)    Felliniano ormai fa parte del dizionario italiano, ma vorrei invitarvi a non confondere un territorio ben preciso con i border della imitazione. Sorrentino è genuinamente “felliniano”, nel senso di tirare fuori l’anima, quella junghiana, per raccontarci i propri mondi interiori. Ed in ciò è certamente simile a Federico Fellini che anche frequentò tantissimo Carl Gustav Jung, ma il Nostro lo fa con una propria grammatica e grandezza artistica che non bisogna confondere con attività volgari da “copia e incolla” di triste attualità.

3)    Perché l’Autore ha usato il virtuale per rappresentare il figlio “diverso” del Professore? A mio parere per due ragioni: la prima perché ciò gli avrebbe permesso una esagerazione, una rappresentazione iperbolica molto lontana dalla “normalità” e secondo perché si sarà reso conto che se avesse usato un “modello vero” sarebbe stato fustigato da tutti, a prescindere, per un uso non politicamente corretto della cinepresa. 




Aggiornamento del 10/2/2025

 

Finalmente è stata approvata la domanda, inoltrata alla Prefettura di Milano circa tre anni e mezzo fa, di Daniela Boscotrecase, per cambiare il proprio cognome in Discepolo Boscotrecase.

Ciò corrisponde alla mia volontà di permettere a lei, se ne verificasse la condizione, di continuare a pieno titolo la strada da me iniziata, facendo da punto di riferimento mondiale all’Astrologia Attiva. Per nostra comune decisione, Daniela Discepolo Boscotrecase, sarà, quindi, riferimento ed arbitro in future questioni inerenti la prosecuzione e lo sviluppo dell’opera di Ciro Discepolo, opera contenuta soprattutto in oltre 150 libri pubblicati alla data del 10 febbraio 2025, migliaia di lezioni YouTube, oltre 300 saggi brevi e molte migliaia di articoli, testi di conferenze e seminari, oltre a capitoli scritti in libri di terze persone.

 

Milano, 10 febbraio 2025



Aggiornamento del 14/2/2025:

Disponibile da subito (entro poche ore) il mio libro “Il Blog Di Ciro Discepolo Volume VI”, con questo codice: 979-8310655263. Dalla PREFAZIONE:

Questo è il sesto volume che raccoglie tutte le pagine del mio blog da novembre 2007 a oggi. Qui troverete i miei diari astrologici da settembre al 10 novembre 2011.

Come ho già spiegato un anno fa, ho eliminato tutte le foto e le immagini non strettamente indispensabili alla lettura di questo tomo e nonostante ciò, abbiamo oltre 500 pagine per circa un terzo dell’anno 2011, parzialmente già riportato in libri nei volume IV e V di questa collana.

Come alcuni di voi sapranno, il problema della realizzazione Kindle di questo e di altri volumi è stato risolto prima dell’invio ad Amazon: il file Word che è assolutamente necessario, può essere generato dall’AI prima dell’invio ad Amazon, cui dovrebbe seguire, pochi giorni dopo, l’edizione cartacea.

Per me la trasposizione su carta di contenuti anche così genuinamente digitali, è una realtà alquanto importante, dato che rappresenta, in qualche modo, la consegna alla storia del mio personale percorso di autore (alcune copie cartacee del libro saranno reperibili in poche e selezionate biblioteche pubbliche, situate in diverse località).

Come ho fatto per i precedenti cinque volumi già pubblicati, anche qui approfitto delle prime pagine per inserire uno o due capitoli che ritengo importanti lasciare per iscritto.

Oggi farò ciò in relazione a due eventi che apparentemente potrebbero sembrare privati e personali, ma che invece ritengo di interesse generale per chiunque segua, a livello professionale, l’Astrologia: il cambio di cognome, per mia moglie Daniela, da Boscotrecase a Discepolo Boscotrecase e la sentenza con la quale il Tribunale di Venezia, lo scorso ottobre, ha accolto il mio ricorso contro il Sindaco di Vigonovo, in provincia di Padova, e ha condannato lo stesso, oltre che a consegnarmi gli estratti di nascita per riassunto, di Giulia Cecchettin, nonché del fratello e della sorella, anche a pagare 1700 euro di spese per tale giudizio che  personalmente non avrei mai voluto e a cui sono stato costretto a causa dell’atteggiamento contumace, a più livelli, di detto sindaco.

Tale sentenza, a mio parere, farà giurisprudenza ed è un dono che intendo lasciare ai miei allievi futuri i quali, ritengo, ad eccezione di pochi tra quelli attuali, non vedendomi come una minaccia, mi ameranno sinceramente e potranno anche dimostrarlo, oltre che dichiararlo.

Comincio, quindi, con il proporvi l’intera trascrizione della suddetta sentenza.


Nota: La foto di copertina è di Ciro Discepolo.





Aggiornamento del 18/2/2025


Frammenti di Astrologia “arcaica”: quanti ricordi e che emozioni…

Stavo facendo una piccola ricerca storica e mi sono imbattuto in un vecchio numero de “Gli Arcani”, quello che vedete in foto, di settembre 1981. Era un mensile pubblicato dall’editore Giovanni Armenia con il quale già collaboravo da tempo. In questo numero cercavo di convincere i colleghi a seguirmi lungo due strade che per me erano già tracciate irreversibilmente da anni: l’uso del computer, come strumento tecnico dell’Astrologia, e lo studio di Rivoluzioni Solari e di Rivoluzioni Solari Mirate. In questo articolo, come vedete dalle foto, presentavo, non senza orgoglio, i primi grafici ottenuti dal mitico Hewlett-Packard HP85, detto “Capricorn”! È stato un tuffo nei ricordi, pieno di emozioni come ancora oggi mi provoca l’immagine di quel mito per me, al pari della Vespa e della 500 Fiat!

Avevo iniziato nel 1967 con il vero primo personal computer, l’HP67 (piccolo nella foto), addirittura precedente all’Olivetti P101, e poi seguito, circa un anno dopo, dall’HP97.

In questo articolo mostravo il risultato ottenuto con la stampantina termica e monocromatica del “Capricorn” su cui veniva plottato, nel vero senso della parola, sia il grafico del Tema Natale che quello di Rivoluzione Solare (foto qui riprodotta). Questo software fu a cura mia, di Michele Mauro e di Guido Paonessa e lo sviluppammo in HP-Basic. Ma precedentemente eravamo passati per la primissima versione di Astral nel 1979, io e Michele Mauro, che firmammo uno dei primi software al mondo di astrologia&informatica, utilizzando un altro mito della storia: il personal computer della General Processor di Firenze, nel 1979, che anche vedete nella foto (occorrevano almeno due persone per sollevarlo da terra).

Era basato sul microprocessore Z80 e si guastò circa due ore dopo che lo avevo ricevuto: ma non perché fosse scadente (si era “bruciata” una memoria). Ricordo l’angoscia che mi venne: telefonicamente, con l’aiuto dei tecnici di Firenze, riuscii a ripararlo da me e senza doverlo rispedire.

Qui c’è anche un vecchissimo numero della rivista BIT, di informatica, in cui, come si vede dalla foto, si annunciava in copertina un mio articolo in cui presentavo, insieme a Michele Mauro, il software che aveva come output un grafico a colori sul plotter (quasi futuristico per quei tempi…)

E dato il contesto da “amarcord, ho trovato anche, relativamente alla metà degli anni Settanta ed ai primi convegni internazionali di Astrologia, due foto scattate a Milano con Lisa Morpurgo e con Serena Foglia.

Infine il mio primo libro letto di Astrologia: “Sotto il segno degli astri”, Jacqueline Aime e Joelle De Gravelaine, Dellavalle editore.



Aggiornamento dell'1/3/2025, fonte “Repubblica”



 

Per Tutti. Non è una notizia importante, ma vi invito a leggerla perché potrà spiegare, a qualcuno, il perché di un certo rumore di fondo che disturba, da qualche anno, l’Astrologia:

http://ilblogperidepressi.wordpress.com/ 

For Everybody. It is not an important news, but I invite you to read it because it can explain, to someone, the why of a certain noise leading that disturbs, from a few years, the astrology:

 http://ilblogperidepressi.wordpress.com/ 

 

Ciro Discepolo

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Per vedere bene i grafici zodiacali e le foto, occorre cliccarci sopra: si ingrandiranno. 

Una bibliografia quasi completa di Ciro Discepolo:

An almost complete bibliography of Ciro Discepolo:

 http://www.amazon.com/Ciro-Discepolo/e/B003DC8JOQ/ref=sr_ntt_s 

e

http://www.programmiastral.com/download/bibliografia_completa_di_ciro_discepolo.xls



 


martedì 4 febbraio 2025

I 20 GIORNI PRIMA E DOPO DEL COMPLEANNO, dal libro di Ciro Discepolo

 



I 20 GIORNI PRIMA E DOPO DEL COMPLEANNO

Di Ciro Discepolo

Edizioni Ricerca ‘90

 

PREFAZIONE:

 

La finalità di questa breve pubblicazione è quella di illustrare ai colleghi di tutto il mondo le ragioni tecniche e anche quelle non tecniche che mi fanno dichiarare che le regole #1 e #2 delle mie 34 regole contenute nel testo “Transits and Solar Returns”, seconda edizione inglese in preparazione e che sarà disponibile a Giugno 2013, sono le uniche affermazioni astrologiche accettate dalla Scienza Ufficiale, in tutta l’intera storia del pensiero umano.

Questo primo grande traguardo nella Storia dell’Astrologia, anziché essere stato accolto con grande entusiasmo da colleghi e da simpatizzanti dell’Astrologia, è stato addirittura avversato da alcuni di essi, per ovvi motivi di invidia.

Gli “scintifisti”, cioè coloro che usano la Scienza in senso talebano, come era da prevedersi, hanno invece ignorato il fatto.

Dunque, senz’alcuna celebrazione ma anche senza false modestie, desidero spiegare qui ai meno esperti di statistica, qual è stato il percorso che mi ha portato a tale importante risultato.

Tengo ancora una volta a sottolineare che personalmente considero l’Astrologia più Arte che Scienza, o – comunque – una Scienza Umana, assai vicina, da un punto di vista epistemologico, a discipline come la Sociologia, la Critica Letteraria, la Filosofia, parte della Psicologia e via dicendo.

In tal senso permettetemi una critica, quasi un lamento, a certa “astrologia tecnologica” che si vorrebbe vendere oggi.

Personalmente, infatti, pur avendo lavorato molto per la ricerca e con la statistica applicata all’Astrologia, mi considero soprattutto un astrologo orientato all’Uomo, nel senso più ampio del termine.

Lunedì 16 novembre 1992 veniva messo in vendita, in Francia, il nuovo catechismo, un vademecum per il buon cristiano degli anni Duemila.

Alla voce “Oroscopi”, riportata lo stesso giorno anche da importanti quotidiani europei e del resto del mondo, leggiamo: «Tutte le forme di divinazione sono da respingere: ricorso a Satana o ai Demoni, evocazione dei morti, o altre pratiche. Oroscopi, astrologia, chiromanzia, veggenza e ricorso ai medium nascondono una volontà di dominio sul tempo, sulla storia e sugli uomini ed al tempo stesso un desiderio di ingraziarsi le potenze nascoste».

Dunque oroscopi, astrologia, chiromanzia, veggenza... sono quelle virgole che non mi piacciono.

A me che da quasi mezzo secolo ho studiato e studio l’Astrologia con metodo e razionalità, in piena indipendenza da ogni forma di superstizione e di possessione del Demonio, quelle virgole non possono proprio starmi bene.

Mentre scrivo non ho potuto leggere direttamente il testo in oggetto e dunque non so se l’accostamento con le virgole di universi tanto lontani tra loro sia riportato tale e quale nell’originale o sia piuttosto una semplificazione dei colleghi redattori di vari quotidiani, ma ciò, alla fine, per quanto voglio dire, poco importa.

Sì, perché, nella cosiddetta “cultura ufficiale”, questo appaiamento è radicato, è di default.

Sia che a parlare si tratti di famosi esponenti della tuttologia di ogni longitudine terrestre oppure di un John  Smith intervistato dalla CNN o, ancora, di un esponente del comitato CSICOP perennemente in cattiva fede, il risultato non cambia: le virgole ci sono sempre, per separare espressioni diverse della stessa cosa: pattume.

Se io, in questo momento, mi ribello a simili forme di giudizio sommario, non è - si badi bene - per dire che l’Astrologia è una cosa seria a danno della chiromanzia e di altre mantiche - ma semplicemente perché ritengo innanzitutto, che se si desidera parlare di Astrologia lo si debba fare parlando di Astrologia e basta.

 

Ma l’Astrologia è Astrologia e basta?

E, soprattutto, che cos’è oggi l’astrologia? Ecco, a me sembra, sia questo il punto giusto di partenza in tale discussione. Si tratta di stabilire, prima fra gli astrologi, che cosa è l’astrologia, per poi poterne dibattere all’esterno.

E un compito difficile in cui sono pochi quelli che riescono ad orientarsi nel bailamme attuale di pratiche lontanissime tra loro e che molti si ostinano ad usare sfruttando un nome che non appartiene loro.

In questa veste mi sembra allora giusto ricordare lo sforzo di semiologi e filosofi che hanno dato e danno prova di saper impostare un discorso razionalmente corretto, oltre che molto valido, a mio avviso, da un punto di vista metodologico.

Come si può arricchire questo Sapere, per cercare di stabilire che cos’è l’Astrologia e se c’è bisogno di una sua rifondazione?

Sì, perché se Astrologia debba chiamarsi anche l’oroscopia o il vaneggiamento solitario di chi pensa di inserire nella lettura di un cielo di nascita anche la posizione di oltre quattrocento asteroidi del nostro sistema solare, allora è meglio - al limite - rifiutarla, questa Astrologia, e tentare di rifondarla con un nome diverso.

Ma io personalmente, e diversi amici e colleghi, siamo piuttosto dell’idea che debbano essere gli “eretici” a cambiare nome e non noi che, pur nei necessari distinguo che la storia, l’esperienza e la ricerca ci impongono, continuiamo a ispirarci a quell’Arte di Urania a cui si sono abbeverati nomi nobilissimi della storia dell’Uomo.

Ecco, allora, che mi sembra giustissima l’impostazione data dai collegi italiani Antonino Anzaldi e Francesco Maggiore in più pubblicazioni di tentare di iniziare una rifondazione dell’Astrologia partendo dalla sua Storia: vere o false le loro conclusioni, il cammino è quello giusto. Ma non basta.

Sono convinto, infatti, che la strada della Storia sia il veicolo principale che possa condurci alla  scoperta delle nostre vere radici, ma sono altrettanto convinto che la sola Storia remotissima non possa bastare e vada affiancata da una storia moderna, anzi recentissima: di questi ultimi cinquant’anni di astrologia nel mondo occidentale.

Secondo il mio parere quello che manca di più, oggi, allo studioso di ogni disciplina che tenti di affacciarsi alla nostra, è uno strumento documentario e critico, un libro di Storia, appunto, che cerchi di cucire insieme quello che è recentissimamente avvenuto nel mondo dell’Astrologia.

Ritengo, invece, che siamo in piena paranoia, al cospetto di una devianza irreversibile che ha colpito l’Astrologia, nell’uso perverso che ne fanno non solo i suoi nemici, nell’azione di continua denigrazione, quanto anche e soprattutto nel danno che ad essa viene arrecata dagli stessi “addetti ai lavori”.

Si evince, inoltre, a mio parere, che non è più tanto il risibile e – alla fine – innocuo “oroscopone segnosolare” che appesta l’Astrologia, quanto ben altre cose, come la possibilità dell’astrologo di inserire in una carta del cielo oltre 400 asteroidi e tutto quanto esiste e anche quanto non esiste nel cielo sopra la nostra testa.

L’astrologo impegnato nella corsa allo “scavalcamento” dei colleghi potrà dire al collega: “Se tu mi piazzi un’altra decina di pianeti ancora da scoprire nella carta del cielo di nascita, io posso fare di più e mi preparo i grafici di nascita con oltre 450 asteroidi”.

Sempre meno, invece, si tiene conto della Storia dell’astrologia, della mitologia, del simbolismo, della psicologia analitica e della cultura tutta delle antiche civiltà. Si fa a gara a riempire ogni millimetro quadro di un Cielo Natale con i “punti” più diversi ed eterogenei, appartenenti ad ogni corrente di pensiero (si fa per dire) astrologico, mischiando esoterismo e Astrologia delle supposizioni, in un coacervo eterogeneo ed assurdo in cui potrebbe starci bene, nel mucchio, anche la limousine azzurra parcheggiata all’angolo del palazzo, nel luogo e nell’istante di una nascita presa in considerazione.

Ritorno allora, e concludo, al discorso che trovo fondamentale, in rapporto alle finalità di questa  breve prefazione: studiare bene 1a Storia dell’Astrologia, ma non solo quella delle origini.

Troverei indispensabile il lavoro di uno studioso, serio e critico, di ricerca storica che ci racconti - chiaramente e in maniera corretta - la storia degli ultimi cinquant’anni dell’Astrologia occidentale.

Ciò, penso, sia indispensabile perché chiunque non sia un addetto ai lavori e voglia informarsi sull’argomento, non ha, attualmente, tutti gli strumenti certi per farlo.

Potrebbe, per esempio , andare in una libreria e chiedere un testo di base di astrologia e poi, dopo averlo letto, accorgersi che lo stesso respinge tutta l’astrologia millenaria e tutto può dirsi tranne che un libro d’introduzione all’argomento.

Una Moderna Storia dell’Astrologia dovrebbe ripercorrere questi ultimi lustri, in Europa e negli Stati Uniti, tentando di dare un quadro completo e veritiero delle varie “mutazioni” che ci sono state e tentando anche di fare il punto sulla ricerca, nel nostro settore, sempre in questi ultimi decenni. Solo a partire da qui, si potrà evitare che falangi di sideralisti o di neo e pseudo cosmo-biologisti invadano sempre più il campo, appropriandosi di un nome che ha una storia in massima parte assai rispettabile.

 

Ciro Discepolo

Napoli, 2 Maggio 2013

 

Le uniche due leggi astrologiche validate dalla Scienza Ufficiale

 

Sono le seguenti che potete trovare nella I edizione italiana di Transiti e Rivoluzioni Solari, Armenia editore, Biblioteca di Astrologia, Milano, 1997, 512 pagine, a pag. 9 e 10:

Regola #1: I venti giorni prima ed i venti giorni dopo del compleanno sono importantissimi, sia in positivo che in negativo. Spesso, in questi giorni, capitano gli avvenimenti più importanti di tutto l’anno.

Regola #2: Il giorno del compleanno è un giorno davvero assai speciale  in cui si possono verificare avvenimenti straordinari. Giacomo Casanova, che era un attento trascrittore dei fatti della sua vita, dichiara, nelle sue memorie, che ben sette volte, nel corso della sua vita, il compleanno coincise con avvenimenti straordinari, in positivo o in negativo, avvenimenti che cambiarono radicalmente il corso della sua vita, come la fuga da un carcere (il veneziano fu ospitato da buona parte delle carceri europee) o il diventare milionario (fu più volte milionario, di quell’epoca, e più volte ridotto sul lastrico).

Il perché di ciò non lo so: perché il compleanno sia così speciale, non lo so dire e, anche se ho qualche idea in proposito, mi astengo dal dichiararla perché non ne sono certo.

Ciononostante, anche se non riesco a dare una spiegazione teorica del fatto, mi limito a constatare che la cosa funziona. Provate ad ascoltare, da oggi in poi, i telegiornali con attenzione, facendo caso a questo particolare oppure leggete i giornali inseguendo questo tipo di notizia e vedrete che ricorre continuamente la didascalia del mafioso russo arrestato in un albergo di lusso nel giorno del suo compleanno, dell’assassino di Giovanni Falcone che viene arrestato nel giorno del genetliaco della sua vittima, del calciatore che segna il goal decisivo nel giorno della sua nascita e via dicendo.

Di esempi se ne potrebbero fare a migliaia.

Queste prime due regole rappresentano, a mio avviso, alcune delle realtà più innovative della mia scuola di Astrologia. Chiunque di voi ha la possibilità di verificarle migliaia di volte. Funzionano senza ombra di dubbio.

Queste stesse regole, senza neanche una virgola di differenza, le trovate nella II edizione italiana di Transiti e Rivoluzioni Solari, Armenia editore, Biblioteca di Astrologia, Milano, 2004, pagine 580, alle pagine 9 e 10.

Queste stesse regole, senza neanche una virgola di differenza, le trovate nella I edizione francese di Traité Complet D’Interprétation Des Transits Et Des Révolutions Solaires En Astrologie, Éditions Traditionnelles, Paris, 2001, pagine 502, alle pagine 13 e 14.

Queste stesse regole, senza neanche una virgola di differenza, le trovate anche nella:

-        I Edizione spagnola del libro pubblicata da Ricerca ’90 in USA

-        I Edizione tedesca del libro pubblicata da Ricerca ’90 in USA

-        II Edizione francese del libro pubblicata da Ricerca ’90 in USA

-        Nel libro Revisione dell’Astrologia, Armenia editore, Milano 2012

-        Nella II Edizione inglese del libro che sarà pubblicata in USA probabilmente entro giugno-luglio 2013

-        Nel libro The Great Treatise of Astrology, oltre 1200 pagine di grande formato, USA, 2013

-        E in altri libri ancora.

Eventuali altre versioni delle stesse si devono intendere apocrife e/o comunque prodotti di pura fantasia.

Le spiegazioni su queste due regole in particolare sono state numerosissime e mi è impossibile elencarle tutte dato che la mia bibliografia è oggettivamente “smisurata…”, ma ne troverete tante soprattutto qui:

-        In molti miei articoli sul mio magazine Ricerca ’90

-        In specifici capitoli dei miei oltre 70 libri che, nelle varie edizioni in almeno 8 lingue, per ora, e anche nelle versioni Kindle, superano i 100 libri.

-        In decine di miei interventi scritti sul blog.

-        Nei testi di seminari e conferenze, tenuti soprattutto in università italiane e straniere.

-        In oltre 1000 lezioni di Astrologia su YouTube.

 

Non volendo ripetere tutti questi scritti, ne faccio qui di seguito un sunto.

Nel mio testo Transiti e Rivoluzioni solari, Armenia, ho elencato trenta regole che a mio avviso potrebbero essere un buon punto di inizio per leggere la realtà degli avvenimenti che ci capitano di anno in anno.

Ho subito e doverosamente precisato che si tratta di un punto di partenza e non delle tavole della Bibbia.

Tuttavia, la mia dovuta modestia che mi obbligava a precisare ciò, sarà forse stata letta con eccessiva elasticità da parte di molti che hanno creduto fosse possibile cambiare, senza troppi sforzi, le suddette regole.

Facciamo un esempio. Ho scritto che, secondo la mia esperienza, i venti giorni prima e i venti giorni dopo del compleanno sono straordinariamente importanti e raccolgono la maggior parte degli avvenimenti importantissimi di una vita. Ebbene, posso assicurarvi che la cifra di venti non l’ho estratta dal panierino dei numeri della tombola, ma che essa corrisponde a delle lunghe meditazioni sul campo.

Mi capita, tuttavia, di assistere a dei discorsi o a delle sequenze di messaggi sulle mailing list che recitano pressoché in tal modo: “Io ho notato che a volte gli avvenimenti accadono anche trenta giorni prima e dopo del compleanno”.

“E io ho notato che essi accadono anche quaranta giorni prima e dopo”.

“Ma io posso provarvi che gli stessi, in alcuni casi, si verificano anche 45 giorni a monte e a valle del ritorno solare”. Allora, in alcuni casi, per alzata di mano, si passa a stabilire che la nuova regola è: 45 giorni prima e dopo il compleanno.

Se me lo si consente vorrei, simpaticamente, richiamare all’ordine costoro. Non è in questo modo che si fanno le statistiche e le ricerche e per chiarirvi meglio il mio punto di vista, vorrei riferirmi al grafico sottostante che si riferisce a quello elaborato da André Barbault per una sua splendida ricerca sull’orfanilità.

Osservate bene il disegno. Esso si riferisce alla distribuzione - nelle Case - della presenza di Saturno nei 264 cieli natali degli orfani su cui ha investigato il Grande Maestro d’oltralpe.  Come potete notare egli ha trovato una concentrazione assai alta nelle Case IV e X. Tuttavia, qualche “puntino” lo troviamo anche nella Casa ottava, sesta, quinta, etc. Allora, in tale circostanza, cosa avremmo dovuto dedurne? Che l’orfanilità è una specifica dei settori I°, 2°, 3°, IV , 5°, 6°, VII, 8°, 9°, X, 11° e 12°? Ritornando al nostro esempio di partenza, non credete che anche io abbia trovato che ci sono avvenimenti importanti che cadono un mese, due o n mesi prima o dopo il compleanno?

Se ho scritto che, secondo la mia esperienza, andrebbero considerati i venti giorni prima e dopo, è per un fatto di presenza massiccia in tali giorni di avvenimenti importanti, senza escludere che qualche “puntino” possa esserci anche un po’ più in qua o in là di detto intervallo.

In caso contrario, potremmo generalizzare e fare un po’ come la Protezione Civile che manda fax a pioggia alle singole prefetture a ogni vigilia di cattivo tempo: tanti allarmi, nessun allarme. Tanti giorni, nessun giorno.

Pertanto vorrei ribadire che tutti hanno la libertà di cambiare le trenta regole in oggetto, ma almeno lo facciano dopo decine di migliaia di casi esaminati e decenni di studi spesi sull’argomento1.

Il concetto di cui sopra si può spiegare anche prendendo come riferimenti altri due tipi di grafici, quello che in elettronica è denominato segnale a onda quadra o anche “segnale a gradino” e quello molto usato nella distribuzione di una variabile in termini statistici e chiamato “campana di Gauss”.

 

Vediamoli.

 

Ecco, come potete osservare, stiamo guardando un grafico ad assi cartesiani.

Sulle ascisse è visualizzata la variabile Tempo e sulle ordinate la variabile che ci interessa esaminare. In questo caso immaginiamo una tensione elettrica, che so, di 2,3 volt che si ripete ogni milionesimo di secondo.

Ciò significa, per spiegarla anche a chi è totalmente a digiuno di elettronica e di misure elettroniche, che siamo di fronte a un “treno di onde” in cui ogni milionesimo di secondo vi è un segnale (una tensione elettrica) di 2,3 volt della durata di T/2 (la metà di T) poi seguito, sempre in tempi di frazioni di milionesimi di secondo, da una tensione di 0 (zero) volt e di -2,3 volt e via dicendo.

In questo caso abbiamo, volendo ulteriormente semplificare, un sistema binario quasi perfetto che potremmo paragonare alla luce della freccia anteriore sinistra di una automobile: si accende per un breve periodo di tempo, poi si spegne per lo stesso periodo di tempo e quindi si riaccende e si rispegne in una sequenza che si definisce binaria.

 

Vediamo ora una campana di Gauss:

 

 

E applichiamo la stessa alla mia regola dei venti giorni prima e dei venti giorni dopo il compleanno.

Che cosa ho notato in 43 anni di studi su oltre centomila consulti effettuati? Che il giorno del compleanno è un giorno straordinariamente importante, una sorta di calamita che avvicina a sé i giorni solitamente più importanti dell’anno: un nuovo impiego, la perdita di un lavoro, un innamoramento, un fidanzamento, un matrimonio, la nascita di un figlio o di un nipote, una separazione sentimentale, una vincita al gioco, la scoperta di una malattia, la propria morte o quella di persone care, segnare un goal in una partita importante, essere eletti al Parlamento, subire un arresto giudiziario, incontrare una persona che ci cambierà la vita, pubblicare un libro, ricevere la notizia di avere avuto assegnato un premio, litigare violentemente con qualcuno, subire un furto, perdere denaro e documenti, vincere al gioco, ricevere una lettera importantissima e potremmo continuare con migliaia di esempi.

Molti fatti, nel giorno del compleanno o nei venti giorni prima e dopo dello stesso, non sono neanche noti all’interessato, ma lo sono ai suoi cari.

Utilizzando questa regola, insieme alle altre elencate nei 2 volumi del mio libro The Great Treatise of Astrology, oltre 1200 pagine di grande formato, USA 2013, voi potete fare previsioni assai attendibili.

Ho già raccontato in un mio libro che dovendo vendere un piccolo immobile alcuni anni fa, varie agenzie immobiliari mi dicevano che “ero folle” perché occorrevano tre anni per riuscire a vendere e comunque avrei ricavato la metà di quello che chiedevo e che mi occorreva soprattutto per ristrutturare completamente la mia casa. Io rispondevo: “Non credo. Penso che venderò entro due mesi al massimo, a prezzo pieno, e quasi certamente tra il 17 luglio (mio compleanno) e il 10 agosto (compleanno di mio fratello Bruno che era cointeressato a quella vendita)”.

Il 17 luglio, mentre mi trovavo a Petropavlovsk per il mio compleanno, un signore chiese un appuntamento a mio fratello che poi dimenticò per vari giorni di riferirmi relativamente allo stesso. In tale chiacchierata questo signore comunicava a mio fratello che la vendita non si poteva fare essendoci un suo diritto di prelazione del solo terrazzo di quella casa. Tornato dall’estremo est siberiano, fui messo al corrente della cosa.

Mi studiai i vari grafici e soprattutto le Aimed Lunar Returns di tutti i familiari, la curva di AstralDetector, le regole di timing degli avvenimenti già citate, i transiti e soppesai ancora maggiormente le regole #1 e #2 delle mie 34.

Confermai la mia previsione, quando la cosa appariva impossibile e, con l’aiuto di esperti legali, girai a mio favore tale inconveniente e vendetti l’immobile il 4 agosto al prezzo di vendita da me deciso.

Potrei citare decine di altri casi che mi sono capitati il giorno del mio compleanno o a cavallo del giorno del mio compleanno. In alcuni casi sono venuto a conoscenza anche 5 anni dopo di qualcosa di enorme accadutami il giorno dell’anniversario della nascita!

Man mano che ci allontaniamo dal giorno del compleanno il numero di eventi relativi alla prima delle trentaquattro regole diminuisce, ma non vi è una caduta verticale come nel segnale a gradino, bensì un andamento secondo la cosiddetta curva di Gauss:

tutti i giorni intorno al compleanno hanno una grande intensità di espressione e tutti possono verificare ciò, tutti tranne chi è avversario della nostra scuola.

Ma noi non desideriamo fare ulteriori proseliti dato che la nostra famiglia si allarga tanto ogni giorno che passa e non ci curiamo delle critiche ignoranti e velenose di costoro.

Osservando il disegno di sopra possiamo, allora, dire che a monte di –X e a valle di X, la nostra variabile è molto poco significativa. In tutti i venti giorni prima e dopo del compleanno e nella zona curva (a destra e a sinistra) indicata dalla scritta “Deviazione standard”, la nostra variabile decresce fino a toccare un punto critico 20 giorni prima e 20 giorni dopo il compleanno, ma secondo un andamento curvilineo e non a fronte verticale come avviene per i fenomeni di tipo “onda quadra”.

Allora, per i più distratti o per i meno intelligenti: questo significa che negli altri giorni dell’anno non ci sposiamo, non acquistiamo un’auto nuova, non ci innamoriamo e non troviamo un nuovo lavoro?

Niente affatto: gli avvenimenti positivi e negativi della nostra vita si distribuiscono durante tutto il corso dell’anno, ma - e questa è la regola #1 – la massima concentrazione ci sarà da 20 giorni prima a 20 giorni dopo rispetto al giorno anniversario di nascita.

E per concludere questa prima parte di tale scritto ripeto:

-        Per appurare ciò ho utilizzato il metodo induttivo

-        Il mio campione sono stati oltre centomila consulti in vari decenni di studio

Allora, prima di terminare questa introduzione all’argomento in oggetto, chiediamoci come fanno o hanno fatto i miei colleghi, in tutta la storia dell’Astrologia:

Alcuni pilastri della Storia dell’Astrologia, come il mio Grande Maestro André Barbault (vedi per esempio il suo studio sulla orfalinità), Henri J. Gouchon, Reinhold Ebertin, Charles Carter, Stephen Arroyo e altri ancora hanno operato nello stesso identico modo.

E sono stati eletti senatori a vita? No. Allora hanno ricevuto cattedre ad honorem? Neanche. E dunque? Dunque, hanno avuto due tipi di conseguenze legate al loro lavoro di studi e di ricerche durato una intera vita:

-        Il riconoscimento da parte di decine di migliaia di loro discepoli che li hanno posti idealmente nel Pantheon di Urania, per tutti i secoli a venire.

-        L’ostilità rabbiosa di astrologi di infimo livello che vorrebbero distruggere le loro scoperte, ma che sono condannati a restare nel nulla assoluto (ovviamente diamo per scontato lo stesso atteggiamento da parte dei cosiddetti scientifisti che negano perfino l’esistenza dell’amore perché non si può dimostrare in laboratorio).

Ecco, passiamo, adesso, a dimostrare perché le regole #1 e #2 sono le uniche leggi astrologiche validate dalla Scienza Ufficiale in tutta la Storia dell’Umanità.

 

Alcune premesse fondamentali sulla Statistica

Definiamo la Statistica:

“Scienza che studia con metodi matematici fenomeni collettivi: statistica della popolazione, statistica della mortalità…”.

 dal dizionario della lingua italiana Devoto-Oli 2011.

Cerchiamo di spiegarla più semplicemente a chi sia a digiuno totale della stessa.

Gli esperti della materia mi perdoneranno se userò un linguaggio molto elementare per tentare di far comprendere anche a chi sia a digiuno totale dell’argomento di cosa si tratta.

Possiamo dire, con la benevolenza di chi la Statistica la insegna nelle Università, che la stessa si basa soprattutto su di “una scommessa” o, per dirla con una espressione più tecnica, sulla verifica matematica di una ipotesi di partenza.

Facciamo un esempio. Mettiamo che qualcuno si sia convinto che quando fa tredici starnuti di seguito, al tredicesimo starnuto, un grosso ratto esce dalle fogne.

Allora lui porta questa sua ipotesi ad esperti della materia che se non lo prendono a calci subito e hanno la pazienza di ascoltarlo, gli fanno fare alcune prove e constatata l’assoluta infondatezza della “legge” dichiarata, gli raccomandano di curare più l’orto di casa e di lasciar perdere la statistica.

Ora prendiamo un secondo soggetto che propone ad esperti di statistica la seguente legge da lui stesso osservata: ogni mattina sorge il sole.

Anche in questo secondo caso i ricercatori, per quanto pazienti possano essere, prenderanno a calcioni costui e lo accompagneranno malamente alla porta.

Facciamo, adesso, invece, un terzo esempio un po’ più complesso, e soprattutto serio, e immaginiamo che un medico facente parte di un’associazione umanitaria (del tipo “Medici senza Frontiere”) operi in un punto preciso della Liberia, sulle coste del Centro Africa.

Costui ha notato che negli ultimi decenni la percentuale di malattie dovute all’assunzione di mercurio ha causato una maggiore mortalità nelle popolazioni di quella zona per malattie legate appunto a una forte assunzione di mercurio attraverso un’alimentazione basata quasi esclusivamente sul pesce pescato dai nativi.

Questa è l’ipotesi di partenza. Egli sottopone il caso agli esperti di statistica che potrebbero dirgli, dopo numerose e lunghe e laboriose prove che egli ha ragione e che ha scoperto una legge validata dalla Scienza Ufficiale.

 

Soffermiamoci un attimo su questo punto.

Egli potrebbe avere avuto due diversi risultati: uno enorme (per esempio che tale mortalità è quattro volte superiore alla media mondiale) oppure uno lievissimo che ci parla di uno scostamento del 5% rispetto alla media mondiale, ma in entrambi i casi la significatività statistica è fortissima.

Eccoci giunti, allora, a un nuovo doppio concetto non chiaro agli statistici della domenica e a quelli del bar dello sport.

Ritorniamo alla mia regola #1 e immaginiamo che desideriamo tralasciare le moltissime espressioni della stessa, volendoci soffermare soltanto sui casi di morte nel giorno del compleanno. Niente Matrimoni? No. Niente fidanzamenti? No. Niente separazioni sentimentali? No. Niente incidenti d’auto? No. Niente lettere di assunzione? No. Per ora vogliamo considerare soltanto le morti nel giorno del compleanno.

Mettiamo che qualcuno “scopra” che si muore sempre nel giorno del compleanno. Benissimo.

In questo caso dobbiamo parlare di un fenomeno con una intensità altissima di ripetibilità e con una significatività statistica altrettanto enorme.

Ecco, allora, che il discorso diviene più articolato e siamo passati a individuare due variabili importanti in senso statistico:

-        l’intensità di ripetibilità di un fenomeno

-        la significatività dello stesso

Avete compreso tutti, fin qui? Sì, lo so: non tutti, ma procediamo.

Ora, poniamo, invece, che alcuni ricercatori dimostrino che si muore con la stessa “intensità di ripetibilità” (perdonate il lessico semplificato per tentare di far comprendere anche a chi è nato con una scarsissima intelligenza) in qualsiasi giorno dell’anno e che dunque nel giorno del compleanno si muore esattamente nella stessa misura che in qualunque altro giorno dell’anno.

Ma, consideriamo anche che ci sia una terza strada. Alcuni ricercatori notano che nel giorno del compleanno, e nelle strette vicinanze dello stesso, si muore più frequentemente della media.

Più frequentemente della media.

Ma questa lieve “intensità di ripetibilità” è acqua fresca o è una legge che non si conosceva e che è stata scoperta? È una legge che non si conosceva e che è stata scoperta. E chi lo dice?

Lo dice lo Z, l’indice di significatività statistica che non è una sensazione soggettiva, ma il risultato di rigorose leggi statistiche.

Allora possiamo dire che esistono leggi in natura che pur non avendo una ripetibilità altissima sono comunque significative in senso statistico? Esattamente!

Se volete capire meglio come questo Z possa marcare le leggi significative rispetto a quelle non significative, osservate la tabella di questa pagina che si riferisce a una mia ricerca sull’ereditarietà astrale:

http://www.cirodiscepolo.it/Osservazioni.Htm

Ecco, chi è riuscito a seguirmi fin qui, può continuare a farlo, se vuole. Agli altri consiglio di abbandonare.

Facciamo altre poche premesse prima di arrivare alla conclusione di questo breve saggio.

Secondo il vostro parere, le monumentali ed eccezionali statistiche di Michel e di Françoise Gauquelin, sono state validate dalla Scienza Ufficiale?

No, assolutamente. E perché? Perché ogni volta che i due compianti ricercatori francesi (non astrologi) presentavano i loro lavori al Palazzo (presso le sedi accademiche della “Scienza Ufficiale”), veniva loro risposto: “Molto bene. La vostra ricerca ha ottenuto uno Z significativo, ma perché voi possiate ottenere il sigillo di validità da parte della Scienza Ufficiale, dovete ripetere la stessa ricerca su di un campione diverso”.

I nostri due bravi e coraggiosi eroi, non si perdevano di coraggio e ripetevano tutta la trafila. Il nuovo lavoro veniva analizzato alla “lente di ingrandimento” dagli “sceriffi del Palazzo” che anche in questo caso ammettevano l’esito positivo della nuova ricerca effettuata, ma richiedevano una nuova replica su di un campione diverso.

Il gioco andò avanti per decenni perché i dadi erano truccati in quanto, come dichiarò lo stesso Paul Couderc, direttore dell’Osservatorio Astronomico di Parigi, che dirigeva tutti i controlli e a cui spettava il pronunciamento finale su queste ricerche, “Se la statistica si mette a dare ragione all’astrologia, allora io smetto di credere alla statistica”.

Pertanto il sigillo della Scienza Ufficiale, nonostante la schiacciante evidenza dei monumentali lavori dei coniugi Gauquelin, non giunse mai e le loro ricerche non sono ritenute valide dalla Scienza.

Stessa sorte è capitata a Didier Castille che è certamente il più grande ricercatore statistico di astrologia vivente.

Anche per lui nessun sigillo da parte della Scienza Ufficiale.

Lo stesso dicasi per le mie ricerche sulla ereditarietà astrale dove la conferma del doppio Z altamente significativo nello spezzone studiato e calcolato dai professori dell’Università di Napoli non mi è servito a validare quella ricerca in quanto io, conoscendo cosa era accaduto ai coniugi Gauquelin, ho sì ripetuto alcune volte tale statistica insieme al bravo Luigi Miele, ma non ho mai sottoposto l’intero lavoro ad alcun Palazzo perché conoscevo già la risposta che avrei ottenuto: “Tu potrai ripetere mille volte la tua ricerca, noi diremo sempre che dovrai ripeterla una volta ancora”.

Eppure un’altra mia affermazione astrologica, una doppia affermazione astrologica, è stata validata dalla Scienza Ufficiale e si tratta proprio delle regole #1 e #2 delle mie famose 34 regole. Vediamo come sia potuto accadere ciò.

Nel corso del 2012, mi trovavo in Svizzera, nel Ticino, e lessi una notizia sulle prime pagine (attenzione: stiamo parlando delle prime pagine e non di quelle interne) dei media di tutto il mondo: un gruppo di ricercatori svizzeri dell’Università di Zurigo aveva potuto dimostrare una “propria” ipotesi di partenza, studiandola per moltissimi anni, replicandola molte volte su milioni di persone e ottenendo, infine, la pubblicazione su di una rivista scientifica di primo livello internazionale che in questo modo la validava definitivamente apponendoci il sigillo di garanzia della Scienza Ufficiale: 

si muore più frequentemente nel giorno del compleanno, o a stretto ridosso dello stesso, rispetto a qualsiasi altro giorno dell’anno.

A questo indirizzo potete acquistare, per circa 30$, l’intera ricerca, in formato PDF dei professori Vladeta Ajdacic-Gross PhD a,b,*, Daniel Knöpfli BSc b,c, Karin Landolt MSc b, Michal Gostynski MDa, Stefan T. Engelter MDd, Philippe A. Lyrer MDd, Felix Gutzwiller MD, DrPH a, Wulf Rössler MD, MSc b,e:

http://www.annalsofepidemiology.org/article/PIIS104727971200110X

 

Questo significa che noi tutti moriamo sempre nel giorno del compleanno? Niente affatto!

Noi moriamo con una piccola percentuale di frequenza maggiore della media nel giorno del compleanno rispetto a qualunque altro giorno dell’anno e ciò è dimostrato da una forte significatività statistica che significa che tale valore è una legge e che non può dipendere dal caso con cui i ricercatori svizzeri potrebbero essersi sbagliati nel credere ciò.

La “loro” legge, studiata e ripetuta per molti anni, ha confermato sempre la significatività statistica e dunque è una legge scientificamente provata. Punto.

Ora il punto sta nel fatto che tale legge io l’avevo scritta e pubblicata nei miei libri molto prima che a essi venisse in mente una realtà del genere.

Allora cosa ho fatto? Sono andato da loro per reclamare il diritto di primogenitura sulla stessa? Niente di tutto ciò: sapevo e so benissimo che se andassi da lor signori e dicessi “La vostra legge è stata scoperta molti anni prima di voi da un astrologo”, costoro sarebbero capaci di rimangiarsi tutto e di dire che si sono sbagliati, pur di non dare ragione a un astrologo.

Tuttavia le mie due regole sono chiare e loro, senza supporlo neanche, hanno lavorato per me e mi hanno voluto fare questo dono.

Cosa dichiarano costoro?

Che si muore di più nel giorno del compleanno e nei giorni strettamente vicini allo stesso più frequentemente che in qualunque altro giorno dell’anno”.

Non dimentichiamo che il compleanno può avvenire fino a 1 o a 2 giorni prima o dopo del giorno di nascita. Questo è un punto fondamentale.

Ora cosa dicono le mie regole #1 e #2 a proposito della mortalità (e di molte cose ancora)?:

Si muore di più nel giorno del compleanno e nei 20 giorni prima e dopo dello stesso che in qualunque altro giorno dell’anno.

Considerando da due giorni prima a due giorni dopo il compleanno, ci troviamo o no nel giorno del compleanno o nei 20 giorni prima o dopo dello stesso? Sì!

Sì!

Sì!

Sì!

Allora le mie due regole sono state validate dalla Scienza Ufficiale e tutto il resto sono soltanto chiacchiere da parte di chi in tutta la propria vita non potrà neanche dimostrare che l’acqua è liquida.

Consideriamo, inoltre, che l’Architetto che ha creato tutto ciò, comprese le suddette leggi, non ci ha spiegato perché ha utilizzato questo progetto e non un altro.

Va da sé, tuttavia, che occorre ricordare come nel corso della vita si muore una sola volta mentre possiamo fidanzarci anche 100 volte e in più occasioni, in diversi anni, possiamo sposarci, separarci, ammalarci, guarire, laurearci, trovare un lavoro, essere licenziati, ricevere premi, pubblicare libri, essere arrestati e via dicendo.

Anche utilizzando la semplice ragione possiamo ritenere più logica una distribuzione, tra i 20 giorni prima e i 20 giorni dopo del compleanno, mettiamo di 30 fidanzamenti nel corso della vita. Diversamente – ripeto – per la morte che incontriamo in un’unica occasione.

Infine, per i miei Lettori/Allievi/Colleghi, e soltanto per loro, risponderò a un’altra domanda che sembra essere logica e che non lo è affatto, denunciando, ancora una volta che l’Astrologia è soprattutto uraniana e intelligente nel senso di cogliere legami: chi ha un cervello piatto e non è neanche accreditato presso l’ordine dei maghi e delle fattucchiere, con un cielo natale di base che denuncia la piattezza totale del cervello, non può capire questi collegamenti e dovrà prima allenarsi per decenni a fare i calcoli giusti di milioni di cieli natali in tutto il mondo e in Italia, e poi forse, potrà essere autorizzato a tacere per sempre.

La domanda dei miei Lettori potrebbe essere la seguente: “Ma perché tu hai parlato di 20 giorni prima e di 20 giorni dopo il compleanno se bastava fermarsi a un paio di giorni prima e a un paio di giorni dopo del giorno del genetliaco?”.

È molto semplice e lo capirete tutti (tutti voi): le mie due regole sono state dimostrate su tutta la popolazione francese non soltanto sulla mortalità nel giorno del compleanno, ma anche sulle nascite dei figli, sui fidanzamenti o matrimoni, sul giorno della laurea, su quello dell’assunzione e su cento avvenimenti ancora.

Se i ricercatori svizzeri in oggetto un giorno faranno una nuova ricerca per stabilire quanti proprietari che abbiano messo in vendita un proprio immobile riescano a venderlo nei venti giorni prima e dopo del proprio compleanno, probabilmente, se imposteranno bene la loro ricerca, ed escludendo questo momento da grande crisi del ’29, scopriranno che c’è una incidenza maggiore di vendite di immobili nei 20 giorni prima e dopo del compleanno dei venditori e dei compratori di immobili.

Allora torniamo a un punto precedente. Da una parte la Scienza Ufficiale ha validato le mie due regole.

Dall’altra parte il mio orizzonte visivo ha compreso la ricerca dei professori zurighesi più quelle dell’ottimo Didier Castille (molte messe assieme) più altre che ho elencato io e che certamente in futuro saranno dimostrate.

Quando?

Quando ce lo dice il mio Grande Maestro nel suo ultimo e magnifico libro Il Valore dell’Astrologia, Edizioni Librarie Federico Capone, Torino, 250 pagine nel quale si dice convinto che le prime prove sulla validità anche scientifica dell’Astrologia ci giungeranno entro una trentina di anni dall’Astrologia del Giorno del Compleanno!

Questa che avete letto è, per ora, una prima bozza, cui seguirà una stesura finale che pubblicherò, in forma di libro breve, in italiano, in inglese e in francese quanto prima, negli Stati Uniti.

 

Note:

1) Nel testo di Marina De Chiara e di Ciro Discepolo, Scienza e Scienze Umane, pubblicato con il patrocinio dell’Università ‘L’Orientale’ di Napoli dalle edizioni Ricerca ’90, USA 2013, a pagina 22 preciso quanto segue:

“È necessario iniziare a puntualizzare alcuni paradigmi riguardo alla scienza. Agli albori della civiltà, quando i primi grandi filosofi hanno iniziato a ragionare sul discorso della validazione della scienza, essi hanno individuato tre metodi: il metodo induttivo, il metodo deduttivo e l’inferenza.

Il metodo induttivo è basato principalmente sull’osservazione: se osserviamo una persona che stringe nella mano sinistra un grave, un bicchiere, e questa lascia la presa, quest’azione, anche se ripetuta mille volte, vedrà sempre il grave cadere a terra e rompersi, se di vetro. Dall’ osservazione possiamo induttivamente affermare che questo accadrà anche alla milionesima volta.

Il metodo deduttivo parte invece da una speculazione mentale e va a verificare un fatto che poi potrà diventare scientifico. Se ad esempio nel deserto vediamo un albero di mimose in fiore dobbiamo supporre che sotto l’albero ci sia un pozza d’acqua.

L’inferenza invece è stata spiegata anche dal grande Silvano Arieti, considerato il maggiore esperto mondiale in materia di schizofrenia, in questi termini: se il malato schizofrenico è una giovane donna che si chiama Maria, ragionerà secondo il seguente principio: “Io mi chiamo Maria; la Madonna si chiama Maria; la Madonna è vergine; io sono vergine: dunque, io sono la Madonna”. Quello appena riportato è un esempio di inferenza.

A partire dal diciassettesimo secolo in poi, un secolo straordinario che ha visto operare quattro dei cinque maggiori astronomi dell’era moderna, Tito Brahe, Kepler, Galileo Galilei e Isaac Newton, venne fuori il concetto di scienza galileiana. Un testo importantissimo di uno storico della scienza, Alexander Koyré, Dal mondo del pressappoco all’universo della precisione (Einaudi), si pone una domanda fondamentale: perché alcune scoperte che potevano essere utilizzate in maniera tecnica già duemila anni fa hanno dovuto attendere il Settecento per essere messe in pratica? Koyré ad esempio fa riferimento agli alchimisti i quali, pur avendo la possibilità di pesare e misurare con precisione gli elementi per i loro esperimenti, usavano volutamente espressioni come “una manciata abbondante di sale”, oppure “fuoco lento” o “fuoco vivo” perché essi operavano secondo criteri di arte, di “magia”, e non volevano agire “scientificamente”.

Io, come altri grandissimi astrologi che mi hanno preceduto, uso esclusivamente il metodo induttivo di ricerca in astrologia e, dunque, la creazione delle Trentaquattro Regole (all’inizio erano 30) non è stata partorita da una buona digestione in un pomeriggio di tarda primavera, bensì dall’osservazione di decine di migliaia di casi pratici, per la durata di decenni e decenni e decenni.

Ciò non è il metodo di sedicenti astrologi che, basandosi su di una esperienza pari a zero, vorrebbero pontificare sulla produzione di una vita di studi altrui.

 




Aggiornamento del 5/2/2025

Essere militanti o non essere militanti

A mio parere Giordano Bruno fu un meraviglioso esempio di mente, prim’ancora che di uomo, che preferì farsi giustiziare, al rogo, anziché abiurare.

Galileo Galilei, invece, ci viene rimandato dalla storia mentre batte con rabbia un tacco del proprio stivale per terra esclamando, con altrettanto ardore, “Eppur si muove!”, riferendosi alla Terra, ma subito dopo avere accettato di rinnegare il proprio credo copernicano.

Insomma nella storia abbiamo avuto leoni ruggenti e gattini miagolanti, nonché leoni da tastiera e poi anche molti don Abbondio, mezzi uomini, ominicchi e quaquaraquà.

Il dilemma se essere militanti o meno non è altrettanto urgente come l’altro relativo a se andare al lavoro ogni mattina o cercare di marinare i propri impegni, quotidianamente, nella prospettiva di una vita più ludica e più ricreativa.

Tuttavia è un quesito che mi appassiona e desidero dedicarci almeno qualche riga.

Esistono persone convinte di comportarsi coerentemente e, dopo avere dato l’assenso all’espianto dei propri organi, dopo la propria morte, ritengono di poter vivere l’intero resto della vita senza mai più testimoniare in alcun modo la propria militanza rispetto a questo o a mille altri impegni civili.

La dottrina Kennedy ammoniva: “Non domandarti cosa lo Stato possa fare per te, ma chiediti quotidianamente cosa potresti fare tu per il tuo paese”: idea romantica dei cittadini che mi fa pensare a tante persone che a Natale mandano un WhattsAPP di auguri: “Tanti auguri!”, e restano convinti di essere in credito con ogni persona al mondo per questa testimonianza di “ben volere”.

Forse è perché sarò all’antica, ma personalmente la militanza la vedo in altro modo.

E ciò mi rammenta la storiella dell’ufficiale nazista che interroga prigionieri contadini (polacchi?): “Tu cosa dai da mangiare alle tue galline?”. Ognuno cerca di dare la risposta giusta che però mai piace all’ufficiale che spara in testa ad ognuno. Allora un altro prova: “Ah no, non lo so e non lo voglio sapere: do loro i soldi e si comprano quello che vogliono!”

Ciò ci riporta a militanze meno drammatiche e più comode da essere agite: del tipo “sono tendenzialmente vegetariano, ma non sempre…”

Personalmente mi muovo in direzione assai più draconiana, in ogni ambito della mia vita, e – prima di tutto – dal punto di vista delle origini del mio percorso euristico, filosofico e di impegno culturale-professionale.

Quando era vivo il mio grande maestro, André Barbault, ma anche adesso che è morto da vari anni, soprattutto adesso che non c’è più, se qualcuno si azzardasse solamente a dire o a scrivere qualcosa di vagamente offensivo verso lo stesso, dovrebbe vedersela con il sottoscritto. Ma non a chiacchiere. Chi avesse qualche dubbio, in proposito, vada a guardarsi i vent’anni di pubblicazioni della mia rivista trimestrale cartacea, Ricerca ’90.

Troverà, per esempio, che un avversario “ideale” di André, mi scrisse una lettera aggressiva in cui “sfidava a duello lui e me” per le sue idee…

Forse non tutti sanno cosa volesse dire portare avanti la pubblicazione di una rivista su carta di 128 pagine, con copertina a colori e con tiratura obbligatoria di 1000 copie: tanto, tanto denaro, speso per l’amore dell’Astrologia. Ma non solo denaro.

Non esitai neanche un minuto e diedi al mio maestro tutto lo spazio necessario per gestire con costui un lungo duello su carta…

Ancora oggi non temo a dare dell’imbecille a chiunque (e ce ne sono tanti) che, celebrandosi come allievi eletti del Maestro, dicono coglionerie della sua scuola perché non saprebbero orientarsi neanche se si desse loro una mappa…

E io dico il fatto loro, sempre. Tanto che costoro si nascondono quasi e limitano moltissimo i propri interventi pubblici per non fare altre terribili brutte figure…

Ma non tutti gli allievi si comportano così con i loro maestri. La maggior parte si volta dall’altra parte quando trova manifesti anche di dieci metri davanti ai propri occhi con insulti od omissioni che essi dovrebbero sentire come spinte ineludibili a rispondere, a sfidare, a guerreggiare… per almeno due-tre anni di seguito.

Ma tanti, troppi, sono impegnati H24 a scrivere “la Storia” e non hanno tempo per questioni così “banali” …

Militanti e non militanti.

Uomini e quaquaraquà.





 Per Tutti. Non è una notizia importante, ma vi invito a leggerla perché potrà spiegare, a qualcuno, il perché di un certo rumore di fondo che disturba, da qualche anno, l’Astrologia:

http://ilblogperidepressi.wordpress.com/ 

For Everybody. It is not an important news, but I invite you to read it because it can explain, to someone, the why of a certain noise leading that disturbs, from a few years, the astrology:

 http://ilblogperidepressi.wordpress.com/ 

 

Ciro Discepolo

www.cirodiscepolo.it  

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