martedì 23 agosto 2011

La Telefonata






Un mio breve racconto di diversi anni fa





Orazio entrò nella terza carrozza del treno della Circumvesuviana e si sedette in uno dei posti centrali dal lato sinistro nel senso di marcia. Lo fece applicando una vecchia regola ormai saldamente memorizzata: d’estate, di pomeriggio, era bene sedere a sinistra per viaggiare più al fresco, evitando di essere investiti direttamente dai raggi del sole. Non aveva portato con sé giornali: non aveva lo spirito giusto per leggere. Lasciò che lo sguardo vagasse distratto per la carrozza. Questa era già piena di pendolari, di turisti e di altre diverse tipologie di viaggiatori quando mancavano ancora dieci minuti alla partenza. Gli stranieri, con il loro carico incredibile di bagagli che sarebbero stati eccessivi anche per un viaggio di mesi, sedevano composti e silenziosi se erano soli o in coppia, ma rumoreggiavano alquanto se formavano un gruppo. Tanti i pendolari che tornavano alle loro case dopo la giornata lavorativa. Questi ultimi, per lo più, leggevano un nuovo capitolo del libro che faceva loro da clessidra in un pendolarismo che forse sarebbe durato l’intera vita. Orazio notava con un certo distacco tutto ciò; il suo umore umbratile strideva con quanto lo circondava e il suo pensiero tornava a quell’idea martellante. “Ti chiamerò verso le diciotto”, gli aveva detto Alessandra, ma le sei – in realtà – erano già trascorse da vari minuti. Provò un forte senso di peso allo stomaco e un disagio generale. Cercò di distrarsi nuovamente. Due donne, giovani e attraenti, gli sedevano di fronte e comunicavano tra loro trasferendosi un sano ottimismo. Qualche fila di posti più avanti sedeva un uomo intento a digitare un testo al computer portatile. Solo due o tre bambini completavano quel vario assortimento di umana genia.
Intorno alle diciotto, aveva detto Alessandra. Finalmente il treno partì e pochi secondi dopo si fermò nuovamente alla stazione di Piazza Garibaldi. Qui entrarono in molti e solo per qualcuno ci fu il posto a sedere. Il viaggio proseguì con una certa scomodità per chi era in piedi e con bagaglio. La vettura non riusciva mai a raggiungere un’elevata velocità perché già alla partenza entravano in funzione i freni per lo stop successivo, che rendeva la cifra della densità abitativa e urbanistica di quella zona. Orazio continuava a guardare nervosamente l’orologio.
Non si era accorto di due giovani tossicodipendenti seduti nella prima fila di posti della vettura. Questi, ignari o disinteressati al divieto di fumo nelle carrozze, sopraggiunto soltanto poche settimane prima, fumavano aspirando profondissime boccate. Erano vestiti assai male, con jeans e magliette laide. Erano, in tutta evidenza, sotto l’effetto di droga perché roteavano la testa e non riuscivano a tenere una postura ferma, ma – anzi – barcollavano letteralmente, pur essendo seduti. Gli occhi fissavano inesistenti punti lontani e sembravano parlare tra loro anche se si aveva l’impressione che non stessero dicendo alcunché.
‘Le diciotto sono passate da oltre mezz’ora’, pensò Orazio mentre il treno transitava davanti alla stazione Leopardi, in quella zona dove il grande poeta recanatese trascorse gli ultimi tristissimi anni della sua vita infelice. Non fu un caso, allora, pensò Orazio, se gli vennero in mente, in quell’istante, i versi della Ginestra, imparati a memoria tanti anni prima: “Sovente in queste rive, / che, desolate, a bruno / veste il flutto indurato, e par che ondeggi, / seggo la notte; e su la mesta landa / in purissimo azzurro / veggo dall’alto fiammeggiar le stelle,  / cui di lontan fa specchio / il mare, e tutto di scintille in giro / per lo voto seren brillar il mondo…”.
Intanto ci si avvicinava alla stazione di Pompei Scavi dove il treno si sarebbe in buona parte svuotato: perché Alessandra non si fa viva?
Poco prima di Castellammare di Stabia Orazio notò un homeless che percorreva, come una sentinella, il corridoio del vagone, in avanti e indietro. Poteva avere una sessantina d’anni, ma forse erano soltanto quaranta portati malissimo. I capelli erano lunghi e sporchi, alla D’aArtagnan. Era vestito con una tuta sudicia da ginnastica, grigia, e anche le scarpe un tempo erano state di tipo sportivo. Con l’indice e il pollice della destra insisteva a tirare fuori gli ultimi vapori di un mozzicone ormai minuscolo di sigaretta e con la sinistra reggeva una busta di plastica bianca altrettanto lercia come i suoi stracci. Anche lui, come i due tossicodipendenti ormai scomparsi, non sembrava essere del tutto in sé. Andava su e giù per la vettura e ogni tanto si fermava di colpo: con il pollice della sinistra scostava velocemente l’elastico dei pantaloni della tuta e guardava in direzione del proprio sesso. Poi lasciava la presa e riprendeva la sua improbabile ronda.
Orazio era stanco e teso e mal sopportava tutto quanto gli era intorno. In altre occasioni avrebbe gradito quel breve viaggio che lo riportava verso i luoghi di tanti fine settimana indimenticabili. Ripeteva ad alta voce nella propria mente: Alessandra, Alessandra, Alessandra…
L’apice di agitazione lo toccò all’ingresso del lunghissimo tunnel che dalle Terme di Castellammare porta a Vico Equense. I secondi sembravano divenire ore. Il buio cavernoso, che lo circondava e sembrava ingoiarlo con la velocità adesso notevole del vettore, lo rimandava alla cupezza del proprio animo in quell’istante. La luce riflessa dei finestrini, investiti a tratti dalle rare lampade elettriche della lunghissima galleria, creava un effetto stroboscopico e i fotogrammi che si presentavano ai suoi occhi assumevano le sembianze di tanti singoli frame da film thriller. Si accorse che stava sudando e le tempie gli battevano fortissimo. L’ansia cresceva e si sentiva anche mancare. Strinse i pugni e cercò di respirare profondamente. Il frastuono del tunnel violato da quel missile di acciaio inarrestabile non gli faceva più udire nulla e avvertiva anche un gran bisogno di bere. Quando la tensione giunse a un livello ormai insopportabile intravide un lucore davanti a sé che gli annunciava l’uscita dal tunnel: l’incanto del mare visto dalla stazione di Vico fu tutt’uno con lo squillo del telefonino. “Pronto… Alessandra?”.
“Orazio, … è benigno!”.

Ciro Discepolo







Per A.P. Sì, hai ragione, non diciamo nulla perché se l'hai vista molto scocciata questa signora, ciò ci mette una gran paura addosso, a noi tutti. Comunque i due grafici che ci hai richiesto, sono qui sotto. Buon Compleanno!













Per Giovanni. Ieri hai postato tre commenti, a distanza di pochi minuti l'uno dall'altro. Al primo ho risposto subito e l'ho salvato per inserirlo nel blog di oggi. Poi ne hai scritto un altro, scusandoti, e ho pensato che forse avrei dovuto considerare con maggiore elasticità le tue intemperanze. Subito dopo sei tornato pressappoco sulle posizioni precedenti. Qui sotto trovi le mie risposte.






I commento di Giovanni.

"Gentile Ciro,dopo l'ultima sua replica ci tengo a precisare quanto segue:
1) mai scritto che i calcoli del Grande Maestro erano sbagliati anche perchè non sono a disposizione e nessuno si è mai dato la briga di pubblicarli. In caso contrario me lo faccia sapere e sarò felice di confrontarmi con quei numeri.
2) Lei ha solo pubblicato un esempio di calcolo per un anno dell'ICP e io le ho detto che lo calcolo esattamente allo stesso nodo seguendo le indicazioni del Maestro. Non esistono indici fantasiosi.
3) Non capisco perchè abbia montato tutta sta polemica quando bastava confrontare 3 numeri senza inventarsi questioni di lesa maestà del tutto fuori luogo.
Cordialmente
Giovanni".




Per Giovanni. Mi sembra che tu stia montando una polemica inutile dopo essere stato accolto molto gentilmente in questo blog e dopo che io ho investito delle ore per seguirti in questi chiarimenti. Vediamo.


Definiamo “Eufemismo” dal Dizionario Gabrielli: “Figura retorica che consiste nel sostituire espressioni di contenuto sgradevole o crudo con espressioni attenuate o perifrasi”. 

Hai scritto una prima volta per dire che non ti trovavi con i calcoli e che la curva dell’ICP non riprendeva a salire nel 2013, ma continuava a scendere fino al…

E questa tua frase cosa vorrebbe dire se non che i calcoli (o la curva) del Maestro sono sbagliati (rileggi la definizione di ‘eufemismo’)?


Affermi che i valori della curva originale dell’ICP non esistono da alcuna parte: è falso. Io ho pubblicato il grafico originale. In ordinate e in ascisse ci sono tutti i numeri. Ingrandendo il grafico si possono rilevare tutti i valori, a meno di una piccolissima approssimazione dovuta allo spessore della penna che ha tracciato i grafici. E questi numeri sono molto lontani da quelli che indicavi tu. Inoltre, già aprendo il primo di molti libri del Maestro sull’argomento, Astrologia Mondiale, Collana Biblioteca di Astrologia, Armenia Editore, trovi tutti i valori numerici del secolo scorso (l’edizione che ho io è abbastanza vecchia).

T’indigni perché dici che ti ho risposto come se ci fosse stato un caso di lesa Maestà: certo che c’è stato, dato che non stiamo parlando di un qualunque pseudo-astrologo nascosto da un nickname! Noi stiamo parlando di uno dei più grandi astrologi dell’Umanità!


Comunque, per me, non c’è problema e se tu neanche questa volta hai pensato di vergare delle scuse al Maestro e se ritieni che qui non sei servito bene, scegli pure, se vuoi, di andare a spendere altrove il tuo danaro.




II Commento di Giovanni.


"gentile Ciro,
mi spiace molto che la nostra discussione sia degenerata. Giuro che non avevo alcuno intenzione di mancare di rispetto a chicchessia. Se è successo me ne scuso.
Cordiali saluti,

Giovanni".



No comment. 





III commento di Giovanni, pochi minuti dopo.



"Gentile Ciro,
la invito a rileggersi il testo del suo Maestro André Barbault "L'Avenir du Monde" Parigi 1993 tradotto in italiano col titolo "L'astrologia e l'avvenire del mondo" Xenia 1996 dove a pag 177 si legge :"Il prossimo sec comincia con un'ascesa che porta a un apice nel 2003...Dopo questo eccezionale balzo in alto assistiamo ad un calo dal 2004 al 2009 ....una prima importante crisi si instaurerà al primo avvallamento del 2010. Risalita fino al 2014...ecc "
Ogni ulteriore commento mi appare superfluo.
Cordiali saluti".




No, invece, ogni ulteriore commento sarebbe indispensabile perché, vedi Giovanni, per comprendere il pensiero di un Autore su di un argomento, non è sufficiente estrapolare una frase da un suo libro e indicarla come riassuntiva di tutta la sua ricerca. André Barbault ha scritto molti libri su tale argomento e tantissimi articoli sono stati scritti da lui (e qualcuno anche da me), sia su l'astrologue che su Ricerca '90, dove sono pubblicate da oltre venti anni tutte le curve dell'ICP della storia dell'umanità, redatte da me e da Luigi Miele  quando nessun astrologo possedeva neanche un computer (abbiamo tralasciato quelle degli anni tremila o giù di lì perché l' "articolo" non interessava alcuno). L'Astrologia Mondiale è una materia difficilissima e per questo non mi sono mai cimentato con la stessa: per esempio l'ICP va letto insieme ai cicli planetari degli astri lenti, esaminati a due e a tre insieme, almeno.
Con questo ultimo scritto vorresti dire che il mio Maestro non si è accorto che tra il 2013 e il 2015 la curva risale, seppure per poco? O pensi che lui abbia ritenuto inutile questa risalita? Oppure sei convinto che tale "dente" crescente non esista?
Io credo di avere studiato tutti i libri di André Barbault (tranne qualcuno introvabile) per oltre quarant'anni e non avrei difficoltà a spiegarti in dettaglio ciò che tu ritieni di avere capito in pochi minuti e senza studiare almeno dieci libri sull'argomento. Ma perché dovrei farlo? Solitamente sono gentile per natura e accolgo con simpatia chiunque entri in questo blog. Ma poi finisco per fare una selezione e non credo che ti dedicherò altro mio tempo, in futuro, né su questo né su altri argomenti.





For Neena that writes:


"Respected Ciro, As the time for my friend's birthday is approaching, I am debating again and need your guidance.
Date of birth: November 19th, 1970 at Ambala (5:50am),
First Return: Las Palmas De Gr, Spain (28N06,15W24). at 11:02 pm. Here Jupiter is conjunct which I like. Mars is in 2nd and not 1st. Saturn is 5 degrees aways from IC. However Pluto is in 5th conjunct 6th house(house of health and daily job activities) and Neptune is conjunct 8th house cusp.
Should I be concerned about Pluto and Neptune here? Ascendant falls in 9th.
Second Return: Lisbon, Portugal. Jupiter is 4 degrees away from MC but Asc is conjunct Mc and in 10th house. Mars in 1st(only negative that I see).
Which return do you prefer and why?
Please advise soon.
Regards,
Neena".



Dear Neena,
the Las Palmas solution is very good! Well done!
Pluto in the Sixth House is not particularry dangerous and the same Neptune in the Eight House.
The Lisboa solution is impossible: we cannot accept Mars in the first House. This is one of the fundamental rules of an Aimed Solar Return: why do you ask me it?
Best regards. 





For all. This is not an important piece of news but I ask you to read it anyhow because it will explain, to some, the background noise which has been disturbing Astrology for some years (Per Tutti. Non è una notizia importante, ma vi invito a leggerla in quanto potrà spiegare, a qualcuno, il perché di un certo rumore di fondo che disturba, da qualche anno, l’Astrologia. Appena avrò un po’ di tempo, creerò altri tre o quattro blog per altre persone su cui vi state ponendo delle domande):














Buona Giornata a Tutti.
Ciro Discepolo



4 commenti:

Giovanni ha detto...

Gentile Ciro,
come mio ultimmo intervento cerco, se mi permette, di riepilogare la "querelle" sui valori dell'indice ICP.
Lei sostiene: l'indice scende dal 2003 al 2013, da qui recupera fino al 2015 per poi tornare a scendere.
Io invece sostengo :l'indice scende dal 2003 al 2010, da qui recupera fino al 2014 (o per essere più precisi fino ad agosto 2013)per poi tornare a scendere.
La questione in sè è puramente numerica. Chiedevo solo una conferma o smentita dei miei calcoli (con numeri non con parole)ma ho ricevuto solo una reazione stizzita di cui fatico a capire la ragione . Ciascuno fornito di effemeridi può fare la verifica in pochi minuti.
La ringrazio per avermi accolto nel suo blog. e' stata un'esperienza abbastanza surreale ma istruttiva.
Cordiali saluti
Giovanni

Vince ha detto...

Grazie del racconto Ciro. Concluso in modo inatteso, ma alla fine si comprende il leitmotiv del viaggiatore.
Per seguire ancora i post di Giovanni sui valori dell'indice ICP fa troppo caldo. Ma ognuno reagisce al caldo in modo personale :-))))
Io per esempio l'altro giorno invece di scrivere elargire mi sono inventata un termine bizzarro. Chissà... effetto di Mercurio retrogrado??!! :-)
Vince
Ciao
Vince

Anonimo ha detto...

Vorrei un consiglio per la mia rivoluzione solare. Sono nata il 4 settembre del 1976 a Lecce alle 4. Stando in Italia avrei un ascendente in V e un Giove in V che mi piacerebbe molto mantenere ma Saturno attaccato al MC. Questa posizione è assolutamente sconsigliabile?
Non potendomi allontanare dall'Europa ho pensato in alternativa Bruxelles o Barcellona dove Saturno starebbe parecchi gradi lontano dal MC. Che ne pensate?
Grazie per la disponibilità di Ciro e di tutti i blogger

Olrak ha detto...

Caro Ciro, la tua interpretazione del Plutone rx dell'amico Genovese mi ha incuriosito non poco.
Ti sarei molto grato se volessi spendere qualche parola sul mio Plutone, in 11^, opposto ad uno stellium in 5^ e sestile a Nettuno in I casa. Oltre a quanto scritto nei tuoi testi, avresti qualche idea per tentare di esorcizzarlo?
Un caro saluto.
Catania, 20/4/81 21.50