La
meravigliosa filosofia delle “sliding doors”: ovvero come partire da quesiti di
tipo scientifico per giungere alla presunta dimostrazione di ossimori astrologici.
In un mio recente blog ( http://cirodiscepolo.blogspot.it/search?updated-max=2018-01-04T14:29:00%2B01:00&max-results=7&start=1&by-date=false
) ho cercato di trattare, dal mio punto di vista, la meravigliosa realtà
dell’elogio del dubbio in cui menti pensanti si interrogano, dallo notte dei
tempi, su questioni fondamentali della vita, dell’universo, della religione,
della filosofia.
Credo che uno degli esempi più alti di ciò sia rappresentato
dai dubbi che montano, giusto per citare uno dei casi più conosciuti, sul
passaggio dal monoteismo della religione cattolica alla triarchia del mistero
della santissima trinità.
Ecco: davvero un argomento dove potremmo tentare di ragionare
e disquisire per i prossimi milioni di anni senza riuscire minimamente a
risolvere tale enigma.
Bello. Davvero.
Altre volte, veleggiando a latitudini infinitamente più
modeste, possiamo porci tutta una serie di interrogativi di carattere più
semplice, più pratico, più elementare.
Per esempio la supposta esistenza di un orologio biologico
nelle specie animali e umane e la domanda se, una volta dimostrata l’esistenza
di tale orologio, lo stesso si possa e si debba considerare dentro la specie
studiata oppure esterno alla stessa.
Ecco cosa scrivevo su tale argomento tanti tanti anni fa:
Il bioritmo o ritmo biologico può definirsi come quella
fluttuazione regolare che caratterizza una funzione fisiologica o un semplice
movimento in un organismo vivente, anche in condizioni costanti di luce e di
temperatura. Per esempio la fruttificazione stagionale in una pianta, lo stato
di veglia e di sonno negli animali, la curva di sensibilità ai medicinali
nell’uomo, etc. etc. Negli ultimi decenni sono state fatte delle scoperte
talmente eccezionali in questo campo da minimizzare
tutto il lavoro di ricerca svolto nei duecento anni precedenti da scienziati
quali De Mairan, Arrhenius, Darwin, Garner, Allard, e tanti altri. In effetti,
dagli anni ’50 in poi del secolo scorso, un’intera schiera di biologi di tutto
il mondo ha iniziato lo studio sistematico dei bioritmi. Si sono tenuti
numerosi congressi sull’argomento e anche la letteratura scientifica in oggetto
è divenuta copiosa. Si può facilmente comprendere l’importanza della conoscenza
dei bioritmi nell’applicazione scientifica giacché il non tenere conto che un
animale ha un ritmo di attività diurna e uno di riposo notturno, per esempio,
può far sì che i risultati di una ricerca siano assai differenti tra loro a
seconda dell’ora in cui sono stati osservati. Nell’affrontare per la prima
volta l’argomento ci si imbatte subito in una riflessione. È dimostrato che
tutti gli esseri viventi, animali e vegetali, seguono dei ritmi. Per cui se
essi riescono a ripetere la stessa funzione esattamente ogni giorno o ogni
anno, vuol dire che tengono conto dell’elemento tempo, dispongono cioè di un
«orologio» che li avverte periodicamente. Arriviamo così al seguente
interrogativo spontaneo: tale «orologio» è interno alla specie, cioè ereditato
geneticamente attraverso l’acido desossiribonucleico (DNA) oppure è esterno,
essendo il ritmo indotto per mezzo di fattori geocosmofisici? Questa è la
grande domanda cui la scienza non ha ancora potuto dare una risposta
definitiva. La maggioranza degli scienziati propende per la tesi del ritmo
endogeno o ereditato, mentre un piccolo gruppo di studiosi facenti capo al
ricercatore statunitense Frank A. Brown Jr. è dell’idea che invece si tratti di
ritmi indotti da uno o più fattori cosmici di natura imprecisata. Entrambi i
gruppi hanno portato, a sostegno delle rispettive tesi, diversi esperimenti i
cui risultati, analizzati separatamente, darebbero ragione a tutti. Fra tutte
le ricerche effettuate ne citeremo due, a sostegno delle tesi antagoniste, che
ci sembrano particolarmente indicative. La prima fu eseguita tra il 1953 e il
1960 dalla biologa Janet Harker nell’Università di Cambridge. La Harker partì
dal presupposto che gli organismi viventi possiedono un «orologio» interno di
natura biochimica, localizzato in una o più cellule. Il suo obiettivo era
quello di trovare e di isolare detto «orologio» in una singola specie: gli
scarafaggi. Dopo anni di pazienti esperimenti la giovane ricercatrice lo trovò.
Le cose andarono in questo modo. Studiò il comportamento di scarafaggi della
specie «Periplaneta americana» e riscontrò, come già sapeva, che tali insetti
hanno un ritmo di attività notturno e un ritmo di riposo diurno.
Successivamente iniziò a sezionare ogni piccola parte dello scarafaggio fino a
trovare quella, la cui assenza, provocava la perdita del senso del tempo e il
sopraggiungere dell’aritmicità nell’insetto. La parte trovata era il ganglio
sub-esofageo (cervello secondario dislocato sotto la gola). Dopo altri anni di
successivi tentativi a base di trapianti, Janet Harker trovò le quattro cellule
di questa regione responsabili del mantenimento del ritmo. Seguirono allora
numerosi esperimenti interessanti con i quali poté dimostrare che era possibile
trasferire il ritmo da uno scarafaggio all’altro, trapiantando semplicemente le
quattro cellule trovate. In ultimo realizzò un test sui cui risultati si aprì
un lungo dibattito nel mondo scientifico, dibattito tuttora aperto. La Harker
trapiantò in uno scarafaggio aritmico gli «orologi» diversamente regolati di
altri due scarafaggi. Il risultato fu che la tensione interna dell’insetto,
provocata dalla stimolazione contemporanea di due segnali cronologicamente
sfasati tra loro, determinò in esso il cancro intestinale che ne provocò la
morte di lì a poco. L’esperimento fu ripetuto moltissime volte e sempre con lo
stesso risultato. L’altro test ideato dal professor Frank A. Brown Jr., giunse
a dimostrare il contrario. Il ricercatore statunitense, che è tutt’oggi uno dei
più bersagliati dall’intero mondo scientifico internazionale perché accusato
di credere alle «streghe», prelevò alcune ostriche a New Haven, nel
Connecticut, e le trasportò, in contenitori ermetici a temperatura, luce,
umidità, etc. costanti, a Evanstone nell’Illinois, città interna lontana centinaia
di miglia dal mare. Senza togliere le ostriche dai loro contenitori, servendosi
di un’appropriata strumentazione, Brown riscontrò che queste, per le prime due
settimane, continuarono a spalancare le loro valve quando a New Haven c’era
l’alta marea. Poi, a partire dalla terza settimana, si accorse che le ostriche
avevano regolato il proprio ritmo di apertura delle valve in sincronia con il
momento in cui ci sarebbe stata l’alta marea a Evanstone se questa fosse stata
una città costiera. Era stata prodotta la prova che questi molluschi «sentono»
le fasi lunari e regolano i propri ritmi rispetto alle stesse. Diversi altri
test sono stati studiati dall’una e dall’altra parte, tutti particolarmente
significativi, ma nessuno è riuscito a produrre le prove conclusive per una
teoria globale sui bioritmi in tutti gli esseri viventi. L’attuale situazione
circa la controversia tra i fautori della teoria del tempo endogeno e quelli
dell’idea del tempo cosmico indotto, è espressa dalla stessa Janet Harker. Ella
dice quanto segue: « ... Brown sostiene che tutti gli organismi dotati di
orologio biologico sono sottoposti all’influenza di variabili ambientali in
grado di fornire indicazioni sul passaggio del tempo. Questa opinione non è
affatto accettata dalla maggior parte di coloro che studiano i ritmi vitali, ma
per ora non si registra la minima prova che possa confutare gli effetti
osservati da Brown». Dunque non è possibile sconfessare Brown, ma neanche i
suoi oppositori. Tuttavia posso proporre al lettore alcune considerazioni. 1) I
fautori della teoria dell’«orologio» interno e quindi del ritmo ereditato,
sostengono che i ritmi biologici non vengono influenzati da fattori cosmici,
ma per dimostrare ciò dovrebbero provare che tali ritmi sussistono anche quando
l’organismo vivente si trovi al di fuori della potenziale zona d’influenza
delle forze citate. E come potrebbero? Esiste forse una zona fuori del cosmo?
2) L’idea dell’«orologio» interno diventa più difficile da accettare quando si
rapporta a tempi molto lunghi e stabili, come nei casi di ritmi annuali o,
addirittura, pluriennali. 3) Janet Harker e altri scienziati hanno dimostrato
l’esistenza di orologi interni, ma ciò non significa che tali orologi hanno un
funzionamento autonomo. Potrebbe anche trattarsi di oscillatori interni che
vengono sincronizzati da fattori esterni.
Tale
argomento, sulla scia della presunta stupenda realtà delle famose sliding doors (che cosa sarebbe successo
se io fossi riuscito a entrare nella vettura della metropolitana un attimo prima della chiusura delle porte e
cosa sarebbe accaduto, invece, se io non fossi riuscito...), o di quella del
sesso degli angeli e anche e soprattutto del libero arbitrio o meno
nell’esistenza dell’uomo, ci porta a considerazioni parimenti altissime sul
piano filosofico, degne delle menti più pensanti che esistono, quelle menti
superiori che già per il solo fatto di interrogarsi continuamente — e sempre —
stabiliscono una soglia di impareggiabile superiorità nella razza umana.
Allora
ecco un caso che mi riguarda personalmente e riguarda, di riflesso, decine di
migliaia di astrologi che mi seguono da circa mezzo secolo (ma molti, tra
costoro, non sanno neanche che seguono il sottoscritto).
La
domanda è, al tempo stesso, semplicissima e possente in tutta la propria
estensione: “Come facciamo a sapere se a Tizio sarebbe accaduto A+B+C+D se
fosse rimasto a casa e se non fosse partito per un Compleanno Mirato?”.
Meraviglioso,
davvero.
E
sempre ai primissimi posti nella filosofia delle sliding doors.
In
tantissimi casi, pubblicati nei miei oltre 120 libri in otto lingue, ho
presentato, allora, tanti avvenimenti relativi a gemelli, genetici o astrali,
oppure genetici e astrali, in cui uno dei due è partito e l’altro no, con una
raccolta di fatti oggettivi diversi e schiaccianti un anno dopo.
Sfortunatamente
i miei critici dichiarano di non conoscere tali casi oppure di conoscerli, ma
di averli dimenticati pochi minuti dopo.
Succede.
Allora
adesso ve ne ripropongo uno e poi riprendiamo il discorso da dove lo abbiamo
lasciato.
Il caso che presento adesso, in chiusura di questo breve saggio, è
assai emblematico e risulterà piuttosto indigesto a quegli studiosi che si
affannano a cercare di convincere i propri allievi che le Rivoluzioni solari
vanno domificate per il luogo di nascita e non per quello dove ci si trova al
momento del return solare. Ci troviamo di fronte a delle condizioni così
uniche che oserei definire irripetibili. Solo pochissimi dati dei personaggi
saranno alterati per non permetterne l’identificazione, ma se qualcuno volesse
insinuare che mi sono inventata questa storia, sono certo che otterrei,
dagl’interessati, la disponibilità per una testimonianza diretta di come sono
andate realmente le cose. Ecco i fatti. Nell’inverno 1994, si presentano da me,
a distanza di pochi giorni, due fratelli emiliani che presentano una
caratteristica a dir poco singolare (una delle tante di questa storia): pur
essendo nati a distanza di 4 anni l’uno dall’altro, hanno visto per la prima
volta la luce nello stesso giorno dello stesso mese, nello stesso luogo, quasi
all’identica ora. Andiamo avanti.
Tutti e due, se dovessero restare nella
propria città durante il compleanno successivo, si beccherebbero l’Ascendente
in prima o in dodicesima radicale e uno stellium, tra cui il Sole, in 12ª
radix. Sono queste le condizioni che io ho descritto come le peggiori
possibili nel mio testo Trattato pratico di Rivoluzioni solari, Blue
Diamond Publisher (e in un’altra trentina di successivi libri sulle RS e RSM,
RL, RLM..., ndr). Allora faccio di tutto per convincere entrambi a partire,
dicendo loro che se mi ascolteranno, non solo potranno evitarsi un anno d’inferno,
ma riusciranno, addirittura, a ribaltare quasi di 180° la situazione e a
ottenere dodici mesi all’insegna delle crescite, del benessere, delle
emancipazioni.
Al soggetto A
suggerisco di partire per Santa Fe, in Argentina, e a quello B per El Paso, nel
Texas. Nonostante che la destinazione per l’Argentina sia da un punto di vista
generale assai più infelice dell’altra, il soggetto A mi ascolta e parte,
mentre quello B non riesce a farlo e resta a trascorrere il suo compleanno
nella città dove abitualmente dimora. A distanza di quasi due anni da allora,
un comune amico medico che è rimasto sbalordito dagli eventi, mi ha stilato
quello che in termine scientifico si chiama un follow-up e che io ho
tradotto in parole semplici e riassuntive per tutti: un resoconto a posteriori
di quello che è avvenuto, senza dimenticare, assolutamente, quello che era
stato detto prima. Il soggetto A, colui che si è recato a Santa Fe, ha avuto
una storia d’amore appassionante e ha visto migliorare decisamente la sua
attività professionale, dichiarandosi assai soddisfatto dell’anno trascorso
(da compleanno a compleanno). Il soggetto B, che non riuscì a partire e si
beccò quel po’ di ben di Dio tra prima e dodicesima, ha avuto un anno
particolarmente duro che — al di là degli aggettivi che si possono scegliere
per descrivere il suo caso — si è concretizzato in un fatto di una
latitudine negativa elevatissima: ha perso il posto di lavoro ed è tuttora
disoccupato.
Con questo esercizio si
conclude la pubblicazione che avete davanti e spero che essa sia servita a
chiarire le idee a molti su di un argomento poco conosciuto e tanto
chiacchierato. I lettori liberi da vincoli di vassallaggio culturale nei
confronti di piccoli baroni che erroneamente si ritengono portatori di potere e
che in realtà possiedono solo la boria della propria presunzione proporzionale
alla loro ignoranza, si renderanno conto che qui sono stati presentati casi
pratici che lasciano poco spazio al dubbio.
Non voglio dire, con
questo, che ogni “mistero” sia stato svelato e che io e voi siamo diventati
possessori della Verità, ma semplicemente ribadire che delle tracce, dei
solchi, delle strade ben precise esistono già e chi continua accanitamente a
volerle negare, fa — a mio avviso — come quegli
animali che mettono la testa sotto la sabbia perché non vogliono vedere. Io ho
dedicato questo mio libro agli Allievi, a quelli bravi e devoti, e dunque non
mi preoccuperò eccessivamente se alcuni lettori, un giorno, diranno che loro
hanno sempre saputo che per trovare una soluzione a problemi apparentemente
irrisolvibili, nell’oceano atlantico, bisognava puntare su Saint John’s oppure
su Fernando de Norogna o su Santa Cruz das Floras.
Chi decide di cedere
agli altri il proprio sapere si espone sempre a questo rischio. Per tale
motivo, un collega bravissimo, che stimo, dice che lui non scriverà mai le cose
che ha scoperto perché non vuole regalare, per 10 o 20 mila lire, la fatica di
una vita agli altri. Io la penso diversamente e sono anche convinto che le
pubblicazioni siano la cosa più bella che esista, sotto certi aspetti, in
quanto hanno una data e questo fa sì che nessuno possa dire: io lo dicevo già
da vent’anni.
Ecco, sono quasi certo che questo, e molti altri esempi da
me prodotti, verranno ignorati da quei campioni del pensiero umano, quegli
esseri davvero intelligenti di cui scrivevo prima e che si interrogano,
sapientemente, su tali misteri.
Ma, allora, avrei anche io qualche domanda per costoro:
1) Detta filosofia delle sliding
doors la potremmo applicare a ogni fase non soltanto del pensiero, ma anche
dell’attività umana e potremmo porci una serie pressoché infinita di domande
del tipo:
- e cosa ne possiamo sapere cosa sarebbe accaduto a Mario se
non fosse stato operato di peritonite?
- e come possiamo divinare il futuro e stabilire cosa
sarebbe accaduto a Elena se non le fosse stata fatta la respirazione bocca a
bocca?
- e come facciamo a essere certi che se non avessimo
schivato il gatto che ci stava sfrecciando davanti alla nostra auto in piena
velocità lo stesso sarebbe morto sotto le nostre ruote?
Potremmo continuare per almeno altre dieci-ventimila
domande, ma sono certo che quasi tutti voi avrete compreso già la bellezza di
simili interrogativi che ci certificano l’eccezionalità pensante di alcuni
nostri compagni di percorso sul pianeta Terra.
2) Volendo scendere più nello specifico e restando solo
all’argomento astrologia, sempre ai nostri intelligentissimi censori, potremmo
domandare: “E voi come fate a dire, quando redigete oroscopetti in quantità
esageratamente industriale e prefabbricata, che effettivamente quest’anno
(2018) i nativi del Sagittario impalmeranno una biondissima e affascinante collega
di lavoro o riceveranno in omaggio un cavallo bianco? Siete in grado di provare
che ciò avverrebbe anche se Giove non si trovasse nel segno del Sagittario?
Pensate ciò che volete, ma io resto sempre turbato, sedotto,
affascinato dalla meravigliosa teoria delle sliding
doors e dai suoi sacerdoti, quasi tutti redattori di oroscopetti e mai
astrologi che fanno consulti reali a persone reali, che ci costringono a meditare
su questo e su altri fondamentali interrogativi della vita.
Bellissimo, davvero!
Per Tutti. Non è una notizia importante, ma vi invito a leggerla perché potrà spiegare, a qualcuno, il perché di un certo rumore di fondo che disturba, da qualche anno, l’Astrologia:
http://ilblogperidepressi.wordpress.com/
For Everybody. It is not an important news, but I invite you to read it because it can explain, to someone, the why of a certain noise leading that disturbs, from a few years, the astrology: http://ilblogperidepressi.wordpress.com/
Buona Giornata a Tutti.
http://ilblogperidepressi.wordpress.com/
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Ciro Discepolo
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A che ora sarà il mio compleanno? (At what time I will have my Solar Return?): http://www.cirodiscepolo.it/inetpub/vvrot/oroscopi/rsmirata.asp
Qual è l’Indice di Pericolosità del mio Anno? CALCULATE, FREE, YOUR INDEX OF RISK FOR THE YEAR (as explained in the book Transits and Solar Returns, Ricerca ’90 Publisher, pages 397-399): http://www.cirodiscepolo.it/inetpub/oroscopi_net/free/formnascitam.asp?oroscopo=Punteggio
Quanto vale il mio rapporto di coppia?
Test Your Couple Compatibility: http://www.cirodiscepolo.it/inetpub/oroscopi_net/coppia_free/coppia1.asp
Una bibliografia quasi completa di Ciro Discepolo:
An almost complete bibliography of Ciro Discepolo: http://www.amazon.com/Ciro-Discepolo/e/B003DC8JOQ/ref=sr_ntt_srch_lnk_1?qid=1407665052&sr=
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Quanto vale il mio rapporto di coppia?
Test Your Couple Compatibility: http://www.cirodiscepolo.it/inetpub/oroscopi_net/coppia_free/coppia1.asp
Una bibliografia quasi completa di Ciro Discepolo:
An almost complete bibliography of Ciro Discepolo: http://www.amazon.com/Ciro-Discepolo/e/B003DC8JOQ/ref=sr_ntt_srch_lnk_1?qid=1407665052&sr=
3 commenti:
Caro Ciro, vorrei raccontarti che l'anno scorso già da gennaio sono stata vittima di furto (mi hanno rubato la borsa in macchina rompendo il finestrino). Ma non basta. A settembre mi hanno di nuovo rubato la borsa, sempre dalla macchina lasciata un momento incustodita! Ho tentato di capire dalla mia RS dove si poteva "vedere" il furto, ma non ti nascondo che non so quali pianeti e quali case possono evidenziare un furto. Certo avevo uno stellium in terza casa con un bel Saturno dentro... Un Marte in quinta. Ma il furto come lo possiamo evitare? Forse da questi pochi elementi non e' facile capire, ma sarebbe utile per maggiore prudenza in futuro. Posso aggiungere che controllo regolarmente le mie RL e quando questa estate mi sono ritrovata con un Saturno al medio cielo, sono rovinosamente caduta mentre facevo una passeggiata su una strada sconnessa e leggermente in pendenza colpevoli anche i miei bellissimi sandali non altissimi, ma non adattissimi a quel luogo con una zeppa rigidissima che mi ha fatto ruotare il piede e cadere di lato rompendomi due costole e il gomito. Per farla breve ( ma ce ne sarebbe da raccontare) come pensate che abbia passato i miei mesi estivi? Stando chiusa in casa e sentendomi una povera tapina! Ecco come ha agito Saturno, togliendomi lo smalto e la luce che fino a quel momento avevo avuto. Qualcuno avrà ridacchiato di nascosto, qualcun altro anche se bonariamente, mi ha detto :"questa si chiama sfiga!".
In due mesi ho recuperato bene, ma ho passato un estate impossibilitata ed in clausura.
Un caro saluto
Patrizia
http://www.lastampa.it/2018/02/09/cronaca/muore-nel-giorno-del-compleanno-cadendo-dal-tetto-di-una-casa-in-ristrutturazione-8Ct16YFGvjhUHJNgexRuzL/pagina.html
Direi che non c'è bisogno di commentare.
Sandro NH
Io penso che l'astrologia del tutto e del contrario di tutto sia la conseguente risposta al disagio di chi non accetta l'idea di un fato già bello e scritto ma che non riesce a rinunciare al fascino dello zodiaco. Come se il concetto di evoluzione fosse incompatibile con quello di astrologia giudiziaria. Questo è l'approccio psicologico in quanto per un terapeuta, soprattutto al giorno d'oggi, è scorretto incasellare il suo paziente in una tipologia caratteriale o in una patologia (nonostante l'esistenza di test che facciano proprio l'opposto). Questo perché gli steccati, le palizzate, rappresentano un limite sia per il terapeuta e sia per il paziente. Infatti il primo non vedrebbe il paziente in chiave dinamica e il secondo si sentirebbe schiavo del suo problema; finirebbe per identificarsi con la patologia. Ma la domanda che bisogna porsi è questa: l'astrologo deve essere per forza un terapeuta? Ecco. Il problema è la presunzione. L'astrologo non è un terapeuta. Se si vuole essere teraputi è bene studiare le pratiche teraputiche. Ma se si vuole studiare l'astrologia pensando di dover "curare" il disagio del paziente, ecco che si pecca di arroganza se alle spalle non vi è una reale formazione nelle discipline psicologiche. L'astrologo, a mio avviso, non ha la responsabilità di rompere "le palizzate" del consultante. L'astrologo non è uno psicologo. Che poi possa avvalersi delle conoscenze psicologiche per comprendere meglio la psiche, propria e degli altri, è un altro paio di maniche. Ma ciò non autorizza a quel balzo che va dalla comprensione alla prescrizione. Ora, quel che noto, è che l'astrologo vuol essere teraputa. Ben venga purché l'astrologo sia realmente un teraputa. E anche se lo fosse, non necessariamente bisogna seguire l'orientamento di liberare il consultante da qualsiasi etichetta. Voglio dire che l'astrologia è una; ma le ideologie sono tante: si può esser coerenti anche mischiano la psicologia con l'astrologia giudiziaria. Tutto dipende dalle nostre palizzate. Rudhyar ha imposto alcune palizzate. Chi vuole le segua, ma sia cosciente che si tratta pur sempre di vincoli.
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