mercoledì 7 gennaio 2009

Lasciare l’università e suonare il tamburo


Non è un grandissimo film, ma lo consiglio. In esso convergono diverse tematiche perenni, del cinema e della vita. Per esempio il concetto del “doppio”, letterario, umano, psicoanalitico. La contrapposizione dr. Jekyll/Mr. Hyde che, probabilmente, ne “Il coinquilino segreto” di Joseph Conrad assume il suo maggiore spessore letterario: il clandestino a bordo che si scambia di ruolo, più d’una volta, con il comandante. Gli esempi della fiction e della letteratura sono innumerevoli. Anche il concetto di “fuga”, nell’accezione del filosofo Henri Laborit (“Elogio della fuga” a cui ho accennato più volte nelle ultime settimane) è quantomai presente nella tematica di questo lungometraggio diretto da Thomas McCarthy e interpretato in modo convincente soprattutto da Richard Jenkins e Hiam Abbass (produzione USA, 2007).
Anche i temi della globalizzazione, della spaccatura Occidente/Oriente, della triade terrorismo-integralismo-antiterrorismo egemonizzano la nostra vita di ogni giorno e la suddetta pellicola.
Walter Vale è un professore universitario che vive nel Connecticut. Ha perso la moglie e vive una vita piatta e senza entusiasmi. Un giorno torna nella sua casa di New York e ci trova una coppia di clandestini che occupano abusivamente l’appartamento, vivendo anche senza greencard negli Stati Uniti. Lui è un siriano, suonatore di tamburo, lei una meravigliosa ragazza del Senegal che costruisce bigiotteria etnica e la vende per strada.
In breve si crea una complicità/amicizia tra loro e il professore di economia mette sempre di più in campo i suoi sentimenti. Inizia anche a imparare i rudimenti della musica nordafricana.
Poi Tarek viene arrestato e lui cerca in ogni modo di aiutarlo.
Giunge a New York anche la madre di Tarek, l’affascinante Hiam Abbass (“Il giardino di limoni”) e i due finiscono per innamorarsi. Alla fine Tarek verrà espulso, il professore lascerà l’incarico universitario, venderà la sua casa e il pianoforte e scenderà nella subway di Manhattan a suonare il tamburo chiedendo l’elemosina, ma non prima di avere gridato agli agenti del servizio anti-immigrazione clandestina tutto l’odio del suo cuore per un comportamento tanto disumano e bestiale nei confronti di un poveruomo senza colpa alcuna se non quella di essere figlio del Terzo Mondo.
Un film, a mio avviso, che ci suggerisce di riflettere su temi importanti di questo periodo storico terribile, per l’umanità, che stiamo vivendo.

Per Giulia. Avevo dimenticato di risponderti qualche giorno fa. L’architettura dei blog gestiti da Google (come il nostro) non è modificabile dal blogger. Relativamente a ciò che proponi sul libro-ricordi di tantissime splendide RSM, siamo sicuramente d’accordo: mandatemi i vostri racconti, possibilmente ben corretti da un opportuno editing, e io li inserirò.

Per Paola. L’ho sentita al telefono. Ha avuto qualche contrattempo di cui lei stessa ci scriverà, se vorrà. Io penso che ce la farà a raggiungere Bethel per tempo. Il problema, però, non è giungere lì a gennaio, con 30° sotto lo zero, ma partire dall’Italia… Cara Paola, stai serena però fammi un piacere e giungi sempre 3-4 giorni prima del compleanno sul luogo di destinazione. Se ci dici dove possiamo vedere la copertina del tuo nuovo libro, ne mettiamo una immagine qui sul blog per festeggiarti meglio. Io ho fatto un po’ di ricerche, ma in Mondadori sono piuttosto abbottonati…

Ieri sono stato in un grosso centro commerciale e ho chiesto a una commessa qualcosa relativa a un DVD che stavo cercando: mi ha risposto assai sgarbatamente. Stavo per reagire, ma poi ho pensato che molti drammi umani si solarizzano a cavallo di ogni Capodanno e… ho lasciato perdere.

Buon pomeriggio a Tutti.
Ciro Discepolo
www.solarreturns.com
www.cirodiscepolo.it

5 commenti:

Giulia ha detto...

Caro Ciro, invece a me il film di ieri è piaciuto molto.
Forse perchè l'ho guardato con un approccio più intimistico.
Insomma sono stata presa più dal "privato" del professore che dall'aspetto pubblico delle ingiustizie sociali.
Sono entrambi due grandi drammi.
Ma quelli del privato passano silenti, e non tutti riescono ad immedesimarsi nel vissuto di sofferenza che vi può essere dietro una facciata di banalissima normalità.
Il dramma del professore, vedovo, con un figlio adulto chissà dove, è proprio nella banale e sterile ripetitività di una vita senza slanci e soddisfazioni profonde.
Laddove le soddisfazioni profonde non sono necessariamente quelle sentimentali o lavorative, ma anche solo avere una passione che ci prende, un hobby che ci riempie le giornate.
Passioni forse mai cercate, perchè la vita col suo rassicurante tran tran ci rende sazi e ci ottunde la mente, mentre invece c'è molto altro da poter dare e ricevere, e bisognerebbe capirlo prima che magari il destino ci possa far percepire la vita come vuota ed inutile.
Solo quando lui sente che può essere l’unico in grado di aiutare il ragazzo in carcere e sua madre, solo allora si sente vivo e riesce a confessarsi alla donna, dopo aver passato una bella serata con lei a teatro, confessa davanti ad un bicchiere di vino.
Offre il suo aiuto dicendo che per un periodo lascerà l’università, e a lei che ribatte che con tutto il suo da fare non può permettersi di mollare tutto, la sua cattedra, le sue ricerche… lui risponde:
“non ho altro da fare… non ho altro!” “fingo e basta, fingo di essere occupato, di lavorare, di scrivere, ma non faccio niente… sono desolato”
Io credo che in questa confessione di desolazione sia racchiuso un dramma personale non meno grande delle ingiustizie sociali che pure sono all’ordine del giorno in questi tempi bui.
A me il film è piaciuto moltissimo.

doriana ha detto...

Complimenti Giulia,
quello che hai scritto è davvero coinvolgente: andrò a vederlo senz'altro...
Oltretutto sono assai sensibile anche alle ingiustizie sociali...
Ed a propostito di queste ultime: ora che Milano è sepolta dalla neve (ti ho pensata, Paola, tutto oggi), sarebbe bello se aprissero i luoghi di culto per ospitare gli homeless... Oltretutto da credente lo apprezzerei anche di più...
Immagino che adesso arriverà Amarti per chiedermi di dimostrargli scientificamente l'esistenza del Supremo....
Un saluto a tutti

paola ha detto...

ragazzi sono ad Atlanta, camera da letto fichissima, offerta da Delta. sono le cinque del mattino (per voi), domattina alle mie otto e trenta imbarco per Seatlle, poi tre ore all'aerorporto e via per Bethel, volo confermato. arrivo la sera dell'8 e il 9 me ne sto tappata in camera a festeggiare il mio compleanno che ciro ha confermato essere verso mezzogiorno ora locale. Il 7 gennaio 2009 me lo ricorderò per tutta la vita e giuro che la prossima volta parto tre giorni prima. era tutto organizzato perfettamente: l'intoppo era stato solo uscire da quel fotttuto aeroporto di Malpensa dal quale NON PARTIVA NULLA, ma..........miracolo o RS come preferite! Vi aggiorno, adesso sto crollando dal sonno, ma domani, nazi il 9 da Bethel vi scriverò un vero e proprio racconto... da scrittrice sconsiderata e fortunatissima!!!!!!!!!! Vi basti sapere che ho volato MILANO ATLANTA in prima classe, commosse dal mio pianto straziato e visto che era "quasi" il mio compleanno, le hostess KLM che era la mia compagnia aerea mi hanno imbarcata sul volo DELTA MILANO ATLANTA SEATTLE IN FIRST CLASS! Grazie CIRO per l'affetto. Piangevo sì, ma dentro di me nonostante avessi perso perso i documenti (ma domani vi scrivo tutto con la sequenza degli orrori...) non ho mai perso la certezza che sarei arrivata a destinazione. A domani,
paola

paola ha detto...

ah, la cover del romanzo la mando io.

cristiana ha detto...

Ciao Paola :)..la tua venere in 9@ di RS ti da una mano :)

Cri