Ecco la locandina della manifestazione curata soprattutto dalla bravissima Katia Benedetti che, insieme a suo marito, l’ing. Maurizio Bertossi, sotto la “bandierina” Ciro Discepolo&Astrologiainlinea.it, vi dettaglia su di una manifestazione per la quale abbiamo già ricevuto molte richieste di adesione. Ecco il testo con le notizie utili.
Ciro Discepolo, fondatore della Scuola di Astrologia Attiva e ideatore delle tecniche denominate Rivoluzioni Solari, Lunari Mirate ed Esorcizzazione dei Simboli, racconta sé stesso, le sue ricerche, il suo modo di essere e di fare Astrologia e gli importanti risultati conseguiti grazie alla sua innovativa metodologia.
L’ASTROLOGIA ATTIVA è ormai conosciuta in tutto il mondo grazie a Ciro Discepolo, è unica e speciale come il suo ideatore e si fonda sulla concezione di un essere umano che rifiuta di subire passivamente il proprio destino e che sceglie di diventare parte attiva nel processo di crescita e di evoluzione personale.
La persona che applica l’Astrologia Attiva alla vita quotidiana è in grado di valorizzare ed esprimere al meglio le potenzialità racchiuse nel proprio imprinting di nascita e di attenuarne gli effetti negativi.
IL VIAGGIO MIRATO IN OCCASIONE DEL COMPLEANNO PUO’ CAMBIARE IL CORSO DEGLI AVVENIMENTI NELL’ ARCO DI UN ANNO NELLA VITA DI UNA PERSONA ?
La risposta di Ciro Discepolo è affascinante ed estremamente interessante sul piano della consapevolezza personale e si rivolge a tutte le persone che desiderano con passione NON restare ostaggi in mano ad un destino inevitabile.
Nel corso del Convegno verranno trattati alcuni temi proposti dai partecipanti del blog che Ciro Discepolo cura con grande successo da diversi anni.
IL RELATIVISMO e L’ASTROLOGIA : tutto e il contrario di tutto.
ANNI 80’: l’avvento dei computer e la rivoluzione astrologica. Pochi ne colsero le grandi opportunità, solo gli astrologi lungimiranti che investirono nella tecnologia fecero grandissimi passi in avanti nell’ambito della ricerca, della sperimentazione e della statistica.
I SEGNI COMPENSATI : come riconoscerli
L’APPROCCIO PROATTIVO : la differenza sostanziale che separa chi pratica l’Astrologia Attiva da chi subisce passivamente il proprio destino. Come riconoscere e superare le resistenze inconsce, i limiti, le paure, i sensi di colpa che ostacolano l’individuo nel raggiungimento dei propri obiettivi.
In occasione del Convegno verrà presentata in collaborazione con www.astrologiainlinea.it un’innovativa modalità di accesso ai programmi per il calcolo della Rivoluzione Solare realizzati da Ciro Discepolo : Aladino RSMA e Google Earth.
Due graditissimi ospiti d’onore, il dr. Giovanni Armenia e l’arch. Chiara Capone, nel presentare brevemente l’ultimo libro di Ciro Discepolo edito dal Gruppo Editoriale Armenia, assaggeranno anche una torta un po’ speciale che celebrerà i 40 Anni di matrimonio Ciro Discepolo/Astrologia. Perché loro due?
Perché a nostro avviso, i maggiori tre artefici della nascita di un’Astrologia Italiana del XX secolo, sono stati il grande Federico Capone, l’editore Giovanni Armenia e Ciro Discepolo. A cui potremmo aggiungere anche, a pieni voti, i titolari della storica Libreria Arethusa di Torino e Giuseppe Botteri, grande giornalista, “inventore” di ASTRA.
In chiusura verrà riservato uno spazio alle domande dei partecipanti.
L’accesso al seminario è gratuito.
È gradita una richiesta di partecipazione che dovrà essere inviata via mail all’indirizzo discepol@tin.it
L’inizio dei lavori sarà presentato da Katia Benedetti, Marco Celada e Luigi Galli
Ricevo da Danila Madau, e volentieri pubblico, le sue prime impressioni dell’ultimo suo viaggio di compleanno alle Hawaii:
HILO, DIO PLUTONE E I SUOI VULCANI
Per raggiungere l’aeroporto di Hilo, l'agglomerato urbano capitale della Big Island, l’isola più grande dell’arcipelago delle Hawai’i e che ne porta anche il nome, occorre volare 45 minuti a est di Honolulu.
L’aeroporto è a pochi chilometri da uno dei vulcani dell’isola, il Mauna Loa, ancora attivo, con ai piedi il suo Parco Nazionale.
Lascio quindi l’isola di O'hau, che ospita la capitale dell’arcipelago, in uno stato di languore --
sognante, con ancora negli occhi il tramonto fotografato cento volte sulla spiaggia di Waikiki, i colori accesi dei fiori e delle ghirlande indossate e il rigoglio sconvolgente della vegetazione. Sento la sindrome di Stendhal salirmi addosso mentre visito estasiata la pinacoteca di Dio. Aleggia per l'isola un’atmosfera che induce chi si immerge a liberare la mente, a lasciarsi andare all’onda lenta delle danze hawaiiane, celebranti i quattro elementi, la terra, il fuoco, il cielo e soprattutto l’acqua, che alludono l’andare e il venire melanconico del mare alla sera quando copre e scopre la terra, sulla spiaggia. E anche tornando alla realtà, quando si passeggia per la città, il clima di Honolulu è un invito alla vacanza, quando vedi e fai lo shopping in pareo e infradito nel negozio di Ferragamo. Alla sera sei celebrato nel tuo rientro in Hotel dalle luci del cielo che spegnendosi lasciano il posto alle luminarie arrampicate sui tronchi degli alberi e le torce infuocate ad ogni ingresso di locale. Tra ombre e luci, il dolce il senso di tranquilla sicurezza accompagna sempre, complice una brezza tiepida che ti avvolge costante come una seta. Anche i grattacieli sembrano seguirti il passo sotto braccio alle palme da cocco e ti osservano dall'alto verso il basso lungo i viali delle strade, con una sorta di sguardo protettivo e rassicurante. Ho in borsa con me taccuini già pieni di appunti e ispirazioni da mettere a frutto.
sognante, con ancora negli occhi il tramonto fotografato cento volte sulla spiaggia di Waikiki, i colori accesi dei fiori e delle ghirlande indossate e il rigoglio sconvolgente della vegetazione. Sento la sindrome di Stendhal salirmi addosso mentre visito estasiata la pinacoteca di Dio. Aleggia per l'isola un’atmosfera che induce chi si immerge a liberare la mente, a lasciarsi andare all’onda lenta delle danze hawaiiane, celebranti i quattro elementi, la terra, il fuoco, il cielo e soprattutto l’acqua, che alludono l’andare e il venire melanconico del mare alla sera quando copre e scopre la terra, sulla spiaggia. E anche tornando alla realtà, quando si passeggia per la città, il clima di Honolulu è un invito alla vacanza, quando vedi e fai lo shopping in pareo e infradito nel negozio di Ferragamo. Alla sera sei celebrato nel tuo rientro in Hotel dalle luci del cielo che spegnendosi lasciano il posto alle luminarie arrampicate sui tronchi degli alberi e le torce infuocate ad ogni ingresso di locale. Tra ombre e luci, il dolce il senso di tranquilla sicurezza accompagna sempre, complice una brezza tiepida che ti avvolge costante come una seta. Anche i grattacieli sembrano seguirti il passo sotto braccio alle palme da cocco e ti osservano dall'alto verso il basso lungo i viali delle strade, con una sorta di sguardo protettivo e rassicurante. Ho in borsa con me taccuini già pieni di appunti e ispirazioni da mettere a frutto.
Così, al mattino, lascio tutto questo e raggiungo Hilo.
Chiacchiero con la driver del cab che mi conduce in hotel e che mi fa una lezione ferma e spiccia di lingua hawai’iana. Mi svela quello che per lei è un segreto: “ti basta mettere un trattino fra ogni sillaba della parola” mi dice con tono da maestra e allora, ritorno per un momento la bambina che legge in auto i cartelli stradali incitata da papà: Wa-i-kiii-kiiiiii, Ha-waaaaa-iiiiiiii, Liliiii-uokaaa-la-niiiii, A-looò--------haaaa… Ridiamo.
Mi lascia davanti all’ingresso di una cattedrale nel deserto. Giocando con lei e le sue paroline, mi sfugge durante il percorso quello che vedrò di lì a poco: l’altra faccia delle Hawai’i.
(continua)
L’atmosfera che mi appare appena metto fuori in naso dal più grande Hotel di Hilo è più densa e cupa. Non mi so spiegare subito il perché.
L’Hotel non offre pasti e pertanto mi incammino in cerca di cibo. Percorro il fianco destro di quella spiaggia che è diventata un bordo lagunare di acqua stagnante e sporca, brulicante di famiglie locali accampate per i pic-nic. Decine di gazebo colorati proteggono dal sole tavolini e sedie, angoli cottura con mobiletti attrezzati di cucine a gas e grigliate fumanti di carni grasse alla brace. Pick-up sgangherati lanciano a tutto volume musiche da ballo, sdraio sul bagnasciuga ospitano corpi già scuri dal sole. Sulla striscia di spiaggia fanciulli dagli occhi a mandorla addentano sdraiati al sole sandwiches e hot dog color fucsia. Sembra il giorno di Ferragosto.
Chiedo pietà per i miei occhi ancora pieni dell’armonia dolce dei giorni passati. Pietà per le mie orecchie violentate dalla musica lanciata a tutto volume dalle radio delle auto, pietà per il mio olfatto che respira l’odore inspiegabilmente acre e feroce del grasso che cola dalle bistecche ai ferri, e ancora pietà per il suono gracchiante delle marmitte rotte di vecchie coupé giapponesi che cercano invano un parcheggio, di bambini chiassosi che sguazzano in acque torbide e tuffano da un piccolo ponte.
Il cuore comprende ma i miei sensi no.
E’ una via di mezzo tra gli zingari delle nostre periferie e le comitive domenicali con tavolini e sedie, pentole e pignatte ai cigli delle strade a mangiare come Pantagruele e poi a dormire pesante su un plaid in terra all’ombra di un pneumatico.
Raggiungo un unto drugstore in mezzo al nulla e mi sistemo in un tavolino accanto a una vetrata che dà sulla strada. Dalla mia postazione continuo a sentire le musiche da ballo, i pic-up scambiati dai bambini in un parco giochi e la coda interminabile di Harley Davidson scoppiettanti che si dirige verso il parco acquatico davanti al mio Hotel. Mi sembra di essere in un remake di “Easy Rider”. Mentre attendo la cameriera, dalla vetrata osservo le Harley che continuano a sfilare lente e rumorose, in fila indiana. Le cavalcano uomini e donne pieni di tatuaggi, la loro pelle già scura diventa nera dai Tatoo che riempiono loro le braccia, la nuca, la gambe. Al seguito è la volta di un raduno di Pick-up alte due metri e mezzo con dentro ragazzi meticci in costume da bagno che ascoltano la stessa musica assordante. Un’altra faccia, infernale per i miei occhi, delle Hawai’i.
Per il terzo anno, da quando giro gli Stati Uniti, mi sfamo al solito modo, sono vegana e per amore del viaggio, ritorno vegetariana. Accolgo divertita il mio solito piatto di lattuga romana con parmigiano, per l’ennesima volta rifiuto il bicchiere di acqua e ghiaccio e per l’ennesima volta chiedo un pezzo di pane sentendomi rispondere che non è compreso. Come da copione i camerieri fanno del loro meglio portandomi il pane avanzato dal breakfast del mattino, tostato e imburrato e un bicchiere di acqua calda, continuando a guardarmi con sospetto mentre mangio, scrivo e scatto foto dalla vetrata.
Nella penombra silenziosa del locale ho modo di riflettere sulle mie sensazioni.
L’energia di Plutone sovrasta la vita del luogo. Per ben due volte, il secolo scorso ha visto la città di Hilo ricoprirsi di acqua da due tsunami. Onde anomale di riflesso dal Cile giunsero fin qui e fecero abbandonare ogni speranza ai suoi abitanti di rendere la città un’attrazione turistica.
A Plutone, il dio vulcano, signore della trasformazione, dell’energia che abbatte per rigenerare, probabilmente quest’idea di scimmiottare Honolulu non è piaciuta. L’araba fenice risorge dalle sue ceneri ma ancora non ha trovato sé stessa. Lo spazio vuoto da quel che era a quel che sarà tiene chi si trova a passare in questa città a sentirsi con lo stomaco alto come in assenza di gravità.
(continua)
Danila
L’Hotel non offre pasti e pertanto mi incammino in cerca di cibo. Percorro il fianco destro di quella spiaggia che è diventata un bordo lagunare di acqua stagnante e sporca, brulicante di famiglie locali accampate per i pic-nic. Decine di gazebo colorati proteggono dal sole tavolini e sedie, angoli cottura con mobiletti attrezzati di cucine a gas e grigliate fumanti di carni grasse alla brace. Pick-up sgangherati lanciano a tutto volume musiche da ballo, sdraio sul bagnasciuga ospitano corpi già scuri dal sole. Sulla striscia di spiaggia fanciulli dagli occhi a mandorla addentano sdraiati al sole sandwiches e hot dog color fucsia. Sembra il giorno di Ferragosto.
Chiedo pietà per i miei occhi ancora pieni dell’armonia dolce dei giorni passati. Pietà per le mie orecchie violentate dalla musica lanciata a tutto volume dalle radio delle auto, pietà per il mio olfatto che respira l’odore inspiegabilmente acre e feroce del grasso che cola dalle bistecche ai ferri, e ancora pietà per il suono gracchiante delle marmitte rotte di vecchie coupé giapponesi che cercano invano un parcheggio, di bambini chiassosi che sguazzano in acque torbide e tuffano da un piccolo ponte.
Il cuore comprende ma i miei sensi no.
E’ una via di mezzo tra gli zingari delle nostre periferie e le comitive domenicali con tavolini e sedie, pentole e pignatte ai cigli delle strade a mangiare come Pantagruele e poi a dormire pesante su un plaid in terra all’ombra di un pneumatico.
Raggiungo un unto drugstore in mezzo al nulla e mi sistemo in un tavolino accanto a una vetrata che dà sulla strada. Dalla mia postazione continuo a sentire le musiche da ballo, i pic-up scambiati dai bambini in un parco giochi e la coda interminabile di Harley Davidson scoppiettanti che si dirige verso il parco acquatico davanti al mio Hotel. Mi sembra di essere in un remake di “Easy Rider”. Mentre attendo la cameriera, dalla vetrata osservo le Harley che continuano a sfilare lente e rumorose, in fila indiana. Le cavalcano uomini e donne pieni di tatuaggi, la loro pelle già scura diventa nera dai Tatoo che riempiono loro le braccia, la nuca, la gambe. Al seguito è la volta di un raduno di Pick-up alte due metri e mezzo con dentro ragazzi meticci in costume da bagno che ascoltano la stessa musica assordante. Un’altra faccia, infernale per i miei occhi, delle Hawai’i.
Per il terzo anno, da quando giro gli Stati Uniti, mi sfamo al solito modo, sono vegana e per amore del viaggio, ritorno vegetariana. Accolgo divertita il mio solito piatto di lattuga romana con parmigiano, per l’ennesima volta rifiuto il bicchiere di acqua e ghiaccio e per l’ennesima volta chiedo un pezzo di pane sentendomi rispondere che non è compreso. Come da copione i camerieri fanno del loro meglio portandomi il pane avanzato dal breakfast del mattino, tostato e imburrato e un bicchiere di acqua calda, continuando a guardarmi con sospetto mentre mangio, scrivo e scatto foto dalla vetrata.
Nella penombra silenziosa del locale ho modo di riflettere sulle mie sensazioni.
L’energia di Plutone sovrasta la vita del luogo. Per ben due volte, il secolo scorso ha visto la città di Hilo ricoprirsi di acqua da due tsunami. Onde anomale di riflesso dal Cile giunsero fin qui e fecero abbandonare ogni speranza ai suoi abitanti di rendere la città un’attrazione turistica.
A Plutone, il dio vulcano, signore della trasformazione, dell’energia che abbatte per rigenerare, probabilmente quest’idea di scimmiottare Honolulu non è piaciuta. L’araba fenice risorge dalle sue ceneri ma ancora non ha trovato sé stessa. Lo spazio vuoto da quel che era a quel che sarà tiene chi si trova a passare in questa città a sentirsi con lo stomaco alto come in assenza di gravità.
(continua)
Danila
Sto per cominciare un nuovo anno pieno di cose importanti. La presunzione di sapere in che direzione andranno le mie cose mi emoziona e mi intimorisce. Sono osservatrice attenta di me stessa.. Concludere l’anno qui, nel nulla, mi impaurisce sul mio destino, gettando un ombra scura nella mia mente. Sento addosso l’energia nera di Plutone e dei suoi vulcani. Rocce nere, un affollato girone dantesco ma alla luce del sole. Fatico a trovarvi bellezza.
Torno verso l’Hotel e questa volta percorro il lato sinistro della spiaggia. Qui una luce intensa veste le stesse cose di polvere lucente e il cuore mi si alleggerisce. Scatto foto cercando di catturare quell’invisibile alchimista che sa trasformare il piombo in oro e la rocce scure di lava in ossidiane riflettenti.
Il sole è ancora alto ma rientro in camera e mi addormento con ancora nelle orecchie il dolore fisico per gli strilli, le marmitte, le musiche assordanti.
Quando mi sveglio la laguna è incredibilmente silenziosa. E’ piovuto. Mi siedo sulla terrazza della camera e mi immergo in questa pace magnifica celebrata dal rintoccare ritmato di uccelli tropicali nascosti tra le fronde umide degli alberi vicini. Le nubi color piombo che sovrastavano l’oceano nel pomeriggio hanno coperto il cielo sopra l’hotel durante la notte e ora a est, da lontano, si affaccia l’alba.
Ritorno a pensare al senso di plutone che ti distrugge fino a quando non risorgi alla tua vera natura. Mi chiedo quando Hilo splenderà della sua propria e unica bellezza..
Come d’incanto giunge la risposta alle mie domande silenziose. Si genera, incredibile, davanti ai miei occhi, un grande, solenne arco di colori che sembra salutarmi e darmi il buon compleanno.
La forza degli elementi, l’energia pazzesca di quest’isola c’è tutta in questo momento e si manifesta grandiosa in un arcobaleno che taglia il cielo opaco anticipando quest’alba.
Penso ai miei allievi. Nella pratica Yoga, c’è una forma del corpo che si chiama Dhanura, che significa arco. Nella simbologia indù, l’arco è l’arma degli dei e degli Ksatriya, la casta dei re e dei nobili guerrieri. La posizione è dedicata a Rati, la dea della passione, personificazione dell’affetto e del piacere sensuale e al suo sposo Kama, colui che lancia le frecce d’amore. L’arco è quindi segno di potere e di forza appassionata. Nell’azione simbolica dello Yoga, le frecce dell’arco rappresentano i vari momenti della vita, che devono raggiungere il centro. Le frecce vanno puntate verso l’energia di Jnana, la conoscenza che si raggiunge mediante krya, l’azione e iccha, la volontà.
E’ frequente, durante il mantenimento dell’asana, vedere internamente a sé tutti i colori dell’arcobaleno, che sono i colori dei Raja Chakra, i vortici di energia localizzati lungo tutta la colonna vertebrale.
La memoria del mio corpo mi riconduce alle volte che sono diventata l’arcobaleno, estendendo al massimo la schiena, quando grazie alla tensione intensa del corpo la mia energia si è risvegliata tutta in un guizzo portandomi a consapevolezza un mare di cose. Ora come allora la mia mente si illumina su questo momento.
L’energia infernale di Plutone trasforma e smuove le energie più profonde della nostra radice. E’ in noi e sta solo a noi saper trovare il canale per portare alla luce le nostre autentiche passioni affinché fioriscano e non ci distruggano.
Quest’isola dovrà trovare la sua vocazione, lanciare le sue frecce, senza imitare Ohau. La forza della Big Island è questa intensità sconvolgente dei sensi più bassi, io l’ho vista e vissuta, ed è una risorsa pazzesca. Dio Plutone con i suoi vulcani un giorno troneggerà in pace, quando i suoi abitanti avranno imparato a lanciare al cielo le loro frecce.
Torno verso l’Hotel e questa volta percorro il lato sinistro della spiaggia. Qui una luce intensa veste le stesse cose di polvere lucente e il cuore mi si alleggerisce. Scatto foto cercando di catturare quell’invisibile alchimista che sa trasformare il piombo in oro e la rocce scure di lava in ossidiane riflettenti.
Il sole è ancora alto ma rientro in camera e mi addormento con ancora nelle orecchie il dolore fisico per gli strilli, le marmitte, le musiche assordanti.
Quando mi sveglio la laguna è incredibilmente silenziosa. E’ piovuto. Mi siedo sulla terrazza della camera e mi immergo in questa pace magnifica celebrata dal rintoccare ritmato di uccelli tropicali nascosti tra le fronde umide degli alberi vicini. Le nubi color piombo che sovrastavano l’oceano nel pomeriggio hanno coperto il cielo sopra l’hotel durante la notte e ora a est, da lontano, si affaccia l’alba.
Ritorno a pensare al senso di plutone che ti distrugge fino a quando non risorgi alla tua vera natura. Mi chiedo quando Hilo splenderà della sua propria e unica bellezza..
Come d’incanto giunge la risposta alle mie domande silenziose. Si genera, incredibile, davanti ai miei occhi, un grande, solenne arco di colori che sembra salutarmi e darmi il buon compleanno.
La forza degli elementi, l’energia pazzesca di quest’isola c’è tutta in questo momento e si manifesta grandiosa in un arcobaleno che taglia il cielo opaco anticipando quest’alba.
Penso ai miei allievi. Nella pratica Yoga, c’è una forma del corpo che si chiama Dhanura, che significa arco. Nella simbologia indù, l’arco è l’arma degli dei e degli Ksatriya, la casta dei re e dei nobili guerrieri. La posizione è dedicata a Rati, la dea della passione, personificazione dell’affetto e del piacere sensuale e al suo sposo Kama, colui che lancia le frecce d’amore. L’arco è quindi segno di potere e di forza appassionata. Nell’azione simbolica dello Yoga, le frecce dell’arco rappresentano i vari momenti della vita, che devono raggiungere il centro. Le frecce vanno puntate verso l’energia di Jnana, la conoscenza che si raggiunge mediante krya, l’azione e iccha, la volontà.
E’ frequente, durante il mantenimento dell’asana, vedere internamente a sé tutti i colori dell’arcobaleno, che sono i colori dei Raja Chakra, i vortici di energia localizzati lungo tutta la colonna vertebrale.
La memoria del mio corpo mi riconduce alle volte che sono diventata l’arcobaleno, estendendo al massimo la schiena, quando grazie alla tensione intensa del corpo la mia energia si è risvegliata tutta in un guizzo portandomi a consapevolezza un mare di cose. Ora come allora la mia mente si illumina su questo momento.
L’energia infernale di Plutone trasforma e smuove le energie più profonde della nostra radice. E’ in noi e sta solo a noi saper trovare il canale per portare alla luce le nostre autentiche passioni affinché fioriscano e non ci distruggano.
Quest’isola dovrà trovare la sua vocazione, lanciare le sue frecce, senza imitare Ohau. La forza della Big Island è questa intensità sconvolgente dei sensi più bassi, io l’ho vista e vissuta, ed è una risorsa pazzesca. Dio Plutone con i suoi vulcani un giorno troneggerà in pace, quando i suoi abitanti avranno imparato a lanciare al cielo le loro frecce.
Danila
Caro Ciro e cari Bloggers, l'entusiasmo per voler condividere con voi le impressioni del mio viaggio mi ha fatto leggere una volta in meno la prima parte del mio diario. La spiaggia più famosa al mondo si chiama WAIKIKI e non Wikiki e i vulcani della Big Island sono in tutto cinque, di cui tre attivi.
Notte a tutti.
Danila
Notte a tutti.
Danila
Cara Isabella,
per te non occorre l'invito. Ti aspetto.
--
Ciro Discepolo
Ciro Discepolo
4 commenti:
Caro pof.re e cari amici del blog intanto complimenti al maestro per il nuovo libro, che gia ho fatto l'ordine ad Armenia insieme al libro transiti e RS sempre del grande Ciro.Un grande in bocca al lupo a Giuseppe Galeota per il suo blog.Non mi nascondo nel dire che purtroppo non ho fatto il mio viaggio di RS a Kristiansand in Norvegia per motivi di grande boicottagio.La mia data di nascita è 26/08/1957 h 08.00AM palermo.
Avrei tanto bisogno di un parere esperto per una RS di un mio caro amico nato a palermo il 5 ottobre 1960 alle 18.15 o 18.30,ho visto Helsinky ma qeul marte fa cuspide con la 6 casa. non ha figli e siccome Voi disponete di aladino se potete darmi una buona RS proteggendo molto la salute dal momento che saturno transiterà vicino il suo sole che di nascita è in 6 casa.Grazie Viola57
Ciao a tutti, Ciro, sempre complimenti per tutto e, in questo caso, per la locandina relativa all'incontro di Milano.
Per Viola57: il tuo amico, ad Helsinki, non ha Marte in cuspide con la sesta casa! potrebbe andare bene tranne per il fatto che Marte-Saturno sono nella stessa casa ma se non ha figli e se non ha problemi di salute, perchè no? potrebbe anche optare per Van in Turchia mettendo solamente Marte e Venere in quinta e lo stellium in quarta, mentre l'Ascendente lo piazzerebbe in terza radix e manterrebbe la bella posizione di Giove in decima!
Niko
Sig. Ciro La ringrazio infinitamente per la Sua disponibilita'. Credo che optero' per Mosca anche se quel Giove al mediocielo di Atka e' meraviglioso. Complimenti per il Suo nuovo libro, ne ordinero' sicuramente una copia. Un sincero grazie e un caro saluto. Marta
Caro Maestro Ciro , sono immerso fra Tarocchi , Talismani astrologici e domande di Astrologia Oraria.Il tuo blog è una lettura notturna obbligatoria durante la pausa , stanotte mi tocca faticare , perchè durante il giorno sono stato pigro.Dai tuoi scritti si può sempre imparare parecchio , ma mi sembra che a molti sfugge il fatto che tu sia dotato di una comicità squisita , spesso mi faccio delle risate bellissime grazie alle tue battute( ed osservazioni ironiche ) ! Comunque ti scrivo queste quattro righe per farti grandi auguri e complimenti per i tuoi 40 anni di impegno al servizio dell'Astrologia e per il tuo prossimo Convegno.Bravo Ciro! La locandina è bellissima ed è stata complilata con grazia e competenza.Per quanto riguarda il tuo nuovo libro spero che venda moltissime copie ed abbia numerose traduzioni di qualità all'estero.Grazie per questa ulteriore Opera sulle Rivoluzioni Solari , strumento previsionale veramente straordinario e di grande efficacia.Il tuo modo di leggere le RS è il migliore , ho di continuo risultati buonissimi con questo sistema e lo uso ormai anche per la correzione dell'orario di nascita , perchè è uno strumento conoscitivo molto affidabile.Un Caro Saluto da Roberto Minichini
Posta un commento