giovedì 7 ottobre 2010

Il ritratto astrologico di Totò






Avevo promesso a Lorenzowizard che avrei cercato il ritratto astrologico di Totò, che scrissi tantissimi anni fa per ASTRA e che piacque molto a Françoise Gauquelin. Eccolo:




Chissà per quale strano gioco del destino, un uomo che era Focas Flavio Angelo Ducas, Comneno de Curtis di Bisanzio Gagliardi Antonio, principe conte palatino, cavaliere del Sacro Romano Impero, altezza imperiale... si impose all’attenzione del mondo con un nome assai più modesto, un diminutivo di sole due sillabe: Totò.
Un uomo, un comico, dall’animo semplice e generoso, che, come tanti comici e clown, nascondeva, dietro la facciata dell’uomo leggero e spensierato, una natura triste e inquieta: quella appunto del clown che trattiene un lacrima dietro la maschera di ilarità.
Nel caso di Antonio de Curtis, poi, il pensiero corre imperiosamente a un parallelo d’obbligo: Totò e L’uomo che ride di Victor Hugo. Creatura quest’ultima nata dalla fantasia, ma non solo da quella, del tremendamente pescino romanziere del secolo scorso.
L’uomo che ride è un saltimbanco orrendamente mutilato di proposito, affinché il suo volto rida sempre, mentre dentro egli piange, essendo una natura emotiva e malinconica, costretta a portare il carico di un destino inumano, ciò che si configura ragionevolmente nella tematica dello scrittore francese (Pesci) e di Totò (Ascendente Pesci e Sole in dodicesima Casa, cosignificante dei Pesci).
Osservando il Cielo di nascita del grande attore scomparso (è stato eretto per le ore 7.30 del 15 febbraio 1898, a Napoli) si coglie il senso di una croce da portare, di un destino da combattere: il Sole è in dodicesima e l’Ascendente è Pesci.
Il destino che l’attore-poeta dovette affrontare fu quello, sempre perdente per lui, di sbarazzarsi di Totò. È un punto poco noto della sua biografia, ma di inequivocabile autenticità, se si rileggono le interviste che egli concesse negli ultimi anni della sua vita. Ecco cosa disse una volta a tal proposito: «Totò non mi piace. Non mi piace la sua faccia: lunga e triste. Secondo me fa ridere perché è un po’ deforme. Non lo amo neanche come personaggio. Ride sempre, mentre io non rido mai».
Chi, vedendolo nell’esplosione pirotecnica della sua gestualità irresistibile, avrebbe creduto che nella vita privata amava restare solo, rimanere alzato fino all’alba, scrivere tenerissime poesie, sfuggire i rumori, inseguire la quiete, la pace? Eppure era proprio così.
Il Sole nel dodicesimo Settore dell’oroscopo, infatti, pur non essendo di per sé un indice di misantropia, è senz’altro l’emblema della chiara volontà isolazionistica. Con questa posizione nascono molti ricercatori che, autoingabbiatisi in spazi assai esigui, espandono la propria indagine ai confini del conoscibile.
Il segno dei Pesci e la dodicesima Casa, hanno questa dimensione spaziale: al tempo stesso i micro e i macro spazi. Per un uomo che non studia e non fa ricerca ciò si traduce nella volontà di cucirsi addosso una grande intimità, una privacy a prova di tutto, una cittadella privata fuori del mondo.
Si sa anche che Totò non amava viaggiare (Luna congiunta a Saturno e a Urano in nona) e quando lo faceva sceglieva sempre il mezzo meno veloce: sentiva il fascino dei treni internazionali o dei transatlantici, che impiegavano settimane a raggiungere la propria destinazione. L’aereo per lui non esisteva, anzi «non era stato ancora inventato».
Ma il Sole in dodicesima, Signore della sesta Casa, è anche segnato da una nota di patologia, che, in questo caso, era sia somatica (la vista che gli si spegneva), sia psichica, ossia compressa da nevrosi: si dice che, dopo aver letto di alcune persone morte asfissiate in un disastro ferroviario, in una galleria, portasse sempre con sé, quando saliva in treno, due maschere antigas. Di certo si conosce la sua superstizione, nonché la natura complessuale che gestiva parte della sua volontà.
In un’intervista rilasciata ad Oriana Fallaci (l’Europeo del 6-10-1967) disse,tra l’altro: «... sono afflitto da un gran brutto complesso: il complesso di inferiorità. Inferiorità fisica, inferiorità intellettuale, inferiorità culturale...».
Questa debolezza umana, che nulla toglie alla grandezza della sua figura, contribuisce a chiarire perché egli tenesse tanto ai suoi titoli nobiliari. Anche se non li ostentava deliberatamente, si oscurava però, se qualcuno insinuava, e accadde più di una volta, che li avrebbe acquistati e non ereditati.
Se si faceva chiamare Altezza e portava l’anello con lo stemma nobiliare, era, a nostro avviso, sia per tentare di compensare i sensi di inferiorità appena descritti, e sia in omaggio alla sua natura conformistica e conservatrice (Luna e Saturno congiunti in nona, nel Sagittario). Ciò avveniva però solo al livello di “cerimoniali”, giacché intimamente era mosso da un forte spirito umanitario e legalitario, che in un’occasione riuscì a corporarsi magnificamente anche in forma lirica: la famosa poesia A’ livella.
Totò era un uomo assai umano e la congiunzione strettissima fra Sole e Venere, in Aquario, nel suo Cielo di nascita, lo testimonia inequivocabilmente. Sentiva il dolore e le sofferenze altrui e le faceva propri. Nessuno è in grado di amare meglio e di più di chi ha una forte congiunzione Sole-Venere, oppure una Venere nel Cancro. Si sa che al termine di ogni film elargiva mance generose a tutti i collaboratori, anche ai più lontani dal suo punto di lavoro.
Per gli animali Totò aveva poi un vero, grande amore. Pochi sanno che manteneva ben duecentoventi cani, con veterinario aggregato, per sottrarli a sicura morte, però tutti sono a conoscenza del suo spirito caritatevole per le bestie in genere.

“PORTATEMI A NAPOLI”

Quando morì, la notte del 15 aprile 1967, si registrarono molte vincite al lotto di Napoli, con questi numeri: il 13 (Sant’Antonio di Padova, il principe e la morte), il 22 (gli animali), e l’82 (le risate). Fu un ultimo regalo che fece al suo popolo povero. Pochi momenti prima di morire aveva detto: “Portatemi a Napoli” e la città si era stretta intorno alla sua bara, in un corteo di chilometri, che paralizzò completamente il traffico.
Fu molto amato ed ebbe grandi soddisfazioni, soprattutto da sua moglie, la bellissima Franca Faldini (Giove in settima). Ma conobbe anche grandi dolori nello stesso settore: per esempio portò sempre con sé una profonda tristezza per l’attrice Liliana Castagnola, che il 3 marzo 1930 si uccise per lui. Quando gli nacque una figlia le mise nome Liliana, ma gli morì poco dopo e morì anche il suo bambino.
Questi tre lutti possenti della sua vita sono espressi con chiarezza dai due dispositori dell’ottava Casa (Venere e Marte), che sono in dodicesima nell’oroscopo radicale. Per i due figli troviamo, inoltre, che il Signore della quinta, la Luna, è congiunto a Saturno e Urano ed opposto a Plutone e Nettuno.
Totò soffrì anche per Silvana Pampanini, che respinse la sua corte, e scrisse per lei Malafemmena, da intendere nel senso di donna dall’animo crudele. Era infatti anche compositore musicale, come si conviene a una natura poetica, che abbia anche valori in Aquario.
L’Aquario non è fortissimo in quest’oroscopo, però spiega la vis e la natura comica della sua arte: l’elettricità dei suoi movimenti, la simpatia delle espressioni, le invenzioni tecniche, le trovate comiche, l’assoluta originalità della sua arte.
Totò lavorava su canovacci di poche righe e inventava tutto il resto sulla scena. Erano tempi in cui si parlava senza playback e in cui i registi consentivano diverse libertà. Famosissimo è stato lo sketch del vagone letto, la bella donna e l’onorevole serioso.
Ancora oggi, a rivedere per l’ennesima volta i suoi film, si è travolti dal suo umorismo semplice e originalissimo. Come si potrà dimenticare l’episodio, tutto Aquario, di Totò che vende la fontana di Trevi all’americano bonaccione? O la ballata del “Pazzariello”, con il cappellone napoleonico, il frac, il bastone piroettante e la mossa ad effetto sul ritmo del tamburo?
Alcuni suoi termini sono entrati addirittura nel dizionario: “Quisquilie, pinzellacchere, sciocchezzuole, balle”. Vi è poi il capitolo nemici, non meno importante degli altri.
Si è già detto prima di quanti lo addolorarono mettendo in dubbio l’autenticità dei suoi titoli nobiliari, ma vi furono soprattutto i critici (Marte e Mercurio congiunti in dodicesima) a rendergli difficile la vita. Soltanto oggi si riconosce senza riserve la sua bravura e si sostiene che egli avrebbe potuto interpretare anche grandi ruoli tragici, come avvenne col personaggio del San Francesco, nel film di Pasolini Uccellacci e Uccellini (a proposito della congiunzione Marte-Mercurio in dodicesima, vi è da ricordare la sua passione per i gialli e per le cronache di delitti e processi).
Qualche parola va spesa infine per la sua condizione di uomo sradicato dal proprio ambiente (Luna-Saturno in nona) e per la malinconia che era dentro di lui (Luna-Saturno dominante, quadrata all’Ascendente). Una volta scrisse: «Felicità: vurria sape’ che è chesta parola. Vurria sape’ che vò significà». E un’altra volta: «Di notte, quando sono a letto, nel buio della mia camera, sento due occhi che mi fissano, mi scrutano, mi interrogano. Sono gli occhi della mia coscienza».
Ciro Discepolo, tanti tanti anni fa…



E sempre da Lorenzowizard ricevo questo scritto che pubblico di seguito:



Confutazione dei fondamenti dell'astrologia karmica






In questo scritto non intendo attaccare le venerabili dottrine religiose del karma e della metempsicosi ma la versione spicciola che è stata adottata da molti astrologi, specie americani, e adesso sembra andare sempre più di moda.
Secondo questa concezione l'oroscopo, o perlomeno certe posizioni dei pianeti all'interno di esso, sarebbero la manifestazione di una sorta di legame che esisterebbe tra il nuovo nato e un essere umano vissuto in un tempo precedente. Si suppone che questa "sorte astrologica" sia correlata alle azioni compiute liberamente dall'individuo esistito prima, in modo da rappresentarne il contrappasso: così, dopo la morte di un violento, nascerà una persona che erediterà come punizione "karmica" la sorte di dover subire violenza, la scomparsa di un libertino segnerà il fatale sorgere di un "erede spirituale" il quale dovrà "scontare" una condanna a essere sfortunato in amore, "la reincarnazione di una mammana sarà una donna condannata ad abortire" (Andrè Barbault) e così via (in questa sede non intendo occuparmi del karma "positivo", in quanto gli astrologi hanno prevalentemente a che fare con la necessità di consolare coloro che sono afflitti da quello negativo.)
Esistono molte varianti di questa linea di pensiero: secondo un'ipotesi comune, il karma rappresenterebbe una autentica continuità personale tra le esistenze, per cui si tratterebbe appunto di una nuova incarnazione dello stesso individuo. Secondo altre non vi sarebbe continuità ma solo una controaffinità destinica dovuta a ragioni imperscrutabili, riguardanti l'ordinamento complessivo del mondo. Tutte hanno in comune la credenza che oltre al Karma, esista una libertà di elevarsi al di sopra di ciò che esso “fatalmente” impone. Ma soprattutto - e questo è il punto che sarà oggetto della mia critica - tutte sostengono che la nostra vera essenza di individui sia preesistente al momento in cui arriviamo a essere pienamente responsabili delle nostre azioni.
Che sia la nostra essenza a creare il nostro oroscopo facendoci nascere "al momento giusto" o che il nostro oroscopo non sia altro che il ritratto simbolico della nostra essenza, non cambia granché: noi dobbiamo accettare il postulato secondo cui, dato che siamo e "continuiamo tutta la vita" a essere partecipi della nostra Realtà originaria, dobbiamo "assumerci la responsabilità" di ciò.
Il nostro oroscopo, in un certo senso, lo abbiamo creato noi stessi: se in questo oroscopo esiste una parte di sfortuna, o karma negativo, siamo stati noi stessi ad averlo voluto, o quantomeno ad averne causato l'insorgere col nostro comportamento scriteriato nell'esistenza precedente. Al di là della nostra consapevolezza limitata e legata al "principium individuationis", il nostro ego deriverebbe o farebbe parte di un'entità più vasta, trascendente e atemporale, che dobbiamo riconoscere come il "nostro vero essere", il Sé di Jung o l'Atman degli indù.
Partiamo dunque da qui, ed assumiamo che tutto ciò sia vero. Le implicazioni di questi principi sarebbero già abbastanza irritanti nel caso li si volesse utilizzare in casi banali, ad esempio per spiegare a una vittima di ripetuti furti che è colpa sua, poiché nella sua vita precedente è stato un ladro. Ma per coerenza bisognerebbe interpretare allo stesso modo delle vere tragedie, come la disabilità, la morte precoce, gravi mutilazioni, indicibili tormenti psicologici che portino al suicidio o alla pazzia. Un bambino si ammala di cancro, non esistono speranze di guarigione, morirà entro pochi mesi: ebbene diciamolo, che deve scontare la giusta pena perché nella sua precedente incarnazione è stato un pedofilo! E dato che in casi come questi esiste una spiegazione alternativa, squaderniamola pure: pedofili possono essere stati i genitori, e magari assassini di bambini! Si tratta di estremizzazioni non propriamente delicate ma che non fanno una piega, se si accetta la logica del karma. E' chiaro che di fronte a discorsi simili nasce un senso di rivolta: che colpa può avere un bambino piccolo? E più in generale: come sopportare che un individuo, il quale dalla nascita in poi non ha commesso colpe, debba pagare per quelle di altri, già defunti, e per di più sia costretto ad ammettere che ciò avviene giustamente? A questo punto, chiunque potrebbe venirmi a dimostrare che se mi capitano cose orribili per mano degli ebrei, è perché sono la reincarnazione di Hitler, e quindi, nonostante ami profondamente la cultura ebraica, è giusto che accada, per cui non mi toccherà far altro che subire tutto e di più, come sacrosanta espiazione ad opera delle controparti di coloro che nel passato ho offeso, salvo eventualmente sacrificarmi e darmi da fare per... migliorare il karma della posterità. Tutto ciò oltre che ripugnante, sembra intuitivamente errato: è evidente che siamo di fronte a dei vizi logici, a dei presupposti sbagliati o un modo errato di tirare conclusioni. E' lampante che nessuno ha colpa di nascere alto, basso, bianco, nero, brutto, zoppo, o con un determinato oroscopo; nessuno ha la colpa di subire ciò che non ha desiderato, neppure inconsciamente, e gli è capitato per puro caso: ma è precisamente questo che la dottrina del karma nega! Eppure nonostante la sua manifesta assurdità, essa non si lascia smontare così facilmente.
Per riuscirci dobbiamo partire dall'assioma su cui si fonda l'intero edificio teorico: la tesi secondo cui io sono responsabile non solo di ciò che io faccio, ma anche di ciò che io sono come realtà fattuale: il mio corpo, il mio carattere, le mie qualità... il mio oroscopo.
Il concetto di responsabilità si regge su quello di libero arbitrio: per cui se si nega quest'ultimo, il fondamento dell'astrologia karmica crolla, e anche se si riuscisse a dimostrare l'esistenza di una vera continuità, per cui si potrebbe sperimentare oggettivamente che "nell'istante in cui muore un ladro, nasce qualcuno che nella vita verrà derubato", ciò non dimostrerebbe altro che l'esistenza di un progetto cosmico nel quale tutti i fili si intrecciano, senza che il volere delle creature vi abbia parte. Ma lasciamo correre, e ammettiamo, assieme alla grande maggioranza degli astrologi e dei filosofi, l'esistenza del libero arbitrio e quindi della responsabilità.
Quali sono i presupposti per cui ci si possa dire liberi di scegliere e quindi pienamente responsabili? Uno è particolarmente importante, ed è la coscienza.
Una creatura incosciente non può essere "libera" perché essa non "sceglie" ma agisce in base a stati interni, che essendo incosciente, non può nemmeno conoscere. Essa non si "autodetermina", ma viene determinata in modo coattivo dalla propria fisiologia, e se per ipotesi si risvegliasse in uno stato di lucidità, avrebbe ragione a ripudiare le azioni compiute durante lo stato di incoscienza (voglio ricordare che ciò vale anche in giurisprudenza: il presupposto della responsabilità legale è, com'è noto, la "capacità di intendere e volere", ovvero la piena coscienza).
La nostra coscienza di individui si forma nell'infanzia, e anche se si dimostrasse che un abbozzo di essa è presente nel neonato e financo nell'embrione, sarebbe ridicolo etichettarla come una coscienza "responsabile dei suoi atti".
Eppure l'astrologia karmica vorrebbe farci credere questo: prima ancora della nostra nascita, o addirittura del concepimento, vi sarebbe una Entità che sceglie liberamente il nostro oroscopo, o comunque le qualità spirituali che avremo al momento di incarnarci. Ciò è possibile solo a condizione di ammettere che il Sé o l'Atman o qualsiasi cosa noi siamo prima di nascere, sia cosciente di sé (oltre ad avere poteri quasi divini... ma sorvoliamo).
Dunque la nostra coscienza, nel formarsi sulla base di un'essenza spirituale preesistente, si "innesterebbe" su un'altra coscienza, come un nuovo germoglio su una pianta. Quindi in noi esisterebbero non uno ma due Entità/Io: entrambe coscienti. provviste di libero arbitrio, autonome e responsabili, e tutti avremmo una doppia personalità!
Ma anche a voler accettare questo assurdo schema del doppio Io, esso sarebbe precisamente la prova che se in "noi-totalità" esiste una seconda personalità inconscia e sconosciuta che ha deciso il nostro oroscopo e controlla indirettamente le nostre sorti, "noi come soggetti" (il vero Io appunto!) NON ne siamo responsabili! La conclusione smentirebbe dunque le premesse.
L'unico modo di inficiare questo ragionamento sarebbe argomentare che l'"io" karmico, che ci ha guidati nel processo di reincarnazione, a un certo punto si dissolva o si trasformi, in modo da dare origine al "nostro" caro, solito io (nessun doppione, dunque). Ma anche così saremmo comunque sgravati di ogni responsabilità. Se l'io karmico, che ho ereditato dal passato insieme al suo bagaglio di colpe da espiare, si è "tramutato" nel mio io, significa che i due "io" non coincidono: e quindi non si può accollare al secondo la responsabilità degli atti del primo, né sostenere che al momento della mia morte, il mio io, divenuto un "karma" e artefice di una nuova incarnazione, possa legittimamente scaricare le proprie responsabilità sull'io seguente, quello in cui è destinato a trasformarsi. Quest'ultimo avrebbe tutte le ragioni di mandarlo al diavolo e dirgli: "Cosa vuoi da me? Se hai fatto degli errori paga tu, certo non esistono motivi per cui dovrei pagare io!".
Un altro possibile escamotage è il seguente: il karma e l'io non sono cose che mutano l'una nell'altra ma la stessa cosa, si tratta sempre del medesimo soggetto pensante, libero e capace di autodeterminarsi, che preparata l'incarnazione si addormenta e poi si risveglia in forma di nuova coscienza individuale, in un corpo che prima non possedeva.
In quest'ottica però non si dovrebbe più parlare di karma ma di una vera e propria "anima", un essere immateriale capace di esistenza autonoma e indipendente dal corpo, e dotato almeno degli attributi della coscienza e del libero arbitrio. La formazione di una nuova coscienza individuale nel bambino non sarebbe altro che un risveglio in cui non ci si ricorda più del passato.
Anche tralasciando tutte le obiezioni che si potrebbero avanzare verso il fatto che si tratta di un puro articolo di fede (eretica), implicante l'esistenza di potere semidivini attribuiti all'anima anziché a Dio, e via dicendo, il punto critico riguarda ancora la nozione di responsabilità: posso io essere ritenuto imputabile di azioni da me commesse "da me stesso in una vita precedente", una vita in cui avevo un altro corpo, altri genitori, un altro carattere, un altro modo di pensare? Fino a che punto posso accettare che si stabilisca un'identità tra me stesso e quell'altro individuo vissuto magari secoli prima di me? Cosa significa affermare "io prima di nascere sono stato Napoleone?"
Non significa nulla, e lo si può dimostrare con argomenti puramente logici. Un'affermazione del tipo "A è stato B" non può significare altro che "B si trasformato in A". Ciò non implica necessariamente che tutte le caratteristiche di B (o la materia di cui è composto B) siano scomparse. (Qualcosa potrebbe essere rimasto: nel mio caso è possibile che alcuni degli atomi che formavano il corpo di Napoleone siano entrati a far parte del mio!) Ma il sostenitore della reincarnazione non vuole limitarsi a questo: egli vuole precisare che affinché io possa essere imputabile degli atti compiuti liberamente da Napoleone mentre era vivo, una sua specifica facoltà deve essere la parte fluita in me, entrata in me, divenuta MIA parte. Ciò che in lui ha scelto di agire nel modo in cui ha agito. La sua soggettività autonoma – la sua libertà.
Cos'è la libertà? Non è materia, non è energia, non è neppure un attributo formale o  qualità: nel momento in cui le si assegna una qualsiasi essenza la si annienta, poiché la libertà è precisamente la facoltà di autodeterminazione di ciò che essa, di volta in volta, a ogni nuova scelta, intende essere (in quanto autodeterminazione di come essa agirà: l'agire è condizionato dall'essere). Per dirla con Sartre, e su questo punto, tutti i filosofi e i logici sono d'accordo, la libertà non ha essenza. Non è conoscibile né circoscrivibile (se lo fosse non sarebbe più libera!) E non avendo essenza, non può neppure avere qualità. Non esiste la "mia libertà", la "tua" libertà (se non nel senso di una differente possibilità di agire senza essere intralciati dalla realtà di fatto). Non esiste la "libertà di Napoleone" come possibile inizio di un filo diretto, di una qualche forma di continuità/identità con la mia libertà. La libertà è identica in tutti, non è "distribuita" in dosi qualitativamente o quantitativamente differenti, non possiede "etichette" individuali. La libertà non è "qualcosa" che possa passare dall'uno all'altro come una specie di “liquido travasabile”. Dato che la mia libertà è identica in sé (nella sua mancanza di essenza) a quella di chiunque altro, a chi mi dicesse "Tu hai ricevuto una libertà spirituale che è stata quella che contraddistingueva Napoleone", io potrei rispondere: "Allo stesso modo potrei avere ricevuto quella di chiunque altro, poiché la libertà non è un ammennicolo su cui è scritto il nome del proprietario".
Non importa che il sostenitore del karma mi ribatta, come ultima difesa, che ciò che io potrei aver ricevuto da Napoleone sia una cosa differente, non la libertà ma l'intera anima appartenuta a Napoleone, che ha come attributo la libertà, e “questo” sarebbe il karma.
Se quest'anima ha come UNICO attributo la libertà, essa non è altro che pura coscienza e la facoltà della libertà, allora torniamo al ragionamento precedente: la pura coscienza (che, come spiegano i filosofi non ha come “qualità” il libero arbitrio, ma è tutt'uno con esso) è un abstractum senza qualità individuali, non è “travasabile”.
Se l'anima oltre a ciò possiede altri attributi, ad esempio un "carattere", e questi tratti di carattere "napoleonici" sono entrati a far parte del mio carattere, ciò non toglie che il mio carattere sia comunque diverso da quello di Napoleone, così come lo è il mio corpo, e tutta o quasi tutta la materia di cui sono formato (per chi ama le definizioni filosofiche, la mia fattità): e allora, se io sono, di fatto, un altro individuo, come si giustifica che io debba pagare al posto di qualcuno a cui semplicemente assomiglio come carattere?
Lo si potrebbe giustificare solo se io fossi realmente identico a Napoleone come individualità assoluta, il che significa che se dovesse essere la MIA anima a volare nel passato e ad abitare il corpo di Napoleone alla sua nascita, l'individuo Napoleone compirebbe esattamente le medesime scelte (e crimini) che nella realtà ha commesso di propria iniziativa.
Solo in questo caso si potrebbe parlare di identità totale tra le due anime, per cui sarebbe corretto parlare di me stesso come reincarnazione di Napoleone, e infine anche di una mia colpa.
Ma ciò è impossibile. Io non potrei, se abitassi il corpo di Napoleone, agire esattamente come Napoleone, perché la “mia anima”, qualsiasi significato si voglia attribuire a questa parola, non è qualcosa di totalmente caduto dall'alto ma è anche il frutto dell'educazione, delle esperienze, dell'influenza dell'ambiente in cui sono cresciuto: in altre parole, è impossibile che esistano due anime identiche (o se si preferisce due psiche umane identiche), in quanto l'anima non è solo “karma” ma è plasmata anche dall'esperienza. Per quanto la si rigiri, l'equivalenza tra la mia essenza e quella di un altro individuo, vissuto nel passato o che vivrà nel futuro, è assurda e improponibile: io sono io, e non un altro. Né è possibile aggirare l'ostacolo coniugando al passato il verbo essere. "La mia anima è (o è stata) l'anima di Napoleone" potrebbe essere vero solo se la mia anima e l'anima di Napoleone fossero due nomi per la medesima cosa. Ma la mia anima è solamente mia, essa è definita in modo univoco, oltre che dall'ereditarietà o karma, dalle circostanze in cui sono nato e ho vissuto, e non può essere identica a quella di nessun altro; l'esistenza di tratti comuni con l'anima di un altro, e financo di una “componente caratteriale comune” non è quell'identità assoluta e trascendentale che sola potrebbe giustificare l'attribuzione della responsabilità di un defunto a un vivente e dare un fondamento morale alla dottrina del karma.
Napoleone e Hitler erano individui distinti da me: nessuno potrà mai attribuirmi la responsabilità dei loro delitti, e sostenere che sia io quello che deve pagare, non importa in che modo.
Messo alle strette, al sostenitore del karma non rimarrà altro che dire: "Insomma, tu puoi cercare in tutti i modi di negare di avere commesso delle colpe prima della tua nascita, e hai ragione: in qualche modo misterioso, l'individuo che ha agito in modo malvagio era collegato a te ma non eri propriamente tu: sta di fatto che esiste una arcana legge cosmica per cui tocca a te addossarti il fardello dell'espiazione per le sue cattive azioni, sia giusto o no dal tuo punto di vista".
Benissimo, ma così si torna alla concezione che io sostengo, che è quella del comune buon senso: non siamo noi gli autori né tantomeno i colpevoli di quello che ci accade per pura sfortuna, come l'essere nati handicappati, o con un pesante oroscopo (che spesso è peggio): ciò avviene senza che noi possiamo comprenderne i motivi, che sono noti solo all'Onnipotente o a chi per lui; e anche se ci sembra arbitrario e ingiusto, dobbiamo accettarlo e basta. Diventa unicamente un diverso modo di dire la medesima cosa. E questa la fine della cosiddetta astrologia karmica, e non è certo una bella fine. Il concetto astratto di reincarnazione, analizzato dal punto di vista logico, semplicemente non sta in piedi, anzi si tratta di cosa non solo avvilente ma anche alquanto ridicola.
Se poi io ricordassi, come a una folgorazione, una mia "vita precedente", in tutti i dettagli, e se a un controllo dovessi scoprirli veri, neppure questo proverebbe nulla. Di fenomeni paranormali ne avvengono molti, e anche ben più clamorosi di questo.


Lorenzowizard




Per Angel.
Caro Angel, come tu stesso hai intelligentemente osservato, il tuo quesito non è propriamente astrologico o, forse, non è astrologico in senso stretto, ma io penso che l’Astrologia, in questo caso modestamente rappresentata da me, possa dire qualcosa.
Io ti suggerisco di lasciar perdere le varie scuole parificate che potrebbero aiutarti a sostenere gli ultimi esami universitari o attraverso le quali chiunque potrebbe comprarsi delle lauree.
Sono convinto, infatti, che in una società come quella attuale, strutturata in modo abbastanza inquietante dal punto di vista economico, puntare al titolo di studio, non sia vincente e questo almeno nel tuo caso.
Conosco il tuo valore nella professione che svolgi e non capisco per quale motivo dovresti infilarti questa laurea in tasca, abbandonare una strada dove hai talento qualità ed esperienza, per iniziare quell’orrendo girone infernale dei concorsi pubblici. A che? Vuoi diventare ufficiale dei Carabinieri o pensi di ottenere un posto di funzionario/dirigente in un’azienda pubblica o privata? E gli altri centomila o trecentomila che tenterebbero il concorso con te, ti lascerebbero passare avanti? O vuoi, alla tua età, metterti a fare il “ragazzo” nello studio di un avvocato affermato?
Te lo sconsiglio. Penso, invece, che dovresti cercare la più alta collocazione professionale possibile all’interno del tuo lavoro, magari all’estero, con il consiglio degli astri.
E, ultimo ma non per ultimo, sono anche convinto che i due esami mai dati facciano parte del tuo DNA astrologico di Leone compensato: quell’incertezza che t’impedisce di “aggredire” la vita e che ti fa preferire lasciare dipinti incompiuti sulla tua strada. Non è il massimo per la carriera, ma aiuta, psicologicamente parlando.


Per Angelino59. Prova meglio la demo perché funziona. Il servizio di “noleggio” su Astrologiainlinea.it sarà presentato ufficialmente il 16 ottobre a Milano, durante il nostro incontro.


Per Michele e per Elisabetta. Elisabetta ha un magnifico Giove dominante, ma anche Marte e Saturno in seconda Casa che non possono lasciare dubbi: io penso che farà bene a darsi alla composizione solo a tempo perso e a puntare a una “pagnotta” sicura, almeno con un insegnamento o una pratica che la sua arte e maestria le possono offrire.


Per Danila. Questa “compilation” non è realizzabile. Osserva il grafico sotto. Per poter ottenere ciò che tu elenchi, senza far cadere l’AS di RS in prima o in dodicesima di nascita, dovremmo dilatare enormemente le Case che, a questo punto, inghiottirebbero, nella sesta, sia Venere che Saturno. A parte che andando in Finlandia alcune Case diverrebbero di 4-5° e ciò non lo possiamo accettare assolutamente.







Per Tutti. Sarò in viaggio da questo sabato fino a mercoledì e poi di nuovo, a Milano, da venerdì (15 ottobre) a domenica. Vi prego di non mandarmi quesiti impegnativi o richieste che richiedano molto tempo per essere elaborate. Come al solito sono certo che i bravi colleghi qui presenti potranno aiutare le new entry che ogni giorno ci fanno l’onore di aggiungersi alla nostra famiglia.


Buona giornata a Tutti.
Ciro Discepolo



17 commenti:

Anonimo ha detto...

Master Ciro,

I hope you are well. I have a few queries for you which have emerged as a result of events which occurred after my latest solar return-specifically what do you regard as more powerful (i) a favourable solar return or the influence of locational astrology (ii) or the 2 are inextricably linked?

In terms of background, I spent my birthday in Islamabad (Pakistan)- most favourable location. Mars and Saturn are in the 3rd house and pluto is in the 6th. In September i went to the Far East- Singapore and got hospitalised for a few days and have experienced some rather unsettling and plutonic experiences on a personal level too. Would you say these events are in line with the ASR with mars saturn or pluto in the VI or do you think that the uranus line which is very strong in Singapore vis a vis my horoscope has somehow become the dominant influence and overpowered the ASR?

I addition, what location would you recommend for my next solar return. You know my priorities :)

All the best for your seminar in Milan- i wish i was there.

Anne Marie

Anonimo ha detto...

Caro Maestro, grazie per l'aiuto.
Volevo approfittare anche per farti i miei migliori auguri per Milano, occasione bellissima a cui io non potrò partecipare per via di un impegno di studio pregresso a Roma. Da oggi ho in mano il tuo ultimo libro e silenziosamente mi sentirò comunque partecipe a questa tua festa.
Un ricco in bocca al lupo.

Per Lorenzowizard.
Non avevo dubbi che stavi preparando qualcosa di corposo e significativo. Da uomo concreto e non da chiacchiere lo apprezzo sinceramente molto. Leggerò con moltissimo interesse il tuo pensiero e se ti farà piacere, commenterò qualche parte e chiederò spiegazioni sul perché dei tuoi assunti.
Ancora grazie, più è bello il tuo lavoro più ci fai sentire importanti perché ce lo offri.

Un saluto a tutti.
Danila

Lorenzowizard ha detto...

Per Ciro
Interessante ed emozionante il tuo saggio su Totò. Come mi attendevo, avendo letto molti altri tuoi ritratti di personaggi, sei partito dall'osservazione del dettaglio per ricostruire gli aspetti fondamentali del carattere dell'uomo e le sue tendenze profonde, in relazione coi dati dell'oroscopo. E' il modo di lavorare dell'osservatore, dello scienziato e in genere di chi parte dai fatti per estrarne i principi (gli anglosassoni la chiamano strategia bottom-up, dal basso verso la cima). Se si fa un confronto con ciò che avevo scritto io tempo fa si potrà scoprire che la visione è la medesima, ma ottenuta col metodo opposto: lasciando per il momento da parte ciò che sapevo su Totò, ho dapprima preso in considerazione l'oroscopo come entità astratta, isolato le tre componenti principali (il fascio di tendenze dato da Nettuno ang.FC - AS Pesci/XII Casa, la cong.Luna/Saturno in IX, zona Gauquelin - MC quad. AS/DS, e l'Aquario molto occupato/Urano asp.Mercurio/Marte), e in base a esse costruito una schema in cui poi ho fatto rientrare, come tasselli di un mosaico, i particolari biografici. Questo partire dal principio e impiegarlo come bussola per schematizzare i dati empirici è chiamato "strategia top-down", dalla cima verso la base. La questione è quale dei due approcci sia il più adatto per comprendere una persona in base al suo oroscopo. Come hai spiegato varie volte, il metodo che funziona meglio è quello integrato: dapprima, senza sapere nulla o quasi del soggetto, iniziare tramite i dati oroscopici col farsi un'idea approssimativa dell'insieme della sua personalità (top-down), poi durante il confronto verificarla tratto per tratto, tenendo conto di ogni particolare che appaia diverso da com'era atteso (bottom-up) e infine risintetizzare e sistematizzare (di nuovo top-down). Come studioso puro, "non praticante" mi sono quasi sempre trovato a ragionare secondo schemi top-down, dogmatici. Credo che questo sia un po' il limite principale di chi fa astrologia per hobby...

michele ha detto...

Caro Ciro,
grazie per il consiglio;
una considerazione mi è sorta leggendo la tua risposta ad angel: io non so la sua situazione, ma credo voglia competare gli studi di legge stando a quelloo che dici; io li sto intraprendendo ora, con interesse, mentre mi occupo di tutt'altro lavorativamente (sono insegnante di arte e di sostegno); e questo lo faccio per assecondare i talenti o le possibilità che emergono nel mio tema natale, seguendo un tuo consiglio;
quando avrò terminato gli studi non sarò verdissimo, avrò 36 anni.

Spero che quello che sto facendo mi possa servire per lavorare veramente in un settore come quello dell'avvocatura, che mi offra più soddisfazioni dell'ambiente scolastico, in sè un pò statico.
Personalmente punto molto sul potere propulsivo delle rivoluzioni solari mirate.
Possiamo essere ottimisti?
Speriamo bene

Un abbraccio

Michele

Giuseppe Al Rami Galeota ha detto...

per lorenzowizard:
non appena ho letto il titolo del tuo articolo mi hai strappato un sorriso (immaginando la faccia di Danila già reduce dalla mia verginea analisi). ho notato che in effetti hai il mio stesso approccio alla questione. tutto sommato, se mi permetti, vorrei aggiungere alcune considerazioni:

come si è giunti ad associare alle posizioni planetarie e zodiacali, le relative indicazioni sulle vite passate?

Secondo il mio parere, ci sono due risposte:

1)che il tutto sia stato rivelato da un’entità divina; un po’ come la Bibbia scritta dagli apostoli sotto le indicazioni di Dio. Questa ipotesi abbastanza pittoresca (ma poi non così tanto se si ha fede) non può trovare conferma né smentita dal punto di vista pratico, ma trovare il plauso solo per una questione di fede.

2)che il tutto dipenda da assegnazioni del tutto arbitrarie anche se avvenute utilizzando il ragionamento analogico.
Se dobbiamo affrontare la materia attraverso le regole della fede, allora affrontiamo una battaglia persa in partenza. Credo non esiste regola logica, filosofica, matematica, che possa dimostrare qualcosa di indimostrabile (scusate la mia frase paradossale per l’appunto fideistica).
La domanda è questa? Perché non affrontare la questione attraverso gli strumenti della fede? per il semplice motivo che l’astrologia non è una questione di fede. però non è detto che non la si possa affrontare secondo un approccio spiritualista. Però dobbiamo assumerci le conseguenze che esso comporta.
Qualcuno afferma che tramite ipnosi regressiva si possa giungere a descrivere chi eravamo in una delle nostre precedenti incarnazioni. Ciò è possibile, ma ritengo più plausibile che sotto ipnosi, una o più parti della nostra psiche emergerebbero alla coscienza sotto forma di immagini archetipiche. Di esse infatti noi abbiamo esperienza diretta quotidianamente. Io penso che queste siano confuse con “ricordi di vite passate”. Dunque, l’ipnosi regressiva potrebbe portare a far emergere dei “nodi focali” del nostro essere e questi si esprimerebbero attraverso immagini allegoriche, archetipiche. Cioè il mio cervello potrebbe costruire delle immagini e collegarle l’una all’altra, per raccontare qualcosa di profondo, nascosto, che appartiene al mondo presente o alla nostra esperienza di vita. Rimane da chiarire per quale motivo la nostra mente sceglierebbe un certo tipo di immagini. Poi c’è anche da considerare che: se è vero che abbiamo un inconscio collettivo, esso potrebbe contenere delle informazioni provenienti dai miei avi. I ricordi potrebbero emergere alla memoria perché evocati ipnoticamente, oppure perché rivissuti quasi in modo rituale. Quindi potrei ereditare le informazioni genetiche degli avi e perchennò anche una parte della loro memoria ed essere indotto a rivivere certe esperienze. Anche se la cosa non fosse così, non esiste un campione di ricerca così vasto da garantire una corrispondenza tra grafico astrologico e vite passate. Ma esistono invece corrispondenze tra il grafico astrologico e i nostri genitori, i nostri nonni. Per fare un esempio pratico: sia io che mio padre abbiamo la luna nella dodicesima casa. Sia mia sorella che mia madre hanno venere congiunta a saturno.
È pretenzioso, inoltre, che attraverso un sistema terreno ideato dall’uomo, si possa arrivare a descrivere qualcosa che esiste in un’altra dimensione, quella ultraterrena, della quale non abbiamo nessuna esperienza diretta e riconosciuta. Infatti l’evoluzione dello spirito prescinde dalle vicissitudini terrene che come ben sappiamo non sempre portano l’uomo a imparare una lezione, infatti lo spirito si potrebbe evolvere indipendentemente dalla coscienza della mente, senza agire praticamente nelle azioni terrene. Dunque, anche sapendo quale sarà (e quale è stato) il nostro percorso di crescita spirituale, non potremmo mai fare alcuna verifica di ciò.

Anonimo ha detto...

Per Al Rami

Spero che la tua immagine della mia faccia corrisponda a quella che ho fatto veramente e che ho già espresso in parole all’autore: non era di sorpresa. Che io sia reduce dalla tua verginea analisi, beh.. E’ il risultato poi che conta. Chi taglia a fette resta solo con pezzi in mano. Come tu stesso hai detto parecchi si scoraggiano, chissà perché.. Diciamola con Carnegie: “nessuno prende a calci un cane morto”, prova ne sia che mi hai dedicato parecchio del tuo tempo, per cui, continui a essermi simpatico.
Sul piano dell’astrologia karmica, si confondono un po’ le cose, a mio parere: credere nelle rinascite è un conto, trattarle in astrologia un altro. In più percorrere la ricerca sulla linea di pensiero evolutiva della stessa astrologia, non implica trattarne l’approfondimento karmico. Per cui, non trattando io stessa in particolare l’astrologia karmica non mi sono sentita presa in causa.
Purtroppo per il mio piacere di comunicare con voi starò assente per un paio di settimane e quindi dovrò trattenere comunque il prurito di dire la mia sulle questioni sollevate.
Non conoscendomi, per amore di chiarezza, ti dico che ho un marte in bilancia che mi fa tendere alla difensiva (per cui se ricordarmi a Lorenzowiz era un gesto d’affetto, ti ringrazio e ti chiedo scusa), un ASC in leone che mi dà un certo orgoglio e un sole agli ultimi gradi del campo II. Riguardo a quest’ultimo, appassionata di cinema come sono, un film che amo molto è “Raging Bull”, di Martin Scorsese. Jack La Motta era famoso per non essere mai stato abbattuto sul ring. Per cui, parafrasando le ultime scene del film: “Vieni avanti… tanto non mi butti giù..”.

Amorevolmente.
Danila

Poseidon 83 ha detto...

Per Danila,

io ho Luna e Marte alla fine del campo secondo (entrambi in Acquario) ed adoro Toro Scatenato!!:)
Ci sentiamo tra 15 gg!!
Marco

Lorenzowizard ha detto...

Per Al Rami
Riguardo al quesito di come si sia giunti a integrare l'astrologia nel quadro delle concezioni indù, non saprei, bisognerebbe essere studiosi della cultura indù. Quel che è certo è che gli astrologi "karmici" non ne sanno più di me al proposito, semplicemente seguono una moda. Non si può affermare che siano profondamente convinti di quello che dicono, e secondo me non si rendono conto che, come Liz Greene, dicono grandissime bestialità. Si riempiono la bocca di paroloni altisonanti senza neppure "collegare il cervello" salvo squagliarsela con la coda tra le gambe quando vengono confutati. Vedi una che ora "fa l'indiana" in senso letterale, con assoluta innocenza... ma il 29 settembre aveva scritto, a proposito di una certa posizione del mio oroscopo: "Se ti ritrovi Saturno radix in V, delle due l’una: puoi sostenere che esistono le categorie degli estroversi e degli introversi e annunciare al mondo che per te non ce n’è perché appartieni a quest’ultima categoria oppure puoi domandarti: ma che c… di idea avevo in mente quando mi sono incarnato qui e mi sono piazzato questo pianeta nella casa del piacere?”
No, io non mi sono "incarnato" perchè prima di "incarnarmi" non esistevo affatto! In secondo luogo, quale che sia la ragione immanente o trascendente per cui mi sono ritrovato ad avere l'oroscopo che ho, questo non ha niente a che vedere con la mia volontà, con le mie scelte, col mio Io, col mio Sè, con qualsiavoglia aspetto di me stesso. Punto. Se pure l'avere Saturno in V è stato conseguenza di una "decisione" e non un semplice "fatto", è stata decisione di Altri, e non mia. E io non intendo assumermi la responsabilità di un bel nulla, nè di un avere un certo oroscopo anzichè un altro, nè di essere nato con la pelle bianca e non nera e simili. Chiaro? Chi vuole saperne di più, si legga l'articolo.
C'è poi il problema di come giudicare i ricordi di chi, sottoposto ad ipnosi regressiva, o anche spontaneamente (come succede ad alcuni bambini), si trova a rivivere scene di quella che sembra una esistenza passata. Hai fatto due ipotesi: potrebbe trattarsi di ricordi ereditati o di una azione "ponte" dell'inconscio collettivo. Sono entrambe plausibili: io ne aggiungerei una terza, che è la mia preferita: si tratterebbe di retrocognizione, una forma di percezione ESP rivolta verso il passato. E' chiaro che se io grazie a una mia innata abilità so tornare indietro nel tempo e immedesimarmi nell'anima di Napoleone al punto di poter riferire i suoi pensieri, e descrivere la realtà della sua epoca come lui la vedeva coi suoi occhi, ciò darà l'impressione che io sia la reincarnazione di Napoleone. Ma è un errore, e sono costretto a ripetermi: io rimango sempre è comunque io, e se mi tramutassi in Napoleone, allora sarei davvero Napoleone e non più io: il concetto di reincarnazione è un aborto logico. Le individualità non sono intercambiabili come i vestiti. Non esiste un manichino "karma" che a seconda degli stracci di cui è coperto, possa essere chiamato "Napoleone" o "Lorenzo". Mi sembra inutile insistere, tanto è evidente.

Giuseppe Al Rami Galeota ha detto...

per danila: lungo il mio percorso di studioso di astrologia ho avuto diverse manifestazioni delle motivazioni per cui le persone tendono a scoraggiarsi dinnanzi alle mie analisi: alcuni non han voglia di mettersi in discussione, alcuni non han voglia di ragionare (anche solo per esercitare la mente come faccio io col mio mercurio in 5^casa), ma il motivo ricorrente è per un problema di orgoglio: nessuno è veramente disposto ad accettare di saperne meno di me e scambia la sua incompetenza per mia presunzione. (sebbene il mio mercurio sia quadrato a giove e alcune volte mi spinge ad avere troppa fiducia nelle mie idee.)Qualcuno si sente sotto esame quando parla con me; ma io credo che se è preparato non deve temere nulla. In fin dei conti sono solo uno che ama mettere i puntini sulle "i" per dimostrare a me stesso di saper ragionare. (mercurio in capricorno trigono all'ascendente vergine, dominante perchè signore dell'asc.e del MC in un tema senza pianeti angolari)

per lorenzowizard: mamma mia come mi hai fatto ridere! praticamente più cattivo di così non potevi essere hahahahahah!

katia ha detto...

Bellissimo il ritratto di Totò Ciro me lo sono letto con grandissimo piacere e devo dire che ci sono alcuni fatti della sua vita che mi erano totalmente oscuri. E' un pò di tempo che non intervengo sul blog anche se non manco mai di leggerlo e vorrei lanciare un invito ai ragazzi che vi partecipano attivamente in questi ultimi giorni, un invito a tornare a parlare di astrologia attiva, quella sperimentata sul campo, giorno per giorno, raccontata attraverso l'esperienza di vita vissuta con i problemi che questa comporta. Le teorie possiamo leggerle sui libri, ce ne sono per tutti i gusti, l'astrologia attiva senza azione senza la volontà di mettersi in gioco e sperimentare in prima persona perde di significato.
Un caro saluto a tutti

Anonimo ha detto...

scusate ma come mai non si parla della rivoluzione solare della povera Sarah SCazzi ?

Anonimo ha detto...

Per Lorenzowizard

Oggi ti ho mandato un’ennesima dichiarazione di amicizia ma vedo che non sai cosa fartene. In più leggo il tuo articolo ed è molto acceso… Perché? Sei arrabbiato? Chi è che scappa con la coda tra le gambe? Che non collega il cervello?
Per quel che mi riguarda, sicuramente mi sono fatta una cappellata dimenticando che non hai senso dell’umorismo. E un’altra ancora non credendo che ti affliggesse così tanto quest’aspetto di saturno da non comprendere il mio approccio quando lo trattavo con spirito cameratesco, per me era come per dirti: “Ehi, guarda che si risolve, non piegarti al destino…”. Mi dispiace e ti chiedo scusa, potevo starmene sulle mie.
Imputo questi botta e risposta equivocati al fatto di non conoscersi e questi sono i seri limiti di un Blog per cui si immagina l’interlocutore in un certo modo quando in realtà non lo è.

In ogni caso, però, consentimi, se Liz Greene dice tante bestialità, mi domando perché è così conosciuta e seguita e tu che invece dici le cose giuste ti firmi qui con uno pseudonimo.. Amico, ma non ti sembra di esagerare un tantino?
Io credo nelle rinascite e non devo convincere nessuno, tu in cosa credi? Perché perdi tempo a confutare i pensieri altrui e visto che sei in possesso di alta intelligenza non la metti al servizio dei tuoi? Sai scrivere benissimo.. Ma non riesci davvero a ricevere complimenti e messaggi di stima senza pensare che ti si stia prendendo in giro? Che tristezza..
Mi auguro veramente che sia stata io ad accenderti così con la mia maldestra voglia di fare amicizia, con le mie dichiarazioni scambiate per dogmi fino a farti perdere le staffe a questo punto.. Lo preferisco che pensarti che sei ringhioso di tuo.

Danila

Giuseppe Al Rami Galeota ha detto...

per anonimo: hai i dati anagrafici della povera ragazza rimasta uccisa? senza questi non possiamo commentare alcuna RS.

Anonimo ha detto...

Per Al Rami

Avere troppa fiducia nelle proprie idee non lo credo un male. Penso, riguardo a ciò che scrivi, che puoi trovare sempre qualcuno che non ha voglia di mettersi in discussione, qualcun altro che non ha voglia di ragionare, qualcun altro che è orgoglioso, qualche altro incompetente e qualcun altro che si sente sotto esame, siamo fatti tutti così. Resta il fatto che se, come dici anche tu, metti i puntini sulle “i” per dimostrare a te stesso che sai ragionare sulle affermazioni altrui, anziché considerare che ti si offre un’occasione costruttiva di crescita e scambio, gli altri non si sentono accolti e tu resti da solo. Se ti piace così, pazienza, ma sappi che ti perdi un mondo. Personalmente penso sia un vero peccato perché dietro ogni considerazione detta c’è una persona con un suo vissuto. E’ la persona che mi sta a cuore perché mi sta dando fiducia e mi sta offrendo un pezzetto di sé, volerla fare a pezzi per dimostrare a sé stessi di essere intelligenti quando tutti lo sanno già mi sembra inutile e non porta da nessuna parte.

Per Katia

In questo Blog di AA si impara tanto. Hai ragione a chiedere di rientrare nei ranghi. Per quel che mi riguarda, mi scuso per aver occupato tutto questo spazio, la situazione mi è sfuggita di mano. Imparerò.

Per Marco

Anche a te piace il cinema! Che bellezza!
Sei carino come sempre. A presto.

Un saluto a tutti.
Danila

Lorenzowizard ha detto...

Per Danila
1) Se qui mi firmo con uno pseudonimo non è perchè non abbia il coraggio delle mie idee, ma perchè tra i molti lettori perbene del blog potrebbe capitare qualche ratto, che se venisse a bazzicare intorno casa mia potrebbe farla puzzare. Ad ogni modo le mie generalità non sono un segreto, Ciro le conosce fin dal primo giorno che ci siamo scritti, e così Giuseppe Al Rami: sono indicate a chiare lettere sul forum in cui io e lui siamo soliti dialogare.
2) Che Liz Greene e affini siano così seguiti dal pubblico non è una prova di competenza o di bravura. Se il valore di un autore si potesse misurare dalle copie vendute, allora bisognerebbe dire che Barbara Cartland e Jackie Collins valgono mille volte più di Dostoievskij! Ma anche senza scomodare gli scrittori, chi è più famoso e apprezzato dalla massa: Ciro Discepolo o Paolo Fox? Il fatto è che fare seriamente astrologia è difficile, scodellare oroscopazzi da due soldi è facile: Liz Greene e soci fanno precisamente questo... a un livello solo un po' più forbito, più da salotto, più chic rispetto a un Branko qualunque: ma la concezione che sta alla base è idem con patate, un frullato di comode e consolanti chiacchiere pseudoreligiose.
3) Che mi senta spesso preso in giro quando non è così è un difetto che so bene di avere, capita spesso ai nettuniani e ai Pesci di essere un po' paranoici. Ma i giovenali, da parte loro, dovrebbero ammettere una buona volta che il loro modo di scherzare sulle cose serie e il loro voler rimanere alla superficie dei problemi assomiglia molto a una presa in giro, anche quando non lo è. Da come hai parlato di Saturno in V, è chiarissimo che tu non hai la più pallida idea di cosa significhi avercelo: ma non ti è passato per la testa che piuttosto che parlare a vanvera delle sofferenze degli altri è meglio tacere? Io ad esempio non ho una congiunzione Marte-Urano in XII, e nemmeno sono passato attraverso una delle esperienze che possono capitare a chi ce l'ha, come ustionarsi la metà del corpo in un incidente. Ma dato che non so e non posso capire, appunto per questo eviterei tutta la vita di parlare con leggerezza della sorte di chi è stato sfigurato dalle ustioni, e magari di "consolarlo" dicendo allegramente: "Ma tanto ti passa, c'è la chirurgia estetica, i trapianti di pelle..." E non è che le tragedie emotive provocate da Saturno in V siano da meno: ti segnano per tutta la vita. Ma chi se ne frega, basta scherzarci sopra... Questo hai fatto tu, e più di una volta, senza accorgertene, pare. Ecco perchè dico che il cervello bisognerebbe collegarlo, prima di scrivere.

Mi dispiace che il mio stile fatto di rasoiate ti dia fastidio, ma quello di Andrè Barbault è anche peggiore, eppure ciò che lui scrive è oro colato, di quello vero.

Anonimo ha detto...

Per Lorenzowizard

Caro Amico,
questi, come dicevo, sono i limiti del Blog che non permette alle persone di guardarsi in faccia. Offre molte opportunità ma occorrerebbe tenere conto, io per prima, che non si può scendere sul personale. Per me è difficile perché tutto quello che faccio mi mette in relazione con gli altri, mi interessano le persone e studiare l’animo umano. L’astrologia mi interessa proprio per questo.
Sul punto 1) posso comprendere la tua tutela ma mi sono sentita coinvolta in prima persona e allora, visto che non ti vedo, la tua firma era un modo per me di vederti in faccia.
Sul punto 2) Concordo in pieno sul fatto che non tutti coloro che sono popolari dicono cose interessanti. Nella fattispecie di Liz Greene, a mio avviso, la lettura che offre è interessante. Affermare che dice bestialità è un’opinione.
Sul punto 3) Concordo che è bene parlare quando si ha avuto esperienza. Ti sta scrivendo una donna con stellium di pianeti in vergine in casa II e luna in toro e infatti l’esperienza del saturno in V l’ho fatta eccome: nove anni di relazione con un uomo con saturno in tale aspetto e sei con un altro analogo possono bastare?
Ho molta simpatia per loro, così come per te. Parlarne è una faccenda tutta mia, un modo per scaricare le energie ancora in moto per averli amati moltissimo e non essere riuscita vederli felici (sai, il mio spirito accudente…). Scusa se ti ho messo in mezzo. Come vedi, le persone che scrivono esprimono attraverso le parole, i modi in cui le pongono e oltre di esse quello che hanno vissuto, io, tu, tutti quanti. E’ questo il bello, per me.
Danila

Lorenzowizard ha detto...

Spirito accudente? E' proprio quello che non sopporto, essere trattato come un poppante.
Ma tanto per farti capire cosa capita a volte con Saturno in V, prova a immaginare un uomo che ha amato la sua donna con tutta l'anima, le ha salvato la vita quand'era malata, si è svenato per lei, tormentato, indebitato e per ricompensa è stato trattato come una pezza da piedi - e ora che si è deciso per dignità a lasciarla, si vede anche preso per il c..., nel senso che quella persona che gli deve la salute e la vita adesso lo sfotte inviandogli email contenenti link a siti che pubblicizzano il Viagra low cost! Prova un po' a immaginare e capirai come mi sento! Leggerissimamente nero di rabbia: are you understand?