venerdì 18 aprile 2008

La nuova magnifica mostra di Bianco-Valente



Davvero stupenda! È quella attualmente visibile alla Galleria Artiaco di Piazza dei Martiri a Napoli e basata fondamentalmente sull'AA e sulle RSM. È la prima volta che due artisti di fama mondiale si dedicano a una ricerca, che continua nel tempo, e che si basa sui compleanni mirati da loro stessi sperimentati ogni anno.
Leggete l'autorevole e interessantissima recensione di una critica competente e fate anche voi i vostri complimenti a questi due bravissimi artisti.
Sulle tracce di Calvino. Le mappe invisibili di Bianco-Valente.
Helga Marsala

“La forma più semplice di carta geografica non è quella che ci appare oggi come la più naturale, cioè la mappa che rappresenta la superficie del suolo come vista da un occhio extraterrestre. Il primo bisogno di fissare sulla carta i luoghi è legato al viaggio: è il promemoria della successione delle tappe, il tracciato di un percorso. Si tratta dunque di un’immagine lineare, quale può darsi solo in un lungo rotolo”1.
Così Italo Calvino, nel suo Collezioni di sabbia, suggeriva un preciso concetto di cartografia: la tipologia di mappa più autentica non è quella a cui ci hanno abituato libri ed atlanti, struttura bidimensionale che uno sguardo a volo d’uccello distende sul foglio, a favore di una lettura panottica. La mappa primordiale, la più intima e concreta, ha a che fare con la dimensione vissuta del viaggio, nasce da uno spostamento in soggettiva che punta in avanti srotolando una linea progressiva aperta verso mille, possibili direzioni. Così, la carta si compone via via, un passo dopo l’altro, collezionando sguardi, sentieri, dettagli, angolazioni personali. La carta si scrive lentamente e dall’interno, al di qua delle
cose guardate e delle strade battute, a partire dal corpo che nel movimento si incarna e si disegna. La dimensione del viaggio è centrale nella ricerca del duo napoletano Bianco-Valente, che sull’idea di mappa e di spostamento ha costruito il suo iter creativo. Viaggiare diventa effettiva esperienza di scrittura corporea, percettiva, immaginativa: un modo per determinare, di volta in volta, la trama del proprio “sentire”, modificando sé stessi in relazione alle energie catturate nei luoghi. Gli artisti si trasformano in antenne, radar epidermici e neuronali in grado di sintonizzarsi con le molteplici variabili geografiche intercettate ad ogni tappa. La mappatura della propria identità muta al variare dalle coordinate spazio-temporali, delle accumulazioni mnemoniche, delle alterazioni psico-fisiche. Dal 2001 Giovanna Bianco e Pino Valente portano avanti un progetto ambizioso, destinato forse a non trovare una forma capace di contenerlo, di renderlo “opera.” Con RSM i due artisti stanno tentando di cambiare il corso del proprio destino, attraverso spostamenti geografici programmati secondo complessi calcoli astronomici. Un processo aperto, più che un progetto in senso stretto. Alla base c’è una teoria formulata negli anni ’70 da un astrologo napoletano, Ciro Discepolo, che a sua volta trasse ispirazione da alcuni studi medievali sulla Rivoluzione Solare. L’idea è che si possa influire sulla propria esistenza studiando lo zodiaco e organizzando, in base ai transiti degli astri, degli spostamenti intercontinentali nel giorno del proprio compleanno astrale. Se la fotografia astrologica del cielo al momento del compleanno è responsabile degli eventi di un intero anno, spostandosi da un punto all’altro del globo l’immagine risulterà differente, a causa della rotazione terrestre: è così che diventerebbe possibile monitorare l’influsso dei pianeti sulle nostre vite, disegnando una Rivoluzione Solare mirata. Bianco-Valente, decisi a testare la tesi di Discepolo, sono già stati in Canada, Siberia, Yucatan, Russia, Labrador, Brasile, Isole Azzorre, India, Corfù, Marocco, Australia… cercando mete non turistiche e astrologicamente compatibili col migliore dei cieli possibili. I percorsi celesti e terresti corrono paralleli, incrociandosi per assurdo all’infinito, là dove dimensioni apparentemente lontanissime diventano parte di un unico piano universale. Queste ardite rifrazioni tra carte e schemi di natura eterogenea caratterizzano la poetica dei due artisti. Mappe geografiche, mappe astrologiche, mappe cerebrali, biologiche ed emotive arrivano a corrispondersi sulla base di strutture originarie rintracciate a partire dalla materia estesa, seguendo processi astrattivi e combinatori.
Ancora ne le Collezioni di sabbia Calvino, a proposito del catalogo pubblicato nel 1980 per la mostra parigina Cartes et figures de la terre (Centre Pompidou), scrive: “In un saggio del volume François Whale osserva come la rappresentazione del globo terracqueo comincia soltanto quando le coordinate usate per rappresentare il cielo vengono riferite alla Terra. I parametri celesti (asse polare e piano equatoriale, meridiani e paralleli) trovano il loro punto d’incontro nella sfera terrestre, ossia al centro dell’universo (errore fecondo quanto altri mai)”2.
In mostra, racconta poi Calvino, tra le molte meraviglie spiccavano due sfere di 12 metri di circonferenza - un mappamondo e un globo celeste – commissionate da Luigi XIV: una rappresentava “il firmamento com’era il giorno della nascita del Re Sole, con tutte le allegorie zodiacali dipinte in toni d’azzurro”3, mentre l’altra era piena zeppa di figure ed iscrizioni “con le notizie trasmesse da esploratori e missionari che colmano i vuoti dove ancora la forma dei luoghi resta incerta”4. I
due oggetti diventano efficace emblema dell’atavica corrispondenza tra quadri celesti e percorsi terrestri, tra astrologia e geografia, tra osservazione telescopica e nomadismo. Ma la disamina dello scrittore prosegue, tracciando un filo che dalla terra arriva al cielo, per ritornare fino alla mente umana: “La descrizione della terra, se da una parte rimanda alla descrizione del cielo e del cosmo, dall’altra rimanda alla propria geografia interiore”5. Interessante caso di relazione tra frenesia cartografica ed esplorazione psichica è quello di Opicinus De Canistris, prete visionario del ‘300 che tracciò centinaia di carte geografiche del Mediterraneo, ossessionato dal bisogno di interpretarne il significato; all’interno inseriva figure umane, animali, angeli, mostri, allegorie teologiche, immagini sessuali, commenti legati alla sua vita e vaticini sul destino del mondo. Così ne parla Calvino: “Caso straordinario di art brut e di follia cartografica, Opicinus non fa che proiettare il proprio mondo interiore sulla carta delle terre e dei mari”6.
Le bellissime pagine di Italo Calvino - da sempre affezionato ai concetti di mappa, di labirinto, di rete - sembrano suggerire traiettorie perfettamente ascrivibili al lavoro di Bianco-Valente. Relational Domain (2005) è un’opera esemplare in tal senso. Nel blu oltremare della grande videoinstallazione si ricamano immaginarie rotte aereonautiche, i cui nodi di intersezione sono indicati da punti luminosi come astri e da strani nomi di cinque lettere. Le traiettorie di luce che incidono i cieli rimandano alle articolate mappe cerebrali in cui miriadi di sinapsi intessono tracciati immateriali, responsabili di percezioni, immagini mentali, ricordi, emozioni, intuizioni logiche. La mappa mentale si sovrappone a quella celeste, in una simmetria tra costellazioni e impulsi neuronali. L’idea di interconnessione tra la parti di un sistema ritorna in molti altri lavori, uno su tutti la nuova installazione presentata alla Galleria Contemporaneo di Mestre per la mostra Alfabeto Esteso, The effort to recompose my complexity, una struttura di pattern geometrici che riproducono sottili intrecci (arborei o vascolari) linkati da giunture lineari: una rappresentazione sintetica dell’inesauribile possibilità di moltiplicare strade, traiettorie, accessi, ramificazioni. Quelle di Bianco-Valente sono mappe effimere, schemi invisibili da cui dipende l’attività cerebrale ma anche il funzionamento di sistemi biochimici, cosmologici, matematici, sociali. Le modalità combinatorie si aprono all’infinita potenza dell’energia entropica. è Marco Belpoliti, nel suo splendido saggio L’occhio di Calvino, a rilevare come a un certo punto la figura della rete si sostituisca, nella poetica dello scrittore, a quella del labirinto, affiancando e completando quella della mappa. La rete, immagine adottata a partire da Le città invisibili, è innanzitutto modello scrittorio, compositivo (“ho costruito una struttura sfaccettata in cui ogni breve testo sta vicino agli altri in una successione che non implica una consequenzialità o una gerarchia ma una rete entro la quale si possono tracciare molteplici percorsi e ricavare conclusioni plurime e ramificate”7…), ma è anche figura narrativa: il catalogo del Gran Khan, fulcro concettuale del romanzo, è una straordinaria mappa che racchiude ogni più piccolo dettaglio di tutte le città dell’Impero, incluse quelle utopiche o quelle senza forma. Dice Belpoliti: “La mappa de ‘Le città invisibili’ è la rete dei possibili e degli impossibili - sogno, visione, utopia, immaginazione - gioco combinatorio ma anche trama del mondo. La rete diviene, a partire dalle Città invisibili, la metafora visiva con cui Calvino cerca di catturare il mondo che, imprendibile, si agita sotto il suo sguardo”8. Così, riprendendo un modello assai ricorrente nell’estetica, la teoretica e l’epistemologia del ‘900, Bianco-Valente registrano l’emergere del possibile e dell’impossibile all’interno di concrete esperienze processuali, definite attraverso giochi matematici, incastri geometrici, sequenze numeriche; per paradosso, una struttura elaborata secondo regole scientifico-matematiche (un’opera d’arte, un
romanzo, una macchina intelligente, una partitura sonora…) non sarà mai solcata da percorsi univoci. Le direzioni saranno molteplici e tutte simultanee.
Così, quello spasmodico tentativo di cogliere il senso delle cose, di decodificare il mondo mediante mappe e reti, diventa un’operazione utopica e feconda, laddove il rigore granitico della razionalità si infrange contro il caos dell’immaginazione. Nella trama instabile dell’universo l’accidente, l’errore, la sorpresa diventano l’anima di un dinamismo eccentrico, pluridirezionale. “La scienza cerca di definire il mondo attraverso la matematica, ma non bastano i numeri per definire tutto… ci sono troppe variabili. Occorrerebbe un alfabeto esteso per dare un nome a intuizioni e realtà non spiegabili”9: le parole di Bianco-Valente problematizzano l’essenza di un lavoro costruito intorno all’idea di griglia interpretativa e alle suggestioni della tecnologia digitale. I due artisti, sfruttando i linguaggi della scienza, continuano a evidenziare il perpetuo movimento del cosmo e della materia, a cui la mente risponde in maniera creativa, pulsionale, imprevedibile: dal progetto ALife, simulazione di vita artificiale in cui organismi unicellulari si evolvono secondo modelli progressivi di complessità, fino a Tempo Universale (2007), onirica videoproiezione in cui ramificazioni arboree affondano in un tappeto di suoni radio a onde corte, passando per l’installazione Unità minima di senso (2002), che riflette sul tentativo di indurre una macchina a decodificare il mondo tramite nodi di informazione basica. La “tecnologia umanista”10 di Bianco-Valente utilizza dunque grammatiche e suggestioni proprie del progresso scientifico, per sprigionare una potenza visiva assolutamente umana ed imperfetta. Il sogno, la deriva fantastica, gli stati allucinatori, le immagini della memoria sono il prodotto
di un processo indagativo a più livelli, sospeso tra calcolo e incantesimo, tra illusione e disincanto, tra terra e cielo. Rintracciare un “alfabeto esteso” capace di penetrare la pelle del mondo è l’ultima delle illusioni, poiché, come ammette il signor Palomar, “Solo dopo aver conosciuto la superficie delle cose ci si può spingere a cercare quello che c’è sotto.
Ma la superficie delle cose è inesauribile”11. Palomar, straordinario personaggio calviniano affetto da urgenza analitica e conoscitiva, nel suo (fallace) cammino verso la saggezza capirà a un certo punto che l’universo è lo specchio della propria geografia interiore, e allora “traccerà il diagramma dei moti del suo animo, ne ricaverà le formule e i teoremi, punterà il suo telescopio sulle orbite tracciate nel corso della sua vita anziché su quelle delle costellazioni”12. E cosa troverà laggiù? Forse incredibili similitudini tra gli abissi dell’animo e le geometrie dello spazio, tra i buchi neri della mente e la luce calma delle stelle? Nulla di tutto ciò. Aperti gli occhi, fatalmente, scivolerà nella stessa, identica imperfezione di ogni giorno, lo stesso quotidiano brulicare di volti e di persone, tra strade conosciute e irregolari. Ed ecco affiorare, in mezzo a labirinti di galassie, la realtà intima di Palomar: “In fondo, il cielo stellato sprizza bagliori intermittenti come un meccanismo inceppato, che sussulta e cigola in tutte le sue giunture non oliate, avamposti d’un universo pericolante, contorto, senza requie come lui”13. Cieli imperfetti si specchiano dentro animi inquieti, e viceversa. Mentre evaporano e si ricompongono senza tregua sequenze di lettere e numeri, precipitate in una infinita vertigine sintattica.


Note
1 Italo Calvino, Collezione di Sabbia, Mondadori, Milano, 2002, pag. 21.
2 Ivi, pag.23.
3 Ivi, pag.24.
4 Ibid.
5 Ivi, pag.27.
6 Ivi, pag.28.
7 Italo Calvino, Lezioni Americane, Mondadori, Milano, 2002, pag.80.
8 Marco Belpoliti, L’occhio di Calvino, Einaudi, Torino, 2006, pag.16.
9 Bianco-Valente, conversazione con gli autori, febbraio 2008.
10 Gigiotto Del Vecchio, Bianco-Valente, tra Newton e Cartesio, in “Bianco-Valente, Meu mundo è hoje”, edizioni, V.M.21 Arte Contemporanea, Napoli, 2007.
11 Italo Calvino, Palomar, Mondadori, Milano, 2002, pag.57.
12 Ivi, pag.118.
13 Ivi, pag.119.
Cara Giulia, stai tranquilla: tutto OK. Grazie anche a Marco per la sua testimonianza. Risponderò, spero esaustivamente, a Olrak sulla questione dei transiti e, con la possibilità di centinaia di veriche a portata di mano, si convincerà che la cosa non è affatto balzana, ma - anzi - discende direttamente dagl'insegnamenti della Tradizione. Tuttavia per fare ciò ho bisogno almeno di una mezza giornata. Rinviamo, ma se dovesse passare troppo tempo ricordatemelo. Intanto si avvicinano alcuni ponti e quasi tutta l'Italia si sposterà tra i Caraibi e le Maldive. Io credo che avrò molto da lavorare e allora cercherò di sintetizzare il pensiero di molti miei libri in un abstract che non dovrei produrre perché, caro Olrak, se me lo consenti, io potrei anche criticare Dante, ma dovrei prima averlo letto tutto.
Sì, Al Rami, quando facevo consulti personali trascorrevo anche mezz'ora a immaginarmi la fisionomia di chi mi sarei trovato davanti. Oggi non lo faccio più perché non faccio consulti personali, ma solo pochissimi a persone che a mio giudizio ne hanno bisogno.
Caro Sergio, puoi indirizzare la lettera all'Osservatorio Astronomico di Capodimonte e vedrai che gliela daranno, ma non te lo consiglio perché ti andrai a buttare in una valle di lacrime...
Buona giornata a Tutti.
Ciro Discepolo
www.cirodiscepolo.it
www.solarreturns.com

9 commenti:

Olrak ha detto...

Caro Ciro, apprezzo che tu voglia dedicare parte del tuo tempo a raccogliere statistiche per convincermi della validità delle tue teorie. Ma le mie parole non volevano essere una critica alle tue teorie, bensì al modo di applicarle proprio di alcuni amici di questo blog. E difatti i risultati si sono visti...
Ovviamente spero con questo di non urtare la suscettibilità di nessuno.
Per quanto riguarda il leggere i tuoi libri... inizierò a farlo solo quando ne avrò acquistati un paio (tra cui "Transiti e Rivoluzioni Solari") e farò questo quando Marte sarà uscito dalla mia 8^ casa.
Sto già uscendo soldi a palate, non biasimare un povero studente squattrinato. Già solo Plutone di transito in II casa sta contribuendo non poco a corroborare lentamente il mio equilibrio economico. Meglio aspettare che quanto meno il 2° incomodo si tolga di mezzo.
Un caro saluto!

Anonimo ha detto...

Per Sergio e Al Rami.
Se vi puo' essere utile come dato dii conferma statistica vi confermo quanto scrivete sulle posizioni Luna - Urano.
Nel mio tema Urano congiunto all'ascendente in Vergine in 1 casa è opposto alla Luna in 10 in Gemelli.
Vi racconto due aneddoti.
A 18 anni, appena uscita dalla porta della scuola dopo aver sostenuto l'esame di maturità me ne sono andata dal parrucchiere a farmi un nuovo taglio di capelli e le meches blu. Qualche tempo piu' tardi le feci rosa.
Tengo a specificare che erano molto ben fatte e non pacchiane (forse mi salva dal trash la mia Venere in bilancia sempre in 1 casa) ma vi faccio presente che questo avveniva 22 anni fa.
Quando arrivai a casa nessuno si azzardò a dire niente come se avessero pensato che l'originalità del pensiero che mi contraddistingue rispetto alla tradizione di famiglia si era trasferito anche al look.
Altra cosa.
A quei tempi andare in psicoterapia, era giudicato da persone con la scolarità media della mia famiglia, una cosa "per pazzi".
Ma io volli andare lo stesso. Andai a lavorare e mi pagai la terapia.
PS: la mia terapeuta è una donna (Luna in X casa) ed è del segno dei Gemelli!!!
Un caro saluto.

Giulia ha detto...

Chissà quali sono i requisiti astrologici di un comico.
E chissà se tutti i comici sono consapevoli di essere tali.
Olrak ti voglio bene perchè mi dai il buonumore, te li scrivi da solo i testi?

"Ma le mie parole non volevano essere una critica alle tue teorie, (di Ciro) bensì al modo di applicarle proprio di alcuni amici di questo blog. E difatti i risultati si sono visti..."
(i risultati si vedono a fine RS!)

Per quanto riguarda il leggere i tuoi libri... inizierò a farlo solo quando ne avrò acquistati un paio.
Cioè tu critichi teorie che non hai mai avuto modo di leggere e ti arroghi anche il diritto di decidere che "alcuni amici di questo blog" non le sanno applicare (le regole che non hai ancora letto?)
Massì ridiamo che il riso fa buon sangue, e poi di occasioni di ridere ce ne sono rimaste ben poche.

Olrak ha detto...

Ciao Giulia e grazie dei complimenti, anch'io ti voglio bene!
Non ho detto che tu non sai applicare le teorie di Ciro, me ne guarderei bene. Ho invece fatto vago riferimento al fatto che in una data occasione non le hai sapute applicare. E questo te l'ha detto anche Ciro, quindi io non mi sono arrogato alcun diritto di criticare, ho semplicemente constatato.
Difatti non mi ritengo all'altezza di fare l'arbitro o il giudice degli astrologi, semmai mi sono semplicemente avvalso del principio della libertà di opinione e di espressione.
Per citare una frase scritta ieri da Ciro: "La discussione è utile al Sapere".
Quindi il Sapere non è solo quello che si apprende dai libri, altrimenti la discussione sarebbe utile ai libri e non alle persone. Cogliere quante più occasioni per apprendere è una ricchezza enorme che va sfruttata il più possibile.

Spero senza alcun rancore da parte tua.
Olrak.

paola ha detto...

PER GIULIA

Giulia ha scritto: "Ne ho per esempio, parlato rispetto al cielo di nascita di Paola, che ignoro, facendo alcuni commenti su di lei relativi ai soli aspetti da lei citati.
Il che dal mio punto di vista è altamente riduttivo e spesso fuorviante".
Rimedio: nata a Milano, il 10 gennaio 1955 alle 21.20.
Bellissima la mostra e l'idea della mostra Bianco_Valente con le citazioni di Calvino, bella, "alta", vorrei essere a Napoli per vederla, ma purtroppo fino a fine giugno continua la vita monacale...
Una domanda a chi ha voglia di rispondere. Secondo me a fine RSM con abbinamento transiti, troveremo conferma alla tesi di Ciro. le RSM hanno più "forza", meglio abbinare transiti e RSM, ma le seconde hanno un impatto sull'evoluzione del nostro percorso forse più determinante.
Bene la domanda è questa: saturno quadrato a MC e venere che avrò fino all'estate, sta agendo in un'insoddisfazione ormai pesante, cronica del mio lavoro (non la scrittura, il lavoro di comunicazione in azienda) credo rafforzata da saturno in VI (pesantezza nel quotidiano...). L'insofferenza (trattenuta causa mutuo e annessi vari, dunque bisogno di stipendio comunque) si manifesta anche emotivamente e diventa spesso malessere, cioè frustrazione (saturno?), non vedo l'ora che arrivi il venerdì per stare a casa a scrivere e finire il romanzo. Secondo voi, è positivo (con giove e sole in decima di RSM) cercare un altro lavoro con quel transito di quadratura? O è un boomerang?
paola

Sergio ha detto...

Caro Ciro,
non mi piace fare troppi complimenti e neanche essere esagerato, ma le cose che ho letto sulla mostra di Bianco-Valente, penso mi resteranno impresse nella mia mente.

Non ti preoccupare se ci sarà qualcuno che verserà lacrime quello non sarò io. In ogni caso le parole del professor Longo (ho scritto "le PAROLE professor Longo" e non "il professor Longo") sono "sotto il mio mirino" e non ho voglia di "sprecar colpi"...

La pazienza è la virtù dei forti!!!

Cara Celeste,
io a 22 anni tutto d'un tratto mi rasai i capelli a zero. Con il mio Urano in prima casa e in quadratura la mio medio cielo, sconvolsi in un modo incredibile mia madre e i miei datori di lavoro. Rimasero sconvolti anche quando dissi loro che senza capelli andavo meglio a meditare a testa in giù (in equilibrio sulla testa e i gomiti)facendo yoga.

L'azione di Urano non possono lasciare indifferenti nessuno.

Un caro saluto a Tutti
Sergio

Giulia ha detto...

Cara Paola, mi chiedevo dove eri finita!
Dopo il tuo post di fine settimana scorsa (in cui ti suggerivo una soluzione una volta tanto non votata al sacrificio) sei sparita.
Non volevo certo spingerti a dichiarare i tuoi dati, io, come ti dicevo, mettendo insieme come pezzi di un puzzle i dati che lasciavi via via nei tuoi interventi, mi ero ricostruita il tuo tema natale "approssimativo".
Sono felice di constatare che avevo sbagliato di soli 5 minuti!
Che dire del quesito che ci poni stasera...
Io, ti dirò, negli ultimi anni dò sempre più peso alle RS che ai transiti.
Ti faccio un esempio personale.
Io quest'anno ho Saturno (ancora lui!) in seconda di Riv.
Nel mio tema natale Saturno è messo alla grande, mi manda solo trigoni.
La mia seconda radix è vuota, i dispositori messi bene. Ora in seconda non mi transita nulla.
Attualmente Saturno di transito non mi dà nessun aspetto nè positivo nè negativo.
Non dovrei preoccuparmi, vero?
Col cavolo! Appena è scattata la RS ho cominciato a rimetterci soldi.
E al momento non ho ancora terminato.
Spese, spese, spese. Che prima non affrontavo io, che non erano di mia pertinenza, o che ora si sono materializzate all'improvviso per necessità improrogabili ed imprevedibili.
Questo rafforza la mia convinzione che la RS conta molto ma molto di più dei transiti.
Ora, detto ciò, io non mi preoccuperei molto al posto tuo, mi pare già te lo dissi la volta scorsa.
Hai una RSM bellissima.
Quante volte nella vita puoi fabbricartela così? se sei fortunata ogni 11 anni (sfruttando Giove in Capricorno in entrata ed in uscita così da costruirci due RSM consecutive) sempre che non ci siano controindicazioni.
Ma perchè ti angosci col quadrato al Mc e a Venere?
Se proprio vogliamo ritornare ai transiti credo che ti stia dando più fastidio a livello di angosce personali (perchè di questo si tratta) Nettuno opp. Luna e quadr. Saturno. Pensaci.
Poi... ti sei coraggiosamente messa Saturno in 6a di Riv.
(io l'ho fatto una volta e mai più -spero-).
Ma se tu ti levi il "fastidio" del lavoro pesante, ti si scarica tutto sulla salute!
E lo sai, sempre parlando di transiti, che Venere riguarda spesso la salute, e tu hai appunto richiamato il quadrato che subisce dal Saturno suddetto.
Non ti sembra di rischiare un pò troppo facendo pendere la bilancia negativa tutta dal lato salute?
Lo so bene che voi Capricorno pensate molto al lavoro.
A te in questo frangente pesa solo il lavoro dipendente (6a casa) non quello autonomo.
Il fatto che scalpiti nel quotidiano è derivante dal Marte in 3a di Riv.
Che però immagino che ti stia dando anche grande impulso nello scrivere.
E nella 6a radix ci sta passando Nettuno. Non ti confondere le idee in ambito lavorativo.
Vedo che hai l'As di riv in 8a.
E' al momento terminato qualcosa?
sai che dovrà terminare?
Ma dovrà terminare solo per darti una crescita.
Concludendo, io, e ripeto io, non arrischierei la salute per allegerire il lavoro.
E poi, come scriveva Ciro in un suo libro, Saturno in 6a ti seguirebbe da un'altra parte.
Scusami se a questo mio post allego una richiesta generalizzata, rivolta esclusivamente a quelli che si studiano le RS proprie o di altri, e naturalmente anche a te Paola.
Volevo chiedere a questa platea se vi è mai capitata una RS con un novilunio preciso al grado o giù di lì.
Se sì, avete osservato che nella casa di Riv dove si verificava quest'aspetto vi era stato durante l'anno un input ben preciso di rinascita e rinnovamento?
O comunque ad anno concluso, il novilunio in che modo si è manifestato?
Grazie a chi potrà, saprà e vorrà rispondere!

Sergio ha detto...

Cara Paola,

scusa se mi permetto ma se fossi in te, cioè, se io avessi un Saturno in sesta, potrei pensare a un breve soggiorno alle terme per curarmi qualche fastidio, attirandomi l'invidia di qualche collega di lavoro, sopportando un massaggiatore noioso (ma bravo nel suo lavoro perchè i massaggi fatti male sono dannosi) e rinunciando a altre cose più piacevoli.
Se non puoi trascorrere un periodo alle terme potresti fare delle sedute di massaggi o altre cure.

Poi dovresti avere anche un marte di rivoluzione in quarta casa, ora non so se Giulia te lo ha già detto, ma con marte in quarta e saturno in sesta potresti fare qualche lavoro di pulizia traordinaria, come imbiancare la casa oppure pulire i camini, in somma fare quel genere di pulizie che non si fanno generalmente tutti gli anni.

NON TI FISSARE TROPPO SUL LAVORO SE TI RENDE DEPRESSA, E SE TU TI DEPRIMI E QUALCUNO DI DICE DI NON DEPRIMERTI PERCHè NON HA SENSO ALLORA A ME GIRANO LE PALLE VERAMENTE PERCHè I SIMBOLI SI ESOCIZZANO IN MOLTISSIMI MODI

Cari Saluti e Auguri
Sergio

Sergio ha detto...

Cara Paola,
in oltre direi anche che se non ti trovi bene dove lavori, puoi fare tanta fatica nei ricercare e selazionare un lavoro migliore, magari con persona più mature e sagge. In tal caso dovresti fare molte domande e aspettare molto tempo per poche risposte perchè hai anche Saturno in transito all'Ascendente. Potresti anche non cambare lavoro ma a parer mio dovresti metterti sul "mercato" (intendo "mercato del lavoro").