mercoledì 16 luglio 2008

Grazie a Tutti!





Grazie a Tutti. E’ bene celebrare un compleanno e per questo motivo ieri ho richiesto una torta e stamani alle sette ho invitato anche due legionari francesi e delle ragazze della cucina a spegnere le candeline con me (la torta s’intravede e la qualità delle foto non è il massimo perché ho usato il telefonino).

Allora, per la serie notizie utili e non utili, vi trasmetto qualche ulteriore informazione che può essere d’aiuto a chi verrà qui, ma vi prego di capire anche la molta ironia del mio racconto.

I simboli sono importantissimi ed è bene celebrare un compleanno nel momento in cui questo avviene. Come quasi tutti noi, credo, anche io uso spesso una sveglia mentale, e mi riproponevo di svegliarmi alle 3.27 per vivere il momento del compleanno.

Alle 3.20 mi sono svegliato in un incubo pauroso (credo dovuto al pescecane che mangio ogni giorno alla griglia). Ho atteso le 3.27 guardando sul notebook i messaggi che mi giungevano in quel momento e ho sentito come un buon presagio non avere iniziato il mio anno all’interno di un incubo.

Inutile dire che quella terribile e strettissima congiunzione Marte-Saturno in terza mi preoccupa non poco, soprattutto per i familiari a cui si riferisce, ma il simbolo, ripeto, mi è sembrato di buon auspicio.

Ieri sera, quinto giorno ininterrotto di tempesta, il proprietario dell’hotel, un vecchio francese dai tratti somatici sfacciatamente scorpionici (ma lui, per paura che non si vedesse, ha applicato anche una didascalia: il tatuaggio di un grosso scorpione nero sull’interno dell’avambraccio sinistro), vedendomi chiuso da giorni nella mia cella, mi invitò a fare un giro dell’isola. Erano quasi le cinque e alle 5.30 qui è buio pesto come dicembre da noi. A volte è meglio sognare, fantasticare, che vedere la realtà. Infatti, in questi interminabili giorni di prigionia, mi immaginavo spiagge bianchissime con un mare cristallino, locali pieni di gente, luci, musiche polinesiane e via dicendo.

La realtà è stata durissima. Chiedevo: “Dov’è il centro abitato?”. “Quale centro abitato?”. Non c’è centro abitato, ma piccole case o capanne, di tanto in tanto, lungo la strada sterrata, con molti cani e poche galline. Non esistono locali. Non esistono luci. Non si ode alcuna musica. La riva del mare è nera e fangosa, un po’ come Bagnoli quando c’era l’Italsider.

Gli volevo chiedere del tasso di suicidi, ma ho lasciato perdere. Una volta vidi un film molto carino, “Noì Alinoì” (o qualcosa del genere), girato vicino Bildudalur in Islanda, dove sono stato. Questo ragazzo (il protagonista), pensando di vivere nel luogo peggiore del mondo, sognava l’Oceania e si era piazzato una gigantografia di un’isola sul letto: credo fosse Wallis. Credo che faccia parte dell’animo umano pensare che Wallis sia il paradiso terrestre e Bildudalur l’inferno…

Tornato in albergo ho anche dovuto riparare il wireless altrimenti sarei rimasto gli ultimi giorni senza Internet.

La cena di ieri sera (il solito gelato) è stata tristissima. Immaginatevi una pensioncina fuori del centro abitato di Rimini, a dicembre, con un solo ospite dentro, alle alle 17.30 e con il diluvio universale fuori che va avanti da una settimana. Immaginatevi che nella sala grande ci sia questo solo ospite e una sola lampadina da 20 watt accesa… Dovete immaginarvi altro?

Oggi è il sesto giorno di tempesta ininterrotta, ma non ci faccio più caso perché non ci sono aspettative. In questi giorni il sole l’ho visto solo mezz’ora e ne ho approfittato subito sperando di prendere un po’ dell’abbronzatura che ho perso quasi completamente da quando sono andato via dall’Italia.

Pochi giorni fa c’era con me anche il ragionier Fantozzi in versione francese, sbarcato con il mio stesso aereo, con moglie, figlia quindicenne (bellissima e non Cita) e bambino al seguito. Sull’aereo era euforico e spingeva per scendere per primo. L’atterraggio è stato spaventoso, ma solo a terra ho capito che dipendeva dal vento.

Credo che il ragionier Fantozzi abbia vinto una lotteria nel suo paese e sia tornato a casa a dare la notizia alla famiglia: “Una settimana in Oceania, tutto spesato!”. Credo abbiano invitato a cena tutto il quartiere, spendendo i risparmi di una vita.

Una volta qui, per non far accorgere dell’orrore del posto ai suoi familiari, li invitava a seguirlo in piscina dove restavano tutto il giorno a fare tuffi, nonostante piovesse a diluvio e il vento spazzasse via qualunque cosa… Lui rideva sempre e sembrava entusiasta.

Da un paio di giorni non lo vedo più: o sono affogati in piscina o sono tornati a nuoto.

Stamattina, dopo la torta, ho chiesto alla cuoca che è l’unica a parlare inglese: “Stiamo tranquilli che dopodomani l’aereo decollerà, nonostante questo tempo?”. “E perché non dovrebbe? Qui si ferma tutto solo quando c’è il ciclone (sic!)”.

Corre voce che l’Air Calin voglia offrire un’altra settimana di soggiorno gratuito se non si riesce a partire: in quel caso ascolterete notizie gravi ai telegiornali.

Insomma, vi auguro di non dover mai venire a Wallis, ma vi posso assicurare che, se mi capiterà Wallis per i prossimi dieci anni di seguito, non mi farò alcuno sconto e verrò a Wallis per dieci anni di seguito.

Infine vorrei rivolgere un pensiero speciale a Celeste e ad Adriana che stanno vivendo un momento un po’ triste della loro vita: coraggio, pensate a Wallis, e la vita vi sorriderà!

Buona notte a Tutti.

Ciro Discepolo

www.solarreturns.com

www.cirodiscepolo.it

P.S. La finestra dalla quale vi scrivo, la trovate su Google Earth a queste coordinate:

176°10’16’’.48 West e 13°16’41’’.37 Sud. Sto cercando di inviare una foto, attraverso Panoramia.com, ma è un sistema pensato da una mente contorta.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Ciro,
da quando ti conosco e conosco l'astrologia attiva sono meno triste e piu' speranzosa.
Forse ci vorrà un po' di tempo, ma come mi hai senpre detto tu, passettino dopo passettino, la vità migliorerà.
Sta già accadendo.
Buon ritorno!
PS: infatti ti sto aspettando al varco.
Giusto un poco d riposo e poi ti chiederò dove mi spedirai questo anno...
Auguri di una anno superlativo!

Anonimo ha detto...

Eh Alberto! Ma il Forte di Firenze è un postaccio famoso per gente ubriaca o drogata o svalvolata che ogni tanto casca giù (influenza marziana del posto?).
Oltrepassano o sfasciano i recinti di sicurezza e calpestano e zozzano irimediabilmente queste antiche mura.
Il Forte di Firenze è comunque un posto sicuro negli orari di visita e nel rispetto del luogo stesso.
:D

Giuseppe Al Rami Galeota ha detto...

maestro ciro, sei troppo forte!!! GRANDE!