L’ 8
novembre 2016, nei venti giorni prima del suo novantunesimo compleanno, moriva
a Milano Umberto Veronesi, a mio avviso uno dei massimi oncologi e scienziati
del mondo contemporaneo, nonché maestro di vita.
Io lo seguo,
con ammirazione, attraverso i suoi scritti, dagli anni Settanta.
Poco prima
di lasciarci disse qualcosa di molto grave:
“Siamo
giunti al pareggio: per ogni persona sana, ce n’è un’altra ammalata di tumore e
la persona sana non resterà tale, ma si tratta solo di qualcuno/a che non si è
ancora ammalato di cancro”. 2
Agghiacciante,
vero?
I suoi
colleghi hanno anche potuto misurare tale sviluppo: nei prossimi trent’anni, si
stima, tutti saremo ammalati di cancro, compresi i bambini.
Una prima
osservazione rispetto a ciò.
Ci sono
“colleghi” che mi danno del terrorista perché spingo le persone a partire per
il compleanno mirato. Ora non sarebbe neanche il caso di parlare di persone con
un basso quoziente intellettivo, ma a volte è utile fare un refresh anche su
tale argomento.
Secondo tali
astrologi, ovviamente sarebbero terroristi
anche i grandi uomini di scienza come Umberto Veronesi e tanti altri suoi
colleghi quando ci invitano a fare molta prevenzione e anche a controllare
spesso i markers tumorali.
In effetti
il loro “pensiero” (?), in linea con la filosofia buonista e idiota degli
oroscopetti per le masse che essi redigono in quantità industriali, è che va
tutto bene e che con l’ottimismo si sconfigge ogni male...
Si tratta,
in tutta evidenza, non solo di persone assai mediocri sul piano astrologico, ma
anche vili sul piano personale che si ispirano alla natura degli struzzi che
forse mettono la testa sotto la sabbia per non vedere la realtà che è di fronte
a loro.
Un po’ come
facevano tanti nostri antenati quando si rifiutavano di guardare nel
cannocchiale di Galileo Galilei.
Ignorare è
più comodo e — soprattutto — è molto più rassicurante e permette di vivere come
il “buon selvaggio”.
A costoro si
potrebbe fare una semplice domanda che potrebbe spiegare tutto: “Lasciamo
perdere se tu credi o no alle Rivoluzioni solari mirate, ma mettiamo che tu
potessi scegliere se farti capitare Marte, Saturno e Plutone nella Nona Casa,
anziché nella Prima o nella Sesta o nella Dodicesima Casa di Rivoluzione solare,
cosa sceglieresti?”.
Io so già
che, per farmi dispetto, direbbero che loro lascerebbero tale stellium tranquillamente
in 12^ Casa... A dimostrazione del fatto che i cervelli piccoli piccoli non
hanno più alternative a disposizione...
Torniamo al
nostro discorso serio.
Entro
trent’anni, lo dice la Scienza, saremo tutti ammalati di cancro, anche i
bambini.
Questa cosa
può piacere o no, può essere chiamata anche terrorismo, ma è la pura e semplice
realtà dei fatti.
Allora
dobbiamo attendere passivamente e con rassegnazione?
No, neanche
per idea!!
Sopratutto da
parte di chi scrive e che ha creato l’Astrologia Attiva.
Conoscenza è
potere.
E sapere
significa, al minimo, poter ritardare l’arrivo del cancro su di noi.
Vi sembra
poco?
Facciamo un
breve richiamo sull’attuale situazione dell’inquinamento nel corpo umano.
Volendo
tralasciare, volutamente, i mille e più veleni che oramai stazionano
stabilmente nel nostro corpo, a cominciare dai metalli pesanti come il cadmio,
il piombo, il mercurio (in quasi tutto il pesce)... Fermiamoci a quelli che
forse sono i più pesanti, attualmente:
- La
diossina, presente nel nostro sangue in misura almeno dieci volte superiore a
quella che venti anni fa veniva considerata la dose mortale per gli uomini.
- La
plastica. È ormai notizia acquisita, ma molto poco diffusa e richiamata
all’evidenza, che quando beviamo un bicchiere di acqua, noi beviamo per il 70%
plastica (in frammenti piccolissimi) e per il 30% acqua. E questo vale sia per
l’acqua del rubinetto che per le migliori acque minerali al mondo come
potrebbero essere la Evian, la Sangemini, la San Pellegrino, la Fiuggi, la
Panna e via dicendo.
Poi,
necessariamente, dobbiamo parlare di cibo.
Come sapete
è opinione di molti oncologi che la carne rossa sia dannosissima e direttamente
correlata al cancro, ma forse qui occorre porsi qualche domanda dato che tanti
medici, anche di levatura scientifica mondiale, sono in totale disaccordo tra
loro.
Per esempio
vi sono scuole di pensiero che sostengono il contrario: la cosiddetta dieta
mediterranea, basata soprattutto su pomodori, legumi, pasta, verdure, frutta e
olio di oliva, sarebbe al primo posto assoluto nel favorire il cancro, perché
ricchissima di zucchero.
Naturalmente
le variabili sono migliaia e, secondo il mio parere, non si può ridurre tutto a
semplici formule apodittiche di pensiero.
In
letteratura è famosissimo quel caso di quell’uomo che morì di cancro allo
stomaco perché beveva un succo di mela al giorno che lui stesso si preparava spremendo
mele verdi fresche.
Si scoprì
che lo beveva in una tazza di ceramica a cui era stato aggiunto un disegno
colorato e la tazza, che non era stata creata ad altissima temperatura,
rilasciava un poco di piombo ogni giorno, provocando la morte del pover’uomo.
Senza andare
lontanissimo nello spazio e nel tempo, mi viene in mente la mia povera sorella
Rosanna, una delle due morte giovani di cancro: lei mangiava quasi
esclusivamente insalate, verdura e frutta che lavava abbondantemente, essendo
una igienista esagerata.
Purtroppo
morì in seguito ad un cancro al colon che si sviluppò, quasi certamente, anche per tutti i veleni contenuti nella
frutta e nella verdura che lei consumava e che provenivano sicuramente dalla
foce del Sarno, uno dei fiumi più inquinati del mondo, insieme al Mecong.
Si sa che la
carne rossa contiene dei “filacci”, pezzetti microscopici di fibra che non
vengono digeriti e distrutti completamente dallo stomaco e che si depositano
sulle pareti del colon dove restano anche decenni, imputridendo il tutto e
provocando anche il cancro.
La
situazione è veramente assai complessa, come dicevo. E in letteratura ci sono
altrettanti casi di tumori causati anche dall’alimentazione carnivora o da
quella vegetariana.
Un mio amico
coltivava cereali in terreni non concimati chimicamente, ma non si rendeva
conto che il suo sforzo era inutile dal momento che ogni volta che piove il
cielo ci butta addosso i veleni provenienti da ogni parte del mondo.
Ignorare
ciò, significa guardare solo una piccolissima parte della realtà.
Fortunatamente
esistono in medicina, oltre a potentissime e sempre più mirate chemioterapie (a
cui credo assolutamente), anche rimedi naturali che possono e devono aiutarci a
combattere, nel senso di ritardarne l’arrivo o lo sviluppo, il cancro.
Io ne
scrivo, ovviamente, da cronista e non da medico, riportando, semplicemente
quello che grandi medici e scienziati ci hanno lasciato in eredità culturale e
continueranno a lasciarci.
Allora,
prima di scrivere cosa suggeriva l’ottimo dottor Walter Legnani, di Milano, a
mio avviso uno dei migliori medici preventivi degli ultimi decenni, oncologo e
medico omeopatico, vi riporto ciò che scrissi su tale argomento nel 2003 e a
cui stavo già lavorando da alcuni anni.
LA QUESTIONE DELLA SALUTE
Questa mia breve relazione tende a individuare quella
che, secondo me, è l’attuale situazione della salute del pianeta e dell’umanità
che in esso abita. Raccomando di leggerla nel suo giusto significato, vale a
dire di non considerarla relativa a singole persone particolari, a Tizio, a
Caio, a Sempronio o a me, alla mia vicina di casa di diciannove anni, al
Presidente del Consiglio o al leader dell’opposizione, ma a tutta quanta
l’umanità, nessuno escluso, partendo dai bambini fino a giungere alle persone
più anziane. Devo riconoscere che queste mie considerazioni possono sembrare
piuttosto allarmanti e forse angoscianti, però sono anche convinto che esse
possano essere di una notevole utilità pratica. Se così non fosse, si
tratterebbe semplicemente di un lamento a tutto campo per spingere le persone
alla depressione e al suicidio, mentre invece, nell’ottica dell’Astrologia
Attiva, si tratta di tentare di raggiungere un obbiettivo esattamente
opposto, cioè di proteggere la vita delle persone, affiancandosi — e non
sostituendosi — alla medicina.
Questa mia dissertazione vuole stimolare le reazioni
di chi mi legge e spingerle a mettere in campo tutte quelle risorse che ognuno
di noi ritiene utili per migliorare la situazione della propria salute.
A questo punto dobbiamo fare un passo indietro e,
come preambolo, partire da un dato oggettivo. Qual è questo dato oggettivo, di
fatto? Io sto scrivendo nel luglio del 2003, sono 33 anni che pratico le
Rivoluzioni Solari Mirate e, facendo una stima per difetto, ho inviato almeno
16.000 (sedicimila. Oltre trentamila alla data di Gennaio 2018) persone a
trascorrere lontano, in un luogo opportuno, il proprio compleanno mirato, con
dei risultati che adesso esamineremo. Fermiamoci un attimo a tre anni fa: erano
circa trent’anni che indirizzavo vari soggetti a festeggiare il compleanno
mirato (circa dodicimila persone). Ebbene, in questo rapporto veniva fuori che
a fronte di dodicimila persone partite per il compleanno mirato e di trent’anni
di tale pratica, io avevo avuto soltanto il caso (un solo caso) di una giovane
donna poco più che trentenne (una mia carissima amica, romana), che l’anno
successivo — se ricordo bene — al suo primo compleanno mirato, fu vittima di un
carcinoma al seno, un cancro piuttosto difficile da trattare e in stato
avanzato, che rese necessaria una mastectomia totale.
In quella occasione io rimasi molto sconcertato: in
un primo tempo pensai che l’orario di nascita che mi era stato fornito fosse
sbagliato, poi però, studiando i documenti e le testimonianze del soggetto e
rivedendo il cielo natale di questa persona, mi convinsi che l’orario era
giusto e che, se errore c’era stato, esso non poteva essere in quel dato.
D’altra parte ritenevo — e ritengo ancora oggi — di non aver commesso alcun
errore di metodo sulla scelta di quel compleanno. In ogni caso, anche a fronte
di tale episodio, la statistica era a mio favore in maniera schiacciante,
perché un solo caso su 12 mila persone partite, in trent’anni di pratica,
poteva significare solo due cose: o che Nostro Signore mi vuole un gran bene, e
quindi mi ha aiutato in maniera straordinaria, oppure che il metodo funziona.
Ora, escludendo il primo caso, perché non penso di meritare tanta stima o
affetto o protezione da parte di Nostro Signore, credo invece che sia valida la
seconda ipotesi e cioè che il metodo funzioni davvero. Devo dire che, in
quell’occasione, anziché cercare di coprire la brutta notizia, io le diedi la
massima diffusione, come potete verificare andando a leggere le fonti: infatti
io scrissi di questo caso contemporaneamente su Internet, sulla mia rivista (Ricerca
’90) e sui miei libri, naturalmente senza fare il nome del soggetto e senza
pubblicare i suoi dati di nascita. In tale occasione, se io avessi avuto
“scheletri nell’armadio”, questi scheletri sarebbero saltati fuori: voglio dire
che, avendo scritto che avevo avuto un solo caso di insuccesso, quello “di una
giovane donna, avvocato, di Roma...” sarebbero saltati fuori gli altri
“cadaveri”, in quanto verosimilmente qualcuno si sarebbe fatto vivo sul web,
dove possono avere accesso tutti, ricordandomi, magari, di essermi dimenticato
del “ragioniere di Canicattì”, di avere cancellato il caso della “massaia di
Cuneo e quello dell’architetto di Ferrara” e via dicendo. Tuttavia, come
spiegavo prima, questi ipotetici scheletri nell’armadio non sono mai venuti
fuori, il che è fortemente indicativo del fatto che — e questo è un punto
fondamentale — la succitata statistica a cui mi riferivo prima è vera. In
altre parole, su dodicimila persone partite per il compleanno mirato fino a
circa tre anni fa, avevo avuto un solo caso di malattia seria. In quella
occasione, io scrissi: “Non so spiegare cosa sia successo: quando sarò in grado
di farlo, se un giorno sarò in grado di farlo, allora vi racconterò come
sono andate le cose”.
Adesso facciamo un altro piccolo passo avanti e
arriviamo al marzo del 2002. In quel mese, nel giro di dieci giorni circa, vidi
crollarmi il mondo addosso. Infatti cinque giovani donne che seguivo
astrologicamente, donne dai quaranta ai cinquant’anni circa, vennero da me,
appunto a pochi giorni di distanza l’una dall’altra, e mi dissero di essere
state colpite dal cancro. Ora, quattro di queste donne avevano delle
Rivoluzioni solari terribili e non erano volute partire, anche se erano state
avvertite con molta enfasi da chi scrive, e devo dire che esse lo riconobbero
spontaneamente, senza difficoltà: ricordarono anzi che io, accompagnandole fin
fuori alla porta, insistetti molto perché partissero, ma non ci fu alcun
margine di trattativa. In quel caso avemmo tre tumori al seno e uno alla gola.
La quinta donna partì per la prima volta per il
compleanno mirato e il giorno dopo il suo compleanno, tornata in Italia, le
scoprirono un cancro al seno che evidentemente aveva già da prima. Allora io
non restai scioccato per eventuali responsabilità che potessero riguardarmi,
perché oggettivamente non c’erano responsabilità da parte mia, ma rimasi assai
turbato e pensai “Se in uno spazio così piccolo come quello del mio studio, in
un tempo così breve come quello di una decina di giorni e in una popolazione
così ristretta come quella che fa capo a me per i consulti astrologici, ho
registrato cinque casi di cancro, allora vuol dire che questa malattia sta
scoppiando letteralmente in tutto il mondo (ho studiato statistica e so che non
è così che si procede a ragionare con tale scienza, ma il mio intuito mi
spingeva a investigare).
Da tale profonda angoscia iniziò per me una
ininterrotta ricerca, che io condussi non andando a fonti labili o discutibili
quali potevano essere gli articoli sensazionalistici di Novella 2000 o
di Eva Express, ma attingendo alle fonti primarie e originali come i
maggiori centri di ricerca sul cancro del mondo, tra cui il sito del National
Cancer Institute (www.cancer.gov), cioè il centro mondiale di ricerca sul
cancro gestito dal governo degli Stati Uniti d’America, oppure il sito del
grande oncologo Umberto Veronesi, oppure i siti di altri istituti francesi, che
in fatto di ricerca e cura del cancro, secondo me, sono all’avanguardia, ancora
più degli Stati Uniti, e altri ancora.
In quei mesi mi soffermai in particolare sul cancro
al seno, inviando ai maggiori centri mondiali un e-mail in cui chiesi: “Per
favore, per motivi di studio, potete indicarmi, relativamente alle donne che
abbiano superato i cinquant’anni di età, dal 1980 al 2002, anno per anno,
quanti casi di tumore al seno avete registrato nel vostro istituto?”. Ebbene, i
vari centri di ricerca interpellati mi risposero subito e molto gentilmente,
via e-mail, ciascuno nella propria lingua, e mi dissero che senz’altro mi
potevano fornire questi dati, ma fino al 1997. Allora mi procurai una
“raccomandazione” presso l’oncologo addetto alle statistiche dell’Ospedale
Pascale di Napoli (specializzato nella ricerca e nella cura dei tumori), gli
telefonai e gli domandai: “Dottore, perché fino al 1997?”. E costui mi rispose:
“Sa, la burocrazia, le statistiche, l’epidemiologia, noi siamo sempre indietro
di un paio di anni rispetto ai dati reali…”. Ma io incalzai: “Scusi, ma quale
paio d’anni, qui stiamo parlando di cinque anni, dal 1997 al 2002, non di due
anni, e poi, mi perdoni, io non le ho domandato quanti casi di recidive avete
archiviato, o quanti casi di mortalità, o quanti casi di complicazioni, di
metastasi ecc., ecc. ci sono stati. No, io vi ho chiesto solo quante pazienti
sono entrate nel vostro ospedale, giorno per giorno, nel 1988, nel 1989, nel
1990 ecc. e lei avrebbe anche potuto prendere il registro e leggere tre oggi,
due ieri, tre l’altro ieri; poi avrebbe potuto sommare i dati con la
calcolatrice e darmi subito un numero. Lei me lo può dare questo numero?”.
“No!”. “E perché?”. “Sa, la burocrazia,
l’epidemiologia, le statistiche…”.
“Va bene, grazie, arrivederci”.
Allora io cominciai a pensare, da allora, che i dati
che ci stavano sciorinando pubblicamente erano tutti falsi. Devo dire che la
mia ricerca è continuata e, al di là dei dati che sono pubblicati (che, ripeto,
penso siano falsi), ci sono le testimonianze di molti medici, tra cui quelli
colpiti dal cancro, o di alcuni oncologi che io conosco e che, venendo da me,
mi chiedono di spegnere il registratore e mi bisbigliano: “Io le dirò qualcosa,
a registratore spento, però, se lei lo pubblica, io la smentirò pubblicamente”.
E poi, a registratore spento, confessano: “Sì, noi siamo convinti che non si
tratti di una donna ogni sette, come nel 1997 (donne che abbiano superato i
cinquant’anni), ma valutiamo l’ipotesi di essere vicini al rapporto di una a
tre”. Una a tre significa che una donna ha il cancro e altre due lo avranno
entro breve tempo, nel giro di quattro o cinque anni o comunque in futuro, e la
cosa è piuttosto impressionante.
Ora, nel continuare tale ricerca io avevo una mia
idea sulle cause che potevano stare alla base del crollo di questo “muro di
Berlino”, diciamo così, per quanto riguarda l’avanzata, in tal caso, non del
capitalismo e/o della libertà, a seconda dei punti di vista di chi vuole
commentare quel particolare evento storico, ma il progredire della malattia
rispetto alla situazione sanitaria dell’intera umanità.
E i conti, il ragionamento, erano piuttosto semplici.
Io pensavo: “È lievitato enormemente l’inquinamento negli ultimi anni, sono
diminuite di molto le nostre difese immunitarie ed ecco che la malattia
dilaga”.
È da notare che oltre al cancro (che da quel momento
in poi è stato, per me, come una diga crollata, per cui ogni giorno ricevo due,
tre, quattro telefonate di persone che conosco, le quali mi riferiscono di
essersi beccate un tumore) tanti soggetti mi informano di essersi ammalati –
per esempio – di noduli alla tiroide, di morbo celiaco (intolleranze
alimentari, in particolare al glutine), di avere sviluppato fortissime allergie
alla pelle, agli organi di respirazione e agli occhi; di essere stati colpiti
da epatiti virali o da altre malattie virali. Inoltre, mi risulta che siano
tornate a diffondersi forme endemiche di tubercolosi, di sifilide, di varie
malattie infettive. Altre malattie “nuove”, come la SARS, hanno debuttato per
la prima volta (come sapete, quella che abbiamo avuto lo scorso inverno è solo
la prima, ma temo che ce ne saranno altre). Addirittura ci sono state epidemie
di Citomegalovirus o di altre malattie dovute a un virus che, preso nell’aria
che respiriamo, ci fa stare un mese a letto con la febbre a 40°C; forme di
astenia generale colpiscono tantissime persone; una metà della popolazione oltre
i quaranta è diventata sterile; numerosissimi uomini accusano impotenza
sessuale prima dei quarant’anni o, nel migliore dei casi, un abbassamento
enorme del desiderio sessuale, delle forze fisiche e si potrebbe continuare per
pagine intere con questa indagine poco divertente.
Senza parlare poi del mare di depressioni, di
cefalee, di dolori reumatici, di dolori alle ossa e chi più ne ha, più ne metta
(tutto, ovviamente, in misura assai maggiore rispetto ad una decina di anni
fa).
Allora, quello che a me serviva per poter dimostrare
il presente teorema era un dato oggettivo, e il dato oggettivo
“finalmente” l’ho trovato. Nello scorso inverno, parliamo quindi del 2003, è
uscito, prima negli Stati Uniti (Washington Post) e poi in Italia (Corriere
della Sera), un articolo che ci dice che un gruppo di leader ambientalisti
americani, quindi persone che fanno questo lavoro a tempo pieno, che sono addetti
ai lavori, che sono espertissimi della materia (tra cui la compagna di un
leader ambientalista americano, una signora che mangia soltanto macrobiotico da
dieci anni), hanno avuto una brillante idea e si sono detti: “Noi, fino ad
oggi, abbiamo monitorato l’inquinamento della pattumiera terra e abbiamo
esaminato l’inquinamento delle acque, dell’aria e del terreno, ma non siamo mai
andati a esaminare l’inquinamento della pattumiera uomo… e allora questa
volta lo facciamo”. Così queste persone si sono sottoposte a un esame
specialissimo, che è possibile effettuare solo in poche università al mondo,
con sofisticate analisi in una delle più prestigiose università americane e con
un costo di 5.000 dollari a persona. È venuto fuori che ognuna di loro aveva in
corpo 101 sostanze altamente cancerogene, cominciando dalla diossina,
continuando con il cianuro, l’arsenico, il piombo, il mercurio e via dicendo. E
ciò in misura uguale, sia per gli uomini che per la donna che si illudeva di
mangiare macrobiotico da dieci anni. Dico “si illudeva” perché, poverina, lei
coltivava il suo riso integrale nell’orticello della sua casa a nord-est di San
Francisco, in quelle foreste sterminate dove hanno girato il film Rambo,
dove non ci sono presidi industriali importanti e non vengono neanche segnalati
inquinamenti atmosferici di rilievo, dove non passano cavi di alta tensione,
ecc.
Lei, naturalmente, nel suo terreno non utilizzava
sostanze chimiche però non capiva che, ogni volta che pioveva, nel suo orto ci
finiva la diossina, il cianuro, l’arsenico, il piombo, il mercurio, ecc. Ora
questo ci dice due cose: primo, che ognuno di noi ha le suddette 101 sostanze
altamente cancerogene nel proprio corpo (con piccolissime oscillazioni nei
valori misurati) e, secondo, che non le potremo mai più buttare fuori. Il
livello di inquinamento è di gran lunga superiore a quello che subirono coloro
che furono investiti dalla nube tossica di Seveso (il disastro della ICMESA,
nella notte del 10 Luglio 1976), tanto per fare un esempio. Noi vedemmo con
orrore quelle immagini al telegiornale, ma oggi siamo più inquinati di quelle
sfortunate persone.
Allora cosa penso, in sostanza? Io penso che con un
simile, spaventoso inquinamento che abbiamo nel nostro organismo, almeno per
quanto riguarda gli over 50, gli over 55-60 come me, nei prossimi dieci anni, —
ne sono convinto — ci beccheremo tutti il cancro. Tutti significa dal primo
all’ultimo. Però, sono anche dell’avviso che la medicina ha fatto e farà ancora
notevoli passi in avanti e che quindi una buona parte delle persone colpite dal
tumore maligno si salverà.
Adesso, ricostruendo un po’ il percorso dal punto di
vista dell’Astrologia Attiva, devo dire che se noi abbiamo la malattia
in corpo che sta viaggiando già da dieci anni, il compleanno mirato non ci può
proteggere al 100 per cento ma ci può proteggere all’80 per cento (uso una
percentuale convenzionale perché la stessa non è misurabile) e ci può
proteggere per il futuro, ma non per il passato: così adesso mi spiego il caso
di quella mia amica di Roma, che aveva questo cancro probabilmente già da tre o
da quattro anni, in progress, e si è manifestato sotto una buona
Rivoluzione solare, cosa che credo abbia contribuito fortemente a salvarla,
dato che ormai siamo al quarto (se non erro) suo compleanno mirato, lei sta
benissimo in salute e non ha avuto alcuna recidiva.
Per questo, come prima cosa, io vi invito ancora di
più a prendere in considerazione l’idea di spostarvi tutti gli anni, non un
anno sì e uno no, e come seconda cosa, siccome noi non possiamo proteggerci
dalle malattie pregresse, a mettere in campo tutta una serie di protezioni che
noi riteniamo utili al fine di difendere la nostra salute, supporti che
per alcuni potranno essere la medicina omeopatica, per altri i fiori di Bach o
la pranoterapia, l’agopuntura, i massaggi shiatsu e — perché no? — anche la
preghiera a Padre Pio, alla Madonna, a Maometto, a Buddha. Ovviamente la primo
posto metterei la medicina oncologica specialistica, tanto bistrattata da molti
commentatori della domenica, ma pur sempre il più valido baluardo contro tale
infame malattia. Per altre persone un’ottima medicina potrebbe essere l’amore,
che è un fortissimo antiossidante (quando si è innamorati è difficile
ammalarsi). Per altri ancora si può trattare dei mezzi tradizionali della
scienza: per esempio ormai quasi tutti i medici sono convinti che dosi massicce
di vitamina C ed E, come pure di melatonina, hanno una forte azione
antiossidante e aiutano a combattere il cancro.
Inoltre ricordiamo che, di fronte alla domanda “Dato
che tutti i cibi sono avvelenati, qual è il modo giusto di alimentarsi?” la
risposta di grandi medici è: 1) mangiare pochissimo; 2) cambiare ogni giorno
quello che si mangia, perché piccole dosi di veleni differenti presi ogni
giorno fanno molto meno male di uno stesso veleno preso continuamente.
Secondo questo modo di vedere, colui che mangia in
maniera fissa mozzarelle, e ne ingurgita grandi quantità ogni giorno,
probabilmente morirà prima di altri che non hanno queste abitudini alimentari,
perché mangerà sempre lo stesso tipo di veleno, che si accumulerà in una misura
troppo forte e lo ucciderà. Chi invece ingerirà un po’ di veleno dalla verdura,
un po’ di veleno differente dalla pasta o dalla carne o dal pesce, avrà più
chance di salvarsi 1.
A monte o a valle di ciò, inoltre, io raccomando
anche di non chiedermi assolutamente sconti sul chilometraggio del viaggio per
il compleanno mirato, perché non ha senso, di questi tempi in cui dobbiamo
affrontare un nemico che ha i denti affilatissimi, pensare di potersi spostare
solo fino a Londra o fino a Parigi. Dovremmo invece domandare: “È possibile
andare sulla Luna per difendermi meglio? Perché, se è possibile, io vado anche
sulla Luna”.
Ecco allora, detto ciò, è evidente che invito tutti
ad essere più aggressivi nei confronti del nemico costituito dall’inquinamento
e dalla malattia. Naturalmente invito tutti soprattutto a evitare quelle
tossine che ingeriamo volontariamente, fumando, bevendo alcool in grosse
quantità o concentrazioni, prendendo droghe, farmaci, eccetera.
Vorrei anche osservare che personalmente nutro una
certa speranza per i ragazzi di oggi, ritenendo che noi stiamo mutando
geneticamente: così come i topi si sono abituati alle esche avvelenate, e
quindi non li uccidiamo più e abbiamo perso la guerra con loro, analogamente
penso che anche noi esseri umani ci stiamo abituando lentamente al veleno. Però
in noi esseri umani credo che il processo sia lunghissimo, molto più lungo di
quello che può avvenire nei topi e allora, probabilmente, quando i ragazzi e le
ragazze di oggi avranno sessant’anni, forse andranno dal medico e gli faranno
vedere le analisi e il medico dirà loro: “Signora, lei mi sta tenendo questa
diossina un po’ troppo alta, la deve far scendere!”, così come un medico di oggi
direbbe “Lei ha valori troppo alti di glicemia e deve provvedere!”. Credo però
che ciò riguarderà soltanto i ragazzi del futuro e che noi (over 50/60) siamo,
purtroppo, fortemente esposti. Pertanto, ripeto, a mio avviso la Rivoluzione
solare mirata non è la lampada di Aladino, Lourdes o Padre Pio, ma è uno dei
supporti più importanti, uno degli scudi più protettivi che esistano, a fianco
alla Medicina, per difenderci dalla malattia, in una misura di efficacia che
potremmo indicare vicina all’ottanta per cento rispetto al pericolo. Sono
consapevole del fatto che quel venti per cento che resta scoperto è terribile
comunque, però, in ogni caso, la differenza fra la protezione con uno scudo
all’ottanta per cento e l’assenza totale di protezione, trascorrendo ogni anno
il compleanno nel nostro luogo di abituale residenza e beccandoci delle
posizioni astrali che a volte sono alquanto insidiose, è evidente. Io credo che
in questo caso non possiamo assolutamente, dico assolutamente, correre
tale rischio e quindi, decisamente, vi invito a operare in questa precisa
direzione e a continuare con il discorso del compleanno mirato, come anche con
quello dell’esorcizzazione del simbolo.
Infine desidererei anche raccomandarvi, relativamente
al discorso sulla salute (che spero abbiate letto con attenzione senza
annoiarvi), di desistere dal tentare di convincere gli scettici a partire. Ci
sono legioni di miei allievi, e anche bravissimi colleghi, che costringono
genitori ottantenni a mettersi sull’aereo per partire per il compleanno mirato
quando questi poveracci non credono minimamente a tale operazione, e, pur di
far contenti i figli, si sottopongono a sofferenze terribili.
Quando io fui convinto, nel 1995, che nel giro di un
anno avrei perso mio padre e mia madre, non feci nulla per farli partire per il
compleanno mirato, perché loro non credevano assolutamente alla suddetta
tecnica. Allora la mia esortazione è: voi partite, partite, partite e, se
potete, fate partire i vostri figli, perché di quelli avete una responsabilità
diretta, ma non costringete mai alcuno, perché si tratterebbe di violenza
mentale, a cominciare dai genitori o dalle persone anziane, quando i primi o le
seconde non credono alle Rivoluzioni solari mirate.
Ecco, questo è tutto, ma naturalmente, sia sul mio
sito, sia attraverso la mia rivista, potrete aggiornarvi sulla presente ricerca
che io considero un file temporaneo e che quindi devo aggiornare
continuamente cercando, per il futuro, di trasmettervi tutte le notizie che
sono utili a noi tutti per difenderci meglio.
Perché tutto ciò è legato al discorso sulla validità
delle previsioni in astrologia?
Cercherò di spiegarlo qui di seguito. Prima, però, ho
bisogno di ribadire un concetto che sostengo da molti anni.
Nella valutazione degli avvenimenti, in rapporto alle
nostre mosse “mirate”, non dimentichiamo di tenere conto delle variabili in
campo. I nostri nemici viscerali e storici, nel computo delle variabili in
gioco nel destino umano non si sognano neanche di mettere quella relativa
all’influenza degli astri. I nostri più fanatici e ciechi sostenitori, al
contrario, dimenticano che le variabili in esame sono più di una e non si
limitano solamente alla “influenza” di quei sassolini che ci girano
sulla testa. Di questo si è discusso parzialmente, in TV, nel corso del 1997.
La trasmissione di Corto circuito, a Canale 5, la sera di Pasqua, il 30
marzo alle 23.45, è stata dedicata a una tavola rotonda sulla Bioetica.
Conducevano Daria Bignardi e Gian Arturo Ferrari. Ospiti della serata il
filosofo Giacomo Marramao, don Roberto Colombo, il musulmano Gabriele Mandel,
il biologo Edoardo Boncinelli (lavoravamo assieme presso il CNR di Napoli nel
1967) e uno scrittore di cui non ricordo il nome. Si discuteva di clonazione (o
di clonaggio, come rettificava il biologo). Dibattito interessante,
sotto vari aspetti. Si metteva sul campo la paura (dell’uomo? della Chiesa?) di
creare dei “doppi” da un punto di vista umano, ma — fortunatamente — una simile
sciocchezza veniva subito messa da parte. Tuttavia, i coltissimi ospiti
dimenticarono di porre in evidenza un particolare assai importante, quello
legato al rapporto uomo-astri. Lasciamo da parte il problema dell’anima
nell’essere clonato e, non perché non sia un problema importante, ma in quanto
rischierebbe di condurci lungo discussioni sterili e assolutamente inutili sul
piano pratico, e consideriamo gli altri aspetti. Tutti i presenti sembravano
essere più o meno convinti dell’esistenza di due variabili fondamentali tali da
impedire, di fatto, la possibilità che due esseri umani solo apparentemente
simili, come i gemelli monozigoti, possano essere assolutamente identici. Le
due variabili fondamentali sono la matrice genetica, intesa come informazione
contenuta nell’acido desossiribonucleico, e quella storica che ci dice quanto
ogni essere umano sia influenzato dalle condizioni geografiche, economiche,
politiche, sociali e culturali del luogo e del periodo in cui nasce e vive. A
questo punto avviene un piccolo colpo di scena: il biologo Boncinelli tira
fuori una nuova variabile che, per quanto mi risulta, non era mai stata portata
in campo in precedenti dibattiti sull’argomento e cioè il fatto che la
connessione tra i neuroni, col nascere di una nuova vita intrauterina,
avverrebbe in modo del tutto casuale e determinerebbe davvero, per sé stessa,
quell’unicità assoluta che è un essere umano (l’argomento sinapsi e temi
correlati). Lo scienziato non ha avuto molto tempo per spiegare le sue ragioni,
ma ci è sembrato che egli volesse dire, da un punto di vista assolutamente
laico, legittimamente laico, che tale variabile altro non è che l’anima.
In ogni caso, sia che vogliamo chiamarla anima, sia che intendiamo,
invece, definirla secondo le specifiche della biologia, è un fatto che essa è
realmente una terza variabile in gioco. Ma con gli astri come la mettiamo?
Abbiamo dimenticato, allora, se proprio vogliamo contare tutte le variabili,
che quella astrologica è la quarta e non la meno importante variabile (anzi,
secondo il mio parere è al primo posto)?
La breve premessa sopra riportata ci introduce a un
altro concetto fondamentale, legato alle previsioni in astrologia:
Attualità del linguaggio previsionale
Facciamo un esempio. Prendiamo, dai vari paragrafi
del mio libro Transiti e Rivoluzioni solari, quello che corrisponde a
Giove di Rivoluzione nella terza Casa (ovviamente di RS). In esso si dice, tra
l’altro, che il soggetto durante l’anno si dedicherà alla scrittura oppure farà
corsi relativi ai computer. Infatti, giusto per citare un esempio, una donna
che ha superato i cinquant’anni e che svolge un lavoro intellettuale e
qualificato, pur avendo odiato con tutte le proprie forze il computer negli
anni addietro, nell’attuale Rivoluzione solare in cui Giove si trova in terza
Casa ha iniziato a prendere lezioni di informatica e a scrivere moltissimo a
mezzo del programma Word, pur avendo scritto per tutta la vita con carta
e penna a sfera.
Ora voi pensate che fra cinquant’anni ciò sarà ancora
possibile? Evidentemente no, dal momento che tutti scriveranno al computer già
alle scuole elementari, fin dai prossimi anni. Ma i significati cambieranno
soltanto di poco e una omologa persona, per esempio, potrebbe iniziare a
scrivere romanzi. Insomma, il simbolo va seguito nella sua espressione legata
ai tempi e allo sviluppo anche culturale dell’uomo: ciò che era la biga romana
duemila anni fa è l’automobile oggi.
Allo stesso modo possiamo affermare che le regole
descritte in questo breve saggio funzionano in moltissimi casi, ma vanno lette
con intelligenza.
Personalmente mi sento di affermare, quasi in forma
apodittica, che dieci anni fa chi si spostava ogni anno per il viaggio di
compleanno era quasi del tutto al riparo da malattie importanti che si possono
manifestare a cinquanta o a sessant’anni. Oggi, per le ragioni prima esposte,
ciò non è più vero, ma resta sempre il fatto che chi si sposta per il viaggio
di compleanno e fa in modo, per esempio, che Marte non si trovi in prima, sesta
o dodicesima Casa, potrà cavarsela, in caso di malattia seria, molto meglio di
chi si ritrova un Ascendente in prima Casa o un Sole in sesta o uno stellium in
ottava.
Per dare una ulteriore dimostrazione di ciò, mostrerò
il grafico di due donne straniere di generazioni diverse. La prima (figura A),
più anziana, alla nascita presentava un Marte in Cancro nella prima Casa. Ai
suoi tempi (ossia quando lei era giovane), per una posizione del genere si
poteva affermare, senza ombra di dubbio o comunque con una altissima
percentuale di esattezza nella previsione, che costei si sarebbe ammalata
gravemente, nel corso della vita, o allo stomaco o al seno e, infatti, molti
anni fa, quando il tumore al seno era una cosa rarissima, lei ne fu vittima.
Anche la donna della figura B, più giovane, è stata
recentemente colpita dallo stesso male, ma – come potete vedere – non presenta
alcun carattere specificamente distintivo come la sua omologa in tale
disgrazia. Certo, potremmo anche forzare l’interpretazione dicendo che c’è un
mezzo Ascendente in Cancro e una Luna congiunta a Marte, ma sarebbe una vera
forzatura, perché potrei presentare altri casi di giovani donne in cui, in
presenza di tumore al seno, non esiste neanche il minimo appiglio relativo al
segno del Cancro o alla Luna.
Dunque dobbiamo concludere, ancora una volta, che le
previsioni vanno fatte soprattutto avendo un grande bagaglio di esperienza, ed
esse saranno tanto più esatte quanto più l’astrologo sarà degno di appartenere
alla specie dell’homo sapiens.
FIGURA A
FIGURA B
Torniamo,
allora, al dottor Walter Legnani, ma ricordando la brutta e realistica
previsione di Umberto Veronesi.
Secondo
Legnani i tre principali protocolli per combattere il cancro (nel senso di
cercare di ritardarne l’arrivo o lo sviluppo), sono i seguenti 4:
- Il
Vischio Iscador
- Il
metodo Pantellini
- La
curcuma associata al pepe nero
Il
Vischio Iscador
Potrei
fornirvi nomi e cognomi di tante persone che vivono anche da oltre dieci anni
dopo essere state colpite da tumore al pancreas o al cervello, giusto per fare
due esempi, affiancando l’assunzione del Vischio Iscador alle chemioterapie.
Si tratta,
come per gli altri due protocolli, di cure a costo quasi zero: 7 fiale, costo
50 euro, da ripetere quattro volte all’anno (per la prevenzione), contro i 3000
euro al giorno delle fialette di alcune importanti multinazionali del farmaco.
Il vischio,
che è una pianta che cresce solo sulla corteccia degli alberi e non a contatto con
il terreno, va dosato da persona a persona e per questo potete fare ricerche
sui seguenti argomenti:
- Vischio
Iscador
- Basilea
- Lukas
Klinik
- Dr.
Lorentz
- Medicina
antroposofica, Milano
Qui riporto
il link relativo a una conferenza-lezione del dr. Walter Legnani sul Vischio (che ricordo era un oncologo),
ma ci sono moltissimi documenti consultabili al riguardo e la scuola di
Medicina Antroposofica di Milano potrà guidarvi su di un percorso completo di
studi, se tale argomento è di vostro interesse:
Il metodo
Pantellini
Occorre fare
una premessa sull’assunzione di 10 (dieci) grammi al giorno di vitamina C come
potente cura per prevenire e per curare il cancro.
Molti medici
vi diranno che è una sciocchezza: se si supera 1 grammo al giorno di assunzione
di vitamina C, il nostro corpo espelle la quantità in eccesso attraverso le
urine.
Allora
chiedete loro: perché, nel 1954, al dr. Linus Pauling, venne assegnato il
premio Nobel per la chimica, proprio sull’assunzione di 10 grammi al giorno di
vitamina C nella lotta ai tumori?
Pauling ebbe
anche un secondo Nobel, per la pace, per il dono enorme che aveva fatto all’umanità,
a partire dalle poverissime popolazioni africane che potrebbero vivere molto
meglio e a costo zero con la vitamina C che si trova ovunque e gratuitamente.
Potremmo
dire che il metodo Pantellini (
http://www.pantellini.org/
) venne dopo e portò delle modifiche alle scoperte di Linus Pauling, ma sarebbe
sbagliato: il dottor Gianfrancesco Valsè Pantellini fece la sua scoperta nel
1947 e Pauling ricevette il Nobel nel 1954.
La scoperta
di Pantellini fu casuale, come a volte avviene nel campo della scienza.
Subito dopo
la seconda guerra mondiale, il dr. Gianfrancesco Valsè Pantellini 3,
Rufina, Firenze, 2 Aprile 1917, consigliò, a un malato terminale di cancro allo
stomaco, per lenire i forti dolori, diverse bevande al giorno a base di limone
portato a PH non acido con l’aggiunta di molti cucchiai di bicarbonato di
sodio.
Quando rivide,
dopo un anno, il paziente, saltò sulla sedia e saltò due volte quando vide le
sue radiografie: il cancro sembrava scomparso, ibernato, bloccato,
pietrificato...
Essendo un
eccellente chimico, come Linus Pauling, Pantellini si fece consegnare una delle
bevande che il suo paziente continuava a prendere (costui morì circa venti anni
dopo per infarto).
Ne analizzò
il contenuto e si accorse che il suo paziente, per sbaglio, aveva aggiunto,
anziché bicarbonato di sodio, ascorbato di potassio, assai simile nell’aspetto
all’altro.
Comprese,
allora, che esso, che altro non era che vitamina C, preso in grosse quantità,
poteva ritardare di molto l’avanzata del cancro o rallentarne l’evoluzione.
Fece anche
una seconda scoperta importante: se aggiungeva uno ione, il ribosio, non era
più necessario assumere 10 grammi al giorno di ascorbato di potassio, ma ne
bastavano solo 100 mg, eliminando così, i tanti e grossi effetti collaterali del
metodo Pauling.
Anche questa
cura è a costo zero: 100 giorni di cura, costano 50 euro.
Qui di
seguito troverete solo pochi dei moltissimi link che vi permettono di leggere
le ricerche scientifiche fatte in sedi universitarie e in molti laboratori del
CNR che dimostrano come tale sostanza, immessa in recipienti contenenti cellule
cancerogene, uccida selettivamente queste ultime.
A Firenze
esiste la Fondazione Pantellini, che non ha a che fare con il mago Otelma e con
altri suoi colleghi che operano tra il Lazio e l’Abruzzo, ma che produce
esperimenti scientifici e può dimostrare, nelle opportune sedi, il valore delle
enormi scoperte del dr. Pantellini.
Ecco solo
una sintesi di studi scientifici su tale argomento:
·
Estratto
della relazione del C.N.R. (Consiglio Nazionale delle Ricerche)(pdf) “Studio sull’Ascorbato di Potassio ed i suoi componenti“,
Clara Maria Della Croce, Laboratorio di Mutagenesi ed Ecotossicità, Area di
Ricerca del CNR – Pisa. Studio finanziato dalla Fondazione Pantellini con
assegno di ricerca nell’anno 2001-2002. (264 KB)
·
Articolo
tratto da “Scienza e conoscenza” n° 21, Luglio 2007, Macro Edizioni (pdf): “Articolo La Via del Sale“ (2,8 MB)
·
Articolo
tratto da “Il Basso Vicentino, mensile di informazione e cultura dell’area
berica”, n° 43 di ottobre 2011 (pdf): “Nuove speranze contro il cancro“
(1,08 MB) di Turiddu Busato, Editori Veneti.
·
Articolo
tratto da “Eventi” n° 4 su “La Sanità tra Pubblico e Privato”, inserto de “Il
Sole 24 Ore” del 23 maggio 2011 (pdf): “La Fondazione Valsè Pantellini“ (1,35 MB)
·
Articolo uscito su “Disease Markers”
2012 Sep 6;[Epub ahead of print] (link al sito PubMed, consultabile
gratuitamente solo l’abstract): “Antioxidant effects of potassium ascorbate with ribose therapy in a case
with Prader Willi Syndrome.” ; Anichini C, Lotti F, Longini M,
Proietti F, Felici And C, Buonocore G. Department of Pediatrics, Obstetrics and
Reproductive Medicine, University of Siena, Siena, Italy.
·
Articolo
uscito su “Anticancer Research” 2013 Feb;33(2):691-5. (link al sito
PubMed, consultabile gratuitamente solo l’abstract): “Antioxidant effects of potassium ascorbate with ribose in costello
syndrome.” ; Anichini C, Lotti F, Pietrini A, Lo Rizzo C,
Longini M, Proietti F, Felici C, Buonocore G. Department of Pediatrics,
Obstetrics and Reproductive Medicine, University of Siena.
·
Articolo
uscito su “Scienza e Conoscenza”, n°46, Novembre 2013, pp.16-23: “Il metodo Pantellini” (anticipazione su: www.scienzaeconoscenza.it)
·
Articolo
tratto da “Cancer Cell International” 2014, 14:77, Published on 12 August 2014
(pdf): “K-D:rib dampens Hs 578T cancer cell chemoinvasion and proliferation“;
Bruni L, Babarinde AA. ortalli I, Croci S. Consigliamo di visionare
direttamente il testo finale con il link al sito della rivista: http://www.cancerci.com/content/14/1/77 (full
text e pdf definitivo).
·
Articolo
tratto da “Tumori Journal” 2014;100(6):590-599 : “Antioxidant strategies in
genetic syndromes with high neoplastic risk in infant age“; Anichini C,
Lotti F., Longini M, Felici C., Proietti F., Buonocore G. Consigliamo di
visionare direttamente il testo finale con il link al sito della rivista: http://www.tumorionline.it (full
text e pdf definitivo).
La curcuma
In questi
ultimi decenni le case farmaceutiche hanno studiato a fondo alcune popolazioni
dell’India, dello Sri Lanka e del Giappone, chiedendosi come fosse possibile un
loro indice di patologia del cancro tanto basso e anche la particolare
longevità e buona salute di molti abitanti di quelle regioni.
Quasi da
subito compresero che il comune denominatore era il curry, la gustosa spezie
con cui questi popoli arricchiscono tantissimi cibi.
Ma, dopo i
primi studi, le multinazionali del farmaco si resero conto che il collante che
univa tante persone sane, il forte antiossidante, non era il curry, ma una
sostanza contenuta nello stesso: la curcuma, una polverina rossastra che non è
brevettabile perché si trova gratuitamente in natura. Da quel momento cessarono
gli studi delle case farmaceutiche su detto versante.
Ecco,
secondo il dr. Walter Legnani, oncologo e anche medico omeopatico, a mio avviso
uno dei migliori medici preventivi italiani che purtroppo non è più vivo, questi
appena velocemente descritti sono i tre principali protocolli che ci possono
aiutare a ritardare (non a evitare) l’arrivo del cancro su di noi.
La sfida
continua, ma personalmente penso che l’uomo sia capace di molte rinascite, dopo
altrettante catastrofi storiche in cui si è cacciato da solo.
Note
1) Questo
scrivevo tanti anni fa. Poi ho letto e studiato tantissimo, soprattutto i libri
di grandi scienziati e divulgatori come Umberto Veronesi e ho capito che
dovremmo eliminare dal nostro vocabolario relativo a tale argomento il termine
“salvarsi” perché, da come vedremo più avanti, tutti saremo colpiti, a breve,
dal cancro e dunque sarebbe più giusto dire “cercare di ritardare il più
possibile l’arrivo del cancro sulla propria persona”.
2) Ho ammirato
Umberto Veronesi come scienziato e come medico, ma anche come uomo, per le
tante battaglie civili portate avanti e mi piace ricordare di lui, soprattutto,
la battaglia di cui fu protagonista da Ministro della Sanità quando liberalizzò
l’uso della morfina e raccomandò a tutti i medici di usarla senza risparmio per
i malati terminali. Purtroppo la maggioranza dei medici non si attenne alla sua
legge e ancora oggi non si attiene alla stessa. Io avrei da scrivere pagine di
condanna totale su tale malcostume e
molti anni
fa, quando persi la mia seconda sorella per cancro, avevo raccolto un dossier
esplosivo che ero pronto a consegnare alla stampa. Poi, su pressioni di una
persona a me molto vicina, desistetti, anche per non danneggiare tale persona.
Oggi me ne pento molto.
Vorrei anche
ricordare che il grande Veronesi, unico tra i suoi colleghi, per livello
scientifico e per onestà intellettuale, riabilitò totalmente, poco prima di
morire, la persona e le scoperte del prof. Luigi Di Bella. Vedi, tra i molti
documenti (oltre a interviste che ho visto con i miei occhi):
3) Brevi
note biografiche del dr. Pantellini:
Il dott. Gianfrancesco Valsè
Pantellini nasce il 2 aprile 1917 a Rufina, un piccolo paese della Toscana dove
vive fino al 1929 con il padre Italo e la madre Margherita. L’istinto di suo
padre, che era medico, e la curiosità di ragazzo lo portarono sulla strada
della ricerca scientifica; cominciò a dedicarsi a studi di elettrochimica con
la complicità del farmacista del paese. Proseguì i suoi studi a Firenze, prima
al collegio La Querce poi al liceo Michelangelo dove conseguì la licenza
liceale da privatista, facendo tre anni in uno solo. Nel 1936 si iscrisse
all’Università di Firenze, Facoltà di Chimica pura ad indirizzo organico
biologico.
I suoi studi furono interrotti dalla guerra ma egli fu
sempre attivo prestando servizio come ufficiale chimico nel Genio Guastatori;
ebbe varie destinazioni tra cui Udine, Russia, Francia. Nel 1943 conobbe a Roma
il famoso matematico Luigi Fantappiè. Finita la guerra riprese gli studi
universitari a Firenze laureandosi nel 1947 in Chimica pura ad indirizzo
biologico. Poi per un anno frequentò l’Istituto di Fisica Teorica di Napoli. A
Parigi conobbe il fisico Louis Kervran ed approfondì le sue ricerche sulla
fusione a freddo nel corpo umano. Rientrato a Firenze passò ad Ancona al centro
Autonomo Tumori, dove fece le sue prime esperienze, collaborando per più di un
anno con i professori Protti, Gusso e Neubauer dove seguì indagini di Ricerca
enzimatica dei lieviti e dell’azione Piroerte dei medesimi nei confronti della
cellula neoplastica.
Nel 1948, ritornato a Firenze, pur occupandosi di piccole
industrie farmaceutiche, in privato si dedicò alla ricerca sui tumori. Ha partecipato
con comunicazioni personali ai congressi di Cancerologia di Firenze, Cremona,
Baden Baden, New York, ecc. Ha aftto parte di un gruppo internazionale di
ricerca sul cancro con metodiche non convenzionali; per questo è stato eletto
Membro dell’Accademia delle Scienze di New York (la prestigiosa NYAS) e della
società Internazionale di Criochirurgia.
Per l’aiuto prestato con opportuni schemi a base di
ascorbato di potassio alle popolazioni dell’ex Unione Sovietica colpite
direttamente dalle radiazioni in seguito all’incidente alla centrale nucleare
di Cernobyl nel 1986, è stato insignito della Stella Rossa, onoreficenza
dell’Accademia delle Scienze di Mosca. La menzione per l’assegnazione di tale
onoreficenza recita esattamente:
“Altissimi meriti verso la Scienza e la popolazione dell’Unione Sovietica”
(eravamo infatti nel 1987-88 ed era il periodo in cui il Presidente dell’URSS
era Gorbaciov).
La scoperta avvenne veramente per puro caso a Firenze nel
1947. C’era allora a Firenze un uomo, orefice fiorentino, di nome Giovanni, che
Valsé Pantellini conosceva bene; questi si ammalò di un tumore allo stomaco.
Visitato dal prof. Valdoni fu dichiarato inoperabile; non gli restavano che
pochi mesi di vita. Il povero orefice soffriva pertanto di forti dolori allo
stomaco, Valsé Pantellini gli consigliò delle limonate con del bicarbonato; e
dopo un anno, preoccupato dello stato di salute di Giovanni, andò a trovarlo a
casa, e lo trovò completamente ristabilito, anzi in perfetta forma. Sorpreso,
gli chiese allora che cura avesse mai fatto e lui gli rispose che continuava a
prendere solo le limonate con il bicarbonato, cosa che stava facendo proprio in
quel momento. Valsé Pantellini guardò incuriosito il barattolo da cui Giovanni
attingeva con un cucchiaino la piccola dose di bicarbonato; vide che quel
barattolo aveva un aspetto insolito, lo girò per leggere l’etichetta e si
accorse che era sì bicarbonato, ma di… potassio! Quell’uomo visse altri venti
anni, poi morì d’infarto.
“Ebbi come una botta in testa” – raccontò un giorno Valsé
Pantellini, vedendo il repentino prodigio verificatosi in Giovanni a causa di
quell’errore. “Feci fare i controlli perché credevo che avessero sbagliato le
radiografie, invece no, erano proprio le sue. Questo fatto mi fece riflettere molto
e cominciai a ragionare sul fatto accaduto” scrive Valsé Pantellini. Fu allora
che andò a riguardarsi i risultati di una vecchia ricerca fatta da Moraweck e
Kishi nel 1932, i quali avevano messo in evidenza l’alta percentuale di
potassio all’interno delle cellule sane, e la bassa percentuale di potassio nel
tessuto neoplastico e nei tessuti non neoplastici dei portatori di tumori
maligni.
Da quel momento è iniziata “l’avventura” dell’ascorbato di
potassio, ma la cosa che ci preme sottolineare
è che il primo lavoro scientifico del Dott. Pantellini è stato presentato e
pubblicato sulla Rivista di Patologia Medica nel 1970, ben 22 anni dopo
quell’incontro così significativo. Il
Dott. Pantellini faceva parte di quella (purtroppo sempre più rara) schiera di
persone che prima di parlare aveva necessità di verificare, sperimentare,
riprovare, analizzare. Solo quando è stato ragionevolmente sicuro della
credibilità e riproducibilità dei suoi dati ha deciso di presentare
ufficialmente il frutto del proprio lavoro.
A quel lavoro ne è seguito solo un altro, pubblicato quattro
anni dopo (1974) sempre sulla stessa rivista, e poi basta, se si eccettua la
pubblicazione da parte di Andromeda
del suo “ultimo” lavoro: “Il cofattore K+, 50 anni di ricerca e terapia contro
i tumori”. Di fronte alle richieste di nuove pubblicazioni la sua risposta era
sempre la stessa: “Quello che dovevo dire l’ho detto. Ora sta agli altri
verificare. Io non ho tempo da perdere scrivendo, devo lavorare!”, intendendo
con questo che doveva dare continue risposte alle persone che continuamente si
rivolgevano a lui, ma anche che voleva proseguire nel lavoro di ricerca e di
studio di ulteriori strade, percorsi ed approfondimenti. E’ proprio così che è
arrivato all’intuizione di introdurre il ribosio nel composto.
In questo sito desideriamo onorare la statura morale e
professionale e la grande carica umana di quest’uomo straordinario, umile ed
attento alla dignità ed al rispetto delle persone e dei malati in particolare,
perché sia sempre più conosciuta la sua opera e la sua intuizione, che la
Fondazione Pantellini sta “indegnamente” portando avanti, e sempre più persone
possano sperimentare e verificare se ciò che presentiamo sono solo discorsi
senza senso (o, peggio, speculazioni) o se invece rappresentano una risorsa
importante per ciascuno di noi.
4) Oltre
alla cura omeopatica in generale che il dott. Legnani
dava per scontata (sempre in aggiunta e mai in sostituzione delle
chemioterapie). A questo proposito si ricordi che i molti supporter,
soprattutto scribacchini mercenari al soldo delle case farmaceutiche e delle
multinazionali delle telecomunicazioni, che fingono di dimenticare, nella loro
azione quotidiana di dileggio della omeopatia e di negazione dei danni causati
dall’uso dei cellulari, che il grande Luc Montagnier, Premio Nobel per la
Medicina, sta studiando da moltissimi anni la memoria dell’acqua, fanno finta
anche di non ricordare che essa è alla base del principio stesso della medicina
omeopatica. La bibliografia di Luc Montagner, anche su questo argomento, è
vastissima e chi si volesse davvero informare, invece di parlare a vanvera, non
avrà che da leggere e da studiare.
Milano, presentazione del libro di Marco Cappato. 16/1/2018. Foto di Ciro Discepolo.
Per Tutti. Non è una notizia importante, ma vi invito a leggerla perché potrà spiegare, a qualcuno, il perché di un certo rumore di fondo che disturba, da qualche anno, l’Astrologia:
http://ilblogperidepressi.wordpress.com/
For Everybody. It is not an important news, but I invite you to read it because it can explain, to someone, the why of a certain noise leading that disturbs, from a few years, the astrology: http://ilblogperidepressi.wordpress.com/
Buona Giornata a Tutti.
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