venerdì 26 luglio 2024

La necessità di una end-line in giurisprudenza

 

La necessità di una end-line in giurisprudenza
 

 


 

A mio parere sarebbe necessario stabilire una end-line, una linea di confine, un punto assoluto e non valicabile, in giurisprudenza, che rappresenti davvero una barriera ineludibile a migliaia di situazioni attualmente governate dal nonsenso.

 

Noi diciamo spesso “oltre ogni ragionevole dubbio.” Però diciamo anche che è necessaria una prova assoluta. E sovente facciamo l'esempio di prova assoluta riferendoci alla “pistola fumante”, vale a dire: le forze dell'ordine giungono sul luogo del delitto pochi secondi dopo il delitto stesso e viene trovato il presunto assassino ancora con la pistola in mano da cui sta uscendo fumo e poi si verificherà che quella è la pistola da cui è partito il proiettile che ha ucciso la vittima e quindi in quel caso non ci potrà essere neanche lontanamente un solo dubbio sulla colpevolezza del condannato. Ma ciò non è assolutamente vero.

Ne ho già parlato in più di un video YouTube, ne ho scritto in più di un mio blog e l'ho riportato anche all'interno di miei libri facendo l’esempio, con nome e cognome, di un caso notissimo di un pregiudicato che aveva ucciso davanti alle telecamere di un bar nel rione Sanità di Napoli, a pochi metri dalla telecamera, un altro pregiudicato che sedeva all'esterno di quel locale. La vittima beveva un caffè e lui aveva estratto la pistola e lo aveva ucciso. Ecco, allora più “pistola fumante” di quella non ce ne possono essere. Eppure in quel caso i suoi avvocati riuscirono a farlo assolvere, e non starò qui a ripetere come fecero, perché poi potrebbero cambiare le modalità, ma io credo che non ci siano limiti alle capacità di bravi avvocati, di cancellare anche una pistola fumante. Dunque dovremmo interrogarci e chiederci come riuscire, come fare in modo tale che esista davvero, nel Diritto, una linea di confine, assoluta.

Come dicevo una end-line che non si può e non si deve superare perché altrimenti tutto diventa relativo e se tutto diventa relativo, in una giurisprudenza in cui il rapporto è già troppo sbilanciato a favore della difesa, laddove invece si è sempre detto e si dice ancora in ogni sede che la costituzione italiana prevede un’assoluta parità tra l’accusa e la difesa in ogni processo, i “giochi diventano truccati.”

 

Anche ciò l’ho dimostrato riferendomi, per esempio, al caso di Adriano Sofri che ebbe nove, dieci, dodici processi e solo dopo ventotto anni dallomicidio andò in prigione. Un imputato, invece, giudicato innocente dopo tre gradi di giudizio, non potrà più essere processato per lo stesso reato, anche se dovessero emergere nuove e schiaccianti prove contro di lui!

Allora io credo che si dovrebbe stabilire, invece, appunto, un qualcosa che possa rappresentare un macigno, un assoluto, un confine inviolabile, come il monolito, per fare un esempio alto sul piano culturale, il monolito del film 2001 Odissea Nello Spazio che immaginarono Stanley Kubrick ed Arthur C. Clarke. Esso rappresentava il punto di inizio e il punto di fine di ogni discorso possibile sull’evoluzione dell’uomo sulla vita, sulla Terra e sulla vita anche fuori della Terra.

E questo macigno, secondo me, questa end-line potrebbe e dovrebbe essere il DNA di un soggetto sul corpo della vittima.

 

Allora io vorrei spendere qualche parola su ciò riferendomi a tre suggestioni particolari.

Il primo riguarda la figura, ma dovremmo dire più esattamente la caricatura di un avvocato così come lo immaginano i fratelli Coen nel film “L’uomo che non c’era”, un avvocato molto particolare, e poi vorrei riferirmi a due film di fantascienza, ma non per questo meno credibili, che io ho amato e che amo tantissimo e che sono “Codice 46” e “Gattaca.”

 

Allora cominciamo dal primo, vale a dire la figura, ma dovremmo forse etichettarla più come la “macchietta” del film “L’uomo che non c’era” dei fratelli Ethan e Joel Coen. Si tratta della figura di questo avvocato, Freddy Riedenschneider, interpretato da un fantastico Tony Shaloub.
 

Freddy Riedenschneider, il penalista principe del foro di Sacramento incaricato di difendere prima la moglie del barbiere e poi il barbiere stesso. Qui, forse, i Coen, si sono accaniti con una verve alquanto esagerata. Vero è che gli avvocati, negli Stati Uniti, sono generalmente assai odiati, ma in questo caso – si direbbe – vengono addirittura crocefissi.

 

Freddy Riedenschneider è davvero una “macchietta”: chiede parcelle da

capogiro, alloggia nella suite Turandot del Metropolitan, si ingozza

con smisurati piatti di spaghetti al Da Vinci, assume detective e

soprattutto si prepara al “grande show” quando lui, anziché proporre

una linea difensiva basata sui fatti, tenterà di affabulare, di ipnotizzare la giuria, di convincerla, addirittura, dell’impossibilità di giudicare e, dunque, instillando nella mente dei suoi componenti quel ragionevole dubbio che farà assolvere l’imputato. Tutto il suo castello difensivo si baserà su una “strana teoria” letta da qualche parte: “il principio di indeterminazione di un certo tedesco secondo il quale non è possibile guardare la realtà senza alterarla – involontariamente – proprio per averla osservata.” Egli è certo che quando la giuria ascolterà tale principio scientifico si convincerà che non è possibile giudicare l’accusata (e poi l’accusato) e riuscirà a far nascere in loro il “ragionevole dubbio.”

 

 Allora, ovviamente, qui i fratelli Coen che evidentemente odiano, come me, un certo tipo di avvocati, non tutti gli avvocati, ovviamente (tra i miei amici ce ne sono di carissimi, amici ed amiche che sono ottimi avvocati e che io stimo molto, però un certo tipo di avvocati, sì, io diciamo, ripetendo la battuta che c'è nel film Philadelphia, quando uno chiede all'altro: “Sai cosa fanno cinque avvocati incatenati in fondo all'oceano? E l'altro risponde: “No, non lo so, cosa fanno?” E il primo: “Un buon inizio”. Ecco, anche io, se parliamo al limite e non stiamo parlando della stragrande maggioranza di ottimi professionisti sia nel civile che nel penale, allora determinati avvocati assai somiglianti a quel Freddy Riedenschneider dei fratelli Coen, io li vedrei volentieri incatenati in fondo all'oceano) hanno esasperato il concetto, ma la sostanza resta giusta, a mio parere.

 

Però non perdiamo di vista il nostro scopo, cioè qui, dichiaratamente, i fratelli cineasti vogliono mettere sotto accusa il principio che “a tutti i costi si deve salvare l’accusato.”

 

Naturalmente secondo la visione di alcuni avvocati, non da parte di tutta l'opinione pubblica la quale invece, al contrario, non è affatto d'accordo su questa linea difensiva. Ora, ciascuno di noi, se parliamo della “strage di Erba” o di Bossetti o dell'omicidio della giovane Chiara Poggi di Garlasco, magari insorgerà perché, come dire, è angosciato da alcuni dubbi che probabilmente gli sono stati instillati da maliziosi avvocati o anche ottimi avvocati i quali hanno posto in essere tutta una serie di punti di domanda nel corso di una trasmissione televisiva, e va bene, e questo ci può stare; però io vi invito anche a cercare di allargare il vostro campo visivo e a immaginare se voi anziché essere uno spettatore terzo in una vicenda come quella di Bossetti o come quella della strage di Erba, se voi foste il parente stretto di una delle vittime di questi fatti, prendiamo la mamma o il padre della piccola Yara Gambirasio, ma davvero pensate che aspirereste, in linea di principio, a valicare quella linea assoluta, e sottolineo, assoluta, che divide la possibilità che ci sia anche un solo ragionevole dubbio che eviti una condanna?

Ecco, io su questo vi solleciterei a riflettere e magari riprenderemo in chiusura di queste poche mie note di riflessioni sull'argomento l’item a cui ho accennato all'inizio del presente scritto e cioè a due film meravigliosi che fanno parte dei miei film preferiti di ogni epoca e di ogni cinema, di ogni scuola di cinema e che sono appunto “Codice 46” e “Gattaca.”

 

Allora, I due film in oggetto, ripeto, sono “Gattaca” pellicola statunitense del 1997, del regista Andrei Niccol e “Codice 46”, produzione britannica del 2003 a cura del regista Michael Winterbottom. Le pellicole hanno un nesso in comune, una società del nostro prossimo futuro governata, amministrata e pianificata da un totale controllo genetico che tende in tutta evidenza a limitare al minimo gli errori sui “non-validi.” E allora brevemente dirò che appunto nel film “Gattaca” si vede che l'umanità viene divisa tra validi e non-validi. I validi sono quelle persone concepite in provetta in cui il DNA è stato selezionato e i genitori, a tavolino, con la consulenza di un genetista, decidono il colore degli occhi, dei capelli, se il figlio sarà un musicista o sarà uno sportivo, un ingegnere o un poeta e stabiliranno anche tutta un’altra serie di caratteristiche scegliendole attraverso un catalogo se lo preferiranno vegetariano o diciamo ad alimentazione standard e mille altre cose ancora. Poi ci sono i non-validi, cioè quelli che noi chiameremmo sfigati che sono nati come ultimo, come dire, sguardo malinconico al passato tra due genitori che si sono appartati nella parte posteriore della loro auto e hanno concepito ispirandosi all’amore.

E lì vengono fuori disastri perché appena nato il bambino c’è subito un medico che con un ago emetterà la sentenza e quindi ci dirà che per esempio questo bambino non avrà un quoziente intellettivo molto alto, che sarà un mediocre e che addirittura avrà un difetto cardiaco che probabilmente lo porterà a morte a trentatré anni. E quindi, di conseguenza, tutta la società così concepita e così strutturata poi si comporterà in maniera razzista e assegnerà ai validi i primi posti nella scala della società e gli ultimi posti ai non-validi, gli ultimi step della scala sociale: essi dovranno fare le pulizie.

E questa è la storia proprio di un non-valido, con un difetto al cuore, che invece sogna, ovviamente per una compensazione di natura assolutamente freudiana, di voler diventare, addirittura, un’astronauta, cioè di voler raggiungere le stelle, lui che è schiacciato dalla società a pulire i gabinetti dei validi.

Poi, va bene, non vi sto a raccontare la storia, vi consiglio di vederlo perché è un film meraviglioso con attori straordinari oltre che bellissimi, sia al maschile che al femminile e poi l’altro che invece è “Codice 46” che descrive sempre una società in cui tutto viene stabilito dal DNA e quindi con il DNA si tiene sotto controllo l’intera popolazione mondiale.

Entrambi sono anche dei gialli ad indirizzo crime.

Qual è il nesso tra il primo ed il secondo film? Che il DNA, come è giusto che sia, rappresenta un valore assoluto, quindi ciò significa che se viene trovato il DNA del soggetto A sul corpo ucciso del soggetto B, beh a meno che il soggetto A non sappia dare una spiegazione assolutamente convincente di come è riuscito a depositare il proprio DNA sulla biancheria intima del soggetto B, lì non occorrerà neanche un processo perché il DNA è un valore così assoluto che non ci potranno essere dubbi di alcun genere sulla colpevolezza dell’assassino  e si procederà di conseguenza.

 

E i dubbi sono ancora un retaggio di un mondo romantico, ormai superato, che può andare bene per la narrativa, per la fiction, ma che non va bene per una società moderna che avendo raggiunto questo traguardo lo può utilizzare, per esempio, se noi pensiamo a tutti gli anni sprecati e al fiume di denaro e di tempo gettati via da magistrati, avvocati e tutto il mondo che riguarda l’apparato giudiziario di un paese, la stampa, i media, ma anche il tempo di telespettatori o di semplici cittadini che seguono quel caso: ecco dieci anni magari buttati nella toilette quando in possesso di un valore assoluto non si va oltre e qui ovviamente il collegamento con la faccenda di Bossetti è schiacciante, a mio parere, perché abbiamo detto che:

 

A) il DNA di Massimo Giuseppe Bossetti è stato trovato sulle mutandine della piccola Yara e sui suoi leggins.

 

B) che tra Bossetti e la piccola Yara non c’era possibilità alcuna di contatto neanche casuale perché come ha ammesso lo stesso assassino loro non si conoscevano e non si frequentavano.

C) lui non ha saputo dare una spiegazione di come si trovasse il suo DNA sulle mutandine di Yara e questo è importantissimo perché se lui avesse detto, non so “ci siamo trovati tutti e due nel bar a cento metri dalla palestra, è scoppiato un incendio, ci siamo denudati per non farci prendere dalle fiamme e io, in quel momento, ho avuto un sanguinamento dal naso e delle gocce sono cadute sulle mutandine della piccola Yara, poi ci siamo salvati, ci siamo salutati, io me ne sono andato…” Questa potrebbe essere una spiegazione (ovviamente tutta da verificare), ma non c'è, perché lui, Yara, dice che non l’ha mai vista in vita sua.

 

D) Non cè alcuna possibilità da parte della scienza di accettare che quel DNA non sia di Bossetti, ma che possa appartenere a un’altra persona che rassomigli a Bossetti.

 

Quindi su questi quattro punti non si va oltre. Dice: ma allora il DNA sulla manica del giubbino di Yara che corrispondeva a quello della sua insegnante nella palestra? E va bene, ma questo allora…

 

Torniamo all'avvocato Freddy Riedenschneider di cui parlavamo prima, cioè: noi vogliamo andare veramente a instillare quel “ragionevole” dubbio in presenza del quale tutte le giurie devono assolvere tutti gli imputati?

 

Là c'è una spiegazione logica ed è stato spiegato anche in dibattimento: non sono vere le cose dichiarate in proposito, cioè che la procura non abbia indagato, che volutamente abbia lasciato affossare quella pista.

Non è vero niente, hanno indagato, ma il DNA sul polsino della ragazzina è chiaramente un DNA da contatto estemporaneo che dato che i due soggetti si frequentavano all'interno della palestra è probabilissimo che si siano sfiorati, che si siano toccate, che ci sia stato un contatto occasionale all’interno di quella palestra, ma di lì a incominciare a insinuare il dubbio che l’insegnante, come mostrava il viso corrucciato di uno dei due giornalisti che hanno portato avanti tutto lo spot a favore di Bossetti e che addirittura mimava il gesto dell
insegnante che trascinava con il polso e la mano il corpo della piccola Yara dentro la palestra, beh, ma allora qui veramente chi dice questo significa che la end-line nel campo della giurisprudenza non la vuole affatto e non la vorrà mai!

 

E se non la si vuole, allora torniamo ad una frase, come dire, ad un motto famoso che è scritto dappertutto e che io mi sento di fare mio ancora una volta: 


“Se credi ciò, allora puoi credere qualunque cosa.”




Aggiornamento del 5/9/2024


La madre della strage di Paderno Dugnano uccisa, insieme al marito ed la figlio piccolo il 1° settembre scorso, avrebbe compiuto gli anni il 21 di questo mese.



Ph. di Ciro Discepolo


Aggiornamento del 16/9/2024:




Aggiornamento del 21/9/2024

Qualcuno, sul mio canale YouTube, afferma che non è vero che i documenti di nascita provenienti dalla ex Yugoslavia e relativi a nascite di alcuni decenni fa, siano privi dell'ora di nascita.
Ecco lo scambio di email avvenuto tra me ed il comune di Gorizia:







Aggiornamento del 23/9/2024

Ecumenismo o ammucchiate.

È un antico dilemma sempre presente, soprattutto oggi.

Personalmente trovo ripugnante il “vogliamoci tutti bene” che è un chiaro indizio di mancanza di idee prim’ancora che di spina dorsale. E ne ho scritto varie volte, anche quando, da laico, ho apprezzato molto papa Benedetto XVI che affermava: “Sì, sono disposto al dialogo con tutti, ma premettendo che io sono cattolico, tu sei islamico, lui è…”

Mi piace assai meno (e qui, forse, c’è l’unico punto di contatto tra chi scrive e Piergiorgio Odifreddi) l’ecumenismo “a prescindere” dell’attuale pontefice e, diciamo così, le sue scelte che sembrano preoccuparsi molto di “restare nel mezzo delle questioni”, come l’odierna “non presa di posizione” a proposito di Medjugorje.

In Astrologia, poi, non ne parliamo…

Il “Chi sono io per censurare i reincarnazionisti?” (o “gli astrologi quantici”, i “sideralisti”, “quelli senza Case” (o senza palle?), i “negazionisti della precessione degli equinozi” e chi più ne ha più ne metta) è soltanto una faccia del mignottismo con cui legioni di cialtroni cercano di accreditarsi come “simpatici”, ma sono soltanto dei “vu’ cumprà?” dell’oroscopia.

Ed i peggiori non sono tanto costoro, che cadrebbero miseramente se si facessero loro anche solo cinque domande di base (a cui potrebbero rispondere anche bambini ignoranti), ma i loro fiancheggiatori, ovvero coloro che qualcosa di Astrologia la conoscono, ma che sono diventati mercenari di banditi travestiti da astrologi.

 



Aggiornamento del 13 Ottobre 2024:




Genesi, anatomia e semeiotica delle previsioni in Astrologia. Astrologia & Criminologia 68, by Ciro Discepolo e Daniela Discepolo Boscotrecase:

 

A proposito della mia previsione di arresto di Sebastiano Visintin.

 

https://youtu.be/HFl974qSnZc


Aggiornamento del 18/10/2024


Il cerchio si stringe…


Sul giallo di Liliana Resinovich di Trieste.

Ormai il conto alla rovescia è già partito da alcune settimane ed ogni giorno si aggiungono evidenze scientifiche incontrovertibili che spazzano via la ridicola opzione del suicidio-teatrino che molti opinionisti, giornalisti e consulenti, soprattutto di Sebastiano Visintin, sono riusciti ad accreditare per quasi tre anni di seguito.

La giustizia per la povera Lilli è sempre più vicina e la eccellente professoressa Cristina Cattaneo, medico patologo di fama mondiale che tutti ci invidiano, sta per offrirla ai parenti della vittima.

Lo ha ribadito, ancora una volta, la dottoressa Giusti che fa parte del team di esperti che sta lavorando al caso. La dottoressa Giusti, ancora una volta, questo pomeriggio, e soprattutto a suffragio dei sordi che sono tali perché non vogliono sentire, ha ribadito alcune importantissime anticipazioni di quella che sarà la perizia della professoressa Cattaneo:

 

-          La rima di frattura alla colonna vertebrale trovata nella seconda autopsia, è PERIMORTEM. Traduzione: avvenuta pochi minuti o poche ore prima della morte.

-          Sul corpo della vittima sono state trovare diverse lesioni (più di quelle riscontrate nella prima autopsia), lesioni che hanno comportato copiose perdite di sangue.

-          I vestiti che indossava Lilli nel boschetto, al momento del ritrovamento, erano pulitissimi: come se fossero stati appena lavati in lavanderia.

Se incrociate questi tre elementi, pur se siete ipovedenti, riuscirete a comprendere che Liliana Resinovich fu percossa, quindi uccisa (o lasciata morire per asfissia dopo le percosse) e poi, solo poche ore prima del ritrovamento, trasportata sulla scena-teatrino del boschetto.

 

Chi è stato? Lo sanno tutti… E stiamo giungendo alla chiusura del cerchio.


 



Aggiornamento del 20/10/2024













Aggiornamento del 29/10/2024:

NON CI STO. Questo è il Cielo di Nascita di un nevrotico, assai nevrotico, data una stretta opposizione di Nettuno al Sole alla nascita, ma non è il cielo di uno psicotico. Sono certo che altri periti potrebbero provare la sua capacità di intendere e di volere al momento della strage. Non sarebbe la prima volta. Ricordiamo altri casi che ho trattato in passato:

- Adam Kabobo, il "killer del piccone" che uccise a caso, a Milano, l’11 Maggio del 2013 “perché udiva delle voci che glielo ordinavano…” 

- Maurizio Minghella, serial killer di prostitute (che violentava anche con rami d’albero) che fu liberato grazie ad una grossa campagna mediatica di don Andrea Gallo e poi, una volta fuori, ricominciò ad uccidere ed ammazzò diverse altre prostitute.

- Roberto Succo che massacrò i genitori. Poi inviato in una Rems da dove scappò facilmente e, per anni, in Francia e in Italia, continuò ad uccidere, rubare, stuprare, aggredire…

La perizia psichiatrica non è come un test del DNA. E nel caso di Giovanni Barreca credo ci sia il sesso di mezzo. Intanto lui avrebbe “dimenticato” di uccidere la figlia diciassettenne. Mi sembra che si stia correndo troppo.



 

Per Tutti. Non è una notizia importante, ma vi invito a leggerla perché potrà spiegare, a qualcuno, il perché di un certo rumore di fondo che disturba, da qualche anno, l’Astrologia:

http://ilblogperidepressi.wordpress.com/ 

For Everybody. It is not an important news, but I invite you to read it because it can explain, to someone, the why of a certain noise leading that disturbs, from a few years, the astrology:

 http://ilblogperidepressi.wordpress.com/ 

 

Ciro Discepolo

www.cirodiscepolo.it  

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Una bibliografia quasi completa di Ciro Discepolo:

An almost complete bibliography of Ciro Discepolo:

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http://www.programmiastral.com/download/bibliografia_completa_di_ciro_discepolo.xls