venerdì 30 novembre 2007
Fresco di giornata!
giovedì 29 novembre 2007
Una storia speciale, tra molte
Ricordo che una volta una mia allieva era convinta che partendo per i Solar Returns si sarebbe riusciti a evitare la morte…
Ovviamente ci accontentiamo di molto meno, soprattutto di vivere meno peggio in questa grande valle di lacrime.
Però tante volte, molte volte, andiamo ben oltre il vivere meno peggio, come in questo evento che desidero raccontarvi brevemente per condividere con voi un giorno di straordinaria felicità per me.
Eduardo, la cui bellezza è indiscutibile e che ci guarda dalla sommità di queste poche righe, è un bambino che non dovrebbe esserci dato che alla madre era stato più volte confermato che era assolutamente sterile. Ma la madre di Eduardo, che per convenzione chiameremo Daniela, non si arrese e il 14 dicembre del 2004, alla non più verde età di 44 anni, partì per una delle località più impervie della Groenlandia, sconsigliata da tutti e anche minacciata da qualcuno. Edoardo fu concepito qualche mese dopo (quasi certamente anche con l’aiuto del Padreterno e dei genitori) e il 14 dicembre 2005, già con un pancione “anti-viaggi”, la signora Daniela si beccò un secondo compleanno per nulla facile: Kuusumano in Finlandia, sempre sconsigliatissima da parte di tutti. Il 16 marzo 2006, questa volta soprattutto con l’importantissimo aiuto da parte dei medici, nacque questo splendido bimbo che qui vediamo ritratto nel giorno del suo primo compleanno. I genitori non mi avevano preannunciato nulla e solo dopo pochi giorni dalla nascita, quando tutti gli esami confermarono che si trattava di un bimbo bello e sano, mi mandarono una sua foto accompagnata da poche parole commoventi che terrò fra i ricordi più belli delle RSM, chiedendo scusa a tutti quelli che non credono che ciò sia avvenuto.
Proposta per un piccolo progetto forse interessante
Ciro Discepolo
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mercoledì 28 novembre 2007
Nuova assoluzione per Roberto Busceti
Ne sono lieto, nonostante in passato il soggetto si produsse in una campagna diffamatoria, a mezzo lettere private a centinaia di persone, nei miei confronti: le cose sono assolutamente non in rapporto tra loro. Io posso non stimare Busceti sul piano umano, ma gioisco se, a seguito di una forte ingiustizia che lo colpì, egli è stato assolto. Credo che questo corrisponda a un elementare principio di civiltà e di democrazia che purtroppo molti non conoscono neanche per sentito dire.
L'acredine, pilotata quasi sempre da forti sentimenti di invidia, muove spesso le azioni più ignobili da parte di persone che fanno di tutto per apparire civili e democratiche nella vita di tutti i giorni.
Ma vogliamo davvero cancellare l'invidia e la cattiveria dalla faccia della Terra?
Secondo il mio parere possiamo, in tutta tranquillità, guardare al bello e al positivo che si riferiscono alla nostra meravigliosa disciplina e lasciare i poveri di spirito a declinare verso latitudini morali e professionali sempre più basse.
Dunque gioiamo assieme di questa vittoria della democrazia e cerchiamo di pensare in positivo.
Ciro Discepolo
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martedì 27 novembre 2007
Regalate l'Enciclopedia Britannica
Ecco l'annuncio ufficiale:
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Ciro Discepolo
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lunedì 26 novembre 2007
Perché occorrono le coordinate geografiche per una RSM
In molti casi, quando non consiglio di recarsi – per il compleanno – a Parigi, Londra o New York, è importante stabilire le coordinate geografiche del luogo dove spostarsi.
Vediamo per quale motivo.
Se io chiedessi ad un ragazzino delle scuole medie:
“Devo scrivermi con una persona che ho conosciuto sul web e desidero indicarle, senza possibilità di equivoco, il luogo del mondo dove vivo. Mi sai suggerire un metodo?”.
Quasi certamente egli mi risponderebbe: “Certamente: usa le coordinate geografiche. Se tu indicherai, a questa persona, la latitudine geografica e la longitudine geografica del luogo dove vivi, ella, incrociando semplicemente un meridiano con un parallelo, troverà un (e uno solamente) punto, in tutto il mondo, che corrisponde alla città che vuoi indicarle”.
Esattissimo.
Se io lo chiedessi ad un agente di viaggi, probabilmente, egli mi risponderebbe: “Esiste un metodo assai più semplice: se la città è raggiungibile per via aerea, sarà sufficiente indicare la sigla di tre lettere che individua in modo univoco un luogo del mondo, come FCO per Fiumicino o NAP per Napoli”.
Esatto, … ma non troppo.
Vediamo.
Osservate le due figure in alto.
Riferiamoci a questo esempio, ma il discorso vale per qualunque località. Come potete vedere nella schermata del programma GALRO (che fa parte di Aladino – Astral), avendo chiesto allo stesso notizie sull’aeroporto di Asbestos, nel Quebec (Canada), esso mi ha indicato il codice internazionale con cui esso viene identificato: YAF. Da chi? Per esempio dall’organizzazione di viaggi, mondiale, OAG (quella a cui personalmente mi riferisco sempre) o anche al prestigioso Landings americano (http://www.landings.com/). Ma queste due organizzazioni mondiali famosissime e assai stimate, fanno testo in senso assoluto? Neanche per sogno! Purtroppo esistono altre organizzazioni che indicano un loro codice di aeroporto che spesso differisce completamente da quello OAG e Landings (già nella figura potete vedere quello ICAO, per esempio). E allora? Allora succede che, conoscendo questa storia e i pericoli in cui incorre ogni viaggiatore che voglia affidarsi ciecamente alla sigla dell’aeroporto, sono solito consigliare:
“Gentile signor Donati,
a evitare che lei finisca in tutt’altra parte del mondo, io le consiglio di seguire l’unico sistema (a mia conoscenza) per identificare, senza ombra di dubbio, la località dove dovrebbe recarsi per il suo prossimo compleanno e cioè indicare all’agenzia di viaggi (e poi accertarsi lei stesso che così è stato fatto) le coordinate geografiche del luogo espresse in longitudine e latitudine geografiche”.
Desiderate effettuare una prova del nove di ciò che sto affermando?
Bene, osservate anche l’altra figura sopra riportata.
Purtroppo succede, talvolta, che chi mi legge o mi ascolta pensi ad una mia negligenza, se io affermo: “Non badate al nome, guardate solo la longitudine e la latitudine. Poi quell’aeroporto o quella città potrete chiamarli Rio Mato Grosso o Asbestos Hill o Bellinzona; l’importante è che abbiate compreso a quale incrocio di meridiano e di parallelo dovete recarvi”.
Ciò, a esclusiva protezione delle vostre RSM.
Vorrei ancora aggiungere qualcosa sulle fonti delle coordinate geografiche. Potreste non trovarvi con gli stessi valori da me indicati nel momento che li confrontate con altri archivi, per esempio quello dell’Atlante Microsoft Encarta. Quest’ultimo è un vero gioiello, uno dei software più eccezionali che io abbia usato nella mia vita. Tuttavia non si può dimenticare che esso è costituito da circa 250.000 città e piccoli villaggi, grosso modo lo stesso numero che troverete nel database del software Matrix americano o in quello della prestigiosissima http://www.astro.com/ svizzera.
Le coordinate a cui attingo io sono quelle del GALRO-Aladino che contiene circa tre milioni di città le cui coordinate sono state da me acquistate presso università americane, di geografia, che, lavorando per i militari, fanno il rilevamento satellitare. Per tale motivo non sono comparabili le precisioni dei dati in oggetto. Inoltre, e ciò non va dimenticato, la stessa città può avere diverse coordinate geografiche se queste vengono rilevate al centro della city, in periferia, all’aeroporto, ecc.
Per le località con latitudine geografica assai elevata, anche piccole differenze di longitudine e di latitudine possono comportare variazioni notevoli nei grafici di compleanno mirato. Detti grafici, se si tratta di latitudini davvero alte, li potete osservare solo a mezzo di Aladino perché altri software, non potendo calcolare la domificazione a quelle altezze del nostro pianeta, usano il sistema Aequalis o Porfirio che non ci possono essere di alcuna utilità
domenica 25 novembre 2007
Viaggio a Narsarssuaq
Ciro Discepolo
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sabato 24 novembre 2007
Sul numero di gennaio di Ricerca ’90
Sono il leccapiedi di André Barbault.
Il resto lo leggerete nel mio scritto, se vi farà piacere.
Ciro Discepolo
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venerdì 23 novembre 2007
È nata una nuova stella...
Un grosso in bocca al lupo a Manu'!
Ciro Discepolo
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mercoledì 21 novembre 2007
Il numero di gennaio di Ricerca ’90
Ciro Discepolo
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martedì 20 novembre 2007
Un appuntamento da non perdere
A lei il nostro sincero augurio di regalarci ancora tanti libri splendidi come questo.
Ciro Discepolo
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lunedì 19 novembre 2007
Il visto d'ingresso nei paesi arabi
Nonostante ciò, in tutta la mia carriera legata all'Astrologia Attiva, sono riuscito a far entrare centinaia di persone in questi territori.
In effetti le leggi locali non affermano che sia impossibile ottenere un visto d'ingresso, ma prevedono che lo stesso possa essere rilasciato solo se il turista viene invitato a visitare quel paese da uno sponsor locale. Apparentemente la cosa potrebbe essere insuperabile e, invece, la soluzione del problema è l'uovo di colombo. Telefonate a uno Sheraton o a un altro albergo importante della città che vi interessa e dite che vi hanno raccontato cose meravigliose di quella città. Poi chiedete loro: "Sareste disposti a invitarmi a visitare la vostra città?". E gli albergatori, che ne hanno tutto l'interesse, vi diranno che lo sono senz'altro e provvederanno loro stessi a farvi ottenere il visto.
Un secondo modo consiste in ciò. Mettiamo che voi dobbiate trascorrere il compleanno nella notte tra il 15 e il 16 gennaio a Jeddah. Giungete lì nella serata del 15 e restate in aeroporto aspettando una coincidenza, del mattino dopo, per Delhi, per esempio. In questo caso si tratta di un transito e non avete bisogno del visto. Trascorrerete la notte in aeroporto oppure in un hotel vicino all'aeroporto, scortati da guardie armate, ma avrete ottenuto ciò che volevate.
Ciro Discepolo
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domenica 18 novembre 2007
Uno dei visti più difficili da ottenere
Ciro Discepolo
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sabato 17 novembre 2007
Un consiglio per i viaggi in Siberia
Ricordate che, generalmente, i voli gestiti dall'Aeroflot partono da Sheremetyevo 2 (cioè dallo stesso aeroporto dove giungete provenienti dall'estero), mentre quelli di altre compagnie private come KrasAir per Krasnoyarsk, fanno base a Sheremetyevo 1 che dista circa due ore di auto dall'aeroporto internazionale.
Attualmente i voli russi sono sicurissimi e, decisamente, Aeroflot in testa, anche ottimi per servizio a bordo, puntualità, pulizia dei vettori, ecc.
L'unico problema critico, per i viaggi in Russia e Siberia, resta quello del visto che è una cosa seria e che, se viene sbagliato, da un punto di vista burocratico, vi blocca a Mosca e vi impedisce di proseguire nel viaggio.
Recentemente ho conosciuto un connazionale che vive a Mosca da 14 anni, il signor Rosario, il quale parla perfettamente il russo e ha già dimostrato di essere assai efficiente nell'organizzare, da zero, visti compresi, i viaggi soprattutto in località "proibite" della Russia, tipo le miniere di diamanti dell'estremo nord siberiano. Lo potete contattare a questa email: info@bipgo.com.
Ciro Discepolo
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venerdì 16 novembre 2007
Un consiglio per gli accompagnatori al seguito
Provate e, magari, fateci conoscere le vostre esperienze che potrebbero essere tesaurizzate da tutti noi.
Ciro Discepolo
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giovedì 15 novembre 2007
Astrologia e Counseling
mercoledì 14 novembre 2007
Da raccontare subito
Pochi minuti fa ricevo la seguente email con richiesta di soccorso urgente: "Siamo in quattro in agenzia, ma non riusciamo a trovare nessuna Santo Domingo in Australia...".
Ciro Discepolo
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Una precisazione-aggiunta sul check-in da casa
Ciro Discepolo
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martedì 13 novembre 2007
Un altro modo per condividere i nostri viaggi
Per esempio, per quanto mi riguarda, lo scorso luglio ebbi molte difficoltà a trovare un hotel a Río Gallegos, Patagonia-Terra del Fuego, Argentina. Poi riuscii a trovarlo (Hotel Santa Cruz) e mi trovai benissimo: piccolo, confortevole (nel gelo dell'inverno antartico), economico, con una buona cucina e un ottimo sistema broadband wireless per il collegamento a Internet (gratis). L'ho fotografato e, con un commento, l'ho inserito sulla cartina di Google Earth per chi dovesse avere la mia stessa difficoltà di reperire un alloggio in quella città. Potete dare un'occhiata lanciando Google Earth sul vostro computer e scrivendo, semplicemente: río gallegos, argentina (attenzione che la í deve essere quella con l'accento acuto che non compare sulla nostra tastiera e che potete copiare da qui). Ingrandendo la mappa della città, più o meno al centro della stessa, vicino ad un grosso parco pubblico, troverete la foto.
Spero di vederne molte di vostre, prossimamente, ma ricordate che occorrono circa 20-30 giorni prima che la vostra foto sia pubblicata (cercate di non inquadrare persone o targhe di automobili per motivi di privacy).
Ciro Discepolo
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lunedì 12 novembre 2007
Viaggio nella Mongolia cinese
La storia che desidero raccontarvi oggi riguarda un mio compleanno che fu duro sotto il profilo turistico, ma che mi indusse a riflessioni importanti, credo.
Sono stato tre volte in Cina, in
Giunsi a Baotou la sera tardissimo, intorno alle 23.30. All’aeroporto di Pechino mi ero accorto che ero stato colpito da una fortissima congiuntivite, nonché da febbre abbastanza alta e da problemi allo stomaco: stavo partendo per un luogo dove non esistono farmacie occidentali, ma ci voleva molto
Giunsi così a Baotou e feci bene a portarmi dall’Italia il nome dell’hotel scritto in caratteri cinesi. Infatti i tassisti
Il taxi era un’auto vecchissima (non so di che marca perché non mi intendo assolutamente di auto), ridotta molto male, soprattutto senza ammortizzatori e così intrisa di fumo da dare la nausea.
L’autista del taxi si avviò a velocità sostenuta, piuttosto eccessiva, per strade buie e deserte. Immaginavo che il centro abitato e l’hotel dovessero essere a pochi minuti dall’aeroporto, ma pur superando quella che, secondo le mie aspettative, avrebbe dovuto essere Baotou città, proseguimmo a tutta velocità lungo una strada sempre più buia, disabitata e senza case nelle vicinanze. Dopo 45 minuti di questa corsa senza spiegazioni, confesso che ebbi un po’ di paura. Fortunatamente, però, dopo altri dieci minuti finalmente giungemmo a questa specie di cattedrale nel deserto che, come seppi in seguito, era stata terminata solo pochi giorni prima.
Alla reception nessuno parlava inglese, né i portieri né il direttore che era venuto apposta per accogliermi.
Avevo bisogno di un paio di forbicine e chiesi: “Please, I need scissors”. Silenzio assoluto e un po’ di imbarazzo. Pensai, allora, di produrmi in una imitazione e sceneggiai un taglio di capelli, un taglio di foglio di carta e molte cose ancora, ma gli sguardi restavano interrogativi.
Alla fine provai a imitare il taglio delle unghie e finalmente ci fu un piccolo grido collettivo e unisono: mi portarono un tagliaunghie.
A questo punto avevo bisogno
Verso il 20° piano trovai l’ingresso di un locale (discoteca con musica assordante e piscina holliwoodiana). I mongoli sono, generalmente, molto belli e soprattutto alti, molto alti. Fuori di questo locale vi erano bellissime ragazze con minigonne audaci, probabilmente accompagnatrici o qualcosa del genere, e dei giganti con auricolare che avevano tutta l’aria di essere dei “buttafuori”. Rivolgendomi a una delle ragazze, allora, tentai
Anche la notte fu abbastanza dura perché la puzza tremenda di vernice fresca alle pareti richiedeva la finestra aperta, ma da questa entravano a decine le cavallette. Insomma, l’inizio della mia trasferta fu piuttosto pesante.
Il giorno dopo passai davanti alla reception e una ragazza con aria gentile e storpiando le parole azzardò: “You breast day?” (Tu giorno seno, mammella?). “Sorry, I don’t understand”, ma poi capii che, avendo lei
La sera vollero addirittura strafare e
Fortunatamente quei ragazzi non si persero d’animo e mi sembrò di capire che volevano suonare un loro pezzo che era meglio di quanto avevo appena chiesto.
Così fecero.
Questo durissimo viaggio,mi insegnò, sul campo e non in teoria, che il viaggio è sempre meraviglioso perché corrisponde all’archetipo di quel viaggio più importante che ciascuno di noi fa nel brevissimo attraversamento di questo universo, un viaggio che dovrebbe farci crescere soprattutto vedendo il bello che c’è nelle cose e nel prossimo.
Questi giovani non conoscevano le lingue, il turismo, il computer e la cultura straniera, ma erano pieni di umanità e sospinti da forti sentimenti di ospitalità, con, alle proprie spalle, una cultura di diversi millenni più antica della nostra.
Nadym in Siberia non è off limit
Ciro Discepolo
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domenica 11 novembre 2007
L'episodio più incredibile delle RSM
Sono certo che tanti, tra voi, hanno episodi simili da condividere,
In futuro ve ne racconterò altri e chissà se un giorno non pubblicheremo un libro assieme con la raccolta di tante storie belle, allegre, tristi, ma soprattutto vere.
Ciro Discepolo
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sabato 10 novembre 2007
Fare il check-in da casa
Ciro
venerdì 9 novembre 2007
Anche l'arte si sta occupando delle RSM
Ciro
Invito a partecipare
Leggerò molto volentieri le vostre storie, i vostri racconti e le vostre osservazioni su questa disciplina che amiamo tanto e che troppo spesso viene bistrattata.
Ciro
Oslo - Nerano: viaggio di solo andata
Era giunta con il volo SK1634 delle 15.45, atterrato con la consueta superefficienza teutonica alle 15.27. Kirsten si guardò intorno e si sentì a casa, ancora una volta, nel modernissimo aeroporto di Gardermoen, Oslo. In ogni angolo, anche il più piccolo dello stesso, si poteva toccare con mano il concetto di efficienza nordica, ma anche quello di civiltà, di rigore, di funzionalità, di presenza dello Stato, di ordine. In giro non si vedeva un solo poliziotto in tutta l’area grandissima del piano stradale. Entrò un momento nella toilette delle donne per rimettersi in ordine e ritrovò quei fantastici lavabi di legno massiccio e di acciaio che le mancavano tanto quando era all’estero. Quasi automaticamente si avviò al banco della SAS Airport Bus e acquistò un biglietto per arrivare in centro: 80 corone norvegesi. Prendere un taxi era davvero un lusso inutile con un servizio perfetto come quello che assicurava un bus ogni 15 minuti, dalle 4.05 del mattino. Da loro, pensò ancora una volta Kirsten, l’affollamento non esisteva. Il grosso mezzo era proprio davanti all’uscita della sezione arrivi internazionali dell’aeroporto, in un luogo pensato per offrire il massimo comfort al viaggiatore che poteva lasciare in loco il carrello dei bagagli. Quando le porte automatiche dell’aeroporto si furono chiuse alle sue spalle avvertì immediatamente l’aria fredda che la investì sul viso, prima che altrove, e le ricordò che da loro metà ottobre è assai diverso che nel resto del mondo. Salì sul mezzo modernissimo, obliterò il piccolo titolo di viaggio e si sedette dove più le piacque: l’interno era occupato da non più di quindici persone. Nessuno la guardò e probabilmente nessuno si accorse che era salita a bordo. Il sole, vuoi per l’orario legale estivo, vuoi per la latitudine geografica di Oslo e vuoi per il mese, era ancora molto alto nel cielo, rispetto al punto di mezzogiorno, ma la sua relativamente elevata declinazione non corrispondeva a un’altrettanto significativa temperatura che invece seguiva le leggi quasi assolute della latitudine geografica di questo lembo settentrionalissimo del mondo civilizzato. Quando i pistoni idraulici dello sportello d’ingresso dell’automezzo fecero udire il loro frastuono, il bus si mosse, senza che alcuno avesse nel frattempo fiatato. I più leggevano un libro, eretti e rigidi rispetto allo schienale, un paio di giovani ascoltavano musica attraverso un auricolare, una donna anziana dormiva in modo composto e silenzioso. Tutto a posto, tutto in ordine, pensò l’ingegnere Kirsten, come noi norvegesi ci aspettiamo che sia. Il pullman si diresse a sud, ma lei si accorse che stava viaggiando verso est, in quell’incanto di stretta lingua di asfalto che si snoda tra Sorrento e Nerano, attraversando luoghi incantevoli sospesi tra il mare e la collina completamente ricoperta da un mantello di olivi pronti per la raccolta dei propri frutti. Era con Enzo, ed erano i primi giorni di ottobre, come ogni anno da cinque, ormai. Prendevano il vettore della Sita alla stazione della Circumvesuviana di Sorrento ed era sempre un’avventura: gli orari quasi mai corrispondevano con quelli stampati e indovinare il capolinea era quasi una lotteria. Ogni volta il mezzo parcheggiava in un luogo diverso nel raggio di una settantina di metri dalle scale della stazione. Una calca incredibile di gente, di ogni tipo, si spostava velocemente a ogni arrivo di una nuova macchina per informarsi se era quella giusta. Adesso, però, alla sua destra scorreva la terza fila dell’autostrada che da Gardermoen porta al centro di Oslo, un’autostrada che di notte è illuminata a giorno: un lampione ogni cinquanta metri, da un lato e dall’altro della strada. Ora era di nuovo con Enzo, mano nella mano, e gli pneumatici del pesante mezzo mordevano un asfalto consunto e irregolare per vincere la forte pendenza nel tratto tra Massa Lubrense e Marciano. Lo spettacolo, all’altezza della Punta della Campanella, con Capri sullo sfondo, era di quelli che ti tolgono il respiro! Poi, giù per la discesa ripida che porta alla Marina del Cantone in una esplosione di verde e di viola e di fucsia delle bouganvillee che trovano ogni varco possibile in mezzo agli olivi sotto i quali sono già state dispiegate le reti per la prossima battitura. Quel breve tragitto, della durata praticamente uguale all’altro di quell’istante, lo ripeteva ogni volta con la speranza che non finisse mai: un incanto di natura, di vita, di sensazioni irripetibili. E poi c’era Enzo. Sulla spiaggia del Lido Mary ai primi di ottobre era tutto più bello: il sole era ancora assai caldo e l’affollamento quasi inesistente per quei luoghi. Un leggero rallentamento del veicolo le rammentò che non era a Nerano, ma nella sua altrettanto amatissima Norvegia, e le ricordò anche che doveva prendere una decisione, come aveva promesso al suo uomo: tornare da lui o decidere di restare per sempre a casa. Scegliere tra l’amore, la vita, una natura meravigliosa e ineguagliabile, con tanti problemi di vita quotidiana, riguardanti cose irrazionali e inconcepibili per una scandinava, o restare nella fredda civiltà di una nazione perfetta dove ogni cosa funziona come deve funzionare e dove non esistono neanche le zanzare. Ancora una volta godé di quel sole radiante che le dorava la pelle bianchissima e delicata. Il profumo del mare le penetrava fortemente nelle narici e si mischiava agli odori robusti di tante pietanze deliziose cucinate nei diversi ristoranti affacciati sulla spiaggia, troppo vicini alla spiaggia… Il bagno, poi, immergendosi in un’acqua non pulitissima ma ancora fruibile rispetto al degrado ambientale planetario e provare quella piacevolissima sensazione di fresco dopo ore di abbronzatura stesi come lucertole pietrificate o ammaliate dall’astro che dona la vita.
Di nuovo il fischio dei pistoni idraulici l’avvertì che si trovava alla sua fermata, davanti al Radisson SAS Scandinavia Hotel, a due passi da casa sua: 47 minuti per 47 chilometri, come era scritto – senza enfasi – su ogni guida turistica locale e come l’autista aveva rispettato senza produrre alcuno sforzo particolare. Scese e nessuno se ne accorse o parve accorgersene. Il suo pensiero tornò alla Marina del Cantone e al pasto intorno alle quindici, da Maria Grazia, su quel semplice ma impareggiabile rettangolo di legno eretto direttamente sul mare, a gustare una squisita pezzogna alla brace e poi a godersi dell’uva ghiacciata in una sospensione totale di pensieri, di affanni e di scadenze da rispettare. Aprì la porta di casa e le luci si accesero automaticamente rievocandole i vantaggi di una perfetta climatizzazione e insonorizzazione in un appartamento studiato in ogni più piccolo dettaglio da architetti capaci e intelligenti. Doveva dare una risposta a Enzo. Si lasciò cadere sul divano e con la tastiera cordless sulle gambe si collegò alla rete riferendosi alle immagini dell’enorme schermo piatto da parete. Entrò nel link delle webcam e scelse, ovviamente, quella corrispondente a Nerano. In tempo reale fu di nuovo alla Marina del Cantone. La sua superlinea in fibre ottiche, a 10 megabit al secondo, le rimandò lo scenario fatato di sempre: una barca si allontanava dal pontile, un raggio di sole obliquo produceva riflessi dorati sull’acqua, dei gabbiani volavano bassi. Deciderò domani, pensò Kirsten.
Benvenuti
benvenuti nello spazio dedicato al mio blog che, da questo momento, sostituisce le News del mio sito.
Di volta in volta, e spesso, troverete qui delle anticipazioni soprattutto sui miei libri di prossima pubblicazione, delle notizie inedite, dei commenti ai fatti dell’attualità, il calendario di miei prossimi incontri pubblici, la segnalazione di libri o scritti o corsi o conferenze di miei colleghi, perfino delle “chicche” e molto altro ancora.
E, allora, per offrirvi subito una di queste notizie che penso vi possano interessare, vi informo che sto lavorando intensamente a un nuovo libro dal titolo “Nuove ricerche per le Rivoluzioni solari e lunari”, sottotitolo “Tutti gli errori da evitare in queste tecniche”.Il libro dovrò consegnarlo all’editore Armenia, entro maggio, e uscirà nella collana azzurra Biblioteca di Astrologia, a settembre 2008.
In questo mio nuovo testo, che mi sta impegnando non poco, tenterò di illustrare, secondo la mia esperienza, soprattutto in quali occasioni è consigliabile spostarsi per una Rivoluzione Lunare Mirata (quella mensile, non annuale) e detterò anche una ventina di regole, sulla falsariga delle trenta contenute nel mio saggio Transiti e Rivoluzioni Solari che stanno leggendo un po’ in tutto il mondo perché oggi esiste anche nella edizione inglese Transits and Solar Returns (www.solarreturns.com).
Spero, in tal modo, di rispondere a una sempre crescente domanda, da parte dei Lettori, relativa proprio allo studio delle RL, ma senza tralasciare – tuttavia – di illustrare quelle che sono le mie ultime ricerche anche per le Rivoluzioni solari.
Nel libro saranno illustrati tanti esempi pratici e anche delle performanti modifiche al software Aladino, modifiche studiate appositamente per lo studio delle Rivoluzioni lunari e che saranno disponibili contemporaneamente all’uscita del libro.
A presto, dunque, e buona lettura a quanti mi seguiranno in queste pagine.
Un caro saluto a Tutti,
Ciro Discepolo