Poche riflessioni su alcuni casi attuali di criminalità
Il prossimo Convegno Annuale di Astrologia Attiva, ancora aperto al pubblico, si terrà al Grand Hotel Due Golfi, di Sant’Agata sui Due Golfi, vicino Sorrento, nel weekend 21-23 Giugno. Per le prenotazioni e altre notizie potete rivolgervi direttamente all’Hotel.
Buona Giornata a Tutti.
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Premetto che a differenza di altri miei
scritti sull’argomento, non desidero, adesso, giungere a delle conclusioni, ma
solo gettare il seme del sospetto e/o dello sgomento in questioni assai sentite
dai comuni telespettatori come me.
Non ho letto neanche le carte dei
processi cui accennerò e pertanto, almeno per il momento, non intendo
organizzare il mio pensiero lungo la path
di un vero e proprio libro specifico su uno o più d’uno di questi scenari.
Trovo, tuttavia, che la questione giustizia,
soprattutto nel nostro paese, si ammanti ogni giorno di più del paradosso,
della dicotomia, tra la certezza di una prova inattaccabile e il relativismo di
mille diverse sfaccettature indiziarie.
Come ho già scritto, da più parti si
indaga e si chiede a gran voce la prova regina in ogni processo penale, quella
della “pistola fumante”, ma come credo di avere potuto dimostrare in un breve
capitolo del mio libro “Il delitto di Yara Gambirasio” tale prova è soltanto
una chimera e la dimostrazione — nel caso ce ne fosse bisogno — che gli
innocentisti a prescindere non si convinceranno mai della colpevolezza di un imputato,
neanche di fronte alla cosiddetta “pistola fumante”.
Lo scorso venerdì sera, alla puntata di “Quarto
Grado” del 29 marzo 2019, sono tornati in campo, nuovamente, argomenti scottanti.
Ognuno dei quali meriterebbe la
discussione di un minimo di una ventina di pagine sull’argomento, ma, almeno
per il momento, non intendo calarmi così profondamente dentro gli stessi e li
proporrò sotto la veste di rapidi flash, giusto per sollecitare, ancora una
volta, il senso critico dei telespettatori.
Prendiamo il caso del povero Marco
Vannini, che ormai tutti noi italiani ricordiamo con l’affetto di genitori
ideali: bello, solare, buono, pieno di vita.
Tutti si domandano come si possa essere
passati da una condanna di 16 anni ad una seconda di soli 5 anni: da un punto
di vista giuridico, come hanno spiegato tanti giudici e avvocati, la cosa non è
tanto scandalosa dal momento che il reato è stato derubricato da omicidio
volontario a omicidio colposo.
Come sappiamo tutti, la pistola del
presunto assassino, Antonio Ciontoli, presentava un malfunzionamento e per
poter sparare doveva essere caricata, appositamente, a mano, con una operazione
che non può avvenire “per caso”.
Nelle prime e reiterate dichiarazioni il
Ciontoli affermò tutta una serie di versioni fantasiose e bugiarde tra cui quella,
secondo la quale, la pistola cadendo a terra avesse fatto esplodere un colpo e
altre bugie colossali di questo tipo.
Solo dopo l’ennesimo interrogatorio e
messo letteralmente con le spalle al muro dovette ammettere di avere caricato
volontariamente l’arma e di averla puntata verso il ragazzo.
Qui veniamo ad un passaggio importante:
dalle intercettazioni locali, nella caserma dei Carabinieri, poche ore dopo il
delitto, Martina Ciontoli, la fidanzata dell’ucciso, racconta chiaramente di
avere udito il padre dire “Adesso ti sparo!” o qualcosa del genere (e nessuno
crede alla tesi che avrebbe parlato così perché sotto shock!).
Ora, i giudici del processo di appello,
per decidere se ci sia stata la volontarietà omicidiaria nell’atto del
sottufficiale di Marina, attualmente ancora regolarmente in servizio, ha privilegiato le
testimonianze di tutti i diretti interessati.
Costoro, tutti, e cioè Martina Ciontoli,
suo fratello con la fidanzata e Antonio Ciontoli e la moglie, si sono
trincerati dietro un muro di “non ricordo” che equivale, pressappoco, alla
famosa frase di rito “mi avvalgo della facoltà di non rispondere”.
E dunque, di fronte alla elefantiaca
dicotomia tra il contenuto delle intercettazioni locali e le non-dichiarazioni
in aula, la Corte, dovendo decidere sulla intenzionalità o meno del Ciontoli, e
non potendo ricostruire alcuna scena omicidiaria precisa, per il muro di omertà
di tutti i famigliari coinvolti, ha dovuto optare per la non intenzionalità ad
uccidere.
Come cittadino sono disgustato, ma tra
tutti gli scandali giudiziari a cui ci stanno abituando ultimamente in Italia,
questo mi sembra tra i meno gravi e ci dimostra una cosa assoluta che
tantissimi avvocati ordinano ai loro assistiti: tacete, poi tacete e poi tacete
ancora. Anche sotto tortura tacete sempre perché il vostro silenzio non potrà essere
usato contro di voi.
E così è: credo che il 99,99 per cento
della popolazione italiana odi l’intera famiglia Ciontoli, ma sul piano
processuale i loro avvocati li hanno consigliati al meglio e potrebbero anche
cavarsela con pene ridicole come quelle inflitte loro nel processo di appello.
Secondo caso, la scomparsa della povera Roberta
Ragusa e la condanna del marito Roberto Logli (in secondo grado di giudizio che
conferma il primo).
A molti sarà sfuggita la prova regina
perché forse non tutti seguite con la dovuta passione-attenzione tutto quanto
viene scritto o mostrato in TV su questi casi.
L’avvocato Nicodemo Gentile dell’Associazione
Penelope e difensore di una parte dei parenti della vittima, lo ha ripetuto per
l’ennesima volta: “una prova che potrebbe essere il DNA di questo processo”, ma
poi non gliela hanno fatta spiegare. Perché?
Perché si tratta di uno scoop di “Chi l’ha
visto?” e, in una trasmissione della concorrenza, non se ne parla volentieri.
Fu proprio la trasmissione condotta da
Federica Sciarelli, di cui sono un fan, che presentò il caso in tutta la latitudine
di importanza che esso aveva.
Nel corso di una delle tante puntate
dedicate a questa atroce scomparsa/probabile delitto, l’inviata di “Chi l’ha
visto?” dichiarò qualcosa di clamoroso: “Il super testimone Loris Gozi (ma in
quella occasione non si fece il suo nome), avrebbe visto, la notte della
scomparsa/omicidio di Roberta Ragusa, il Logli, davanti alla sua auto ferma in
mezzo alla strada, malmenare una donna che sembrava essere Roberta Ragusa e
quindi spingerla dentro l’auto e ripartire.
Roberto Logli ha sempre sostenuto che
quella sera andò a letto prima di mezzanotte e fece un lungo sonno fino alla
mattina successiva, senza mai uscire di casa.
Ma ecco il colpo di scena!
I carabinieri stavano già intercettando
il sospettato e la mattina dopo tale trasmissione televisiva registrarono tutta
una scena di cui egli fu protagonista.
Il Logli, chiese ad un suo dipendente di
accompagnarlo a fare una verifica e lo portò in una stradina secondaria, nei
pressi di casa sua, e gli chiese, pressappoco: “Ma secondo te, se tu ti trovi,
come afferma il Gozi, a cento metri da qui, di notte, riesci a vedere le due
persone che sono a fianco alla macchina?”.
E in cosa consisterebbe questo “famoso
DNA” attribuito da Nicodemo Gentile a tale scena? A un particolare
semplicissimo, ma di peso granitico: nella suddetta trasmissione di RAI 3, non
si diceva dove il testimone avesse fatto l’avvistamento e tutti, ma proprio
tutti, erano convinti che ciò fosse avvenuto sotto casa di Logli o nelle
vicinanze. E invece era avvenuto in un’altra strada e in un punto ben preciso
che soltanto il supertestimone Gozi e gli attori di quella scena (Logli e la
povera Roberta) sapevano dove fosse. Inoltre, se Logli parlava di Gozi al suo
collaboratore, ciò poteva essere solo perché i due si erano riconosciuti nel
corso di quell’incontro occasionale. E qui, personalmente, anche io credo che
si tratti di una prova così granitica da giustificare l’antico detto “Si è
gettato la zappa sui piedi…”: infatti, secondo quanto afferma Nicodemo Gentile,
la prova regina non sta nella testimonianza di Gozi, ma nel clamoroso errore
commesso dal Logli stesso.
Ripeto che non ho studiato in dettaglio
le carte e vi riporto questi fatti non con precisione “chirurgica”, nella
narrazione degli eventi. Ma se un giorno decidessi di scriverci un libro, mi
atterrò alle frasi esatte degli atti giudiziari.
Un’ultima considerazione.
Tutti avranno assistito all’arrabbiatura
del giornalista Carmelo Abbate che ha litigato fortemente proprio con l’avvocato
Nicodemo Gentile. Io credo che Carmelo Abbate sia una persona onesta e
viscerale che, in questo caso, voleva difendere un principio sacro in
giurisprudenza: “Si può condannare solo oltre ogni ragionevole dubbio” e forse
qui, seppure vi sia una massa notevolissima di indizi (“tre indizi fanno una
prova”) ci troviamo ben lontani dalla prova oggettiva della cosiddetta pistola fumante.
Ma allora, com’è che nel caso della
povera piccola Yara Gambirasio, di cui sono certo sarà proclamata la
beatificazione, di fronte all’oggettività schiacciante di un DNA di Paolo
Bossetti sulle sue mutandine, non passa mese che i suoi avvocati non ci vengano
a proporre nuovi “colpi di scena che metterebbero in crisi il castello
accusatorio nel delitto di Brembate”?
L'avvocato Nicodemo Gentile
Il prossimo Convegno Annuale di Astrologia Attiva, ancora aperto al pubblico, si terrà al Grand Hotel Due Golfi, di Sant’Agata sui Due Golfi, vicino Sorrento, nel weekend 21-23 Giugno. Per le prenotazioni e altre notizie potete rivolgervi direttamente all’Hotel.
Ricevo questa doppia lettera anonima e volentieri la pubblico. Ci mediterò seriamente. Nel frattempo vado a farmi un Martini.
Buongiorno,
Non ci conosciamo, ma le scrivo per portarle un messaggio da parte di qualcuno che desidera comunicare con lei. Io sono una di quelle persone che ha la possibilità di comunicare con i disincarnati, ovvero con l’al di là. Oggi ho ricevuto dalla mia guida in luce queste parole per lei. Gliele copio.
Cordialmente,
Monica
….
5.4.2019
Figlio mio,
il mio nome è Rita da Cascia, o meglio Rita da Cascia è il nome con cui mi conoscete tutti sulla terra, il mio vero nome invece non lo conosce nessuno. Tu e io abbiamo già vissuto nello stesso tempo in una passata incarnazione, entrambi eravamo conosciuti con altri nomi: tu eri il mago di corte e portavi avanti le tue ricerche con mezzi del tutto particolari e non sempre ortodossi per l’epoca, io ero qualcuno che aveva un grande messaggio da portare all’umanità. Ebbene, ti chiamo ora in questa vita per mantenere fede ad un patto che avevamo stipulato proprio in quella vita dove ci siamo conosciuti: io ti avrei portato qualcosa in un futuro, un futuro lontano, qualcosa che ti sarebbe servito perché importantissimo. E lontano quel futuro lo è stato davvero, perché sono passati secoli e altre incarnazioni sono arrivate, sia per te che per me. Ora mantengo quella promessa e ti dico ciò che ti devo dire.
Manca un pezzo nel tuo percorso di conoscenza, un pezzo molto grande, il più grande di tutti. Non puoi procedere senza la conoscenza di questa parte mancante. È il tassello che darà un senso a tutto. È la chiave di volta del tuo percorso. Un percorso che è stato molto particolare, pieno di curiosità verso un certo ambito e anche pieno di risultati. Ma questi risultati sono parziali, perché mancano della luce vera, unica, suprema, da cui devono essere illuminati. Tu, figlio mio, devi aprirti a Dio, all’Uno, al Tutto. Non il Dio della Chiesa cattolica o delle religioni monoteistiche, ma il Dio che è dentro di voi e che sempre vi parla anche quando voi non lo ascoltate. Ho detto che Dio non può essere ridotto alla sua raffigurazione cattolica o di altre religioni, e tuttavia Egli non è un ordine di giustizia impersonale ma è un Dio che vuole, è un Dio che ha un’agenda, dei piani per l’umanità e delle ragioni da far valere. Dio non si legge sui libri, men che meno si trova nella Bibbia. Dio si conosce. Oppure no. Non si “crede” in Dio, perché questo non ha senso. Invece, si “sa” che Dio esiste, perché se ne è fatta esperienza. Oppure no. E questo è il tuo caso, la mancata esperienza di Dio per collocare nella giusta posizione i tuoi studi e le tue scoperte.
Io so che queste mie parole ti sorprendono, eppure neanche tanto. È da tempo che sai, che senti, che hai visto nei tuoi disegni astrali che qualcosa per te deve arrivare prima del trapasso. E ciò che deve arrivare io sono qui a portartelo. Te lo porto tramite uno strumento, di cui sono lo spirito guida: una giovane medium, che nulla sa di te e neanche deve sapere, perché queste cose non la riguardano. Riguardano te e il tuo percorso verso casa, verso la Luce. Sei nella fase finale della tua esistenza e Dio vuole che tu salga questo gradino per non tornare più, per terminare il tuo ciclo di incarnazioni sulla terra. Dei segni ti verranno dati, se ci pensi qualcuno lo hai già avuto. Ti chiedo di meditare, perché tu sai come si medita davvero, e accogliere ciò che ti arriverà.
Se lo vorrai potrai prendere contatti con questa figlia, perché io – che sono spirito e quindi disincarnato – parlo tramite lei. Ho fatto ciò che dovevo fare, ho mantenuto fede a quella promessa. Ora sta a te decidere come procedere.
Ti saluto benevolmente e amichevolmente,
Rita+
Acrobati Sonics in Steam al Teatro Ciack di Milano.
Per la serie “Milanesi che si divertono”. Altre notizie qui:
Per Tutti. Non è una notizia importante, ma vi invito a leggerla perché potrà spiegare, a qualcuno, il perché di un certo rumore di fondo che disturba, da qualche anno, l’Astrologia:
For Everybody. It is not an important news, but I invite you to read it because it can explain, to someone, the why of a certain noise leading that disturbs, from a few years, the astrology:
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A che ora sarà il mio compleanno? (At what time I will have my Solar Return?): http://www.cirodiscepolo.it/inetpub/vvrot/oroscopi/rsmirata.asp
Qual è l’Indice di Pericolosità del mio Anno? CALCULATE, FREE, YOUR INDEX OF RISK FOR THE YEAR (as explained in the book Transits and Solar Returns, Ricerca ’90 Publisher, pages 397-399): http://www.cirodiscepolo.it/inetpub/oroscopi_net/free/formnascitam.asp?oroscopo=Punteggio
Quanto vale il mio rapporto di coppia?
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